Genere: introspettivo
Tipo: one shot
Personaggi:
mamma di Oikawa, Tooru Oikawa
Rating:
PG, verde
Avvertimenti:
slice of life
PoV:
seconda persona
Spoiler:
sì, post time skip
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi
in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Credo in te!
La sveglia di Tooru suona alle 6.00 di
mattina tutti i giorni, anche quelli di vacanza. Avverti il suono fastidioso e
continuo dalla tua camera, passano pochi secondi e il ragazzo mette a tacere l’apparecchio.
Con ancora gli occhi chiusi, ascolti i rumori
a te così familiari, per quanto faccia piano e si prepari gli indumenti la sera
prima, i tonfi soffusi ti permettono di ricostruire nella tua mente cosa sta
facendo Tooru nella sua stanza: si sta vestendo per andare a correre anche
quella mattina, come tante altre da quando va alle scuole medie, sono davvero
pochissime le occasioni che non è andato a correre, puoi quasi contarle sulle
dita di una mano.
La porta che si apre e si chiude, scende le scale,
mette le scarpe, si sistema il cellulare sul braccio, gli auricolari nelle
orecchie, le chiavi di casa nella tasca della felpa e via… tornerà esattamente
tra un’ora, si infilerà in doccia facendosi la barba, perché non è più un
bambino ormai e canticchiando a mezza voce, si vestirà e poi vi raggiungerà a
tavola dove farete colazione tutti insieme per l’ultima volta.
Sospiri sedendoti sul letto e pochi istanti
dopo tuo marito fa lo stesso.
“Non ho chiuso occhio” mormora.
“Nemmeno io”
“Potrebbe ancora cambiare idea”
Sorridi tristemente scuotendo il capo “Tooru?”
Tuo figlio non cambierà idea, forse se arrivassero
gli alieni, potrebbero in qualche modo distrarlo, ma è abbastanza certa che si
farebbe accompagnare da loro alla sua destinazione.
Li incanterebbe con quel suo modo di fare
affabile e irriverente. Ogni madre trova bello il proprio figlio, ma Tooru è
stato un bel bambino ora e un bel ragazzo sei certa che diventerà un uomo affascinante.
Tooru aspetta quel giorno da due anni come tu
invece lo temi, hai sperato fino all’ultimo che vincessero all’inter-liceale,
che partecipassero ai nazionali, ma non ce l’hanno fatta e il giorno della
partenza si faceva sempre più vicino e incombente e ora è arrivato e Tooru non rinuncerà
mai a questa opportunità, offerta dall’uomo che lo ha ispirato sin dall’infanzia.
In cuor tuo sei fiera di lui, della scelta
che ha compiuto, dell’impegno che ci ha messo e che ci metterà, ma è così
giovane.
Questi pensieri ti accompagnano mentre ti alzi,
ti vesti e prepari la colazione, sai quanto si importante per lui, ma lasciarlo
andare così lontano, da solo…
È davvero molto difficile.
Sarebbe già stato difficile saperlo lontano
da casa a Tokyo al campus dell’università, che dista due ore di treno, ma l’Argentina
è dall’altra parte del globo.
***
Tooru rientra in casa e non ti sorprendi
affatto che Iwaizumi sia con lui, tu e Hajime vi scambiate uno sguardo che dice
più di mille parole, i pensieri di quel ragazzzo gli si leggono in faccia.
“Vado a farmi la doccia. Iwa-chan può fare
colazione con noi?” domanda schioccandoti un bacio sulla guancia.
Hai perso il conto di quante volte Hajime si
sia fermato da voi e viceversa di quante Tooru abbia trascorso da lui.
“È più eccitato del solito” commenta tuo
marito.
“Sta solo dissimulando con le solite moine
inutili” sbotta Iwaizumi più a sé stesso che a beneficio di tutti voi.
Iwaizumi lo conosce molto bene per quanto
desideri partire, sai che tuo figlio è tormentato da questa scelta, ne è
attratto da un lato e terrorizzato dall’altro.
Tooru è sempre stato caparbio e testardo,
così diverso da sua sorella, ha sempre preteso tanto, troppo, da sé stesso.
I primi anni hai temuto che la passione per
la pallavolo, lo logorasse e distruggesse, ossessionato dal dover migliorare. Sentendosi
sempre inferiore ad altri giocatori, nonostante i suoi successi. Ti sei sempre
chiesta perché lui non riuscisse a vedere quello che vedevi tu: un giovane
dotato e dedito a quello sport.
Hai avuto paura che quello che doveva essere
solo un club scolastico lo trascinasse a fondo, quante volte lo hai sentito
piangere nel buio della sua stanza, incapace di vedere il proprio valore
difronte a ragazzi più dotati di lui. Quanto volte lo hai raggiunto e stretto
al seno, mormorandogli parole di conforto, ripetendogli all’infinito che ce l’avrebbe
fatta, che tu, suo padre, sua sorella, Hajime credevate in lui e nelle sue capacità,
ma a lui non bastava mai.
