Night Flowers

di Aliseia
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Fandom: Gli Anelli del Potere
Genere: Angst - Introspettivo
Rating: teen and up
Personaggi: Sono gli Elfi e gli Orchi della serie TV Rings of Power. E Adar, che non è né elfo né orco.
Note alla storia: piccola flash in omaggio al personaggio più originale dell’intera serie TV. E va da sé, uno dei meno canonici.
Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia in gran parte non appartengono a me ma a J.R.R. Tolkien, a Peter Jackson per alcuni elfi, a J. D. Payne e Patrick McKay per la trama de Gli anelli del Potere. E a chi detiene i diritti.


Serie: Ilwë Lilotëa.

Dedica: a Miky a Abby e a Salomè-Orlando

 
 
Night Flowers

Oh, turn back
Oh, turn back trembling one
There's no air
No one's there to witness what you have done
The night flowers have powers they deny the sun
I stare back
I stare at the back of my hands
My fingers are swollen from clenching my fists
I stretch out my back, my neck, and my wrists
There's blood in my body and it sounds like this
It's cold in this water
But I can't reach the sun
 
Night Flowers - LO-GHOST

 
 
 
Sarà come se non fosse mai arrivato l’inverno, come se la notte non avesse artigli e io non avessi un cuore torbido sprofondato nel petto… La creatura sollevò il capo, strizzò gli occhi feriti dal bagliore delle torce… Nulla. Di lui non restava nulla se non quel profumo sottilissimo, persistente che nessuno aveva colto. Non le scomposte creature che aveva intorno, con la lore vite modellate senza grazia né salvezza. Non gli umani stupidi, brutti quasi quanto i suoi figli orchi, ma più laidi e sleali. Forse nemmeno la sua donna, con il lungo collo e quella postura orgogliosa e audace. Fatta di terra e di brume con gli occhi liquidi di una puledra. No, nemmeno lei lo avvertiva. Era probabile che i due avessero condiviso notte dopo notte tocchi sospiri e la frizione della pelle vulnerabile di lei su quella dorata e intatta di lui… Ma no, lei non aveva sentito quel profumo. Non poteva, sarà stata sicuramente confusa da voglie così umane e inebriata da odori più carnali. Ma solo un elfo, o uno che era stato un elfo tanto tempo prima, poteva avvertire quell’incresparsi fragrante come di foglie che si tendono all’alba svolgendosi rugiadose emergendo da un chiuso cartoccio notturno e poi quello spandersi sensuale, improvviso del fiore che scioglie il boccio.
“Adar – gorgogliò un figlio – hanno massacrato Lugdush… Vedi il sangue nero sulla mia armatura”
“Non la tua – voleva dire Adar – è quella di un elfo che avete ucciso la notte scorsa – ma non poté completare la frase – Sì il sangue… “ mormorò con lo sguardo perso. Un vago sorriso che l’orco-figlio scambiò per orgoglio e perversione. Poiché anch’egli, come la donna, vedeva le cose ma non le loro ombre, né le loro sfumature. E non sentiva. Quel sorriso era una smorfia malinconica di nostalgia. Per le parole che Adar non poteva dire. Non “la notte”. Non quella notte profumata, animata di sussurri e odori e del tremito dei fiori. E non “elfo”. Mai più elfo.
 




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