Eccomi con un'altra
robaccia delle mie, partorita dalla mia mente guardando fuori dal
finestrino con l'mp3 a tutto volume xD Questa song-fic l'ho scritta per
l'Akudemyx day. Sulle note di "Nient'altro che noi" degli 883, Demyx
ricorderà cosa lo ha fatto innamorare di Axel, capendo che
ogni istante passato con lui è prezioso più
dell'oro. Buona lettura!
Disclaimer: i personaggi di questa
fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo
di lucro.
.:{ Nient’altro che noi
}:.
I primi raggi del mattino s’infiltrarono tra le fessure della
persiana, donando un po’ della loro luce alla stanza buia,
avvolta nel silenzio lasciato dalla notte.
Un fascio più lungo e dispettoso degli altri
arrivò sugli occhi chiusi del biondo, che si
destò dal suo sonno con un mugugno seguito quasi
immediatamente da un lungo sbadiglio degno di un bambino.
Uscì la mano sinistra da sotto le coperte tinte di un vivace
blu color del mare e strofinò l’occhio
corrispondente, prima di sporgersi verso il comodino di legno chiaro e
dare una sbirciata alla sveglia digitale a forma d’uovo.
-Le sei…?- pensò, con la mente ancora in panne.
Spalancò le sue iridi acquamarina, quando lo sguardo gli
cadde sulla data segnata dall’apparecchio tanto odiato.
-Mancano solo due giorni?!-
Saltò a sedere, mettendosi le mani tra le ciocche
scarmigliate e solo in quel frangente, si ricordò della
persona che dormiva accanto a sé, così si
voltò per vedere gli effetti del suo scatto troppo mattutino.
I lunghi e dritti capelli rossi risaltavano sulla stoffa azzurra della
federa, coprendo la nuca e il collo, mentre il resto del corpo dalla
pelle diafana era nascosto dalle coperte, eccetto la spalla destra e
parte dell’avambraccio.
Emettendo un grugnito, il ragazzo si girò verso il suo
compagno, mostrandogli il viso disteso nella tranquillità
del mondo dei sogni.
Sospirò sollevato, ma poi si perse nell’ammirare
quel volto addormentato.
Lentamente e con cautela, vi appoggiò la punta di due dita,
per seguirne il profilo perfetto, dal taglio un po’ spigoloso
ma perfetto. Lo carezzò in ogni sua parte, soffermandosi
sulle sottili labbra rosee, stirate in un piccolo sorriso soddisfatto,
che tanto adorava baciare e mordicchiare.
Potrei stare ore e ore qui
ad accarezzare
la tua bocca ed i tuoi
zigomi
senza mai parlare,
senz'ascoltare altro
nient'altro che
il tuo respiro crescere,
senza sentire altro che
noi
nient'altro che noi.
Sul viso del biondino, si allargò un sorriso felice, al
ricordo della sera prima.
Era tornato tardi, l’una passata, e la stanchezza minacciava
di farlo cadere a terra stecchito in ogni momento. Salì le
scale del condominio tinte di giallo, una volta luminoso come il sole
estivo, ma ora spento e anonimo, fino a giungere alla soglia
dell’appartamento che divideva con il suo ragazzo.
Il pensiero di essere davanti casa parve ridargli energie e in pochi
secondi si ritrovò nella camera da letto, dove si
buttò a peso morto sul materasso, senza che il pensiero
della presenza del suo compagno gli sfiorasse anche solo
l’anticamera del cervello, affondando il viso nelle coperte
morbide.
Cadde in uno stato di dormiveglia, in cui la sua mente era
più con un piede nel mondo di Morfeo, che nella
realtà, tanto che non si accorse delle mani che lo girarono
e che cominciarono a spogliarlo con delicatezza, come se fosse una
fragile bambola che può rompersi con niente.
Quando, però, il suo corpo fu privato del calore della
maglia pesante e dei jeans i suoi occhi velati di stanchezza e bisogno
di dormire si schiusero e la prima cosa che videro fu un lungo sorriso
amaro, ma con una nota di dolcezza.
