Genere: romantico
Tipo: one shot
Coppia: yaoi
Personaggi: Keiji Akaashi, Kotaro
Bokuto
Rating: PG-13, verde
Avvertimenti: slice of
life, fluff
PoV: terza persona
Spoiler: sì, post time skip
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Gufi imbranati
Oggi,
14 febbraio 2013
Di tutte le buste che aveva trovato nell’armadietto,
una attirò la sua attenzione.
Un’anonima busta bianca spiegazzata. Al suo
interno un foglio di quaderno a righe strappato male e stropicciato come se
qualcuno lo avesse accartocciato per gettarlo via, ma poi ci avesse ripensato.
Poche parole scritte con la penna dall’inchiostro
blu.
- Quando ti guardo rallegri le mie
giornate. Non possiamo stare insieme tu ed io, ma mi basta osservarti da
lontano, vedere i tuoi occhi, vedere il tuo sorriso, sentire la tua voce per amarti
da lontano. -
Una scrittura spigolosa e dura, premuta così
tanto sul foglio da formare piccoli solchi. Gli ricordava qualcuno ad Akaashi,
ma non rammentava chi.
Dopo l’allenamento erano rimasti solo lui e
Bokuto in spogliatoio, Akaashi finì di vestirsi mentre il suo capitano
rovistava nella borsa da dieci minuti abbondanti.
“Tutto bene?” chiese Keiji, fissando la schiena
ampia di Kotaro.
“Sì”
“Hai ricevuto tante lettere e tanto
cioccolato?” domandò piegando, con più cura e lentezza del solito, i vestiti e
riponendoli nella borsa. Era una domanda stupida, l’aveva visto l’armadietto di
Bokuto straripare.
“Ho buttato via tutto, il cioccolato l’ho
dato a Shirofuku”
“È scortese non rispondere, anche se
negativamente, alle lettere”
“Se ne faranno una ragione”
Akaashi sospirò poggiandosi agli armadietti
mordendosi il labbro inferiore nervosamente.
“Hai dato il cioccolato a qualcuno?” chiese
in un soffio, non erano fatti suoi, ma quella domanda gli occupava la testa da
quella mattina, e Bokuto si volse verso di lui, guardando per la prima volta da
quando erano entrati in spogliatoio.
Come spesso accadeva restò incatenato a quegli
occhi color dell’ambra che in quel momento erano profondamente tristi, sembrava
incerto se parlare o meno. Alla fine, scosse la testa sedendosi sulla panca con
un respiro pesante.
“No, non ha senso. Non potremmo mai stare
insieme”
Akaashi corrugò la fronte a quelle parole che
gli riecheggiarono in mente.
-
Non possiamo stare insieme tu ed io -
“Cosa hai detto?” soffiò piano infilando la
mano in tasca, sfiorando con la punta delle dita la carta stropicciata.
“Niente lascia perdere”
Keiji sentiva il cuore rimbombare nelle
orecchie.
“Ho ricevuto tante lettere oggi” iniziò e la
vide la mascella di Bokuto contrarsi “Ma una sola ha attirato la mia
attenzione” proseguì mentre tutti gli indizi andavano al loro posto “Una
anonima busta bianca sgualcita con un foglio di quaderno stropicciato”
Gli occhi di Bokuto si allargarono per lo
stupore.
“Tu scrivi con la penna con l’inchiostro blu
e premi tanto da lasciare i solchi sul foglio”
Tirando fuori la busta dalla tasca vide
Bokuto trattenere il fiato ed esalarlo piano, quindi si alzarsi e mettersi
davanti a lui. Kotaro aprì il palmo della mano, rivelando un cioccolatino con l’involucro
rosso e oro, lo scartò senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi azzurri di
Keiji, posò la pallina di cioccolato sulle labbra del più giovane, che le
schiuse e mangiò il cioccolatino al latte con il cuore morbido come piaceva a lui.
Kotaro guardò le sue labbra muoversi
catturato da quel movimento lento.
