Epilogo
Aveva
dormito durante tutto il viaggio. Si era svegliata solamente quando
era stata depositata sul pavimento. Le ci volle del tempo per
realizzare quello che le era accaduto. Non si trovava più in
stanza
con Lucinda, ma in una stanzetta piccola e polverosa.
Dalla
finestra filtrava la luce della luna. La ragazza si alzò in
piedi e
si diresse verso la porta, cercando di uscire, ma ben presto
si
rese conto di esser chiusa là dentro.
Ancora
non aveva idea di dove si trovasse. Pensava di aver avuto un attacco
di sonnambulismo e di essersi rinchiusa nel locale scope del Centro
Pokémon. Pensava che, entro qualche ora, sarebbe stata
trovata e
tutto sarebbe andato per il meglio.
Per
questo decise di avvicinarsi alla finestra. Nella peggiore delle
ipotesi si aspettava che la finestra desse su un vicolo cieco. Quello
che vide, quando si affacciò, fu qualcosa di totalmente
inaspettato.
La
luce della luna si rifletteva sull'acqua. Non una pozzanghera. Un
fiume. Con quella poca luce era appena possibile scorgere la
terraferma. Di sicuro non poteva essere arrivata lì a
piedi,era
stata sicuramente portata lì da qualcuno. Era troppo
spaventata per
chiedersi chi potesse averlo fatto. Cercò di urlare, nella
vana
speranza che qualcuno potesse sentirla.
Ricevette
una risposta, ma non di certo quel tipo di risposta che voleva
ricevere. Una voce maschile a lei sconosciuta la minacciò.
-
Stai zitta o ti taglio la gola.
Le
ricerche della polizia non si stavano rivelando in alcun modo
fruttuose. Su quel dispositivo, non erano state trovate delle
impronte. Quindi la persona che l’aveva lanciato aveva preso
delle
precauzioni. Nemmeno le domande fatte alla guardia si erano rivelate
utili, sembrava che quell’uomo avesse fatto di tutto per
rendersi
irriconoscibile. L’ipotesi degli inquirenti era che
quell’uomo
avesse rapito la ragazza per poter catturare Celebi. Anche se nessuno
aveva fatto parola della sua presenza. All’infuori
dell’agente
Jenny, della guardia e dell’infermiera, nessuno poteva
saperlo. E
di certo nessuno di loro si sarebbe mai sognato di parlarne. Per cui,
l’unico modo per scoprire la notizia, era quella di usare
delle
microspie. Per questo motivo, la polizia decise di mettere
l’intera
area dedicata al pernottamento sotto sequestro, permettendo solo alla
parte medica di funzionare. Dopo averli perquisiti minuziosamente,
avevano permesso ai quattro di riprendersi tutti i loro effetti
personali.
Dopo
una colazione, offerta dalla polizia, i quattro vennero lasciati
liberi. A patto di stare lontani da quel Centro
Pokémon,
almeno fino alla fine delle indagini.
Di
nuovo in quattro, ben presto compresero che la scelta migliore era
quella di indagare per conto loro, temendo che la polizia facesse
l’ennesimo buco nell’acqua.
Decisero
di cercare degli indizi nella casa dove aveva abitato fino al giorno
dell’omicidio di suo padre. Spinti dall’ipotesi
partorita dalla
mente di Ash che vedeva sensato che il suo rapitore potesse averla
sequestrata per estorcerle informazioni sui segreti
dell’abitazione.
Appena
varcarono il cancello, una voce maschile gli intimò di
fermarsi.
Da
un pulmino nero, coi vetri oscurati uscirono due uomini, vestiti di
nero dalla testa i piedi. E erano armati.
-
Di nuovo loro.
Lucinda
lo disse sottovoce.
Tutti
e quattro avevano le mani alzate, in segno di resa.
-
Vedete di non fare scherzi. Cosa ci fate qui?
Serena
prese in mano la situazione.
-
Ieri avevamo visto un esemplare di Celebi e volevamo scattargli delle
foto.
-
Pensi che io sia uno sprovveduto? Lo so benissimo che siete stati voi
a scattare le foto a quella ragazzina ieri. E so anche che quel
ragazzo.
L’uomo
stava indicando Orlando.
-
Era un suo grande amico.
Vi
fu una pausa di silenzio, interrotta dal secondo uomo.
-
Avete tre scelte. O ve ne andate, non tornate più in questa
città e
fate finta di dimenticare tutto, o sarò costretto a fare
fuoco. Vi è
una terza alternativa. Ma non so quanto sia piacevole.
-
Vi unirete alle nostre indagini e ci direte tutto quello che sapete.
Terminò
la frase il suo collega.
I
quattro si guardarono negli occhi.
-
Ci uniremo a voi.
Il
tono di Lucinda era carico di responsabilità.
I
quattro vennero perquisiti dai due uomini, che non trovarono nulla.
-
C’è solo un problema. Non possiamo permetterci che
abbiate dei
Pokémon fuori dalle Pokéball.
Lucinda
si affrettò a richiamare il suo Piplup. E i due uomini si
aspettavano che Ash facesse lo stesso con il suo Pikachu.
-
Sapete, lui detesta stare dentro alla Pokéball. E poi, cosa
credete
che possa fare un piccolo Pikachu?
Il
Pikachu di Ash abbassò leggermente un orecchio. Avevano
capito
tutti.
I
quattro vennero condotti al pulmino. E costretti a indossare le
cinture. I due uomini si sedettero a bordo. Il pulmino
riuscì a
compiere pochi metri, prima che l’autista, colto da uno
strano
torpore, dovette interrompere la marcia.
Gli
altri due uomini tentarono inutilmente di svegliarlo.
-
Pikachu, approfittane, taglia le cinture con Codacciaio.
Il
Pikachu seguì l’ordine e, con dei colpi rapidi e
precisi tagliò
le cinture e liberò tutti. Saltarono fuori dal furgone,
usando la
porta, sfondata dal potente Focalcolpo di Darkrai, sperando che i due
uomini fossero troppo impegnati a svegliare il loro collega.
Piano
che riuscì solo parzialmente. Infatti i due uomini notarono
la loro
fuga e tentarono di inseguirli. Prima che venissero colpiti anche
loro dalla stessa sensazione, cadendo in un sonno profondo.
I
quattro decisero di approfittare della situazione. Sarebbero stati
quei tre uomini a dar loro le informazioni.
Dopo
del tempo uno dei tre si svegliò. E si accorse di essere
stato
legato, insieme ai suoi colleghi. Erano circondati e tenuti sotto
tiro.
Davanti
a lui non solo quei quattro ragazzi, ma anche un Darkrai, un
Mamoswine, due Lucario e un Pokémon che mai aveva visto
prima,
ricordava una sorta di ballerina, ma la sua posa ricordava piuttosto
una qualche arte marziale.
Sopra
di lui un possente Metagross shiny.
Poco
dopo si svegliarono anche gli altri due.
Erano
ancora storditi. E non si resero subito conto che non avevano
più il
coltello dalla parte del manico.
-
A quanto pare non dovevamo fidarci di voi.
Darkrai
stava iniziando a caricare un Focalcolpo.
-
Darkrai, aspetta.
Lo
fermò Ash.
-
Se li uccidi, non potranno confessare nulla.
Il
Pokémon Neropesto fermò il suo attacco.
-
Ora siete voi in trappola
Commentò
Lucinda.
-
E ora ditemi, che fine avete fatto fare a Taelia?
-
Ti giuro che non sappiamo di chi parli.
-
Mamoswine?
Il
bestione iniziò a caricare un potentissimo riduttore. Come
minimo i
tre si sarebbero ritrovati con svariate ossa rotte.
-
E va bene. Questa volta hai vinto te.
-
Mamoswine, puoi fermarti.
Il
bestione si fermò poco prima di colpirli.
-
Voi avete attivato il sistema costruito dal padre di Taelia. E
pensavamo lavoraste per Graziano, detto il Mago.
Dovete
sapere che è uno dei più influenti e pericolosi
boss della mafia.
È
ricercato per un enorme numero di reati, tra associazione a
delinquere di stampo mafioso, omicidi, sequestri di persona, spaccio
di droga, strozzinaggio. E, il padre di Taelia ha realizzato i suoi
progetti usando i suoi soldi.
Naturalmente
non si è messo direttamente in contatto con lui, ma li ha
avuti
tramite un intermediario. Che si occupava di passare i soldi.
Dopo la morte di Sebastian, le autorità, tracciando le sue
lettere e
facendo delle perizie grafiche, sono state in grado di scovarlo e
arrestarlo. Il collaboratore si è rifiutato di fornire delle
informazioni sul suo ex capo. Anche perché non gli avevano
offerto
nulla in cambio. Né protezione né sconti di pena
o altro.
-
Non starai davvero confessando tutto a quelli?
-
Metagross?
Ora
i tre rischiavano di essere schiacciati dall’enorme peso del
Metagross del ragazzo.
-
Abbiamo altra scelta?
-
Poi, quando siamo venuti a sapere del rapimento di Taelia, abbiamo
capito che voi non avete a che fare con lui e che eravate solo una
delle forze in campo.
-
Ok, ma chi era l’intermediario?
I
tre stavano ancora rischiando di farsi pressare dall’enorme
massa
di Metagross.
-
Gualtiero Scoperse.
-
Basta così.
-
E così è tuo zio collaborava con la mafia?
-
Si, ma lo hanno arrestato, e ora sta scontando la sua pena.
-
Non esattamente.
Uno
dei tre uomini rispose a Orlando, scatenando la curiosità di
tutti.
-
Ora è sotto la nostra protezione ed è solo grazie
a lui se siamo
arrivati fino a qui. Gli abbiamo promesso che, se avesse collaborato,
e fossimo stati in grado di arrestare Graziano, sarebbe stato libero.
-
Tutto torna, ma ditemi. Chi ha ucciso Sebastian?
-
Non siamo tenuti a dirvelo.
-
Quindi lo sapete?
Il
tono di Lucinda era arrabbiato.
Intanto
Darkrai stava caricando di nuovo un potente Focalcolpo e i due
Lucario, dei Forzasfera.
-
E va bene. Ma risparmiateci la vita.
-
Vedete, il signor Sebastian lavorava a un progetto della massima
segretezza, ma, se siete arrivati fino a casa sua, avete avuto a che
fare con sua figlia e con i suoi progetti, immagino non sia una
novità.
Il
progetto era stato creato da una collaborazione tra le regioni di
Unima e Kalos, e doveva impiegare la crème de la
crème
degli
studiosi delle due regioni. Principalmente membri dei reparti ricerca
e sviluppo di alcune delle aziende più importanti.
Per
ragioni di sicurezza tutto il complesso era sorvegliato da un ampio
contingente militare.
Sebastian
riuscì a fuggire proprio grazie a uno dei militari. Qualche
tempo
dopo la sua fuga, anche l’attuale boss, Graziano,
fuggì, proprio
con la moglie di Sebastian.
E
oggi non sappiamo che fine abbia fatto quella donna.
Dopo
diversi anni, Sebastian, grazie ai soldi di Graziano, riuscì
a
ricreare questo sistema.
I
suoi datori di lavoro gli intimarono di smettere e di consegnare
tutto quello a cui aveva lavorato.
-
Lui non lo fece e i vostri colleghi lo uccisero.
Serena
terminò la frase prima che l’uomo potesse finire,
dandogli
non poco fastidio..
-
Si, ma quindi, ora ci liberate o no?
-
Cosa ci garantisce che voi non ci facciate fare la sua stessa fine?
-
Lavoriamo per il governo. Dobbiamo rendere conto ai nostri superiori
di qualsiasi cosa facciamo. Non possiamo uccidere persone a caso.
-
Avete altro da dire?
I
tre erano consapevoli di essere ancora sotto attacco. E di essere
stati disarmati.
-
Gli uomini di Graziano hanno occupato l’edificio dove
Sebastian
svolgeva i suoi esperimenti. Per cui è molto pericoloso
andarci.
Presto arriveranno i rinforzi, non fate nulla fino ad allora.
Rischiereste troppo.
Intanto
Graziano era stato condotto dal suo uomo lungo la scalinata e verso
il montacarichi.
Nessuno
dei due parlò. L’uomo sapeva che stupire il suo
capo non era
affatto facile. Tuttavia pensava che quello che avrebbe visto,
sarebbe stato sufficiente.
Dopo
la lenta discesa e la consueta digitazione del codice, la porta si
aprì nella stanza della centrale di comando.
Il
mafioso, quasi istintivamente, si sedette nella poltrona, venendo
trasportato anche lui verso il monitor.
Poté
anche lui visualizzare i dati e rendersi conto del fatto che senza le
necessarie autorizzazioni, sarebbe stato impossibile poter
controllare i Pokémon.
-
Mi hai detto che avevi la soluzione al problema. Me la mostreresti?
-
Agli ordini.
L’uomo
abbandonò la stanza, lasciando il suo capo da solo.
Percorse
rapidamente la distanza che lo separava dalla stanza dove aveva
rinchiuso la sua prigioniera. Aprì la porta e
trovò la ragazza,
seduta sul pavimento. Era chiaramente impaurita.
-
Vieni con me. Ti prometto che non ti farò del male, sempre
che tu
decida di collaborare, ovvio.
La
ragazza stette in silenzio. Non aveva modo di difendersi.
Venne
condotta dall’uomo fino al suo capo.
-
Mi hanno detto che per sbloccare il pieno potenziale di questo
macchinario ci sia bisogno di un permesso speciale.
E
so che tu sei la figlia di Sebastian.
Concedimi
quell’autorizzazione e tutto andrà bene.
-
Non so di cosa sta parlando.
-
O me la concedi con le buone o sarò costretto a diventare
cattivo.
Sai? Ho ucciso più di ventimila persone.
Ma
non credo che ti interessi. Piuttosto potrebbe interessarti questo.
Lo
scagnozzo del boss aveva in mano un tablet che mostrava un video di
un esemplare di Celebi che veniva torturato da scariche elettriche.
-
O confessi o gli faremo di molto, molto peggio.
Il
mafioso pensava che questo potesse in qualche modo convincere la
ragazza a confessare, ma questa rimase impassibile. Anzi.
Giocherellava con il pendente che aveva al collo.
-
Lo immaginavo, è più furba di quanto
pensassi.
-
Non esattamente.
Commentò
lo scagnozzo.
-
Non sei arrivata con Celebi, vero?
Intanto
la segretaria del mafioso ebbe un sussulto. Si ricompose prima che il
suo capo potesse notare qualcosa. Aveva sentito una sensazione che
non provava da tempo.
La
ragazzina fece scena muta.
-
Forse tu sai essere più convincente.
Il
mafioso si riferiva alla sua segretaria.
Lo
scagnozzo condusse le due in una delle tante stanze inutilizzate
dell’edificio. E ordinò a due suoi sottoposti di
fare la guardia.
Sia mai che avessero tentato di fuggire.
Una
volta chiuse nella stanza, le due restarono a lungo in
silenzio.
Erano
sedute una di fronte all’altra. E si stavano guardando negli
occhi.
Sapevano benissimo che prima o poi l’uomo sarebbe entrato e
avrebbe
preteso risposte.
La
ragazzina giocherellava ancora con il pendente. Lo usava quasi come
se fosse un antistress.
Vedendola
giocherellare, la donna decise di rompere il ghiaccio facendo una
domanda.
-
Immagino che tu tenga molto a quel pendente.
-
Si, è il solo ricordo che ho di mia mamma. Lei e mio babbo
se li
regalarono e scambiarono poco prima che il destino gli costringesse a
separarsi. Mi ha detto che schiacciandolo in un punto particolare
avrei potuto sentirla vicina a me.
-
Sai, io ho un pendente simile, me lo ha regalati il mio capo.
Vi
fu una lunga pausa di silenzio.
Devi
essere tesa, immagino. Io sono qui per aiutarti. Mi chiamo Samuela,
te, invece, come ti chiami?
-
Taelia.
Rispose
la ragazzina, sottovoce.
-
Dopo quello che ti è successo, lo posso immaginare. A me
puoi dirlo,
ti prometto che non ne farò parola con nessuno. Sei stata
portata da
Celebi?
-
No.
Lei
rispose sottovoce.
-
E come sei arrivata qui?
-
Una delle invenzioni di mio padre. Permetteva di trasportare le
persone da una parte all’altra del mondo. Ma qualcosa
andò storto.
E rimasi bloccata lì dentro per anni. Fino a quando non mi
trovarono.
-
Chi?
-
Dei ragazzi che sono venuti a conoscenza della mia storia mia e di
mio padre.
-
La tua storia?
La
donna era piuttosto incuriosita.
-
Mio padre ha lavorato a un progetto di massima sicurezza. Insieme a
tanti altri scienziati. Tra cui una ex collega di lavoro con cui si
frequentava da prima del progetto. Durante quel progetto decisero di
ufficializzare il loro legame e, il resto lo puoi immaginare.
Mio
padre diceva sempre che avevo gli stessi capelli e gli occhi di mia
mamma.
La
donna rimase in silenzio, ma la sua espressione era più cupa.
Taelia
continuò.
-
A un certo punto del progetto, quando avevo tre anni, grazie
all’aiuto di una donna chiamata Suzanne, mio padre
riuscì a
fuggire, e mi portò con lui.
Promise
a mia mamma che si sarebbero rivisti presto. Non immaginavamo di
certo che da allora non ci saremmo più visti.
-
Una storia davvero triste.
-
Da allora ci trasferimmo di città in città, di
regione in regione,
fino a quando non arrivammo qui a Ferropoli. Qui, mi hanno raccontato
di come quando, se ne andava di casa con delle scuse, in
realtà
lavorava a quel progetto. E lasciava Darkrai a proteggermi.
Intanto
i quattro avevano abbandonato i quattro uomini davanti alla villa e
si stavano dirigendo alla fabbrica. Nonostante l’avvertimento
di
quegli uomini.
E
già uscendo dal passaggio, tutti e quattro notarono come il
muro che
impediva l’accesso dal ponte, era stato abbattuto.
Capendo
che gli uomini in ero non avevano detto una bugia, compresero che la
scelta più saggia fosse quella di tornare sulla terraferma.
La
fabbrica era stata occupata.
Probabilmente
dai sottoposti di Graziano.
Essendo
in palese inferiorità numerica, attaccare senza un piano non
era
un’opzione. Pertanto era meglio rifletterci su.
Avevano
raggiunto un parchetto lì vicino e si erano seduti in una
panchina,
isolata da tutte le altre, uno dei luoghi più adatti dove
discutere
un piano d’azione.
-
E adesso che facciamo?
Ash
prese l’iniziativa. Le loro ricerche nella sua ex abitazione
si
erano rivelate infruttuose, non avevano trovato Taelia da nessuna
parte, si erano diretti alla vecchia fabbrica come ultima spiaggia.
Dopotutto suo padre aveva lavorato al suo progetto in
quell’edificio,
quindi era probabile che i suoi rapitori pensassero che lei potesse
fornire informazioni utili.
-
Non possiamo mandare in avanscoperta i nostri Pokémon.
Verrebbero
attaccati da quei dispositivi.
A
Lucinda rispose Serena.
-
Vero, i vostri Pokémon verrebbero attaccati da quei
dispositivi, ma…
Darkrai
e Meloetta no.
Serena
ricevette i complimenti da tutti.
-
Dentro la vecchia fabbrica c’era una gigantesca colonia di
Zubat e
Golbat.
E,
se ricordate non venivano attaccati in alcun modo dai dispositivi,
sono selvatici.
Darkrai
e Meloetta non sono stati catturati da nessuno, per questo dovrebbero
essere al sicuro.
Se,
ovviamente vogliono aiutarci.
Entrambi
i Pokémon fecero segno di approvazione.
-
L’idea è semplice. Abbiamo paura che Taelia sia
stata rinchiusa da
qualche parte. E gli scagnozzi di quell’uomo sono molto
pericolosi.
Alla prima minaccia, tornate indietro. Non dovete rischiare.
I
due Pokémon avevano capito, e si erano diretti
all’edificio.
Meloetta si occupò di controllare la parte destra
dell’edificio,
Darkrai, quella sinistra.
Guardarono
in quasi tutte le finestre, non trovando nulla. Stavano per
arrendersi, quando, finalmente in una delle stanzette, finalmente
Meloetta la vide. Non era sola, ma accompagnata da una donna che
aveva i capelli e gli occhi dello stesso colore.
Taelia,
vedendola, le fece l’occhiolino, come segno di averla
riconosciuta.
Poi fece cenno di no con la testa.
Un
cenno ambiguo.
I
due Pokémon tornarono indietro.
Darkrai
fece da interprete, spiegando quanto visto da Meloetta.
-
L’abbiamo trovata, è in una delle stanze in fondo
alla fabbrica. E
con lei c’era una donna.
-
Sembrava pericolosa?
La
domanda di Ash era legittima.
-
No. Stavano semplicemente parlando. E la donna non sembrava
pericolosa. Ma non si sa che cosa volesse.
Ha
fatto segno di no con la testa, ma non sappiamo cosa intendesse.
-
Magari intendeva che con lei non era in pericolo?
Ipotizzò
Serena.
-
Potrebbe essere.
Le
fece eco Ash.
-
Ma allora cosa stavano facendo?
Si
chiese Lucinda, anche se non ricevette alcuna risposta.
-
Quindi cosa facciamo? Aspettiamo i rinforzi o iniziamo?
-
Ash! Come sei precipitoso!
Lo
rimproverò Lucinda.
Intanto
la donna aveva abbandonato la ragazza, lasciandola sola in quella
stanza, lasciando le guardie stupite. Voleva parlare con il suo capo,
o con qualcuno di importante.
Per
sua fortuna trovò lo scagnozzo di Graziano che era impegnato
a
fumare una sigaretta.
-
Allora?
Le
chiese l’uomo.
-
Non ho ottenuto molto, ma probabile credo di aver scoperto qual
è la
chiave.
-
E sarebbe?
-
Il suo pendente. Ho scoperto che ha un dispositivo elettronico al suo
interno. Per questo penso che potrebbe trattarsi della chiave.
-
E allora?
-
E allora dobbiamo trovare il modo di prenderlo. Ma non me la sono
sentita di farlo. Ci tiene tantissimo. Le hanno tolto tutto. Quel
pendente è la sola cosa che le rimane della sua famiglia.
-
Non serve che ti ricordi per chi lavori?
-
No. Ma vedi… guardandola negli occhi… parlando
con lei… ho
avuto una sensazione che fatico a descrivere.
L’uomo
fece un lungo tiro.
-
E quindi? Ti è stato chiesto di parlarci perché
pensavamo che la
gentilezza fosse il modo migliore per ottenere informazioni.
La
donna ebbe come un brivido.
Infilò
la mano nella tasca e raccolse il suo pendente. Stava vibrando.
-
Com’è possibile?
Commentò.
L’uomo
guardò la donna, che non era riuscita a trattenere il suo
stupore.
-
Che ti prende?
-
Niente, non importa. Non ti preoccupare, è tutto apposto.
L’uomo
buttò per terra la sigaretta prima di finirla e
accompagnò la donna
fino alla stanza del capo.
Il
mafioso la accolse in modo scocciato. A lui importava solo una cosa.
-
E la chiave?
-
Il suo pendente. Non me la sono sentita di toglierglielo.
-
E quindi? Pensi che me ne possa interessare del fatto che tu non te
la senta? Con la gentilezza non si ottiene nulla! E soprattutto tu
non hai motivo per proteggerla. Lei non ti paga lo stipendio! Mi
costringi a usare le maniere forti.
La
donna si allontanò, lasciando il mafioso solo con il suo
scagnozzo.
Lei
non se la sentiva di togliere a quella ragazza la sola cosa che
rimaneva della sua famiglia.
Appena
il mafioso vide la porta chiudersi e sentì il rumore del
montacarichi salire, decise di agire. Lui sapeva la verità
su quel
pendente, ma non doveva dirlo alla donna. Aveva paura delle
conseguenze che ciò avrebbe portato.
-
Senti,
vai da lei, usa il tuo sonnifero e scambia i due pendenti. Non si
accorgerà di nulla e noi potremo procedere.
-
Agli ordini.
L’uomo
prese il montacarichi e raggiunse la donna, che, nel frattempo si
stava dirigendo nella stanza dove Taelia era stata rinchiusa.
La
raggiunse accelerando di molto il suo passo e le si parò
davanti.
-
Che
intenzioni hai? Pensi di essere in grado di convincerla? Non ci sei
riuscita prima, non vedo perché tu ci debba riuscire ora.
Lascia che
ci pensi io. Ho solo bisogno del tuo pendente.
La
donna non disse nulla. Ma non fece nemmeno nulla per fermarlo. Si
limitò a consegnargli il suo pendente.
L’uomo,
che nel frattempo aveva indossato una mascherina,
aprì
lentamente la porta della stanzetta e lanciò una boccetta di
sonnifero, che, in pochi istanti fece il suo effetto.
Si
avvicinò alla ragazza e le tolse il pendente, per poi
sostituirlo
con quello della donna.
La
ragazza non si sarebbe accorta dello scambio.
L’uomo,
dopo lo scambio, tornò dal suo capo, con aria trionfale.
Aveva in
mano il pendente, quello che per lui era chiave. Non poteva essere
sicuro della sua tesi al cento per cento fino alla prova dei fatti.
Lo
scagnozzo consegnò il pendente al suo capo.
Quest’
ultimo, che da un po' stava armeggiando con i controlli, era
già
arrivato alla schermata con le impostazioni di controllo.
Ricevuto
in mano il pendente, decise e decise di appoggialo su una sorta di
incavo presente sulla tastiera.
Un
segnale acustico indicò che l’ipotesi era corretta.
Ora
poteva controllare i Pokémon come voleva. Aveva sia la
centrale di
controllo che la Pokéball. E nessuno avrebbe potuto
impedirglielo.
Aveva
nelle mani un potere enorme e poteva sfruttarlo per piegare chiunque
al suo volere.
Per
prima cosa voleva assicurarsi che tutto funzionasse come doveva e che
non si trattasse di una truffa.
Richiamò
quindi uno dei Pokémon presenti nella schermata.
I
quattro avevano notato un esemplare di Scizor, intento a volare in
direzione della fabbrica.
Lucinda
lo notò e si accorse anche di un dettaglio non di poco conto.
-
L’avete visto?
La
ragazza stava indicando l’esemplare di Scizor che stava
volando
verso la fabbrica.
-
Normalmente dovrebbe avere gli occhi gialli. E invece sono
rossi…
che… no, non ditemelo!
-
Cosa?
-
Che, mentre aspettavamo quei tizi, quell’uomo abbia trovato
il modo
di usare quel sistema. Sappiamo che Taelia si trova dentro quella
fabbrica. E non sappiamo cosa le abbiano fatto.
-
E allora cosa facciamo?
La
domanda di Serena era perfettamente legittima.
-
Andiamo?
Chiese
Ash.
-
Prima dobbiamo decidere come agire.
Gli
rispose Lucinda.
-
Come volete agire? Quel pazzo potrebbe prendere il controllo di tutti
i Pokémon del mondo, compresi i nostri, e tu pensi a
pianificare?
-
Lucinda ha ragione.
Lo
rimproverò la sua ragazza.
-
Proprio perché è pericoloso, dobbiamo pianificare
per bene le
nostre azioni. Non possiamo permetterci errori di alcun tipo.
Serena
prese il suo telefono e aprì l’applicazione per le
mappe e cercò
la città di Ferropoli. Non ci volle molto
affinché la città
comparisse. Alla ragazza non ci volle molto per individuare la
fabbrica. Era sull’isolotto in mezzo al fiume che divideva la
città. Era possibile notare il ponte, ancora interrotto dal
muro e
degli strani dispositivi sul tetto dell’edificio.
-
Vedete quei dispositivi sul tetto? Probabilmente è da
lì che
attaccano i Pokémon degli allenatori che si librano in volo.
Ma non
si capisce molto.
Indicò
poi la parte in fondo a destra dell’edificio, quella dove,
stando a
Meloetta, Taelia era stata rinchiusa.
-
Taelia si trova lì da qualche parte.
Spiegò
Serena.
-
E come facciamo a salvarla?
Le
chiese Lucinda.
-
Non possiamo sorvolare la fabbrica con i nostri Pokémon,
verrebbero
attaccati. A meno che i dispositivi non vengano distrutti, ovvio.
-
Non ti preoccupare di questo.
Era
Darkrai.
-
Credo di poterli distruggere.
-
Non metterti in pericolo.
Gli
rispose Ash.
-
Farò attenzione. Ci sono stato poco fa, non credo che la
situazione
sia cambiata.
Darkrai
decise di dirigersi verso il tetto dell’edificio. E vide da
vicino
quegli strani dispositivi. Erano dei cannoni che sparavano raggi di
energia. Per come erano studiati, erano in grado di ferire gravemente
qualsiasi Pokémon.
Ad
ogni modo non poteva riflettere troppo sulla loro costruzione o sul
loro funzionamento, il suo unico compito era quello di distruggerli,
dopotutto. Colpendo il primo con un potente Focalcolpo, si rese conto
di come fossero tanto pericolosi quanto fragili, infatti, il
dispositivo esplose e creò nuvola di fumo nero e diverse
scintille.
Il gran fracasso causato dall’esplosione allertò
alcune guardie
che si trovavano nei piani superiori.
Pensavano
che qualcuno stesse tentando di bombardare l’edificio e che
avesse
lanciato dei colpi di avvertimento.
Per
questo si precipitarono sul tetto dell’edificio. E
videro
Darkrai intento a distruggere quei dispositivi.
Sapevano
che Darkrai era un alleato dei loro nemici, per cui decisero di
attaccarlo alle spalle. Secondo loro era troppo occupato a
distruggere quei dispositivi, per poter prestare attenzione a quello
che accadeva intorno a lui.
Si
sbagliarono clamorosamente.
Le
guardie mandarono contro Darkrai i loro Houndoom, e avevano ordinato
loro di attaccare Darkrai con Lanciafiamme.
Ma,
prima che riuscissero ad attaccare, vennero addormentati da
Vuototetro, e, allo stesso modo, i loro padroni. Almeno non avrebbero
chiamato ulteriori rinforzi, causando un’ulteriore perdita di
tempo.
In
breve tempo, Darkrai distrusse i dispositivi restanti, senza che
nessun altro lo disturbasse. Al suo ritorno avevano avuto la
conferma che l’area era sicura e quindi potevano salvare
Taelia.
Orlando
e Ash, grazie all’aiuto dei loro Metagross e Dragonite, e
alla
guida di Meloetta, giunsero di fronte alla stanza dove era tenuta
prigioniera Taelia.
E
in effetti la trovarono, stesa sul pavimento. Pensarono al peggio, ma
quando la videro muoversi, capirono che era semplicemente
addormentata.
Grazie
a Darkrai, avevano scoperto come nell’edificio vi fossero
diverse
guardie, al soldo del mafioso, per cui, per evitare spiacevoli
incontri, avrebbero dovuto agire rapidamente.
Intanto,
con un potentissimo Iper raggio, la Dragonite di Ash aveva creato una
breccia nella parete dell’edificio, permettendo a Orlando di
trarre
in salvo Taelia.
O
almeno questa era l’idea originale, il grande rumore
allertò le
due guardie incaricate di assicurarsi che Taelia non fuggisse.
Uno
dei due sfondò la porta con un potente calcio, trovando la
parete
sfondata e un ragazzo che non conosceva tenere Taelia in braccio.
I
due uomini puntavano contro il ragazzo delle pistole.
-
Lascia stare la ragazza o sparo.
-
Metagross, Cozzata Zen.
I
due uomini vennero spediti contro la parete dal possente
Pokémon
ferrato.
Il
colpo fu sufficientemente forte da far perder loro i sensi. Almeno
non avrebbero chiamato subito i loro
compagni.
Per
evitare incidenti durante il viaggio, la ragazza era stata affidata
alle potenti braccia della Dragonite di Ash.
Tutto
andò per il meglio.
Tornati
indietro, dovettero aspettare che la ragazza si svegliasse, prima di
poterle chiedere cosa le avessero fatto.
Intanto
l’esemplare di Scizor era giunto dinanzi al mafioso, in
attesa di
istruzioni.
Istruzioni
che non tardarono ad arrivare. Sia pure semplici. Voleva fare un
piccolo esperimento.
Lasciò
la postazione sotto la sorveglianza delle guardie e, insieme
all’esemplare di Scizor, aveva raggiunto il piano terra.
Aveva con
sé la Pokéball speciale, che ora che era
collegata al sistema, non
smetteva di lampeggiare. Come a indicare che non tutto funzionasse
ancora al massimo potenziale.
Lo
Scizor controllato dal mafioso si trovava contro un Mightyena d'uno
dei suoi numerosi scagnozzi.
-
Vai,
attacca con…
Il
malavitoso non dovette terminare la frase che immediatamente lo
Scizor attaccò con un potente Forbice X, che
mandò immediatamente
al tappeto il Mightyena avversario.
Lasciando
sorpreso il mafioso. Non tanto per la potenza dell’attacco,
quanto
per il fatto che, contrariamente a quanto sapeva, non poteva
controllare Pokémon catturati da altri allenatori.
Tutti
notarono come fosse arrabbiato.
-
Ma
non è possibile, eppure avrei dovuto controllare pure
Mightyena!
Commentò.
-
Magari
per farlo sono necessarie ulteriori autorizzazioni, Arnes era un tipo
previdente. Non dobbiamo dimenticarlo.
-
E di che tipo?
-
Sappiamo che il pendente che indossava sua figlia era la prima
chiave. Mi chiedo quale sia la seconda.
Finalmente
Taelia si era svegliata.
Ed
era pronta a raccontare quello che le era successo. O almeno quello
che ricordava.
-
Premetto
che non ricordo tutto. Mi sono svegliata in quello che credevo fosse
il locale scope del Centro Pokémon. Solo dopo mi sono resa
conto del
fatto che si trattasse di una delle stanze di quella fabbrica.
Dopo
un uomo mi ha fatto raggiungere la stanza dove c’era la
plancia di
comando. Ai comandi era seduto un uomo che non conosco, ma sembrava
essere piuttosto importante.
Mi
ha chiesto una chiave, ma io non sapevo cosa volesse da me.
Un
altra guardia mi condusse, in una stanza. Una stanza diversa da
quella in cui mi trovavo prima, e mi fece restare lì con una
donna,
che voleva parlare con me.
Lucinda
la interrupe.
-
Immagino che in quel momento tu abbia visto Meloetta dalla finestra.
-
Esatto. E le ho fatto segno di no perché in quel momento non
ero in
pericolo. Quella donna è stata molto gentile con me, mi ha
chiesto
del pendente e di tutta la mia storia.
E
sapete che coincidenza? Lei ne aveva uno uguale al mio. Io le ho
raccontato di come i miei se lo fossero scambiati quando, per degli
eventi che non dipendevano da loro, dovettero separarsi. Lei mi
raccontò che il suo era un regalo del suo capo. Dopo quella
chiacchierata la donna se ne andò e rimasi sola per qualche
tempo.
Quindi l’uomo che mi aveva accompagnata aprì la
porta e lanciò
una bomboletta per terra. Da allora non ricordo nulla. Se non che mi
sono svegliata qui, con voi.
Erano
tutti stupiti, soprattutto Ash.
Lui
conosceva la storia della famiglia di Sebastian e sapeva che i
genitori di Taelia si erano scambiati i pendenti. Ma, al
contempo,
non voleva dare false speranze alla ragazza. Dopo tutto quello che
aveva dovuto passare.
-
Voi
avete delle novità?
-
Non molte.
Le
rispose Serena.
-
Mentre
ti stavamo cercando, abbiamo incontrato delle persone vestite di nero
che conoscevano tuo padre e ci hanno raccontato la sua storia dal
loro punto di vista.
Grazie
a loro abbiamo scoperto che Graziano, il boss della mafia, ha rapito
tua madre. Ma non hanno saputo dirci dove si trovi ora. Hanno anche
detto che presto arriveranno dei rinforzi. Sono passate delle ore e
non abbiamo ancora visto nulla.
E
dobbiamo decidere come agire.
-
Hai
detto che Graziano ha rapito mia madre? E se…
-
E se?
Le
chiese Lucinda.
-
No,
niente.
Intanto
mentre il mafioso si stava riposando, i suoi scagnozzi erano alla
ricerca di possibili soluzioni al problema. Avevano provato di tutto,
menu, sottomenu, opzioni di protezione e via discorrendo, il tutto
senza successo. Sembrava che mancasse
un'ulteriore
autorizzazione e non avevano idea di come ottenerla.
La
persona che era stata incaricata di verificare possibili soluzioni
non aveva alcuna idea dello scambio del pendente, per cui rimase
sorpresa quando questo iniziò a vibrare. Per questo
avvertì un suo
superiore, che fece giungere sul posto la segretaria del boss.
La
donna, contrariamente a lui, sapeva dello scambio. E, vedendo il
pendente vibrare, si stupì. Quel pendente non era il suo, ma
era
quello della ragazza. E lei conosceva la storia di quel pendente. Si
chiese tra sé e sé come fosse possibile
una cosa del genere.
Si ricordava che anche il suo pendente vibrava. Questo voleva dire
solo una cosa. La donna si sedette in un angolo della stanza. E si
fece più piccola possibile, come a isolarsi.
Aveva
una sola domanda: Chi sono?
La
prima risposta, la sua certezza, era quella di essere Samuela, la
segretaria di Graziano. Tuttavia, scavando nei suoi ricordi si
accorse che qualcosa non andava. I suoi ricordi si fermavano a
qualche anno prima. A quando le era stato dato quel ruolo. Prima
aveva come un vuoto che non si sapeva spiegare.
Intanto
il mafioso era tornato nella stanza, per chiedere al suo sottoposto
se avesse trovato delle ulteriori informazioni riguardo la chiave.
Prima di farlo, però, notò la sua segretaria in
quella posizione
così anomala.
-
Che
ti prende? Perchè mai dovresti essere triste?
Siamo a un passo
dal attivare un’arma che permetterebbe di conquistare il
mondo…
che ti affligge?
-
Niente.
La
donna rispose laconicamente.
-
Non
è possibile che tu non abbia nulla. Dovresti essere a lavoro
e sei
buttata in un angolo.
-
Dimmi chi sono.
-
Come?
-
Dimmi chi sono.
-
Ma stai dando di matto?
L’uomo
si stava sforzando di nascondere qualcosa.
-
Sei
Samuela, la mia segretaria. Lavori per me da anni.
-
Questo lo so. Ma prima di lavorare…
-
Non è importante. Non mi è mai interessato. Non
capisco perché te
lo stia chiedendo. Poi, proprio oggi, a così tanti anni di
distanza?
No, davvero.
-
Se non me lo vuoi dire, lo scoprirò da sola, costi quel che
costi.
L’uomo
non le rispose. Aveva paura di quello che sarebbe successo se la
donna avesse scoperto la verità, dopo tutto
l’impegno per arrivare
fino a lì, sarebbe stato un disastro.
Intanto
l’uomo che era alla postazione, aveva ceduto il posto al
capo.
-
Non
siamo venuti a capo del problema, ma abbiamo delle idee. Una prima
soluzione è che la seconda chiave sia la scansione della sua
iride.
Abbiamo trovato una serie di impostazioni nascoste che ne
permettono l’attivazione… ma è una
soluzione impraticabile.
Sebastian è morto.
E
poi un’altra idea. Ma sembra meno probabile.
-
Non importa. Ci proveremo lo stesso.
-
Pensiamo che oltre alla scansione dell’iride abbia aggiunto
un
sistema di emergenza, per permettere anche la seconda chiave di
usarlo, in casi come questo.
-
Seconda chiave?
-
Esattamente. Ma non abbiamo idea di cosa possa trattarsi, o se sia
possibile ottenerla. Abbiamo pensato al pendente di sua moglie,
essendo la sola persona di cui si è sempre fidato, ma anche
lei
risulta scomparsa.
Il
malavitoso fece segno al suo sottoposto di seguirlo, fino al piano
superiore. Non voleva che quello che gli avrebbe detto potesse essere
udito da orecchie indiscrete.
Appena
i due si trovarono in un luogo sufficientemente isolato, il
malavitoso si rivolse al suo sottoposto.
-
Senti.
Io posso procurarti il pendente di sua moglie. Lo indossa quella
ragazzina che Dino ha rapito. Non ho idea di dove l'abbia cacciata.
Chiedi a lui. Io ho altro da fare.
L'aveva
scampata grossa, aveva mantenuto il suo segreto.
Sapeva
che se il suo sottoposto avesse fatto il suo nome, Dino lo avrebbe
ascoltato.
I
due uomini si diressero nella zona della fabbrica dove Taelia era
stata tenuta prigioniera. Ma, prima che riuscissero ad avvicinarsi,
due guardie li fermarono.
-
Taelia è stata portata via.
-
Come?
-
Abbiamo
sentito un gran fracasso e siamo entrati nella stanza, trovando dei
ragazzi che la hanno presa. Abbiamo provato ad attaccarli, ma erano
troppo forti.
-
E
non avete avvisato?
-
Abbiamo
ripreso i sensi poco fa. Siamo stati scaraventati contro una delle
pareti da uno dei loro Pokémon.
Dino
e l’inserviente del mafioso ammanettarono i due uomini, per
poi
condurli dal loro capo.
-
Se la sono fatta scappare.
Dino
diede ai due uno spintone, facendoli cadere di fronte al capo.
Il
mafioso si limitò a ignorarli. Forse la peggiore
umiliazione.
-
Riportatela
qui. Immediatamente.
Non
aggiunse altro.
Intanto
i quattro erano tornati al Centro Pokémon, che nel frattempo
stava
venendo dissequestrato. La sorpresa dell’agente Jenny fu
enorme. La
ragazza era stata ritrovata senza il loro intervento.
La
poliziotta fece cenno alla ragazza di avvicinarsi, quindi le due si
allontanarono dal gruppo, per poi sedersi su una delle panche del
centro. La poliziotta, cercando di essere il più comprensiva
e
gentile possibile, si rivolse alla ragazza.
Ragazza
che, nel frattempo stava giocherellando con il suo pendente. Per lei
era come un antistress.
-
Ricordi
qualcosa di quello che ti è successo?
-
Non molto. Mi sono svegliata in una stanza sconosciuta. Ho guardato
fuori e mi sono resa conto di non trovarmi più al Centro
Pokémon.
Dopo
del tempo un signore è entrato nella stanza e mi ha condotto
in una
stanza dove c’era un altro signore, che mi ha fatto una
domanda a
cui non ho saputo rispondere. Quindi mi ha fatto andare in un'altra
stanza. Insieme a una donna. Che mi ha fatto delle domande. Sul
pendente e sulla mia storia.
Dopo
qualche tempo un tizio è entrato nella stanza e ha lanciato
una
sorta di bomboletta per terra.
Da
allora non ricordo più nulla, se non di essermi svegliata in
un
parchetto, con loro.
-
Ho capito. Quindi non ricordi dove ti trovavi?
-
No
-
Grazie. Puoi tornare da loro, se vuoi. Ah, si giusto, per sicurezza
è
meglio che passiate la notte in un altro Centro Pokémon.
Potrebbero
trovarti di nuovo qui.
La
poliziotta non parlò del fatto che, durante la
perquisizione, erano
state trovate delle microspie. La avrebbe fatta ulteriormente
preoccupare e non era quello che voleva.
Era
arrivata la notte e dei rinforzi nemmeno l’ombra. Il pensiero
di
essere stati traditi aleggiava nelle menti di tutti e quattro.
Per
motivi di sicurezza, quella notte, Taelia avrebbe dormito da sola in
una stanza sorvegliata da una guardia. Una scelta voluta dalle
autorità per evitare che venisse rapita di nuovo.
La
ragazza, per avere compagnia, decise di far uscire dalla
Pokéball la
sua Gardevoir.
Voleva
raccontare a qualcuno quello che pensava, però non voleva
che i
quattro scoprissero quello che pensava.
-
Sai, io credo di aver trovato la mamma. Si, so che tu sei
rimasta qui tutto il tempo, per cui ti devo raccontare tutto.
La
sua Gardevoir era stupita. Sin da quando era una piccola Ralts aveva
sempre sentito parlare del suo desiderio di ritrovarla e, sentirle
dire quelle parole la rendeva felice.
-
Sembra anche che fosse a conoscenza dei progetti di mio padre. Ma non
capisco perché mai debba trovarsi con quell’uomo.
Ma ti assicuro
che è lei.
Aveva
un pendente uguale a questo. Lei diceva che glielo aveva regalato il
suo capo, ma io non ci credo. Devono averle fatto qualcosa.
