Premessa
fondamentale: Questa storia è un sequel della storia
“Il passato
torna sempre indietro” e del suo extra di fine storia. Per
comprendere gli eventi che accadono in questa storia è
necessario
aver letto la storia precedente. Questa storia parte dal presupposto
che siano avvenuti determinati eventi, quali nuove catture e che
siano stati introdotti dei nuovi personaggi.
Il
motivo di questo sequel è semplice. Mi è piaciuto
scrivere la prima
storia, e io scrivo con piacere le cose che mi piacciono. E scrivo
storie che io in primis leggerei, per quanto non tutti leggerebbero
ciò che a me piace scrivere.
Un
fulmine a ciel sereno
Era
mercoledì sera e Lylia era nella sua stanza da letto,
insieme ai
suoi Pokémon. Le piaceva tenerli fuori dalle
Pokéball, se questo
era possibile. Stava facendo una cosa che negli anni precedenti
faceva spesso e volentieri, perché aveva spesso e volentieri
qualcosa da raccontare. E l’ultima volta che
l’aveva fatto era
circa due mesi prima. Come se effettivamente stesse scrivendo un
libro, rilesse quello che aveva scritto le ultime volte.
“Oggi
ho una grande notizia. Riolu si è evoluto in Lucario. Ma
andiamo con
ordine. Perché è giusto farlo.
Tutto
è iniziato alcuni mesi fa. Durante un’asta di
beneficenza, in cui
la mamma ha comprato per me delle lezioni private sulle Gare
Pokémon,
tenuta da Lucinda, una famosissima coordinatrice (anzi, Super
Coordinatrice) della regione di Sinnoh. Era sorpresa dal fatto che il
mio solo Pokémon fosse Bianchino. Mi ha spiegato come i
coordinatori
e le coordinatrici ne avessero diversi. Magari non sei, o sette, se
vogliamo essere precisi, ma almeno due o tre.
Mi
ha raccontato di come Orlando Bir, famoso pilota automobilistico e
due volte campione del mondo, e fortissimo allenatore, e la sua
famiglia gestiscono un rifugio per Pokémon. Mi ha raccontato
di come
abbia regalato una Zorua a Serena. Onestamente ho avuto un
po’ di
paura ma alla fine è andato tutto al meglio, è
stato molto gentile
e disponibile, mi ha proposto di fare un viaggio con lui verso il suo
rifugio per Pokémon nella regione di Hardana.
Qui
ho fatto amicizia con un Riolu e un Eevee che si è
immediatamente
evoluto in Vaporeon. Prima di farsi catturare, Riolu, aveva
voluto lottare contro Bianchino.
Tutto
il resto lo sai. Ma questo serve per raccontare delle altre
cose.
Leggendo
riportava alla sua memoria gli eventi passati.
Era
andata alla Cucina di Aina, il ristorante gestito dalla famiglia di
Ibis, una sua carissima amica. Appena arrivata era stata
immediatamente accolta dall’amica e dalla sua
Tsareena.
Le
due si erano messe a chiacchierare. Il Riolu di Lylia stava giocando
con la Tsareena dell’amica. Tsareena era un
Pokémon molto
amichevole, come del resto anche la sua allenatrice. E, sin da
subito, aveva preso Riolu in simpatia.
Proprio
in quel momento era entrato nel ristorante Hala, il Kahuna
dell'isola. Un omaccione dai lunghi capelli bianchi e da dei grossi
baffi.
Era
accompagnato dal suo Hariyama, il suo Pokémon più
forte, e che ben
faceva capire che fosse uno specialista del tipo lotta. E non gli ci
volle molto per notare il Pokémon emanazione.
«A
quanto vedo qui qualcuno allena dei Pokémon Lotta.»
Esordì
il Kahuna. La sua attenzione era stata attratta proprio da quel
Riolu. Il Pokémon non si era accorto di nulla.
«Ibis…
quel Riolu è tuo?»
Chiese
l’uomo poco dopo.
«No.»
La
ragazza volse lo sguardo verso l’amica.
«È il suo. Lo ha
catturato qualche tempo fa grazie a degli amici di Ash. «Beh,
da esperto di Pokémon lotta non posso che essere felice.»
Rispose
il Kahuna. «Lylia, ti andrebbe una lotta? Il tuo «Riolu
contro il mio Hariyama? Se dovessi vincere ti darò un
Luctium Z.
Cosa ne pensi?
«Ecco…
veramente io non…»
Riolu,
in quel momento smise di giocare con Tsareena e fece cenno alla sua
allenatrice di aver accettato quella sfida. «Come desideri.
Ma sappi
che Hariyama è molto forte.»
Riolu
sembrava ancora più entusiasta.
«Benissimo.
Ma prima di lottare direi che quel che ci serve è un buon
pasto.»
Propose
il Kahuna.
Accettarono
tutti. La cucina di quel locale era ottima. Come sempre.
«Non
vi dispiace se faccio da arbitro?»
Si
propose Ibis. «Voglio
dire… ogni lotta ha bisogno del suo arbitro.»
I
tre, seguiti dai loro Pokémon, raggiunsero il campo di lotta.
«Direi
che possiamo cominciare. Sarà una lotta uno contro uno.
Vince chi
sarà in grado di rendere il Pokémon avversario
non più in grado di
lottare.»
Ibis
introdusse la lotta. «Come
da tradizione la prima mossa spetta alla sfidante.»
«Benissimo,
Riolu, cominciamo! Ferrartigli!»
Dagli
arti superiori del Pokémon emanazione spuntarono dei lunghi
artigli
lucenti. Questi correva a grande velocità contro
l’avversario.
Che, in maniera del tutto inaspettata, non si mosse di un millimetro.
Sopportando senza storie gli attacchi del suo avversario. «Molto
bene. Tocca a noi. Hariyama usa Sberletese!»
il
Pokémon Sberletese tirò un grosso ceffone contro
il Riolu
avversario, facendolo volare indietro di svariati metri e facendolo
cadere violentemente contro il terreno.
Nonostante
il duro colpo subito, il Riolu si rialzò in piedi,
desideroso di
continuare.
«Benissimo,
Riolu. Se non possiamo attaccare da vicino allora facciamolo a
distanza!»
la
ragazza studiò per alcuni istanti l’ingombrante
avversario.
«Molto
bene, Riolu, colpiscilo con Focalcolpo sulla testa!»
Il
Pokémon Emanazione generò, dagli arti superiori,
una sfera di
energia di un colore tendente al bianco azzurro, che immediatamente
scagliò contro l’avversario.
«Hariyama,
difenditi con le mani!»
Ordinò
il Kahuna.
Il
Pokémon eseguì piazzando le enormi mani sulla
testa e rispedendo il
colpo verso l’avversario. Che, fortunatamente
riuscì a schivare.
Non fu altrettanto fortunato con l’attacco Zuffa, scagliato
poco
dopo.
Tra
un colpo e l’altro era riuscito ad assesstare un Focalcolpo,
in
pieno stomaco, approfittando di come il suo avversario, per sferrare
quell’attacco, abbia dovuto abbassare la guardia.
Riolu,
da quella lunga serie di schiaffi, aveva subito numerosi danni, e
faticava a rialzarsi.
Hala
stava per ordinare al suo Hariyama di utilizzare la mossa Z,
l’attacco finale, Iperscarica Furiosa. Ma qualcosa lo
bloccò dal
farlo. Il Riolu avversario, che faticava a rialzarsi, si era
illuminato di una luce azzurra.
«Si
sta evolvendo!»
Commentò
Ibis. Distraendosi per un istante dal suo ruolo di arbitro.
Il
corpo del Pokémon Emanazione stava crescendo di dimensioni.
Le
orecchie erano diventate più grandi, le zampe più
lunghe, dalle
mani e dal centro del petto erano spuntati degli spuntoni metallici.
Le appendici che gli permettevano di captare l’Aura si erano
spostate dai lati a dietro la testa ed erano passate da due a
quattro.
Sul
petto era cresciuta una pelliccia color crema.
Lucario
fece cenno alla sua allenatrice di voler continuare. Era ben
consapevole della sua nuova potenza e voleva darne prova
immediatamente.
«Benissimo,
allora usa…»
La
ragazza prese il suo Smart Rotom e scansiona il suo Pokémon,
curiosa
di sapere se avesse imparato delle nuove mosse. «Molto
bene, Lucario! Usa Zuffa!»
Il
Lucario della ragazza corse a gran velocità contro
l’avversario.
Hala, convinto che il suo Hariyama potesse incassare i colpi, decise
di non dire nulla, credendo che potesse tranquillamente incassare i
colpi.
Ma
già al primo calcio sferrato dal neo evoluto Lucario, si
capì che
la situazione fosse ben diversa.
«Hariyama,
blocca il piede di Lucario con le tue mani!»
Il
Pokémon Sberletese eseguì l’ordine del
suo allenatore, bloccando
Lucario in una scomoda posizione. Non che la situazione di Hariyama
fosse delle migliori. Era sì stato in grado di bloccare il
calcio
avversario, ma nel farlo, si era esposto agli attacchi
dell’avversario. E questo Lylia lo aveva notato.
«Benissimo
Lucario! Usa Forzasfera!»
Ordinò
la ragazza. Il Pokémon Aura generò una sfera di
energia azzurra tra
gli arti superiori, una sfera di energia dal colore blu, che
scagliò
immediatamente contro l’Hariyama avversario. Facendolo cadere
di
schiena. A causa del suo peso non indifferente il colpo fu notevole,
ma non abbastanza da sconfiggerlo.
«Possiamo
chiuderla qui! Usa di nuovo Zuffa!»
Ordinò
la bionda.
Hariyama
cercò di rialzarsi, ma il suo tentativo venne stroncato sul
nascere
dal potente calcio sferrato da Lucario.
«
Hariyama
non può più continuare. Il vincitore è
Lucario»
Decretò
Ibis. Lylia si avvicinò al suo Lucario, per ringraziarlo
dell’ottima
lotta.
Il
Pokémon Aura, di tutta risposta la sollevò di
peso, come se fosse
stata lei la vincitrice.
«Calmo,
calmo! Ho capito che sei felice!»
