Farfalle, fate, pietre calde di _Cthylla_ (/viewuser.php?uid=204454)
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Lo
stabilimento termale di Maccadam non era enorme ma le dimensioni
ridotte della struttura erano compensate dalla quantità di
piscine di olio caldo che offriva e i molteplici servizi della SPA che,
uniti a un'ottima qualità del cibo e a una location tra i
monti che permetteva di godere di un panorama a cinque stelle, lo
rendeva un posto perfetto per rilassarsi qualche giorno.
Le motivazioni
che avevano spinto Tarn a sceglierlo come meta di una breve vacanza per
sé e per la propria squadra però non rientravano
tra le caratteristiche elencate, sebbene costituissero un'attrattiva
non da poco per chiunque.
«Come
fa Maccadam a sapere se sta succedendo qualcosa? Ci sono delle
telecamere che non vediamo?» domandò Spectra,
sinceramente incuriosita.
Immersi in due vasche idromassaggio di olio caldo adiacenti ed entrambi
con un drink analcolico in mano, i due cybertroniani erano il ritratto
della tranquillità assoluta. C'era rimasta poca gente
attorno a loro e quella poca si teneva ben a distanza, ma non era nulla
che non si aspettassero -essendo Tarn se stesso- né qualcosa
che li infastidisse.
«Non dubito del fatto che qualcuna sia presente ma non
è per questo. Se succede qualcosa che non deve succedere in
un posto di sua proprietà, lui lo sa e
non la
prende bene» rispose Tarn «Era così nel
locale che possedeva a Cybertron, dove nemmeno Lord Megatron ha mai
trasgredito alla regola di non combattere/uccidere, ed è
così adesso, tanto qui quanto nello stabilimento balneare
che apre durante la stagione estiva. Si vocifera che questo si debba al
suo essere uno dei Tredici Prime originari sotto copertura, il che
spiegherebbe molte cose, inclusi certi discorsi bizzarri che si narra
sia solito fare».
«Un Prime originario sotto copertura? Davvero?»
«Davvero. C'è chi come Alpha Trion non si nasconde
più di tanto e chi invece preferisce qualcosa di diverso.
Sia come sia la cosa importante resta una sola: contrariamente a quello
dove io e gli altri avevamo trascorso l'ultimo giorno libero, questo
è un posto sicuro e con molte più
comodità. Non ultimo l'idromassaggio dove ci
troviamo» aggiunse Tarn, indicando la vasca «Tu che
dici?»
Lui non avrebbe potuto muoversi contro un bersaglio presente nella
Lista nel caso in cui l'avesse avvistato -cosa che fino a quel momento
non era successa, ed erano lì già dal mattino
precedente- ma, per quanto l'idea potesse seccarlo, ciò che
contava di più in quel frangente era che per gli altri
sarebbe valso lo stesso discorso e nessuno avrebbe potuto infastidire
lui o i membri della sua squadra.
Era difficile
che a qualcuno potesse venire un'idea così malsana ma non
impossibile, e in quell'occasione era vitale per lui cercare di far
sì che fosse tutto perfetto.
«Dico che è un posto bellissimo e che questo
è il miglior compleanno che abbia avuto da...
sempre» disse Spectra con un sorriso genuino.
«Mi fa piacere sentirlo».
Era passato un vorn e mezzo dalla morte di Lord Megatron. Tutto
ciò che era venuto di buono da quella missione sulla Terra
-oltre ad aver capito che la sua intera squadra oltre a
rispettarlo teneva a
lui, cosa che
contava moltissimo- aveva un soprannome che ricordava un uccellino e
gli dimostrava ogni giorno un calore, un affetto e una vicinanza che a
lui faceva piacere ricevere ma non riteneva di meritare. Se il
bruttissimo
colpo ricevuto allora l'aveva fatto crollare, ma non del tutto, e ora
poteva azzardarsi a dire di starsi riprendendo man mano, era in buona
parte dovuto a ciò che Spectra aveva fatto quel giorno.
Per lei era
stato "normale" andare a cercarlo nella neve e riportarlo "a casa"
-parole sue- ma per lui una cosa del genere era stata tutto tranne che
normale. Mostrare una tale vulnerabilità equivaleva
all'esporre la Scintilla a uno sparkeater, era una lezione che aveva
imparato bene nel corso della sua esistenza, eppure sembrava non valere
sempre, non con tutti, e di sicuro non con lei -volendo fare una semi
citazione a Spectra stessa.