La
ragazza non poteva saperlo ma non era al sicuro nemmeno in quel
Centro Pokémon. Anche in questo, infatti vi erano delle
microspie
installate dallo scagnozzo del mafioso.
E
qualcuno stava ascoltando le sue parole e stava prendendo appunti. Il
giorno dopo avrebbe agito.
La
mattina presto, nella fabbrica, diventata il quartier generale delle
operazioni, finalmente la persona che era di guardia poté
comunicare
la notizia ai suoi superiori, durante la riunione mattutina.
-
Forse
ho avuto un’idea sul come ottenere l’altro
pendente. Si tratta di
un’operazione rischiosa, ne sono consapevole, ma dobbiamo
tentare.
Uno
dei suoi superiori gli rispose.
-
Su,
parla, non tenerlo per te.
-
La ragazza pensa che Samuela sia sua madre.
La
donna era stupita. Anche lei, aveva avuto delle strane sensazioni, ma
non voleva darlo a vedere. Non poteva essere una coincidenza.
-
Come
sarebbe a dire?
Commentò
la donna.
Voleva
sembrare stupita, ma il suo tono non mascherava il fatto che per lei
non fosse una novità.
-
Non
sarà facile, ma devi stare al gioco e fingere di essere
davvero sua
madre. Forse così riusciremo ad avere il pendente.
-
E perché lo volete? Non avete già il suo?
-
L’esperimento non ha funzionato come doveva. Per questo
abbiamo
deciso di ripetere lo scambio. Solo che non abbiamo più di
quel
sonnifero e tu sei la sola persona che la può convincere.
-
Capisco. Io ci posso provare, ma non vi garantisco nulla.
-
Non importa che la tua sia un’interpretazione
perfetta. Basta
che ci caschi. Se ti può essere di aiuto è amica
di un Darkrai.
potresti fare leva su di lui.
-
Come
fai a essere sicuro che domani verranno qui? Non ne hanno motivo.
Hanno già ottenuto quello che volevano, dopotutto.
-
Immagino che la ragazza voglia riavere quello che era di suo padre.
Penso che come scusa possa bastare. Non possiamo rapirla di nuovo.
Hanno aumentato di molto la sicurezza.
Non
si sbagliarono. Quello che non si aspettavano era che i cinque non
erano soli. Erano accompagnati dai tre uomini in nero che il giorno
prima avevano promesso rinforzi. Quei ragazzi sapevano dove si
trovavano i luoghi vitali dell’edificio e questo sarebbe
stato
d’aiuto nelle operazioni con i loro alleati.
Se
le cose fossero andate secondo i piani ovviamente. E si sa, tra il
dire e il fare c’è di mezzo il mare. Sapevano che
l’intero
edificio era stato occupato dagli uomini del mafioso, per cui
avrebbero dovuto agire con calma.
Erano
davanti all’ingresso dell’edificio, pronti ad
entrare.
Guardando
dall’ingresso, non sembrava ci fossero delle persone a
sorvegliare.
Era il momento di entrare.
I
tre uomini, in ogni caso, si tennero pronti con le loro, in caso
servisse. Erano all’erta anche i Pokémon fuori
dalle Pokéball.
Pronti ad attaccare qualora fosse necessario.
-
Mi sembra fin troppo tranquillo.
Commentò
uno degli uomini.
Non
fece quasi in tempo a dirlo, che tanto lui, quanto i suoi colleghi,
vennero attaccati dall’alto, fatti cadere per terra e
ammanettati.
Prima che potessero accorgersene.
-
Attaccate!
I
quattro, all'unisono, ordinarono ai loro Pokémon di
attaccare. In
breve tempo si sentì il rumore di ossa rotte e, poco dopo,
quello di
una grossa quantità di acqua che cade, accompagnato
dall’odore di
carne bruciata. Gli uomini che avevano assalito i loro alleati erano
stati neutralizzati in breve tempo, ma con tutta probabilità
ne
sarebbero arrivati degli altri, allertati dal rumore.
Il
silenzio in cui versava la stanza venne interrotto dal rumore del
montacarichi che stava salendo.
Gli
sguardi di tutti erano rivolti a quest’ultimo. I
Pokémon erano
pronti ad attaccare, qualora fosse stato necessario.
La
sola persona a bordo era una donna dai lunghi capelli rosa. Ash ebbe
un sussulto. Erano passati degli anni da quelle visioni, ma non aveva
alcun dubbio.
La
donna si guardò attorno, per cercare l’ultimo
disperato appiglio
per rendere credibile la sua storia.
-
Darkrai calmati, non mi attaccare. Sono io. Samuela. Non ti ricordi?
Il
Pokémon ebbe come una visione. Quella donna gli ricordava
davvero la
moglie di Sebastian. Questo gli bastò a fermare ogni
ostilità.
-
Voi due non mi interessate.
La
donna si rivolse a Orlando e Ash.
-Voi,
ragazze, venite con me.
La
donna estrasse una pistola da una delle tasche della giacca, per poi
puntarla contro Lucinda. Le tre ragazze, minacciate dalla donna,
decisero di seguirla. Anche se questo voleva dire separarsi dai
ragazzi.
Appena
la porta del montacarichi si chiuse, l’atteggiamento della
donna
cambiò. La pistola quasi le cadde dalle mani. Non era
affatto a suo
agio nel tenere in mano un'arma da fuoco. Cercando di nascondere il
tremore, rimise l’arma nella tasca.
Dopo
una lunga attesa, finalmente il montacarichi giunse nella stanza dove
si trovava la centrale di controllo. Ad attenderla il suo capo e il
suo uomo.
-
E quelle due?
Le
chiese il suo capo.
-
Sono sue amiche. Ho pensato che una buona notizia avrebbe fatto
piacere anche a loro.
Si
limitò a rispondere, la donna, mantenendo un tono
serio.
-
Vuoi stare sola?
La
donna fece cenno di approvazione.
-
E quelle due? Non vorrai tenerle libere? Non sappiamo come potrebbero
reagire.
L’uomo
lanciò delle manette. Se proprio le due dovevano restare
lì, almeno
dovevano essere inoffensive. Prima che lui se ne andasse, la donna
aveva ammanettato le ragazze e aveva messo le chiavi in tasca.
-
Non vi preoccupate. È semplicemente una questione di
sicurezza. Lo
avete sentito, immagino. Teme che possiate combinare dei brutti
scherzi. Onestamente io non credo, ma sapete, non mi posso opporre a
un mio superiore.
Al
piano di sopra le squadre di Orlando e Ash avevano neutralizzato gran
parte degli uomini del mafioso. Gli alleati dei due uomini che li
avevano accompagnati ancora non si vedevano e, di questo passo, il
loro intervento sarebbe stato inutile.
-
Darkrai, scusa se te lo chiedo, ma sono preoccupato per le ragazze.
Potresti andare a controllare come stanno?
-
Penso siano al sicuro, con Samuela, ma se insisti andrò a
vedere.
Il
Pokémon Neropesto attraversò il pavimento come un
fantasma e giunse
al piano inferiore. Non poteva credere a quello che stava vedendo.
Serena e Lucinda sedute contro una parete della stanza. In manette.
Taelia, poco lontana dalle due, invece era libera. Samuela sembrava
tranquilla, come se l’ammanettare le due ragazze fosse parte
di un
piano preciso e non di un’improvvisazione.
Darkrai
era consapevole che nessuno potesse vederlo e, in quel momento era un
grosso vantaggio. Qualora fosse stato necessario avrebbe potuto
sfruttare l’effetto sorpresa.
Ma,
nonostante tutto, la situazione, al momento sembrava relativamente
calma.
Nessuna
osava parlare. L’aria iniziava a essere carica, come se
qualcuno
dovesse, da un momento all’altro fare un annuncio.
-
Erano anni che ti cercavo.
Esordì
la donna dai capelli rosa.
-
E ora che sei qui fatico a trovare le parole, nonostante ci pensassi
giorni e giorni. Ma dover parlare dal vivo è del tutto
diverso.
Quasi mi manca l’aria.
La
donna sembrava sforzarsi sempre di più ad ogni parola.
Nessuna
delle ragazze sembrava capire cosa la donna intendesse.
-
Taelia. Non so come dirtelo, sono la persona che tuo padre ha speso
anni a cercare. Sono tua madre.
Taelia
era in lacrime. Non voleva crederci.
Non
poteva essere vero, la persona che aveva davanti a lei era sua madre.
O almeno diceva di esserlo.
Non
aveva idea di come comportarsi. Per il momento l’avrebbe
seguita.
Ma
avrebbe potuto cambiare idea qualora le cose fossero diventate
pericolose.
-
Taelia. Ora che sai chi sono, ti dispiacerebbe prestarmi il tuo
pendente? Non ti preoccupare. Te lo restituirò presto.
La
ragazza, fedele alla sua idea di stare al gioco, lo sganciò
dal
collo e lo porse alla donna. Le sembrava una richiesta tutto sommato
ragionevole.
La
donna posò il pendente accanto all’altro
nell'alloggiamento della
tastiera. Quindi armeggiò con la tastiera.
-
Molto bene. Ora il capo sarà contento.
Commentò
sottovoce, prima di mettersi in contatto con lo stesso.
-
Bene, ora tutti i pezzi sono al loro posto.
-
Perfetto. Ma perché parli così sottovoce? Non mi
dire che hai paura
di quelle ragazzine. Se proprio insisti me ne posso liberare. Ora che
ho il pieno controllo non dovrebbe essere difficile. Devi solo
concedermi l’autorizzazione.
–
Lo
consideri fatto.
Ora
l’uomo aveva il pieno controllo. Non solo di
quell’esemplare di
Scizor, ma di tutti i Pokémon presnti
nell’edificio. E anche dei
selvatici nell’area attorno alla fabbrica abbandonata.
Erano
tutti fermi, in attesa di ordini, che non tardarono ad arrivare. Per
quelli che si trovavano in quel piano, erano semplicemente attaccare
gli intrusi.
Al
piano di sotto difendere Samuela ad ogni costo.
Gli
occhi di Darkrai erano illuminati di rosso. Come se fosse
ipnotizzato. E stava caricando un potente focalcolpo. Contro Lucinda
e Serena. Ancora ammanettate, ancora contro il muro.
-
Cosa gli è preso?
Chiese
la ragazza coi capelli blu.
-
Non so. Ma credo che lei non sia chi davvero dice di essere.
-
E cosa vuoi fare?
-
Se c'è una cosa che Ash mi ha insegnato è quella
di non stare
troppo a pensare e agire. Anche senza un piano.
-
Non è proprio cambiato. Allora se ti senti pronta…
Le
due ragazze, nonostante le manette, riuscirono ad alzarsi in piedi.
Darkrai, notandolo lanciò contro di loro l’attacco
che stava
caricando fino a poco prima. Evitandole per un soffio.
Non
che al piano di sopra le cose andassero bene. I due ragazzi, erano
stati messi all’angolo e ammanettati. Non erano stati
colpiti. Come
voluto dal capo. Se fossero stati feriti, il mafioso non avrebbe
potuto chiedere un riscatto alto. E a lui questo premeva
particolarmente.
-
Anche voi avete fallito. Ora non possiamo far altro che aspettare i
rinforzi.
Commentò
uno degli uomini vestiti di nero, che ora condivideva la prigionia
con i due.
-
Possiamo ancora sperare nelle ragazze.
Ash
cercò di risollevare la situazione. Naturalmente non poteva
sapere
come se la stessero passando, ma in quel momento erano la sua sola
speranza. E non voleva perderla.
Intanto,
l’inseguimento nella sala della postazione, non aveva dato i
frutti
sperati. Darkrai teneva le ragazze costantemente sotto tiro. Sembrava
che qualsiasi cosa facessero, avrebbe scatenato la sua ira.
-
Taelia, provaci te. Hai visto cosa è successo.
La
ragazza dai capelli rosa era combattuta. Se quella donna fosse sua
madre, avrebbe mai permesso una cosa del genere? A che scopo? A meno
che non le avesse mentito per ottenere quello che voleva.
-
Cosa vuoi fare? Stare dalla parte di quelle ragazzine oppure con tua
madre? Con la persona che ti ha messo al mondo, grazie alla quale sei
qui?
La
ragazza non rispose.
-
Fai come credi. Ma non devi mai dimenticare cosa noi abbiamo fatto
per te. Ci conosciamo da poco, è vero, ma noi sappiamo tutto
quello
che hai passato, tutto quello che ti ha portato a essere qui.
-
Non posso immaginare come ci si senta in una situazione del genere,
davanti a una scelta come questa. Ma sai bene quanto pesi una scelta
del genere.
-
Non stare ad ascoltarle. Non credo che tuo padre, pace
all’anima
sua, sarebbe fiero di te. Dopo tutti quegli anni che hai impiegato a
cercarmi. Ora io sono qui. Davanti ai tuoi occhi e te mi tratti
così?
Taelia
era sempre più dubbiosa. Come poteva sapere tutte quelle
cose? Come
poteva sapere che suo padre era morto? Come poteva sapere che aveva
dedicato tutti quegli anni a cercarla?
Vedendola
titubante, la donna decise ulteriormente di rincarare la dose.
-
Fin quando starai con me sarai al sicuro. Non sarai attaccata in
alcun modo. Se dovessi passare dalla loro parte, invece, ne pagherai
le conseguenze.
Nel
mentre un gran numero di Pokémon selvatici e alcuni di
quelli degli
allenatori, avevano formato una sorta di esercito, che stava
attaccando e distruggendo svariate parti della città.
Gli
schermi nel piano inferiore della fabbrica mostravano come in diverse
aree della città, numerosi Pokémon avessero
cominciato a
distruggere parti della città.
Il
mafioso era estremamente soddisfatto da quelle immagini. Sapeva di
poterle utilizzare come meglio voleva. Per esempio avrebbe potuto
contattare il presidente e ordinargli di dimettersi e di lasciare a
lui i pieni poteri.
Al
piano inferiore, la ragazza aveva preso la sua scelta.
Si
avvicinò alla donna dal lato sinistro, lato della tastiera
in cui
erano appoggiati i due pendenti. Le due chiavi che permettevano il
controllo totale dei Pokémon. Darkrai e Meloetta compresi.
-
Molto bene. Vedo che hai fatto la scelta giusta.
Commentò
la donna, mentre si accingeva ad abbracciare la ragazza, che stette
ancora al gioco.
Ma
fu solo un attimo.
Rapidamente
sfuggì dalle braccia della donna e rimosse uno dei due
pendenti
dalla tastiera.
-
Si, ho fatto la scelta giusta.
Di
colpo gli occhi di Darkrai persero il colore rosso e tornarono al
colore originale. Lo stesso accadde per tutti i Pokémon al
piano
superiore, con i selvatici che, rapidamente com’erano
arrivati,
lasciarono la città.
Avevano
causato diversi danni alla città, ma non potevano essere
accusati
per quello.
Il
mafioso era chiaramente arrabbiato. Dagli schermi presenti nel piano
terra, tutto questo era perfettamente visibile.
-
LO SAPEVO! NON DOVEVO AFFIDARLE QUELLE RAGAZZINE!
L’uomo
si stava precipitando verso il montacarichi, per raggiungere il piano
inferiore.
Orlando
lo notò con la coda dell’occhio.
Sapeva
che al piano di sotto c’erano le ragazze e sapeva che
quell’uomo
aveva brutte intenzioni. E ora poteva nuovamente contare sulla sua
squadra.
-
Greninja, ho bisogno del tuo aiuto!
Il
Pokémon si mise in posizione di attacco.
-
Lo vedi quel tizio che corre verso il montacarichi?
Prendi
bene la mira, mi raccomando, e colpiscilo alla schiena con
un’
Acqualame.
Greninja
eseguì. Prese perfettamente la mira e colpì
l’uomo al centro
della schiena. L’uomo cadde di faccia. Senza poter attutire
in
alcun modo la caduta.
Il
rumore non lasciava intendere nulla di buono. Probabilmente si era
rotto qualche dente.
Destino
analogo accadde al suo sottoposto, tramortito da un Fulmine del
Pikachu di Ash.
-
Approfittiamo del fatto che non c’è nessuno.
Pikachu, per favore,
taglia le manette con Codacciaio.
Il
piccolo Pokémon elettro eseguì, spezzando, con un
potente colpo
della coda, le manette che opprimevano i due. Pochi istanti dopo
liberò anche gli uomini in nero.
Al
piano inferiore Darkrai, con il suo Vuototetro, aveva messo a dormire
la donna, permettendo a Taelia di recuperare le chiavi delle manette,
per liberare le due ragazze e ammanettare la donna.
Dopo
averle liberate, le guidò verso il montacarichi e premette
il
pulsante per raggiungere il piano inferiore, dov’era
alloggiata
l’unità centrale.
Appena
le tre ragazze giunsero nella stanza, il dispositivo verde e oro
uscì
dal pavimento. Ricoperto dal suo liquido di raffreddamento.
Le
ragazze si accorsero di come il dispositivo non fosse sorvegliato in
alcun modo.
Cosa
alquanto strana, dal momento che era il cuore pulsante di tutto il
progetto.
Magari
credevano che nessuno si sarebbe mai avvicinato. Evidentemente le
avevano sottovalutate.
Taelia
si avvicinò al dispositivo, con la chiara intenzione di
spegnerlo.
-
Cosa pensi di risolvere? Non ci vorrà molto prima che
tornino qui e
lo riattivino. E potrebbero riprendersi il tuo pendente. E saremo
punto e accapo.
Le
disse cosa Lucinda.
-
Vedi. Questa è una delle poche cose che rimane di mio padre.
E mi ha
permesso di ritrovare mia madre. Se foste al posto mio, non fareste
altrettanto?
-
Credi davvero che sia tua madre?
Le
chiese Serena.
-
Si. Solo che non era in lei. Non so come spiegarlo. Come se fosse
ipnotizzata. Insomma, vi posso solo dire che me lo sento e
basta. Ecco.
-
Si, ma ricordati per cosa siamo qui. Te sei la sola persona che
può
far sì che tutto finisca. Per quanto mi dispiaccia dirlo,
devi
prendere una decisione.
La
ragazza stette a lungo ferma e in silenzio. Stava riflettendo su cosa
fare. Doveva ascoltarle e distruggere il dispositivo oppure tenere
intatta la creazione di suo padre?
La
ragazza prese una delle sue Pokéball dalla borsa.
-
Gardevoir. Presto. Distruggi quella cosa!
La
Gardevoir della ragazza uscì dalla Pokéball.
Pronta a seguire gli
ordini della ragazza.
-
Molto bene. Ora distruggi quel dispositivo, colpiscilo con Fulmine!
La
Gardevoir della ragazza eseguì, lanciando contro il
dispositivo un
potentissimo attacco elettrico. Nonostante l'enorme potenza
dell’attacco, il dispositivo sembrava non risentirne.
-
Allora non ci lasci altra scelta!
Sei
pronta?
La
ragazza incrociò lo sguardo con la sua Gardevoir, la quale
fece un
cenno di approvazione.
-
Mostriamo il nostro valore, Gardevoir! È il momento di
sprigionare
la vera potenza! Megaevoluzione!
La
ragazza toccò la sua pietrachiave, e la sua Gardevoir venne
avvolta
da un’aura. Per mutare aspetto. Ora il suo corpo era
principalmente
nero e i suoi poteri si erano amplificati.
-
Usa Fulmine, di nuovo! Massima potenza!
La
Gardevoir eseguì. Lanciando, alla massima potenza il suo
attacco
elettrico.
E
questa volta l’attacco ebbe il successo sperato.
Una
coltre di fumo iniziò a riempire la stanza. Rendendo via via
l’aria
più difficile da respirare. Taelia ricoverò la
sua Gardevoir nella
Pokéball.
Senza
dirsi una parola, le tre ragazze presero il montacarichi e giunsero
al piano superiore.
La
donna era ancora addormentata, sulla poltrona. Il monitor era
spento.
Al
piano superiore, finalmente erano arrivati i rinforzi. Si erano
calati da un elicottero, del tutto simile a quello che aveva seguito
il gruppo a Bruopoli.
Erano
armati fino ai denti. Sembravano pronti a combattere una guerra. Non
potevano assumersi rischi di alcun tipo. Con quel mafioso e i suoi
scagnozzi. Al contrario non si potevano aspettare lo spettacolo che
avevano trovato. Decine di uomini in abiti militari riversi a terra,
contorti dal dolore e due allenatori e i rispettivi Pokémon
che si
congratulavano per l’eccellente lavoro svolto.
Due
degli uomini in nero avevano ammanettato il mafioso e il suo
scagnozzo. Poi si sarebbero occupati di quel piccolo esercito.
Ash
si precipitò verso il montacarichi, che aveva iniziato a
muoversi
verso il basso.
-
LE RAGAZZE!
-
Calmati. Darkrai è con loro. E ora è tornato
tutto alla normalità.
-
Sei sicuro? Non credi che le abbia attaccate? Credi che siano diverse
da noi?
-
Serena e Lucinda le conosci meglio di me. E poi quella donna cercava
Taelia.
-
Ti preoccupi solo di lei?
Il
tono di Ash si fece aggressivo.
-
Niente
affatto. Solo che…
-
Che?
-
Immagino che lei sappia quello che faccia. E che abbia fatto la
scelta giusta. È sempre stata…
Il
ragazzo non poté terminare la frase. Il montacarichi era
risalito e
la serranda si stava aprendo. Ash guardò l'interno del
montacarichi.
Le ragazze sembrava stessero bene. Non sembravano ferite o altro del
genere.
Con
loro la donna dai capelli rosa, addormentata.
Poco
dopo vennero anche raggiunte da Darkrai.
Gli
uomini in nero conclusero le operazioni, arrestando Graziano, la sua
segretaria e l’intero esercito di uomini sotto il suo
controllo.
Il
gruppo fece per andarsene, quando, vennero fermati dal capo degli
uomini in nero.
-
Non pensate di andarvene così facilmente. Vi ricordo che
siete dei
preziosi testimoni di una delle più importanti operazioni
anticrimine della storia. Testimoniare il processo. Saranno pure dei
criminali, ma è un loro diritto.
-
Come desidera.
-
Ash, ma ti sembra il caso? Rischiamo pericolose ripercussioni. Pensa
se non ti permettessero più di partecipare al
Torneo Mondiale
o se a noi due non permettessero più di partecipare alle
gare o… a
lui di correre.
Lo
riprese Serena.
-
Non ti preoccupare di quello. Anzi. penso che potrebbe darvi dei
grossi vantaggi. Solo che, sino alla data del processo non potrete
lasciare Kalos. Data l’importanza del caso, non ci
vorrà molto.
Giusto una settimana.
La
forzata settimana di vacanza a Kalos, dove erano pedinati
ventiquattro ore al giorno da agenti della protezione testimoni,
sembrava non finisse mai. Ogni giorno sembrava fosse uguale a quello
prima.
Alla
fine il giorno giunse. Erano stati istruiti sul come comportarsi e
via discorrendo.
Nulla
di troppo complicato, avrebbero dovuto parlare solo in determinati
momenti e che, una volta finito tutto loro e i loro Pokémon
sarebbero dovuti restare per una sorta di piccola cerimonia di
premiazione. In cambio del silenzio sul loro uso delle
apparecchiature, avevano finalmente arrestato uno dei più
influenti
boss della mafia.
Poiché
l’esercito di Graziano era enorme, nella stanza ne era
presente
solo uno, a rappresentare tutti. Gli altri seguivano tutto in
videoconferenza.
La
stanza era enorme. Davanti a loro, su un banco rialzato, la
postazione del giudice. Accanto ad essa quella riservata alla
campionessa. Da un lato una enorme gabbia in ferro.
Dall’altro
la giuria.
Graziano,
la donna, il suo scagnozzo e un rappresentante dell’esercito
erano
seduti sul banco degli imputati. Graziano, il suo scagnozzo e il
rappresentante dell’esercito erano all’interno di
una gabbia.
Ammanettati. La donna era fuori dalla stessa, pur sempre ammanettata.
Per
la legge locale nella gabbia potevano stare solo uomini o solo donne,
in base a chi fosse in maggioranza. In caso di parità
sarebbero
stati gli uomini a finire nella gabbia. Nei processi più
importanti,
come membri della giuria vi erano i capipalestra e i superquattro e
la campionessa Diantha, che aveva anche il compito di spiegare la
situazione, in modo più super partes possibile. La giudice
era una
donna di circa cinquant’anni. Era vestita elegante e aveva
l’aria
di una persona estremamente severa.
-
Abbiamo qui un caso molto particolare.
Esordì
la campionessa.
-
La
versione dei fatti di cui siamo a conoscenza, è la seguente:
più di
dieci anni fa, avvenne l’omicidio di Sebastian Arnes. A cui
al
tempo non si riuscì a dare un colpevole. Lo stesso giorno
scompare,
senza lasciare tracce, la figlia Taelia.
Per
tanto tempo non si è parlato di nulla, ma recentemente un
esemplare
di Celebi è comparso proprio davanti alla villa in cui
abitavano
Sebastian e la figlia.
Tramite
il suo potere di viaggiare nel tempo, è stato in grado di
riportare
qui la Taelia di dieci anni fa. Che è ora qui presente.
Poco
dopo, uno degli uomini al servizio di Graziano ha rapito Taelia,
portandola in un edificio abbandonato dove, presumibilmente erano
presenti i dispositivi ad alta tecnologia creati da suo padre.
Il
piano non è andato come previsto, e un’operazione
speciale dei
servizi segreti ha permesso l'arresto e la cattura di Graziano e dei
suoi uomini.
-
Le cose non sono andate propriamente così.
Intervenne
il mafioso.
-
Quelle attrezzature sono state costruite con i miei soldi, quindi mi
appartengono.
Tramite
un intermediario, Gualtiero Scoperse, ho passato i soldi ad Arnes.
Gualtiero mi aggiornava spesso sul prosieguo dei lavori. Ma a un
certo punto smise di informarmi. Per anni…
-
Non essendo qui presente Gualtiero Scoperse, non possiamo confrontare
le due versioni dei fatti.
Lo
interruppe la giudice.
-
Piuttosto vorrei sapere come sono finiti invischiati nella questione
l’allenatore più forte del mondo, la Regina di
Kalos, una
supercoordinatrice e il campione in carica della massima categoria
automobilistica.
-
Potremo dire che si è trattato di una grande serie di
coincidenze.
Inizò
Serena.
-
Sa, io non sono solo la Regina di Kalos, ma sono a mia volta una
coordinatrice. Prima del Gran Premio l’organizzazione aveva
messo a
punto un’esibizione di coordinatori e coordinatrici. Io e
Lucinda
ci siamo sfidate in una gara di lotta alla fine di questa. La
vincitrice sarebbe poi salita sul podio a festeggiare con i piloti.
Dopo il podio, Orlando ci ha invitati a festeggiare il titolo
nell’hospitality della scuderia.
-
Questo può spiegare come vi siete incontrati e va bene. Ma
non
spiega come siete entrati in questo affare.
La
interruppe la giudice.
-
Avevamo festeggiato sino a tardi e abbiamo deciso di passare la notte
qui. Il giorno dopo abbiamo incontrato Orlando che era semplicemente
venuto a ritirare la sua squadra. Diciamo che lo abbiamo salvato
dall’orda di fan che gli ronzavano attorno.
Comunque… ci ha
proposto una lotta e abbiamo accettato.
Finita
la lotta ha sfidato un altro ragazzo. Non gli era piaciuto il fatto
che mi avesse insultato. Ma non importa. Mentre i due lottavano,
abbiamo visto una sagoma non ben definita. L’abbiamo seguita
e
abbiamo scoperto che si trattava di Celebi. Che appunto aveva portato
Taelia dal passato.
-
Questo spiega come voi l’avete incontrata, ma lui…
La
interruppe la giudice.
-
Molto semplice. Aveva trovato un portafoglio per terra e ha pensato
fosse il mio. Quando chi ha inseguiti pensavamo di aver fatto
chissà
che cosa.
Lui
non ci voleva credere che lei fosse l’amica scomparsa anni e
anni
prima.
-
Bene. Ma cosa hanno a che fare i servizi segreti e la mafia? E poi,
fai parlare anche gli altri.
Interruppe
di nuovo la giudice.
-
Immagino sia dovuto al semplice fatto che è arrivata la
notizia del
suo arrivo. Voglio dire, un Pokémon come Celebi attrae molto
l’attenzione, anche solo con il passaparola. Poi, come siano
arrivati a scoprire la posizione delle sue attrezzature, non so.
Però
posso immaginare che in un modo o nell’altro ci sono
arrivati.
Magari esaminando i suoi documenti o corrompendo dei suoi
collaboratori. Ma non ho idea. E non voglio mettere in mezzo persone
che qui non sono presenti. In ogni caso Taelia è stata
rapita e
siamo andati a cercarla. E l’abbiamo appunto trovata in
quella
vecchia fabbrica. Dove, con l’aiuto dei servizi segreti siamo
stati
in grado di salvarla e di mettere fine a tutto questo.
-
Bene. Ma questo non spiega come voi abbiate collaborato con i servizi
segreti.
Lo
interruppe la giudice.
-
Appena abbiamo scoperto della sua sparizione, pensavamo fosse
semplicemente tornata alla sua vecchia casa.
Era
abbastanza plausibile che si trovasse lì. E così
abbiamo incontrato
gli uomini in nero che ci hanno proposto diverse alternative. Abbiamo
accettato di collaborare e siamo andati alla fabbrica, dove Taelia
è
stata rapita.
L’abbiamo
trovata e ci siamo trovati a dover combattere contro Graziano e il
suo esercito.
-
Bene, ma sapete dirci qualcosa a riguardo del macchinario del signor
Sebastian? Molti hanno detto di aver visto dei Pokémon come
se
fossero stati posseduti e sembrava si dirigessero verso la fabbrica.
Interruppe
di nuovo la giudice.
-
Penso dipenda dal dispositivo creato dal signor Sebastian. Come era
stato spiegato in precedenza. Non so come funzioni, ma credo dipenda
proprio da quello.
-
Capisco, e come mi spiegate che sia finito tutto?
-
Non so spiegarlo. Può essere che qualcuno abbia disattivato
il
dispositivo.
-
Taelia come sei coinvolta in questo: Cosa hai fatto dopo il tuo
arrivo grazie a Celebi?
-
Per prima cosa abbiamo fatto shopping con Lucinda e Serena. Poi
abbiamo passato la notte in un Centro Pokémon. Dopo non so
cosa sia
successo. Solo che Samuela mi ha chiesto il mio pendente per non so
bene cosa. Io lo diedi e questo attivò il macchinario.
Capendolo e
capendo che non mi avrebbero fatto niente, scelsi di
riprenderlo.
-
Questo spiega come si è disattivato il sistema. Ma non come
è stato
distrutto il macchinario. Sappiamo che è stato distrutto da
un
potente attacco di tipo elettro.
-
È stato l’Iperfulmine di Pikachu a farlo.
Si
intromise Ash.
-
Alcuni testimoni hanno riferito che eravate al piano di sopra quando
le ragazze sono salite.
-
Quando sono salite. Non prima. E poi l’ascensore non
è il solo
modo per raggiungere la stanza. Quando il dispositivo è
stato
disattivato, Pikachu ci ha liberati, distruggendo le manette. Poi
siamo scesi al piano di sotto e appunto lo abbiamo distrutto.
-
Capisco. Ma resta ancora qualcosa di poco chiaro. Come mai Samuela
era addormentata? E che Pokémon era quello che i tre agenti
hanno
descritto come “simile a una ballerina” che vi ha
permesso di
trovare la ragazza?
-
Il primo Pokémon è Darkrai. Era amico del signor
Sebastian. E,
avendo scoperto di come la figlia del suo amico fosse tornata qui, ha
deciso di proteggerla ad ogni costo.
Intervenne
Lucinda.
-
Io, lei e Serena eravamo nella stanza dei comandi quando il
dispositivo è stato attivato. Quindi come ha detto Taelia,
lei ha
tolto il suo pendente disattivando il dispositivo. Darkrai era sotto
l'influenza del dispositivo, ma quando venne disattivato
tornò
immediatamente in sé e usò il suo vuototetro per
addormentarla. Per
evitare che potesse riprendere il pendente. Quindi, con lei ancora
addormentata, siamo salite al piano superiore. E abbiamo visto gli
agenti che arrestavano Graziano e i suoi uomini.
-
Si, corrisponde. Ma non hai ancora parlato di quel
Pokémon…
-
Si, giusto. È Meloetta. Semplicemente è diventata
amica di Orlando
dopo averla scampata grossa in un incidente e ci ha aiutato a trovare
Taelia nella fabbrica. Siccome non è stata catturata da
nessuno,
come Darkrai, poteva avvicinarsi alla fabbrica eludendo i dispositivi
di protezione.
-
Mi sembra sia abbastanza per metterli dentro. Direi che potete
mandare fuori i vostri Pokémon. Sarebbe giusto che anche
loro
assistano alla cerimonia.
Tutti
loro fecero uscire i loro Pokémon dalle rispettive
Pokéball.
La
Zorua di Serena salì immediatamente sulla sua
spalla.
Nella
sala entrò il capo della polizia. Un uomo di circa
sessant’anni,
vestito elegante, capelli corti e brizzolati e barba rasata.
-
Sono estremamente felice che voi ragazzi abbiate contribuito a una
delle più importanti operazioni di polizia della storia. Per
questo
motivo da ora in poi sarete riconosciuti come membri onorari della
polizia della regione di Kalos.
L’uomo
diede a tutti gli allenatori e ai Pokémon una medaglia in
oro, retta
da un nastro azzurro e che rappresentava il simbolo della polizia
della regione.
Poco
dopo la campionessa Diantha, scese dalla sua postazione e prese delle
ulteriori medaglie e si avvicinò a loro.
-
In qualità di campionessa della regione di Kalos e
rappresentante
del governo della regione, vi nomino Cavalieri di Gran croce della
Repubblica di Kalos.
Proprio
mentre la campionessa stava donando la medaglia al Lucario di
Orlando, Ash ebbe una fitta di dolore alla testa, facendo preoccupare
tutti.
-
Tutto bene?
Gli
chiese Diantha.
-
No. Mi hanno comunicato che qualcosa non va nell’aura di
quella
donna. Per colpa di qualcosa che indossa.
Il
ragazzo fece una breve pausa di silenzio.
-
Pikachu, usa Codacciaio per toglierle il bracciale. Fai attenzione a
non interferire con le manette.
Il
Pokémon topo eseguì l'ordine
dell’allenatore, tagliando il
bracciale con precisione chirurgica e facendolo cadere a terra.
Quindi tornò dal suo allenatore.
La
donna ebbe un crollo. Si mise a piangere.
-
Cosa ho fatto per essere qui?
-
Non fingere. Sai benissimo che se qui perché hai collaborato
con la
mafia!
La
giudice le disse cosa.
-
Io sono solo una donna disperata che ha perso anni della sua vita,
che ha vissuto anni della sua vita lontana da suo marito e sua
figlia. E ora scopro che mio marito è stato ucciso da non so
chi e
non vedo mia figlia da quando era una bambina di tre anni.
-
Non inventare scuse per non scontare la punizione che ti deve.
La
riprese la giudice.
-
Non sta inventando scuse. Io sono un’attrice e so riconoscere
se
una persona recita. Mi creda. Lei non sta affatto recitando.
-
Io la rispetto in quanto campionessa, e tutto quanto, ma mi deve
fornire delle prove.
-
Con piacere. Tanto per cominciare la sua aura. Lucario ha il potere
di percepirla e sa riconoscere le sue anomalie. E questo può
benissimo essere accaduto in questo momento.
-
Non metto in dubbio le sue capacità, mi creda, ma cosa mi
dice che
Ash non abbia finto di averlo percepito, non abbia istruito i due
Lucario a comportarsi in quel mondo, per poi…
-
Che motivo avrebbe?
-
Non so, magari la ragazza crede davvero che lei sia sua madre e
quindi l’ha convinto a mentire.
-
Mi sembra irrealistico. Piuttosto a me sembra molto più
realistico
che quel bracciale abbia in qualche modo influito il suo
comportamento per un tempo che… non abbiamo idea di quanto
sia
grande. Potrebbero anche essere passati anni.
-
A noi servono delle prove. Non delle supposizioni.
-
Come desidera.
Intervenne
il capo della polizia.
-
Farò esaminare quel bracciale e spero che lei sia disposta
ad
accettare la mia richiesta per un esame del DNA.
Dopotutto
se lei fosse stata in qualche modo influenzata da quel bracciale non
potrebbe essere accusata. Secondo la legge non avrebbe agito
consciamente e non potrebbe essere messa in carcere.
-
Come desidera. Per il momento la donna andrà in carcere.
Dovremo
trovare una persona che si occupi della figlia almeno fino a quando
non avremo la certezza sugli esami.
Quindi
per tre settimane. Dieci giorni per tutti i test e undici per le
procedure burocratiche.
-
Me ne occuperò io, fino ad allora.
Intervenne
la campionessa.
-
Sa che è un'enorme responsabilità. Più
di quanto non lo sia essere
campionessa. Accetteresti davvero una responsabilità del
genere?
Diantha
si limitò a non rispondere. Evidentemente aveva idea di quel
che
faceva.
Durante
quelle tre settimane Orlando era tornato ad Hardana per allenamenti e
lavorare al simulatore. Due settimane dopo ci sarebbe stato un Gran
Premio a Paldea.
Prima
che venisse annullato. Il Gran Premio era stato sabotato da delle
persone che avevano invaso e vandalizzato, rendendolo inutilizzabile.
Questo aveva causato alcune discussioni tra la federazione e il
governo della regione. Causando l’annullamento di ogni evento
mondiale per tre anni.
Orlando,
quindi, tornò appena possibile a Kalos.
-
Spero di non aver fatto troppo tardi.
-
Tadri? Siamo in anticipo. Capisco che tu sia contento per me, ma
potevi anche fare più piano.
L’auto
si fermò poco davanti al carcere femminile della
città.
Un
edificio grigio e anonimo, separato dal resto della città da
delle
alte mura in cemento grigio. Su di esse dei pali di ferro che
reggevano diversi strati di filo spinato. Un enorme cancello di ferro
si era aperto, non appena le guardie riconobbero la targa del mezzo.
L’auto proseguì a bassa velocità.
Un’altra guardia, una giovane
poliziotta, fece cenno al ragazzo di abbassare il finestrino.
Il
ragazzo lo fece e porse alla giovane donna i documenti e il
distintivo che attestava che il ragazzo facesse parte del Servizio
Emergenze. Un corpo di professionisti che, in casi di estrema
necessità mettono a disposizione i loro mezzi e le loro
abilità al
volante. Quello non era il caso, ma era un documento ufficiale
riconosciuto dalle forze di polizia.
-
E la ragazzina?
Chiese
la poliziotta.
-
È la figlia di una detenuta che hanno messo dentro tre
settimane fa.
Solo che poi si è scoperto che era innocente e quindi
l’hanno
liberata.
-
Capisco. Comunque siete arrivati piuttosto in anticipo.
L’orario
per le uscite è tra un’ora. Puoi parcheggiare in
uno dei posti
riservati, dopotutto fai parte di uno dei corpi specializzati. Solo
non dimenticare di mettere il lampeggiante e il passo.
-
Certo. Ci mancherebbe.
Il
ragazzo aprì uno scomparto sotto il volante e estrasse un
lampeggiante. Era collegato direttamente all’impianto
elettrico
dell’auto, da un lungo cavo attorcigliato. Fece passare il
lampeggiante attraverso il finestrino sul tetto. Un magnete sotto il
lampeggiante permise allo stesso di attaccarsi al tettuccio, grazie a
un altro magnete incollato sotto il tetto. Quindi, dallo stesso vano
prese un piccolo distintivo, che appoggiò sul cruscotto, dal
lato
guida. Quindi riprese la marcia, fino a un parcheggio libero.
Spense
il motore e fece cenno alla passeggera di uscire.
Non
fecero in tempo a scendere e a chiudere le porte, che subito vennero
raggiunti da un’altra agente.
-
Ah, siete voi. Seguitemi pure. Immagino ve lo abbiano già
detto che
siete arrivati molto in anticipo. Ma non fa nulla. Vi accompagno
all’area dove vengono accompagnate le persone rilasciate.
Alla
stanza si accedeva da una doppia porta a vetri. Non era una stanza
grande, e nemmeno molto arredata. Solo alcuni divani e dei
distributori automatici.
Sulla
parete opposta all’ingresso, delle porte tagliafuoco aperte
tenute
ferme da delle catene. La porta permetteva di accedere ad un andito,
dalle pareti apparentemente bianche. Era difficile capire cosa ci
fosse dall’altro capo. Era troppo lungo. Davanti alla porta
tagliafuoco due agenti di polizia. Il loro compito era quello di
evitare che delle persone non autorizzate entrino. O che non accadano
disordini all’interno della sala.
-
Vuoi che ti prenda qualcosa alle macchinette?
-
Se proprio insisti.
Il
ragazzo andò verso le macchinette e inserì delle
monete
nell’apposita fessura.
Mentre
Orlando si occupava di riportare Samuela a casa, Ash e le ragazze si
stavano finendo di sistemare la casa e stavano organizzando le ultime
cose per fare una piccola festa di bentornato.
Erano
consapevoli di non poter fare molto. Anche se si erano accordati con
il ragazzo per allungare più possibile il giro, sapevano
benissimo
che non poteva tenerla lontana per troppo. E in più Ash
aveva
insistito per organizzare una cosa con Diantha e andavano ancora
sistemati alcuni dettagli.
Organizzare
una cosa del genere in dieci giorni è stato davvero
difficile. Non
solo per la grande campagna pubblicitaria, praticamente a livello
mondiale, ma anche per aspetti derivanti dalla natura
dell’evento
stesso.
Il
ragazzo attendeva la telefonata della campionessa. Sarebbe potuta
arrivare da un momento all’altro. E il ragazzo sperava in una
fumata bianca. Se così fosse stato, sarebbe stato un evento
senza
pari.
Alla
fine il telefono del ragazzo squillò. Era lei.
-
Tutto perfetto. Questo pomeriggio dalle quattro si parte. Sono
riuscita a trovare molte persone interessate e non solo per il
pubblico.
-
Perfetto. Avevo un po’ di paura ma…
-
Capisco, comunque ora è tutto apposto. A proposito, potresti
chiedere al tuo amico di venirmi a prendere? Ho avuto un piccolo
imprevisto, ma comunque tra un'oretta dovrei arrivare alla stazione.
Sai ho chiesto alla mia assistente di farsi un paio di giorni di
vacanza e sono senza macc…
-
Non ti preoccupare di questo. Anzi. Va anche bene che così
abbiamo
un pochino di tempo in più. A dopo.
-
Bene. A dopo. Ah, a proposito, se è di tempo che avete
bisogno puoi
chiedergli di dare uno strappo anche ad una bionda di nostra
conoscenza. Gli dirò di farmi scendere un pochino prima
e…
-
Si, non c’è problema. Glielo dico.
Nella
sala il telefono del ragazzo iniziò a vibrare in modo sempre
più
fastidioso. Quasi costringendolo a rispondere.
-
Scusa. È Ash.
-
Fai pure.
-
Si? Dimmi tutto.
-
Sei già andato al carcere? Nel caso, al rientro potresti
andare a
prendere Diantha e Camilla…
-
Sai che la mia macchina ha solo quattro posti.
-
Fai scendere Diantha poco prima della villa, tanto Samuela non sa
dove si trova, quindi può restare con te, sai il motivo,
giusto?
Dobbiamo guadagnare tempo. Per cui sino a che lei resta in macchina
con te, abbiamo del tempo. Comunque Diantha è alla stazione,
Camilla
all’aeroporto.
-
Ok, Ash, non è un problema.
I
due staccarono la chiamata in contemporanea.
-
Cosa
voleva?
Gli
chiese la ragazza.
-
Niente… niente.
Il
ragazzo cercò di rimanere serio.
-
Mi ha scambiato per un tassista.
Dopo
essere rimasto in silenzio alcuni istanti, il ragazzo riprese la
frase.
-
Non dire a tua madre quando siamo vicini a casa. Va bene?
-
Va bene.
L’ora
passò relativamente in fretta e, dall’andito,
scortata da due
poliziote, sucì proprio la donna. Sembrava piuttosto
tranquilla,
nonostante avesse passato tre lunghe settimane in carcere. Forse,
dopo aver appreso della sua scarcerazione, si era tranquillizzata e
aspettava semplicemente quel giorno.
Una
delle due poliziotte rivolse alcune parole alla donna. Troppo a voce
bassa per essere comprensibile.