Dopo
il breve siparietto, il Kahuna dell’isola consegnò
alla ragazza il
Luctium Z, un cristallo di colore arancione con una sorta di pugno
disegnato sopra.
«Come
promesso, ecco il tuo Luctium Z. Ora potrai sfruttare al massimo la
forza di Lucario.»
Spiegò
l’esperto. Mentre Lucario festeggiava con la Tsareena di
Ibis, la
ragazza ringraziava il Kahuna e infilava il cristallo nella borsa, lo
stesso Kahuna, le spiegava come utilizzare la detta mossa Z.
«In
realtà non è il solo modo che Lucario ha di
mostrare la sua vere
potenza…»
Spiegò
la bionda. «È
uno dei Pokémon che può accedere ai poteri della
Megaevoluzione.»
Hala
non potè dire nulla. Lylia aveva assolutamente
ragione.
«Certo,
so che per effettuare la Megaevoluzione è necessario un
forte legame
tra Pokémon e allenatore, beh, del resto, serve anche per le
mosse
Z. Quindi ci eserciteremo prima con quelle. Ma prima credo che la
cosa migliore sia un po’ di riposo, non credi, Lucario?»
Il
Pokémon Aura fece cenno di approvazione.
Qualche
ora dopo il Lucario della ragazza era tornato in piena forma. La
ragazza, approfittando della visita al centro Pokémon, si
era messa
in contatto con Ash e Serena. Non si vedevano da qualche tempo ed
erano felici di rivedersi.
Dopo
svariate chiacchiere, la ragazza aveva mostrato finalmente mostrato
il suo Lucario e il suo nuovo Cristallo Z.
«Quindi
hai sconfitto Hala?»
Le
chiese retoricamente Ash.
«Esattamente.
Avevi ragione, è davvero un osso duro. Stavamo perdendo, ma
Riolu si
è evoluto è ha sconfitto Hariyama.»
«Ma
è fantastico!»
Le
rispose Ash. «Se
pensate di essere pronti, possiamo metterti in contatto con una
nostra amica, specialista della Megaevoluzione. Si chiama Ornella
e…»
«Non
credi che sia un pochino presto?»
Lo
interruppe Serena. «Riolu
si è evoluto da poco, forse è meglio che facciano
un po’ di
pratica con le mosse Z, non trovi?»
La
ragazza fece una breve pausa di silenzio. «Non
ricordi cosa è successo al Lucario di Ornella le prime volte
che si
è megaevoluto? Vuoi che succeda lo stesso a Lylia?»
Ash
non ci pensò un attimo. «Ci
mancherebbe altro.»
Lylia
gli aveva ascoltati in silenzio. Ma adesso era curiosa.
«Scusate
se sono indiscreta, ma cosa è successo al Lucario della
vostra
amica?»
Chiese
in tono preoccupato.
«Ma
vuoi scherzare?»
Le
rispose Serena. «Ti
racconto tutto. Tanto prima o poi la incontrerai, quindi è
giusto
che tu lo sappia. Vedi, Ornella è la capopalestra di
Yantaropoli,
una città di Kalos, ed è specializzata nei
Pokémon di tipo lotta,
proprio come Hala»
La
interruppe Lylia, per poi scusarsi. «Non
fa nulla»
Riprese
Serena. «Vedi,
anche lei ha un Lucario, in grado di usare la megaevoluzione, ma non
è stato facile per loro riuscire a padroneggiarla. Lei era
convinta
del legame con il suo Pokémon e del fatto che sarebbe stato
facile
padroneggiare la Megaevoluzione. Ma si sbagliava di grosso. Non ti
racconto tutta la storia per non annoiarti, ma la cosa più
importante che devi sapere è che, dopo che il nonno, il
Maestro
Cetrillo, le aveva consegnato la Pietrachiave con tanto di Megaguanto
e dopo che aveva ottenuto la Megapietra, ha Megaevoluto Lucario per
la prima volta, ed è stato un autentico disastro. Il potere
dell’Aura lo ha sovrastato e i suoi occhi si erano illuminati
di
rosso, le sue pupille rimpicciolite e il suo sguardo assassino.»
Ash
la fermò «Non
così… così la traumatizzi.»
Lylia
sorrise. «No.
Ha ragione, è giusto che prima di praticare la
Megaevoluzione,
dovremo rafforzare il nostro legame, non è vero?»
Il
Lucario della ragazza fece un cenno di approvazione.
«Comunque
non vi ho voluto chiamare solo per questo. Prima o poi verrà
il
momento. Ma in ogni caso ho anche una notizia per voi.»
La
ragazza estrasse dalla borsetta una Tessera Gare. «Guardate
qua! »
Aggiunse
poco dopo. «Parteciperai
alle Gare Pokémon di Kanto?»
Le
chiese Ash.«Esattamente.»
Rispose.
«E
mi farebbe piacere se partecipaste anche voi.»
Serena
ci pensò un attimo. «Ma
sia io che Lucinda siamo Super Coordinatrici. Non poss…»
Ash
la interruppe. «Potete
sempre fare da Wildcard.»
Le
ragazze rimasero in silenzio, per poi chiedersi, contemporaneamente,
cosa volesse dire quella parola. Ash spiegò tutto alle
ragazze. «Me
lo ha spiegato Lucinda. Senza scendere troppo nei dettagli è
una
partecipazione ad un evento anche se di norma non potresti.»
Le
due ragazze rimasero stranite dalle spiegazioni terra-terra di Ash.
«Bene,
allora posso chiedere anche ad Orlando se vuole partecipare. Mi
farebbe piacere lottare con Lucario nella gara di lotta. E poi,
vedendo quando è la gara di Aranciopoli, non si sovrappone
con dei
Gran Premi.»
Ash
sorrise. «Mi
sembra una buona idea. E mi raccomando, quando te e Lucario vi
sentite pronti, non esitate a contattarci.»
Lylia
sorrise. «Lo
faremo»
Qualche
tempo dopo, dopo svariate lotte con gli amici, Lylia e Lucario si
sentivano finalmente pronti. Così la ragazza si era messa in
contatto con gli amici. Si era detta pronta, ma ovviamente avrebbe
aspettato la disponibilità della diretta interessata. Appena
ebbe la
certezza della sua disponibilità, la ragazza venne
accompagnata
dalla sua famiglia all’aeroporto. Era la prima volta che
viaggiava
da sola ed era un viaggio anche bello lungo. Le altre volte, bene o
male era accompagnata dal fratello o da qualche amico. Ma questa
volta aveva deciso di viaggiare da sola. Lei e i suoi
Pokémon.
L’aeroporto
di Hau’oli era relativamente piccolo. Una sola pista, nemmeno
troppo lunga. Non era un aeroporto per voli a lungo raggio, il che
voleva dire che avrebbe dovuto fare uno scalo in un altro aeroporto
più grande. A Unima, la regione più vicina,
Ponentopoli. Ove vi era
uno dei più grandi aeroporti della regione. Il piccolo
bimotore con
cui aveva viaggiato fino ad ora, sembrava un giocattolo a confronto
degli aerei a lungo raggio lì presenti.
Aveva
solo un paio d’ore prima della seconda parte del viaggio,
quella
più lunga, ore e ore di volo da Unima a Kalos. Sarebbe
atterrata a
Luminopoli, dove si sarebbe ricongiunta con Ash e Serena.
Era
abbastanza stanca dopo il volo e Ash e Serena lo avevano capito,
proponendole di riposarsi e di rimandare l’appuntamento con
Ornella
al giorno seguente. La ragazza accettò.
Avrebbero
passato la notte in uno dei Centri Pokémon della metropoli.
Il
giorno seguente sarebbero andati alla stazione e avrebbero preso il
treno ad alta velocità per Yantaropoli.
Per
essere certi di non fare un viaggio a vuoto, Ash e Serena si erano
messi in contatto con l’amica. La ragazza aveva confermato la
sua
disponibilità. Aveva solo dovuto rimandare un paio di
incontri, ma
nulla di grave.
Il
treno era arrivato alla stazione di Yantaropoli in perfetto orario e
Ornella li stava già aspettando. Era una ragazza dai lunghi
capelli
color limone, vestita con un completo sportivo rosso e bianco.
Appena
vide i suoi amici, il salutò calorosamente.
Poi
il suo sguardo si posò sulla nativa di Alola. Teneva in
braccio
Bianchino, il suo Vulpix di Alola. Era un po’ intimorita
dalla
capopalestra, anche se cercava di non darlo a vedere.
«Ehi!
Ma io un Vulpix così, non l'avevo mai visto!»
Mentre
parlava, la capopalestra si era avvicinata a Bianchino e aveva
allungato una mano. «Posso
accarezzarlo?»
Per
il Pokémon volpe, quella che per lui era una sconosciuta,
aveva
oltrepassato il limite e quindi l’aveva attaccata.
Dalla
sua bocca era uscita una corrente d’aria gelida, che aveva
colpito
tanto la capopalestra quanto il terreno adiacente.
«Devi
perdonarlo»
Si
scusò Lylia. «Fa
sempre di tutto per proteggermi e credeva che tu avessi cattive
intenzioni.»
Poi
si rivolse al suo Pokémon. «Tranquillo,
è un’amica di Ash quindi è una brava
persona.»
Il
Pokémon Volpe fece cenno di aver capito e si fece
accarezzare dalla
capopalestra.
«Un
Vulpix di tipo ghiaccio?»
Chiese
Ornella, che, solo in quel momento, si era accorta di quanto era
accaduto.
«Esattamente!»
Le
rispose Lylia «Ad
Alola alcuni Pokémon, come Vulpix e la sua evoluzione
Ninetales
sono diversi dai Pokémon della stessa specie che vivono in
altre
regioni. Per esempio Vulpix e Ninetales sono di tipo Ghiaccio
perché
vivono sul Monte Lanakila, la montagna più alta di tutta
Alola. Se
vogliamo essere precise Ninetales di Alola è anche
parzialmente di
tipo folletto.»
Spiegò
«Ci
sono anche degli altri Pokémon che hanno subito variazioni
simili,
come Rattata, Raticate, Raichu e potrei continuare. E Alola non
è la
sola regione in cui accade questo fenomeno.»