-Demyx, dovresti dire al tuo capo che non puoi fare anche il turno di
pomeriggio, se la sera devi stare al locale fino a tardi per
suonare…-
-Axel…- mormorò. -Lo sai che se non facessi il
turno del pomeriggio il mio stipendio ne risentirebbe e a noi quei
soldi servono…-
-Lo so, ma so anche che continuando così finirai con
l’ammalarti.- replicò il rosso, liberandogli i
piedi dai calzini, dopodichè rimase ad osservarlo chiudersi
a riccio in cerca di calore.
Ghignò, spostando il biondino in modo tale che poggiasse la
testa al cuscino per poi mettersi delicatamente sopra di lui, senza
schiacciarlo col proprio peso. -Se hai freddo posso pensare io a
scaldarti, che ne dici?- domandò, unendo le loro labbra in
un bacio leggero come un alito di vento.
Demyx fissò il viso dell’amante con una muta
domanda scritta in faccia.
L’altro rise, sinceramente divertito. -Non sto scherzando e
vedrai che con le mie attenzioni sarai presto bello sveglio!-
esclamò prima di cominciare a baciarlo con foga.
Il ragazzo dagli occhi acquamarina rise, ma in poco tempo le risate
furono sostituite da sussurri e sospiri ricolmi di piacere.
Potrei star fermo immobile
solo con te addosso
a guardare le tue
palpebre
chiudersi ad ogni passo
della mia mano lenta che
scivola
sulla tua pelle umida
senza sentire altro che
noi
nient'altro che noi.
Abbandonò quel piacevole ricordo e sorrise
all’indirizzo dell’amato.
-Axel…-
Si chinò su di lui, baciandogli la fronte fresca e quando si
allontanò lo vide storcere il naso, come se vi si fosse
posata una mosca dispettosa.
Trattenne una risata e si alzò, infilandosi i boxer finiti a
terra durante le loro follie, per dirigersi in cucina a prepararsi una
buona tazza di latte caldo e una caffettiera per il suo ragazzo.
Solitamente era l’altro a preparare la colazione per
entrambi, poiché si alzava presto per andare al lavoro, ma
essendo domenica, poteva godersi quelle ore di sonno di cui aveva
bisogno.
Una mattina si era alzato preda di un attacco d’insonnia e si
era imbambolato sulla porta della cucina ad osservarlo cucinare.
Indossava un grembiule rosso, allacciato sulla schiena con un nodo
improvvisato, la mano destra era stretta sull’impugnatura
della padella in cui friggevano le uova, mentre la sua compagna muoveva
il cucchiaio di legno al suo interno e il profondo sguardo smeraldino
era concentrato su quel semplice gesto.
Ciò che però colpì Demyx, fu
l’insieme della figura del compagno, bella, anche se sul viso
erano ancora presenti i segni del sonno e i capelli erano segregati in
una bassa coda fatta male.
Solo in quel momento, mentre era intento a recuperare un pentolino, si
rese conto che ogni gesto compiuto da Axel per lui era
un’occasione per riscoprire cosa lo avesse fatto tanto
innamorare di un pazzo come lui.
Non c'è niente al
mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te,
che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente
al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come
quando siamo noi,
nient'altro che noi.
Mise lo zucchero nella tazza da cui usciva una leggera linea di vapore,
prodotta dal calore del liquido bianco.
-Cavoli, sono già passati tre anni…-
rifletté. -Cosa posso regalargli?-
Sorseggiò la sua bevanda, fino a terminarla, continuando a
pensare ad un possibile regalo da fare al proprio compagno per il loro
anniversario.
Poggiò la tazza nel lavandino e decise che avrebbe
continuato ad arrovellarsi dopo una doccia rilassante.
Tornò in camera per prendere la biancheria pulita e si
soffermò di nuovo sulla figura del dormiente, che ora si
trovava rannicchiato in mezzo al letto, probabilmente in cerca della
sua presenza.
Potrei perdermi guardandoti,
mentre stai dormendo,
col tuo corpo che
muovendosi
sembra stia cercando
anche nel sonno di
avvicinarsi a me,
quasi fosse impossibile
per te sentire altro che
noi,
nient'altro che noi.