“Buono” sussurrò leccandosi le labbra
sporgendosi in avanti e Bokuto fece altrettanto e finalmente le loro labbra si
incontrano in un bacio incerto che sapeva di cioccolato.
Era iniziata così la sera di San Valentino, finiti
gli allenamenti di pallavolo, negli spogliatoi del Fukurodani.
Oggi, 14 febbraio
2023
Akaashi sorrise porgendo a Bokuto una scatola
lunga e stretta.
“Che cosa è?” chiese curioso aggrottando le
sopracciglia.
“Una cosa che ti servirà in partita” rispose
con un sorriso e Kotaro si incantò a guardarlo, quella sera Keiji era radioso i
suoi occhi, di quell’azzurro particolare sembravano, brillare.
L’atleta aprì la scatola rivelando al suo
interno una catenina d’oro, semplice, da uomo.
Kotaro era ancora più confuso, sfiorò con le
dita il metallo prezioso, lui non usava gioielli men che meno collane o
braccialetti in partita.
“Ti ringrazio, ma non ne comprendo l’utilizzo…
in partita”
Akaashi non appariva turbato dalla sua incertezza
anzi ne sembrava divertito.
“Beh può servire per custodire qualcosa”
suggerì.
Bokuto incrociò le braccia su petto
meditabondo: cosa si metteva ad una catenina? Le medagliette con il gruppo
sanguigno o determinate allergie in caso di necessità oppure… gli venne un
flash improvviso di Miya e Sakusa che, prima di ogni partita, si sfilavano la
fede dall’anulare sinistro e la riponevano su una collanina simile a quella.
I suoi occhi si spalancarono e il sorriso sul
viso di Keiji si ampliò.
“Esatto” asserì seguendo i pensieri di Bokuto
e prima che potesse formulare una frase, Keiji mise sul tavolo una scatolina di
velluto rosso e l’aprì rivelando due anelli gemelli in oro bianco.
“Vuoi sposarmi?” chiese con naturalezza e
Kotaro non riuscì a rispondere tanto era la forte l’emozione che provava, ma si
limitò ad annuire con forza.
***
Accoccolati nella penombra della camera da
letto con la pelle umida di sudore, dopo aver fatto l’amore fissavano le
loro mani unite dove si erano reciprocamente messi l’anello.
“Te lo ricordi il nostro primo San Valentino?”
“Come potrei dimenticarlo” mormorò piano
Bokuto scostandogli i cappelli dalla fronte baciandola piano.
“Conservo ancora quella lettera nel cassetto”
Kotaro sorrise Keiji aveva un animo profondamente
romantico.
“Il nostro primo bacio sapeva di cioccolato”
sussurrò posando la bocca sulla sua.
“La nostra prima volta”
Keiji ridacchiò divertito “È stata disastrosa,
ma non la cambierei per nulla al mondo”
“Nemmeno io. Eravamo due gufi imbranati”
Keiji rise più forte “Già ma eravamo
giovanissimi e inesperti”
“Guarda dove siamo adesso”
“A letto”
“Scemo…” rise sospingendolo sul letto sdraiandosi
sopra il compagno.
“A me piacerebbe una cosa semplice” mormorò
Keiji dopo un po’, gli occhi socchiusi assonnati e stanchi.
“Tu, io, i testimoni e i nostri genitori
sulla spiaggia al tramonto a piedi nudi”
“Sembra meraviglioso”
“Lo è… perché ci sei tu”
“Come fai, Keiji? Come fai a farmi sentire
così ogni singola volta con il cuore colmo di gioia ed emozionane da farmi…
tremare la voce”
Akaashi sorrise dolcemente “Io non faccio
assolutamente nulla” bisbigliò chiudendo gli occhi.
Era così
che continuava nella loro quotidianità che avrebbero seguitato a costruire
giorno dopo giorno.
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Note dell’Autrice
Ecco la prima di tre shottine dedicate
a San Valentino.
Auguro a tutti/e di trascorrerlo con chi
amate!
Un kiss
Bombay