Ornella
era rimasta scioccata. Non aveva idea che in altre parti del mondo i
Pokémon potessero cambiare in maniera così
radicale.
«Lo
so, è stato strano anche per me»
Le
spiegò Ash, notando la sua espressione.
«In
ogni caso non siete qui per questo, non è vero?»
Il
tono della capopalestra era cambiato totalmente. Ormai
l’imbarazzo
sulla sua ignoranza circa la presenza delle forme regionali
dei
Pokémon era passato.
Ornella
fece cenno di seguirli, fino ad un campo lotta poco lontano.
«Prima
di farti scoprire il potere della megaevoluzione vorrei testare con
mano il legame che c’è tra te e il tuo Lucario.
Sai, Lylia, sono
la discendente della prima famiglia che è stata capace di
megaevolvere Lucario, quindi penso di poter avere voce in capitolo.»
«Va
bene. Vieni fuori Lucario!»
Il
Lucario della ragazza uscì dalla sua Pokéball,
mettendosi
immediatamente in posizione di attacco.
«Bene,
Lucario, diamo immediatamente prova della nostra potenza!»
Gridò
Ornella, mentre toccava la sua pietrachiave. Quest’ultima
reagì
con la megapietra del suo Lucario, contenuta in una sorta di
bracciale rosso.
Le
due pietre reagirono, con una sorta di scambio di energia tra le due
pietre.
L’aspetto
del Lucario della ragazza cambiò notevolmente. Le appendici
in grado
di percepire l’aura crebbero di dimensione e si tinsero di
rosso
nella parte finale, stesso discorso per gli arti, tanto quelli
inferiori quanto quelli superiori.
Sulle
spalle, sulle mani e sui piedi spuntarono ulteriori punte. La
pelliccia color crema sul petto crebbe in dimensioni, inglobando la
coda.
La
megaevoluzione del Lucario di Ornella lasciò impassibili
tanto Lylia
quanto il suo Lucario, con grande imbarazzo della sua
allenatrice.
«Se
non vi impressiona il suo aspetto, forse lo farà la sua
forza.»
Il
tono della capopalestra era ricco di sfida.
«Molto
bene, Lucario! Usa Zuffa!»
Ordinò
la capopalestra.
«Preparati
a schivare! Poi usa anche te Zuffa!»
Ordinò
Lylia. Ben consapevole di quanto la forma Megaevoluta di Lucario
fosse ben più forte e veloce della sua forma normale.
Nonostante
questo, il Pokémon di Lylia riuscì ad evitare
tutti i calci e i
pugni dell’avversario, ma lo stesso valeva anche per il
Pokémon di
Ornella. «Però,
evitare tutti i colpi del mio Lucario»
Commentò
«Dovete
esservi allenati bene! Ma non credete che basti schivare ed evitare
per vincere.»
Aggiunse.
«Lucario!
Ossoraffica!»
Ordinò
Ornella.
Il
Pokémon Aura generò dalle mani della sorta di
bastoni di colore
azzurro, coi quali iniziò a colpire l’avversario.
Sin dai primi
colpi il Lucario di Lylia iniziò a emettere delle grida di
dolore.
La
sua allenatrice lo aveva ben compreso. Sapeva di dover fare qualcosa
e al più presto. Il suo sguardo cadde verso il Pikachu di
Ash. Pensò
a come lui usasse il suo Elettrotela come una sorta di
trampolino.
«Benissimo,
sfrutta le sua ossa per allontanarti.»
Il
Lucario della nativa di Alola sfruttò la potenza della
muscolatura
delle sue gambe, allontanandosi dal raggio d’azione del suo
avversario, con grande stupore della sua allenatrice.
«Lucario,
riprovaci, Ossoraffica!»
Ordinò
Ornella, non notando ciò che la sua avversaria stava facendo.
Mentre
il Megalucario si avvicinava, Lylia aveva estratto dalla sua borsetta
il Cristallo Z che le aveva donato il Kahuna Hala, per poi inserirlo
nel suo cerchio Z.
«La
grande forza dataci in dono dal Kahuna dell’isola…
il potere
dell’aura… il nostro legame… uniti
insieme per dare origine
alla vera forza, al massimo potere del tipo Lotta. Iperscarica
Furiosa!»
Ordinò
la nativa di Alola.
Dal
suo cristallo Z si sprigionano dei raggi di energia dal colore
arancio che avvolsero il Pokémon. quest’ultimo, di
tutta risposta,
raggiunse di corsa l'avversario e iniziò a colpirlo con una
raffica
continua di calci e pugni. In modo simile all'attacco Zuffa, ma ben
più forte. Un calcio nello stomaco, un pugno sotto il mento.
Un
altro calcio, che atterrò il Megalucario di Ornella.
«E
ora usa Forzasfera!»
Ordinò
la nativa di Alola.
Il
Pokémon Aura seguì il comando della sua
allenatrice, generando con
gli arti superiori una sfera di energia di colore azzurro. E la
scagliò contro l’avversario, che tentava di
riprendersi dalla
versione potenziata di Zuffa.
Prima
di riuscire a rialzarsi e a tentare di difendersi, venne colpito dal
potente attacco e sconfitto. Come da tradizione era tornato alla sua
forma normale.
«Devo
ammettere che sei diventata molto forte!»
Si
complimentò Ash.
«In
realtà è solo merito suo»
Rispose
l’amica. Nel mentre il suo Pokémon era andato
dall’avversario
per aiutarlo a rimettersi in piedi. L’evoluzione non aveva
cambiato
il suo carattere gentile e rispettoso verso l’avversario.
«Siete
stati fantastici!»
Si
complimentò Ornella. «Non
mi aspettavo di sicuro di perdere, quella mossa è stata
davvero
inaspettata… com’è che si chiamava?»
La
risposta non si fece attendere «Iperscarica
Furiosa, la mossa Z di tipo Lotta.»
Ornella
assunse un’espressione perplessa.«E
cosa sarebbero le Mosse Z?»
Chiese.
«Te
lo spiego con piacere, ma prima credo che dovremo portare i nostri
Pokémon dall’infermiera Joy.»
Ornella
si era già messa in cammino, seguita da Ash e Serena, Lylia
li seguì
e iniziò la sua spiegazione «Vedi,
le Mosse Z sono una tradizione di Alola, anche se ci sono numerose
discussioni sulle loro origini. Secondo alcune ipotesi, la loro
potenza deriva dal potere degli ultaravarchi. Secondo altri
sembrerebbe che le Mosse Z siano il risultato della luce donata da
Necrozma.»
Spiegò
la nativa di Alola.
«Ultravarchi?
E che cosa sarebbero? E poi perché un solo attacco
è così forte?
Perché hai messo quella specie di diamante
dentro
quel bracciale bianco?»
Lylia
le fece cenno di calmarsi. «Devi
perdonarla»
Le
spiegò Ash «È
una bravissima persona, un’allenatrice molto forte, ma a
volte si
fa un po’ prendere dall’entusiasmo»
Ornella
ci rimase un po’ così, ma non poteva non
riconoscere queste sue
caratteristiche. Questo piccolo diversivo diede a Lylia il tempo di
organizzare una spiegazione comprensibile. «Allora,
quello che tu hai chiamato strano bracciale bianco è un
Cerchio Z.
Serve per concentrare l’energia
dei
Cristalli Z, quello che tu hai chiamato “quella specie di
diamante”
è il Cristallo Z. Ne esiste uno per ogni tipo di
Pokémon,
e alcuni Pokémon hanno un Cristallo Z specifico.»
Ash
mostrò all’amica il suo.
Pikachum
Z e lo mise accanto al Luctium Z di Lylia. La differenza più
grande
tra i due cristalli, a parte il colore, giallo quello di Ash, arancio
quello della nativa di Alola, era la forma.
Se
quello di Lylia era a forma di bipiramide, su cui era possibile
vedere il simbolo del tipo lotta, quello del ragazzo era della stessa
forma, ma sulla parte superiore, aveva una forma di saetta, che
ricordava la coda di Pikachu.
Questo
fu sufficiente alla capopalestra specialista del tipo Lotta per
comprendere la differenza tra i diversi tipi di cristalli Z, ed era
pronta ad ascoltare la spiegazione di quella ragazza.
«Allora,
come ti dicevo, le mosse Z sono una tradizione antichissima di Alola
e per utilizzarle è necessario avere almeno un cristallo Z e
un
cerchio Z, per concentrarne l’energia. Per poter usare le
mosse Z
bisogna completare almeno una prova del
Giro
delle Isole.»
Ornella
la interruppe. «Ash
mi ha raccontato di come vi abbia partecipato, ma…»
la
capopalestra si rivolse a Serena, notando che anche lei avesse un
cerchio Z. «Tu
non mi avevi mai detto di aver partecipato al giro delle Isole.»
Serena
sorrise imbarazzata «Ecco
veramente… è una storia un po’...
atipica, ecco.»
Lylia
la salvò dall'imbarazzo «Le
è stato regalato da Tapu Koko per aver contribuito a rendere
il
mondo un posto migliore.»
Ornella
stava incominciando a capire sempre meno. Per quanto anche la
Megaevoluzione non fosse una cosa semplice, le Mosse Z la superavano
eccome per complessità. «E
chi sarebbe Tapu Koko? E perché Serena avrebbe contribuito a
rendere
il mondo un posto migliore? Mi è sembrato un po’
in ritardo se si
riferiva ai fatti del team Flare…»
Lylia
le fece cenno di no. «No.
Non so se hai presente, ma alcuni mesi fa, qui a Kalos hanno
arrestato uno dei più pericolosi criminali al mondo e, Ash,
Serena e
altri hanno contribuito al suo arresto.»
Ornella
fece cenno di aver capito. Quindi se una persona se lo meritava,
poteva ottenere un cerchio Z e un cristallo Z anche
“solo” per
meriti? Mentre la capopalestra pensava a queste cose, la nativa di
Alola proseguiva il suo racconto «Alola
è suddivisa in quattro isole ognuna delle quali è
protetta da un
Pokémon protettore, per l'isola di Mele Mele di cui io sono
originaria, il protettore è Tapu Koko, di tipo Elettro e
Folletto,
per l’isola di Akala è Tapu Lele, di tipo Psico e
Folletto, per
l’isola di Ula Ula il protettore è Tapu Bulu e, di
tipo Erba e
Folletto, infine per l’isola di Poni, il protettore
è Tapu Fini,
di tipo Acqua e Folletto.»
