bho
“Sei
sicura?”
Due
semplici parole che riecheggiarono nell’abitacolo di quella limousine quella
dannata notte di qualche settimana fa.
Non
risposi, ma mi avvicinai semplicemente a lui per baciarlo.
Non
so cosa mi spinse, ma lo feci.
Io
baciai Chuck Bass e persi la mia verginità con Chuck Bass.
Quella fu la mia dannatissima sfortuna.
La
sfortuna di avermi rovinato la mia futura favola con Nate.
La
sfortuna di ritrovarmi qui, il pomeriggio di un normale giorno di fine inverno
da sola nel mio bagno a contare e ricontare quanti giorni ho di ritardo.
18 Dicembre… 26 Dicembre.
8
giorni.
Otto
dannatissimi giorni senza avere il mio periodo.
Il
mio nervosismo cresceva al massimo ogni volta che andavo in bagno a controllare,
e speravo che quello fosse un sintomo. Invece no.
27 Dicembre.
Niente di nuovo.
28 Dicembre.
Niente di nuovo.
…11 Gennaio.
Ancora niente, almeno per la mattina.
Sono
voluta esplicitamente tornare con Nate dopo il ballo delle debuttanti.
Ho
pensato che Chuck meno lo vedevo, e meno l’avrei voluto, anche se indubbiamente,
tralasciando il piccolo particolare che forse è in cantiere un mini bastardo o
una piccola stronzetta, mi divertivo davvero a fare sesso con lui.
Oh,
Blair, ma ci pensi ancora? Quello è passato, e tu non sei incinta.
Questa è una tua paranoia. E smettila di pensare a Chuck
Bass!
Chuck Bass.
Se
davvero ero incinta di lui, visto che con Nate alla fine non avevo fatto sesso
per problemi diciamo ‘tecnici’, sarebbe stata una cosa davvero disgustosa.
Mi
avrebbe rovinato letteralmente la vita, ed io non l’avrei mai
perdonato.
Io
odiavo Chuck Bass e mi ordinavo di non essere incinta.
No,
non lo ero. Ero solo stressata.
Quel
giorno di gennaio era il primo dopo le vacanze di Natale.
I
professori ci stavano stressando per farci preparare al meglio ai SATs per
l’accesso alle varie università, ed io mi sentivo già sotto
pressione.
Sì, deve essere per questo che non ti sono ancora
venute…
Pensai.
“Oh,
Nate!” urlai quando lo vidi nel cortile quel giorno freddo di gennaio.
Mi
gettai a capofitto sulle sue labbra e lo baciai in modo passionale.
Nate
era davvero il ragazzo fatto per me, non come Chuck Bass.
Blair!
Mi apostrofai nella mia testa Basta pensare a Chuck! tu ami Nate!
Sempre è stato, e sempre sarà.
“Blair, oggi sei davvero bellissima” mi fece i complimenti lui, e
stranamente non mi imbarazzai come al solito.
Ricorda che sei stressata, B… “Nate, tesoro. Io sono sempre
bellissima” risposi giocando con dei suoi capelli dietro la nuca e sorridendogli
E sono anche
stressata, gli
avrei detto. Forse sono incinta, Nate. Ecco cosa dovevo dirgli.
E il figlio non
penso sia tuo. Per niente, visto che non abbiamo consumato ancora e tu mi credi
vergine…
Seh,
come minimo mi avrebbe lasciata su due piedi, e questo non doveva
accadere.
Io
dovevo sposarmi con Nathaniel Archibald.
Dovevamo avere tanti bambini con gli occhi celesti e i capelli ricci
bruni.
Un
mix di entrambe.
Per favore, non pensare ai bambini.
Chuck Bass.
Ancora.
Nate
era seduto su uno dei tavolini di pietra del cortile, ed io gli cingevo il collo
con le mani.
“Questo è vero. Oggi, Um. Vedo un certo non so che in
te”
Se ne sarà accorto? “Un certo non so che, Nate? Ti sbagli,
oggi è una bellissima giornata” mentii sorridendo falsamente.
Sembrò pensarci su per un minuto. “E’ vero. Ora che ci penso… Mah,
insomma sarà una mia sensazione stupida. Lascia stare”
Lo
baciai per qualche secondo.
Ci
baciavamo sempre, ma non parlavamo mai di cose intelligenti o altro, e la cosa
mi stupiva.
Perché?
Nate
era il ragazzo perfetto, il principe azzurro.
Perché non mi diceva mai qualcosa di più di ‘Come mi stanno i
capelli?’
Mi
allontanai di qualche centimetro da lui, e girai appena la testa verso sinistra.
I
nostri sguardi si incontrarono in un modo strano.