In
ogni caso, dopo quelle parole, le due poliziotte lasciarono andare la
donna, che corse immediatamente a riabbracciare la figlia. Avevano
così tante cose da dirsi, dopo essere state lontane
anni.
Le
due decisero di sedersi dietro, per poter parlare meglio, lasciando
quindi il sedile del passeggero libero.
Il
ragazzo accese la macchina e partì.
-
Spero
che non vi dispiaccia se faccio una piccola deviazione. Devo andare a
prendere una persona.
-
Non c’è problema, fai pure.
Rispose
la donna.
Il
ragazzo raggiunse rapidamente la stazione. Diantha stava già
aspettando fuori, con in mano una borsa morbida.
Il
ragazzo fermò la macchina e aprì la porta alla
campionessa, che si
sedette sul sedile passeggero anteriore. Mise la borsa nel cofano e
partì.
Taelia
era piuttosto felice del fatto che la campionessa fosse venuta. Si
era occupata di lei per quelle settimane ed era felice che avesse
accettato di venire a quella piccola festa. Non aveva idea di
cos’altro l’avesse spinta a venire.
-
Mi hanno detto che hai il piede particolarmente pesante. Per favore.
Evit..
Non
terminò la frase che il ragazzo era già partito
sgommando.
Diantha
aveva appena fatto in tempo ad allacciarsi la cintura e si era
aggrappata con forza alla stessa. Faceva sorridere vedere una
campionessa, attrice e appassionata di sport estremi, avere paura di
andare forte in auto.
In
ogni caso, dopo un giro non troppo lungo, il ragazzo fermò
l’auto
poco lontano dalla villa e fece scendere la donna e le fece prendere
la borsa dal cofano. Quindi la salutò.
Partì
con un’altra sgommata, riempiendo l’aria di odore
di gomma
bruciata.
Raggiunsero
l’aeroporto, dall’altra parte della
città, con un certo
anticipo. Guardando dal lato destro era possibile scorgere
l’aereo
che, tra gli altri passeggeri, trasportava proprio Camilla.
Un
aereo di una famosa compagnia di Sinnoh, un colossale quadrimotore a
due piani caratterizzato da una livrea verde smeraldo,
atterrò pochi
istanti dopo, e terminò la sua corsa. A vederlo sembrava un
condominio con le ali.
Dopo
una ventina di minuti, si ricongiunsero con la campionessa di Sinnoh.
Appena arrivata dopo un lungo viaggio.
Era
un po’ provata dall’attraversamento di svariati
fusi orari, ma,
appena era stata informata dall’amica riguardo tutto quello
che era
successo, non ci aveva pensato due volte a partire.
Era
a conoscenza del particolare modo di guidare del ragazzo e ci aveva
fatto l’abitudine. In ogni caso non era quella la sua
preoccupazione. Aveva altro a cui pensare. Si, era consapevole che,
sedute dietro vi fossero Samuela e la figlia, le persone maggiormente
coinvolte nel caso, ma la curiosità era troppa.
-
Sai, Diantha mi ha raccontato tutto, del processo, di come loro siano
le persone maggiormente coinvolte e tutto quanto. Ma qualcosa in
quello che mi ha raccontato, non mi convince.
-
Diciamo che, per certe cose non possiamo dire molto. Ci sono dietro
accordi di non divulgazione, diciamo.
-
Potevano scegliere di farvi dire una versione più
convincente. Per
esempio per Celebi.
-
So cosa vuoi dire. È un Pokémon misterioso, i
suoi avvistamenti
sono molto rari.
-
Esattamente. Ci sarebbero state centinaia di persone a cercarlo.
Anche malintenzionati, probabilmente. Invece no.
-
Si, hai ragione. Ma, purtroppo non posso dirti molto. Almeno per il
momento. Penso che sarai perfettamente in grado di scoprire da te la
verità. Anzi, in nome della nostra amicizia. Appena noterai
il primo
indizio, ti racconteremo tutto.
Il
ragazzo staccò una mano dal volante per fare con la
campionessa la
promessa del mignolo.
-
Scusate, quale storia vera?
Chiese
la donna, seduta dietro.
-
Nulla di che. Semplicemente che alcune cose che abbiamo detto al
processo, non corrispondono esattamente a come sono andate le cose,
ma lo hanno fatto per proteggerci.
-
Dopo tutto quello che abbiamo passato, mi sembra un buon
compromesso.
Il
viaggio terminò proprio di fronte alla villa.
Nonostante
gli sforzi combinati di tutti, lottare contro anni e anni di incuria,
non era affatto facile, ma comunque era molto apprezzabile
l’impegno.
Come
da tradizione il ragazzo, una volta sceso aveva aperto la portiera a
Camilla e, una volta che quest’ultima era scesa, aveva fatto
scattare il meccanismo a molla che permetteva di spostare in avanti
il sedile anteriore, rendendo l’uscita più agevole
a chi era
seduta dietro.
-
Eccoci arrivati. Io e mio babbo vivevamo qui fino a quando...
-
Capisco. Deve essere strano per te stare qui, dopo tutto quel che
è
successo. Ma ti capisco benissimo. Anche per me è
strano,
entrare in un posto in cui so che sono accadute delle cose
che… non
voglio nemmeno immaginare.
-
In ogni caso, credo che sia meglio entrare.
Rispose
la ragazza, che, nel frattempo, aveva raggiunto la porta della villa
e aveva suonato il citofono.
Ash
aveva aperto la porta quasi subito. Sapeva benissimo chi stava
arrivando e, proprio per questo doveva restare il più
tranquillo
possibile.
Aspettò
che entrassero tutti e richiuse la porta. Poi fece cenno ai quattro
di entrare nella sala da pranzo. Avevano sistemato la stanza come
meglio potevano, sistemando anche dei festoni sul soffitto.
-
Abbiamo pensato di organizzare una piccola festa di benvenuto. Appena
abbiamo scoperto che eri innocente e che saresti stata
rilasciata.
Spiegò
Lucinda.
-
Vi ringrazio, è stato molto carino da parte vostra.
Rispose
la donna.
Mentre
Ash, Orlando, Taelia e Lucinda si erano precipitati in cucina per
prendere le paste, la torta, le bibite, i panini e le pizzette
sfoglia, Camilla si era seduta accanto a Serena, intenta a coccolare
la sua Zorua.
-
Devo ammettere che sei esattamente come ti ha descritta Ash, sai?
Zorua è un Pokémon piuttosto difficile da
allenare, e sembra che ti
abbia presa in simpatia sai?
“Aspetta
un secondo”.
Nella
testa della campionessa suonò un campanello
d’allarme.
Zorua
è un Pokémon capace di creare delle illusioni,
quindi potrebbe
essere stato benissimo in grado di creare un finto Celebi.
Superato
un iniziale timore reverenziale, la ragazza le
spiegò di come,
anzitutto quell’esemplare di Zorua fosse una lei e di come le
sia
stata regalata non molto tempo prima da Orlando, in quanto la stessa
Zorua avesse mostrato delle simpatie nei
suoi
confronti.
Nel
mentre i quattro avevano completato due viaggi per portare tutto,
riempiendo la tavola di leccornie di ogni genere.
Prima
che potessero anche solo avvicinarsi a mangiare, qualcuno
suonò al
citofono, lasciando tutti perplessi.
-
Scusate, forse avrei dovuto dirvelo, ma ho chiesto alla mia
assistente se potesse venire. Siccome poi dobbiamo andare in un certo
posto, le ho chiesto se poteva aiutarci.
Spiegò
Orlando.
-
Figurati, non è un problema.
Rispose
Taelia.
Il
ragazzo aprì la porta e accompagnò la giovane
donna, magra, non
molto alta, capelli castano chiaro alla sala con tutti gli altri.
Indossava un paio di jeans e una maglietta della scuderia ARTM.
-
Lei è Luna, la mia assistente.
Luna
iniziò a fare conoscenza con tutti i presenti, partendo da
Diantha,
fino a Ash.
Dopo
le presentazioni, iniziarono a mangiare.
Orlando
si era seduto accanto a Camilla, che non aveva quasi mai smesso di
osservare la Zorua di Serena. Quindi si rivolse, sottovoce,
al
ragazzo.
-
Credo di aver capito. Avete usato la capacità di Zorua di
creare
illusioni per creare un finto Celebi. Siete stati furbi.
-
Devo ammetterlo. Ci hai sgamati.
-
Però perché inventarsi la storia di Celebi?
Sapete che cosa sarebbe
successo se qualcuno si fosse veramente mosso e…
-
Avevamo dei motivi. Credimi.
-
Ehi! Cos’avete da confabulare?
Chiese
Lucinda, un po’ indispettita.
-
Immagino
che anche lei abbia scoperto la verità.
Le
rispose Diantha.
-
Anche tu sapevi che la storia di Celebi era una montatura?
-
Sin da subito. A dire il vero i soli a non conoscere la storia erano
i capipalestra e i superquattro. Per cui credo che sia giusto che
anche lei sappia la verità.
-
Lei va benissimo. È una persona a cui affiderei la mia vita
ma…
-
Se volete mi allontano. Quando finite mi avvistate e ritorno.
Luna
si sentì chiamata in causa.
-
No, scusami, se vuoi puoi restare.
Lucinda
si ricompose immediatamente.
Raccontarono
tutta la storia, da come si sono incontrati a come sono giunti a
scoprire l'innocenza della donna.
Dopo
aver sentito tutto quel racconto, Camilla era piuttosto sconvolta. Ne
aveva sentite storie strane, ma mai come quella.
Diantha
guardò il suo orologio.
-
Dovrebbe essere quasi ora.
-
Si, credo che potremo iniziare ad andare.
Le
rispose Orlando.
-
Certo, ma la tua auto ha solo quattro posti e noi siamo…
Ash
iniziò a contare i presenti sottovoce.
-
Nove.
-
Non è un problema. La mia ha sette posti.
Gli
rispose Luna.
-
Ciò vuol dire che qualcuno deve andare con lui.
Aggiunse
poco dopo.
-
Io mi chiamo fuori.
Diantha
cercò di battere tutti sul tempo.
Non
servì. Gli sguardi di tutti erano puntati inesorabilmente su
di
Lucinda.
La
ragazza, sentendo questa pressione addosso, non poté far
altro che
accettare. Si, si era riappacificata con il ragazzo che, spesso aveva
accusato ingiustamente. Alla fine si era trattato solo di una serie
di coincidenze.
Mentre
tutto questo accadeva, Darkrai stava frugando nella borsa di Taelia.
Alla fine trovò quel che cercava. Una Pokéball.
Che
immediatamente passò alla ragazza.
-
Mi stai dicendo che…
Non
ricevendo risposta, la ragazza lanciò la Pokéball
contro il Pokémon
misterioso, che venne immediatamente catturato.
-
Ora vieni fuori, Darkrai!
La
ragazza aprì la Pokéball permettendo al
misterioso di uscire.
Salirono
a bordo delle rispettive auto e si diressero verso
l’autodromo.
Nel
minivan guidato da Luna, Samuela, seduta sul sedile anteriore, aveva
solo una domanda.
-
Scusa, ma dove stiamo andando?
Chiese
a Luna.
-
Non posso dirtelo, mi dispiace.
Samuela
era salita senza fare domande, e ora non poteva nemmeno uscire. Il
sistema automatico aveva chiuso le portiere e saltare fuori a quella
velocità non era un'opzione.
Alla
fine il viaggio terminò proprio all’autodromo, non
molto lontano
dalla città. Dopo essersi fermati nei parcheggi, e essere
scesi,
raggiunsero uno degli ampi edifici di servizio dell’autodromo.
Samuela
ancora non sapeva nulla ed era un po’ disorientata. Cosa ci
faceva
tutta quella gente?
-
Volevamo che fosse una sorpresa.
Le
spiegò Serena.
-
Abbiamo organizzato, grazie anche ad alcuni sponsor, siamo riusciti
ad organizzare una piccola asta di beneficenza per te e Taelia.
Insomma, per aiutarvi dopo tutto quello che avete passato.
Aggiunse
poco dopo.
-
Siete stati davvero gentili a pensarlo.
Rispose
la donna.
Extra:
L’asta di beneficenza e un nuovo Gran Premio
A
presentare l’asta, davanti alle svariate persone, Diantha, la
campionessa.
-
Sono
estremamente felice di essere qui a fare da banditrice in
quest’asta
anche di più perché si tratta di beneficenza.
Immagino conosciate
la loro storia. E se siete qui immagino vogliate aiuarle.
Detto
questo, il formato dell’asta è semplice. Prima
verranno presentati
e acquistati e dopo la fine dell’asta chi ha acquistato il
lotto
otterrà quanto ha acquistato secondo le diverse
modalità.
Ma
non perdiamoci in chiacchiere. Cominciamo con il primo lotto. Cinque
giri di pista su una triposto guidata da Orlando Bir in persona.
Compreso anche una dimostrazione di pit stop.
Prezzo
di partenza mille dollari.
Immediatamente
dalle tribune fioccarono numerose offerte.
-
Millecinquecento… duemila…
duemilacinquecento… tremila…
tremilacinquecento… quattromila…
Sembrava
che ora a fare offerte fossero solo una donna dai lunghi capelli
biondi, una ragazza dai capelli rossi tagliati corti e
un’altra
ragazza dai capelli castani.
Quest'ultima
si era tirata indietro superati gli ottomila dollari. La rossa si era
arresa superati i cinquantamila.
-
Quante volte te lo devo dire? Ormai ho diciassette anni, sai che
posso scegliere per me cosa prendere…
-
Scusa, è che davvero credevo piacesse a te e a tuo fratello.
Sai
bene che la Fondazione è uno dei promotori del Gran Premio
di
Alola. Se i figli della promotrice non…
-
Si, per me va anche bene. Ma avrei preferito altro.
Rispose
un ragazzo biondo, come lei con uno strano taglio di capelli.
-
E sai benissimo che Lylia ha paura di correre su quei bolidi.
-
Oh, giusto… e cosa avreste preferito? Se posso rimediare?
- Ho
visto i lotti e sinceramente mi piacerebbe lottare contro Orlando.
Tre contro tre. Dicono che sia un allenatore estremamente abile.
-
Bene, e tu?
-
Non so. Trovo molto affascinanti le gare Pokémon.
Solo che ad
Alola non sono proprio di casa e…
-
Si, capito. Ci sono dei corsi tenuti da delle maestre d'eccezione
proprio come dei lotti.
Mentre
parlavano, i due lotti successivi, del tutto identici, aggiudicati
rispettivamente dalla rossa e dalla castana. Per un totale di
cinquantamila dollari.
-
Mi sorprende che Camilla non abbia offerto per questi giri. Voglio
dire, è una persona che ama fare esperienze del genere.
Commentò
Ash, sottovoce.
-
Dovresti conoscerla, è una persona che preferisce un
approccio un
pochino più diretto.
Gli
rispose Orlando.
Intanto
l’asta continuava.
-
E ora il quarto lotto. Una lotta tre contro tre contro Ash Ketchum!
Base d’asta cento dollari! Duecento…
duecentocinquanta…
trecento… trecentocinquanta…
Le
offerte continuavano a salire. In breve le offerte superarono i mille
dollari, per poi fermarsi a duemilacinquecento, offerti da un ragazzo
in fondo.
-
E ora il lotto successivo, una lotta totale contro Ash Ketchum! Base
d’asta duemila dollari! Tremila… quattromila!
Cinquemila…
-
Se
permettete io offrirei ventimila.
-
Lo sai che tu puoi anche senza chiederlo.
Gli
rispose Ash.
-
Certo, ma chiedendo gratis non avrei aiutato.
-
Come vuoi.
-
Nessuno offre di più?
I
vari partecipanti all’asta, anche sorpresi per
l’enorme aumento
dell’offerta, restarono in silenzio.
I
seguenti lotti erano una gara di lotta contro Lucinda, poi una gara
contro Serena, un corso sulle gare da parte di ognuna delle due e le
lotte contro Orlando. E anche diversi cimeli.
In
tutto l’asta raccolse la bellezza di novecentomila
dollari.
Tutti
erano soddisfatti del risultato dell’asta.
-
Molto bene. Allora, gli allenatori che hanno vinto all’asta
le
lotte sono pregati di avvicinarsi e di comporre una fila alla mia
destra. Quelli per le gare di lotta a sinistra.
Diantha
diede istruzioni al microfono. Seguita poco dopo da Ash.
-
Allora… alla mia destra chi ha vinto all’asta i
corsi per le
gare. A sinistra chi ha vinto i giri sulla triposto.
Le
varie persone si avvicinarono secondo le istruzioni.
-
Lylia, Iridio! Da quanto tempo!
-
Ciao Ash!
Lo
salutarono entrambi.
-
Ah, giusto, scusate, non vi ho presentati…
-
Loro so chi somo.
Il
biondo, per un attimo indicò le due
campionesse…
-
Ma quelle due ragazze… mai viste.
-
Ma scherzi? Sono due supercoordinatrici e, tra l’altro,
Serena è
la regina di Kalos.
Lo
riprese la sorella.
-
Come vuoi.
Pochi
istanti dopo vennero raggiunti anche da altri volti noti.
-
Vera, Max! Zoey!
Salutò
Lucinda.
Finito
il giro di presentazioni, Lucinda pose alle amiche la domanda delle
domande.
-
Scusate se ve lo chiedo, ma come mai non siete venute
all’esibizione
prima della gara?
-
Io non sono venuta perché avevo una gara Pokémon.
Al contrario di
voi non sono diventata una supercoordinatrice.
Spiegò
Vera.
-
E hai pagato profumatamente per fare dei giri di pista con il ragazzo
che ti ha sconfitto quando hai tentato le gare ad Hardana.
La
punzecchiò il fratello minore. Nonostante fosse cresciuto e
fosse
diventato un allenatore a tutti gli effetti, era rimasto comunque
piuttosto puntiglioso.
-
Hai sottovalutato il suo Metagross. Pensavi che Blaziken potesse
essere avvantaggiato con il suo tipo, ma non hai tenuto in conto del
fatto che Metagross fosse anche parzialmente di tipo psico e…
-
Si, si… ma appena mi ha sconfitta è stato molto
sportivo. Si è
offerto di aiutarmi nell’aspetto più…
fisico della lotta
diciamo. Cosa che avevo quasi del tutto dimenticato.
-
Che intendi con aspetto più fisico?
Le
chiese Lucinda.
-
Allora… lì ho capito perché
nell’ambito delle gare era chiamato
“il Professore”.
Se
nelle fasi di esibizione era abbastanza normale come modo di
esibirsi. Diciamo che era bravo, ma non eccezionale.
-
Mì che ti sento!
Le
rispose il ragazzo, in tono ironico.
-
Poi tutto cambiò quando venimmo abbinati ai quarti. Avevo
visto la
sua lotta e mi ero accorta di come il suo modo di lottare fosse
diverso da qualsiasi altro coordinatore che conoscessi.
Non
ricordo di preciso tutta la lotta contro di lui, ma solo il suo
cambio di approccio a metà lotta circa. Eravamo abbastanza
in
equilibrio e in quel momento chiesi a Blaziken un
Calciardente.
-
Non potevi fare un errore più grosso.
Si
intromise il fratello.
-
Non serve che lo rimarchi. In ogni caso bloccò il calcio con
uno dei
suoi arti e salì di quota, tenendo Blaziken imprigionato. Si
precipitò poi con un devastante Cozzata Zen e, insomma,
Metagross
non è esattamente un peso piuma.
-
Quindi sei stata sconfitta per KO?
Le
chiese Lucinda.
-
Si. Abbastanza triste. Solo che poi non ho capito perché si
è
voluto ritirare dal giro dopo aver vinto il Gran Festival. Quando
abbiamo fatto quelle sessioni di allenamento è stato
piuttosto
enigmatico. Mi ha solo detto che non è un titolo che devi
difendere
e che non aveva senso continuare con le gare.
-
Si certo, ma ti sei dimenticata di dire che Blaziken si è
fatto due
mesi con il gesso e un mese di riabilitazione. E da allora hanno
bandito dalle gare i Pokémon sopra i quattrocentodieci
chili. I pesi
estremi, insomma.
La
sbeffeggiò il fratello.
-
Capiscilo.
Le
rispose Ash. Ignorando il commento di Max.
-
È il campione della lega della regione ed è
campione in carica
della massima categoria automobilistica. Insomma… titoli che
devi
difendere.
Aggiunse
poco dopo.
-
Non me ne vogliate, ma ora chi deve fare i giri nella triposto venga
con me.
Li
interruppe Orlando.
-
Lucinda, ti va di fare i giri con me?
Le
propose Zoey.
-
In verità ci dovrei già andare con Serena
per…
-
Che importa? Ti fai il doppio dei giri!
Lucinda
non sembrava fosse felice della cosa. Doveva trovare una soluzione.
Di certo non poteva rifiutare la proposta dell’amica e
rivale.
-
Va bene, ma prima devo risolvere una piccola cosa. Con Ash. Spero che
gli vada di sostituirmi nei giri che avrei già dovuto fare.
Soprattutto perché è la sua ragazza.
-
Ash? Ti sei fidanzato e non mi dici nulla?
Il
ragazzo non rispose.
Il
gruppo si diresse verso la stanza dove si sarebbe tenuto il briefing.
Vera, forse distratta dal fatto che, finalmente l’amico si
fosse
sistemato, non si accorse dell’assenza del fratello, che
aveva
iniziato a fare amicizia con Taelia.
Arrivati
alla stanza, si accomodarono nelle sedie poste davanti alla lavagna
luminosa dove il ragazzo avrebbe spiegato come funzionava il format.
-
Sarò breve. Allora. Dal momento che per fare i sedili, le
aerografie
per i caschi e le tute su misura ci vuole tempo, i giri, a tutti gli
effetti, li faremo tra una settimana. Però sono obbligato a
spiegare
queste cose adesso.
Comunque
sia dopo andrete a prendere le misure per le tute, le aerografie per
i caschi e su tutto i sedili. In ogni caso, non mi
dilungherò troppo
nel tecnico. Sappiate che si tratta di una vettura spinta da un V10 a
V stretta con quattro turbo con altissimo carico aerodinamico e
quanto più si desideri da un’auto da corsa.
In
ogni caso non è importante. Le cose importanti sono solo
due.
Dovrete completare la prova di evacuazione statica in quindici
secondi e per salire a bordo bisogna avere sedici anni, ma non penso
sia un problema.
Per
come è strutturata l’auto si riescono a garantire
valori di
velocità e carico del tutto paragonabili a quelli di una
monoposto.
O proporzionali ad essa.
-
Mi si sta fondendo il cervello.
Commentò
Ash dagli spalti.
Orlando,
probabilmente non sentendolo, continuò il suo discorso.
-
A livello di potenza siamo su valori praticamente doppi rispetto a
una monoposto normale, per compensare il maggior peso. Non è
stata
ovviamente trascurata la sicurezza utilizzando i materiali
più
avanzati a disposizione. Nel corso dei giri ci sarà una
dimostrazione di pit stop, in cui verranno sostituite le quattro
gomme. In quel momento dovete stare il più fermi possibile.
L’auto
è sui cavalletti e un movimento può
danneggiarli.
Ultima
cosa riguarda il funzionamento dei giri. Nel lotto sono compresi
cinque giri, ma in realtà sono sette. Perché
è compreso un primo
giro di schieramento e un giro di rientro.
Solo
una piccola cosa. Non è chiaramente obbligatorio, ma
è fortemente
consigliato non indossare dei gioielli. Diciamo che se possono essere
tolti senza problemi, è meglio farlo. Non vi preoccupate, ci
sono
delle cassette di sicurezza, quindi saranno al sicuro.
-
Max.
Disse
Vera sottovoce.
-
Lui non può salire.
Aggiunse
poco dopo.
Quello,
in ogni caso, era il problema minore. Il fratello era sparito e,
apparentemente, non era la sola persona a non essere presente.
Inspiegabilmente anche Lylia si era defilata e il fratello era andato
a cercarla.
La
sua ricerca fu di breve durata. La ragazza, insieme al suo Vulpix
Alola, si trovava letteralmente nella stanza accanto. Seduta al buio.
Il
ragazzo accese la luce. I tubi al neon dopo alcuni sfarfallii, si
accesero, illuminando la stanza, facendo spaventare la ragazza per un
attimo.
-
Come mai sei scappata?
Le
chiese a bruciapelo.
-
Non pensare di convincermi a salire. Sai bene il motivo. Non pensare
che perché sei mio fratello, allora riesci a convincermi di
tutto.
Sai che ho paura. E se qualcosa andasse storto? No. Trovati
qualcun’altro con cui fare quei giri.
-
Ma la mamma li ha comprati per noi.
-
Pensando di fare una buona azione, lo so. Ma ha dimenticato una cosa
importante.
-
Se non riesco a convincerti io, credo che qualcun’altro
potrà
farlo.
Anche
il secondo allarme era rientrato in breve. Max era semplicemente con
Taelia. Stavano facendo amicizia, il che per Vera era una buona
notizia, contrariamente a quella che avrebbe dovuto dare al fratello.
Nel
mentre, nella stanza, Lylia era stata raggiunta da
qualcun’altro.
-
Disturbo?
Nonostante
lo avesse sentito poche volte, la ragazza lo aveva immediatamente
riconosciuto.
-
Immaginavo che ti avrebbe fatto venire, non è
così?
-
Inutile mentire. Mi ha detto che sei una ragazza molto intelligente e
perspicace, quindi ti accorgeresti immediatamente se mento. Piuttosto
posso sedermi vicino a te?
-
Fai pure. Ma non credere di riuscire a convincermi.
-
E chi vuole farlo?
-
Non vorrai usare la psicologia inversa? Con me non attacca.
-
No. Mi ha detto che hai paura di correre o com’è
che funziona?
-
Ho paura della velocità e basta. Non è facile da
spiegare. Per
nulla. Perché siamo arrivati qui in aereo e non ho avuto
paura.
-
Certo, ma lo sai meglio di me. In aereo, a migliaia di metri di
altezza e a mille chilometri all’ora, vale il principio
d’inerzia.
Se
il volo è tranquillo, sei alla sua stessa
velocità ed è come se
fossi ferma. E lo stesso valeva anche con degli aerei che venivano
usati sino a una ventina di anni fa, che permettevano di superare la
velocità del suono e permettevano di fare da Goalwic ad
Austropoli
in appena tre ore e mezza.
Invece
su di un’auto da corsa è molto raro restare a
velocità costante.
Accelleri e freni in continuazione, poi non parliamo delle curve e
anche e soprattutto del fatto che raramente l'asfalto è
perfettamente liscio.
-
Si. Io ho più paura degli incidenti che della
velocità. L’aereo è
il mezzo di trasporto più sicuro che ci sia. Ho paura di
potermi
fare seriamente male e di non poter più stare con Vulpix,
con i miei
amici, con la mia famiglia…
-
Ti capisco. Ma… credimi. Parli con un esperto collaudatore
di
barriere. Ti posso assicurare che è molto molto difficile
farsi
male. Anche nei casi apparentemente più gravi. E poi, spesso
creano
delle opportunità che spesso non avremo mai potuto avere,
non è
vero?
Meloetta
smise di essere invisibile, palesandosi davanti alla ragazza e
avvicinandosi al Vulpix della stessa. Accarezzandolo
affettuosamente.
-
E io che credevo che popolasse solo le leggende. E invece esiste
davvero. Ma tutte dicevano che fosse estremamente timida…
eppure
sembrate piuttosto in confidenza, ecco.
-
Sai. Lei è forse l’esempio migliore di quelle
opportunità di cui
ti parlavo. Siamo diventati amici proprio dopo un incidente molto
brutto.
-
Del tipo?
Dal
tono era evidente come la ragazza fosse piuttosto impaurita.
-
Del tipo che hanno dovuto raccogliere la macchina con la scopa e la
paletta.
La
ragazza si spaventò ancora di più.
-
Sto scherzando, ovvio. La cellula di sicurezza è rimasta
perfettamente integra. Certo, poi mi hanno comunque costretto a fare
dei controlli, ma stavo comunque bene, era solo precauzione. Lei si
era preoccupata per me ed era anche grata per il fatto che le avessi
salvato la vita. A parte tutto forse è meglio che non ti
mostri le
foto dell’auto incidentata.
-
Adesso che ci penso se noi siamo diventati amici è proprio
grazie a
un incidente non molto piacevole, non è vero, Bianchino?
Il
Vulpix della ragazza fece cenno di approvazione.
-
Credo che tu sia riuscito a convincermi sai?
Poco
dopo i due uscirono dalla stanza. Non troppo distante dalla stanza,
li attendeva il fratello della ragazza. Impaziente di sapere se lui
fosse riuscito o meno a convincerla.
-
E allora?
-
Si, è riuscito a convincermi. Devo dire che non credevo che
ci
sarebbe riuscito. Ma è sempre stato positivo e mi ha aiutato
a non
avere paura.
-
Bene, ma forse è ora che andiate con gli altri alla
sartoria, dove
vi prenderanno le misure per le tute. Seguite il cartello. Poi, dopo
troverete il reparto design, per i caschi.
-
Certo che siete proprio complicati qui.
In
ogni caso i due si accodarono alla fila.
La
sarta aveva appena finito con Vera, un po’ dispiaciuta per
non
poter compiere quell’esperienza con il fratello, ma comunque
contenta di poter condividere l’esperienza con un ex compagno
di
viaggio.
E
ora, si trovava nel reparto dedicato al design del casco. La scelta
della giusta taglia fu piuttosto rapida, contrariamente a quella del
design.
Era
un pò strano per lei partire da una tela completamente
bianca. Poter
partire totalmente da zero. Nemmeno l’esperta consulenza di
un
designer sembrava poterla aiutare, o ancora di più il fatto
che
potesse avere piena libertà nello scegliere le forme e i
colori da
applicare sul casco.
Aveva
numerosissime idee in testa, ma non sapeva proprio da dove partire.
Voleva qualcosa che fosse femminile, ma non per forza con dei colori
sgargianti o forme strane. Voleva che raccontasse qualcosa di lei,
delle sue passioni, che gridasse al mondo chi fosse.
Alla
fine ebbe l'illuminazione.
La
calotta del casco era di un rosa pallido, molto delicato, sulla parte
bassa, fino all’altezza in cui si trova il perno
più basso della
visiera. Fece disegnare delle foglie e dei fiori, molto sottili,
utilizzando colori come il verde e il giallo.
Sul
lato destro del casco un aeroplano stilizzato, colorato di azzurro,
sul lato sinistro, in lamina d’oro la sagoma della regione di
Hoenn, con una stellina sulla mappa in corrispondenza della cittadina
di Petalipoli.
Nella
parte posteriore, sempre in lamina d’oro, i kanji 探検、夢、発見
che
significavano esplora, sogna, scopri.
Alla
fine la ragazza era piuttosto soddisfatta del suo casco. Anche se lo
avrebbe potuto toccare con mano solo dopo una settimana.
Poco
dopo toccò a Lucinda. Anche lei, come l’amica era
piuttosto
indecisa sullo stile del casco. Voleva un casco che condensasse le
sue passioni. Moda, disegnare vestiti, viaggiare, anche lei, come
l'amica, non voleva un casco troppo appariscente e femminile, se
così
si può dire. Il suo colore preferito era il blu, per cui
desiderava
che il casco ne avesse almeno un pò.
Voleva
anche che sul casco fosse presente una specifica data, quella in cui
aveva coronato il suo sogno.
E
che rappresentasse anche i suoi Pokémon, compresa Ambipom,
nonostante non facesse più ufficialmente parte della sua
squadra da
molti anni.
Alla
fine, impiegando anche più tempo dell’amica,
riuscì nell’impresa.
Un
casco blu, lo stesso colore del suo Piplup, un dettaglio simile al
pizzo bianco nella parte bassa del casco, sempre al livello dei perni
bassi della visiera, da un lato tante sagome in bianco diversi
vestiti stilizzati. Dal lato opposto una foto della sua squadra.
Dietro, infine la data del Gran Festival in cui aveva coronato il suo
sogno di diventare supercoordinatrice.
Serena,
contrariamente alle altre, aveva già delle idee sullo stile.
Voleva
sicuramente del giallo e del rosso nel suo casco, con un tocco di
bianco.
Voleva
che rappresentasse il suo animo gentile e a volte ribelle, la sua
sensibilità a l’enorme forza di
volontà, ma che non la facesse
apparire vanitosa.
Alla
fine, il suo casco aveva una base bianca.
Dal
lato destro diversi tipi di fiori, di numerosi colori. Dal lato
opposto numerosi disegni di Vivillon, di diversi motivi. Sul retro la
scritta “trova la tua strada”.
Venne
il momento di Lylia. Che scelse un casco a tema Alola.
Voleva
rappresentasse l’eterogeneità dei paesaggi della
sua regione e
dichiarare il suo amore per quella terra.
Più
particolare la scelta del fratello maggiore.
Un
casco in nudo carbonio decorato con degli anelli gialli che
ricordavano il suo Umbreon, e alcuni tocchi di rosso, di due
tonalità, una più chiara e una più
scura e altri tocchi di
bianco.
Era
arrivato il momento di evadere i primi lotti. Lucinda aveva preso
Lylia da parte per insegnarle i segreti delle gare. Lo stesso aveva
fatto Serena con un’altra giovane allenatrice.
Gli
allenatori che, invece avrebbero dovuto partecipare alle lotte,
avevano portato i rispettivi Pokémon all'infermiera.
Fatto
questo, tutti gli interessati alla lotta e chi era interessato a
seguirle, si erano diretti ad un’area attrezzata del paddock.
Due
campi lotta separati e altrettante tribune per assistere.
Max,
ancora deluso per il fatto di non poter fare quei giri, ma
perché si
poteva diventare allenatori a dieci anni, ma non si poteva salire a
bordo della triposto solo a sedici? E lo stesso si poteva dire per
accedere alla pitlane. Sotto i sedici anni si poteva accedere solo
sotto la responsabilità di chi ne avesse sedici o
più? Ma era
consapevole di non poterci fare nulla. Le regole sono regole e basta.
Decise
di proporre una lotta a Taelia. Due contro due. Il campo lotta era
libero e voleva approfittarne per dimostrare di essere un allenatore
capace.
La
ragazza aveva accettato di buon grado.
Il
ragazzo non poteva fare un errore peggiore. Impostò
l’arbitro
elettronico per una lotta due contro due. Sostituzioni non ammesse e
tutto il resto.
I
due schierarono i loro Pokémon. Max il suo starter, uno SC,
proprio
come aveva promesso anni e anni prima alla sorella. Aveva preso un
Treecko come starter e ora si era evoluto.
Taelia,
lasciandolo di sorpresa, schierò il suo Azumarill.
Il
ragazzo era perplesso. Perché utilizzare un
Pokémon di tipo acqua e
folletto contro un tipo erba? Certo, spesso aveva avuto dimostrazione
di come le combinazioni di tipo non avessero troppa importanza.
-
A te la prima mossa!
La
invitò il ragazzo. In realtà era parte della sua
tattica. Poteva
imparare qualcosa dal modo di approcciarsi dell’allenatrice.
La
ragazza non aveva idea dei pensieri del ragazzo e non esitò.
-
Bene, Azumarill! Usa Panciamburo!
Il
Pokémon Acquniglio si colpì ripetutamente la
pancia con gli arti
superiori, procurandosi dei danni, ma aumentando a dismisura il suo
potenziale offensivo.
-
SC, usa attacco rapido!
Il
Pokémon Foresta si mise a correre rapidamente contro
l’avversario.
-
Azumarill! Schiva! Poi usa Gelopugno!
-
Gelopugno?
Il
ragazzo ripeté il nome dell’attacco
sottovoce.
Azumarill
si era spostato appena in tempo. Colpendo il Pokémon foresta
con un
potente pugno ghiacciato.
“Ragiona,
Max, ragiona!”
Pensò
il ragazzo. Azumarill ha l’abilità Macroforza
quindi ha usato
Panciamburo per aumentare ulteriormente il suo potere offensivo a
dismisura. Per poi colpire con Gelopugno. È più
brava di quanto
pensassi!
-
Bene, Sceptile, usa Fendifoglia!
Le
foglie sulle braccia del Pokémon si illuminarono di verde
chiaro
diventando come delle lame.
-
Azumarill! Usa sostituto! Presto!
Il
Pokémon eseguì il comando
dell’allenatrice, creando una copia
illusoria di se stesso che venne colpita al suo posto. Confondendo il
ragazzo.
-
Dobbiamo riprovare Sceptile! Non potrà usare sostituto
all’infinito!
Usa di nuovo fendifoglia!
Questa
volta Azumarill era in posizione più avvantaggiata.
L’utilizzo del
sostituto agli occhi della sua allenatrice era inutile.
Sceptilestava
correndo nuovamente contro l’avversario, che sembrava quasi
tranquillo. Come se confidasse che la sua allenatrice sapesse cosa
fare.
-
Aspetta Azumarill. Non è ancora il momento.
Ormai
Sceptile era vicinissimo.
-
Ora, di nuovo! Gelopugno!
Questa
volta il pugno venne usato per difendersi, piuttosto che per
attaccare effettivamente. Questo lasciò lo stomaco del
Pokémon allo
scoperto. Senza che la sua allenatrice le dicesse nulla, il
Pokémon
Acquniglio colpì con un secondo pugno proprio in pieno
stomaco,
facendolo indietreggiare.
Il
ragazzo, notando la pietrachiave nel bracciale della ragazza,
comprese come la stessa fosse capace di usare la megaevoluzione.
Il
ragazzo pensò di fare altrettanto. Il suo Sceptile aveva
subito dei
danni dalla lotta e forse il solo modo per battere
quell’Azumarill
era proprio quello. E poi, se aveva imparato una cosa da Ash era
quella di essere imprevedibile.
Il
ragazzo toccò la sua pietrachiave che reagì con
la megapietra del
suo Sceptile. Questo scatenò una grossa quantità
di energia che
permise al Pokémon foresta di cambiare forma.
Divenne
più alto, la sua coda crebbe di dimensioni e sulla schiena
spuntarono diverse sfere di colore giallo.
Questo
colse di sorpresa la sua avversaria, almeno per alcuni istanti.
Sufficienti a permettere a Mega Sceptile di colpire Azumarill con un
Attacco Rapido. Il Pokémon venne scaraventato dalla parte
opposta
del campo di lotta.
Il
Pokémon tentò di alzarsi, ma senza successo.
-
Azumarill non può più continuare.
-
Sei stato bravissimo. Ora però riposati.
-
Bene, Sceptile, sei stato bravissimo, ma non abbassare la guardia, mi
raccomando.
Il
cambio di tono quando si rivolse alla sua avversaria fu piuttosto
evidente.
-
Visto? Sono riuscito a sconfiggere il tuo primo Pokémon e
Sceptile è
ancora in forma.
La
ragazza diede uno sguardo al Pokémon avversario. A tutti gli
effetti
sembrava che il ragazzo avesse ragione, ma guardando bene la pancia
del Pokémon, erano ben evidenti i danni subiti dagli
attacchi di
tipo ghiaccio subiti in precedenza.
In
ogni caso, Taelia prese la sua seconda Pokéball.
-
Gardevoir, vieni fuori!
La
Gardevoir shiny della ragazza uscì dalla
Pokéball, piazzandosi nel
suo lato del campo.
-
Azumarill è stato sconfitto, conto su di te. Non abbiamo
molta
scelta.
La
ragazza toccò la pietrachiave nel suo bracciale.
-
Megaevoluzione!
Max
non si era sbagliato. La sua avversaria aveva sfruttato la
megaevoluzione. Solo che non gli ci volle molto prima di realizzare
che ora non fosse più lui ad avere il coltello dalla parte
del
manico.
-
Gardevoir, usa Magibrillio!
Il
corpo del potente Pokémon Abbraccio si illuminò
di numerosi colori,
quindi spedì contro l’avversario
l’enorme quantità di energia.
Sceptile si coprì gli occhi cercando di sopportare
quell’enorme
quantità di energia. Tuttavia sembrava che questo non
bastasse.
L’attacco
era davvero potente e i danni subiti si erano fatti sentire dal primo
all’ultimo.
Sceptilecrollò
a terra. Sconfitto e senza più il potere della
Megaevoluzione.
Il
ragazzo lo riceverò nella Pokéball.
-
Hai fatto del tuo meglio. Ora riposati.
Il
ragazzo venne colto impreparato. Pensava che Sceptile fosse in grado
di gestire ogni situazione, ma si era sbagliato. Contrariamente alla
sua avversaria, che quasi si aspettava di dover rinunciare al suo
Pokémon. per lui era tutto il contrario. Il
Pokémon che aveva
intenzione di schierare era Gallade. Il solo altro Pokémon
completamente evoluto che aveva in squadra. Nonostante questo sapeva
che, per quanto fosse forte era comunque molto svantaggiato.
Ma,
dopotutto non aveva scelta.
-
Gallade, tocca a te!
Appena
il Pokémon Lama entrò in campo, il suo allenatore
si affrettò ad
ordinare un attacco Nottesferza. Il Pokémon stava correndo a
grande
velocità contro la megaevoluzione della sua controparte.
-
Molto bene Gardevoir, usa Psichico.
I
poteri psichici del Pokémon, amplificati dalla
megaevoluzione,
bloccarono l’avversario nella sua corsa.
-
Eccezzionale.
Commentò
il ragazzo, sottovoce.
-
Diamine, devo riprendere la concentrazione.
Aggiunse
poco dopo. Non accorgendosi di quello che stava accadendo al suo
Pokémon, immobilizzato e violentemente lanciato contro uno
dei muri
perimetrali del campo.
Questo
liberò il Pokémon dalla morsa
dell’attacco, ma contemporaneamente
gli fece subire numerosissimi danni.
Non
abbastanza da sconfiggerlo, ma sufficienti per stordirlo.
Riuscì
comunque a rialzarsi, in attesa di ricevere istruzioni dal suo
allenatore. Che non tardarono ad arrivare.
-
Bene, se ti avvicini troppo rischi di ricadere nel suo potente
psichico, quindi se vogliamo davvero vincere dobbiamo inventarci
qualcosa. Usa pietrataglio!
Il
Gallade del ragazzo diede un calcio al terreno. Da esso comparvero
numerosi massi acuminati, uno più alto dell’altro.
La
ragazza rimase attendista. La sua Gardevoir aveva piena fiducia in
lei. Se non diceva nulla era perché aveva sicuramente
qualcosa in
mente.
-
Adesso! Distruggi il pietrataglio con Fulmine!
Il
potente attacco elettro dapprima frantumò i massi in
numerosi pezzi,
lo, proseguì dritto verso il Gallade avversario, che
subì ulteriori
danni, ma non volle demordere.
Questo
attacco colse Max totalmente impreparato. Non solo poteva contare su
attacchi a breve distanza, ma anche a lungo raggio. E, a quanto
pareva, la Gardevoir della ragazza aveva un ultimo asso nella manica.
Fino a quel momento aveva usato unicamente tre mosse.
Il
ragazzo, notando come il suo Gallade fosse allo stremo delle forze.
Doveva inventarsi qualcosa per guadagnare del tempo.
-
Gallade, usa Doppioteam! Quindi vai di Nottesferza.
Il
Pokémon eseguì, generando una moltitudine di
cloni che si
dirigevano a grande velocità contro la Gardevoir avversaria.
-
Non proprio quello che mi aspettavo, ma ci va comunque bene, non
è
vero? Bene, allora crea una Palla Ombra, più grande che
puoi. Poi
mira a quello che credi che sia il vero.
Il
Pokémon abbraccio seguì l’ordine della
sua allenatrice, generando
una gigantesca sfera di energia oscura. Appena non fu in
grado
di gestirla, la lanciò.
La
sua intuizione si rivelò corretta. Gallade cadde a terra di
schiena.
Sconfitto.
-
Spero che mia sorella non mi abbia visto.
Commentò
il ragazzo, per poi avvicinarsi al centro del campo, come del resto
aveva fatto la sua avversaria.
I
due si strinsero la mano.
-
Devo ammettere che quando Sceptile ha sconfitto il tuo Azumarill,
credevo di avercela fatta, ma poi hai ribaltato l’incontro,
dimostrandomi cosa significhi realmente essere forte.
Se
solo penso che nessuno dei miei Pokémon è stato
in grado di
toccarla.
-
Forse dovresti smettere di essere così analitico e dovresti
pensare
di più a prendere esempio da lei che ha sempre avuto la
situazione
in mano.
Il
ragazzo si limitò a non rispondere.