Mentre
la nativa di Alola spiegava alla capopalestra come fosse divisa la
regione di Alola e chi fossero i protettori, contemporaneamente
mostrava, tramite il suo Smart Rotom, degli scorci delle isole e
delle immagini dei Protettori.
«Se
non dovessi adempiere ai miei doveri di capopalestra, partirei anche
domani! Alola sembra davvero fantastica!»
Ash
sorrise. «È
proprio così!»
Si
interruppe subito, quando si accorse di come stesse impedendo a Lylia
di proseguire il suo racconto. Appena si accorse di essere nuovamente
al centro dell’attenzione, la ragazza dagli occhi verdi
riprese a
raccontare «Chiunque
lo desideri può andare ad Alola e completare il giro delle
isole.
Funziona in modo un po’ diverso dalle lotte in palestra. Gli
allenatori affrontano i Pokémon dominanti, dei
Pokémon molto più
grandi e forti dei Pokémon normali e, se riescono a
sconfiggerli o a
compiere delle azioni che mostrano grande nobiltà
d’animo, donano
agli allenatori un Cristallo Z, che come ti ho detto ne esiste uno
per ogni tipo. Dopo aver lottato contro il Pokémon
dominante, in una
prova organizzata da uno dei capitani, l’allenatore o
l’allenatrice
può affrontare il Kahuna dell'isola. Un allenatore o
un’allenatrice
molto forte e specializzato in un certo tipo di Pokémon. Chi
riesce
a sconfiggere il Kahuna, riceverà dallo stesso un cristallo
Z e la
possibilità di proseguire con le prove»
La
bionda fece cenno di aver detto le cose più importanti.
«Naturalmente
un Pokémon megaevoluto non può usare le Mosse Z»
Aggiunse
poco dopo. «Altrimenti
avremo a che fare con una potenza ingestibile. E potrebbe essere
anche pericoloso per il Pokémon che ne fa uso.»
La
sua spiegazione venne interrotta dall’infermiera Joy, che
aveva
posato le Pokéball sul bancone «I
vostri Pokémon sono tornati in ottima forma.»
Le
ragazze ringraziarono l’infermiera e, insieme a Ash e Serena,
lasciarono il Centro Pokémon.
La
specialista del tipo lotta si tolse dallo zaino una sorta di guanto
con le dita tagliate, nero e con una pietrachiave incastonata al suo
interno.
La
capopalestra guardò la nativa di Alola, guardò il
megaguanto, di
nuovo la ragazza e di nuovo il megaguanto. E proseguì
così per
almeno una quindicina di volte. «Mi
sembra troppo raffinata per questo»
Commentò
a voce bassa.
«Tutto
a posto?»
Le
chiese Lylia, avendo notato, in prima persona il suo strano
comportamento.
«Si.
È tutto apposto, con la tua lotta di poco fa hai dimostrato
di avere
un forte legame con il tuo Pokémon, e secondo me meritate di
accedere ai poteri della Megaevoluzione, solo che…»
La
capopalestra cercò di pensare velocemente ad una scusa. Non
poteva
di certo dirle “penso che tu sia un tipo troppo raffinato per
usare
un megaguanto. Dovremo provare qualcosa di più
adatto.” Alla fine
il suo cervello riuscì ad elaborare una scusa quantomeno
credibile.
«Vi
siete meritati di accedere ai poteri della Megaevoluzione, ma
c’è
un piccolo problema.»
Lylia
la guardò perplessa. Perché ripetere due volte la
stessa frase? «Ho
preso un megaguanto della misura sbagliata. Ne ho preso uno troppo
grande, e non so se in palestra ne ho di più piccoli. Ecco
tutto.»
Lylia
la guardò come a dire “Tutto qui?” «Ti
preoccupi per così poco?»
Ash
accompagnò lo sguardo carico di perplessità
dell’amica. «Se
il problema è quello la Megapietra può essere
indossata anche in
molti altri modi. Pensa a Camilla che ha la sua Megapietra nel
rossetto, Diantha nel pendente… la spilla di Rocco e
così via.»
Aggiunse
Serena. Non sapeva spiegarselo, ma sembrava avesse notato qualcosa di
strano nello sguardo dell’amica capopalestra.
«Beh,
si… effettivamente…»
Ornella
fece la vaga. «Conosco
una gioielleria poco lontano da qui. È una delle migliori di
tutta
Kalos. Cosa ne dici di un Mega orecchino?»
Aggiunse
poco dopo. «Sarebbe
la prima volta per me. Ma credo sia una buona idea. Poi non mi pare
che ci siano alternative.»
Ornella
fece cenno al gruppo di seguirli, fino alla fermata del bus. Era il
capolinea della linea 1, una delle più importanti della
città.
«Non
vi preoccupate per i biglietti, ne ho per tutti. Sono degli
abbonamenti validi per una settimana. « La capopalestra
consegnò ad
ognuno una carta di plastica non troppo diversa da una carta di
credito. Era quasi completamente blu e aveva il logo
dell’azienda
di trasporto pubblico della città. Dall’altra
parte era stampata
la durata dalla prima attivazione e il fatto che fosse un abbonamento
impersonale. Leggendo le condizioni, si poteva notare come fosse un
abbonamento di sette corse di ventiquattr’ore, il che voleva
dire
che sarebbe stato utilizzabile anche in altre occasioni.
In
ogni caso non dovettero attendere a lungo, un bus del trasporto
pubblico della linea 1 si fermò poco dopo. Accompagnato da
un sibilo
che copriva in parte il rumore del motore diesel. Il bus era bianco
e, nella parte inferiore, fino all’altezza della base dei
fari
anteriori, arancione, e una striscia di led bianchi sul parabrezza ne
indicava il percorso, oltre che il numero della linea. Le stesse
informazioni erano riportate su un pannello led posto sul lato destro
del bus.
L’autista
fermò il mezzo e aprì le tre porte sul lato
destro. Fece abbassare
il mezzo per agevolare la discesa ai passeggeri e la salita a chi lo
avrebbe poi preso.
Ornella
si fece avanti, salendo dalla porta più avanti, seguita da
Ash,
Serena e, in ultimo Lylia, con Bianchino che la seguiva a ruota. A
turno appoggiarono i loro abbonamenti sul lettore, un dispositivo
simile ad una scatola di plastica con un piccolo schermo e un lettore
per carte nella parte inferiore.
Nel
mentre l’autista aveva ceduto il posto ad un suo collega.
Ornella
si sedette contromarcia, dal lato del finestrino, Ash accanto a lei.
Di fronte a loro Lylia da lato finestrino, con Bianchino sulle sue
gambe e Serena accanto a lei.
Ornella
aprì l’applicazione dell’azienda di
trasporti sul suo smart
Rotom, cercò la gioielleria che aveva menzionato poco
prima.
« Bene, sono solo quindici fermate da qui. La nostra fermata
è
proprio “fronte gioielleria Diancie”»
La
spiegazione della ragazza venne interrotta dalla voce della del
sistema che annunciava la fermata.
«Prossima
fermata fronte statua di MegaLucario.»
Non
era la loro fermata. Non era importante. «Aspetta un attimo,
Diancie
hai
detto?»
Chiese
Lylia. «Esatto, proprio così! È un
Pokémon misterioso della
regione di Kalos, si dice che sia in grado di creare diamanti
comprimendo il carbonio presente in aria.»
Ash
e Serena si scambiarono uno sguardo d’intesa. «E ha
anche una
certa personalità…»
Aggiunse
Serena, scatenando la curiosità delle due ragazze.
«Avete
incontrato Diancie?»
Per
fortuna moderarono il tono, evitando di essere sentite da orecchie
indiscrete. «Esattamente. È una lunga storia, ma
basilarmente
l’abbiamo aiutata a salvare il suo regno e a combattere dei
bracconieri di Pokémon.»
Lo
sguardo di Lylia divenne triste. «Anche a Kalos?»
Serena
cercò di metterla a suo agio. «Purtroppo si. I
bracconieri sono una
piaga presente dappertutto. Ash mi ha raccontato di averne affrontati
decine durante i suoi viaggi, e alcuni li abbiamo affrontati insieme,
non è vero Ash?»
Il
ragazzo aveva ascoltato solo parte del discorso, stava guardando la
strada attraverso il finestrino e stava contando a mente le fermate
che mancavano. «Oh, certo certo. Se devo dirla tutta tra
tutti
quelli che abbiamo affrontato uno, o meglio una su tutti mi
è
rimasta impressa.»
Serena
lo guardò come a dirgli “non è questa
la domanda che ti ho fatto”
ma allo stesso modo era stata lei a introdurre l’argomento,
quindi
forse lasciarlo raccontare era la scelta migliore. Dopotutto i suoi
racconti erano sempre stati interessanti. «La cacciatrice J.»
Ash
finì la sua frase. Serena lo guardò. Mai gli
aveva raccontato di
quella cacciatrice. E a giudicare dalla reazione di Pikachu, doveva
essere qualcosa di serio. Per cui gli fece cenno di
raccontare.
Sempre che in dieci fermate fosse possibile.
«Allora,
abbiamo incontrato la cacciatrice quando viaggiavamo a Sinnoh, con
Brock e Lucinda. Eravamo arrivati in una zona della regione chiamata
Regno di Lucario. Qui vive un Riolu, che ora credo si sia evoluto, ma
non ne sono sicuro, capace di usare Forzasfera.»
Lylia
rima stranita. Da quel che sapeva Riolu non era in grado di imparare
quella mossa. Ma non voleva interrompere l’amico. Non sarebbe
stato
rispettoso. «Poco prima del nostro arrivo, Riolu era stato
rapito da
dei bracconieri, quindi da altri bracconieri che avevano finto di
salvarlo. È riuscito a scappare, ma a per colpa dei
bracconieri
aveva paura delle persone.»
