Cara
Cassiana,
con
questa storia che ti dedico,
si
conclude la saga della “fotografia”
iniziata
con Devil at Pompeii,
l'dea
mi è venuta proprio grazie
alla
storia che mi hai dedicato tu,
spero
tanto che ti piaccia!
Comfortably
numb
Hello?
Is
there anybody in there?
Just
nod if you can hear me.
Is
there anyone at home?
Come
on, now,
I
hear you’re feeling down.
Mancavano
poche ore all'inizio del concerto eppure Roger si sentiva stranamente
calmo. O forse non era poi così strano, in fondo aveva
compiuto da pochi mesi settantanove anni. Per quanto riuscisse a
provare ancora delle emozioni forti durante i concerti, non era più
angosciato come un tempo.
Sorrise,
ricordando gli anni del grande successo dei Pink Floyd, ma gli venne
anche un po' di malinconia nel ripensare all'ansia del palco, ai
litigi con gli altri membri del gruppo e soprattutto alle
incomprensioni con David. Sospirò, era inutile rivangare il
passato, ormai per l'appunto era passato.
Aveva
perso molte cose durante la sua vita, il padre, le amicizie, le
mogli, ma almeno una era riuscita a tenersela stretta. La musica. Lei
era sempre stata la compagna fedele grazie alla quale dopo ogni
caduta era riuscito a rialzarsi. Ecco perché nonostante la sua
"veneranda" età, come aveva specificato un
giornalista cazzone di cui preferiva dimenticare il nome, poteva
ancora affacciarsi sul bordo di un palco e contemplare la vista di
uno stadio in silenziosa attesa di riempirsi.
«Roger!»
lo chiamò uno
dei tecnici impegnati a sistemare le attrezzature mostrandogli lo
smartphone che aveva abbandonato su un altoparlante.
«Ha
una chiamata
da
David Gilmour, forse vuole augurarle in bocca al lupo per il primo
concerto del nuovo tour!»
Roger
sorrise, nonostante i rapporti tra lui e David fossero tornati
quantomeno cortesi, non si aspettava una gentilezza del genere.
Ridacchiò,
pensando che non aveva intenzione di dare all'ex "angelo biondo"
la soddisfazione di fargli capire che quella chiamata lo aveva
emozionato. Si avvicinò al tecnico, prese il telefono e prima
ancora di dire «Ciao!»
sentì
un dolore fortissimo risalire dal braccio sinistro fino al petto.
«Oh,
cazzo. Vuoi vedere che quello stronzo mi ha portato sfiga!»
Fece in tempo a pensare prima di perdere conoscenza.
#
«Ahò?
C'è nessuno li dentro?»
«Me
stai a sentì?»
«Famme
un cenno se me senti.»
La
voce dall'accento straniero riportò Roger alla realtà.
Aprì
gli occhi ma non riuscì a vedere nulla, era tutto buio.
Poi
lentamente cominciò a distinguere la sagoma di qualcuno.
Un
uomo.
Molto
alto.
Grosso.
Con
i capelli rossi.
«Razel!»
Esclamò stupito
L'uomo
sorrise. «Nun me dirai che te ricordi ancora il mio nome?»
Roger
lo guardò confuso, com'era possibile che Razel fosse ancora
giovane? Ai tempi del Live at Pompeii dimostrava poco più di
quarant'anni. Cazzo, erano passati cinquant'anni da allora, se non
era già morto, come minimo avrebbe dovuto avere almeno
novant'anni!
Roger
si tirò su e poggiò la schiena sui cuscini, provò
a guardarsi intorno ma tutto quello che riusciva a vedere era il
letto su cui era sdraiato. Una sorta di letto d'ospedale in ferro
battuto bianco, ai piedi del quale era seduto Razel con il suo solito
sguardo un po' strafottente.
«Dove
sono? Sto sognando o sono morto?»
«Stai
a metà tra qua e là.» rispose Razel.
«Ok,
sono in coma e sto sognando.»
«Non
esattamente, ma mettemola pure così!»
«E
tu chi rappresenti in questo sogno, Caronte?»
Razel
sogghignò. «Te sembro un vecchio marinaio incazzoso?»
Roger
ridacchiò. «No, in effetti no. Ma allora perché
sei qui? Senza offesa, eri simpatico, ma non è che ci fosse
chi sa quale amicizia, tra noi due!»
Razel
esitò, sembrava quasi imbarazzato.
«Diciamo
che sto facendo un favore a n'amico mio.»
Roger
lo guardò senza capire.
«Sono
venuto a renderti qualcosa che ti appartiene.»
Razel
tirò fuori una fotografia e gliela porse. Era molto vecchia,
ritraeva David Gilmour e lo stesso Razel ai tempi del documentario
"Live at Pompeii". In basso, sulla destra, c'era una firma
che Roger riconobbe. «Hey, me la ricordo questa foto, David non
voleva che nessuno di noi te la firmasse, ricordo che facemmo anche
una bella litigata in proposito. Chissà perché gli
stavi così antipatico.»