In
ogni caso, i due dovettero lasciare il campo ad altri, in particolare
a chi aveva vinto all’asta le lotte. Cominciando da Ash e
dalla
ragazza che aveva vinto la lotta tre contro tre.
Era
una ragazza più o meno della sua età, aveva i
capelli neri e
tagliati corti. Era vestita completamente di nero. Era piuttosto alta
e molto magra.
Fu
quest’ultima ad impostare l'arbitro elettronico. Una lotta
tre
contro tre con sostituzioni ammesse.
I
due si disposero sui lati opposti del campo di lotta.
-
Molto bene Braviary, tocca a te!
-
Pikachu,
te le senti?
Il
Pikachu di Ash scese dalla sua spalla e si schierò sul suo
lato del
campo.
-
Certo che per essere l’allenatore più forte sei
proprio
prevedibile!
La
sua avversaria tentò di provocarlo. Senza successo.
-
Pikachu vai! Attacco Rapido!
Il
Pokémon topo si mise a correre contro
l’avversario, nel tentativo
di colpirlo.
-
Vola in alto e schiva, poi usa Eterelama!
Il
Pokémon volante seguì il comando della sua
allenatrice, librandosi
in volo e evitando l’attacco. Quindi con le ali
generò diverse
lame d’aria, nel tentativo di colpire l’avversario.
-
Pikachu evitale e salta poi usa codacciaio!
Pikachu
spiccò un balzo sfruttando i muscoli delle zampe posteriori.
Riuscì
a raggiungere l’altezza dell’avversario e a colpire
un’ala con
la coda, facendolo cadere a terra.
Riuscì
a riprendere il volo non senza difficoltà dopo
l’insistenza della
sua allenatrice. Quest’ultima era consapevole del fatto che
il
Pikachu fosse salito in groppa al suo Pokémon e che non
aveva di
certo intenzione di mollare la presa. Era sicura che non avrebbe mai
usato Fulmine, perché sebbene ci sarebbe stato Braviary ad
attutire
la caduta, utilizzare un attacco come quello sarebbe stato un grosso
rischio.
Gli
aveva ordinato di usare aeroassalto per fare in modo che il
Pokémon
topo, mollasse la presa, dovendo salire e scendere in continuazione,
ma si era scordata di avere a che fare con un campione del
mondo.
Senza
esitazione Ash chiese al suo Pikachu di usare Elettrotela.
Ora
entrambi i Pokémon erano avvolti da una gabbia di energia
elettrica,
creata dalla coda di Pikachu. per quanto Braviary si sforzasse, ora
era in netto svantaggio. Non poteva toccare la gabbia di energia o
rischiava seriamente di ferirsi, e in più la ferita
all’ala
iniziava ad essere sempre più dolorosa.
-
Se non puoi toccarla, allora tenta di romperla con Eterelama!
La
scelta dell’allenatrice non fu molto furba. La lama
d’aria
rimbalzò sulla tela elettrica colpendo l'utilizzatore in
pieno. No.
Non aveva funzionato. Di usare lacerazione non se ne parlava nemmeno.
Rischiava ancora di più di subire i danni della scarica
elettrica.
Non le restava altro che aspettare cosa volesse fare il suo
avversario.
Ash
aveva capito cosa fare. Una tecnica indubbiamente rischiosa, ma in
ogni caso la sola possibile.
Sfruttare
la gabbia di elettricità.
-
Pikachu salta e usa codacciaio!
Il
Piccolo Pokémon eseguì spiccando un salto. Questo
fece in modo che
il Braviary avversario si spostasse in avanti e in basso rispetto al
centro della sfera di elettricità, cosa che venne
amplificata dal
potente colpo di coda, che fece scontrare il Pokémon volante
contro
la base della gabbia, facendogli emettere un grido di dolore.
Come
effetto secondario, il Pokémon aveva perso diversi metri di
quota,
rendendo la sua situazione ancora più precaria. Se la sua
allenatrice non si fosse data una mossa rischiava seriamente di
finire rapidamente al tappeto.
-
Ci sono!
Gridò
la ragazza.
-
Girati al contrario!
Ora
Braviary volava sottosopra, con Pikachu che faceva di tutto per
tenersi aggrappato, ma che ancora non demordeva. Ora l’uso di
Fulmine era ancora più rischioso e il suo allenatore ne era
ben
consapevole.
-
Usa la coda per avere un appoggio migliore!
Un
terzo Codacciaio, sferrato in pieno stomaco ancorò il
Pokémon topo
all’avversario.
Prima
che l'allenatrice potesse dire al Pokémon volatile di fare
in modo
di staccarsi il Pokémon elettrico, magari riprendendo la
posizione
di volo ottimale, il suo avversario era già sulla pancia e
stava
iniziando a caricarsi per il colpo finale.
Che
arrivò da lì a poco. Un potentissimo Fulmine.
-
Braviary non è più in grado di lottare, vince
Pikachu!
Decretò
l’arbitro elettronico.
-
Te la senti di continuare, Pikachu?
Il
Pokémon topo rispose in maniera affermativa. A meno di
stravolgimenti sarebbe rimasto in campo.
Stravolgimenti
che non avvenirono. Tutt’altro.
La
sua avversaria, inspiegabilmente schierò una Ninetales
Alola.
Dagli
spalti Max era piuttosto contrariato dalla scelta.
-
Ma se ha visto che Pikachu ha codacciaio, perché mandare in
campo un
Pokémon che ha una doppia debolezza all’acciaio?
-
Magari ha qualcosa in mente.
Gii
rispose prontamente la sorella, mentre assisteva alla lotta.
-
Non è detto. Quando ho lottato contro Taelia, ho mandato
Gallade
perché non avevo altre alternative. Nonostante sapessi del
grande
vantaggio di Gardevoir nei suoi confronti.
-
Vediamo.
Gli
occhi dei due si buttarono sul campo di lotta. Ninetails aveva
lanciato un geloraggio sul terreno di lotta, la speranza
dell’allenatrice era quella che la superficie ghiacciata
rendesse i
movimenti avversari più difficili, mettendo al contempo il
suo in
condizioni di vantaggio.
Tuttavia
non aveva ben capito contro chi si trovasse.
Ash
aveva ordinato a Pikachu di infilare la coda nel terreno in modo tale
da ridurre al minimo il contatto con il suolo, quindi gli aveva
chiesto un Fulmine. Il potente attacco elettrico sparato contro il
terreno aveva fatto esplodere il terreno, distruggendo la coltre di
ghiaccio. Alcuni frammenti sono piovuti anche contro il
Pokémon
avversario.
La
mossa di Pikachu ebbe però anche degli esiti nefasti, ora
si, era
isolato dell’avversario, ma al contempo si era ridotto al
minimo le
vie di fuga. Non poteva far altro se non che aspettare che
l’avversaria facesse qualcosa.
E
così accadde, l’allenatrice ordinò alla
sua Ninetales di usare
corposcontro.
Ninetales
si mise a correre a grande velocità contro il suo
avversario, che
non sembrava attendesse altro.
Ash
aveva atteso fino all’ultimo prima di ordinare un Codacciaio.
Attacco che aveva colpito l’avversaria proprio sulla testa,
facendola cadere nella fossa creata dal precedente attacco.
Incredibilmente
Ninetales riuscì ad alzarsi.
Confortata
da questo, la sua allenatrice chiese un Neropulsar.
A
causa della posizione sfavorevole, tuttavia non era sicuramente in
grado di attaccare il suo avversario con certezza assoluta. E questo,
unito alla stanchezza, non era di sicuro positivo.
Ad
ogni modo, prima che l’allenatrice potesse pensarci, la sua
Ninetales venne sconfitta da un secondo Codacciaio diretto sulla
testa.
-
Sei stata bravissima, ora riposati.
La
ragazza si affrettò a ricoverarla nella Pokéball.
-
Pikachu, ora riposati, hai fatto davvero un grande lavoro.
Il
Pokémon topo non protestò, tornando dal suo
allenatore.
Ash,
un po’ per cavalleria, un po’ per strategia attese
che la sua
avversaria mandasse in campo il suo Pokémon. Attesa di breve
durata,
dal momento che la stessa mandò in campo, quasi senza
pensare, il
suo Stoutland.
Ash
rispose immediatamente mandando Lucario.
L’allenatrice,
senza perdere tempo ordinò al suo Stoutland un Rogodenti. Il
Pokémon
obbedì, iniziando a correre verso il nemico con le zanne
infuocate.
Nella sua mente un attacco di tipo fuoco poteva essere una buona idea
contro un Pokémon parzialmente di tipo acciaio. Tuttavia
l’allenatrice, nonostante le pesanti sconfitte, ancora non
aveva
imparato la lezione.
Il
Pokémon Generosità era a pochissima distanza dal
suo avversario,
che, fino a quel momento, non si era mosso di un millimetro.
-
Ora, Lucario, usa Zuffa!
Il
Pokémon Aura iniziò a percuotere
l’avversario con una serie di
calci e pugni, rispedendolo dall’altra parte del campo, ove
vi era
arrivato strisciando di lato contro il terreno.
Questo
non fece demordere l’avversario, che tornò
immediatamente alla
carica, nuovamente con lo stesso attacco, a testimonianza della
testardaggine della sua allenatrice.
Ash,
non aspettandosi una mossa simile, in perfetta sintonia con il suo
Pokémon optò per un cambio di tattica.
-
Bene. Allora usa Forzasfera!.
Il
Pokémon aura prese la mira sul suo avversario, generando al
contempo
una grossa sfera di energia di colore azzurro.
Il
Pokémon avversario, in modo del tutto inatteso, quantomeno
per Ash,
distrusse l’attacco avversario con le zanne, proseguendo la
sua
corsa furiosa.
Ora
Stoutland era davvero vicino.
-
Adesso! Lucario! Usa di nuovo Zuffa!
Altri
calci e pugni colpirono in Pokémon generosità,
che venne
scaraventato nuovamente dalla parte opposta del campo.
Dopo
le varie percosse subite era molto difficile per lui rialzarsi, ma
non voleva deludere la sua allenatrice.
Senza
che la stessa gli dicesse nulla, questi cominciò a caricare
un
riduttore.
Ormai
l’insistenza della sua allenatrice era vana. Aveva
già
incominciato a caricare il suo avversario, in preda a dei sentimenti
di difficile comprensione.
-
Bene Lucario usa Pugnoscarica.
Gridò
l’allenatore, con un netto anticipo, conscio del fatto che il
Pokémon avrebbe attaccato al momento giusto. E
così accadde.
Appena
lo Stoutland nemico fu abbastanza vicino da spiccare un balzo, venne
colpito da una violenta scarica di pugni, che lo fecero, nuovamente
tornare nel suo lato del campo. Per l’ultima volta. Giaceva
per
terra, privo di sensi. La sua allenatrice si era precipitata da lui,
pronta a sostenerlo.
In
seguito raggiunse Ash, al quale strinse la mano.
-
Sapevo che non sarei stata in grado di competere.
-
Non importa di come sia andata.
Le
rispose il ragazzo.
-
Hai mostrato di credere nelle capacità della tua squadra e
questo è
l’importante. Non dimenticarlo.
-
Se lo dici tu.
Durante
quella lotta, Lucinda stava insegnando a Lylia i segreti delle gare
Pokémon. sapeva che la sua “allieva”
aveva già un’idea del
funzionamento delle gare, per cui avrebbe evitato di spiegare cose
che già sapeva.
-
Dimmi… oltre al tuo Vulpix Alola hai altri
Pokémon?
Le
chiese la ragazza dai capelli blù.
-
No. Solo lui.
-
Bene. A quello, se vuoi possiamo rimediare. Sai, Orlando e la sua
famiglia gestiscono una riserva per Pokémon, dove, oltre a
prendersi
cura di Pokémon abbandonati o non voluti, permettono agli
allenatori
di adottarli. Certo… seguono una politica un pochino
particolare,
ma credo che molti Pokémon vorrebbero avere una ragazza
carina e
gentile come te come allenatrice.
-
Graz… ehi! Aspetta un attimo, ma di solito non sono gli
allenatori
a catturare i Pokémon?
-
Si, di solito. In ogni caso, poi puoi chiederglielo, per me non
è un
problema restare qualche giorno in più e insegnarti i
segreti delle
gare Pokémon. Intanto, se il tuo Vulpix se la sente possiamo
cominciare con lui.
Il
piccolo Pokémon volpe fece cenno di approvazione.
-
Tanto per cominciare, dimmi… che mosse conosce?
-
Ventogelato, Grandine, Velaurora e Azione. E possiamo contare sulla
mossa Z di tipo ghiaccio, Criodistruzione Polare.
-
Bene. Direi che sono una buona base di partenza. Vediamo cosa sai
fare.
Mentre
i due si allontanavano dal campo, alcuni Dugtrio
dell’organizzazione
si erano messi all’opera per rassettarlo. Come se, poco dopo,
lo
stesso campo non sarebbe stato nuovamente utilizzato.
Non
da Ash o da quella ragazza, i Pokémon che avevano combattuto
dovevano riposare e se avessero voluto continuare oltre il tre contro
tre, avrebbero dovuto solo cambiare i settaggi dell’arbitro
elettronico.
In
ogni caso, ora il campo era stato ripristinato ed era pronto ad
accogliere una nuova lotta.
E,
infatti, poco dopo, dai lati opposti del campo, si erano schierati
Iridio e Orlando, con quest’ultimo che si era fermato a
reimpostare
l’arbitro elettronico, confermando le impostazioni
presenti.
Come
la lotta precedente, il sistema annunciò le regole. Un tre
contro
tre con sostituzioni ammesse.
Iridio
mandò in campo il suo Lycanroc, Orlando la sua Greninja,
Ash,
conoscendo bene quel Pokémon aveva ben compreso i motivi che
avevano
spinto il suo futuro sfidante a non utilizzare Metagross.
-
Lycanroc, usa Pietrataglio!
Con
un rapido movimento, dal terreno spuntarono numerosi massi affilati,
uno più alto dell’altro. Pronti a colpire
l’avversaria.
Avversaria
che schivò il colpo con un gran balzo per poi distruggere le
pietre
con una serie di Acqualame. Le pietre cuminate vennero tagliate come
se fossero di burro e uno di essi colpì
l’avversario. Non
gravemente.
Iridio
ordinò al suo Pokémon un danzaspada, nelle sue
intenzioni aumentare
il potere di attacco del suo Pokémon poteva essere una
valida idea,
sempre che si riesca ad eseguire la mossa.
Un
ulteriore acqualame, colpì il Pokémon licantropo
proprio durante
l'esecuzione della mossa, bloccandolo proprio a metà. Questo
convinse il biondo a cambiare approccio.
Il
Lycanroc del ragazzo ora correva contro l’avversaria, gli
occhi
illuminati di rosso e il corpo circondato da un’aura del
medesimo
colore.
-
Bene. Difenditi con Idropulsar!
Tra
le mani del Pokémon ninja si generò
un’imponente sfera d’acqua.
Iridio,
accorgendosi della tecnica adottata dall’avversario,
ordinò al suo
Pokémon di attaccare da dietro. La tattica adottata dal
ragazzo
funzionò, colpendo la Greninja del ragazzo, che cadde a
terra, ma
riuscì comunque nell'intento di colpire
l’avversario con un
potente getto d’acqua, che lo fece volare in alto e poi
ricadere a
terra. Entrambi i Pokémon dovettero rimettersi in piedi e
scrollarsi
la polvere di dosso.
In
pochi istanti entrambi i Pokémon erano nuovamente pronti a
lottare.
Dopo
essersi ripreso, senza che il suo allenatore potesse fare nulla,
Lycanroccontinuò ad attaccare con Oltraggio. Si, una mossa
indubbiamente potente, ma che al contempo non permetteva altra scelta
all’utilizzatore.
Approfittando
di questo, Orlando aveva comandato alla sua Greninja di utilizzare
Neropulsar e di ruotare su se stessa, in modo da creare un anello
attorno a se stessa. Una mossa che, all’apparenza sembrava
più
adatta ad una gara che a una lotta, ma che ottenne comunque
l’effetto
sperato. Una coltre di anelli di energia oscura circondarono il
Pokémon ninja, proteggendola dagli attacchi avversari.
Il
Lycanroc attraversò la coltre, non senza subire conseguenze
e colpì
l’avversaria, facendola nuovamente cadere a terra.
Una
mossa, per quanto non felice dal punto di vista del Pokémon
ninja,
non colse impreparato il suo allenatore, che ordinò
nuovamente di
usare idropulsar.
Il
getto d’acqua colpì in pieno il muso
dell’avversario, facendolo
cadere all’indietro.
-
Lycanroc non è più in grado di continuare.
Annunciò
la voce dell’arbitro elettronico.
Al
messaggio di prima, pochi istanti dopo se ne aggiunse un altro.
-
Greninja non è più in grado di
continuare.
Entrambi
gli allenatori ricoverarono i loro Pokémon nelle rispettive
Pokéball.
-
Sei stata bravissima, nonostante gli anni lontana dalle lotte hai
fatto davvero benissimo.
Dall’altra
parte del campo anche iridio fece i complimenti al suo
Pokémon per
l’eccellente lotta, non senza pensare alle parole del suo
avversario. Se quella Greninja non lottava da tempo, allora cosa
doveva essere la sua squadra regolare? Oppure era semplice
tattica?
Non
gli restava che mandare in campo il suo secondo Pokémon per
scoprirlo. E il suo secondo Pokémon fu il suo fidato
umbreon.
Evolutosi da un Eevee con cui aveva fatto amicizia da piccolo.
Di
tutta risposta, Orlando mandò in campo la sua Togekiss, che
svolazzava leggere sul suo lato del campo.
-
Scelta azzeccata.
Commentò
Max dagli spalti.
-
Un tipo folletto contro un tipo buio è indubbiamente un
grande
vantaggio.
Aggiunse
poco dopo.
-
Non se quel tipo folletto non conosce mosse di quel tipo o se quel
tipo buio conosce attacchi di tipo acciaio.
Gli
rispose Ash.
-
Conosci tutti e due i Pokémon che stanno lottando?
-
Esatto. Ma credo che nessuno degli allenatori conosca le
peculiarità
dell’avversario.
-
Bah, un Pokémon di tipo folletto che non ha attacchi
folletto.
-
Credimi, è forte anche senza.
Nel
mentre, sul campo lo scontro aveva avuto inizio.
-
Umbreon! Palla Ombra!
Gridò
il biondo. Manco finita la frase, dalla bocca del Pokémon
lucelunare
andò a crearsi una sfera di energia oscura, che venne poi
lanciata
in aria, verso l’avversaria.
-
Molto bene, Vai con Eterelama!
La
Togekiss del ragazzo generò dalla punta delle ali delle lame
d’aria
che intercettarono e colpirono la sfera di energia, distruggendola.
Non solo, una delle lame riuscì anche a colpire
l’avversario,
prima che potesse schivare.
-
Umbreon! Di nuovo Palla Ombra!
Il
Pokémon lucelunare seguì l’ordine del
suo allenatore, generando
nuovamente una sfera di energia oscura. Nella testa del ragazzo
questo serviva a far abboccare il suo avversario. La sua idea era
quella di ordinare al suo Pokémon di schivare il previsto
eterelama
e di approfittare del polverone per attaccare di sorpresa.
Qualcosa
nei piani del biondo non andò come previsto.
L’attacco avversario
arrivò, ma non fu il previsto eterelama, ma un Forzasfera,
che
inglobò e rispedì al mittente la palla
ombra.
Umbreon
riuscì a spostarsi appena in tempo. Sul terreno si
creò l’aspettato
polverone e Iridio ne approfittò per ordinare un potente
codacciaio.
La
coda del Pokémon Lucelunare si illuminò di una
luce bianca e lo
stesso spiccò un balzo, in direzione
dell’avversaria, pronta a
colpirla con un potente attacco d’acciaio.
Come
se se lo aspettasse, Orlando attese alcuni istanti. Non aveva una
precisa idea di dove si trovasse il suo Pokémon in quel
polverone.
Ma era certo che non fosse ancora il momento.
-
Non ancora… non ancora… adesso! Togekiss,
Magibrillo!
Il
corpo del Pokémon si illuminò di una luce
multicolore che risultò
ben visibile nonostante la coltre di polvere. L’energia
luminosa
colpì l’avversario, facendolo cadere a
terra.
Umbreon,
notoriamente un Pokémon molto resistente, non
faticò a rimettersi
in piedi, con grande sorpresa di tutti.
-
Molto bene. Usa Neropulsar!
Dalla
bocca dal Pokémon Lucelunare si generarono una serie di
anelli di
energia oscura, diretti verso l’avversaria. Che, seguendo le
direttive del suo allenatore, riuscì a schivare ogni colpo.
Nel
farlo, Togekiss si era nuovamente avvicinata ad Umbreon, come
desiderato dal suo allenatore.
-
Di nuovo Palla Ombra!
Il
Pokémon eseguì. Per l’ennesima volta in
quella lotta, generò una
sfera di energia oscura.
-
Togekiss, palla ombra anche te!
I
due attacchi si scontrarono a mezz’aria, esplodendo. Nessuno
dei
due Pokémon subì particolari conseguenze dallo
scontro dei due
attacchi.
-
Umbreon! Di nuovo Codacciaio!
Stesso
copione di prima. Il Pokémon Lucelunare che spicca un salto
in
direzione dell'avversaria. Solo che qualcosa andò
diversamente.
-
Schiva e usa Forzasfera!
L’Umbreon
del ragazzo si trovò a mezz’aria, senza
possibilità di attaccare,
in balia della forza di gravità. E in più era
stato anche colpito
da un potente attacco di tipo lotta che lo aveva scaraventato contro
l’estremo del campo di lotta.
Un
colpo durissimo. Ma non sufficiente a sconfiggerlo.
-
Riposati.
L’allenatore,
approfittando della possibilità di sostituire il suo
Pokémon,
ricoverò Umbreon nella sua Pokéball.
-
Silvally tocca a te!
Dalla
Pokéball del ragazzo uscì un Pokémon
dall’aspetto assai
particolare, usa sorta di chimera. Dal muso felino, di colore
argento, coperto da qualcosa di simile al metallo, che parte dal
naso, di forma triangolare nero alle orecchie, chen’esse di
forma
triangolare e di tre colori, argentee, rosse e nereo, coprendole con
qualcosa di simile a delle cuffie dalla forma tonda. In cima alla
testa una specie di ala argentea la cui parte frontale termina in uno
spuntone metallico e la posteriore in tre penne. Il corpo del
Pokémon
è nero, con una specie di collare argenteo. Le zampe
anteriori di un
colore verde-acqua spento, ricoperte di spunzoni, i piedi
hanno
due unghie affilatissime davanti e una dietro. Le zampe posteriori
invece si avvicinano di più a quelle di un felino. La coda
simile
pinna caudale di un pesce, dal profilo blu e ricoperto da spuntoni.
Senza
perdere tempo, Iridio lanciò al suo Pokémon una
sorta di disco di
colore grigio. Era in una sorta di custodia, insieme ad altri dischi
di colore diverso. Ognuno dei quali di un colore associato ad un
tipo.
-
Togekiss, box box.
Poco
dopo il ragazzo mandò in campo il suo terzo
Pokémon. Un Arcanine.
-
Molto bene, Arcanine! Fuococarica!
Il
corpo del Pokémon Leggenda si rivestì di fiamme
ardenti, in
direzione dell’avversario. Un modo di attaccare piuttosto
diverso
da quello di Greninja e Togekiss, che, sembrava preferissero evitate
il contatto fisico.
Questo
non colse impreparato il biondo, che ordinò al suo
Pokémon di usare
Forza, una potente mossa di tipo normale, proprio contro
l’avversario.
I
due si scontrarono a metà del campo di lotta e
l’energia scaturita
dal loro impatto fece arretrare entrambi.
Silvally
aveva subito i danni maggiori, a causa del fatto che in quel momento
era di tipo acciaio. Anche l’Arcanine avversario era
scivolato dal
lato opposto del campo, ma meno violentemente rispetto
all'avversario.
Iridio,
rendendosi conto di aver mandato quasi al macello il suo
Pokémon,
decise di cambiare la ROM, passando dalla Rom acciaio alla ROM acqua,
un disco blu.
-
Bene, ora usa Multiattacco!
Il
corpo della chimera si rivestì di un’aura blu,
mentre correva
contro l’avversario a gran velocità. Durante la
corsa, gli artigli
delle zampe anteriori si erano allungati a dismisura.
-
Arcanine! Sprizzalampo!
Il
corpo del Pokémon si caricò di energia elettrica,
durante
l’avventata corsa contro l’avversario, cercando,
come lo stesso,
uno scontro frontale.
Di
nuovo i due Pokémon si trovarono agli estremi del campo, nel
tentativo di rialzarsi.
Cosa
che riuscì ad entrambi, quasi miracolosamente.
Capendo
di essere alle strette, Iridio non poté far altro che
ricorrere alla
sua arma più potente, la mossa Z. Nel corso del tempo aveva
collezionato quasi tutti i cristalli esistenti.
L’allenatore
eseguì, con il suo Pokémon una serie di pose
diverse, per poter
usare una versione potenziata di Forza.
Carica
Travolgente.
Questo
non colse affatto impreparato il suo avversario. Che, anzi, fece una
cosa simile. Iridio rimase sorpreso per un attimo. Voleva dire che
Ash non era il solo allenatore non di Alola a conoscere le mosse Z.
E,
a giudicare dalle sue pose si trattava della mossa Z di tipo elettro,
Gigascarica folgorante.
Entrambi
i Pokémon riportavano le conseguenze di una lotta
estenuante, senza
esclusione di colpi.
L’Arcanine,
carico di energia elettrica come non mai, e il potente
Pokémon
leggendario del ragazzo si scontrarono per l’ennesima volta a
metà
del campo, generando una potente esplosione. Per l’ennesima
volta
entrambi atterrarono sul campo. Arcanine, sia pur a fatica, si teneva
ancora in piedi.
Probabilmente
solo uno dei due sarebbe stato in grado di continuare, dopo quello
scontro.
Tale
previsione non si rivelò errata.
Dopo
l’ennesimo scontro, l’arbitro elettronico
decretò
l’impossibilità per il Slivally di Iridio di
continuare a lottare,
decretando la vittoria di Arcanine.
-
Arcanine, Box Box.
Ora
la lotta era in buona sostanza un uno contro uno. Sebbene, infatti
l’Arcanine di Orlando, formalmente non fosse stato decretato
non in
grado di lottare, il suo allenatore, non voleva che si ferisse
ulteriormente. E poi la sua Togekiss era perfettamente in forma e
sicuramente desiderava portare a termine quello che aveva lasciato,
dato il suo amore per le lotte.
-
Togekiss, it’s Hammer time!
-
Oh, no!
Commentò
Ash dagli spalti.
-
Oh no cosa?
Gli
chiese Vera.
-
Quando dice così vuol dire che faranno sul serio.
Le
rispose Ash.
-
Non mi sembra che sino ad ora stessero scherzando.
Il
ragazzo ignorò il commento dell’amica. Sapeva che
avrebbe dovuto
avere a che fare con un avversario piuttosto forte.
Nel
campo di lotta ora la sfida era unicamente tra la Togekiss di Orlando
e l’Umbreon di Iridio, il quale era già affaticato
dal precedente
scontro con la stessa.
-
Chiudiamola subito, Umbreon! Codacciaio!
Il
Pokémon Lucelunare spiccò un potente balzo fino a
raggiungere
l’altezza dell’avversaria.
-
Togekiss, vai! Forzasfera!
Dalla
bocca del Pokémon festa si generò una sfera di
energia azzurra, che
venne scagliata contro l’avversario, facendolo cadere a
terra.
Umbreon tentò di rialzarsi, senza successo.
-
Umbreon non è più in grado di continuare, vince
Togekiss. Il
vincitore della lotta è Orlando.
Entrambi
gli allenatori ricoverarono i loro Pokémon nelle rispettive
Pokéball, poi si incontrarono al centro del campo, dove si
strinsero
la mano. E si scambiarono i complimenti.
Lylia
e Lucinda si unirono al gruppo poco prima che Togekiss sferrasse il
colpo finale.
Finita
la lotta, entrambi gli allenatori portarono i rispettivi
Pokémon al
centro medico. Lylia, incoraggiata da Lucinda, aveva seguito il
ragazzo per chiedergli della riserva.
-
Oh, ciao Orlando.
-
Ciao… Lylia. Mi hai colto di sorpresa, sai?
-
Scusa…
-
Fa nulla.
-
Beh, se lo dici tu… comunque ho saputo che hai battuto mio
fratello.. È un allenatore parecchio forte e…
-
Si, ho visto. Ma detto tra noi me lo aspettavo.
-
Beh…
La
ragazza era ancora un po’ titubante.
-
Dimmi tutto.
-
Ho sentito che la tua famiglia gestisce una sorta di riserva per
Pokémon e che permettete agli allenatori di adottarli e mi
chiedevo
se…
-
Si, capisco. Solo che non capisco perché sembrava quasi
temessi a
chiedermelo. Se vuoi possiamo andare anche domani. Hardana confina
con Kalos, potremo anche andare e tornare in giornata.
-
Va bene. Allora a domani.
Il
giorno seguente, la mattina presto, raggiunsero l’aeroporto
della
città. Orlando aveva comprato i biglietti di prima classe,
ottenendo
un forte sconto, dal momento che la compagnia era uno degli sponsor
della scuderia.
Lylia
era un po’ preoccupata. Aveva chiesto a sua madre se potesse
andare
da sola, ma la donna aveva comunque insistito per accompagnarla
almeno sino all’aeroporto.
Nonostante
la promessa riguardo il fatto che la donna fosse lì solo per
riprendere la macchina, non si sarebbe fidata fino a quando
l’aereo
non fosse decollato.
Il
ragazzo scese dall’auto e aprì la porta lato
passeggero per farle
scendere. Data la brevità del viaggio, si era portato solo
un
piccolo zaino come bagaglio a mano ed era riuscito a convincere la
ragazza a fare lo stesso.
Presi
i due zaini dal cofano, diede le chiavi della sua auto alla donna.
-
Mi raccomando, trattala bene.
-
E tu tratta bene mia figlia, mi raccomando!
-
Mamma, guarda che io e Bianchino ce la caviamo benissimo anche senza
l’aiuto di nessuno. Solo che dato che la riserva è
della sua
famiglia, sarebbe scortese andare senza di lui.
-
Va bene, come vuoi. A più tardi.
I
due si diressero alla zona imbarchi. Avevano la possibilità
di
imbarcarsi tra i primi, una volta superati i controlli di sicurezza.
L’aereo era un modello molto compatto, studiato
appositamente
per tratte brevi, ma presentava comunque tutte le comodità
di uno a
lungo raggio, perlomeno per le quattro persone che potevano stare in
prima classe.
In
quel particolare modello di aereo i sedili della prima classe erano
uno di fronte all’altro e tra i due era possibile estrarre un
tavolino.
Dopo
un po’ di tempo, le procedure d’imbarco vennero
terminate e
l’aereo iniziò a muoversi. Raggiunse la pista e
dopo una corsa
regolare, spiccò il volo.
A
circa metà del volo un’assistente di volo
offrì loro la
colazione. Una colazione dolce. Entrambi decisero per un cappuccino,
mentre come dolce, la ragazza scelse una pesca e il ragazzo un
cornetto alla crema.
La
donna posò il tutto sul tavolino posto tra i due
sedili.
La
ragazza fece una strana faccia, vedendo quanto diavolo fosse enorme
quella pesca.
Era
abituata a dei dolci decisamente più piccoli.
-
Beh, che c’è?
Questa
compagnia aerea è famosa per l’ottima cucina,
nonostante l’alta
quota alterasse non poco i sapori, la cucina era comunque di
altissimo livello.
Prima
ancora che la ragazza potesse dare un morso a quel dolce, qualcuno
glielo strappò dalle mani e iniziò a mangiarlo a
piccoli bocconi.
-
Ah, sei tu!
Commentò
il ragazzo.
-
Pensavo fosse un fantasma.
Poco
dopo, chiamò un’assistente di volo.
-
Mi scusi, potrebbe portare un’altra pesca alla mia amica?
-
Non importa.
Disse
la ragazza sottovoce. Senza farsi sentire.
-
Ma se gliene ho portata una poco fa!
Rispose
la donna.
-
Ok, e allora?
La
donna si girò di scatto.
-
Ah, è lei! Mi scusi, provvedo subito.
La
donna servì alla ragazza una seconda pesca, ancora
più grande di
quella di prima.
-
Te lo ripeto. Non dovevi.
Questa
volta si assicurò che il suo interlocutore la sentisse.
-
Sai, questa compagnia aerea, paga fior fior di milioni per mettere un
adesivo con il loro logo sulle nostre auto. Credimi, chiedere un
dolce in più è il minimo.
La
ragazza, conscia di non riuscire a mangiare tutto quel dolce, ne
diede un bel pezzo al suo Bianchino, che sembrò
apprezzare.
Il
volo fu tranquillissimo, senza nemmeno la minima turbolenza e
raggiunsero l’aeroporto di destinazione con un atterraggio
assolutamente perfetto.
Appena
l’aereo si fermò e i portelli vennero aperti, i
due uscirono dal
mezzo. Non avevano bagagli in stiva, per cui avrebbero fatto in
fretta. Così fu.
Raggiunsero
l’autonoleggio dell’aeroporto, dove il ragazzo
prese un’auto
per quel giorno. Una modesta utilitaria a cinque porte di un
noiosissimo grigio, ma, in quel momento, non vi erano
alternative.
Dopo
aver completato le procedure, pagò in anticipo il dovuto e
l'addetto
li consegnò le chiavi, quindi accompagnò i due al
parcheggio.
L’auto
era chiusa, quindi Orlando premette il pulsante sulla chiave che
comandava l’apertura a distanza delle porte.
Si
avvicinò all’auto e aprì la porta alla
ragazza. Venendo investito
da una nuvola di profumante che lo fece tossire.
-
Certo che ci sono andati pesante con il profumo.
I
due dovettero fare il viaggio di andata verso la riserva, dovettero
tenere tutti i finestrini abbassati e l’aria condizionata
accesa al
massimo della potenza.
Probabilmente
tenendo i finestrini alzati ci sarebbe stato troppo freddo
persino
per
Bianchino.
In
ogni caso i due raggiunsero la riserva in circa tre quarti
d’ora di
viaggio.
Appena
arrivati, il ragazzo parcheggiò l’auto e, come da
tradizione, aprì
la portiera alla sua passeggera. Che si lasciò scappare un
sorriso.
Appena
scesi era immediatamente udibile il rumore della ventola di
raffreddamento del radiatore. Il ragazzo aveva spremuto
quell’utilitaria come un limone per farle percorrere la
ripida
salita che conduceva al rifugio.
E
non l’aveva risparmiata neppure nei tratti di strada
precedenti.
Ad
ogni modo, la prima cosa che si palesò ai loro occhi, appena
arrivati, fu un enorme complesso di edifici nel bel mezzo della
campagna e una superficie recintata apparentemente sconfinata tutto
intorno. Non quello che la ragazza si aspettava, pensava di qualcosa
di più simile alla fondazione.
In
ogni caso non poté pensarci molto. Appena scesa
dall’auto venne
immediatamente avvicinata dal personale che lavorava lì.
Sembravano
persone gentili.
-
Quindi tu dovresti essere la ragazza che è venuta qui per
adottare
un Pokémon?
-
Non vi dispiace se me ne occupo io?
-
Fai pure. Dopotutto sei tu il capo.
Rispose
uno degli addetti.
-
Devi scusarmi, sono un tantino invadenti.
-
Non fa nulla, figurati. È più per Bianchino. Non
si sente proprio a
suo agio con tante persone.
Per
fortuna il piccolo Pokémon volpe era ancora accanto a lei.
Un po’
impaurito ma tutto sommato stava bene.
I
due entrarono nella struttura vera e propria dalla porta principale.
Ai lati due banconi con altrettanti addetti che lavoravano al
computer.
-
Scusa se te lo chiedo, ma cosa stanno facendo di preciso?
-
Ma figurati. Ti posso fare da guida turistica. Allora loro si
occupano degli ingressi e delle uscite. Ogni giorno qui arrivano
diversi Pokémon, loro si assicurano che se ne tenga traccia.
-
Capisco. Anche alla Fondazione è così.
-
Sai, qui accogliamo sia Pokémon che vengono abbandonati
dagli
allenatori, che spesso li lasciano in anonimo,
altri
di allenatori che li lasciano perché non sono più
in grado di
occuparsene per vari motivi… e ci sono anche dei casi in cui
accogliamo Pokémon i cui allenatori sono deceduti e nessuno
se ne
può occupare.
Infine
abbiamo un’intera area dedicata ai Pokémon appena
schiusi e alle
uova che ancora devono schiudersi.
A
volte gli allenatori lasciano i loro Pokémon nelle pensioni,
questi
fanno delle uova, ma loro non hanno tempo o voglia di occuparsene. E
noi, in accordo con le pensioni, ce ne prendiamo cura.
-
Mi sembra una cosa molto bella.
-
Credimi, non è facile ma pensare alla fine che farebbero
altrimenti
basta per tenere tutto in piedi.
I
due si erano nel frattempo diretti verso l’area esterna, dove
durante il giorno, i vari Pokémon passavano la maggior parte
del
loro tempo. Alcuni addetti si stavano occupando di servire da
mangiare, altri della manutenzione, altri ancora stavano giocando con
i vari Pokémon.
Mentre
i due stavano camminando in uno dei sentieri che permettevano di
raggiungere le varie aree.
A
un certo punto, da un cancelletto della recinzione, lasciato aperto
da qualcuno, fece capolino un Riolu.
Questi
corse verso la ragazza, rischiando di farla sbilanciare.
-
Deve aver percepito la tua aura.
Spiegò
il ragazzo.
-
E sembra che le piaccia. Sai, è sempre stato un tipo
particolare. Ma
sembra che tu le piaccia.
I
due gettarono lo sguardo sul Pokémon baby. Sembrava volesse
sfidare
il Vulpix della ragazza in una lotta. Prima di scegliere se unirsi o
meno alla sua squadra.
-
Sembra voglia lottare. Avete delle aree attrezzate? Non vorrei
causare problemi.
-
Certo, seguimi.
Il
gruppo raggiunse un’area attrezzata appositamente per
situazioni
del genere. Un classico campo lotta in terra battuta. Attrezzato
anche per incontri ufficiali.
Da
un lato del campo Riolu, dall’altro Bianchino.
Riolu
iniziò con un attacco rapido. Corse a gran
velocità contro il
Vulpix della ragazza pronto a colpirlo.
-
Bianchino! Schiva! Poi usa azione!
Il
piccolo Pokémon volpe seguì i comandi della sua
allenatrice. Saltò
all’ultimo momento, lasciando Riolu di sasso.
Riuscì anche a
colpirlo, facendolo arretrare.
Ora
Riolu stava tentando di attaccare con Vuotonda, generando una sorta
di vento di colore bluastro, pronto a lanciarlo contro il Vulpix.
-
Bianchino! Schiva e poi usa Ventogelato!
Altro
salto e ora il Pokémon colpe, sospeso in aria, generava una
grossa
quantità di aria ghiacciata.
Ora
Riolu stava cercando di usare Ferrartigli, ma sotto quella tempesta
di aria gelata era veramente difficile.
Quando
la tempesta di gelo terminò, il piccolo Pokémon
di tipo lotta
percorse rapidamente la distanza che lo separava
dall’avversario.
Con dei lunghi artigli che gli spuntavano dalle mani.
-
Bianchino! Vai! Colpiscilo con Azione!
I
due Pokémon si scontrarono, arretrando entrambi. Portavano
tutti e
due i segni della lotta. Nonostante ne portasse di più,
rispetto
all’avversario, Riolu, si avvicinò al Vulpix della
ragazza, per
sincerarsi delle sue condizioni.
-
Direi che è il momento. Hai delle Pokéball con te?
La
ragazza guardò nella sua borsetta. Ne aveva due, oltre a
quella di
Bianchino.
Invece
di confermare, la ragazza lanciò una Pokéball al
Riolu. Dopo alcune
rotazioni, la Pokéball si chiuse, confermando la
cattura.
La
ragazza raccolse la Pokéball da terra e fece immediatamente
uscire
il Riolu che aveva appena catturato.
La
ragazza guardò i suoi due Pokémon, e si accorse
dei segni della
lotta.
-
Forse sarebbe meglio portarli al centro medico, mi potresti
accompagnare?
-
Certo,
ci mancherebbe altro.
I
due presero una strada diversa rispetto a quella che avevano preso
fino a quel momento.
A
circa metà strada, Lylia si accorse di come Bianchino non la
stesse
più seguendo. Temeva che si fosse perso o qualcosa del
genere. Fece
cenno al ragazzo di fermarsi, senza spiegare il motivo.
Tornò
indietro, insieme al suo Riolu, a cercare il suo Bianchino.
La
sua ricerca non durò a lungo, trovò il suo
Bianchino mentre giocava
con uno degli Eevee della riserva. Lei un Eevee così non lo
aveva
mai visto. Sapeva che gli Eevee normalmente hanno il pelo di colore
marrone chiaro, con una sorta di collare bianco. Questo esemplare,
invece aveva una sorta di macchia sulla gamba posteriore di colore
grigio cenere.
-
Forza, Bianchino, vieni, mi hai fatto preoccupare!
La
ragazza esortò il suo Pokémon a seguirla,
incontrando l’inaspettata
resistenza di quell’Eevee, che aveva incominciato a fare
amicizia
con Bianchino.
-
E va bene, allora se non vuoi lasciarlo, vieni con me.
Il
Pokémon evoluzione sembrò felice della proposta.
E seguì la
ragazza senza storie.
-
Oh, eccoti. Sai, mi hai fatto un po’ preoccupare, ma vedo che
va
tutto bene. Hai anche fatto amicizia con quell’Eevee. Se vuoi
catturalo pure.
-
Ok… solo una domanda, se posso.
-
Puoi chiedere tutto quello che vuoi.
-
Immagino tu lo sappia. Eevee è un Pokémon
particolare, si può
evolvere in numerosi modi, ha già scelto in cosa evolversi
oppure
no?
-
Si. In Vaporeon. Solo che, nel momento in cui doveva scegliere in
cosa evolversi o direttamente evolversi, aveva puntato alla pietra
idrica. Ma un altro esemplare aveva puntato la stessa pietra
e…
-
Penso di aver capito. Si sono azzuffati e lui ha perso.
-
Esattamente. Ho con me una pietra idrica, nel caso in cui volesse
ancora evolversi. Ma forse prima è meglio che lo catturi,
così
sarai te a dargli la pietra.
La
ragazza lanciò la ball ad Eevee, che si fece catturare senza
problemi. Quindi lo fece uscire dalla ball e gli porse la pietra
evolutiva, datale dal ragazzo.
Eevee
la toccò con la zampa anteriore e il suo corpo si
illuminò di una
luce bianca, mentre cambiava forma, evolvendosi, per l'appunto, in un
Vaporeon.
La
macchia, un tempo grigio chiaro, ora era diventata viola, ed era
cresciuta in dimensioni. La coda, ora molto più lunga, era
diventata
simile a quella di una sirena e il collare, un tempo in pelo, si era
trasformato in una sorta di membrana sottile. Dalla testa alla coda
una sorta di criniera, simile alla membrana attorno al collo, ma di
colore scuro, blu.
Ora
i due si erano diretti al centro medico, dove l’infermiera si
prese
cura tanto di Bianchino quanto di Riolu. Un’operazione che,
fortunatamente non richiese molto tempo.
Il
loro imbarco era previsto per le cinque di pomeriggio, per cui
avevano ancora un bel po’ di tempo. Avrebbero pranzato
lì, poi,
subito dopo aver mangiato, la ragazza lo costrinse ad una sessione di
shopping.
Arrivò
il momento di raggiungere l’aeroporto, di restituire
l’auto
noleggiata all’autonoleggio e di salire a bordo. Sempre in
prima
classe. L’aereo era lo stesso modello del precedente volo, ma
era
un diverso esemplare.
Questo
non pregiudicò la qualità del viaggio che, come
il precedente, fu
tranquillo e privo di turbolenze.
Anche
l'atterraggio fu perfetto. Dopo le consuete procedure di sbarco, i
due si riunirono con la madre della ragazza. Curiosa di sapere se la
figlia avesse fatto amicizia con dei nuovi Pokémon.
Mentre
la ragazza fece uscire dalle Pokéball tanto Riolu quanto
Vaporeon,
la donna consegnò al ragazzo le chiavi dell’auto.