Ash
capì di dover tagliare corto. «Abbiamo conosciuto
un ranger
chiamato Primo, che ci ha aiutati con Riolu. Qui siamo stati scoperti
dagli scagnozzi di J, che hanno rapito Riolu. E quello è
bastato per
capire quanto fosse diversa da tutti gli altri. Nel senso peggiore.»
Le
ragazze lo guardarono stranite. «In che senso diversa?»
Chiesero.
«Ha
tentato diverse volte di ucciderci. Ecco tutto. Avendo fallito nel
rapimento di Riolu è scomparsa nel nulla per diverso tempo,
per poi
ricomparire nel tentativo di risvegliare Regigigas, a Nevepoli. Ha
cercato di risvegliare il golem leggendario, scatenandone la sua ira.
Ovviamente non prima di aver tentato di ucciderci. E l’ultima
volta
che l’abbiamo incontrata era quando aveva cercato di
catturare
Uxie, Mesprit e Azelf, tre Pokémon leggendari. Grazie al
loro
attacco Divinazione… è finita.»
Le
ragazze lo guardarono in modo strano. Come a chiedergli “in
che
senso è finita?” Solo la voce che annunciava la
loro fermata, li
riportò alla realtà.
Ornella
premette il grosso bottone rosso che serviva proprio a prenotare la
fermata. Poco dopo il bus si fermò, e l’autista
premette il
pulsante per aprire la porta centrale. Che si aprì verso
l’esterno
con un soffio.
I
quattro scesero alla fermata, seguiti dai loro Pokémon.
l’applicazione non si sbagliava. Erano proprio di fronte alla
nota
gioielleria. Appena il bus ripartì, attraversarono le
strisce
pedonali e finirono proprio di fronte al prestigioso negozio.
Durante
il viaggio, la capopalestra aveva sganciato la pietrachiave dal
Megaguanto, lasciandola libera.
Le
ragazze entrarono nel negozio, lasciando Ash e Pikachu fuori. A dire
il vero erano i due ad aver deciso di aspettare, sarebbe stato meno
noioso di vedere delle ragazze trovare il gioiello adatto.
Ornella
suonò il piccolo campanello sul bancone, per richiamare
l’attenzione
della sola persona presente dietro al bancone in quel momento. Era
una giovane donna vestita elegante. «Scusate ragazze, non mi
ero
accorta che fosse entrato qualcuno. Vi do il benvenuto nella
gioielleria da Diancie. Sono a vostra disposizione per qualsiasi
cosa.»
La
giovane donna fece un piccolo inchino.
Senza
dire una parola, Ornella prese dalla tasca della sua giacca la
Pietrachiave. La commessa, notandola, chiese in maniera quasi
retorica «Vuoi fare un regalo a una tua amica? Pensavi a un
gioiello
con la Pietrachiave?» Ornella diede una piccola spintarella a
Lylia.
«Esatto, proprio per lei?» Lylia cercò
di mantenere l'aplomb, con
non poca difficoltà. «Pensavamo ad un orecchino,
non è così?»
Lylia fece un cenno di approvazione. Non aveva mai usato orecchini
prima di allora.«Che tu sappia, sei allergica a qualche
metallo?»
Chiese la commessa. «Non so» Rispose la ragazza.
«Allora, attuiamo
il protocollo di precauzione. Useremo solo dei metalli anallergici.
Come l’oro, il platino o l’argento.» La
commessa fece cenno alle
ragazze di seguirla, fino ad un bancone poco lontano. «Qui ci
sono
diversi orecchini apposta per le Pietrechiavi.» Le ragazze li
osservavano con gli occhi lucidi.
Fuori
dal negozio, Ash e Pikachu si stavano annoiando. Quanto ci mettevano
ancora? Quanto ci voleva a scegliere un orecchino? Oppure lo stavano
proprio fabbricando?
Lylia
proprio non sapeva cosa scegliere. Voleva qualcosa di sobrio, senza
troppi fronzoli, e la maggior parte di quegli orecchini erano
tempestati da diamanti o pietre preziose.
Il
suo sguardo venne, infine catturato da un gioiello nell'angolo in
basso a destra dell’espositore. Era realizzato in platino e
aveva
una semplice forma di spirale, che avrebbe avvolto la Pietra.
Contrariamente agli altri, non aveva pietre preziose attaccate.
«Prendo questo!» la commessa lo estrasse
dall’espositore e lo
mostrò più da vicino alla ragazza. Quasi a
chiederle se fosse
sicura della sua scelta.
La
commessa accompagnò la ragazza, che, nel frattempo aveva
ricevuto
dalla capopalestra, la pietrachiave, nella stanza dedicata. Lylia si
sedette sulla seggiola, mentre la donna aveva cominciato a
disinfettare lo strumento che avrebbe dovuto utilizzare per fare il
buco. Nel mentre chiese alla ragazza. «Destro o
sinistro?» Lylia ci
pensò alcuni secondi. Per lei era indifferente, tanto il
dolore
sarebbe stato lo stesso. Era alla fine solo una questione di
praticità. «Destro» Rispose, in tono non
troppo convinto. La
commessa procedette a disinfettare l’area interessata, e poi
lo
stesso orecchino, nel quale aveva già inserito la
Pietrachiave.
La
commessa fece il canonico buco sul lobo dell’orecchio. La
ragazza
fece una smorfia di dolore. Pensava fosse molto più
doloroso. La
donna disinfettò la ferita. Fece quindi una serie di
raccomandazioni
alla ragazza, sul dover sempre disinfettare gli orecchini e come
comportarsi qualora dovesse presentarsi del gonfiore o cose simili.
Fatto
questo la ragazza pagò quanto dovuto con il suo Smart Rotom
e ritirò
lo scontrino. Aveva indossato l’orecchino e lo aveva coperto
coi
capelli, in modo che non si potesse vedere.
Finalmente
le tre ragazze uscirono dal negozio. Ash aveva contato i pullman
della linea 1 che erano passati.
Ne
aveva contati almeno venti. E considerando che passavano mediamente
ogni dieci minuti, voleva dire che aveva aspettato più di
tre ore.
Per fortuna, almeno ebbe la soddisfazione di vedere il gioiello
acquistato dall’amica. Ash era consapevole del buon gusto
della sua
amica, ma questa volta si era superata.
I
quattro attraversarono di nuovo la strada, per prendere la stessa
linea di autobus, per arrivare ad una piazza della città,
che era la
stessa fermata della linea 8, che permetteva di raggiungere la via
principale della città.
Dovettero
aspettare pochi minuti, prima che un bus, identico a quello
precedente, che differiva dallo stesso solo per il
numero
di registrazione. Avrebbero dovuto attendere un’altra decina
di
fermate, prima di raggiungere la detta piazza,
dove
avrebbero preso un bus della linea 8, che li avrebbe finalmente
condotti alla via principale della città, via Luminopoli,
dalla
quale si raggiungeva il porto della città. Da lì
sarebbero saliti a
bordo di un motoscafo. Aveva un piccolo motore fuoribordo, ma
sembrava comunque nuovo. Ma il punto non era quello.
«Non
sapevo sapessi guidare questi cosi!» Ash guardò la
capopalestra con
uno sguardo molto difficile da interpretare.
«In
realtà non so farlo. Ma non credo che sia difficile
imparare» Poi,
notando l’enorme preoccupazione di tutti, si
corresse
Immediatamente.
«Scherzavo, non vi metterei mai in pericolo,
volontariamente.»
Allenatori e Pokémon tirarono immediatamente un sospiro di
sollievo.
Una
volta saliti a bordo, la capopalestra accese immediatamente il
piccolo motore e partì alla volta dell’isoletta
lì davanti.
Non
era lontana, ma la bassa temperatura dell’acqua era un ottimo
deterrente per raggiungerla a nuoto.
«Quest’isola»
Esordì la capopalestra. «È un
giacimento di Megapietre. Nemmeno il
professor Platan, uno dei più grandi esperti della
Megaevoluzione,
sa spiegare il motivo. Qui troverete quello che cercate, ne sono
certa.» Lylia era intimorita da quelle parole. «In
che senso
troverete?» Ornella la guardò dritta negli occhi.
«Tu e i tuoi
Pokémon, Lucario in particolare, ma se è
necessario anche gli altri
possono dare una mano, ci mancherebbe altro.» Ash
tentò di
incoraggiare l’amica. «Non credo che
sarà poi così diversa da
una prova del Giro delle Isole. In più hai lo Smart Rotom,
se
qualcosa dovesse andare storto ti soccorreremo
immediatamente.»
Lylia si era un po’ tranquillizzata dopo quelle parole. Aveva
ancora paura, ma sapeva che, anche nel peggiore dei casi, non sarebbe
mai stata sola.
I
tre “abbandonarono” Lylia, Bianchino e gli altri
suoi Pokémon
sul porticciolo dell’isoletta. «Noi ti aspettiamo
dall’altra
parte!» La salutò Ornella.
Pochi
istanti dopo, proseguì la corsa fino alla parte opposta
dell’isola,
su un altro porticciolo. Scesero tutti e Ornella ormeggiò il
motoscafo.
«Bene,
la prima parte del piano è completa, ora dobbiamo
organizzare la
sorpresa finale. Da quanto mi avete detto è una ragazza che
se la sa
cavare, ma vorrei comunque metterla alla prova.» La ragazza
guardò
Ash dritto negli occhi. «Credo di aver capito cosa intendi
dire…
Garchomp, vieni fuori!» Ornella sorrise. L’amico
aveva
perfettamente cosa intendeva dire.
«E
ora! Megevoluzione!» La pietrachiave del ragazzo
reagì con la
Megapietra del Pokémon Mach, il corpo del
Pokémon, a causa
dell’energia della Megaevoluzione mutò. Non
nella forma corporea, che rimase abbastanza simile, quanto in alcune
specifiche parti del corpo, a partire dalla mascella, divenuta
più
squadrata, rendendo l’aspetto del Pokémon
ancora più
aggressivo, il segno giallo sul bacino passò a una forma
romboidale,
lungo i fianchi del petto si formò una fila di punzoni
bianchi, e
quelli che prima si trovavano nella parte superiore delle
braccia,
ora si erano spostati nella parte inferiore, sulle ginocchia era
presente un enorme punzone rosso, il numero di punte della stella sul
muso crebbe, e gli arti superiori si erano trasformati in enormi
falci blu dai bordi rossi.