Mi
guardava quasi sofferente da vicino ad un muro, al che dovetti sbattere più
volte gli occhi per vedere se non mi avessero fatto uno scherzo
ottico.
No.
Chuck Bass sembrava davvero triste quel giorno.
E,
stranamente, pensavo che fosse proprio triste guardando me e Nate.
Nah, Blair. Chuck Bass è triste perché al ballo gli hai detto esplicitamente che non
saresti più andata a letto con lui, e adesso guarda invidioso Nate che può
farlo.
Oh,
per amor del cielo no.
Non
riesco a fingere di godere con Nate, anche se non avevamo ancora consumato …
Baciai di nuovo Nate quasi come dispetto a Chuck che osservava.
I
nostri baci erano dolcissimi come il miele, nulla a confronto …
Sta zitta. Sta.
Zitta.
I
paragoni con quel bastardo mi stavano venendo troppo spesso in quella giornata.
Per
fortuna mi salvò la campanella.
Mi
allontanai dal mio Nate e vidi che Chuck magicamente sparito da vicino al muro
al che tirai un sospiro di sollievo prima di allontanarmi per andare a lezione.
“Ci
vediamo all’uscita, tesoro” dissi a Nate prima di dirigermi fuori dal
cortile.
****************
Ore 11.40 del 11 Gennaio.
Uscii dalla mia aula in anticipo con la scusa di un dolore allo stomaco
molto forte.
Quanto avrei voluto che fosse vero, ma andai in bagno a controllare e il
mio slip di Victroria’s Secret era ancora lindo e pulito come l’avevo indossato
stamattina.
Sospirai quando arrivai nel piccolo cortile della scuola dove c’erano le
panchine e i tavoli di pietra. Mi adagiai ad uno dei tavoli e controllai il mio
blackberry.
Nessun post di Gossip Girl da trentacinque minuti.
Che
noia.
Fu
così che presi dalla borsa il libro di matematica.
Nell’ora successiva avrei avuto un compito e visto che ero lì tanto vale
dare una rinfrescata anche se sapevo tutto.
Ero
a pagina 69 quando una voce attirò la mia attenzione.
Una
voce che non mi piaceva per niente.
“Sessanta nove … Interessante come le pagine di un libro siano concordi
con i miei pensieri”
Alzai lo sguardo e fissai Chuck Bass con l’occhiataccia più truce che
potevo fare.
“Pensavo di essere stata chiara al ballo”
“Lo
sei stata, eccome… Sono io che non voglio accettarlo” rispose beffardo con quel
solito sorriso da playboy che usava per conquistare le
cretine.
Mi
allontanai da quel tavolo di pietra e gli rifilai un ghigno.
“Meglio che tu la finisca, altrimenti Nate…”
“Altrimenti, Nate… cosa?” disse sbattendo le palpebre “Non vuoi mica che
gli confessi il nostro piccolo segreto, Blair?”
Spalancai la bocca alla provocazione e risposi in fretta per non sembrare
impaurita dalla sua affermazione. “Tu non vuoi perdere Nate. Non glielo dirai
mai”
Alzò
un sopracciglio. “Forse no, ma sta di fatto che ho pur sempre una bomba pronta
ad essere sganciata, nelle mie mani…” disse avvicinandosi a me con quel sorriso
odioso.
“Non
credo proprio che lo farai” risposi stizzita.
“Oggi credo proprio di no… Ti vedo più nervosa del solito. Cosa sei nel
tuo periodo?”
No.
Chuck Bass che mi faceva riferimenti al ciclo mestruale era
troppo.
Roteai gli occhi e gli risposi a tono. “Chuck Bass. Non rispondo a
domande del genere soprattutto se le poni tu”
“Non
mi sembra che tu te lo possa permettere”
Strinsi i denti e sbuffai. “Tu non sei nella posizione giusta per dirlo”
dissi imbronciata.
Chuck continuava a sorridermi in quel modo che me lo faceva associare
alla parola ‘affascinante’. Nah.
“Forse era meglio che non uscivo. Andrò a fumarmi qualcosa… La prossima
volta mi ricorderò di non parlare alle ragazze nervose prima del ciclo…” disse
poi allontanandosi verso l’uscita.
Fu
allora che dovetti sedermi su una panchina.
Mi
portai la mano al petto, il mio cuore batteva stranamente forte.
Mi
stavo arrabbiando.
Mi
stavo arrabbiando perché Nate, il mio Nate, non aveva affatto notato il mio
nervosismo quest’oggi, mentre quel Chuck Bass sì.
Lo
odiavo per questo.
Odiavo che Chuck Bass avesse capito cosa avevo da uno sguardo.
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