Non fece caso
alla macchia del Vaporeon. La sua attenzione venne catturata dal
Riolu della stessa.
In
ogni caso, dopo una mezzoretta, i tre tornarono alla base, riunendosi
con il gruppo. Con grande dispiacere di Ash, la lotta contro Orlando
venne rimandata al giorno seguente. In quel momento
l’attenzione
era catalizzata interamente sulla nuova squadra di Lylia.
Poco
prima del loro arrivo, Max aveva proposto un appuntamento a Taelia.
Non che alla ragazza interessasse troppo, ma aveva comunque
accettato, dopo tutto quello che era capitato, non poteva rifiutare
un po’ di normalità.
Naturalmente
non gli avrebbe raccontato la verità sulla sua storia. Sia
perché
aveva promesso di non farlo sia perché aveva avuto modo di
notare
che quel ragazzo fosse un tipo piuttosto razionale, per cui avrebbe
ritenuto la storia utilizzata al processo ben più
credibile.
Samuela,
invece era tornata alla villa. Avevano iniziato i lavori di
ristrutturazione della villa e voleva assicurarsi che procedessero al
meglio.
L’apertura
delle Pokéball della ragazza interruppe la chiacchierata tra
Lucinda
e Serena.
Si
stavano raccontando le rispettive esperienze
nell’insegnamento
sulle tecniche delle gare.
-
Sapessi quel che è capitato a me! Menomale che era una sola
lezione
Raccontò
la nativa di Kalos.
-
Cos’ è successo?
-
Era convintissimo dei suoi mezzi e della grazia e leggiadria della
sua squadra. Anche se in realtà parevano degli scaricatori
di porto.
Senza offesa per chi lavora nel settore, ovviamente.
Cercò
di non ridere. Ma, come gli altri, fallì miseramente.
-
Spero che a te sia andata meglio.
Aggiunse
poco dopo.
-
Si, per fortuna. Anzi. mi ha convinto a continuare ad insegnarle i
trucchi del mestiere. Lylia è una ragazza così
carina e gentile
gentile... E poi ha davvero tanta voglia di imparare…
La
bionda era davvero felice dei complimenti, anche se si sentiva in
leggero imbarazzo.
Sperava
che almeno le due ragazze notassero le nuove aggiunte della sua
squadra, almeno per tirarla fuori da quella situazione. Per fortuna
ciò accadde presto.
-
Fantastico!
Commentò
Serena.
-
Hai un Vaporeon! Forza! Sylveon! Vieni fuori, qui qualcuno vorrebbe
fare amicizia con te!
La
ragazza fece uscire la sua Sylveon, seguita a ruota dal Glaceon di
Vera, dalla Jolteon di Orlando e dal sentitosi-chiamato-in-causa
Umbreon di Iridio.
-
Vedo che siete tutti dei fan di Eevee e delle sue evoluzioni!
Fantastico!
Commentò
una ragazza, da abbastanza lontano.
Nessuno
la conosceva, ma in effetti aveva ragione. In quel momento erano
presenti cinque delle otto possibili evoluzioni di Eevee.
La
ragazza si avvicinò al gruppo.
-
Scusate se vi ho interrotto. Mi chiamo Alba e sono una grande
appassionata di Eevee e delle sue evoluzioni.
Tutti
si presentarono a quella ragazza.
La
ragazza si tolse lo zaino a forma di Eevee dalle spalle e vi prese
due Pokéball.
-
Flareon! Leafeon! Espeon! Venite fuori!
Mentre
le altre due Eevelutions uscirono dalle rispettive Pokéball,
finalmente Serena si accorse della peculiarità di quel
Vaporeon.
-
Posso
sapere come mai ha quella macchia viola?
-
Sinceramente non so cosa dirti. Quando era un Eevee aveva una macchia
simile, ma era grigio cenere.
-
Quella macchia è dello stesso colore di un esemplare
cromatico. E lo
era anche quando era un Eevee. È una cosa molto particolare,
ma è
dovuta alla natura stessa di Eevee. Immagino lo sappiate, che Eevee
ha un corredo genetico molto instabile. Questo porta a delle
particolarità come questa. Non ne pregiudica la salute o
altro, ma
lo rende unico.
-
Si, ma potresti usare dei termini un pochino più
comprensibili? Non
ci ho capito nulla.
Rispose
Ash.
-
Pensa alla Eevee di Chloe. Che, pur tentando in ogni modo, risultava
impossibile da evolvere.
Gli
rispose Lucinda.
-
In questo caso, invece, il cambiamento riguarda il colore della sua
pelle.
-
Credo di aver capito.
Mentre
parlavano, il Glaceon di Vera e il Vaporeon di Lylia avevano
incominciato a litigare pesantemente. Apparentemente senza motivo. La
questione tra i due era stata risolta
“pacificamente” dalla
Jolteon di Orlando, che aveva fulminato entrambi, con grande
disappunto di entrambe le allenatrici.
Ash
aveva scoperto che quella ragazza aveva vinto all’asta la
lotta
totale contro Orlando, così, un po’ per
cavalleria, un po’ per
strategia, decise di cederle il posto.
Più
cavalleria che strategia, data la sua natura di improvvisatore
seriale.
Per
quella lotta, non volta nei campi dell’autodromo, dal momento
che
lo stesso era stato affittato fino al venerdì da alcune
scuderie del
campionato di endurance per dei test.
Per
questo motivo ripiegarono sul campo lotta di uno dei Centro
Pokémon
della città.
A
quella lotta avrebbero assistito anche Taelia e Max, ma non Zoey,
tornata a Sinnoh il giorno dopo l’asta giusto in tempo per
farsi
fare tuta, casco e sedile. Sarebbe tornata a Kalos solo sabato sera
per riscattare quei giri sulla triposto.
La
ragazza impostò l’arbitro elettronico. Lotta sei
contro sei con
sostituzioni ammesse. E ci mancherebbe altro che lo fossero!
I
due si schierarono ai lati opposti del campo. In attesa che
l’arbitro
desse il via. Cosa che accadde quasi all’istante.
La
ragazza schierò un Glaceon. L’evoluzione di Eevee
di tipo
ghiaccio.
Per
tutta risposta, Orlando mandò in campo Lucario.
-
Un tipo acciaio eh!
Commentò
la ragazza.
-
Abbastanza prevedibile.
Aggiunse
poco dopo.
-
Glaceon, usa fossa!
Il
Pokémon Nevefresca scavò una buca e si
infilò sottoterra. La sua
allenatrice pensava di aver fatto il colpaccio. Rimase di sasso
quando si accorse che l’avversario non si fosse mosso di un
millimetro.
-
Lucario, usa il potere dell’aura e cerca Glaceon sottoterra.
Appena
scopri dov’è attacca con Forzasfera!
La
ragazza aveva capito il piano del suo rivale. Non poteva dare il
contrordine. Sottoterra non l’avrebbe mai sentita. Non poteva
fare
altro che aspettare e sperare che il Pokémon avversario si
sbagliasse.
Glaceon
spuntò dal terreno, proprio davanti a Lucario.
Questi
stava già caricando un forzasfera. Si inarcò
leggermente indietro e
colpì l’avversario che si era librato a
mezz’aria, proprio in
pieno stomaco, facendolo volare in aria e atterrare dal suo lato del
campo.
Un
duro colpo, ma non sufficiente a fargli alzare bandiera bianca.
-
Glaceon, riproviamo! Attacco rapido!
L’allenatore
di Lucario sorrise, come se se lo aspettasse, lasciò correre
l’avversario.
-
Bene, schiva, poi usa meteorpugno!
Il
Pokémon aura colpì l’avversario in
piene costole, lanciandolo dal
lato lungo del campo. Solo l’attrito con la terra lo
fermò prima
di sconfinare nell’altro campo.
-
Su, Glaceon, riposati un po’. Lucario è troppo
forte. Dobbiamo
cambiare tattica.
Bene.
Vaporeon! Tocca a te! Pioggiadanza!
Il
Pokémon bollajet cominciò a muoversi, e dallo
splendido sole si
passò a un cielo coperto da nuvoloni grigi.
Poco
dopo iniziò a piovere.
-
Molto furba.
Commentò
Max dagli spalti.
-
Vaporeon è un Pokémon di tipo acqua, quindi la
pioggia è il suo
elemento naturale.
-
Immagino che questo non te lo aspettassi.
Il
tono della ragazza era piuttosto saccente.
-
Lucario, Box Box! Greninja! È il tuo turno!
La
Greninja shiny del ragazzo uscì dalla sua
Pokéball.
-
Ma che fa? Un Pokémon di tipo acqua contro uno di tipo acqua
non è
una buona scelta.
-
La vuoi smettere di commentare ogni cosa che fa?
Lo
riprese Iridio, visibilmente irritato.
I
due avversari ai lati opposti del campo di lotta si erano muniti di
ombrelli. Contrariamente agli spettatori, non erano riparati da
alcuna pensilina.
-
Vaporeon! Geloraggio!
-
Anche tu!
Gli
attacchi di ghiaccio si scontrarono al centro del campo. Sembrava che
nessuno dei due prevalesse sull’altro. Al centro del campo,
il
continuo agire dei loro attacchi aveva creato una spessa parete di
ghiaccio.
Questo
venne notato da entrambi nello stesso momento.
Il
Vaporeon della ragazza era passato al contrattacco, utilizzando
un’idrovampata. Il getto di acqua bollente uscito dalla bocca
del
Pokémon sciolse in breve tempo il blocco di ghiaccio.
-
Greninja! Respingilo con acqualame!
Il
Pokémon ninja eseguì il comando, lanciando contro
della coltre
d'acqua una enorme lama che divise in due il flusso. E che fece
arretrare il nemico di alcuni metri.
Un
importante indizio. Quel Vaporeon non aveva l’
abilità assorbacqua
ma bensì idratazione. Questo spiegava il
perché di quella
pioggiadanza a inizio lotta.
Ad
ogni modo, il ragazzo non ebbe troppo tempo per elaborare
quell’informazione, il Vaporeon della ragazza aveva iniziato
ad
utilizzare l’attacco Palla Ombra.
Una
sfera di energia oscura si stava creando davanti alla bocca del
Pokémon bollajet.
-
Benissimo, Greninja! Usa Neropulsar!
Il
Pokémon ninja seguì il comando del suo
allenatore. Dai suoi arti
superiori si generarono una serie di anelli oscuri che colpirono e
neutralizzarono l'attacco avversario, prima di colpire anche
l'utilizzatore.
Ma
questo bastò appena a farlo vacillare.
-
Di nuovo Vaporeon! Geloraggio!
Il
Pokémon bollajet generò dalla bocca un lungo
flusso gelido, che ora
si stava scontrando con il Neropulsar della Greninja. Nessuno
sembrava prevalere sull’altro. A un certo punto i due
attacchi si
unirono in uno solo, diretto verso il cielo. Entrambi i
Pokémon,
mentre attaccavano, si stavano avvicinando al centro del campo, come
a cercare il contatto fisico.
Orlando
diede uno sguardo distratto al cielo. La copertura nuvolosa stava
scomparendo e stava lasciando spazio al sole. Decise di tenere ancora
l’ombrello aperto, per non svelare l’arcano alla
sua avversaria.
-
Greninja, Box Box! Tocca a te Jolteon! Usa Fulmine!
Il
cambio fu talmente repentino da non permettere all’avversaria
di
reagire.
Non
prima che il suo Pokémon subisse un potente attacco
elettrico che lo
fece barcollare e cadere da un lato.
-
No. Non mollare! Usa idrovampata!
Il
Pokémon fece di tutto per non sfigurare. Nonostante
l’importante
danno subito dell’attacco elettrico, si rialzò di
nuovo e attaccò.
-
Jolteon, schiva e usa Palla Ombra!
Il
Pokémon eseguì, spiccando un gran balzo e
colpendo l’avversario
con una sfera di energia oscura.
-
Vaporeon non può più continuare!
Annunciò
l’arbitro elettronico.
La
ragazza si affrettò a sostituirlo.
-
Ha usato un tipo elettro, un tipo acqua buio, un tipo acciaio
lotta…
beh, forse con te scoprirò altre sue carte. Leafeon! Tocca a
te!
Il
terzo Pokémon della ragazza era un esemplare di Leafeon.
Appariva
estremamente determinato a riscattare il compagno, appena
sconfitto.
-
Jolteon, Box Box! Arcanine, tocca a te!
-
Ma è possibile che questo qui abbia soluzioni per ogni mio
Pokémon?
Commentò
a bassa voce.
-
Anche se ora mandassi Flareon, lui manderebbe la sua
Greninja… per
non parlare di Sylveon.. Non so quanto potrebbe resistere contro quel
potentissimo Lucario…
Leafeon
si voltò verso la sua allenatrice. Cosa stava aspettando a
darle
ordini?
Quell’Arcanine
si stava facendo tremendamente minaccioso con il suo Fuococarica.
-
Forza, Schiva! Poi usa Aeroassalto!
Il
Leafeon si scostò appena in tempo, quindi spiccò
un balzo per poi
ricadere addosso all’avversario.
-
Bene Arcanine! Sgranocchio!
Il
Pokémon Leggenda, nonostante il colpo subito, non
arretrò e morse
l’avversario coi suoi denti affilati.
Leafeon
emise un grido di dolore sentendo i denti dell'avversario infilarsi
nella carne.
-
Liberati! Leafeon! Fendifoglia!
L’allenatrice
era ben consapevole del fatto che quell’attacco non avrebbe
arrecato chissà quali danni, ma, almeno gli avrebbe fatto
mollare la
presa.
E
la sua previsione fu azzeccata, la coda del Pokémon
Rigoglioso si
trasformo in una sorta di lama che colpì il muso
dell’avversario,
costringendolo a mollare la presa.
-
Molto bene, Leafeon! Usa ancora Aeroassalto!
-
Arcanine Fuococarica!
I
due Pokémon si scontrarono a mezz’aria. Il
Pokémon, leggenda,
prevalse sull’avversario, riuscendo a sovrastarlo e a farlo
cadere
a terra, ma ancora non bastava.
Nonostante
l’enorme nuvolo di terra sollevata, Leafeon, sia pur ferito,
era
ancora in grado di continuare.
Non
sembrava volersi dare per vinto, nonostante tutto.
-
Leafeon! Ritorna! Ora tocca a te Sylveon!
Le
intenzioni della ragazza erano quelle di stancare il Lucario del
ragazzo, in modo da non doverlo affrontare in seguito. Ma, come se
quest’ultimo la leggesse nel pensiero, decise di non cambiare
Pokémon.
O
almeno non subito.
Il
ragazzo aveva ordinato al suo Pokémon uno sprizzalampo che,
in men
che non si dica, aveva colpito l’avversario. Facendogli fare
un bel
volo.
Al
suo atterraggio, l’allenatrice, in preda alla disperazione,
estrasse uno strano dispositivo a forma di Pokéball dalla
sua borsa.
Questo
dispositivo reagì con Sylveon. Sulla testa del
Pokémon comparve un
buffo luccicante copricapo a forma di cuore alato.
-
Sylveon! Terascoppio!
-
Arcanine! Di nuovo Fuococarica!
L’Arcanine
del ragazzo corse contro l’avversario ad una grande
velocità. A
causa dell’impatto, Sylveon volò in aria, ma
riuscì comunque a
colpire l’avversario.
-
Arcanine non è più in grado di continuare.
Annunciò
l’arbitro elettronico, costringendo Orlando alla sostituzione.
-
Arcanine, ritorna, sei stato fantastico! Ora tocca a te! Metagross!
Il
gigantesco Metagross shiny del ragazzo uscì dalla sua
Pokéball.
Appena
entrato in campo, il ragazzo fece immediatamente reagire la sua
pietrachiave con la Megapietra del suo Pokémon.
Il
corpo del Pokémon mutò. I quattro arti si
spostano di fronte e gli
artigli metallici sulla punta si ispessirono e allungarono, dietro
invece spuntarono altri quattro arti piú piccoli. La croce
metallica
sulla fronte divenne blu e crebbe notevolmente in dimensioni,
aumentando i poteri psichici del Pokémon. Alla base del
corpo spuntò
un corno dorato.
L’allenatrice,
comprendendo di trovarsi contro un Pokémon del genere, non
poté far
altro che passare sulla difensiva.
-
Sylveon, Riflesso!
Il
Pokémon legame generò attorno a
sé una sorta di schermo
azzurrino. Per potersi proteggere al meglio dagli attacchi fisici.
-
Sinceramente me lo aspettavo! Metagross! Buttati a capofitto!
Il
Pokémon eseguì l'ordine dal suo allenatore,
lanciandosi a peso
morto contro l’avversario. Questo fu sufficiente a
distruggere la
protezione avversaria.
-
Bene Sylveon appenditi con i tuoi nestri!
Il
ragazzo lasciò che lo facesse.
Serena
e Vera, guardando quello che stava accadendo in quel momento, non
poterono non pensare alle rispettive lotte che avevano avuto contro
quel ragazzo, in particolare la lotta in doppio prima che tutta
quella storia cominciasse e il Gran Festival di Hardana.
Entrambe
avevano deciso di non intromettersi direttamente nella lotta, ma se
l’allenatrice di quel Sylveon le avesse anche solo rivolto lo
sguardo verso di loro, si sarebbe resa immediatamente conto del suo
grave errore.
-
Molto bene, Metagross! Sollevati in aria e poi usa Meteorpugno!
Con
l’arto anteriore destro, non circondato dai nastri
dell'avversario,
il Pokémon sferrò un potente pugno. Questo fece
volare il Pokémon
legame e lo fece sbattere in maniera estremamente violenta sul
terreno. Sollevando una gigantesca nuvola di polvere.
Il
Pokémon cercò inutilmente di rialzarsi. Le ferite
erano troppo
gravi.
-
Sylveon non è più in grado di lottare.
La
ragazza si affrettò a ricoverarlo nella Pokéball.
Era già il
secondo Pokémon che era stato sconfitto e altri due non
erano
esattamente nelle migliori condizioni.
-
Bene, Flareon! Tocca a te!
Appena
la ragazza schierò il suo Pokémon di tipo fuoco,
il ragazzo si
affrettò a sostituire MegaMetagross con la sua
Greninja.
-
Flaron! Usa Facciata!
-
Geninja!
Presto! Doppioteam!
Il
Pokémon fiamma si diresse a grande velocità
contro quello che
credeva fosse la vera Greninja, e, come la sua allenatrice, ci rimase
estremamente male nello scoprire che si trattava di un semplice
clone.
E
oltre alla beffa, il danno. Venne colpito dietro la testa da un
potente acqualame che fece sbattere il muso contro il terreno,
facendogli emettere un guaito di dolore.
Flareon
riuscì comunque ad alzarsi in piedi.
–
Benissimo!
Usa facciata! Ora sai quale non è il clone!
-
Difenditi usando Neropulsar!
Da
ben prima che il Flareon raggiungesse l’avversaria, questa
aveva
creato attorno a sé una protezione composta da anelli di
energia
oscura. Una barriera che causò non pochi danni al Flareon
avversario.
-
Flareon! Morso!
Ora
che la protezione composta dal neropulsar era scomparsa,
l’avversaria
pensò che un attacco del genere fosse una buona idea.
Flareon non
era troppo lontano della sua avversaria, che, a logica, non aveva
molto tempo per reagire.
-
Acqualme! Dritto in bocca!
Una
croce d’acqua entrò chirurgicamente nella bocca
del Pokémon
fiamma, spalancata prima di mordere l’avversaria. Questo lo
fece
volare indietro e lo fece scivolare parecchio contro il
terreno.
Riuscì
di nuovo a rialzarsi. Con un enorme forza di volontà.
-
Forza sono sicura che puoi riuscirci ancora! Facciata!
Il
Flareon della ragazza corse a gran velocità contro la
Greninja
dell’avversario.
A
causa delle ferite la sua andatura era lievemente claudicante.
-
Benissimo, Greninja! Acqualame!
Il
Pokémon ninja colpì, per l’ennesima
volta l’avversario con una
lama d’acqua.
Il
Flareon, colpito nuovamente sul muso terminò bruscamente la
sua
corsa.
-
Flareon non può più lottare.
Decretò
l'arbitro elettronico.
-
Su, ritorna, hai fatto del tuo meglio.
L’allenatrice
fece una breve pausa di riflessione. Metà della sua squadra
non
poteva più lottare. Altri due erano messi abbastanza male e
il solo
Pokémon che non aveva ancora combattuto non era una minaccia
per
quella Greninja.
-
Leafeon! Tocca a te!
Il
Leafeon della ragazza uscì dalla Pokéball. Ancora
provato dalla
lotta contro Arcanine. Con tutta probabilità sarebbe bastato
un solo
Geloraggio per metterlo al tappeto, ma Orlando preferì non
rischiare.
-
Greninja! Box Box! Togekiss! È il tuo turno!
La
Togekiss del ragazzo uscì dalla sua Pokéball.
Per
un istante rimase impietosita dalle condizioni
dell’avversario, ma
pochi istanti dopo, il suo spirito combattivo prese il sopravvento.
-
Leafeon! Aeroassalto!
Il
Leafeon della ragazza spiccò un enorme balzo, sfruttando la
forza
delle zampe posteriori.
-
Togekiss, vola più in alto che puoi!
Il
Pokémon festa iniziò una salita praticamente
verticale,
sorprendendo il Leafeon avversario, che non fu in grado di
raggiungerla, nonostante la grande propulsione datasi con gli arti
posteriori.
-
Eterelama, Ora!
Delle
lame fatte d’aria colpirono l’avversario,
accelerando la sua
caduta. Nonostante il grande tonto, Leafeon, non venne sconfitto. Ma
sembrava non fosse in grado di muoversi.
-
Leggiadro.
Commenta,
Lucinda dalla panchina, sottovoce.
-
Hai detto qualcosa?
Le
chiese Lyila.
-
Nulla di che. Solo che quella Togekiss ha
l’abilità Leggiadro.
Quindi è abbastanza normale che l’avversario
tentenni dopo un
Eterelama.
Orlando,
approfittando dell’immobilità
dell’avversario, aveva ordinato un
secondo Eterelama. Che, come il precedente, colpì in pieno
l’avversario. Decretandone la sconfitta.
-
Leafeon non può più continuare.
Decretò
l’arbitro elettronico.
Questo
voleva dire solo una cosa. All’allenatrice restavano
unicamente due
Pokémon. Glaceon e il suo sesto membro. Con il primo non di
sicuro
in forma.
-
Glaceon! È ora!
Il
Glaceon della ragazza mostrava ancora le ferite subite dalla lotta
contro Lucario. Non sembrava potesse lottare a lungo, ma, in
ogni caso non era da sottovalutare.
-
Togekiss! Box Box! Tocca a te! Metagross!
L’allenatrice,
ben comprendendo il cambio del suo avversario, optò per un
cambio
strategico a sua volta. Metagross non poteva contare sulle
abilità
dell’aura, contrariamente a Lucario.
Per
questo motivo ordinò al suo Glaceon di utilizzare fossa.
Il
Pokémon Nevefresca scavò una buca nel terreno. E
inizialmente
sembrava che la strategia pagasse. Sembrava che il suo avversario non
avesse modo di rispondere efficacemente al suo attacco.
-
Metagross! Martelpugno! Sul terreno!
La
Megaevoluzione del Pokémon ferrato eseguì
l’ordine del suo
allenatore, colpendo con due violenti pugni il campo di lotta. Questo
creò una grossa spaccatura sullo stesso, che
lasciò l’avversario
allo scoperto.
Parzialmente
bloccato dalla terra.
-
Glaceon! Geloraggio!
Il
Pokémon eseguì il comando della sua allenatrice,
indirizzando
contro l’avversario un fascio di energia gelida di colore
bianco,
tendente all’azzurro.
-
Su, schiva e poi usa Cozzata Zen!
Il
Pokémon obbedì al suo allenatore, spostandosi a
destra.
Approfittando della sua immobilità, lo colpì sul
lato destro, si,
liberandolo dalla prigionia, ma contemporaneamente sconfiggendolo.
-
Glaceon non può più lottare.
Decretò
l’arbitro elettronico.
La
ragazza si trovava in estrema difficoltà. Cinque dei suoi
Pokémon
non potevano più lottare. E cinque erano quelli del suo
avversario,
che invece avrebbero potuto lottare. E nessuno di loro aveva subito
gravi danni.
Arrendersi
non era un’opzione. Non a quel punto della lotta. Lo doveva
alla
sua Espeon.
-
Espeon! Mi affido a te!
-
Metagross! Box Box! Greninja! Tocca a te!
La
sua avversaria era dubbiosa. Perché sostituire Metagross?
Per
l’ennesima volta aveva copiato la sua mossa. Ma non poteva
pensare
a quello. Era in enorme svantaggio.
Non
poteva fare molto se non che affidarsi a lei.
-
Espeon! Psichico!
Il
Pokémon Sole la guardò perplessa. Per non
disobbedire al suo
comando attaccò comunque. Pur sapendo che
quell’attacco non
avrebbe portato a nulla.
E
infatti, di fronte a quell’attacco, la Greninja rimase del
tutto
impassibile.
-
Che stupida!
Si
insultò l’allenatrice.
-
Usare un attacco di tipo psico contro un tipo buio!
-
Espeon! Comete!
Il
Pokémon Sole spiccò un salto e generò
diverse stelle, che poi
scagliò contro l’avversaria.
-
Greninja! Acqualame!
Il
Pokémon ninja lanciò in direzione
dell’avversaria diverse lame
d’acqua che intercettarono e colpirono le stelle.
Questo
creò una serie di piccole esplosioni.
-
Espeon! Riproviamo! Palla Ombra!
-
Bloccala con Geloraggio!
La
sfera di energia oscura generata dal Pokémon psico non
giunse a
destinazione, cadendo sul terreno ed esplodendo.
Sino
a quando le due non sarebbero entrate in contatto, quella lotta
sarebbe potuta durare molto a lungo.
In
un modo o nell’altro entrambi lo avevano capito.
-
Espeon! Usa Palla Ombra, ma questa volta avvicinati!
Il
Pokémon obbedì, caricando l’attacco
prima di raggiungere
rapidamente la sua avversaria.
-
Greninja! Usa Neropulsar!
Il
Pokémon eseguì, caricando l’attacco da
prima che la sua
avversaria lo raggiungesse. Questa venne colpita e sbalzata dal lato
opposto del campo di lotta.
Un
colpo duro, ma non sufficiente a sconfiggerla. Per fortuna della sua
allenatrice, la Palla Ombra era stata in grado di causare dei danni
alla Greninja.
Non
abbastanza da sconfiggerla, ma comunque buono, dal suo punto di
vista.
-
Espeon, riprovaci! Di nuovo Palla Ombra!
Questa
volta il Pokémon Sole prese meglio la mira e
colpì l’avversaria,
facendola sbilanciare e non permettendo al Neropulsar di
colpirla.
Greninja
riuscì comunque a rialzarsi e ad attaccare, come ordinatogli
dal suo
allenatore con un Acqualame che riuscì a colpire Espeon in
pieno.
Non
abbastanza per sconfiggerla, ma comunque un danno discreto.
Espeon
corse dell'avversaria, con un altra Palla Ombra, che come la
precedente si scontrò con il Neropulsar di
Greninja.
L’esplosione
dovuta allo scontro tra i due attacchi generò
un’imponente nuvola
di polvere, dalla quale i due Pokémon uscirono ancora in
grado di
continuare.
Ma
fu un istante. Entrambi caddero a terra.
-
Greninja e Espeon non sono più in grado di lottare.
Considerando che
possiede ancora dei Pokémon in grado di continuare, il
vincitore
della lotta è Orlando.
Decretò
l’arbitro elettronico.
I
due ricoveravano i Pokémon nelle rispettive
Pokéball, facendo i
complimenti ai rispettivi Pokémon per le ottime prestazioni
in
lotta.
Quindi
si incontrarono al centro del campo. Si strinsero la mano.
-
Devo dire che la tua squadra è davvero forte, ma ti posso
assicurare
che la squadra delle Eeveelutions ti sconfiggerà la prossima
volta.
-
Beh, partite già da una buona base. Ma non pensare che il
mio team
non faccia altrettanto.
Fatto
questo, entrambi si diressero al Centro Pokémon per curare
le
rispettive squadre.
Nel
mentre, degli addetti risistemarono il campo di lotta. Pesantemente
compromesso dalla lotta appena avvenuta. La successiva lotta, quella
tra la squadra di Orlando e quella di Ash sarebbe avvenuta solo il
giorno seguente, mercoledì, ma probabilmente altri avrebbero
voluto
usufruire di quel campo.
Nell’altro
campo, dopo l’arrivo dei due allenatori, Lucinda aveva
chiamato
Lylia per una seconda lezione sulle gare. In particolare sulla fase
di esibizione.
Per
quella di lotta ci sarebbe stato tempo. E magari anche qualcuno di
diverso ad insegnare.
Bianchino
era un po’ deluso per non essere stato scelto per primo, in
favore
invece di Riolu, Vaporeon, cercò di consolarlo, considerando
che
sarebbe stato il terzo a provare.
-
Dunque… che mosse conosce? Così vedremo di
valorizzarlo.
Chiese
Lucinda.
-
Ferrartigli, Attacco Rapido, Focalcolpo e Vuotonda.
Le
rispose la ragazza.
-
Delle ottime mosse per lottare, non ho dubbi, ma credo che potremo
anche valorizzarle per un’esibizione. Forse il solo modo per
scoprirlo è un po’ di pratica. Cosa ne pensi di
una simulazione di
gara?
-
Per me va bene. Che ne dici Riolu?
Il
Pokémon di tipo lotta accettò.
-
Piplup? Che ne pensi, ti va?
Il
Pokémon pinguino era entusiasta all’idea.
Le
due allenatrici si schierarono ai lati opposti del campo.
-
Ricorda, non è fondamentale sconfiggere il tuo avversario.
Quello
che conta di più è far ben apparire le tue mosse
e rendere la vita
difficile all’avversario e alle sue combinazioni.
-
Certo. Chiarissimo!
-
Piplup, Bollaraggio!
Il
Pokémon pinguino generò dal becco un enorme
numero di bolle, che si
avvicinavavno a grande velocità contro il Riolu della
ragazza.
-
Riolu… Vuotonda! Fai scoppiare quelle bolle!
Il
Pokémon emanazione generò con gli arti superiori
una sorta di onda
d’urto che colpì le bolle e le fece scoppiare in
una tempesta di
gocce colorate.
-
Bravissima! Se fosse stata una vera gara avrei sicuramente perso un
po’ di punti. Piplup, ora usa Perforbecco!
Il
Pokémon pinguino corse al massimo delle sue
possibilità contro
l’avversario.
-
Riolu, difenditi con Ferrartigli!
Dei
lunghi artigli spuntarono dagli arti superiori del Pokémon
di tipo
lotta, il quale incrociò poi le braccia per proteggersi
dall’assalto
avversario.
-
Bene! Ora liberati!
Il
Pokémon eseguì, aprendo nuovamente le braccia e
allontanando
l’avversario.
-
Riolu! Focalcolpo!
Il
Pokémon emanazione generò una sfera di energia
che poi sferrò
contro l’avversario.
-
Piplup! Distruggila con Perforbecco!
Il
Pokémon pinguino eseguì senza storie, spiccando
un balzo e facendo
esplodere la sfera in tanti puntini luminosi.
-
Direi che per Riolu può bastare così per il
momento. Magari più
tardi riprenderemo l’allenamento sull’esibizione
vera e propria.
Intanto però ti faccio i complimenti. Avete del talento
naturale.
-
Oh, dici davvero? Grazie!
La
ragazza quasi non ci credeva. Non aveva ricevuto i complimenti da una
persona qualsiasi, ma da una Supercoordinatrice.
-
Non ti dispiace se ti dò il cambio?
Si
propose Vera.
-
Figurati.
-
Bene. Allora io proverò dopo.
Agginse
Serena.
-
Per me va bene. Voi che ne dite?
Tanto
Bianchino quanto Vaporeon accettarono la proposta. Intanto Riolu si
era seduto dove prima si trovava il Vulpix della ragazza, che lo
aveva sostituito nel campo di lotta.
-
Beautifly vieni fuori!
Il
Beautifly della ragazza uscì dalla Pokéball e si
mise a svolazzare
per il suo lato del campo.
-
Intanto, però, io, se permette comincerei io. Beautifly!
Venatrgenteo!
Il
Pokémon farfalla generò dalle ali una corrente
d’aria e polvere
luminosa, diretta verso il Vulpix della ragazza.
-
Bianchino! Ventogelato!
Il
Pokémon volpe generò dalla bocca una fortissima
corrente di aria
gelida, che in breve si scontrò contro la corrente
d’aria opposta.
I due attacchi si scontrarono, creando un effetto di polveri
luminose.
Vera
ci rimase male. Da quel che sapeva, Vulpix era un Pokémon di
fuoco.
Da quando poteva usare attacchi di tipo ghiaccio?
-
Non lo sapevi?
La
riprese il fratello minore.
-
I Vulpix di Alola sono di tipo ghiaccio. E , con la pietragelo, si
evolvono in Ninetales di Alola di tipo ghiaccio e folletto.
Dov’eri
quando Ash e Pikachu hanno sconfitto quel Ninetales?
La
ragazza, visibilmente imbarazzata, cercò una risposta.
-
Ero un po’ distratta. E poi credevo che lo avesse chiamato
Bianchino perché si trattava di un Vulpix albino.
-
Beh, non che se fosse stato di tipo fuoco, allora Beautifly sarebbe
stata una buona scelta eh!
Il
fratello continuò a riprenderla.
-
Senti… stiamo simulando una gara. Anche se fosse, non posso
cambiare.
-
Come vuoi.
-
Bene, Beautifly, usa Aeroassalto!
Il
Pokémon farfalla obbedì alla sua allenatrice,
avvicinandosi
rapidamente all'avversario.
-
Bianchino! Ventogelato!
Il
Pokémon volpe generò un vento gelido che creava
splendidi effetti
di luce, in contrasto con il sole che stava tramontando.
Il
ghiaccio, depositandosi sulle ali del Pokémon farfalla e
rendendo
impossibile l’attacco.
-
Cambiamo strategia, Beautifly! Usa Ronzio!
Il
Pokémon farfalla si allontanò e muovendo
rapidamente le ali creò
un’onda d'urto in grado di sciogliere il ghiaccio
accumulatosi
sulle sue ali.
-
Bianchino! Di nuovo Ventogelato!
La
corrente d’aria gelida e l’onda d’urto si
scontrarono,
generando un’esplosione di scintille.
-
Penso possa bastare. Beautifly! Ritorna.
La
ragazza richiamò il suo Pokémon nella
Pokéball.
-
Se posso darti un consiglio, almeno per Bianchino, è quello
di non
concentrarti troppo su di una sola mossa. Io ho perso una gara alle
fasi iniziali proprio per questo.
-
E sei in buona compagnia!
Si
aggiunse Lucinda.
Ironia
della sorte, entrambe avevano perso al round di esibizione di una
gara Pokémon proprio perché si erano concentrate
eccessivamente su
di una singola mossa.
Vera
con la sua Skitty e Lucinda con Ambipom. Non volevano che la nuova
amica ripetesse i loro stessi errori.
Bianchino
era un po’ dispiaciuto da quelle parole. Lylia,
accorgendosene, lo
consolò.
-
Scusa. È colpa mia. Mi sono fatta prendere male. So che sai
usare
anche altre mosse.
Bianchino,
per tutta risposta, le saltò addosso, e la ragazza lo
accolse tra le
braccia.
Un
suo tipico gesto d’affetto.
-
Se permettete, adesso tocca a me.
Le
interruppe Serena. Le ragazze, accorgendosene, le lasciarono campo
libero.
Senza
perdere ulteriore tempo, la ragazza mandò in campo la sua
Sylveon.
Sapeva che l’avversario sarebbe stato Vaporeon, ma non aveva
idea
degli attacchi che questo fosse in grado di utilizzare.
-
Bene cominciate pure voi due.
-
Perfetto. Vaporeon! Palla Ombra!
Il
Pokémon Bollajet generò dalla bocca una sfera di
energia oscura,
dal colore violaceo, che poi scagliò contro
l’avversaria.
-
Sylveon! Respingila con vento di Fata!
Il
Pokémon Legame generò una corrente
d’aria di un tenue colore rosa
che fermò la corsa della sfera oscura e
incominciò a spingerla
verso il Vaporeon della nativa di Alola.
-
Proviamo a seguire il consiglio di Vera, Vaporeon! Geloraggio!
Il
Pokémon obbedì generando un fascio gelido dalla
bocca che fermò la
corsa della sfera oscura, avvolgendola in uno strato di ghiaccio.
Sempre più spesso.
-
Dovrebbe bastare.
Lylia
diede il contrordine, permettendo alla sfera oscura, ora rivestita di
ghiaccio di avvicinarsi.
-
Ora abbassati.
Il
Pokémon, pur non avendo ancora capito cosa la sua
allenatrice,
riponeva in lei piena fiducia e obbedì.
Lylia
era consapevole del fatto che il collare non garantisse al suo
Pokémon una visuale perfetta, per cui doveva essere lei a
dare
l’imput.
-
Adesso! Rilanciala con Codacciaio!
Il
Pokémon eseguì, catapultando con un rapido
movimento della coda la
sfera gelida contro l’avversaria. Riuscendo
nell’intento di
colpirla.
-
Tutto bene Sylveon?
La
Sylveon si avvicinò e strinse uno dei suoi nastri attorno al
suo
braccio, un modo per farle capire che stesse bene.
-
Devo farvi i complimenti. Hai saputo valorizzare le mosse del tuo
Vaporeon. Dimmi una cosa… È stato Ash ad
insegnarti ad
improvvisare in quel modo?
Il
giorno seguente, Ash si era svegliato alla buon’ora e aveva
costretto gli altri a fare altrettanto. Era estremamente entusiasta
all’idea di una lotta, e, avendo visto di cosa fosse capace
il suo
avversario, lo era ancora di più. Oltre a quello sapeva che
poteva
contare sul supporto di tutti. O quasi. Contrariamente al giorno
precedente, con loro vi era Taelia, venuta a dare il suo sostegno
all’amico d’infanzia.
Sapendo
di non essere molto abile con la tecnologia, lasciò che
fosse il suo
sfidante ad impostare l’arbitro elettronico.
Solite
regole. Lotta totale sostituzioni permesse senza alcun limite.
Pochi
istanti dopo l’arbitro elettronico diede il via alla
lotta.
-
Prima di iniziare vorrei farti una domanda.
Ash
lo fermò dallo schierare il suo primo Pokémon.
-
Dimmi tutto.
-
Ho visto che sei in grado di usare tanto le megaevoluzioni quanto le
mosse Z. Beh, ci riesco anche io. Quindi come ci regoliamo per
questo? Tutte e due? Una? Nessuna?
-
Facciamo una delle due e la chiudiamo. Che ne pensi? Ovviamente la
teniamo segreta sino al momento in cui la usiamo. Cosa ne dici?
-
Affare fatto!
Terminata
questa breve disquisizione sulle regole aggiuntive per la lotta,
Orlando portò a termine quello che aveva cominciato,
mandando in
campo il suo primo Pokémon.
-
Arcanine tocca a te!
Il
suo avversario mandò in campo il suo Arcanine. Ash, nelle
precedenti
lotte aveva avuto modo di vedere quanto quell’esemplare di
Arcanine
fosse versatile in lotta. Conosceva attacchi di vario tipo ed era
indubbiamente forte.
-
Pikachu te la senti?
Il
Pokémon topo scese dalla sua spalla e si schierò
in campo.
-
Benissimo! Attacco Rapido!
-
Carineria!
Pikachu
si mise a correre a destra e a sinistra, aumentando la sua
velocità
ad ogni cambio di direzione. All’estremo opposto
l’avversario che
proseguiva dritto per la sua strada.
Al
momento dello scontro, a causa del minor peso, Pikachu venne sbalzato
indietro.
-
Pikachu usa Codacciaio per attutire la caduta!
Il
Pokémon topo seguì il comando del suo allenatore,
creando un con la
coda piccolo buco sul terreno, ma riuscendo ad attutire non di poco
la caduta.
-
Imprigionalo con Elettrotela!
-
Presto! Sprizzalampo!
Il
Pokémon leggenda cominciò a caricarsi di
elettricità, ben prima
che l’avversario riuscisse a generare, con la coda, quella
tela di
elettricità.
Quest’ultima
venne come assorbita dallo Sprizzalampo e ne aumentò
ulteriormente
la potenza. Ash si avvide della cosa e ordinò un codacciaio
a
Pikachu.
Il
Pokémon topo colpì l’avversario, carico
di elettricità in pieno
muso, riuscendo a fermare la sua corsa.
-
Sgranocchio!
Con
un rapido movimento della testa, il Pokémon leggenda si
liberò
dalla pressione della coda e, poco dopo, la morse con i suoi denti
affilati.
-
Pikachu Fulmine!
Il
Pokémon topo, nonostante il dolore, generò una
potente scarica
elettrica che causò non pochi problemi
all’avversario,
costringendolo a mollare la presa.
-
Arcanine! Box Box!
Orlando
richiamò il suo Pokémon. Sapeva che aveva subito
dei colpi mica da
ridere, ma lo stesso poteva dirsi
dell’avversario.
-
Togekiss tocca a te!
Il
ragazzo mandò in campo la sua Togekiss.
-
Pikachu! Saltagli addosso!
Il
Pokémon topo spiccò un bel salto riuscendo a
finire addosso
all’avversaria.
-
Codacciaio!
-
Vola
al rovescio e poi usa magibrillio!
Il
Pokémon festa seguì il comando, e ora Pikachu,
appeso sulla sua
schiena, faticava a restare in quella posizione, ancora di
più
dovendo tentare di attaccare.
Ora
il corpo della Togekiss si era illuminato, accecando Pikachu e la
grande quantità di energia rilasciata dal corpo del
Pokémon fece
cadere a terra il Pokémon topo, prima che riuscisse ad
attaccare.
-
Pikachu Fulmine!
Il
Pokémon topo iniziò a caricarsi di
elettricità lanciando verso
l’alto una potente scarica elettrica. Schivata dal
Pokémon in
volo.
-
Etrelama!
Togekiss
prese bene la mira e colpì l’avversario con delle
lame di energia
generate dalle ali. Riuscendo anche a farlo tentennare.
-
Palla Ombra!
Il
Pokémon festa generò una sfera di energia oscura,
lanciandola
contro l’avversario.
-
Pikachu, so che puoi farcela! Distruggila con Codacciaio!
Raccogliendo
le forze il Pokémon topo riuscì
nell’intento, distruggendo la
sfera di energia oscura.
-
E ora Attacco rapido!
Il
Pokémon topo spiccò un balzo, raggiungendo
l’altezza
dell’avversaria.
-
Forzasfera!
Il
Pokémon festa lanciò dalla bocca una sfera di
energia di colore
azzurrino che colpì l’avversario. Facendolo cadere
a terra.
-
Pikachu, riposati.
Il
Pokémon topo tornò dal suo allenatore. Un
po’ malconcio ma ancora
in grado di continuare, dopo un po’ di riposo.
-
Gengar, tocca a te!
Il
ragazzo mandò in campo il suo Pokémon Ombra, che,
come suo solito,
entrò in campo come fosse un’ombra. Subito saltava
all’occhio
come il suo colore fosse diverso sia rispetto a un Gengar normale sia
rispetto ad un esemplare shiny.
Poco
importava. Non era tempo di pensare a quelle cose, il
Pokémon Ombra
aveva iniziato ad attaccare con un Fangobomba. Sputava a gran
velocità delle palle di fango marrone.
-
Togekiss! Distruggile con Eterelama!
Il
Pokémon Festa lanciò delle lame d’aria
dalle punte delle sue ali,
che intercettarono e distrussero le sfere di fango.
-
Togekiss! Box! Box! Lucario è il tuo momento!
Ash
aveva ben compreso la strategia del suo avversario.
Per
quel che ne poteva sapere, quella Togekiss poteva continuare a
lanciare Eterelama all’infinito, per rintuzzare gli attacchi
del
suo Gengar.
-
Gengar! Palla Ombra!
Il
Pokémon Ombra lanciò contro
l’avversario una sfera di energia
oscura, che si scontrò con una sfera simile alla
metà del campo.
Questo generò del fumo, che nascose alla vista entrambi gli
avversari.
-
Lucario! Usa il potere dell’aura per trovarlo e attacca con
Palla
Ombra!
Il
Pokémon aura lanciò, in maniera apparentemente
casuale, la sfera
oscura. Questa bucò la coltre di fumo, che, nel frattempo
stava
iniziando a dissolversi e riuscì nell’intento di
colpire
l’avversario.