L’opportunità e la scelta di partire per l’Argentina
è stata un fulmine a ciel sereno, Tooru ne era entusiasta, tu ha sperato che
fosse tutto una bolla di sapone, ti sei sentita una cattiva madre per questo,
sai che possibilità come queste non capitano a chiunque, da un una lato eri felice
che qualcuno del calibro di Blanco avesse notato la bravura di Tooru e la sua
passione per quello sport, dall’altra ti chiedevi una volta di più perché proprio
lui, perché così lontano.
***
Lo guardi sorridere ai suoi compagni di
squadra, ci sono proprio tutti, alcuni piangono, alcuni lo stringono in un lungo
abbraccio.
Non sei sorpresa di vedere anche ragazzi di
altre scuole, suoi rivali: Ushijima e Kageyama.
Il primo stoicamente composto gli stringe
solamente la mano, il secondo visibilmente commosso lo abbraccia e sulle labbra
di Tooru si delinea un dolce sorriso comprensivo.
Tooru ti abbraccia e ti stringe forte, più
forte del solito, non vi dite niente, le raccomandazioni gliele hai già fatte
tutte, ma a ventimila chilometri di distanza non hanno nemmeno senso. Tooru è
un ragazzo giudizioso, a modo suo, speri che non faccia sciocchezze, che non
incontri gente sbagliata, perché non ci sarà nessuno a vegliarlo a stargli
accanto.
Speri che si faccia presto degli amici, che
la nuova squadra lo accolga bene e che torni presto a casa.
Sciogli con titubanza l’abbraccio, non vuoi
lasciarlo andare, vorresti dirgli di aspettare qualche altro anno, ma sai che
non è possibile, l’età per un atleta è tutto.
“Me la caverò” mormora con la voce contratta,
sta facendo di tutto per non piangere “Ti chiamo appena arrivo”
Annuisci e lo lasci andare.
L’ultimo intenso abbraccio lo riserva a Iwaizumi
ed è giusto così. Ti allontani di qualche passo e li guardi, vorresti tanto che
Hajime andasse con lui, hanno così bisogno l’uno dell’altro, Tooru ha bisogno
di qualcuno che lo tenga in riga e in Iwaizumi ha trovato l’amico perfetto,
hanno un’intesa profonda, viscerale, simbiotica.
Entrambi soffrono per questo distacco, per questa
partenza. Troppo orgogliosi per ammetterlo l’un l’altro.
***
I giorni si susseguono e si rincorrono così
velocemente e il tempo passa e Tooru è in Argentina, si sta costruendo la sua
vita, la sua carriera. All’inizio chiamava spesso poi sempre meno, il fuso
orario non aiuta.
Non riesce a tornare come aveva promesso per Natale
e nemmeno l’anno successivo, ringrazi che esistano le videochiamate almeno lo
puoi vedere così.
Sta bene e sembra essere felice è questo che
conta, però ogni giorno che passa vi rendete conto tu e tuo marito che si sta
allontanando sempre di più, che ha lasciato definitivamente il nido.
La notizia della sua volontà di
naturalizzarsi argentino non ti sorprende affatto, sai perfettamente che è una
decisione ponderata e sofferta chissà quante lacrime avrà versato da solo, nel
buio della sua stanza prima di decidere.
Ammiri la sua forza di volontà e la
caparbietà di inseguire un sogno, speri tanto che si realizzi al più presto.
***
Le olimpiadi si giocano in Giappone, hai il
cuore che batte all’impazzata, l’aereo è atterrato da mezz’ora, ma devono
ritirare i bagagli e passare i controlli.
Ogni volta che le porte automatiche si aprono
sussulti, finalmente la squadra argentina attraversa il passaggio.
Lo vedi subito, si è alzato ancora, ha
tagliato i capelli, non è più un ragazzino e un giovane bellissimo uomo.
Ti vede e si stacca dal resto della squadra
abbraccia prima te e poi suo padre.
“Siamo orgogliosi di te” mormori posandogli
la mano sulla guancia, riesce solo ad annuire troppo commosso e stanco per il
lungo viaggio.
***
“Signora va tutto bene” chiede l’uomo seduto
accanto a te, nel vedere le tue lacrime scendere copiose, la finale non è ancora
iniziata, annuisci non provi nemmeno ad asciugarti il volto.
“Quello è mio figlio” mormori, gioca con i
colori dell’Argentina, ma a te non interessa che maglia indossa, a te interessa
che sia felice, che abbia realizzato i suoi sogni e che li condivida con chi
ama, tutto il resto non conta.
Tutti i giocatori hanno rilasciato una intervista
prima della partita e Tooru ha dedicato a te questa partita.
“A mia madre, che ha sempre creduto in me”
---
Note dell’autrice:
Buona Festa della Mamma a tutte!
Questa piccola shot dedicata alla
signora Oikawa che vede partire il figlio giovanissimo e si presume che si tornato
per le Olimpiadi di Tokyo.
Grazie a chi è giunto fino a qui e ha
voglia di dire la sua.
A presto
Bombay