«Però... non mi fraintendere, Tarn, sono
infinitamente grata a te e a tutti gli altri per questo, per la festa
di stamattina, per la torta, per tutto quanto...»
Cosa che era risultata piuttosto evidente nel momento in cui, molto
commossa, si era messa a piangere.
Reazione
prevedibile considerando il tipo.
«E sono stata felice, sono felice anche adesso! È
solo... non c'era bisogno che vi disturbaste tanto».
«Come hai avuto modo di constatare di persona i compleanni
degli altri non vengono ignorati, non vedo perché avremmo
dovuto ignorare il tuo. Fai parte della famiglia e in ogni caso hai
detto che è il tuo miglior compleanno di sempre, sbaglio?
Quindi forse il "bisogno" c'era. E te lo meriti... non per quel che fai
in cucina e nemmeno per i tuoi sogni, sebbene l'ultimo ci abbia
risparmiato svariati problemi».
L'impero Decepticon poteva essere caduto ma la dottrina era ancora
valida, così come la Lista e la loro caccia a tutti coloro
che avevano la sventura di rientrarvi.
Qualche tempo
prima vevano rintracciato uno dei loro bersagli -non i principali,
purtroppo, Bumblebee in testa- nei pressi di una centrale energetica,
presumibilmente dedito a traffici illeciti: l'intento sarebbe stato di
andare a ucciderlo ma la notte precedente alla partenza era successo
l'imprevisto.
"... Kaon era
tutto sciolto, tu stavi male, loro stavano male, non andate, non
andate, per favore-"
"Non andremo da nessuna parte, tranquilla. Missione annullata".
Tempo addietro
si era ripromesso di prendere più che sul serio gli
avvertimenti di Spectra: non farlo sarebbe stato da stupidi e lui,
oltre a non essere uno stupido, si era sentito più che
sollevato della scelta compiuta nel momento in cui gli era giunta
notizia del disastro avvenuto nella centrale in questione. Lo stesso
ovviamente era valso per tutti gli altri, Kaon in particolare al quale
non sarebbe proprio piaciuto diventare un brodetto di metallo.
«Ma sono convinto che tu lo sappia benissimo»
proseguì il Decepticon «E sai che nulla di tutto
questo è stato di disturbo per chicchessia. Inoltre era
tempo di prendersi un giorno di riposo, così facendo abbiamo
unito il dilettevole all'utile».
«Questa cosa di poter disturbare qualcuno è solo
nella mia testa, lo so, se
non fosse
così vi comportereste in modo diverso. È solo che
ci sono ancora dei momenti in cui non ci credo del tutto, nonostante
tutto quel che fate, o forse proprio per
quello,
anche se ormai è passato del tempo. Mi chiedo
"Perché?". A te capita mai di farti domande
simili?»
"Ogni giorno da un vorn e mezzo a questa parte, Spectra, non ne passa
uno in cui non mi chieda perché e per come" rispose lui,
solo mentalmente "Potrei chiederli direttamente a te ma in
realtà mi hai risposto già allora e so che oltre
alla gratitudine tu riesci perfino a volerci bene. Io per primo non
sono una persona facile, già solo per questo avresti buoni
motivi per cercare di andartene prima possibile e sono sicuro che se tu
lo volessi Dreadwing farebbe di tutto per accontentarti, nonostante il
disastro che sta affrontando, a costo di incollarti a se stesso per
cercare di tenerti al sicuro e di pagare le conseguenze se non dovesse
riuscirci. Invece sei ancora qui... e dici perfino di esserne felice".
In più di un'occasione Tarn si era detto che, se su molte
cose lui e Spectra erano agli antipodi, in altre erano fin troppo
simili: ciò si riconfermava veritiero.
«Sì. Nel mio caso, che è molto diverso
dal tuo, concludo che dovrei pensare più a essere grato che
a farmi domande. Cos'è quell'espressione?»
«È che ho la sensazione di aver rovinato
l'atmosfera...»
«No. Sei abbastanza a tuo agio a parlare con me anche di
argomenti simili, questo non potrebbe mai causarmi un dispiacere. Se
non fosse così sarebbe un fallimento anche solo
perché sono il capo di questa squadra: un capo che non ha la
fiducia di coloro che gli sono attorno non è destinato a
fare una bella fine. I suoi uomini potrebbero essere felici anche
all'idea di scambiarlo con una matta convinta di essere morta e che va
in giro a squarciare gole...»