-
Gengar, ritorna.
Superata
la perplessità iniziale, questi non rifiutò il
richiamo del suo
allenatore e accettò di farsi sostituire.
-
Lucario! Tocca a te!
I
due Pokémon aura si scambiarono un rapido sguardo. Difficile
interpretare i loro sentimenti in quel momento. Rispetto? Sfida o
cos’altro?
In
ogni caso nessuno dei due allenatori poté pensarci molto.
Dopo che i
rispettivi attacchi Forzasfera si erano scontrati al centro del
campo, generando un’esplosione, entrambi gli allenatori
compresero
che, se volevano che l’incontro avesse un qualche risultato,
ci
sarebbe dovuto essere un qualche contatto tra i due.
Fu
Ash a prendere l’iniziativa.
-
Lucario! Usa Zuffa!
Il
Pokémon Aura corse verso il Bersaglio e iniziò a
colpirlo con una
serie di calci delle gambe e pugni. Nonostante la forza dei colpi, il
suo avversario non demorse.
Anzi,
approfittando del fatto che il suo avversario, per sferrare quei
colpi, dovette abbassare la guardia, gli tirò un Meteorpugno
sotto
il mento, facendolo arretrare di alcuni metri.
Solo
in quel momento, iniziò veramente a sentire il dolore di
quella
serie di colpi. Piegandosi in avanti.
-
Forza, io credo in te! So che ce la puoi fare!
Lo
incoraggiò il suo allenatore.
Questi,
per tutta risposta, si rialzò in piedi. Cercando in ogni
modo di
reprimere il dolore. Appena in tempo. Il Lucario di Ash era tornato
alla carica. Nuovamente con Zuffa.
–
Forza!
Questa volta non devi farti colpire. Calcinvolo!
Il
Lucario di Orlando spiccò un balzo e il ginocchio della
gamba destra
si illuminò di una luce azzurrina.
-
Forza! Schiva!
Ash
esortò il suo Pokémon, sottovalutando
l’abilità del suo
avversario, che si accorse del suo rapido movimento e
aggiustò il
tiro.
Riuscì
ad atterrare perfettamente e senza danni.
Non
altrettanto il suo avversario, che si era preso una bella ginocchiata
in testa.
Entrambi
erano allo stremo delle forze. La loro lotta, per quanto breve, era
stata piuttosto intensa.
-
Mi sembra strano che non abbia deciso di megaevolverlo.
Commentò
Vera.
-
Lo
conosci anche tu.
Le
rispose Lucinda.
-
Se
non lo ha fatto è perché ha altri piani in mente.
Magari usare la
mossa Z.
-
Oppure potrebbe megaevolvere quacun’altro. Ora ha anche altre
Megapietre.
Si
aggiunse Serena.
Ash
era troppo preso per sentire.
La
sua strategia di chiedere al suo Lucario di sorprendere il suo simile
con un Forzasfera alle spalle non aveva funzionato.
L’avversario
aveva schivato d’istinto e l'attacco aveva semplicemente
creato un
piccolo buco nel terreno.
Anche
l’avversario, poco dopo, tentò una tecnica simile,
con il medesimo
risultato.
Erano
uno davanti all’altro. Come a volersi sfidare su chi sarebbe
rimasto più a lungo in campo.
-
Forzasfera! Massima potenza!
Gridarono
i due allenatori, all’unisono.
I
due Pokémon, raccogliendo le ultime forze, generarono due
gigantesche sfere di energia dal colore azzurrino. Quando non
riuscirono più a trattenerla, la scagliarono contro
l’avversario.
Lo
scontro tra i due attacchi generò un'enorme onda d'urto, che
scagliò
i due Pokémon indietro di alcuni metri.
-
Entrambi i Pokémon non possono più continuare.
Decretò
l'arbitro elettronico.
Entrambi
gli allenatori ricoveravano i rispettivi Pokémon nelle loro
Pokéball.
-
Dragonite! Tocca a te!
-
Togekiss! È il tuo momento!
-
Dragodanza!
La
Dragonite di Ash iniziò a roteare su se stessa. Come in una
danza.
Il suo corpo si illuminò di una luce arancio.
-
Magibrillio!
Il
corpo della Togekiss del ragazzo si illuminò di una luce
rosata e,
poi, muovendosi con rapidità, lanciò contro
l'avversaria una sfera
di energia luminosa.
-
Forza schiva!
La
Dragonite di Ash si mosse con un’estrema rapidità,
inaspettata
date le sue importanti dimensioni. La sfera di energia cadde a terra,
esplodendo.
-
Tifone!
La
Dragonite di Ash generò una gigantesca corrente
d’aria, sfruttando
la potenza delle sue ali. La corrente d’aria, nonostante il
tentativo di schivare, la Togekiss venne investita dalla potente
corrente d’aria e costretta a terra in una rapida picchiata.
-
Presto, rialzati! E vai con Eterelama! Colpisci da dietro.
Il
Pokémon festa si rialzò in volo. E
iniziò a volare in cerchio
attorno alla sua avversaria. Lanciava al contempo numerosi attacchi
Eterelama che vennero continuamente schivati dall’avversaria.
Almeno inizialmente.
Poi
il continuo roteare le fece perdere la concentrazione. E non
riuscì
ad evitare il colpo. Dritto in una delle ali.
Un
secondo colpo alla schiena la fece cadere a terra. Ora si trovava
nella medesima situazione in cui, pochi istanti prima si trovava la
sua avversaria.
-
Dragonite! Rialzati e usa di nuovo Tifone!
Mentre
il Pokémon drago si rialzava, l’avversaria stava
caricando un
potente Magibrillio.
Prima
che potesse sferrare l’attacco, però la Dragonite
si scansò,
facendo sì che il colpo andasse a vuoto.
Contemporaneamente
la Dragonite del ragazzo aveva generato una nuova gigantesca corrente
d’aria. Ma questa volta, tanto l’allenatore quanto
il Pokémon,
erano pronti ad affrontare quella situazione.
-
Usa la sua forza contro di lei! Approfitta della corrente
d’aria
per avvicinarti e lancia un Magibrillio!
Il
Pokémon seguì il comando del suo allenatore,
infilando una delle
ali nella corrente d’aria generata dalla sua
avversaria,
e
sfruttò lo slancio per avvicinarsi con rapidità
alla sua
avversaria.
E
colpendola con il potente attacco di tipo folletto direttamente sulla
schiena, facendola nuovamente precipitare.
Con
una grandissima forza di volontà, la Dragonite si
rialzò
nuovamente.
-
Iper raggio!
Ordinò
Ash.
La
Dragonite eseguì, lanciando dalla bocca un potentissimo
attacco, uno
spesso raggio di energia che colpì in pieno
l’avversaria.
Facendola nuovamente precipitare verso il terreno.
Un
attacco indubbiamente potente, ma non sufficiente a sconfiggere
l’avversaria. Che, con grande forza di volontà
spiccò nuovamente
il volo.
-
Palla Ombra!
La
Togekiss del ragazzo generò una sfera di energia oscura di
colore
viola, circondata da alcune saette dal colore più scuro, che
scagliò
contro l’avversaria, colpendola in pieno stomaco, e facendola
arretrare di alcuni metri.
Approfittando
del fatto che l’avversaria dovesse recuperare le forze per il
potente attacco scagliato in precedenza, ordinò un secondo
attacco.
Un magibrillio.
Il
potente fascio di luce colpì l’avversaria,
facendola nuovamente
precipitare verso terra, con un gran rumore e sollevando una grossa
nuvola di terra.
-
Approfitta del fatto che non ti può vedere! Iper Raggio!
Raccogliendo
le energie e rimanendo saldamente ancorata al terreno, la Dragonite
scagliò contro l’avversaria il potente raggio di
energia. Questa
non poté far molto per evitare l’attacco
dell’avversaria e venne
colpita in pieno e sconfitta.
-
Togekiss non può più continuare.
Dichiarò
l’arbitro elettronico.
Orlando
si affrettò a ricoverarla nella Pokéball. E
schierò il suo quarto
Pokémon. La sua Jolteon. Ash decise di lasciare in campo la
sua
Dragonite. In quel momento era in leggero vantaggio sul suo
avversario. Poteva contare su cinque Pokémon, contro i
quattro
dell’avversario, sebbene Pikachu, come anche
l’Arcanine del suo
avversario non fossero al pieno della forma. E lo stesso poteva dirsi
di Dragonite.
-
Jolteon! Tocca a te!
La
Jolteon del ragazzo entrò in campo. Desiderosa di fare il
meglio
possibile.
Da
una parte Ash si aspettava una scelta simile dal suo avversario. Ma
dall’altra si sarebbe aspettato un Pokémon
diverso, in particolare
Metagross, dato il suo potente Gelopugno.
Ma
a lui andava bene così. Finalmente poteva sfruttare tutti
gli
attacchi della sua Dragonite.
-
Dragartigli!
La
Dragonite del ragazzo riprese a volare, e dalle unghie degli arti
superiori si formarono delle punte dal colore violaceo. Piuttosto
minacciose.
-
Aspetta che si avvicini e poi usa Fulmine!
Il
Pokémon Luminoso seguì il comando alla lettera,
aspettando che
l’avversaria fosse sufficientemente vicina, prima di
bersagliarla
con il potente attacco elettrico.
Dragonite
cadde a terra, priva di sensi. E non ci volle molto prima che
l’arbitro elettronico la dichiarasse “non
più in grado di
continuare”.
-
Gabite tocca a te!
Ash
mandò in campo così il suo quarto
Pokémon.
-
Non sapevo che Gible si fosse evoluto.
Commentò
Lucinda.
Questo
non sembrò una grande notizia per gli altri, era abbastanza
normale
che, a un certo punto, un Pokémon si evolvesse. Tranne in
alcuni
particolari come lo stesso Pikachu di Ash che aveva esplicitamente
rifiutato di evolversi più e più volte.
-
Dato che Ash è abbastanza impegnato, se non ti dispiace,
posso
raccontarti io com’è andata.
Le
rispose Serena.
-
Certo, va benissimo.
-
Un paio di anni fa siamo andati al Festival dei Draghi, un evento
organizzato da Iris ad Unima, per conoscere quanti più
allenatori di
Pokémon drago possibile, nel suo percorso per diventare
Maestra
Drago.
Tra
i diversi allenatori c’erano pure Lance, Sandra, Camilla con
la sua
leggendaria Garchomp, e via dicendo. Iris era stata categorica. Per
essere bene accetti al festival bisognava avere in squadra almeno un
Pokémon drago. Ash mi imprestò il suo Noivern, un
Pokémon che
avevo avuto modo di conoscere e che, fortunatamente mi
accettò come
allenatrice senza problemi.
-
Certo, ma questo non spiega come Gible si sia evoluto.
-
Un attimo. Volevo solo darti il contesto. Comunque sia, era stato
organizzato un torneo tra Pokémon della stessa specie, per
decretare
quale fosse il più forte, manco a dirlo, nella categoria
dedicata a
Garchomp, quella di Camilla aveva stradominato.
Oh,
mi sto riperdendo. Scusa.
Comunque
sia a un certo punto era arrivato il turno dei Gible. E quello di Ash
era arrivato alle fasi finali, proprio contro il Gible di Iris. Fu
una lotta molto intensa, senza esclusione di colpi.
Al
climax della lotta, sembrava che il Gible di Iris stesse trionfando,
quando quello di Ash si evolse in Gabite. Le regole non prevedevano
questa eventualità e lo scontro venne fatto
continuare.
Inutile dire che Gabite vinse.
-
E allora, perché ha un collare con una pietrastante?
Chiese
Lucinda.
-
Onestamente non lo so.
Orlando,
trovandosi contro un Pokémon immune agli attacchi elettrici
della
sua Jolteon, si vide costretto a sostituirla.
-
Metagross! Tocca a te adesso!
-
Possiamo continuare. Gabite! Fossa!
Il
Pokémon Grotta scavò un buco nel terreno
dirigendosi sottoterra,
verso il suo avversario.
-
Appena inizi a sentire le vibrazioni del terreno, colpisci con
Martelpugno!
Il
Pokémon Ferrato aspettò alcuni istanti, prima di
percuotere il
terreno con dei potenti pugni, che crearono sullo stesso una
spaccatura che imprigionò l’avversario.
-
Ha usato la stessa tecnica che ha usato contro quel Glaceon, ma non
so se possa avere la stessa efficacia.
Commentò
Vera.
Gabite,
parzialmente imprigionato faticava a muoversi. Ash non sapeva che
attacco utilizzare.
Apparentemente
nessuno di essi sarebbe stato di aiuto.
-
Dragobolide!
Gridò.
Il Pokémon grotta eseguì il comando senza storie.
La serie di
meteoriti dalla scia rosata precipitò sul terreno, ma
nessuno di
essi colpì il bersaglio.
-
Metagross! Gelopugno!
Il
Pokémon Ferrato sferrò un potente pugno gelido al
suo avversario,
liberandolo dalla prigionia e facendolo volare indietro di alcuni
metri. L’impatto con il terreno fece spezzare la pietrastante
che
aveva appesa al collo.
Immediatamente
Gabite si illuminò di una luce bianca.
Il
corpo divenne più robusto, le braccia e le gambe crebbero di
dimensione, così come le falci sulle braccia. I muscoli
delle cosce
si fecero più imponenti. La coda si allungò. La
testa crebbe di
dimensioni. Così come la pinna sulla schiena. E, di
conseguenza, il
taglio sulla stessa. Sul muso si formò una sorta di stella
gialla.
Si
era evoluto in un Garchomp.
Ash
sorrise.
-
Questa era l’occasione che aspettavamo.
Disse
poco dopo.
Tutti
lo guardarono perplesso. Costringendolo a spiegare.
-
Sì, Gible si è evoluto in Gabite un paio di anni
fa. Ed è
diventato indubbiamente più potente. Da allora mi ha
convinto a
farlo lottare più spesso.
Non
troppo tempo fa, tanto Iris quanto Camilla, un’esperta di
Pokémon
drago e l’allenatrice della Garchomp più
forte che ci sia,
mi hanno detto che era prossimo ad evolversi.
Di
comune accordo abbiamo scelto di posticipare la sua evoluzione per
un’occasione speciale. E quale meglio di questa?
Il
neo-evoluto Garchomp fece un cenno di approvazione.
-
E adesso prendi questa!
Il
ragazzo lanciò al suo Pokémon una megapietra, una
Garchompite.
Il
Pokémon la acchiappò al volo con la bocca e la
posizionò sul
collare, dove, fino a poco prima si trovava la pietrastante.
-
Una Garchompite?
Si
domandarono tutti, in coro.
-
Un piccolo regalo da parte di Rocco. Ne aveva già una nella
sua
collezione ed è stato così gentile da
regalarmela. Ora però il
tempo delle chiacchiere è finito.
Il
ragazzo fece reagire la sua Pietrachiave con la megapietra del suo
Garchomp.
L’aspetto
del Pokémon mutò nuovamente. Non tanto
nella forma corporea,
che rimase piuttosto simile,quanto in altre parti del corpo,
come
la mascella, divenuta più squadrata, il segno
giallo sul
bacino passato ad una forma romboidale a lungo i fianchi del petto
spuntò una fila di punzoni bianchi, mentre quelli
che prima si
trovavano nella parte superiore delle braccia, avevano cambiato
posizione, trovandosi ora nella parte inferiore delle stesse. Le
ginocchia avevano un enorme punzone rosso, ora la
stella
sul muso ora aveva un maggior numero di punte e, infine, gli artigli
degli arti superiori si erano trasformati in delle enormi falci blu
dai bordi rossi.
Il
suo avversario non aspettò molto, prima di fare lo stesso
con il suo
Metagross. Pietrachiave e megapietra reagirono in modo simile e, di
conseguenza, anche Metagross si megaevolvette. I quattro arti
si spostano di fronte e gli artigli metallici sulla punta si
ispessirono e allungarono, dietro invece spuntarono altri quattro
arti piú piccoli. La croce metallica sulla fronte divenne
blu e
crebbe notevolmente in dimensioni, aumentando i poteri psichici del
Pokémon. Alla base del corpo spuntò un corno
dorato.
-
Uno scontro tra titani.
Commentò
Taelia, rimasta praticamente in silenzio fino a quel momento.
In
effetti la ragazza acceca ragione. Due forme megaevolute di due
Pokémon così potenti che si affrontavano non era
una cosa da tutti
i giorni.
E
avendo avuto modo di apprezzare lo stile di lotta di entrambi, sapeva
che sarebbe stata una lotta senza esclusione di colpi.
-
Garchomp! Sgranocchio!
Il
Pokémon Mach, appena megaevoluto, corse a gran
velocità contro
l’avversario, con i denti che erano cresciuti e si erano
illuminati
di azzurro.
L’allenatore
di Metagross rimase impassibile. Come se volesse che
l’avversario
si avvicinasse.
Appena
Garchomp fu abbastanza vicino, finalmente diede il suo comando.
-
Gelopugno.
Il
pugno gelido colpì l’avversario e lo
scagliò indietro di alcuni
metri, facendolo cadere di schiena e facendo strisciare la sua pinna
contro il terreno.
Garchomp
riuscì comunque a rialzarsi e a correre contro
l’avversario,
attaccando nuovamente con sgranocchio, venendo rispedito indietro,
nuovamente con un Gelopugno.
Ash
comprese ben presto che quella strategia non avrebbe pagato.
-
Pietrataglio!
Il
Pokémon mach tirò un calcio nel terreno e fece
spuntare da esso
delle pietre affilate di colore azzurro.
-
Colpiscile con Martelpugno!
Il
Megametagross frantumò quelle rocce con una forza enorme,
facendole
tornare nel terreno. La prima roccia partita dal terreno
colpì il
garchomp del ragazzo. Facendolo cadere all’indietro.
Di
certo questo non fu sufficiente a sconfiggerlo, ma gli causò
non
pochi problemi.
-
Forza, Garchomp! Rialzati!
Mentre
il Pokémon Mach tentava di rialzarsi, l’avversario
stava
attaccando di nuovo, questa volta con cozzata Zen. un duro colpo,
capace di sconfiggerlo.
A
causa del Ko, quel Garchomp tornò normale e Ash dovette
ricoverarlo
nella sua Pokéball.
-
Hai fatto del tuo meglio. Posso capire che sia stato un bel
cambio…
Ti sei evoluto e poi subito dopo megaevoluto, posso capire che sia
stato un bello shock.
-
Metagross Box Box! Tocca a te Jolteon!
Orlando
richiamò il suo Metagross, mentre Ash mandava in campo
Gengar.
-
Fangobomba!
Il
Gengar cominciò a sputare della palle di fango contro il suo
avversario, ma prima che venisse colpito, queste vennero
distrutte dal fulmine avversario.
Ash
comprese che nemmeno in quel caso la strategia di usare Fangobomba
non avrebbe pagato nemmeno in quel caso.
-
Avvicinati lentamente e usa Palla Ombra!
Il
Pokémon Ombra scomparve attraversando il terreno di
lotta.
Era
impossibile capire dove si trovasse.
E
quando spuntò dal terreno, colpì
l’avversario con il potente
attacco di tipo spettro.
Questo
fece arretrare Jolteon di alcuni metri, ma contemporaneamente permise
a Jolteon di rispondere al colpo.
Attaccò
sempre con un Palla Ombra. Gengar venne colpito, ma
resistette.
-
Gengar! Fuocofatuo!
Il
Pokémon Ombra spuntò delle fiamme dalla bocca.
Contemporaneamente
il Jolteon avversario rispose con un potente
Fulmine.
I due attacchi si incrociarono, con Gengar che venne fulminato e
Jolteon bruciato dall’attacco avversario.
Fu
quest’ultimo a subire le peggiori conseguenze.
Tanto
da venir messo al tappeto dal successivo Magibrillio.
-
Jolteon non può più continuare.
Decretò
l’arbitro elettronico.
Entrambi
gli allenatori potevano contare su tre Pokémon. Per entrambi
gli
allenatori due Pokémon erano entrati in campo almeno una
volta e il
terzo, fino a quel momento non era ancora entrato in campo.
Orlando
mandò in campo il suo Megametagross, Ash decise di lasciare
in campo
il suo Gengar.
-
Gengar! Palla Ombra!
il
Pokémon spettro lanciò una sfera di energia
oscura diretta verso il
suo avversario, ma questa venne prontamente schivata da quel
Metagross, che mostrava una velocità incredibile.
In
men che non si dica, quel Gengar venne colpito e affondato dal
Cozzata Zen di quel potente Pokémon. prima di farsi
sconfiggere,
tuttavia quel Granger riuscì a lanciare un ultimo disperato
Palla
Ombra. Che causò dei danni all’avversario.
Non
abbastanza da sconfiggerlo, ma comunque abbastanza da ferirlo.
Ash,
ben comprendendo la situazione, decise di schierare il suo sesto e
ultimo Pokémon. il suo Sirfetch'd.
-
Metagross! Cozzata Zen!
-
Presto Sirfetch! Sfolgorassalto!
I
due Pokémon si caricarono a vicenda. Il Pokémon
Selvanatra volò
indietro di diversi metri, a causa dell’enorme differenza di
peso.
E
in più, doveva recuperare le forze dopo aver sferrato quel
potente
attacco.
Orlando
ordinò un secondo Cozzata Zen, che non poté
essere evitato in alcun
modo dal Sirfetch. Almeno all'apparenza.
Si
era difeso con lo scudo e, arretrando di diversi metri, era riuscito
a dissipare gran parte dell’energia di
quell’attacco.
-
Sirfetch usa di nuovo Sfolgorassalto, ma questa volta cerca di
ribaltarlo.
Il
Pokémon Selvanatra guardò il suo allenatore con
un’espressione
che poteva essere tradotta con “è una
paorla!” ma obbedì
comunque all’ordine del suo allenatore.
Prese
bene la mira e riuscì nel suo intento. Colpendo
l’avversario e
riuscendo a sopportare il cozzata Zen del suo avversario.
-
Metagross non può più continuare. Vince Sirfetch!
Decretò
l’arbitro elettronico.
A
causa della sconfitta, Metagross perse i poteri della Megaevoluzione
e tornò normale. Per quanto un Metagross cromatico e
oltretutto di
dimensioni maggiori rispetto alla media della specie potesse essere
normale.
Orlando
si affrettò a richiamarlo nella sua Pokéball.
-
Sei stato straordinario, credimi.
Era
da tantissimo tempo che qualcuno non sconfiggeva quel
Pokémon.
Ma
dopotutto Ash era attualmente l’allenatore più
forte di tutti,
poteva essere accettabile.
Nonostante
questo, Ash era comunque in leggero svantaggio. Tutti i suoi
Pokémon
erano scesi in campo almeno una volta e tanto Sirfetch quanto Pikachu
avevano subito dei danni.
Il
suo avversario aveva ancora un Pokémon fresco a
disposizione, la sua
Greninja.
Che,
schierò, come da previsione. Per Ash era particolare
combattere
contro quel Pokémon. Aveva avuto un Greninja in squadra
proprio
durante il suo viaggio nella regione di Kalos.
Il
loro legame era diventato talmente forte che i due avevano sviluppato
la morfosntonia, qualcosa di tanto simile quanto differente dalla
Megaevoluzione.
Ogni
tanto gli capitava di andare a trovare il suo amico, e ogni volta che
si incontravano, sembrava non fosse mai passato del tempo. Come se
effettivamente non avesse mai lasciato la sua squadra. E lo stesso
poteva dirsi di Goodra.
Chiaramente,
se voleva vincere quella lotta doveva, almeno per un momento, mettere
da parte i sentimenti per quel Pokémon e affrontarlo come un
qualsiasi avversario.
Prima
ancora che potesse pensarci, il suo avversario aveva già
ordinato un
attacco. Acqualame. Sirfetch venne colpito dal potente attacco
acqua.
-
Sirfetch! Usa Taglofuria!
Il
Pokémon iniziò a correre verso
l’avversaria, agitando la sua
spada.
-
Schiva e poi usa Palla Ombra!
Il
Pokémon ninja riuscì ad evitare
l’attacco avversario e
contemporaneamente a colpirlo con il potente attacco spettro. La
sfera oscura esplose al contatto contro l’avversario,
causando non
pochi danni.
-
Sirfetch usa Vorticolpo!
-
Forza Greninja! Doppioteam!
Prima
che il Pokémon selvanatra iniziasse a caricare il suo
attacco, venne
circondato da cloni della sua avversaria. Si affrettò ad
attaccarne
ognuno con il suo porro-spada, ma nessuno dei cloni distrutti si
rivelò essere la vera Greninja.
-
Acqualame!
Il
Pokémon selvanatra venne colpito alle spalle
dall’attacco della
sua avversaria. E sconfitto.
-
Sirfetch non può più continuare.
Dichiarò
l’arbitro elettronico.
-
Pikachu ora tocca a te!
Il
Pokémon Topo scese dalla sua spalla e corse in campo. Un
po’
malconcio, ma avrebbe comunque fatto il massimo.
-
Neropulsar!
Il
Pokémon Ninja lanciò dalle mani degli anelli di
energia oscura,
diretta verso l’avversario.
-
Usa attacco rapido per schivare!
Il
Pokémon topo si mise a correre da una parte
all’altra, rendendo il
compito di attaccarlo estremamente difficile per la sua rivale.
Pikachu
riuscì a colpire la Greninja avversaria e a farla cadere a
terra.
Costringendo l’attacco verso l’alto.
-
Aprofittane!
Usa fulmine!
Il
Pokémon topo lanciò un potente attacco elettrico,
rivolto verso la
sua avversaria, ma questa riuscì ad evitare
all’ultimo.
-
Greninja! Geloraggio!
Il
raggio gelido percorse rapidamente la distanza che separava Greninja
da Pikachu. Ma questo non impensierì affatto Ash, come se
avesse
previsto l’attacco.
-
Usa attacco rapido!
Usando
una tecnica simile a quella precedente, Pikachu tentò di
schivare il
geloraggio avversario. Ma questa volta né Greninja
né il suo
allenatore, si fecero cogliere impreparati.
Il
Pokémon ninja aveva creato attorno a sé una
coltre di Ghiaccio.
Nelle intenzioni del suo allenatore questo avrebbe dovuto rendere
più
difficile al suo avversario.
Ma
Ash e la sua squadra si erano allenati per situazioni simili.
-
Pikachu distruggi il ghiaccio con codacciaio!
Il
Pokémon topo, con un potente colpo della coda, distrusse il
ghiaccio. Sorprendendo i rivali.
-
Geninja! Palla Ombra!
Il
Pokémon ninja generò una sfera di energia oscura,
che venne
lanciata contro l’avversario. Prima che la stessa lo
raggiungesse,
Pikachu
riuscì a distruggerla con un Codacciaio. Per poi colpire
l’avversaria con il medesimo attacco in pieno petto.
-
Greninja! Neropulsar!
-
Pikachu! Aprofittane! Usa il Neropulsar per far andare a segno
Fulmine!
Il
Pokémon topo seguì l’ordine del suo
allenatore, sfruttando gli
anelli di energia oscura per colpire l’avversaria.
Greninja
cadde a terra. Dolorante. Ma ancora in grado di lottare.
Prima
che potesse rialzarsi, era stata imprigionata
dall’elettrotela di
Pikachu.
Provò
a rialzarsi, ma il contatto con la tela elettrica bastò per
sconfiggerla.
-
Greninja non può più continuare.
Decretò
l’arbitro elettronico. Ora i due allenatori si trovavano
entrambi
con un solo Pokémon. Ironia della sorte quello con cui
avevano
iniziato la lotta.
Arcanine
e Pikachu.
E,
per uno strano scherzo del destino, gli attacchi con cui avevano
iniziato il match. Attacco Rapido e Carineria.
Come
la volta precedente, il maggior peso fu un vantaggio per il
Pokémon
Leggenda, ma, questa volta Ash non si fece cogliere
impreparato.
Utilizzò
Elettrotela per ammortizzare la caduta.
Proprio
in quel momento stava venendo raggiunto dal Fuococarica di
quell’Arcanine.
-
Pikachu! Codacciaio!
I
due Pokémon vennero al contatto. E il tempo
sembrò fermarsi.
Sembrava
che i due Pokémon si stessero guardando negli occhi. Con
Pikachu a
testa in giù.
-
Entrambi i Pokémon non possono più continuare. La
lotta si conclude
in un pareggio.
I
due allenatori corsero dai rispettivi Pokémon. Assicuratisi
delle
loro condizioni, si incontrarono al centro del campo per stringersi
la mano.
-
E così è come lotta il monarca. Devo ammettere
che c’è un motivo
se avete quel titolo.
-
Titolo o meno siete stati davvero molto forti. Spero di affrontarti
alla finale del torneo la prossima volta.
Mentre
diceva quelle parole non poteva non pensare alla mega-rosicata che si
sarebbe fatta Iris.
In
ogni caso, dopo la stretta di mano, i due entrarono nel Centro
Pokémon per far rimettere in sesto i loro
Pokémon.
-
… non dovevi venire qui sabato?
-
Si, ma ho trovato un volo last minute ad un ottimo prezzo e sono
venuta qui con un paio di giorni di anticipo.
Ash
e Orlando, mentre uscirono dal Centro Pokémon sentirono solo
una
parte della frase. Ma, perlomeno Ash capì immediatamente di
chi si
trattava.
I
due si riunirono al gruppo e l’ipotesi di Ash venne
confermata. Era
Zoey. amica ed ex rivale di di Lucinda. Si erano già
incontrati
pochi giorni prima quando la ragazza aveva comprato all’asta
i giri
con la triposto.
-
E così tutti hanno lottato almeno una volta contro di te
tranne me?
Quasi
non lo salutò.
-
Beh… non tutti tutti.
Vera
fulminò con lo sguardo il fratello.
-
Quindi sei venuta con un paio di giorni di anticipo solo per questo?
Beh, la mia squadra ha appena finito una lotta totale quindi si
stanno riposando. Sono giorni che non fanno altro che lottare.
Facciamo uno di questi giorni?
-
Mi stai dicendo che non accetti la mia sfida? È
così che giochi con
i sentimenti delle tue tifose?
-
Insomma… è per questo che sono single.
La
ragazza, dopo quella battuta, avrebbe voluto strozzarlo, ma dopotutto
non le aveva detto di no. Il solo problema è che, dopo aver
sentito
le risate degli altri, avrebbe voluto sotterrarsi. Ma aveva comunque
ottenuto quel che voleva.
Tra
le altre cose completamente gratis.
Sapeva
che il suo avversario era un ex coordinatore, più
precisamente un
supercoordinatore. Ma anche che era uno degli otto allenatori
più
forti del mondo. Sarebbe stata una sfida davvero interessante.
Avrebbe
aspettato senza problemi il sabato per quella sfida. Dopotutto non ci
sarebbe voluto molto. Avrebbe fatto qualche
Allenamento,
magari con la collaborazione di qualcun’altro.
Il
giorno della lotta tra i due arrivò. Come le precedenti, per
praticità, venne svolta nel campo del PC.
-
Pensavo ad una cosa. Se non ti dispiace. Per rendere la sfida
più
piccante.
Propose
il ragazzo.
-
Mi piace il piccante. Dimmi tutto.
-
Una lotta in doppio.
-
Si, mi va bene. Ma dov’è il piccante?
-
Bene. Io potrò usare due Pokémon. Tu quattro. Per
compensare io
potrò megaevolvere un mio Pokémon e usare una
mossa Z.
-
Accetto. Mi sembra una proposta abbastanza bilanciata.
Tutti
guardarono la rossa con uno sguardo che poteva essere tradotto con la
frase “già l’hai fatta bella!”
Però ormai aveva accettato la
proposta e non poteva più tirarsi indietro.
-
C’è un problema. Possiamo impostare
l’arbitro elettronico per un
quattro contro due in una lotta in doppio, man non è
programmato per
regole aggiuntive come queste.
Aggiunse
la rossa poco dopo.
-
Penso non sia un problema. Avremo solo bisogno di un…
notaio.
Diciamo una persona che garantisca la validità di questo
contratto.
E ho una mezza idea su chi potrebbe essere la persona adatta a questo
ruolo.
-
Lucinda.
Dissero
i due, contemporaneamente.
Non
poterono fare a meno di incrociare gli sguardi e sorridere.
-
Si. Per qualsiasi cosa, garantisco. Avete scelto una lotta in doppio.
Zoey potrà usare quattro Pokémon, Orlando il suo
avversario, solo
due. Lui, per compensare, potrà usare sia la megaevoluzione
che una
mossa Z, come meglio crederà.
Poco
dopo l’arbitro elettronico diede il via alla lotta.
-
Glameow, Mismagius! Tocca a voi!
-
Metagross! Togekiss! It’s Hammer Time!
-
Glameow, usa Codacciao su Togekiss Mismagius! Palla Ombra su
Metagross!
-
Metagross! Schiva! Poi vai di Gelopugno! Togekiss aspetta che si
avvicini e poi vai con Magibrillio!
Zoey
era stupita dalla tattica attendista del suo avversario. Si sarebbe
aspettata un approccio più offensivo.
Da
parte del suo avversario. Il suo Glameow aveva spiccato un balzo e la
sua coda si era illuminata di bianco. Pronta a colpire la sua
avversaria. Che non accennava a muoversi.
Al
contempo Mismagius si era avvicinata a Metagross per sferrare il suo
attacco con maggior precisione, ma al contempo esponendosi a dei
maggiori rischi.
Mentre
Glameow si avvicinava, sempre più pericolosamente
all'avversaria, il
corpo della stessa si illuminava di una luce rosata. Avendo idea
della posizione dell’avversario, la Togekiss si
spostò indietro di
circa due metri, impedendo al
Codacciaio
di colpirla. Pochi istanti dopo scagliò contro
l’avversario
l’enorme quantità di energia che aveva accumulato
fino a quel
momento, sotto forma di un muro di luce.
Glameow
venne investito da quell’enorme quantità di luce,
che lo fece
volare indietro di alcuni metri e cadere di schiena contro il
terreno. Questo sollevò una grossa quantità di
polvere.
Aveva
chiuso gli occhi in precedenza, e questo aveva permesso che non
venisse accecato dalla nube di terra.
Non
andò tanto bene nemmeno a Mismagius.
Il
suo Palla Ombra era stato evitato come niente e quel Metagross era
sparito dalla sua vista.
-
Dietro di te!
Girdò
la sua allenatrice. Ma era troppo tardi. Il Pokémon Stregone
venne
colpito in pieno dal pugno gelido del suo avversario. E oltre il
danno, la beffa. Sul corpo del Pokémon si stavano formando
dei
cristalli di ghiaccio.
Ora
ne era completamente ricoperto. Incapace di muoversi.
E
nemmeno Glameow stava bene. Aveva subito dei bei danni da quella
caduta e dal potente attacco folletto. E il suo avversario non aveva
ancora megaevoluto il suo Metagross o utilizzato una qualsiasi mossa
Z con Togekiss.
-
Glameow rompi il ghiaccio con Codacciaio! Mi raccomando! Sii
delicato.
-
Metagross! Colpiscili con Meteorpugno! Tu Togekiss vai con
Eterelama!
I
Due Pokémon attaccarono a brevissima distanza di tempo l'uno
dall’altra. Prima Metagross colpì i due con un
potente pugno che
gli fece volare a svariati metri di altezza, dove, pochi istanti
dopo, vennero colpiti dalle lame d’aria generate dalle ali
del
Pokémon Festa. Caddero a terra entrambi. Con il
Pokémon Felide a
subire le peggiori conseguenze. Venendo schiacciato dal blocco di
ghiaccio che avvolgeva Mismagius. A causa di quella caduta, lo stesso
blocco si era distrutto in mille pezzi. Liberando il Pokémon
stregone dalla sua prigionia.
-
Glameow non può più continuare!
Decretò
l’arbitro elettronico.
Zoey
si affrettò a ricoverarlo nella Pokéball.
-
Hai fatto del tuo meglio, ora riposati. E io ho sottovalutato uno
degli allenatori più forti del mondo. Ma non è
detta l’ultima
parola. Leafeon! Tocca a te!
La
ragazza fece uscire dalla Pokéball il suo Pokémon
di tipo erba.
-
Possiamo continuare! Leafeon! Usa Aeroassalto su Togekiss, Mismagius
usa Doppioteam e poi vai con Palla Ombra su Metagross!
Il
Pokémon rigoglioso spiccò un balzo in direzione
dell’avversaria.
Che rimase impassibile. Contemporaneamente Mismagius aveva creato
diversi cloni di se stessa attorno all’avversario, e ognuno
di essi
stava generando dalla bocca una sfera di energia oscura.
-
Metagross! Usa Meteorpugno! Distruggi tutti i cloni! Togekiss attacca
il vero Mismagius con Eterelama e poi schiva!
Il
Pokémon Ferrato iniziò a ruotare su se stesso,
colpendo tutti i
cloni e riducendoli in polvere.
Prevedibilmente
la vera Mismagius era da tutt’altra parte. Intenta anche lei
a
generare la sfera di energia oscura.
Venne
colpita da dietro dalle lame d’aria generate dalle ali della
sua
avversaria. E lanciata a terra. Pochi istanti dopo la stessa Togekiss
compì una rotazione di novanta gradi non permettendo
all’attacco
avversario di andare a segno.
Per
fortuna della sua allenatrice Leafeon riuscì ad atterrare
senza
danni. Non ebbe la stessa fortuna Mismagius. Dichiarata
dall’arbitro
elettronico come “non più in grado di
continuare”.
La
ragazza fu costretta alla sostituzione.
-
E pensare che non ha ancora usato né megaevoluzioni
né mosse Z.
Chissà cosa sarebbero in grado di fare altrimenti.
Sperava
che il suo avversario non l’avesse sentita. Da una parte
desiderava
che le le utilizzasse, dopotutto si era riservato di farlo. Non farlo
voleva dire che per lui lei non fosse un’avversaria
dignitosa. O
forse era una sua strategia. Non poteva saperlo. In ogni caso,
essendo una lotta in doppio e avendo ancora un Pokémon da
schierare.
-
Gallade, ora è il tuo momento!
La
rossa schierò il suo Gallade. Contemporaneamente il suo
avversario
aveva finalmente optato per megaevolvere il suo Metagross. Cogliendo
di sorpresa la sua avversaria. Non tanto perché non sapesse
che
Metagross fosse in grado di megaevolversi, quanto piuttosto per il
tempismo. Aveva aspettato che anche lei potesse contare su due
Pokémon, prima di farlo.
Questo
le faceva pensare che avrebbe fatto lo stesso con la mossa Z della
sua Togekiss.
-
Leafeon! Usa Aeroassalto su Togekiss! Gallade, Fogliamagica su
Metagross!
-
Adesso è il momento!
La
ragazza osservò il suo rivale e il suo Pokémon
compiere una serie
di mosse massoniche. Una danza apparentemente senza alcun senso.
Contrariamente a qualcun’altro, che osservava la
lotta.
-
Ma quella è…
-
Picchiata devastante.
Lilya
completò la frase di Ash.
La
Togekiss del ragazzo aveva preso quota, salendo ad almeno cinquecento
metri. Il corpo del Pokémon Festa si era illuminato di
un’aura
azzurra e stava precipitando a grande velocità contro il
Gallade
della ragazza.
Che
sembrava terrorizzato ed era incapace di muoversi. L’impatto
fu
inevitabile.
-
Gallade non può più continuare.
Decretò
l’arbitro elettronico.
-
E così queste sarebbero le famose mosse Z? Sono davvero
incredibili!
Commentò
la ragazza.
-
Uno dei tanti validi motivi per visitare Alola.
Le
rispose Orlando, che nel frattempo aveva ritirato Togekiss dalla
lotta. Non se la sentiva di avere un vantaggio del genere e voleva
che la sfida fosse il più possibile ad armi pari. E avere un
Pokémon
megaevoluto era un vantaggio non da poco.
-
Leafeon! Fendifoglia!
Mentre
il Pokémon rigoglioso correva contro il suo avversario,
la
foglia sulla testa crebbe di dimensioni.
-
Gelopugno.
Il
Pokémon Ferrato sferrò un pugno gelido contro
l’avversario. A
causa del modo in cui il colpo venne tirato, il Pokémon
spiccò un
enorme volo.
Dopo
diversi istanti precipitò a terra. Ovviamente non
più in grado di
lottare.
La
ragazza si affrettò a ricoverarlo nella Pokéball,
per poi dirigersi
dal suo avversario.
I
due, sportivamente si incontrarono al centro del campo, per
stringersi la mano.
-
La tua squadra è stata fantastica. Forse non avrei dovuto
usare le
mosse Z o la Megaevoluzione.
-
No. Non importa. Era giusto così, dopotutto io ho usato
quattro
Pokémon, te due.
La
ragazza fece una breve pausa. Quindi fece al ragazzo una strana
domanda.
-
E così è per questo che hai abbandonato le gare,
Professore?
-
Non sono più il professore. E non ho abbandonato il mondo
delle gare
Pokémon per potermi dedicare alle lotte o alla carriera da
pilota.
Il motivo è molto più semplice.
-
E quale sarebbe il motivo, Professore?
-
Sei anche tu una Super coordinatrice. Dovresti saperlo benissimo.
Dopo che vinci il titolo una volta, non devi difenderlo, lo ottieni e
nessuno te lo può togliere.
Mentre
sia per il titolo di campione della lega e per le corse, devi sempre
difendere il titolo.
-
E allora, se sapevi questo, perché hai comunque deciso di
partecipare alle gare? Immagino sapessi come funzionavano le gare
prima di parteciparvi.
-
Semplicemente per provare qualcosa di diverso.
-Ne
avete ancora per molto o accetti la mia sfida?
Max
stava iniziando a perdere la pazienza. Dopo aver visto quella lotta,
era ancora più desideroso di sfidarlo.
-
Non hai visto quanto è forte? I Pokémon di Zoey
non sono mai stati
in grado di colpire i suoi!
Lo
riprese la sorella.
-
Sarà perché lei è una coordinatrice e
non un’allenatrice in
senso stretto.
-
Se è per quello io sono una coordinatrice eppure non hai mai
vinto
contro di me.
-
Dettagli. Allora se è così tanto forte come dici
lo sfideremo
insieme in una lotta in doppio.
-
Non sarebbe giusto.
La
sorella gli disse cosa nuovamente.
-
Se non vi dispiace potrei essere io a lottare dalla sua parte. Non so
quanto possa essergli d’aiuto, dato che so di non essere
molto
forte… Anzi tempo quasi di essere un ostacolo.
-
Non dire così. Sarai perfetta. Credimi. E poi
sarà una buona
occasione per imparare a conoscere i tuoi nuovi Pokémon.
La
incoraggiò Orlando.
-
Se insisti…. Per me va bene.
Intanto
Max aveva impostato l’arbitro elettronico. Una lotta in
doppio tra
quattro allenatori in cui ogni allenatore avrebbe potuto utilizzare
due Pokémon. Sostituzioni ammesse.
Era
arrivato il momento di schierare i Pokémon. Senza che il suo
allenatore dicesse nulla, Metagross si era già schierato dal
suo
lato del campo. Evidentemente non contento della lotta appena
conclusa.
Nel
mentre Max aveva schierato il suo Gallade, Vera Glaceon e Lylia
Riolu.
Max
aveva ordinato a Gallade di utilizzare nottesferza sul Metagross del
suo avversario, mentre la sorella aveva ordinato al suo Glaceon di
attaccare Riolu con Forzasegreta.
Mentre
quel Gallade correva contro l’imponente avversario, le lame
sulle
sue braccia si erano allungate e illuminate di una luce tendente al
violetto. Sembrava quasi che brandisse delle spade.
Contemporaneamente
il Glaceon di Vera si era messo a correre contro il Riolu della sua
avversaria. Il suo intero corpo si era illuminato di una luce
violetta.
-
Riolu! Difenditi con Ferrartigli!
Il
Pokémon Emanazione si era messo sulla difensiva. Dalle sue
mani
erano spuntati dei lunghi artigli bianchi. La sua avversaria,
evidentemente non si era accorta di nulla o, evidentemente aveva
sottovalutato la sua avversaria, dato che non aveva detto nulla al
suo Glaceon come per esempio il cambiare traiettoria o cose simili.
Dall’
altro lato del campo, il Gallade di Max era stato respinto dal
potente Cozzata Zen del Metagross avversario. Il colpo era stato
talmente violento da farlo volare di alcuni metri.
Contemporaneamente,
il Riolu di Lylia aveva rintuzzato l’attacco di quel Glaceon,
ferendolo alla testa coi suoi artigli.