Non seppe dire per quanto tempo rimase a fissarlo, solamente quando si
staccò dallo stipite della porta si rese effettivamente
conto di essersi imbambolato a guardarlo dormire. Arrossì
pesando al fatto che se Axel l’avesse visto in quello stato,
probabilmente con gli occhi persi e sognanti, lo avrebbe sicuramente
preso in giro per tutto il giorno.
Scosse la testa per darsi un’ulteriore svegliata e poi si
diresse verso il bagno e la sua tanto attesa doccia.
Non c'è niente al
mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te,
che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente
al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come
quando siamo noi,
nient'altro che noi.
Un forte e prepotente odore di caffé gli arrivò
al naso, risvegliando i suoi sensi.
Tastò con la mano alla sua destra, in cerca del corpo caldo
e attraente del suo compagno, ma avvertendo la sola consistenza del
materasso sotto le dita si decise ad aprire gli occhi ed a mettere
finalmente a fuoco il mondo attorno a sé.
Si mise seduto, grattandosi la nuca, e sbadigliando sonoramente diede
una veloce occhiata all’orologio del suo cellulare.
-Le nove…- costatò. -Che ci fa Demyx in piedi
alle nove? Di domenica poi…-
Ghignò maliziosamente all’idea di essere riuscito
ad avere le attenzioni del biondo.
-Peccato che poi sia crollato…- pensò, mettendo i
boxer neri. -Doveva essere davvero stanco e io l’ho torturato
lo stesso… Dovrò farmi perdonare con qualcosa di
speciale per l’anniversario…-
Preso dalle sue riflessioni, il rosso si diresse nella stanza accanto
alla ricerca del suo ragazzo per capire cosa stesse facendo: la casa
era fin troppo silenziosa.
Lo trovò rannicchiato sul divano, con una decina di fogli
appallottolati tutt’intorno, alcuni sistemati in ordine
dentro una cartelletta trasparente, e un blocco con le righe degli
spartiti in mano.
Poche volte lo aveva visto così concentrato e attento nel
fare qualcosa.
-Sicuramente sta scrivendo una nuova canzone…- dedusse,
avvicinandosi alle sue spalle in silenzio.
Tuttavia, il suo passo felpato non sfuggì alle orecchie fini
del musicista, che si voltò di scatto chiudendo il blocco.
-Ben svegliato.- disse con un sorriso.
-Buongiorno a te.- rispose il rosso, abbassandosi per posargli un bacio
sulle labbra. -Ti sei alzato presto… non hai sonno?-
Il biondo scosse il capo in segno di diniego. -Non riuscivo
più a dormire, così mi sono alzato, ho fatto
colazione e dopo una bella doccia mi sono messo qui.-
spiegò. -Se guardi nel termos c’è il
caffé…-
-L’hai preparato tu?- chiese.
-No, ho chiamato la vicina per farmi aiutare… Ovvio che
l’ho preparato io!- replicò l’altro con
uno sbuffo.
-Dai, non ti arrabbiare…- disse Axel, abbracciandolo da
dietro. -Stai scrivendo una nuova canzone?-
Il ragazzo dagli occhi acquamarina mostrò un sorriso pieno
di soddisfazione alla domanda. -Ho già scritto il testo e
adesso devo finire l’ultima parte dello spartito.-
-Posso dare un’occhiata?- domandò, allungando una
mano verso la cartelletta, che fu prontamente afferrata dalla mano
destra del biondo.
-No!-
Il rosso inarcò un sopracciglio alla reazione. -Ma che ti
prende? Di solito non ti fai problemi a chiedermi cosa penso dei tuoi
testi, perché…-
Demyx si girò all’istante verso il compagno,
prendendogli il viso tra le mani. -Scusami Axel… non volevo
risponderti con quel tono, ma questa canzone è
importante… Ti prometto che quando avrò finito lo
spartito sarai il primo a sentirla e scommetto che ti
piacerà!-
Le due paia d’iridi, così diverse, ma allo stesso
tempo simili, si fissarono, perdendosi le une nelle altre.