Serena,
notando il Mega Garchomp del ragazzo si accorse di un dettaglio che
era sfuggito ad entrambi i compagni di viaggio. E se da una parte
poteva perdonare Ornella, che non aveva nemmeno idea del fatto che
l’amico avesse un Garchomp con tanto di megapietra annessa,
quanto
piuttosto il suo ragazzo.
«Lylia
sa che tu hai un Garchomp.» Lo riprese. «Possibile
che debba pensare a tutto io?» Tanto Ash quanto Ornella
guardarono
la ragazza estrarre dalla sua borsetta un pezzo di cartone blu scuro
e delle forbici. Lo infilò delicatamente nel taglio sulla
pinna
caudale. Il Garchomp sentì solo un leggero solletico.
«Lylia
sa che tu hai un Garchomp, non UNA Garchomp» Ash dovette
rifletterci
di più, rispetto alla ragazza. Dovette pensare alla Garchomp
di
Camilla, che, effettivamente non aveva quel taglio sulla
pinna.
«Sei
un genio!» Si complimetò Ash.
Dall’altra
parte dell’isoletta, Lylia aveva fatto uscire dalle
Pokéball tanto
Lucario quanto Vaporeon. Appena uscito dalla sua Pokéball,
il
Lucario si mise a correre a perdifiato.
«Aspettaci!
Potrebbe essere pericoloso!» Tentò di fermarlo
l’allenatrice, ma
ormai era troppo tardi. La bionda dovette per forza inseguirlo, ci
teneva a lui e non voleva si cacciasse nei guai.
A
un certo punto la ragazza ebbe come delle visioni. Di una grotta.
Sembrava che al suo interno vi fossero numerosi Golbat.
Non
sapeva dove quella grotta si trovasse, ma quello era il problema
minore. Perché mai quella visione? Fece cenno ai suoi
Pokémon di
fermarsi. «Ma
certo l’Aura!» Si diede un colpo da sola, come a
rimproverarsi.
«Lucario
mi sta comunicando dove si trova la Megapietra! Certo che potresti
essere anche un po’ più preciso!» Si
lamentò. Quasi come se il
suo Pokémon l’avesse sentita, inviò una
nuova visione. Davanti
alla grotta c’era una grossa roccia che ricordava un
Probopass. Un
piccolo indizio, ma almeno aveva un punto di riferimento.
L’isola
non era grande, ma guardando davanti a tutte le grotte, avrebbe
impiegato tutta la giornata. Provvidenzialmente arrivò un
altro
piccolo indizio. Sembrava che l’accesso a quella grotta fosse
difficile, era bloccata ai quattro lati. Da nessuna parte era
possibile vedere il mare.
Era
completamente bloccata da delle montagne, tra cui quella roccia a
forma di Probopass.
Ne
dedusse che si trovava nel cuore dell’isoletta.
Beh,
lei non era mai stata un tipo atletico e la paura di imburconare o
liscinare era parecchia, ma il suo grande senso di
responsabilità,
la spingeva a proseguire.
Sino
a quel momento il percorso era stato abbastanza semplice, solo un
po’
di vento aveva disturbato il suo cammino. Per fortuna non
c’era
molta polvere, altrimenti tenere gli occhi aperti sarebbe stato
estremamente difficile.
Avevano
affrontato una salita relativamente ripida e la nativa di Alola era
già stanca. Almeno da quell’altezza poteva vedere
tutto il
territorio circostante.
«Bianchino,
Vaporeon? Vedete una roccia simile a questo
Pokémon?» La ragazza,
mentre riprendeva fiato, aveva mostrato ai suoi un’immagine
di
Probopass.
Naturalmente
anche lei si sarebbe messa a cercare. Si sistemò il
cappello, per
evitare che venisse portato via dal vento e prese un binocolo dalla
sua borsa.
«Eccola
qui! Non è lontana!» La ragazza fece cenno ai suoi
Pokémon di
seguirla.
Nel
frattempo, Ash e le due ragazze stavano facendo uno spuntino. Uno
spuntino nel senso in cui lo intendeva Ash, quindi un pasto
estremamente abbondante.
Tutti
e tre fecero uscire tutti i Pokémon dalle loro
Pokéball. Per Ash,
Lucario, Dragonite, Gengar e Lycanroc. Ogni tanto al ragazzo faceva
piacere ruotare la sua squadra, e avendo un gran numero di
Pokémon,
decidere chi avere in squadra, oltre a Pikachu non era cosa facile.
Anche le ragazze fecero altrettanto, con Serena che fece uscire la
sua Delphox e poi Sylveon Pancham e Zorua, e dalla capopalestra che
fece uscire dalla Pokéball, Lucario, Machamp e
Mienshao.
«Garchomp,
mi raccomando, devi essere in piena forma, quindi per te doppia
razione!» Pikachu guardò il Pokémon Mach
con
aria gelosa, cosa che venne notata immediatamente da Ash.
«Credo
di aver capito, amico, anche tu vuoi una doppia razione?» Il
topo
elettrico fece cenno di approvazione.
«E
va bene, come vuoi, tanto ne abbiamo in abbondanza» Aggiunse,
sorridendo.
Il
ragazzo guardò la Zorua della sua ragazza. Ci aveva fatto
l’abitudine alla sua indole giocosa, dopotutto era nella
natura di
quella specie di Pokémon comportarsi in quel modo, e
finché non
rischiava l'incolumità degli altri andava anche bene.
Al
ragazzo venne una piccola idea. Fu inizialmente una piccola
scintilla, ma poi divenne una fiammata.
«Mi
sono ricordato di una cosa, durante il viaggio a Sinnoh, con Brock e
Lucinda.» Serena pensò alla sua ormai
amica.
Certo
che con Ash e quell’altro ragazzo, Brock, ne avevano passate
proprio tante. Ash raccontò brevemente la storia del viaggio
che
aveva fatto a Coronopoli e di come avessero sconfitto Grings Kodai,
un pericoloso criminale.
E
di come avessero incontrato il piccolo Zorua, figlio della Zoroark
rapita da quel Kodai per sfruttare i suoi poteri di creare illusioni
per poter creare le tre Bestie Leggendarie, Entei, Raikou e Suicune,
in modo da costringere gli abitanti della città di
Coronopoli, in
modo che lo stesso potesse accedere ai poteri dell’Onda
Temporale
per poter riavere i suoi poteri di vedere il futuro. Nel frattempo,
dopo vent’anni da quel giorno, era comparso
Celebi…
Serena
gli fece cenno di tagliare corto. «Se
Lylia è brava come dici, ci raggiungerà tra non
molto» Ash non si
era accorto del fatto che ad Ornella stesse cominciando a calare la
palpebra. «Insomma
Zorua può anche creare illusioni di esseri umani e lo Zorua
che
avevamo incontrato era particolarmente abile in questo.» La
Zorua
della ragazza, sentitasi chiamata in causa, smise di giocare con
Sylveon.
«Si,
credo che sia in grado di farlo, ma perché?»
Chiese la ragazza. Ash
accennò un sorriso. «Immagino
che a Ornella non dispiaccia se la mettiamo ancora di più
alla
prova.» Il ragazzo prese uno strano dispositivo dal suo
zaino.
«È
una di quelle diavolerie di Lem?» Chiese la capopalestra. «Esatto,
è un comunicatore a distanza per
Pokémon» Ash si avvicinò al suo
Garchomp e appoggiò il dispositivo sul collare. «Non
ricordo la spiegazione precisa di Lem, ma in pratica Garchomp
dovrebbe sentirmi, ma gli altri no. E sì, la scienza
è proprio
meravigliosa!» Serena guardò il ragazzo e il suo
Pokémon per
alcuni istanti. «Credo
di aver capito il tuo piano. Vuoi che Zorua crei una tua copia in
modo che tu possa dire a Garchomp quel che fare? E immagino che tu mi
stia per chiedere di fingere di filmare la lotta, facendo una
videochiamata con me?» Ash annuì, mentre Ornella
guardò l’amica
con aria perplessa. «E
come avresti capito questo suo piano?» Serena si
limitò a
sorridere.
«Quando
inizi a stare con lui per un po’, cominci a ragionare come
lui»
Poi la ragazza si rivolse alla sua Zorua. «Credi
di riuscire a trasformarti in Ash?» Il Pokémon
Malavolpe si limitò
a creare l’illusione. Una perfetta copia di Ash.
Tanto
perfetta da far trasalire Pikachu.
«Direi
che è un sì!» Sorrise Ash. Ok, io mi
nascondo, Pikachu, non ti
dispiace stare un po’ con le ragazze? Il roditore elettrico
sorrise, dopotutto aveva ottimi rapporti con entrambe, quindi non era
un problema. Doveva solo tenere a mente che quel Ash che era con loro
era solo un’illusione.
Serena
avviò la prima videochiamata con Ash, non appena il ragazzo
si
allontanò al punto stabilito. Voleva assicurarsi che
Garchomp lo
sentisse.
Avuta
la conferma, la ragazza chiuse la videochiamata.
Nel
mentre Lylia aveva raggiunto la grotta che aveva visto nelle visioni.
Aveva rischiato anche di farsi male, il suo abito si era ricoperto di
polvere. Forse avrebbe dovuto indossare degli abiti un po’ da
battaglia.
Ma
ora non poteva più tornare indietro.
Era
davanti alla grotta dove sicuramente era entrato il suo Lucario,
quella roccia a forma di Probopass ne era la prova, ma qualcosa la
bloccava dall’entrare.
Bianchino
e Vaporeon appoggiarono le loro teste sulle gambe
dell’allenatrice.
Come per farle coraggio. «Si,
scusate, avete ragione, andiamo!» La ragazza prese il suo
Smart
Rotom e accese la torcia. A dispetto delle sue piccole dimensioni,
era molto luminosa. L’improvviso cambio di luce
allertò la colonia
di Zubat, Golbat e Noibat che abitavano lì. Iniziarono ad
attaccare
la ragazza. Tanto Bianchino quanto Vaporeon, avvedendosi della
situazione attaccarono i Pokémon pipistrello al meglio delle
loro
possibilità. Il Pokémon volpe con il suo
Ventogelato, il Pokémon
Bollajet con un imponente Geloraggio. «Grazie!