«Fidate,
aveva ragione lui!»
«Comunque
che c'entra la foto con il mio autografo, in tutto ciò?»
Domandò Roger indicando il buio intorno a sé con un
ampio gesto della mano.
«C'entra,
c'entra!» rispose Razel. L'omone esitò qualche istante,
poi sbuffò e mormorò. «E vabbè, un accordo
è un accordo!»
Schioccò
le dita e la fotografia prese fuoco.
«Ma
che cazz…!» Sbraitò Roger lanciando via la foto
che dopo un breve svolazzo atterrò sul pavimento e continuò
a bruciare fino a ridursi a un mucchietto di polvere.
«Ma
come hai fatto? E comunque che spreco, una foto originale degli anni
settanta autografata da me, vale un bel po' di soldi!»
«Valeva
ben più di un po' di soldi, ma va bene così. Ora nun me
devi più niente, il nostro contratto è sciolto.»
«Quale
contratto?» domandò Roger perplesso.
Razel
sogghignò. «Torna ai tuoi concerti Roger, nonostante
siano passati molti anni sei sempre un gran musicista!»
A
quelle parole la vista di Roger cominciò a farsi confusa.
«Razel aspetta, quale contratto, ma che diavolo…»
Perse conoscenza prima di poter finire la frase.
#
Razel
uscì dal camerino dove avevano portato Roger privo di sensi.
Immediatamente
dopo, sentì le urla di gioia dello staff e una voce femminile
esclamare. «Dio sia ringraziato Roger, ti sei svegliato
finalmente!»
Il
demone ridacchiò. «Me sa che dovete ringraziare qualcun
altro!»
Si
sfilò un pacchetto di sigarette dalla tasca del vecchio gilet
di pelle borchiato e si mise una sigaretta in bocca. La accese
picchiettandola all'estremità e si diresse sul palco. Salì
le scale, superò la strumentazione già posizionata per
il concerto e osservò lo stadio ancora vuoto, proprio come
pochi minuti prima aveva fatto Roger.
«Non
ero sicuro che lo avresti fatto, demone. Allora esiste davvero
qualcosa, o meglio qualcuno, a cui tieni sul serio!»
Razel
si voltò. «Te sei ingrassato ancora, dall'ultima volta
che ci siamo visti.»
«Gli
esseri umani invecchiano, Razel. Devo adeguarmi se non voglio creare
sospetti.» Rispose David riprendendo il suo vero aspetto.
«Nun
so mica, se sei meglio così!» Commentò Razel
osservando l'Angelo dagli occhi chiari e dai lunghi capelli biondi.
«Potevi
evita' de fargli venire un infarto, per poco c'è rimasto!»
«Non
sottovalutare il vecchio Rog, ha la pelle dura.» Rispose David
con un sorriso lupesco.
«In
ogni modo ora tocca a te rispettare il patto.» Affermò
Razel guardando l'angelo negli occhi.
«Noi
angelici rispettiamo sempre i patti, Razel. Piuttosto, siamo sicuri
che di quella foto ci fosse solo una copia?»
Razel
assunse un'espressione scandalizzata. «Così mi offendi,
angiole'. Comunque ne ho un'altra copia esposta nella bacheca in
cucina, ma non è autografata. Sei libero di andare a
controllare, se vuoi. Basta che nun me fai casino in casa!»
«Non
ce n'è bisogno, per una volta voglio dare fiducia a un demone
infernale! Piuttosto, posso farti una domanda?»
Razel
annuì.
«Perché tieni tanto a quel demonietto
casinista?»
Razel
aspirò un'ultima boccata dalla sigaretta ormai consumata,
buttò la cicca per terra e la schiacciò con la punta
dello stivale.
«Che
te devo di', forse me so' rammollito con i millenni.»
«O
forse lo consideri il tuo figlioccio?» Ridacchiò
l'angelo strizzandogli l'occhio.
Razel
lo guardò stupito.
«Dai,
Razel. Il demonietto è praticamente la fotocopia di suo padre,
non ci vuole molto a fare due più due, considerando quanto
eravate amici!»
«Se
è per quello, io e suo padre siamo ancora amici.»
sottolineò il demone aprendo le ali. «Allora ti aspetto
a Roma. Non dimenticarti la chitarra, angiole'!»
«Stiamo
per affrontare insieme un'apocalisse demoniaca e la tua
preoccupazione principale è che mi porti dietro la chitarra?»
Domandò David.
«Per
ascoltare buona musica se trova sempre il tempo!» Rispose
Razel volando via.
«Razel,
ti rendi conto che mi hai appena fatto un complimento? Mi sa che ti
sei davvero rammollito!» Gli urlò dietro David,
ridendo.
Razel
si limitò ad alzare la mano destra e mostrargli il dito medio
senza nemmeno voltarsi.
Nota
autrice
Questa
storia è collegata alle seguenti FF:
“Devil
at Pompeii” di AlbAM https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4006109&i=1
“La
fotografia” di Cassiana: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4041640&i=1
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