Steve non è granché ai fornelli, il
suo più grande traguardo culinario è stato infilare qualche
pop-tarts nel tostapane senza bruciarle.
Ma gli ultimi tre mesi lo hanno reso
un esperto della ricetta palle tostate:
lasciare le palle a
rosolare a fuoco lento per un’intera estate;
spennellare di noia in
abbondanza;
aggiungere un pizzico di sale e
irritazione, dai soliti clienti idioti del Family Video che ancora
non hanno imparato a premere il tasto di riavvolgimento delle
videocassette;
servire con contorno di pena e
patetismo.
Ha aspettato così a lungo il ritorno
di Dustin, che l’attesa s’è trasformata in agonia.
E ora che è tornato, Steve cerca il
modo di fargli capire quanto troppo gli sia mancato – perché
esiste un limite, oltre il quale non è più mancanza, ma gli esperti
(gente della Rubrica del cuore di Vogue) lo chiamano
struggimento d’amore.
Eppure Dustin scantona ogni suo
sguardo, gli rifila risposte elusive e si stringe nelle spalle, con
l’entusiasmo esanime di un gamberetto in una pentola a vapore.
«Henderson, mi stai ignorando?»
La fiamma sotto al suo sedere si alza,
perché il gamberetto prende colore, un rosso vivo e sospetto.
«Io? Ignorare te? Pff, ma certo che
no. Che idee ridicole che ti vengono, Steve.»
«Aspetta un attimo» lo incalza Steve,
mani ai fianchi mentre si abbassa su di lui. «Non starai provando la
tattica d’abbordaggio che ti ho insegnato, con me?»
Il rosso diventa bordeaux;
Dustin boccheggia in versetti incomprensibili e Steve lo sente fin
nei polmoni: c’è odore di bruciato.
«Henderson, te l’ho insegnata affinché
conquistassi la ragazza che ti piace, non perché facessi incazzare
me!»
«Oppure potresti ammettere che mi hai
insegnato qualcosa di totalmente inutile…» borbotta il ragazzo e
questa volta sì, lo sguardo lo solleva, anche se sotto la visiera del
berretto rimane il cipiglio da bamboccio stizzito – l’età dice
quindici anni, ma l’altezza ed il suo volto ancora non si sono messi
in pari.
«Di che stai parlando? Certo che è
utile.»
«Lo è? Lo è, Steve? Guardami negli
occhi e rispondi sinceramente!»
Steve lo guarda negli occhi e spera di
saper leggere meglio di quanto non sappia cucinare, perché ci legge
un affetto infinito e una malizia ancora cucciola, ma che ha tutto
il tempo di farsi pericolosa e dargli filo da torcere. Alle volte
forse sono i mezzi a mancargli, ma Dustin Henderson sa sempre cosa vuole e in
cima alla lista c’è il nome di Steve.
Harrington
spera di non essere arrossito, ma il suo petto si riempie d’orgoglio
e il cuore pompa gioia ad ogni battito.
«Sì, Henderson, lo è. È una tattica
perfetta e dovresti costruire una statua d’oro al genio che te l’ha
suggerita, perché grazie a lui hai conquistato il ragazzo più bello
di Hawkins.»
«Da-davvero? Non mi stai prendendo per
il culo?» gli chiede a bocca spalancata.
«Certo che no. Ma la prossima volta
dimmelo e basta.»
«Ma se hai appena detto—»
«Henderson, taci. La tua bocca ora
appartiene a me e ti è permesso usarla solo per baciarmi.»
Dustin torna rosso come un gamberetto,
ma questa volta non rimane fermo a farsi lessare, getta le braccia
in alto, in un «Bada, bada, BOOM!» che quasi distrugge i timpani di
Steve, e le stringe infine al suo collo, baciandolo con un
entusiasmo umido e impacciato.
Contro la sua bocca, Steve sorride
prendendo le redini di quel bacio affamato – le cose da insegnare a
quel pivello sono appena aumentate. Una però l’ha imparata anche
lui: non importa quanta pena faccia in cucina, Dustin saprà sempre
come dare sapore alle sue giornate.
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