Intanto
Vera era passata alla controffensiva. Aveva ordinato un Palla Ombra,
non diretto a Riolu, ma a Metagross. Anche il Gallade di Max si stava
scagliando, con un secondo Nottesferza verso il Pokémon
Ferrato,
considerato da entrambi come la vera minaccia. Come la volta
precedente, mentre il Pokémon Nevefresca generava dalla
bocca una
sfera di energia oscura, viola, tendente al nero, e tentava di
scagliarla contro il nemico, li Gallade correva verso il so
avversario con le lame spiegate, Lylia si accorse di come la sua
avversaria, per attaccare Metagross abbia dovuto scoprire il
fianco.
-
Riolu! Focalcolpo!
Il
Pokémon emanazione aveva generato dalle mani una sfera di
energia
dal colore tendente all’azzurro e l’aveva scagliata
contro
Glaceon, ferendolo e facendo in modo che non riuscisse a prendere
bene la mira.
La
sfera oscura, infatti, non colpì Metagross, ma Gallade,
respinto,
per la seconda volta dal Cozzata Zen dello stesso.
E
questo bastò a sconfiggerlo, come annunciato
dall’arbitro
elettronico. Con grande disappunto del suo allenatore.
-
Ehi! Guarda che i nostri avversari sono Metagross e Riolu!
Riprese
la sorella.
-
Avresti potuto dire a Glaceon di Usare Specchiovelo o cose del
genere. Gallade sarebbe stato in grado di gestire Metagross anche
senza il tuo aiuto. Piuttosto te occupati di Riolu!
Intanto,
se non vogliamo perdere a tavolino, mi toccherà schierare il
mio
secondo Pokémon. Sceptile, tocca a te!
-
Direi che possiamo continuare.
Commentò
Orlando.
-
Metagross, it’s Hammer time!
Il
ragazzo toccò la sua pietrachiave, essa reagì con
la megapietra del
suo Metagross, causandone la megaevoluzione.
Il
corpo del Pokémon mutò. I quattro arti si
spostano di fronte e gli
artigli metallici sulla punta si ispessirono e allungarono, dietro
invece spuntarono altri quattro arti piú piccoli. La croce
metallica
sulla fronte divenne blu e crebbe notevolmente in dimensioni,
aumentando i poteri psichici del Pokémon. Alla base del
corpo spuntò
un corno dorato.
-
Metagross! Gelopugno su Sceptile!
-
Bene Riolu! Focalcolpo su Glaceon!
Mentre
il Mega Metagross del ragazzo si muoveva contro l’avversario
ad una
velocità incredibile, a dispetto della sua enorme massa e
affondò
contro l’avversario un potente pugno in pieno stomaco, prima
che
questi potesse difendersi in qualsiasi modo.
Sceptile
volò indietro di alcuni metri. E atterrò di
schiena. Nonostante il
potente colpo subito si rimise in piedi.
-
È l'abilità di Mega Metagross. Unghiedure. Gli
attacchi che
implicano un contatto fisico sono più forti.
Commentò
Max, come se ad essere ferito non fosse il suo Pokémon, ma
un
qualsiasi altro.
-
Glaceon. Specchiovelo!
Il
corpo del Pokémon Nevefresca si illuminò di una
luce rosata. Appena
venne colpito dal potente attacco di tipo lotta, né
subì i danni,
indietreggiando di alcuni metri, ma riuscì a rispedire
indietro il
colpo. Al doppio della potenza.
Riolu
venne colpito in pieno da un fascio di energia rosata, lanciato dal
suo avversario. Un colpo troppo forte per essere sopportato.
L’arbitro elettronico lo dichiarò come non
più in grado di
continuare.
Lylia
si affrettò a ricoverarlo nella sua Pokéball.
-
Riposati pure. Sei stato bravissimo.
-
Niente male per essere la sua prima lotta.
Commentò
Orlando.
Lylia
sorrise. Era felice di essere stata in grado di guidare così
vicino
alla vittoria un Pokémon che prima di allora non aveva mai
lottato,
fino a quel momento.
-
La sua prima lotta?
Vera
quasi non ci voleva credere. Un Riolu alla prima esperienza in lotta
aveva quasi sconfitto il suo Glaceon.
-
Magari la prossima volta che vi sfiderete vincerà. Magari
per allora
Riolu si sarà evoluto in Lucario e chissà, magari
potrai essere in
grado di padroneggiare la Megaevoluzione.
Mentre
Orlando parlava, Lylia aveva schierato il suo Vaporeon. La macchia
sulla parte posteriore del corpo, attirò
l’attenzione di tutti. La
rendeva unica rispetto a tanti altri esemplari della sua specie.
-
Vaporeon! Codacciaio!
Mentre
il Vaporeon della ragazza correva verso il Glaceon avversario, la sua
coda si era illuminata di una luce bianca. La sua struttura
molecolare si era modificata, divenendo simile a quella del metallo.
Nel
mentre che la sua Vaporeon attaccava il Glaceon di Vera, che, per la
seconda volta aveva tentato la strategia di utilizzare specchiovelo,
Lylia trovò il tempo di rispondere al suo interlocutore.
-
Come il Lucario di Ash? Credi che io sia in grado di farlo?
-
Sì. dopotutto sei in grado di usare le mosse Z. Che, come
per la
Megaevoluzione richiedono la totale fiducia tra allenatore e
Pokémon.
E, non per fare il so-tutto-io, ma credo che Lucario sia uno dei
Pokémon migliori per avvicinarsi al mondo della
Megaevoluzione.
-
Si, immagino sia per il fatto che Riolu si evolve in Lucario solo
quando si crea un forte legame con l’allenatore.
L’ho studiato in
alcuni libri. E non è il solo Pokémon ad evolvere
in quel modo.
-
Esattamente.
Commentò
Ash,
che
stava seguendo la lotta. Aveva poi preso la Pokéball del suo
Lucario, e, come se potesse sentirlo, gli chiese se fosse vero che le
cose stessero in quel modo.
Poco
dopo, si rivolse all’amica di Alola.
-
E per quando si sarà evoluto in Lucario, credo di conoscere
una
persona che potrebbe aiutarti.
-
Dici Ornella?
Gli
chiese Serena.
-
Proprio
lei. Dopotutto se c’è una persona che ne sa di
megaevoluzioni,
quella è lei.
-
Si, credo proprio che sia la persona adatta.
Mentre
i due discutevano, nel campo la lotta infuriava. Vaporeon aveva
sconfitto il Glaceon di Vera, che, con lo stupore della sua
allenatrice, non era stato in grado di respingere il suo attacco.
-
Devo ricordarti che Specchiovelo funziona solamente con gli attacchi
speciali e non con quelli fisici? Per colpa di questo, ora Glaceon
non può più lottare.
La
rimproverò il fratello. E in effetti aveva ragione. Glaceon
non
poteva più lottare, come poi confermato
dall’arbitro elettronico.
Vera
fu costretta a sostituire il suo Glaceon. Sconfitto da quel potente
attacco. E aveva mandato in campo Blaziken. Per certi versi il
partner perfetto per Sceptile.
-
Blaziken usa calciardente su Metagross!
-
Sceptile! Fenidfoglia su Vaporeon!
Il
Pokémon Vampe iniziò a correre verso
l’avversario e stava
iniziando a caricare un calcio infuocato verso il bersaglio.
Contemporaneamente sulle braccia di Sceptile erano cresciute delle
lame circondate da luce verde.
-
Metagross! Cozzata Zen su Blaziken!
-
Vaporeon! Codacciaio!
Blaziken
venne spedito indietro dal suo avversario, cadendo di schiena.
Contrariamente alla gara di lotta, e, per sua fortuna e per fortuna
della sua allenatrice, non era stato schiacciato.
Destino
analogo per Sceptile, lanciato indietro dal potente colpo assestato
dalla coda del suo avversario e spedito indietro a sua volta. Vera e
Max si scambiarono uno sguardo di intesa. Lo stesso fecero i loro
avversari.
Fratello
e sorella megaevolvettero al contempo i loro
Pokémon. Il corpo
del Blaziken della ragazza assunse delle sfumature nere e marroni su
alcune parti del corpo, come le ginocchia o la zona addominale. La
sua capigliatura si dispose a forma di X intorno alla sua testa,
arrivando al petto come una pettorina, le due punte sulla
testa
si trasformarono in un unica punta centrale. Quattro strisce di fuoco
spuntarono dai polsi del Pokémon. dalla colorazione
rosso/arancio si
prolungarono per quasi un metro.
Destino
simile per lo Sceptile del fratello.
Divenuto
molto più alto, le due creste crebbero di dimensioni e
presentarono
una sorta di taglio di forma circolare. Attorno agli occhi
spuntò
un contorno rosso, delle foglie sul busto,
formarono
quattro punte. Le foglie sulle braccia si sono allungarono,
presentando una colorazione rossa sul bordo superiore. Lungo
la
schiena, tra i noduli, si estese una linea rossa che, alla base della
coda, formava degli anelli. In quest'area si svilupparono altri
quattro "semi", due arancioni e due rossi. Sull'estremità
della coda si formò una punta di lancia di colore rosso.
Mentre
Vera e Max megaevolvettero i loro Pokémon, Lylia
guardò negli occhi
la sua Vaporeon.
-
Te la senti?
Chiese
la ragazza, con la sua tipica gentilezza.
Il
Pokémon Bollajet fece un cenno di approvazione.
-
Neve che cade silenziosa dal cielo, cristalli
d’acqua…
Orlando
guardò la sua alleata con aria perplessa. Quindi fece il
gesto di
toccarsi l’orologio, come a farle intendere che dovesse
sbrigarsi.
Poi,
avendo capito l'antifona, decise di intervenire.
-
Metagross! Box Box! Greninja! Tocca a te! Acqualame!
Lo
scambio avvenne molto rapidamente. In men che non si dica il
Pokémon
Ferrato era stato sostituito dal ninja, che aveva iniziato a generare
dalle mani delle lame d’acqua dirette contro il Mega Blaziken
della
ragazza. Colpendolo in pieno e facendolo cadere a terra.
Altri
shuriken lo costrinsero a terra. Impossibilitando i suoi movimenti.
-
Criodistruzione polare!
Il
cristallo Z di Lylia reagì con Bianchino che venne
circondato da
un’aura azzurra, quindi saprò dalla sua bocca uno
gigantesco
raggio di energia gelida che colpì l’intero campo
di lotta e
investì il mega Sceptile avversario, sconfiggendolo.
Nel
mentre la Greninja di Orlando era impegnata a lottare contro il Mega
Blaziken di Vera.
-
Ora dagli il colpo di grazia! Palla Ombra!
La
Greninja del ragazzo aveva spiccato un balzo, generando tra le mani
una gigantesca sfera di energia oscura, dal colore violaceo e
circondata da saette oscure.
Quindi
la scagliò contro l’avversario.
Questo
generò una gigantesca esplosione attorno al
Pokémon Vampe. Il colpo
lo ferì, ma contemporaneamente lo liberò.
Facendolo alzare in
piedi.
Lo
scontro ora era un due contro uno. Perdipù i due
Pokémon avevano un
certo vantaggio contro l’avversario, potendo entrambi contare
su
attacchi di tipo acqua.
Vera
sapeva che Greninja fosse parzialmente di tipo buio e che quindi un
attacco di tipo lotta poteva fare al caso suo.
-
Mega Blaziken ha acceleratore come abilità. Ogni turno che
passa
diventa più veloce.
Spiegò
Max.
-
Blaziken, usa Stramontante!
-
Greninja Acqualame! Poi schiva!
Il
Pokémon ninja lanciò contro
l’avversario delle lame d’acqua.
Questi venne colpito in pieno, ma non cadde.
Riuscì
ad evitare di farsi colpire dal suo avversario, muovendosi
lateralmente.
-
E ora Palla Ombra!
Il
Pokémon ninja scagliò l’ennesima sfera
di energia oscura contro
l’avversario. Ma questi, forte del suo aumento di
velocità, riuscì
a schivare, forte della sua velocità aumentata.
-
E ora Stramontante!
Orlando
non disse nulla alla sua Greninja, che venne attraversata dal pugno
dell’avversario come se fosse un fantasma.
-
Ma che diavolo?
-
Ti devono dire tutto!
La
riprese di nuovo il fratello.
-
Greninja può avere l'abilità mutatipo. In poche
parole è come se
diventasse del tipo della mossa che usa in quel momento.
Adesso
è di tipo spettro, quindi non può essere
attaccato da mosse di tipo
lotta.
Mentre
Vera ascoltava lo spiegone del fratello, Orlando ne aveva
approfittato per ordinare alla sua Greninja l’ennesimo
acqualame.
Ora il Mega Blaziken, allo stremo delle forze era stato appeso al
muro dalle lame d’acqua.
-
Lylia. È tutto tuo.
La
bionda sorrise.
-
Bene. Vaporeon! Idropulsar!
Il
Pokémon Bollajet generò dalla bocca una sfera
d’acqua che lanciò
con grande potenza contro l’avversario.
-
Blaziken non può più continuare.
Dichiarò
l’arbitro elettronico.
Lylia
abbracciò la sua Vaporeon, Orlando strinse la mano alla sua
Greninja.
I
due, insieme ai loro Pokémon, si avvicinarono ai loro
sfidanti, al
centro del campo. E si strinsero la mano.
-
Per essere la vostra prima lotta in doppio eravate davvero affiatati.
Si
complimentò Vera.
-
Ma se la maggior parte del lavoro l’ha fatta la squadra di
Orlando.
Commentò
Max.
-
Sentiamo. E chi avrebbe sconfitto Glaceon e Sceptile? E poi
è stato
Vaporeon a sconfiggere Blaziken.
-
Solo perché glielo ha lasciato fare.
Orlando
e Lylia si allontanarono. Nessuno dei due aveva voglia di sentire
fratello e sorella litigare. Perdipiù per una lotta che non
aveva
alcun valore.
Mentre
la bionda si allontanava, sentiva qualcosa che le tirava la spalla.
Spaventandola.
-
Hei! Non è divertente!
Gridò.
Ma, al contempo, era come se fosse attratta da quella cosa. Quasisasi
essa fosse.
Appena
girò l’angolo, l'entità che
l’aveva tirata per la schiena si
rivelò.
E
si rivelò essere una sua conoscenza. Tapu Koko.
-
Cosa
ci fai qui? Non dovresti essere ad Alola?
Il
Pokémon Nume aveva fatto cadere per terra tre Cerchi Z e
altrettanti
cristalli Z.
-
Dice che, grazie ai suoi poteri di Pokémon
leggendario…
-
Hei! Chi ha parlato!
Lylia
si era spaventata a morte. Quella voce sembrava provenire
dall'oltretomba.
-
Ah… devi scusarlo. Non lo fa apposta.
-
Taelia? Tu sai di chi è quella voce?
-
Certo. È Darkrai.
-
Il Pokémon che crea incubi è tuo amico? C-come
fai a dormire se
ogni notte si avverano le tue peggiori paure?
Le
chiese la bionda.
-
Lui è capace di controllare il suo potere. E come hai potuto
notare
è capace di comunicare con gli esseri umani tramite la
telepatia.
-
Ho visto. Ma questo non spiega cosa ci faccia Tapu Koko qui e
perché
abbia portato cerchi e cristalli Z.
-
Te lo volevo spiegare.
Il
tono di Darkrai era un po’ scocciato.
-
Dice che in qualità di Pokémon leggendario
è in grado di sapere
cosa accade in tutto il mondo. E quando ha scoperto cosa è
successo
a Taelia e di come lei, Lucinda e Serena abbiano contribuito a
rendere il mondo un posto migliore, ha deciso di premiarle.
-
Ma non hanno superato alcuna prova del giro. Quei cristalli
esploderanno al primo utilizzo.
Gli
rispose Lylia.
-
Dice di no. Assolutamente. Hanno superato una delle prove
più
difficili. Rendere per davvero il mondo un posto migliore. Lo giura
sul suo ruolo di protettore di Mele Mele. E dice che possono usare
tutti i cristalli Z che vogliono.
Il
Pokémon Nume fece un cenno di approvazione.
-
Dice di consegnarli alle ragazze e di decidere lei che cristallo dare
a chi. Ora però deve tornare a casa.
Appena
il Tapu se ne andò, Lylia raccolse i cerchi e i cristalli. E
diede
il primo cerchio a Taelia, insieme a un Follectium Z.
-
Mi sembra che tu abbia una Gardevoir. È un
Pokémon in parte di tipo
folletto, credo che ne farai buon uso. Permette di usare la mossa Z
di tipo folletto Astroimpatto Fatato.
-
Grazie. A te e a Tapu Koko, ovviamente.
Poco
dopo le due ragazze si riunirono al gruppo. Taelia aveva proceduto a
indossare il cerchio Z al polso, accanto al Megaciondolo. E aveva
posizionato il cristallo Z nell’apposito
alloggiamento.
-
Dei cerchi Z?
Ash
era incuriosito dal vedere l’amica con in mano due cerchi Z e
dei
cristalli Z. Non aveva, però fatto caso al fatto
che
anche
Taelia ne indossasse uno.
-
Li ha donati Tapu Koko. Per Serena e Lucinda. Taelia ha già
preso il
suo. Ha detto che hanno superato la prova più difficile di
tutte.
Rendere il mondo un posto migliore.
-
Ma è fantastico!
Le
rispose Ash. Anticipando tanto la sua ragazza quanto la migliore
amica.
Lylia
consegnò il cerchio Z prima a Lucinda, poi a Serena.
Accorgendosi di
come la ragazza dai capelli blu avesse un Piplup, decise di darle,
insieme al Cerchio un Idrium Z, lasciando quindi a Serena il Pirium
Z.
-
L’Idrium Z permette di usare la mossa Z di tipo acqua
Idrovortice
Abissale, mentre il Pirium Z la mossa Z di tipo fuoco Fiammobomba
Detonante.
Spiegò
Lylia. Che sia stato fatto di proposito o meno questa si
rivelò
essere una scelta piuttosto azzeccata. Lylia sapeva che il
Pokémon
più forte di Serena fosse proprio Delphox. E, in un certo
senso lo
sapeva anche Tapu Koko.
-
Scusate se interrompo questo momento, ma penso sia
l’occasione
adatta.
Orlando
prese un sacchetto dal suo borsello.
-
Qui dentro ci sono tre cristalli Z che sono stati confiscati a
Graziano. Me li hanno consegnati dopo il processo affinché
potessi
restituirli alla comunità di Alola.
Credo
che ai protettori delle isole non sia piaciuto affatto il modo in cui
si è comportata la persona che gli ha usati.
Il
ragazzo stava per consegnare il sacchetto a Lylia, prima che
quest’ultima lo fermasse.
-
Penso che sia giusto che vadano a loro.
Gli
rispose Lylia.
-
Se lo dici tu.
I
tre cristalli erano uno Psichium Z, un Obscurium Z e un Volantium Z.
-
Questi cristalli, invece, permettono di usare le mosse Z di tipo
Psico, Buio e Volante. In particolare Impatto Psicotecnico, Buco Nero
del Non Ritorno e Picchiata Devastante.
Spiegò
Lylia.
Questa
volta a scegliere furono le ragazze. Serena prese l'Obscurium Z,
Taelia lo Psichium Z e Lucinda il Volanctium Z.
Dopo
aver portato i Pokémon coinvolti nella lotta sotto le cure
dell’infermiera, Lylia aveva notato una punta di gelosia
nell’espressione di Bianchino.
Dopotutto
era il solo Pokémon che non aveva lottato.
-
Se vuoi lottare penso di poterti accontentare. Ma
prima…
Prima
che Lylia potesse completare la frase, Bianchino aveva già
puntato
la Zorua di Serena. Tenuta fuori dalla Pokéball dalla sua
allenatrice così che potesse assistere alle varie lotte.
-
Accetteresti di far lottare Zorua contro Bianchino?
Le
chiese Lylia.
-Certo.
Ci mancherebbe. Così potremo provare anche le mosse Z. Che
ne dici
Zorua?
Piuttosto
che rispondere, la Zorua della ragazza, sfruttando la sua
abilità di
illusionista, si trasformò in un Vulpix di Alola, come
Bianchino. Un
gesto che poteva essere interpretato solo come un gesto di sfida.
-
Poi dopo ci sfidiamo noi due, che ne pensi Lucinda?
Si
propose Taelia.
-
Per me va bene.
Nel
mentre Serena e Lylia si erano schierate sui lati opposti del campo,
con ancora la Zorua della ragazza trasformata in Bianchino.
-
Comincia pure tu!
Lylia
invitò la sua avversaria a fare la prima mossa. Solo che
fino a quel
momento Zorua non aveva mai lottato e Serena non aveva la minima idea
delle mosse che quella Zorua era in grado di utilizzare. Quindi, per
poterlo scoprire dovette scansionarla con il suo Pokédex.
Dopo aver
visto le sue mosse, poté finalmente iniziare la lotta.
-
Molto molto bene.
Commentò.
-
Zorua Extrasenso!
Gli
occhi del Pokémon Malavolpe ancora trasformato in Bianchino,
si
illuminarono di una luce azzurrina, e, pochi istanti dopo dalla bocca
del Pokémon uscirono delle onde di energia dal colore
giallognolo.
-
Bianchino! Schiva poi usa azione!
Il
Pokémon Volpe riuscì ad evitare
l’attacco che, quindi andò a
vuoto, colpendo il terreno e sollevando un polverone. Quindi,
approfittando dello stesso, riuscì a colpire la sua
avversaria,
caricandola con tutto il corpo. Questo fece sì che
l’illusione
svanisse e che Zorua rivelasse il suo reale aspetto.
Per
sferrare l’attacco, tuttavia, Bianchino dovette avvicinarsi
alla
sua avversaria, che quindi poté attaccare da distanza
ravvicinata.
-
Ombrartigli.
Gli
artigli di Zorua si allungarono e vennero circondati da
un’aura
violacea. Riuscì in questo modo a colpire
l’avversario.
-
Bianchino! Ventogelato!
Il
Pokémon nativo di Alola generò una corrente di
aria gelida che
spinse l’avversaria parecchio indietro nel campo.
-
Zorua! Urtoscuro!
Gli
occhi di Zorua brillarono di azzurro. Il Pokémon malavolpe
sollevò
le zampe anteriori in aria. Il suo corpo venne circondato da un'aura
cremisi. Zorua posò zampe a terra e venne circondata da
un'aura rosa
e cremisi e si espanse per tutto il campo di battaglia. Bianchino
venne colpito in pieno e scagliato dell'altra parte del campo di
lotta.
-
Bianchino. È arrivato il momento!
La
biona incrociò le braccia, e iniziò a
parlare.
-
Neve che cade silenziosa dal cielo, cristalli d’acqua che
brillano
intensamente, coprono il mondo con il loro gelido potere Z, unito al
mio spirito ardente risalgono di nuovo al vasto cielo Criodistruzione
polare!
Il
cristallo Z di Lylia reagì con Bianchino che venne
circondato da
un’aura azzurra, quindi saprò dalla sua bocca uno
gigantesco
raggio di energia gelida che colpì l’intero campo
di lotta e la
Zorua della sua avversaria. Che, nonostante il duro colpo subito, era
ancora in grado di continuare.
Serena
stava per toccare il suo cristallo Z, ma prima che potesse usare la
mossa Z di tipo buio, tuttavia si bloccò prima di toccare il
suo
cristallo.
-
Che ti succede? Tutto apposto?
Le
chiese Lylia in tono preoccupato. Aveva notato come la sua avversaria
si fosse bloccata.
-
È che non lo so. Voglio dire quando Bianchino ha usato la
sua Mossa
Z, tu hai detto tutta quella frase li. Prima che effettivamente
Bianchino sferrasse il suo attacco.
-
Si. Ed è per questo che ti sei bloccata? Non sai cosa dire
prima di
usare Buco Nero del non Ritorno? Beh, sai, devi dire qualcosa che
senti dentro di te, non posso decidere io per te. È qualcosa
che
viene da dentro.
-
Bene. Allora proviamo.
Nella
notte più oscura e senza stelle illumina la via verso la
vittoria!
Buco Nero del Non Ritorno!
La
Zorua della ragazza generò una sfera di energia viola, rossa
e nera,
che poi venne scagliata addosso all’avversario. Questa,
appena lo
raggiunse, si trasformò in una sorta di piccolo buco nero,
che
risucchiò Bianchino. poi , venne spedito fuori dallo stesso
con una
sorta di esplosione.
-
Credo possa bastare.
Lylia
interruppe la lotta prima che ci fosse un reale vincitore. Tuttavia
tanto Zorua quanto Bianchino erano allo stremo delle forze. Entrambe
le allenatrici portarono i loro Pokémon al Centro
Pokémon, per
permettere all’infermiera di prendersene cura.
Mentre
le due ragazze avevano preso in braccio i loro Pokémon, per
portarli
più rapidamente al Centro Pokémon, mentre Taelia
e Lucinda si
preparavano a far lottare i loro Pokémon.
Lucinda
schierò il suo Piplup, mentre Taelia la sua
Gardevoir.
Sebbene
la stessa brandisse una Megapietra, ovviamente non l’avrebbe
sfruttata. Quella lotta serviva per far provare le mosse Z ad
entrambe le allenatrici.
-
Se permetti cominciamo noi. Piplup, Mulinello!
Il
Pokémon pinguino generò sopra la sua testa un
gigantesco vortice
d’acqua. Appena lo stesso fu sufficientemente grande, lo
scagliò
contro la sua avversaria.
Prima
che la sua allenatrice potesse anche solo aprire bocca, aveva
già
schivato il suo attacco.
-
Vai con Palla Ombra!
La
Gardevoir della ragazza generò con gli arti superiori un
sfera di
energia oscura. Era di un viola scuro e sprigionava delle scintille
di un colore simile.
-
Piplup! Schiva e poi usa Perforbecco!
Il
Pokémon pinguino riuscì ad evitare il potente
attacco di tipo
spettro. Si diresse al massimo delle sue possibilità contro
la sua
avversaria. Il suo becco si era allungato e illuminato di una luce
bianca ed era pronto a colpire.
-
Forza Lunare!
La
Gardevoir la ragazza venne sollevata in aria da una forza invisibile.
Sembrava potesse raccogliere energia dalla Luna.
Quindi
lanciò contro l’avversario un gigantesco fascio di
energia.
Nonostante
il tentativo di evitare l’attacco, il Pokémon
pinguino venne
colpito in pieno.
-
Tutto bene Piplup?
Chiese
la sua allenatrice, preoccupata. L’attacco che aveva subito
era
stato piuttosto forte ed era seriamente preoccupata per le sue
condizioni.
Il
Pokémon pinguino, nonostante gli anni, aveva mantenuto
ancora la sua
indole testarda e orgogliosa. Non voleva mostrare alla sua
allenatrice il fatto che quell'attacco gli avesse fatto male
eccome.
La
sua allenatrice, però, se ne accorse e comprese che avrebbe
dovuto
usare la mossa Z al più presto, o non avrebbe più
potuto farlo.
Perlomeno in quella lotta.
-
Molto bene Piplup… proviamoci. Nel nostro
elemento… nel nostro
colore… Idrovortice Abissale!
Il
Pokémon Pinguino venne avvolto da una coltre
d’acqua, quindi colpì
violentemente l’avversaria, che volò indietro di
alcuni metri, un
po’ frastornata, ma ancora in grado di lottare.
-
Gardevoir? Te la senti?
Il
Pokémon abbraccio si rialzò in piedi. Pronta a
continuare.
-
Molto bene. Allora cominciamo! Nel nome del nostro legame, della
nostra amicizia che negli anni è divenuta sempre
più forte,
mostriamo a tutti di cosa siamo capaci! Astroimpatto Fatato!
Il
corpo della Gardevoir della ragazza si ricoprì di una luce
rosata.
Questa, alcuni istanti dopo si staccò dal corpo della
Gardevoir,
andando a formare una sorta di stella rosata, che andò a
colpire il
Piplup avversario, riuscendo a metterlo al tappeto.
Non
che fosse nelle loro intenzioni farlo, non era quello lo scopo della
lotta.
In
ogni caso, dopo essersi sincerata delle condizioni del suo
Pokémon,
Lucinda si diresse verso Taelia.
-
Tu e Gardevoir siete state semplicemente incredibili. Sinceramente
non mi aspettavo questo risultato, ma non importa, avete dato prova
della vostra forza.
Taelia
si limitò a sorridere. Era contenta dei complimenti e non
sapeva
come rispondere. Aveva fatto quello che aveva sempre fatto. Dare il
meglio.
In
ogni caso, finalmente era arrivata domenica. Il giorno in cui, chi
aveva vinto i giri all’asta, poteva riscattarli.
Era
mattina presto e tutti si erano dati appuntamento al Centro
Pokémon,
compresi Taelia e Max. Normalmente, non avendo ancora sedici anni,
anche se Taelia avrebbe dovuto avere l’età di
Orlando, non
avrebbero potuto accedere alla pit lane, ma, con un permesso
speciale, facendo si di essere sotto la responsabilità di
qualcuno
con più di sedici anni. E qui le persone in grado di
assumersi la
responsabilità non mancavano.
Luna,
con il minivan, si era occupata di portare all’autodromo
Taelia,
Max, Iridio, Lucinda, Serena e Ash, mentre Orlando con la sua
coupé, Lylia, Vera e Zoey.
La
bionda, contrariamente alle altre, aveva idea di quanto il ragazzo
avesse il piede pesante, quindi aveva pensato bene di sedersi
davanti. Costringendo le altre passeggere a delle contorsioni non da
poco.
-
Sarà bella tutto quello che vuoi, ma potevi prendere una
macchina un
pochino più comoda!
Commentò
Vera, dopo essersi seduta dietro al guidatore, per lasciare lo spazio
dietro al passeggero all’altra ragazza. Per lei era
abbastanza
inusuale sedersi dietro il guidatore. Di solito preferiva sedersi al
centro o dietro al passeggero.
Zoey
si sedette poco dopo e tirò dietro di sé il
sedile del passeggero,
rischiando di cassarsi un piede.
Poco
dopo Lylia si sedette e Orlando le chiuse la porta.
-
Mi raccomando. Indossate la cintura. È un tipo a cui piace
andare
parecchio forte. E poi qui le autostrade non hanno limiti di
velocità. Certo, è un professionista, ma meglio
evitare.
Le
due ragazze obbedirono senza fare storie.
Intanto
Orlando era salito e aveva acceso il motore. Il rombo del V12
aspirato pervase l’abitacolo. Il ragazzo smanettò
con alcuni
settaggi dell’auto, poi partì facendo slittare le
ruote
posteriori.
Queste
generarono un gran fumo bianco e lasciarono per terra delle spesse
strisce di gomma.
Questo
sorprese tutte e tre le passeggere. E quasi le fece pentire di aver
scelto di salire con lui. A una partenza a fuoco corrispose,
perlomeno per le vie della città, un’andatura
più tranquilla.
Appena
usciti dal centro abitato e superato il casello autostradale,
finalmente il ragazzo poté scatenare la vera potenza della
sua auto.
Superò i cento chilometri all’ora in poco
più di due secondi e in
meno di sei i duecento.
Se
non lo avesse visto dallo schermo davanti a lei, Lilya non ci avrebbe
creduto. Erano a poco meno di trecento all’ora. A quella
velocità
avrebbero raggiunto l’autodromo in un battito di ciglia.
Vera
e Zoey, sedute dietro, non avevano idea di quanto forte stessero
andando. Sembrava quasi che la macchina fosse ferma. E forse era
meglio così.
Quasi
subito dopo, presero l’uscita per l'autodromo.
-
Come? Siamo già arrivati?
Si
chiese Vera.
-
Mi ricordavo che fosse vicino, ma non così tanto!
Aggiunse
poco dopo.
Il
ragazzo parcheggiò l’auto, aprì la
portiera e fece scendere le
sue passeggere. Quindi fece cenno di seguirlo.
-
Forse siamo arrivati in leggero anticipo. Ma non importa. Ci
penserà
Luna ad accompagnare gli altri.
Le
ragazze non risposero, dopotutto le aveva accompagnate sane e salve,
si limitarono semplicemente a seguirlo.
E,
dopo una breve camminata, raggiunsero la pitlane.
In
quel momento era chiusa, pertanto potevano benissimo camminare a
piedi.
La
triposto era già stata, in gran parte assemblata dai
meccanici, che
in quel momento stavano facendo gli ultimi lavori.
Orlando
gli salutò e questi ricambiarono il saluto.
In
quel momento le ragazze si accorsero di come su dodici meccanici,
cinque fossero donne.
La
triposto era molto simile alle monoposto, con le dovute
proporzioni.
Dal
colore rosso, agli adesivi degli sponsor. Anche le forme erano
estremamente simili. Morbide e sinuose.
La
differenza più evidente era l’assenza
dell’Halo.
Poi
il ragazzo presentò anche le tre ragazze, spiegando loro che
sarebbero state tre delle fortunate persone che avrebbero avuto
l’onore di fare dei giri su quella triposto.
I
meccanici erano tutti vestiti con le tute della scuderia. Erano
pulite e ordinate, facendo pensare piuttosto che a dei meccanici a
dei chirurghi.
Guardarli
lavorare aveva un che di ipnotico.
Sull
Airscope, di forma triangolare, un cartello giallo di forma
triangolare ricordava come in quel momento la vettura non avesse olio
nel motore.
In
quel momento i meccanici avevano montato delle ruote
sull’auto e,
aiutati da due Machoke, che indossavano dei gilet della
scuderia,
rimossero i cavalletti, in modo che si reggesse sulle stesse. Quindi
si stavano occupando di mettere i vari liquidi. Orlando aveva
indicato alle ragazze una porta non molto lontana.
Sulla
stessa una figura femminile stilizzata.
-
Se volete andare a cambiarvi lì c’è lo
spogliatoio femminile.
Troverete tutto quello che serve. Se avete dei dubbi su come si
indossa, beh, c'è un codice Qr che potete scansionare.
Immagino che
abbiate uno Smart Rotom.
Finita
la frase, il ragazzo si diresse verso lo spogliatoio maschile, dove
si sarebbe cambiato.
Dopo
una mezz’ora vennero raggiunti dagli altri. Arrivati con
molta più
calma.
Al
loro arrivo Orlando e Vera avevano già indossato tuta e
sottotuta.
Zoey attendeva che Lylia finisse di prepararsi.
La
castana aveva notato come il pilota indossasse la tuta in modo
strano, e lo aveva imitato. Indossava la tuta aperta, senza la parte
superiore. Le braccia della tuta erano legate in vita. Come il
ragazzo aveva posato il casco e il collare Hans su di una parete con
degli appositi spazi. La balaclava, ancora chiusa nella sua
confezione. Confezione che conteneva anche dei tappi per le orecchie
con un altoparlante della radio. Collegato al microfono del casco e
dotato di un sistema di riduzione del rumore. Una confezione separata
conteneva dei guanti ignifughi.
Poco
dopo l’arrivo degli altri, anche Lylia aveva finito di
cambiarsi.
Aveva indossato completamente la tuta, ma aveva ancora in mano
balaclava, casco e collare.
L’espressione
della ragazza era un po’ preoccupata. E tutti lo avevano
notato.
-
Qualcosa non va?
Le
chiese un’appena arrivata Serena.
-
Vedi. Tu e Zoey avete i capelli corti, quindi non un gran problema,
ma io ho paura che si rovinino dovendoli stringere la sotto.
-
Non è un problema.
Le
rispose Orlando.
-
Chiedi a Camilla.
-
Camilla?
Ash
era stupito.
-
Forse è questo che intendeva quando diceva che lei preferiva
un
approccio più diretto.
Gli
spiegò Serena.
-
Esatto. Corre nella categoria Lite. Se dovesse vincere il titolo,
avrebbe diritto alla promozione nella massima categoria. E poi, conta
che dal prossimo anno i team dovranno schierare tre auto.
-
E nonostante questo ha comunque dei capelli stupendi. Vorrei proprio
sapere qual è il suo segreto?
Commentò
Lucinda ammirata.
-
Ti sei mai chiesta come mai uno dei suoi sponsor personali sia
un’azienda specializzata in prodotti di lusso per la cura dei
capelli? E se volete potete provarli. Tanto mandano una
quantità di
materiale praticamente infinita.
Finito
il discorso, aveva indicato anche agli altri dove trovare gli
spogliatoi per cambiarsi.
Mentre
lo facevano, aveva invitato chi già si era cambiato a fare
delle
foto ricordo.
Le
prime foto erano semplicemente scattate in piedi, davanti
all’auto.
-
Se volete vi posso fare delle foto mentre siete seduti sulle
gomme.
Gli
invitò il ragazzo, che aveva ancora in mano
l’enorme e costosa
macchina fotografica.
-
Sicuro che non ci siano problemi?
Chiese
Lylia.
-
No. Basta non sedersi sulle sospensioni, ma solo sulle gomme. Tanto
sono da esposizione.
A
turno si sedettero sulla gomma, e Orlando scattò loro delle
fotografie. Che poi mostrò.
Guardando
la foto Lylia sorrise. Non tanto per come fosse venuta. La posa non
era nulla di troppo particolare, era semplicemente seduta sulla ruota
con il casco appoggiato sulle gambe, e le braccia posate su di esso.
Con lo sguardo rivolto verso avanti.
Il
motivo per cui sorrise era qualcosa di diverso ed era una cosa a cui
raramente la sua natura da persona gentile ed educata in un certo
modo, le accadeva raramente.
Pensava
a quanto potessero essere gelose le sue amiche.
-
Scusa, ma in che senso quelle sarebbero gomme da esposizione?
Chiese
Ash, incuriosito da quella strana affermazione.
-
Le vere gomme sono nelle termocoperte.
Spiegò
Orlando.
-
Termo cosa?
Ash
si grattò la testa con aria perplessa. Nemmeno Pikachu aveva
capito
molto.
-
Ho letto in un libro che gomme delle auto da corsa non sono come
quelle delle auto normali. Contengono delle sostanze chimiche che per
garantire le massime caratteristiche di aderenza devono essere
mantenute ad una certa temperatura.
-
Non sapevo che ti interessassi di corse automobilistiche. Pensavo che
fino a poco tempo fa le ritenessi inutili e pericolose.
Le
rispose il fratello.
-
Non mi interesso di corse, ma di chimica. E le gomme delle auto da
corsa sono un ottimo esempio di questo.
-
Esatto. Sei stata molto chiara.
Si
complimentò Orlando.
-
E in più è per questo che è importante
mantenerle sempre ad una
temperatura costante, evitando che si scaldino troppo e si
raffreddino eccessivamente.
Il
ragazzo fece una breve pausa.
-
E se trovo quel genio che ha deciso di disputare il Gran Premio a
Nevepoli… giuro che…
-
Cos’hai contro la mia città?
Chiese
una Zoey un po’ innervosita.
-
Ti sei mai chiesta perché lì facciamo due giri di
formazione?
Oppure perché si usano delle gomme molto morbide nonostante
la pista
sia piuttosto abrasiva?
-
No? Non ci ho mai pensato.
-
Semplicemente perché con il freddo mandare e mantenere in
temperatura le gomme è abbastanza complicato. In luoghi
più caldi
come Alola il problema è l’opposto, ma penso sia
più facile da
gestire. Fai il giro di formazione più lento e magari fai
dei giri
dove raffreddi un po’ le gomme.
Intanto
tutti erano pronti e avevano scattato le foto di rito. Era arrivato
il momento di decidere chi avrebbe dovuto fare i giri per
primo.
-
Penso di aver avuto un’idea su come decidere chi va per primo.
Propose
Lucinda.
Nel
mentre la ragazza aveva estratto un mazzo di carte dalla sua borsa.
-
Facciamo così.
Esordì.
-
Ho qui un mazzo di carte, chi pesca la carta più bassa va
per primo,
poi si va in ordine crescente.
Spiegò.
Sottintendendo il fatto che qualora due avessero pescato la stessa
carta, la avrebbero semplicemente dovuta ripescare. Insomma un modo
molto semplice per decidere chi sarebbe salito per primo.
Alla
fine l’ordine, deciso dalle carte, fu Vera e Ash per primi,
seguite
da Zoey e Lucinda, quindi Serena e Ash e, infine Lylia e
Iridio.
-
Siete fortunati. Vi troverete la pista nelle migliori condizioni.
Orlando
spiegò ai due la loro grande fortuna. Avrebbero avuto una
pista con
un po’ più di gomma depositata e quindi la pista
sarebbe stata
leggermente più veloce.
Orlando
mostrò ai primi due come indossare il casco e il collare
Hans.
Dopo
che Ash e Vera salirono a bordo, i meccanici, un uomo per il ragazzo
e una donna per la ragazza, gli sistemarono le cinture. Stringendole
a morte.
Ash
si sentì quasi soffocare. Era davvero necessario stringere
così
tanto? E in più il posto, nonostante il sedile su misura,
era
piuttosto stretto.
-
Bene. Ora dovete uscire in quindici secondi. Adesso avvio il
cronometro.
Tanto
Ash quanto l’amica si chiesero chi diavolo glielo avesse
fatto a
salire se poi dovevano subito scendere. Ma quelle erano le norme e
dovevano rispettarle.
Per
loro fortuna entrambi riuscirono a superare la prova. Ora dovevano
risalire.
E
sorbirsi nuovamente quelle cinture strette a morte.
Anche
Orlando si era accomodato nella posizione di guida e, dopo che un
meccanico gli aveva stretto le cinture e lui aveva provveduto a
collegare radio e tubo dell’acqua per bere. Cosa che avevano
fatto
anche i due meccanici con Vera e Ash.
Orlando
aveva inserito il volante e premuto un pulsante.
-
Radio check?
Nonostante
il ragazzo avesse premuto il pulsante che attivava le radio dei due
non ricevette nessuna risposta.
-
RADIO CHECK?
Nonostante
avesse ritentato la medesima procedura, non ricevette nessuna
risposta, per assicurarsi che non ci fossero dei problemi, il ragazzo
premette un altro pulsante sul volante.
-
Radio check?
-
Ti sentiamo forte e chiaro.
Gli
rispose il suo ingegnere di pista.
-
Perfetto. Puoi chiedere a loro due se mi sentono?
L’ingegnere
scrisse con un pennarello su di un foglio di carta.
“Se
sentite “Radio Check” rispondete”.
Il
tecnico mostrò ai due il foglio. Nonostante alcune
difficoltà
dovute alla visiera piuttosto scura, entrambi riuscirono a leggere.
E, al successivo controllo radio, entrambi risposero in maniera
affermativa.
Intanto
i due Machoke avevano sollevato la macchina con dei crik, una persona
normale non sarebbe riuscite a sollevare una triposto, per questo, in
via del tutto eccezionale, i due addetti al sollevamento erano stati
sostituiti dai Pokémon
Megaforza.
I meccanici avevano preso un set di pneumatici e avevano smontato le
gomme vecchie.
Prima
di rimuovere le termocoperte, avendo ricevuto l’ok, dai
tecnici,
Orlando avviò il motore. Nonostante i tappi per le orecchie
il suono
del motore era incredibilmente forte.
Talmente
forte da spaventare Pikachu, che si nascose dietro la testa di
Serena.
Anche
il Piplup di Lucinda si spaventò non poco. Ma era
in buona
compagnia, anche Bianchino si era spaventato non poco.
I
meccanici, nel frattempo, avevano rimosso le termocoperte e i due
Machoke avevano abbassato l’auto. Anche solo avvicinandosi
alle
gomme era possibile percepire il calore che emanavano.
Erano
lucide, sembrava ci si potesse specchiare.
Sulla
spalla delle gomme una striscia gialla.
Il
ragazzo non perse tempo. Avendo via libera, il ragazzo non perse
tempo. Uscì dal garage ed imboccò la pit lane,
ovviamente a
velocità limitata.
Arrivato
all’area dedicata alle prove di partenza, fermò
l’auto e ne
provò una.
Tanto
Ash quanto Vera si spaventarono. Non erano abituati ad una tale
accelerazione. Nonostante le cinture, vennero spinti indietro.
Orlando
non se ne preoccupò. Non poteva nemmeno sentirli, per come
funzionava la radio.
Il
primo giro fu un semplice giro di schieramento, necessario a scaldare
bene gomme e freni. Venne quindi percorso a una velocità
relativamente ridotta, tanto da far pensare ai due che quei giri non
fossero per nulla male.
Ma
si sbagliavano.
Il
ragazzo posizionò l’auto nella casella della pole,
e appena
ricevette l’ok, partì a fionda.
Già
alla prima frenata, entrambi si resero conto del loro fatale errore.