Si interruppe e si massaggiò la fronte da sopra la maschera.
Perché avesse tirato fuori quel pessimo ricordo era qualcosa
che non capiva neppure lui e sì, quello avrebbe
decisamente rovinato l'atmosfera se lui avesse deciso di indugiarvi di
più.
«Fa nulla» si schiarì la gola
«Stavo dicendo, prendendo un giorno di riposo in questo
periodo abbiamo unito il dilettevole all'utile e se non altro ora ci
sono dei membri della famiglia in grado di apprezzare un posto come
questo. C'è stato un periodo in cui il gruppo era composto
solo da Helex, Tesarus e il sottoscritto: in considerazione del fatto
che anche adesso quei due non sono qui, bensì nella
cittadina più a valle, puoi immaginare l'atmosfera. Loro non
sono tipi da terme, al contrario di Nickel e Vos che dovrebbero essere
ancora nell'area fanghi. Quanto a Kaon...» fece un breve
sospiro «Anche a lui di sicuro non dispiace».
«Era molto felice della piscina di olio caldo dopo aver
notato che era piena di femmes» commentò Spectra.
«Dici che l'ordine di non molestare nessuna è
stato recepito?»
«Non è ancora stato cacciato fuori dallo
stabilimento, quindi penso di sì!» rispose la
femme.
Anche Spectra nella sua ingenuità ormai aveva capito da
tempo che Kaon era un pervertito, il che era tutto dire, ma gli voleva
bene lo stesso.
«Ho un po' di fame, vado al bar del ristorante»
disse poi lei «Vieni anche tu?»
«Io...»
"Poverino, lui.
Vittima sacrificale dell'universo brutto e cattivo, mai che qualcosa
sia davvero colpa del povero mostriciattolo deforme che prima fa cose
che sa essere sbagliate e poi non si sente a posto con la coscienza, ma
continua lo stesso. Che schifo la
coerenza".
Ovvio: il ricordo della squarciatrice di gole era strettamente legato a
quello dell'anticristo.
Lui
però non voleva lasciare che Spectra si sorbisse anche
quello, tantomeno quel giorno -e poco importava se lei gli avrebbe
sicuramente detto che non "si sorbiva" niente.
«Io arrivo tra un po', tu vai pure».
«Ok» disse Spectra, facendo per uscire dalla vasca
«Va tutto bene?»
«Uno dei lati negativi di una vita avventurosa è
che certe memorie poco piacevoli possono tornare a galla in modo
abbastanza casuale. Nulla di cui tu abbia colpa» la
rassicurò «Ti raggiungerò tra pochi
minuti ma se vuoi posso chiedere a qualcuno degli altri se ha fame a
sua volta».
«Non c'è bisogno, tranquillo! Ti aspetto
lì» sorrise «Ti ordino qualcosa nel
mentre?»
«Al momento non mi viene in mente nulla quindi
provvederò dopo, ma grazie per il pensiero».
La guardò allontanarsi. Stava migliorando, mesi fa il timore
che potesse succederle qualcosa di strano appena fosse rimasta sola in
qualsiasi posto non fosse l'astronave l'avrebbe spinto a seguirla senza
se e senza ma. Poteva essere
eccessivo -e aveva cercato di non darlo troppo a vedere col resto del
gruppo- ma si stava parlando della stessa persona che, per inseguire
una cyberfarfalla, aveva incontrato lui.
Nonché
Starscream sulla Terra durante il suo periodo da disertore.
E gli Autobot
nell'Harbinger una volta in cui Dreadwing l'aveva lasciata da sola.
Anche certi
incontri con Airachnid di cui era venuto a sapere erano stati degni di
nota, peccato non aver potuto occuparsi personalmente di quell'insetto.
"Ti preoccupi, lo capisco e pensando a quel che è successo
mesi fa penso di capire anche cosa ti spinge a fare così..."
"Se lo capisci perché stiamo avendo questa conversazione?"
"Io faccio la mia parte ed evito di andare in posti pericolosi da sola,
quindi le possibilità che mi succeda qualcosa solo
perché non sei presente sono poche".
"Poche, non nulle".
"..."