Lo sguardo smeraldino era attraversato da una forte corrente di
curiosità e sospetto, mentre nel mare degli occhi del
musicista vi era una smisurata sincerità con un sottofondo
d’innocenza, a cui il ragazzo più grande non
poté resistere.
-E va bene…- si arrese con un sospiro. -Ma voglio essere il
primo!-
-Sicuramente!-
***
Un grido di rabbia, degno di un cavaliere in piena guerra,
attirò la sua attenzione, distraendolo dal suo lavoro.
Alzò il capo e guardò in direzione del bagno,
togliendosi gli occhiali sottili dal naso e posandoli con leggerezza
sul tavolo.
Si trattenne dal ridere, quando giunto nella stanza da cui si era
levato l’urlo, vi trovò il proprio ragazzo ad
imprecare contro il suo riflesso e due ciuffi particolarmente ribelli
sulla fronte che non volevano obbedire alla severa imposizione del gel.
-Demyx, cosa stai combinando?-
-Sto perdendo la pazienza!- sbraitò l’altro.
-Questi dannati ciuffetti non vogliono saperne di stare su!-
Lo abbracciò da dietro, baciandogli il collo, per poi
guardarlo con le sue gemme smeraldine da dietro la spalla.
-Perché non li lasci così? Secondo me ti stanno
bene…- suggerì, ammirandolo dalla sua immagine
riflessa.
I jeans lasciavano vedere il bordo dei boxer grigi, mentre la maglia a
manica lunga dello stesso colore dei suoi occhi, gli fasciava la parte
superiore del corpo, mostrando il profilo dei pettorali.
-Tu dici?- domandò.
-Ti stanno benissimo.- mormorò, riprendendo a baciare la
pelle del collo che profumava di cocco, provocando una serie di brividi
alla schiena del compagno.
-Dai Axel, devo andare al lavoro…-
-Ma il lunedì i locali non sono chiusi?- protestò
il rosso.
-Quello dove lavoro io chiude la mattina e il pomeriggio, ma la sera
riapre lo sai…-
-Come so che se non esci subito arriverai in ritardo…-
rispose tranquillo l’altro, facendo mentalmente un conto alla
rovescia, cominciando dal tre.
Infatti, tre secondi dopo, il biondino saltò come una bomba
ad orologeria, precipitandosi in camera da letto per recuperare la
custodia della sua chitarra e la borsa con gli spartiti.
Lo bloccò sulla soglia, per baciarlo un’ultima
volta e per rubargli ancora qualche minuto.
-Axel, dai che faccio tardi!- urlò.
-Sei in anticipo di mezz’ora, mio piccolo
sbadato…- gli sussurrò all’orecchio,
prima di mostrargli il display del suo cellulare, che stava per
dimenticare sul mobile del bagno.
-Devi smetterla di farmi questi scherzi! Un giorno o l’altro
ci resto secco!-
-Ma no, ma no…- lo placò il rosso. -Ascoltami,
che ne dici se domani sera ce ne andiamo fuori a cena?-
Demyx si fermò all’istante, fissando gli occhi
dell’amante, come se avesse detto una bestialità.
-A cena?-
-Ti ricordi che giorno è domani, vero?- chiese, mentre
l’infido seme del dubbio cominciava a crescere nella sua
mente.
-Certo che mi ricordo, solo… ecco… mi hai colto
alla sprovvista…- balbettò, abbassando lo sguardo.
-Pensi che il tuo capo non ti dia il permesso di uscire prima?-
Il musicista parve rianimarsi a quella domanda e si apprestò
a dare una risposta negativa.
-No, no! Sono sicuro che se glielo chiedo non mi darà grane,
non preoccuparti…- disse. -Facciamo così, passa a
prendermi verso le nove, lo so che è tardi, ma prima non
posso uscire…-
-Va bene lo stesso, l’importante è riuscire a
passare la serata insieme.- rispose, dando un nuovo bacio al compagno,
che da casto divenne un passionale rincorrersi di lingue, alimentato
dai sospiri d’entrambi i ragazzi, che colmavano il piatto
silenzio dell’appartamento.