Fu come un calcio nella schiena. Seguito, all’uscita da un
pugno
nello stomaco.
Per
non parlare poi del collo. Nonostante l’Hans, le forze in
gioco
erano davvero enormi. Dopo quel rettilineo vennero sballottati a
destra e a sinistra, di continuo.
Ash
aveva un minimo di idea sulla struttura di quel circuito. Avevano
appena superato il primo settore.
E
prima di avere un attimo di riposo mancava ancora qualcosa. Due curve
a gomito a destra. Praticamente consecutive. Una vera e propria
totura per il collo. Ma ora era il momento del lungo rettilineo e
Orlando ne approfittò per aprire la radio.
-
Al prossimo giro andremo più forte. Ancora le gomme non sono
perfette e siamo lenti. Poi alla fine del terzo ci sarà una
piccola
sorpresa.
Quindi
attivò i microfoni dei passeggeri.
-
Come scusa? Non stai spingendo?
Chiese
una Vera spaventata a morte.
-
No.
Al
prossimo giro gireremo circa tre secondi più veloce.
Ash
aveva sentito, ma non aveva risposto. Era consapevole che
l’amica
non sapesse se tre secondi su di un giro di pista fossero pochi o
tanti. E lui sapeva che erano parecchi.
Intanto
il rettilineo era finito.
Altro
calcio nella schiena. Il rettilineo era terminato e la decelerazione
era stata davvero enorme. Un vero e proprio calcio nella
schiena.
Seguito
da un altro dritto allo stomaco, l’ennesimo rettilineo. E
un’altra
curva a destra. Erano tornati sul rettilineo dove erano partiti.
Pronti al secondo giro.
O
perlomeno Orlando lo era. Dando un rapido sguardo allo schermo sul
volante poteva vedere come le gomme fossero alla temperatura ideale.
Questo voleva dire solo una cosa. Poteva spingere ancora di
più.
E
questo fu evidente fin dal primo settore.
Nella
parte finale del terzo giro il pilota fece qualcosa di diverso.
Entrò
nella pitlane. Con una potente frenata ridusse la velocità
da oltre
trecentosessanta all’ora agli ottanta.
Orlando
aprì la radio.
-
Bene, ora ci sarà la dimostrazione di pit stop. Monteremo
delle
gomme più morbide. Saremo più veloci.
Appena
il ragazzo fermò l’auto nella piazzola e i due
Machoke sollevarono
l’auto permettendo ai meccanici di cambiare le gomme.
Nonostante la
visuale limitata dal casco, i due passeggeri notarono solo una
differenza tra le gomme montate dai meccanici e quelle
precedentemente smontate. Il colore della banda. Ora non era giallo,
ma rosa. Qualsiasi cosa volesse dire. Orlando aveva parlato di
mescola più morbida. Forse il colore di quella banda
indicava quella
caratteristica?
In
ogni caso non poterno pensarci molto. In meno di tre secondi le gomme
erano state sostituite e l’auto era ripartita.
Il
primo giro non fu veloce come il precedente. Forse stava scaldano le
gomme?
La
risposta ai loro dubbi avvenne già dalla seconda parte del
giro.
Sembrava
che le forze in gioco fossero ben maggiori di prima.
E
al giro seguente, anche di più.
Terminò
il giro con un tempo più veloce di altri tre secondi
più veloce del
giro più veloce fino ad ora fatto. Il giro di rientro fu
abbastanza
lento, quasi ad andatura turistica, dopotutto il carburante residuo
era poco, quello caricato era il minimo indispensabile.
Il
ragazzo terminò il giro e entrò nella pit lane,
per poi entrare nel
box.
Vera
finalmente poté uscire e togliersi il casco. Nella foga,
però, la
ragazza dimenticò di sganciare il cavo della radio. Quando
saltò
dall’auto sentì qualcosa tirare. E solo il
provvidenziale
intervento di Orlando evitò il disastro.
La
ragazza si tolse il casco, madida di sudore. Come del resto anche
Ash.
-
Beh, come è stato?
Chiese
Lucinda.
-
Terribile. Sembrava di essere presi a calci e a pugni in
continuazione. In alcuni momenti non sono nemmeno riuscita a
respirare. E poi non parliamo del collo. Sembra me lo abbiano tirato
a destra e a sinistra.
-
Secondo me è stato fantastico!
Ash
era entusiasta di giri fatti. Si, sentiva dolori e aveva provato
sensazioni simili all’amica, ma il divertimento aveva
superato ogni
cosa.
Nel
mentre i meccanici avevano messo, nelle bocche dei radiatori, delle
specie di contenitori di plastica contenenti del ghiaccio secco.
Nella parte esterna del contenitore una sorta di soffiatore da
giardino.
Quelli
strani dispositivi scatenarono la curiosità di Ash.
-
A cosa servono quei dispositivi?
Chiese.
A rispondergli uno dei meccanici che aveva posizionato quei
dispositivi.
-
Servono semplicemente a raffreddare l’auto. Se non gli
mettessimo
dovremo buttare il motore dopo ogni run.
Mentre
il meccanico spiegava quelle cose, Vera avvicinò la mano
alla gomma
posteriore destra. Aveva completamente perso la patina lucida e aveva
raccolto un po’ di sporco.
-
Fossi in te non la toccherei.
La
riprese Orlando.
-
Considera che è almeno a 100 gradi. Tanto più se
non hai i guanti.
Ora
era il momento di Lucinda e Zoey. Anche le due avevano svolto le
prove di evacuazione statica, superandola senza problemi. Nonostante
avessero ricevuto un’idea da parte di Ash e Vera sul cosa ci
si
dovesse aspettare.
Quello
che le due ormai ex rivali, avevano sentito, non era che una minima
parte di quello che sarebbe realmente accaduto.
Né
Vera né Ash le avevano avvisate riguardo la prova di
partenza o
riguardo al fatto che il primo giro dopo la partenza non sarebbe
stato un riferimento valido su quelli successivi.
Ma
le due lo avrebbero scoperto quando ormai era troppo tardi. Per loro
già quel singolo giro bastava.
Ma
non avevano modo di dirlo.
E
anche se lo avessero fatto? Si sarebbe mai fermato?
Il
terzo giro, come nel caso precedente, si era concluso con un cambio
gomme. Le due ragazze lo avevano intuito. Se già prima le
accelerazioni e le decelerazioni erano piuttosto forti, ora stavano
diventando insostenibili.
Per
fortuna che mancavano solo due giri.
Quello
che le due non si potevano aspettare era il fatto che, soprattutto
l’ultimo giro, sarebbe stato a fuoco.
La
gomma estremamente morbida, la pista in ottime condizioni, il poco
carburante e la possibilità di spingere erano, per le due
ragazze un
mix letale.
Le
forze in gioco erano enormi spinte a destra e a sinistra su e giu.
Alla fine quella tortura era finita. Il giro lento che ha seguito
quest’ultimo sembrò quasi una
passeggiata.
Finalmente
la tortura era conclusa. L’auto era entrata ai Box, su dei
carrelli
e le due ragazze erano uscite.
-
Ma come fate voi a guidare queste cose per sessanta, settanta o
quanti giorni sono?
Chiese
la ragazza dai capelli blu. Pur consapevole che non avrebbe ricevuto
risposta.
Infatti,
dopo aver rifornito di carburante, toccò a Ash e Serena. Per
il
ragazzo era già il secondo run, motivo per cui,
contrariamente alla
ragazza, non avrebbe dovuto rifare la prova di evacuazione.
La
ragazza superò brillantemente la prova.
Ora
erano partiti. Pit lane attraversata con il limitatore di
velocità,
prova di partenza giro di installazione, partenza vera e propria.
Come da tradizione e un po’ per deformazione professionale
del
ragazzo, quest’ultimo partì dalla pole.
Con
una partenza a fuoco.
Ash
aveva una minima idea del funzionamento di quei giri. Era consapevole
del fatto che la sua ragazza avesse visto i vari onboard e avesse
quindi notato quanto enormi fossero le forze in gioco.
Il
copione fu lo stesso dei giri precedenti. Primo giro non veloce,
secondo al limite delle gomme. Cambio gomme alla fine del terzo giro,
parte del quarto di preparazione e quinto giro al limite.
Rientrati
ai box, nuove gomme, rifornimento di carburante e la solita prova di
evacuazione.
Orlando,
che era al quarto run in poco tempo, era un po’ stanco. Una
triposto, a causa della sua massa e di altre caratteristiche
intrinseche, era molto più impegnativa di una normale
monoposto.
E
ora era l’ultimo run. Per certi versi quello più
importante.
Nessuno fino ad ora aveva avuto dei problemi a fare quei giri e, per
certi versi, erano anche entusiasti.
Non
Lylia. Lei aveva paura e, nonostante le parole del ragazzo, tutti
avevano notato come tremasse. La scelta giusta era quella di andare
forte, come e forse più delle altre volte.
Da
una parte andare piano era paradossalmente pericoloso. Più
di quanto
non lo fosse andare forte. Completò i giri e i meccanici
eseguirono
il cambio gomme come in qualsiasi altra dimostrazione.
Per
una combinazione di svariati fattori, Orlando, aveva fatto il giro
più veloce in assoluto con la triposto.
Appena
rientrati ai box, tutti e tre uscirono dalla triposto.
Lylia,
quasi non riusciva a reggersi in piedi, sia per la paura che aveva
avuto in quei cinque giri, sia per le enormi forze in gioco. Il
fratello, accorgendosene, l’aveva sostenuta e aiutata a
sedersi, in
modo che potesse riprendersi.
-
È stato…
Disse
poco dopo.
-
Divertente.
Aggiunse.
Facendo tranquillizzare tutti.
Intanto
Orlando aveva iniziato ad autografare tutti i caschi. La designer
aveva fatto in modo che in ogni casco ci fosse uno spazio apposito
per l’autografo, in modo da non rovinare le grafiche.
Fatto
questo, il ragazzo diede ad ogni partecipante un biglietto vip per il
successivo Gran Premio di Unima, in un circuito cittadino ad
Austropoli. Il biglietto dava diritto a stare ai box durante le prove
libere e a seguire gare e qualifiche dal posto più
privilegiato. Il
terrazzo di un grattacielo che dava una perfetta visuale su tutto il
circuito.
Poi
diede un biglietto diretto Ferropoli-Austropoli della compagnia aerea
che sponsorizzava la compagnia. Spiegando come quella compagnia aerea
fornisse biglietti alle destinazioni delle gare come parte della
sponsorizzazione. Lo stesso valeva per l'alloggio. Una catena di
hotel di lusso sparsi per tutto il mondo.
In
seguito ne diede un altro a Taelia, Lylia e Iridio, in modo che sia
Samuela che Samina e Paver potessero partecipare, se avessero voluto.
-
Grazie.
Risposero
tutti, in coro.
Poco
dopo Taelia aggiunse qualcosa.
-
Non so se mamma vorrà venire. Dopo quello che è
successo.
-
Non ti preoccupare. Basta che mi avvisi e invece di prendere un volo
diretto, farò uno scalo qui.
Le
rispose Orlando.
-
Non ti preoccupare.
Disse
Serena.
-
Ehi! Ma sono io a dire alle persone di non preoccuparsi!
La
riprese Lucinda. Senza farsi mancare un sorriso. Ormai lei e Serena
erano diventate amiche, quindi sapeva di potersi permettere di dire
certe cose.
-
Dicevo…
Aggiunse
Serena poco dopo.
-
Se Samuela non vuole venire, possiamo accompagnarti io e Ash. Non
è
un problema, tanto abbiamo il volo alla stessa ora.
Non
è un problema.
-
Questa volta sono io a ringraziarvi.
Disse
Orlando.
Quella
sera, nella sua camera d’albergo, Lylia, come quasi ogni
giorno,
aveva scritto sul suo diario.
“Oggi,
finalmente ho fatto quei giri sulla triposto che mia madre aveva
tanto insistito a comprare. Devo dire che inizialmente avevo
parecchia paura, anche perché immagino tu lo sappia che
opinione ho
su queste cose. E, infatti, prevedibilmente, non volevo farli.
Alla
fine sono stata convinta proprio da Orlando. Lui, ma soprattutto
Meloetta mi hanno convinto.
Lui
mi ha raccontato di come l’abbia conosciuta proprio a causa
di
quello che temevo.
Un
incidente. Mi ha raccontato di come abbia cercato di
evitarla,
e di come nel farlo si sia schiantato contro un muro. E di come
l’auto fosse completamente distrutta.
Mi
ha raccontato di come ci scherzino ancora con battute del tipo
“qui
c’è l’opera d’arte e qui
l’artista” ma lasciamo stare
queste cose.
Per
quello che sapevo fino ad ora, che, come sai, ho studiato nei libri,
credevo che esistesse solo nelle leggende. Lui mi ha raccontato di
come appaia molto raramente e di come sia molto timida e di come,
soprattutto, sia molto raro che si fidi degli esseri umani. Per cui,
per me, conoscerla, è stato un onore.
E
poi… in un certo senso è anche grazie a lei se
ora ho due nuovi
amici Pokémon. Riolu e Vaporeon.
Serena,
la fidanzata di Ash e una famosa (quanto gentile) coordinatrice mi ha
raccontato di come Orlando le abbia donato una Zorua proprio per via
di questo fortuito evento.
Ed
è stato lui stesso, grazie ad un consiglio di Lucinda a
permettermi
di avere Riolu e Vaporeon.
Lo
stesso giorno abbiamo anche provato delle gare di lotta, oltre che
con Serena e Lucinda anche con Vera, altra amica di Ash. Mi hanno
dato anche degli ottimi consigli su cosa voglia dire essere una
coordinatrice e, devo ammetterlo, è molto più
difficile di quanto
potessi immaginare.
E
poi… sempre con Vera, ma con suo fratello, io e Orlando
abbiamo
avuto una lotta in doppio. Sapevo che fosse un allenatore molto
abile, ha sconfitto mio fratello senza particolari problemi
e…
averlo come alleato mi ha fatto imparare molto sul suo modo di
lottare.
E
ho capito perché è uno degli allenatori
più forti.
Ma
non è questa la sola cosa importante. Inaspettatamente
è arrivato
Tapu Koko e ha donato a Lucinda, Taelia e Serena dei cerchi Z e
alcuni cristalli Z, per i loro meriti.
Io
non ci ho capito molto. Onestamente. Molti mi dicono che sono una
ragazza intelligente e perspicace, ma questo caso mi mette in
crisi.
Mi
hanno raccontato di come siano venuti a conoscenza di tutta questa
storia, di come il padre di Taelia sia stato un brillante scienziato
e che, insieme a una donna che poi sarebbe diventata sua moglie,
aveva preso parte ad un progetto della massima segretezza.
A
un certo punto, da quello che mi hanno raccontato, padre e figlia
sono fuggiti e poco dopo Samuela era stata rapita, proprio da
Graziano, il mafioso che hanno arrestato. Immagino che Tapu Koko si
riferisse al suo arresto, quando aveva parlato di aver reso il mondo
un posto migliore.
Mi
hanno raccontato di come Sebastian sia stato ucciso proprio a causa
del progetto a cui aveva lavorato e di come Taelia sia scomparsa nel
nulla e di come Celebi l’abbia riportata dal
passato.
Solo
che non so come questo si colleghi al resto della storia. E mi hanno
detto che, purtroppo non mi possono dire molto altro. Ash è
un mio
amico, so che non mentirebbe.
Qui
ci sono in mezzo mafia e servizi segreti. So che prima della mia sete
di curiosità viene la sicurezza.
Magari
riuscirò ad ottenere delle informazioni maggiori, senza
mettere a
rischio la loro sicurezza.
Altre
cose importanti che sono successe e di cui vado molto fiera
è quella
per cui ho insegnato a Serena, Taelia e Lucinda come utilizzare le
mosse Z. E tanto loro quanto i loro Pokémon erano entusiasti
della
cosa.
Poi
domenica abbiamo finalmente fatto quei giri sulla Triposto che tanto
temevo.
Alla
fine non è stato male. Almeno ne sono uscita intera. O
almeno credo.
È stata un’esperienza che non sono sicura che
ripetere, ma è
stato molto meglio di quanto immaginassi.
Non
per quello che riguarda l’esperienza in sé. Ad
ogni curva era come
se cercassero di staccarti la testa, a ogni frenata come se ti
dessero un calcio nella schiena.
Ogni
accelerazione un pugno nello stomaco. Come ha anche detto
Vera,
in molti punti era davvero difficile respirare.
In
conclusione non so se lo rifarei, ma credo che si tratti di
un’esperienza da fare almeno una volta.
Poi,
ho visto come l'hanno presa i miei amici di Alola. Ibis, Suiren,
Kawe, Chrys, tutti molto gelosi. Avrebbero voluto tutti essere al mio
posto. E in più Ibis mi ha detto che sembravo davvero una
pilota
professionista.
Finalmente
era arrivato il giorno delle prime prove. Alla fine né
Samuela né i
genitori di Lylia e iridio erano venuti alla gara.
Gli
altri avevano assistito alle prove dai Box, come promesso.
Era
notte e si stava disputando la seconda sessione di prove libere. Per
Ash era piuttosto strano. Non aveva idea che si potesse correre di
notte, anche se, a giudicare dalle parole del telecronista, Shiro
Shinobi, la pista era praticamente illuminata a giorno, per cui per i
piloti non sarebbe cambiato molto, contrariamente sarebbe cambiato
molto a chi seguiva la gara lì o da casa.
O
le sessioni di prova, in questo caso.
Shinobi,
da buon telecronista, era un tipo piuttosto logorroico. In quel
momento i vari piloti stavano provando il passo gara. Secondo le
parole del telecronista in quella sessione ci sarebbero state delle
condizioni simili a quelle della vera gara.
Lylia
era poco interessata a quelle cose. Era venuta lì
perché non farlo
le sarebbe sembrata una mancanza di rispetto. Era sorpresa, da come
tutti gli altri trovassero quella sessione quasi ipnotica.
I
piloti ARTM avevano iniziato a fare una simulazione della gara. Con
tanto carburante.
E
sembravano dei veri e propri martelli. Giri su giri tutti costanti,
anzi. Più la quantità di carburante diminuiva,
più andavano
veloce. Non serviva di sicuro un genio per capire che la lotta per la
vittoria sarebbe stata affar loro.
A
un certo punto del run i due piloti tornarono ai box, a poca distanza
l’uno dall’altro.
I
meccanici si limitarono a sostituire le gomme con delle altre, poi i
due ripartirono.
Poi
continuarono il run, con dei tempi ancora migliori.
Terminato
anche questo restava solo una mezz’ora.
Ora
entrambi i piloti avevano portato le loro auto dentro il
garage.
I
meccanici si erano limitati ad aggiungere del carburante ad entrambe
le auto e a fare delle piccole regolazioni sulle ali. Dopo questo i
due erano usciti dai Box.
Pronti
per fare una simulazione di qualifica, approfittando delle condizioni
della pista estremamente simili a quelle che si sarebbero state il
giorno dopo, durante le qualifiche vere e proprie.
Dopo
questa sessione di prova, vi sarebbe stata quella dedicata alla
categoria lite. Anche in quel caso la seconda sessione. Dominata da
un’altra auto rossa. Con il numero tredici. Per quella
categoria,
quella era l’ultima sessione di prova, contrariamente alla
categoria principale. Che, prima della qualifica aveva
un’ulteriore
sessione di prova.
Nelle
qualifiche della categoria Lite, la pole era stata conquistata da
Camilla. All’ultimo tentativo disponibile. Quel fine
settimana non
si trovava esattamente al massimo con l’auto.
Era
riuscita a non prendere bandiera per un secondo e aveva tentato il
tutto per tutto in quell’ultimo giro. E, come nelle lotte,
aveva
ripagato.
Ash
voleva andare a farle i complimenti, scendendo da quel palazzo e
farle i complimenti. Ma Lucinda lo riprese. Gli ricordò di
come
prima sarebbe dovuta passare per giornalisti, altri fan e
debriefing.
Il
ragazzo, piuttosto deluso, avrebbe dovuto aspettare.
Dopo
un po’ ci sarebbero state le qualifiche della categoria
principale
e, come per quelle della categoria Lite, da regolamento, durante le
sessioni ufficiali, era vietato trovarsi ai box a persone che non
facessero parte del team.
Ash
e gli altri, quindi, erano rimasti a seguire la sessione di
qualifica.
Dal
momento che i titoli erano stati assegnati, la federazione aveva
pensato a un nuovo format per le qualifiche. Non più una
sessione
unica da mezz’ora, ma due sessioni da un quarto
d’ora.
Nella
prima avrebbero girato tutti, nella seconda solo i dieci più
veloci.
Era almeno la trentesima volta che il telecronista, Shiro Shinobi,
spiegava il funzionamento del nuovo format delle qualifiche. E tutti
si erano stancati di sentirglielo ripetere. Speravano che
l’effettivo
svolgersi delle stesse, lo avrebbe dissuaso dal ripeterlo per
l’ennesima volta.
La
prima sessione fu piuttosto tranquilla. Contrariamente a tutte le
sessioni di prova fino a quel momento, non venne interrotta da
bandiere rosse o simili.
Sin
dal primo tentativo fu chiaro chi sarebbe passato e chi no. Per i due
ARTM il passaggio alla fase successiva fu una formalità. Per
altri
piuttosto difficile.
Da
quel terrazzo era possibile vedere tutto il circuito. E come se non
bastasse era possibile anche ascoltare la telecronaca, per quanto
possibile, dato che, nonostante l’altezza, il rombo dei
motori era
piuttosto presente, e vedere gli onboard attraverso degli enormi
schermi. O, volendo potevano vedere quello che la regia
internazionale voleva mostrare.
E
in quel momento stava mostrando l’onboard di
Orlando.
Aveva
concluso il giro di riscaldamento e stava percorrendo il primo
rettilineo. In piena velocità, per quanto
l’altissimo carico
aerodinamico richiesto da quella pista, lo permettesse.
Aveva
tagliato il traguardo e stava percorrendo gli ultimi metri di
rettilineo prima di scalare diverse marce ad affrontare la prima
curva. Seguita a brevissima distanza dalla seconda e poi dalla terza,
un tornantino.
Quindi
la quarta curva, percorsa praticamente in pieno. Una frenata
relativamente intensa per la quinta, una curva a destra. La sesta
curva, affrontata in pieno, faceva pensare a una continuazione del
rettilineo, per poi finire della settima curva, l’ultima di
quel
settore, una curva ad angolo retto verso sinistra. Questo implicava
una violenta frenata. Il tempo era migliorato di due decimi rispetto
al suo miglior tempo precedente ed era più veloce di uno
rispetto al
suo compagno di squadra, passato di lì poco prima.
Entrato
nel secondo settore un brevissimo rettilineo portava ad una seconda
curva ad angolo retto. Questa volta a destra. Ora vi era la nona
curva non ad angolo retto, leggermente più morbida, ma
comunque
piuttosto lenta, a sinistra. Altro breve rettilineo, una curva ad
angolo retto e un altro breve rettilineo.
Percorso
lo stesso, un tornantino che portava ad un rettilineo, spezzato
dall’ennesima curva ad angolo retto. Un brevissimo rettilineo
determinava la fine del settore.
Aveva
guadagnato all’incirca altri tre decimi sul suo tempo
precedente.
Il
suo compagno di squadra aveva sbagliato e aveva alzato il piede.
Avrebbe potuto rinunciare a quel giro e ottenere la pole, ma voleva
concludere l’opera, se fosse stato possibile.
Il
breve rettilineo terminava con una curva da fare in pieno e una
brusca frenata.
Ancora
una curva ad angolo retto e un altro breve rettilineo. Poi una curva
ad angolo ottuso e finalmente il rettilineo principale.
Orlando
aveva migliorato di altri due decimi il suo tempo. Ottenendo
l’ennesima pole della stagione. E aveva fatto anche il record
in
qualifica della pista. Un minuto, diciannove secondi e
trecentonovantasei millesimi.
Max
fece un rapido calcolo.
-
Quindi tra la categoria principale e la categoria lite ballano circa
quattordici secondi? E anche in gara mi sembra che il distacco sia
simile.
-
So contare. Non serve che tu me lo faccia notare.
Iridio
si chiedeva come avesse fatto a non prendere un bastone e colpirlo
ripetutamente. Naturalmente senza prima chiedere il permesso.
Forse
il fatto che sua sorella non fosse affatto male?
Il
ragazzo si calmò un secondo. Forse il motivo per cui non lo
aveva
preso a sprangate nei denti era che non valeva la pena finire in
gattabuia per una persona che forse non avrebbe più visto.
In
ogni caso le qualifiche erano terminate, confermando lo strapotere
delle ARTM. Per l’ennesima volta avevano conquistato
l’intera
prima fila.
Come
da tradizione, una volta concluse le qualifiche, i primi tre
classificati si erano posizionati davanti ai segnaposto numerati.
Appena usciti dalle auto sarebbero stati intervistati.
Poi
ci sarebbero delle sessioni coi fan e infine, finalmente si sarebbero
potuti riunire coi team.
Spesso
con le gare in notturna si faceva molto tardi e quindi le riunioni
con i team erano rimandate al giorno seguente. E questo era uno di
quei casi. Soprattutto se si doveva concretizzare un risultato con
così alte aspettative.
Se
ne aveva la possibilità, Orlando seguiva le gare delle
categorie
minori, come della categoria Lite.
E
quella gara non faceva eccezione.
Camilla
si era guadagnata la pole il giorno prima, all’ultimo
tentativo.
Prima di partire si era incontrata brevemente con tutti. Solo il
tempo di salutarsi e di ricevere gli auguri.
Dalle
prove era evidente come non avesse il ritmo per fuggire. La vittoria
se la sarebbe dovuta guadagnare sul campo, a suon di chiusure e di
cattiveria. L’aspetto della strategia era sì
importante, ma più
influenzato dal fattore umano. Contrariamente alla categoria
principale, infatti era proibito impiegare i Pokémon nel
reparto
strategico.
Nonostante
fosse in parte occultato alla vista, da poggiatesta e Halo, un ottimo
modo per riconoscerla era il casco. Blu scuro per la maggior parte,
con del rosso sulla parte inferiore.
Sulla
parte sopra la visiera una stella gialla a cinque punte. Quella che
punta verso il basso è più lunga di tutte le
altre.
Nella
zona della visiera un disegno di denti affilati.
Ora
stava portando a termine il giro di schieramento.
Avrebbe
dovuto attendere che gli altri completerassero lo
schieramento
e che i commissari dessero l’ok accendendo le cinque luci
rosse.
Che da lì a poco si sarebbero spenti e sarebbe potuta
partire.
E…
la partenza fu un autentico disastro.
Non
per lei, che partì relativamente bene. Non venne superata
alla
partenza e poteva imporre il suo ritmo. Ma, alcune file dietro di
lei, un pilota non era partito. La sua auto era rimasta ferma sulla
griglia. Quasi tutti erano riusciti a evitarlo, meno un pilota che
partiva dal fondo della griglia. Il tamponamento fu
inevitabile.
I
comissari diedero la bandiera rossa.
Guardando
dall’alto, da quella posizione così privilegiata,
le cose erano
apparse perfino peggiori di come realmente erano.
E
Lylia si era spaventata non poco. Aveva spiegato come fosse per
quello che le corse la spaventassero e di come temeva che sarebbero
potute accadere delle cose del genere.
Ironicamente
a spiegarle che non era nulla di troppo grave e che i piloti
sarebbero usciti senza problemi, fu Serena, la stessa che, qualche
tempo prima aveva temuto per la vita di altri piloti, in un incidente
molto meno grave.
Dopo
mezz’ora la pista era stata sgomberata dai vari detriti e i
due
piloti coinvolti si erano nuovamente schierati in griglia. Con le
vetture di riserva, ovviamente.
Questo
rassicurò tutto il pubblico. In particolare una certa
ragazza.
Ad
ogni modo la gara ripartì, da regolamento, accorciata di un
giro e,
questa volta, alla partenza non vi furono incidenti, per fortuna. La
gara proseguì regolarmente fino al venticinquesimo giro.
Quando la
gara venne interrotta da una safety car. Uno dei piloti nelle ultime
posizioni aveva rotto il motore, lasciando una grossa scia
d’olio
sulla pista.
Un
altro pilota aveva perso il controllo su quella chiazza
d’olio
finendo contro le barriere.
Camilla
che ancora non si era fermata e che fino a quel momento aveva
mantenuto la testa della gara, venne richiamata ai box. Ancora non si
era fermata e l’occasione di risparmiare tempo era troppo
grande
per non sfruttarla. Nel mentre i commissari avevano rimosso
l’auto
incidentata dalle barriere e sparso della polvere assorbente nelle
zone della pista riempite d’olio.
La
gara proseguì regolarmente fino alla fine. Contrariamente
alla
massima categoria, il regolamento prevedeva una sola sosta
obbligatoria.
La
gara ripartì al trentesimo giro, per poi terminare al
trentanovesimo. Con la vittoria di strettissima misura della
campionessa di Sinnoh.
Aveva
dovuto rintuzzare numerosi attacchi del secondo classificato a suon
di sportellate e chiusure al limite.
In
ogni caso aveva vinto la gara e, dopo le interviste post gara e i
festeggiamenti sul podio, poteva finalmente rilassarsi.
Dalle
telecamere che inquadravano i box, avevano visto come Orlando avesse
fatto uscire il suo Metagross dalla Pokéball. Il
telecronista aveva
spiegato come quel Pokémon fosse il suo stratega e di come
un suo
simile fosse, invece, lo stratega della squadra. Questo
scatenò la
curiosità di Ash.
-
Perché mai un Metagross come stratega?
Chiese,
estremamente perplesso.
-
Ho letto in un libro che Metagross ha quattro cervelli e una potenza
di calcolo e di elaborazione dei dati superiore a quella di qualsiasi
supercomputer.
Gli
rispose Lylia.
-
E con tutte le variabili che ci sono in gioco in un Gran Premio avere
uno stratega del genere non è per nulla male.
Aggiunse
il fratello.
-
Ho capito, ma ho una domanda. Ma come mai non usano Pokémon
come
Xatu che possono prevedere il futuro?
Chiese
poco dopo.
-
Non possono usare Pokémon che possono prevedere il futuro.
Alimenti
che strategia sarebbe?
Nel
frattempo, l’ attenzione di Ash era stata attirata da
qualcos’altro. Parte della pavimentazione della griglia di
partenza
si era girata, rivelando un campo di lotta. Che si era sollevato di
alcuni metri. Da entrambi i lati erano comparse delle scale per
permettere agli allenatori di salire.
-
Prima che inizi il gran Premio, come da tradizione, vi sarà
una
lotta di Pokémon tra i diversi piloti. Come sapete, si
tratterà di
lotte in doppio tra piloti della stessa fila, quindi non è
detto che
sia tra compagni di squadra. Questo è un ottimo modo per
evitare
incidenti durante la partenza. Da regolamento, per le tre fasi
dovranno usare dei Pokémon diversi.
Spiegò
il telecronista.
-
Si partirà dalle ultime file verso le prime. Le lotte
saranno una
sorta di torneo, per cui solo i vincitori potranno accedere alla fase
successiva.
Poiché
alla fase successiva passeranno unicamente i vincitori. Dal momento
che sono dieci file, la fila vincitrice più indietro non
passerà
alla fase successiva.
-
Ah, quindi è come se fosse un torneo di quelli tenuti da Don
George!
Il
tono di Ash era piuttosto entusiasta.
-
E chi sarebbe questo don George?
Chiese
Lylia.
-
Vedi. Ad Alola vi è la tradizione del Battle Royale, che non
ha di
sicuro bisogno di presentazioni. Qui ad Unima, invece ci sono i club
di lotta. Dei veri e propri tornei ad eliminazione.
-
Capisco. Quindi in ogni regione si seguono delle tradizioni di quella
regione?
Chiese
poco dopo.
-
Non so. Sono stato solo qui e a Kalos. In ogni caso credo che sarebbe
meglio godersi le lotte. Anche se sembra che non siano esattamente
delle cime.
Commentò
Ash.
Il
torneo andò avanti e finalmente si incontravano i piloti
delle prime
due file. Orlando, il suo compagno di squadra Alberto contro Bernard
e Jean.
Orlando
aveva schierato il suo Togekiss, mentre Alberto un Excadrill.
I
loro avversari, invece un Torterra e un Mamoswine.
Avevano
ricevuto l’ok per cominciare. Da regolamento chi era nelle
file
davanti poteva attaccare per primo.
Orlando
e il suo compagno di squadra scambiarono uno sguardo
d’intesa.
-
Benissimo. Se possiamo cominciare allora facciamolo in grande stile.
Togekiss! Eterelama su Torterra!
Il
Pokémon festa iniziò a generare dalle ali delle
lame d’aria che
colpirono pesantemente l’avversario. Anche se lo stesso, per
via
delle sue grandi capacità difensive, sembrava non
preoccuparsene più
di tanto. Contemporaneamente il Mamoswine avversario era stato
colpito dal potente Metaltestata del Excadrill di Alberto, che aveva
preso la rincorsa dalla sua metà del campo, colpendolo con
un
potentissimo colpo della testa. L’impatto era stato talmente
violento da far arretrare il Pokémon Duezanne di alcuni
metri.
Gli
avversari avevano tentato di rispondere agli attacchi
avversari.
Bernard
aveva ordinato al suo Torterra di utilizzare pietrataglio. Si sarebbe
aspettato di veder uscire dal terreno dei grossi massi che, in
qualche modo avrebbero dovuto colpire il Togekiss avversario, ma con
suo enorme stupore, Torterra rimase fermo come una statua.
Destino
simile per Mamoswine.
-
Bene, se non possono attaccare, tocca di nuovo a noi. Togekiss
Forzasfera su Mamoswine!
-
E tu Excadrill usa Forbice X su Torterra!
I
due Pokémon attaccarono al contempo. Il Pokémon
festa colpì
l’imponente avversario con una gigantesca sfera di energia
azzurra,
che esplose al contatto con l’avversario, mentre il
Pokémon
Sottoterra aveva cominciato a caricare il Pokémon
Continente.
I suoi arti superiori, incrociati, si erano illuminati di una
luce azzurrina.
Sembrava
formassero una sorta di X.
Torterra
venne colpito in pieno muso. Il suo allenatore aveva
l’opportunità
di attaccare da vicino l’avversario, un’occasione
che non poteva
farsi sfuggire.
Aveva
ordinato un Energipalla. Dalla bocca del Pokémon continente
si stava
generando una sfera di energia verdognola, simile, per certi versi ad
un occhio. La potenza dell’attacco, unita alla distanza
ravvicinata
del bersaglio, fece sì che il Pokémon Sottoterra
arretrasse di
alcuni metri.
Per
attutire l’impatto il Pokémon si era chiuso in se
stesso,
similarmente ad una crisalide. Appena raggiunto il terreno era
tornato come prima. Pronto ad attaccare.
Intanto
il Mamoswine avversario aveva generato dalle zanne delle scaglie di
ghiaccio, pronto a lanciarle contro il Togekiss avversario.
-
Lanciafiamme!
Ordinò
Orlando, prima che fosse troppo tardi. Il potente attacco di fuoco
sciolse il ghiaccio e colpì l’avversario.
-
Mamoswine non può più continuare. Da regolamento
la lotta diventa
ora un uno contro uno. Come da regolamento si favorisce il pilota
posizionato più avanti.
Spiegò
il telecronista.
Mentre
Alberto e Jean scesero dalle rispettive scale, ora lo scontro
era solo un uno contro uno.
Il
regolamento dava sempre la prima mossa a chi era classificato
davanti.
-
Molto bene Togekiss, vai con lanciafiamme!
Mentre
il Pokémon Festa sputava dalla bocca una gigantesca
fiammata,
diretta contro l’avversario.
-
Su, Torterra difenditi con Pietrataglio!
-
Presto!
Schiva e poi usa Eterelama!
Il
Pokémon Festa spiccò il volo evitando i massi
affilati apparsi sul
terreno dall’avversario. Per poi posizionarsi dietro di lui,
colpendolo nel guscio con delle lame d’aria.
Non
sembrava che quei colpi avessero scalfito chissà quanto. Ma,
come la
volta precedente, l’abilità Leggiadro di Togekiss
aveva fatto il
suo lavoro. E quel bestione non poteva muoversi.
-
E ora… It’s Hammer Time! Lanciafiamme!
Il
Pokémon Festa aveva sputato dalla bocca una gigantesca
fiammata che
colpì l’avversario in pieno. Bruciandolo, come se
ce ne fosse
bisogno.
Il
Ko di quel Torterra fu una mera formalità.
-
Ti ringrazio. Sei stato bravissimo.
I
due avanzarono quindi alla fase seguente, dove affrontarono coloro
che si erano qualificati per la quarta fila. Vincendo la lotta con
facilità. Orlando aveva schierato il suo Lucario e Alberto
un
Venusaur. Si sono scontrati contro uno Steelix e un Tyranitar.
Erano
arrivati alla fase finale. Si sarebbero scontrati contro coloro che
si trovavano in ottava fila.
Orlando
schierò la sua Greninja, mentre Alberto un Flareon.
I
loro avversari erano Dino e Robert.
Il
primo schierò un Incineroar, e una
Lilligant.
-
Ed ecco la finale in cui si scontreranno i piloti della prima
fila con quella dell'ottava!
Commentò
il telecronista.
-
E sembra che Orlando abbia un nuovo Pokémon. Un Greninja!
Deve
essere molto sicuro se lo schiera per una finale.
Dalla
terrazza, Tealia aveva sentito tutto e aveva avuto modo di
controbattere, per quanto potesse essere importante.
-
In realtà sarebbe il suo primo Pokémon.
-
E
come fai a saperlo?
Le
chiese Vera. probabilmente non era stata molto attenta quando avevano
raccontato la storia, o quantomeno la versione che avevano raccontato
al processo.
-
Vedi. Taelia è stata portata dal passato da Celebi. La
storia intera
magari te la racconto di nuovo una seconda volta, di base sappi che
suo padre è stato ucciso poco meno di nove anni fa e Taelia
era
scomparsa nel nulla.
Comunque
il punto focale della storia era che Taelia e Orlando erano ottimi
amici da piccoli. Lui aveva appunto una Greninja e lei appunto una
Gardevoir.
Orlando
e la sua famiglia sono fuggiti il giorno della sua scomparsa e lui
è
stato costretto a liberare Greninja. E si sono potuti rincontrare
solo qualche settimana fa.
Le
spiegò Lucinda.
-
Questo spiega come mai sembravano davvero molto molto legati. Per
esempio quando lottava contro Blaziken ha capito perfettamente quando
sarebbe bastato un solo colpo per sconfiggerlo, ha lasciato fare a
Lylia.
Ash
intanto stava osservando quella lotta. Nonostante fosse
l’allenatore
più forte di tutti, aveva comunque avuto la
possibilità di saggiare
l’abilità di Orlando.
E
nemmeno in quel caso si era smentito. Aveva appena chiesto alla sua
Greninja di tagliare il Parassiseme di Lilligant con acqualame.
Lasciando il Pokémon Fiorfronzolo alla mercé di
Flareon, che la
colpì con un potente rogodenti.
Contemporaneamente
anche Incineroar era in grossi guai. Era stato imprigionato sul
terreno di lotta dagli acqualame di Greninja e la stessa ne stava
caricando uno gigantesco. Ad Ash questo gigantesco acqualame fece
pensare al suo Greninja. Uno di quei giorni sarebbe andato
sicuramente a trovarlo.
In
ogni caso quell’Acqualame fu più che sufficiente a
sconfiggere
Incineroar. Contemporaneamente anche Lilligant era stata sconfitta
dal fuococarica di Flareon.
Facendo
sì che i vincitori del torneo fossero appunto Orlando e
Alberto.
Finito
il torneo, il campo di lotta aveva fatto di nuovo spazio alla griglia
di partenza.
I
piloti, nel frattempo, avevano compiuto i giri di schieramento,
momento in cui Ash si era sentito in dovere di dover spiegare la
procedura.
Anche
se, contrariamente a Kalos, non vi era alcuna esibizione della
pattuglia aerea. E nemmeno dei fuochi d’artificio.
Piuttosto
delle strane luci volanti che formavano delle figure di
Pokémon.
-
E quelle cose che sarebbero?
Chiese
Taelia.
-
Sono dei droni. Esistono delle aziende specializzate che gli usano
per fare degli spettacoli.
Le
rispose Lylia, con la sua solita gentilezza.
Intanto,
il giro di formazione era partito e tutti erano partiti senza
problemi allo spegnimento dei semafori rossi, con Orlando che aveva
mantenuto la testa della corsa.
Il
compagno di squadra in seconda posizione. Non che non lo avesse
attaccato, ma aveva pensato ad evitare collisioni, piuttosto che a
superare il compagno di squadra.
La
gara era proceduta regolarmente. Forse non attaccare il compagno di
squadra, non era stata una buona idea non
sorpassarlo
nelle fasi iniziali. Era riuscito a guadagnare un certo vantaggio e
nemmeno la sosta, effettuata in sequenza a causa di una Safety car.
Per
la seconda sosta non ve ne fu bisogno. I due erano ben distanziati,
tanto dagli altri quanto tra loro, quindi, anche in quel giro si
fermarono insieme.
La
gara si concluse con il giro veloce all’ultimo giro da parte
di
Orlando, che aveva comandato la gara dal primo all’ultimo
giro,
dopo essere partito dalla prima posizione.
Aveva,
in buona sostanza, completato un Grand Chelem. Il massimo del dominio
di un Gran Premio. Come se in una lotta Totale un allenatore avesse
sconfitto tutti i Pokémon avversari senza che nessuno dei
suoi sia
andato Ko.
Dopo
le consuete interviste, a consegnare il trofeo era la campionessa,
Iris. La ragazza dai lunghi capelli viola era vestita con il suo
solito abito da cerimonia.
Aveva
consegnato senza particolari problemi, ma anzi con un sorriso e una
stretta di mano, le coppe, tanto al terzo quanto al secondo.
Era
poi arrivato il momento di consegnarlo al vincitore. Orlando Bir. Gli
aveva passato il trofeo come se fosse un sacchetto della spazzatura e
si era rifiutata di stringergli la mano. Beccandosi i fischi da parte
del pubblico.
-
Ma che le ha fatto che lo tratta così male? Non mi
è sembrato una
cattiva persona. Anzi.
Chiese
Lylia, che aveva assistito a quella scena dal maxi schermo.
-
Sai, lui l’ha buttata fuori dagli Otto professionisti e lei
non ha
ancora digerito la cosa.
Le
spiegò Ash.
-
Beh, se è per quello, come immagino sappiate, mi ha
sconfitta al
Grand Festival. Eppure non me la sono presa così tanto.
Rispose
Vera.
-
Si, certo, non te la sei presa! Hanno dovuto chiamare i muratori per
riparare il buco nel muro del camerino e ti sei fatta tre settimane
con il tutore al polso.
La
ragazza ignorò il commento del fratello.
-
Non conosci Iris. Potrei descriverla come una persona che se la lega
al dito. Parecchio.
Intanto
la cerimonia del podio era concluse e finalmente Orlando si era
ricongiunto con i suoi. Dopo un po’ venne raggiunto
nell’hospitality dal gruppo.
Erano
stati invitati a prender parte ai festeggiamenti per
l’ennesima
vittoria e l’ennesima doppietta della stagione.
-
Scusa se te lo chiedo, ma immagino che tu ci sia rimasto male per
quello che è successo sul podio.
Intervenne
Ash.
-
Non importa. So che se l’è presa perché
ha perso. E si, ammetto
di averci scherzato con voi sulla lotta che ho avuto contro di lei.
Ma, in realtà, lei è stata davvero un osso duro.
-
Bene. Ma non avete mai pensato di riappacificarvi voi due?
Chiese
Lucinda.
-
Magari proponile di fare qualche giro sulla triposto. Credo che Ash
si offrirebbe tranquillamente volontario per fare dei giri con lei.
Non è vero?
Aggiunse
poco dopo.
Ash
non rispose.
-
Potrebbe essere un’idea. Ma non dipende solo da me.
-
Se il problema sono gli sponsor, possiamo occuparcene con la
Fondazione. Magari esponete il logo un paio di gare in più e
vi
paghiamo i giri. Non posso promettertelo perché prima dovrei
parlarne ma…
Si
aggiunse Lylia.
-
In quel caso non sarebbe un problema. Ma prima dovremmo trovarla.
-
E prima ancora, se è davvero un osso duro come dici, mi
piacerebbe
lottare contro di lei.
Concluse
Iridio.
|