"Non è perché ti ritengo incapace di badare a te
stessa o del tutto indifesa, so che non lo sei. A volte però
anche essere il più grande guerriero che Cybertron abbia
conosciuto non basta... come abbiamo visto bene".
"Se la cosa continua così come farai quando io prima o poi
andrò da Dreadwing? Non dico di smettere all'improvviso di
preoccuparti troppo, credo che sia una di quelle cose per le quali
Nickel dice che serve tempo, però... tu vuoi il mio bene,
giusto? Ti preoccupi perché ti importa e ci tieni e io
questo lo apprezzo. Anche io però voglio il tuo bene, e
avere sempre l'ansia che mi possa succedere qualcosa senza che tu sia
lì a impedirlo non è 'il tuo
bene'. Non è quel che voglio per te".
C'erano voluti
tempo e una buona dose di fatica ma riconoscendo che Spectra non avesse
tutti i torti e complice anche il modo in cui lei gli aveva parlato
-con gentilezza ma senza particolari filtri, cosa alla quale a quel
punto avrebbe dovuto essere abituato e invece riusciva ancora a
stupirlo- aveva cercato di lavorarci su. Il successivo miglioramento
del suo benessere mentale aveva dimostrato che era stata una buona idea
e, inutile specificarlo, a Spectra non era successo nulla di brutto.
"Ovviamente. Non ero stato io tanto tempo fa a concludere che
può sopravvivere a qualsiasi cosa?"
Qualsiasi cosa, inclusa se stessa: non era da tutti.
"A quanto pare il tempo passa in fretta anche quando non ci si diverte
affatto" pensò Tarn, rendendosi conto che erano
già passati dieci minuti "Tempo di raggiungere-"
«... COOOOOSA ho visto!
Non puoi capire cosa ho
visto!» esclamò Kaon, arrivato all'improvviso,
schiaffandosi nella vasca senza un briciolo di grazia «Ok no
a dire la verità più che "visto" ho solo
intravisto E l'ho persa per strada dopo che mi sono passati davanti dei
camerieri ai piani con un carrello pieno di lenzuola, asciugamani
eccetera, ma mi è bastato e avanzato! Era una vita che non
vedevo un cu...»
L'entusiasmo era stato tale da far iniziare a Kaon iniziare il discorso
con quel tono ma pareva che l'idea di un ammonimento superasse la
bellezza di qualsiasi "cu" femminile avesse avvistato.
«Aaaahem... c'era una femme con delle dotazioni posteriori
molto degne di nota ma non ho molestato nessuno, giuro, non mi ha
nemmeno visto, ho seguito i tuoi ordini e nessuno mi
sbatterà fuori durante il compleanno di Lilleth
né domani. A proposito, lei dov'è?»
«Al bar. Come dicevo anche a lei poco fa ho scelto questo
posto perché con Maccadam in giro tutti possono stare
tranquilli anche girando da soli. Lui poi si trova proprio dietro il
bancone, come da abitudine».
«Siamo in una botte di ferro, e non di quelle con l'esplosivo
dentro» commentò il tecnico.
«Precisamente. Vieni con me o resti qui?»
«Se posso scegliere rimango qui per un altro po', magari
riesco di nuovo ad avvistare- ehm, sì, ecco-»
«Gli ordini sono sempre validi, Kaon».
Trattenendo un sospiro nel pensare a quanta pazienza servisse con i
suoi ragazzi -ma anche a quanta ne servisse ad alcuni di loro con lui-
uscì finalmente dalla vasca.
Avvicinandosi
man mano alle vetrate del bar riuscì presto ad avvistare
Spectra. Il tavolo che aveva scelto gli permetteva di vederla in viso
anche da lì e Tarn non notò nulla di strano, se
non il fatto che stesse parlando con qualcuno. Nickel, Vos o entrambi
dovevano averla raggiunta.
"Devo chiedere a uno dei due come si hanno trovato i fanghi, non mi
attira ma forse mi sto perdendo qualcosa" pensò,
avvicinandosi ulteriormente "Potrei-"
Vide la persona con cui stava parlando Spectra.
"..."
La vacanza era appena andata a puttane in uno dei peggiori modi
possibili.
Chissà chi avrà visto Tarn beatamente impegnato a
godersi un sacrosanto giorno libero xD
Se anche qui c'è qualcuno che sta leggendo, lo (o la)
ringrazio :)
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