-Ora devo proprio andare…- sussurrò Demyx,
separandosi controvoglia dalle labbra dell’altro. -Non
aspettarmi alzato, mi raccomando.-
-Stai tranquillo, per quando torni avrò già
scaldato il letto.- rassicurò. -Buon lavoro, a
più tardi.-
-A più tardi.- lo salutò con la mano e
uscì, lasciando sulle iridi di Axel il ricordo indelebile
del suo sorriso luminoso come il sole.
***
Entrò nel locale, guardandosi in giro, mentre le dolci note
di una chitarra acustica iniziarono a danzargli nelle orecchie.
Avrebbe riconosciuto tra mille quel ritmo e quella melodia, sorrise e
andò verso il bancone per ordinare qualcosa di veloce,
nell’attesa che il suo ragazzo terminasse lo spettacolo.
Appoggiò il braccio sul piano di legno lucido e si
voltò verso il piccolo palcoscenico, su cui prendeva posto
il biondino, seduto su uno sgabello.
Le dita passavano veloci e leggere sulle corde tese dello strumento con
una sicurezza, che mai gli aveva visto in altri gesti. Le palpebre
chiuse nascondevano i suoi brillanti occhi acquamarina, incorniciati
dalle ciocche più lunghe che avevano ceduto sotto il peso di
alcune gocce di sudore, abbandonando la rigidità del gel.
Non c'è niente al
mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te,
che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente
al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come
quando siamo noi,
nient'altro che noi.
Rimase fisso a osservarlo, estraniandosi da tutto ciò che lo
circondava in quel momento, in cui si rese conto di essere
l’uomo più fortunato del creato per poter godere
di quel ragazzo anche mentre compiva altri gesti più
semplici, ma comunque affascinanti.
Fu la voce del barista dietro di lui a risvegliarlo dal suo stato di
trance e l’applauso generale che scoppiò pochi
istanti dopo.
Vide il suo compagno alzarsi e ringraziare per poi voltarsi nella sua
direzione e mostrare un sorriso enorme al suo indirizzo. Axel gli
rispose con un cenno del bicchiere, in segno di brindisi, da cui bevve
un lungo sorso della sua bevanda.
Demyx annuì, dopodiché tornò a sedersi
e avvicinò la bocca al microfono per annunciare il nuovo
pezzo.
-Spero che vi stiate divertendo!- esclamò, ricevendo
un’ovazione di assenso come risposta. -Benissimo! Siete belli
carichi per sentire l’ultimo pezzo della serata!-
Diverse affermazioni di scontento attraversarono la sala.
-Dai, non fate così!- riprese con il suo tono allegro.
-Questa è una serata speciale…-
proseguì. -Speciale come la persona cui è
dedicata questa canzone, che parla di ciò che mi ha fatto
innamorare… cose semplici, ma che al tempo stesso sono le
cose più belle che questo mondo mi abbia mai
dato…- disse, spostando lo sguardo verso il proprio ragazzo.
Il rosso era rimasto folgorato da quelle parole, tanto che il bicchiere
nella sua mano rischiava di scivolare a terra e infrangersi in mille
pezzi, come il silenzio che era tornato a posarsi tra le persone sedute
ai tavolini, insieme al serpente della curiosità, che si
muoveva sinuoso nelle loro menti, che si domandavano chi mai potesse
essere la persona speciale di cui il musicista parlava.
-Questa è per te… Axel.- sussurrò
infine, dando il via alla musica e alle prime parole di quella dedica,
che cantava di piccoli, ma al contempo importanti gesti. -Potrei stare ore e ore
qui…-
Spero che vi sia
piaciuta ^^ Lo so che non è il massimo, però
avevo voglia di scriverla e ci tenevo... Purtroppo in alcuni punti sono
venuta meno ai miei soliti standard, ma il problema è che
l'ho scritta a più riprese e non tutta insieme come sono
solita fare con le shot. Mi auguro comunque di non avervi deluso ^^
Alla prossima!
See ya!
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