Non so cosa farei senza di voi. Ma adesso continuiamo a cercare a
Lucario»
La
ragazza e i suoi Pokémon si misero in marcia. Ma quasi
immediatamente la ragazza si accorse di qualcosa. Le sembrava di
girare in tondo.
«Vaporeon,
ti dispiacerebbe usare codacciaio sulla parete? Almeno non rischiamo
di perderci.» Il Pokémon Bollajet colpì
la parete con un potente
colpo della coda, imprimendo la forma della pinna sulla parete.
«Sei
stato fantastico Vaporeon!»
La
ragazza, scortata dai suoi Pokémon, dovette rintuzzare gli
attacchi
di altri Pokémon, selvatici, ma alla fine riuscì
a raggiungere il
cuore della grotta.
Al
suo arrivo vide il suo Pokémon prendere a calci e a pugni un
grosso
masso. Non si accorse nemmeno della presenza della sua allenatrice.
«Ehi
Lucario!?! Tutto apposto?» Il Pokémon Aura
sembrò non sentirla. O
forse la ignorò semplicemente. Continuò con la
sua serie di pugni e
calci, come se tentasse di perfezionare il suo, già potente,
attacco
Zuffa.
«Tutto
bene? Possiamo aiutarti?» Il Pokémon Aura smise
con la sua serie di
calci e pugni. Per far cenno alla sua allenatrice di non disturbarlo.
Doveva fare da solo. Era la sua missione.
La
ragazza si sedette per terra, a gambe incrociate e Bianchino e
Vaporeon si sedettero accanto a lei. Osservavano il Pokémon
Aura
continuare a colpire quel masso.
Non
sembrava volersi arrendere e continuava imperterrito la sua serie di
colpi.
«Sai,
Lucario, Ash, mi ha insegnato una cosa. A volte, da soli non riesce a
dare il massimo.» Il Lucario interruppe la sua scarica di
calci e
pugni.
Guardò
negli occhi la sua allenatrice, come a dire “va bene, come
vuoi”.
«Fino
ad ora hai colpito il masso solo con Zuffa, non è
vero?» Il Pokémon
Aura fece un cenno di approvazione.
«È
il tuo attacco più forte. E non sembra abbia scalfito in
alcun modo
la roccia. Credo che non resti altra scelta.» Il Lucario era
curioso
di sapere cosa intendesse.
La
ragazza si era notevolmente avvicinata e aveva iniziato a toccare il
masso.
«Vogliamo
usare la nostra mossa Z?» Lucario ci pensò un
attimo. Prima di
toccare il cristallo Z della sua allenatrice. Per la bionda questo
voleva dire solo una cosa. “Si”.
La
ragazza si allontanò. Aveva già avuto modo di
vedere quanto potente
fosse la sua Iperscarica Furiosa.
«La
grande forza dataci in dono dal Kahuna dell’isola…
il potere
dell’aura… il nostro legame… uniti
insieme per dare origine
alla vera forza, al massimo potere del tipo Lotta. Iperscarica
Furiosa!»
La
scarica di calci e pugni era ora molto più intensa. E il
masso era
collassato, sotto i poderosi attacchi di quel Pokémon,
rivelando
quel che conteneva.
Una
gemma perfettamente rotonda, di colore arancione, con un disegno di
colore rosso e blu che ricordava, per certi versi una fiamma. La
ragazza la raccolse e la esaminò.
«E
così questa è la Lucarite!» La ragazza
diede immediatamente la
megapietra al suo Pokémon.
«Aspetta
un attimo. Immagino tu ti sia stancato, cercando di spaccare quel
masso. Mangia queste.» La ragazza gli porse delle baccacedro,
che il
Pokémon mangiò con gusto. Era davvero felice che
la sua allenatrice
fosse così premurosa. Non che al rifugio venisse trattato
male,
tutt’altro. Era solo felice della scelta che aveva fatto,
quando
era un piccolo Riolu.
Dopo
essersi ripreso, si sentiva finalmente pronto e lo aveva fatto anche
notare alla sua allenatrice.
«Allora
se sei sicuro possiamo provarci!» La ragazza toccò
la Pietrachiave
che portava come orecchino e la stessa reagì con
la
Megapietra del Pokémon.
L’aspetto
di Lucario cambiò notevolmente. Le appendici in grado di
percepire
l’aura crebbero di dimensione e si tinsero di rosso nella
parte
finale, stesso discorso per gli arti, tanto quelli inferiori quanto
quelli superiori.
Sulle
spalle, sulle mani e sui piedi spuntarono ulteriori punte. La
pelliccia color crema sul petto crebbe in dimensioni, inglobando la
coda.
Per
Lylia non era una novità. Aveva visto sia il Lucario di Ash
che
quello di Ornella effettuare la Megaevoluzione, ma ora che era il suo
a farlo, la sensazione era diversa. Come era stato per le
Mosse
Z. Aveva visto tutti i suoi amici, Kawe e Ash in primis, usare le
Mosse Z decine di volte, ma quando l’aveva fatto per la prima
volta… era stata colpita da una scarica di energia, delle
sensazioni difficili da descrivere a parole. Tanto simili, quanto
diverse da quelle che aveva provato in quel momento. Sebbene non
avesse notato nulla di anomalo nello sguardo del suo
Pokémon, la
ragazza era un po’ intimorita. «C-cosa ne
p-pensi… a-andiamo
-d-dagli a-altri?» Vedendola spaventata, i suoi
Pokémon, compreso
l’appena megaevoluto
Lucario.
«Q-questo v-vuol d-dire che è tutto
apposto?» Chiese.
Il
suo Pokémon fece cenno di seguirla. Il lavoro fatto dal suo
Vaporeon
era stato abbastanza inutile. Seguendo le indicazioni del suo
Pokémon
riuscì ad uscire dalla grotta, seguendo un percorso diverso
e,
apparentemente, più breve di quello che aveva percorso la
prima
volta. Non le era parso di vedere i segni della coda del suo
Pokémon.
In
ogni caso riuscirono ad uscire dalla grotta e, con un aiuto extra, il
branco di Pokémon pipistrello faceva ancora meno paura.
Usciti
dalla grotta, la bionda fece per tornare dalla parte in cui era
entrata. Lei pensava che i suoi amici avessero semplicemente
circumnavigato l’isola e che erano tornati al piccolo
porticciolo
dove erano sbarcati.
Il
Pokémon Aura, vedendola, si mise davanti a lei, come a
sbarrare la
strada. «Quindi non sono andati da questa parte?»
Il Pokémon
abbassò la testa, come a dire “sì,
esattamente”. «E allora
guidami dagli altri.» Il Pokémon Aura dovette
adattare il suo passo
a quello della sua allenatrice. Era già a conoscenza del
fatto che
la sua allenatrice avesse alcune difficoltà in ambienti
impervi, per
cui era consapevole del fatto che si sarebbe potuto prodigare ad
aiutarla.
Dall’altra
parte dell’isola, per rendere più
realistica la storia che
si erano inventati, Serena aveva chiesto al Garchomp del ragazzo di
utilizzare alcuni attacchi Pietrataglio per rendere più
plausibile
l’idea dell’attacco. E aveva scartato
l’idea di Ash del suo
dolore alla spalla, per qualcosa di più
“attoriale”. Far finta
che fosse stato preso in ostaggio.
Ovviamente
il topo elettrico era in perfetta salute, si trovava in una fossa
creata dal Pokémon Mach e vi sarebbe potuto uscire senza
problemi,
usando un’Elettrotela come trampolino.
Le
ragazze avevano iniziato a sentire dei passi. Probabilmente era
Lylia, ovviamente scortata dai suoi Pokémon.
«Garchomp,
tieniti pronto!»
Il
Pokémon Mach fece segno di aver capito, sollevando
l’arto destro.
Le due ragazze si allontanarono e si nascosero dietro ad un masso,
seguite dall’illusione della Zorua di Serena. Vedendo un
Megalucario, il Pokémon mach iniziò a lanciare un
attacco
Pietrataglio. I massi, fuoriuscendo da terra, fecero vibrare il
terreno. Serena e Ornella sapevano che era parte del piano. Lylia e i
suoi, ovviamente no.
La
ragazza dedusse che i suoi amici fossero in pericolo. E decise di
accelerare il suo passo, per raggiungerli al più presto. E,
alla
fine, la visione le fù chiara, una Mega Garchomp che li
stava
attaccando a suon di Pietrataglio.
«Forza
Lucario, Vaporeon e anche te Bianchino! Dobbiamo difenderli! Vaporeon
usa Geloraggio, Bianchino tu vai con Polneve e, infine, Lucario
Forzasfera!» Prima che Bianchino e Vaporeon potessero
lanciare i
loro attacchi, Garchomp lanciò nella loro direzione due
Pietrataglio, diretti a Vaporeon e Bianchino.
Non
era intenzionato a ferirli, ma solo a levarseli di mezzo.
«Vedo
che loro non ti interessano.» Commentò la ragazza.
«Sembra che ti
interessi solo Lucario, è così?» La
ragazza non si sapeva spiegare
da dove venisse tutto quel coraggio, forse dal fatto che i suoi amici
erano in pericolo?
In
ogni caso, quella sensazione le piaceva.
Si
avvicinò alle ragazze e a quello che credeva fosse Ash. La
ragazza,
notò ben presto l’assenza del Pikachu di Ash e
l’espressione
dell’illusione era terribilmente preoccupata, facendo
spaventare
Lylia.
«Quindi
Garchomp ha sequestrato Pikachu?» Chiese la nativa di Alola.
Notando
l’espressione preoccupata di quel che credeva fosse Ash, si
rese
conto di aver fatto una domanda ovvia.
«Si,
abbiamo cercato di salvarlo, ma non ci siamo riusciti, ha sconfitto
tutti i nostri Pokémon!» Le rispose Serena.
«Anche
la tua Sylveon? Nonostante sia di tipo folletto?» Chiese la
ragazza
dagli occhi verdi. «Oltre ad attacchi di tipo drago conosce
mosse
come di tipo terra e roccia. E credo che il suo principale
interesse sia il tuo Megalucario.» Sentendo quel senso di
responsabilità verso tutti.
«Se
è la lotta che vuoi, allora noi siamo pronti, non
è così Lucario?»
Il Pokémon Aura fece un cenno di approvazione, invitando
Mega
Garchomp a sfidarlo. Il Pokémon Mach sembrò
accettare la sua sfida.
E iniziò ad attaccare il Mega Lucario della ragazza. Quel
Mega
Garchomp iniziò a scavare una fossa. Perforò il
terreno a gran
velocità e, in pochi istanti raggiunse il Pokémon
Aura colpendolo
con una delle sue lame direttamente sotto al collo. Facendo cadere
per terra il Pokémon Aura.
«Tutto
bene Lucario?» Di tutta risposta il Pokémon Aura
si alzò
nuovamente in piedi. Intanto Garchomp aveva iniziato a utilizzare
Dragobolide. Dalla sua bocca generò una gigantesca sfera
arancione
che lanciò verso il cielo.
Raggiunte
qualche migliaia di metri la sfera esplose in decine di pezzi
più
piccoli, dello stesso colore, che caddero in cerchio verso il
basso.
«Lucario,
schiva!» Ordinò la ragazza. Il Pokémon
Aura si spostò
continuamente a destra e a sinistra, cercando di evitare il meteoriti
lanciati dall’avversario.
«Non
credo che attaccarlo da vicino sia una buona idea.» Lylia
fece una
breve pausa. «Usa Forzasfera!» Il
Pokémon Aura generò dalle mani
una sfera di energia di colore azzurro e la scagliò contro
l’avversario, il quale non si mosse di un millimetro,
affettò la
sfera di energia con una delle sue falci. Con grande stupore di
Lylia.
Quindi
attaccò nuovamente con Dragobolide. Generò dalla
bocca una meteora
che poi scagliò verso l’alto, facendolo esplodere
a migliaia di
metri d’altezza.
Lylia
guardò quello che credeva fosse Ash. Era una sua amica e
nutriva una
certa stima nei suoi confronti, era in parte anche grazie a lui se
aveva fatto dei passi avanti nello sconfiggere la sua paura di
toccare i Pokémon, in particolare grazie a Pikachu e a una
lotta che
aveva avuto contro Ambrogio, il maggiordomo e il suo Oricorio.
Dopo
la lotta l’abbraccio tra la ragazza e il roditore elettrico
era
stato talmente tanto istintivo da non farle pensare al fatto che
stesse toccando un Pokémon.
Glielo
doveva a lui e ad Ash. Pensò a come avrebbe combattuto Ash.
E si
ricordò di una delle lezioni di Kukui. Una lezione
sulle
schivate. Si ricordava di un intervento di Ash.
Aveva
parlato di come, durante una delle sue lotte in palestra, avesse
utilizzato a suo vantaggio le mosse Rocciotomba e
Dragobolide,
sfruttandole come trampolino di lancio per attaccare
l’avversario.
La
ragazza pensava a come potesse applicare quelle tecniche sentite
dall’amico, in modo diverso e originale. Voleva inventare una
sua
tecnica.
«Ho
avuto un idea! Lucario, colpisci i meteoriti con Zuffa! Lanciaglieli
addosso!» Gridò la ragazza.
A
guardarla lottare in quel modo, a Serena non parve di vedere una
giovane ragazza timida e impacciata, ma proprio Ash. Sapeva di come
la ragazza avesse avuto “l’onore” di
conoscerlo, ma di sicuro
non si sarebbe mai aspettata di vederla applicare e, addirittura,
rielaborare, una delle sue tecniche più celebri.
Ash,
dal suo nascondiglio, sorrise. Alcune meteore avevano colpito
Garchomp. L’amica mostrava una grinta non da poco e una forte
sintonia con il suo Pokémon. Ma Ash non l’avrebbe
lasciata vincere
così facilmente.
Vedendo
Lucario avvicinarsi, Garchomp lanciò nella direzione del
Pokémon
Lotta/Acciaio un potente Pietrataglio. Ash sapeva che un attacco di
tipo roccia non avrebbe causato grandi problemi, ma avrebbe comunque
allontanato l’avversario.
Il
piano si rivelò esatto. Ora Lucario era a una discreta
distanza.
Questo
diede il tempo a Garchomp per scavare una fossa e dirigersi verso il
Lucario, per colpirlo nuovamente. Ma questa volta Lylia era
più
preparata.
«Pensi
di riuscire a percepire la sua aura?» Chiese la ragazza. Il
Pokémon
Aura fece un gesto affermativo. «E allora
facciamolo!» Appena ti
accorgi da dove uscirà salta indietro e attaccalo con
Zuffa!» Il
Pokémon Aura concentrò le sue forze.
Le
sue appendici in grado di percepire l’aura si illuminarono di
una
luce blu e si sollevarono di alcuni centimetri.
Appena
ritenne che fosse il momento giusto, Lucario spiccò un balzo
e
Garchomp uscì dal buco senza riuscire ad attaccare.
Mega
Garchomp venne colpito da calci e pugni e sbalzato indietro.
L’energia
del colpo fu sufficiente a far staccare la soluzione posticcia creata
da Serena. Rivelando il fatto che quel Garchomp fosse un maschio e
non una femmina.
Un
dettaglio che alla nativa di Alola non passò affatto
inosservato.
«Ehi! Ma tu sei il Garchomp di Ash!» La ragazza si
avvicinò al
Pokémon, Ornella, e Serena fecero finta di spaventarsi,
mentre la
ragazza si avvicinava a quel Pokémon.
Questi
abbassò la testa e si fece accarezzare dalla ragazza.
La
Lylia di qualche anno prima si sarebbe tenuta ad almeno cinquanta
metri di distanza da quel Pokémon. Ma, già da
diverso tempo, non
aveva più paura. Nemmeno un Pokémon
così spaventoso come Mega
Garchomp le faceva paura.
Serena
smise di inquadrare la lotta e passò alla telecamera
frontale.
«Direi che abbiamo finito con la prova» Questa
frase non passò
inosservata alla ragazza dagli occhi verdi.
«Quale
prova scusate?» Chiese la ragazza. «Anzi, vi
dirò. Ho capito
tutto. Pikachu non è mai stato sequestrato. Voi non siete
MAI state
davvero in pericolo, e quanto a te…» La ragazza
diede un leggero
colpetto alla spalla di quel Ash che vedeva.
Il
colpo fece scomparire l’illusione, rivelando che quel Ash non
era
altri che un’illusione creata dalla Zorua di Serena, la
quale, per
tutta risposta saltò sulle braccia di Lylia, cogliendola
alla
sprovvista.
«Bene,
ma dove sono Ash e Pikachu?» Chiese la ragazza.
«Puoi
tornare alla base.» Disse Serena, rivolgendosi a Ash con il
suo
Smart Rotom. Lylia guardò la sua compagna di viaggio con
aria
stranita. «Come sarebbe a dire? Quindi Ash comandava
Garchomp? Beh,
un Pokémon non si può megaevolvere senza il suo
allenatore» Ash,
seguito da Pikachu, che usando Elettrotela come trampolino, era
uscito dalla buca, raggiunse il gruppo poco dopo.
«Complimenti,
direi che vi meritate quella Megapietra» Disse Ornella.
Finita
quella frase entrambi i Pokémon megaevoluti tornarono
normali. Erano
abbastanza stanchi dopo quella lotta, per cui era il momento ideale
per fare uno spuntino, con gran piacere di tutti. Lucario e Garchomp
erano seduti vicini, scambiandosi un piccolo gesto
d’intesa.
«Questo
è il vero spirito delle lotte Pokémon. Dopo
essersi affrontati in
una dura lotta ora mangiano uno accanto all’altro»
Commentò
Serena, ben felice di vedere il Pokémon del ragazzo e quello
dell’amica.
Lylia
sorrise. «Lucario è sempre stato un tipo con cui
è facile fare
amicizia»
“Ed
è così che ho ottenuto la Lucarite. Oggi ho visto
Orlando di
sfuggita, sembrava sommerso da una marea di fan. E non sono riuscita
a parlarci. Spero domani di riuscirci. Gli ho inviato una lettera
dove gli chiedevo se avrebbe partecipato alla gara Pokémon
di
Aranciopoli. Spero almeno di poter lottare con lui per fargli vedere
quanto è diventato forte quel Riolu che ho adottato dal suo
rifugio”.
La
ragazza chiuse il suo diario e guardò l’ora sul
suo Smart Rotom.
Le due del mattino.
«È
tardissimo!» Parlò a bassa voce per non
svegliare i suoi
Pokémon, che dormivano già da un po’.
La
ragazza seguì l’esempio dei suoi
Pokémon e si coricò a sua
volta.
La
città di Hau’oli, come da ottant’anni a
questa parte, si era
preparata a festa per ospitare il Gran Premio della massima categoria
automobilistica, la Formula Cinque Cilindri. Naturalmente ci
sarebbero anche state le gare della formula Lite, ma erano solo una
categoria di contorno.
Alla
periferia della città era strapieno di camion, nella zona
del porto
erano comparse delle costruzioni smontabili in cui sorgevano i box,
in alcune aree della città erano state montate delle
tribune, in
altre aree dei cordoli metallici e in altre ancora delle barriere e
dei guardavia. La tranquilla città, di Alola avrebbe
ospitato, come
da tradizione, il primo Gran Premio della stagione.
Una
delle tante occasioni per attirare turisti sull’isola,
nonostante
spesso la gente ritenesse le gare disputate nell’angusto
circuito
cittadino, come noiose e prevedibili, data la quasi totale
impossibilità di sorpassare, altrettante persone adoravano
venire lì
per l’atmosfera.
Il
Gran Premio disputato sul circuito di Hau’oli si distingueva
dagli
altri per altri motivi, oltre che l’atmosfera, quasi
vacanziera,
come per far pensare ai piloti che le vacanze invernali non fossero
finite, ma anche per una particolarità intrinseca. Quando
non si
disputavano delle sessioni ufficiali, che fossero esse delle track
walk, delle prove, delle qualifiche o la gara vera e propria, la
strada era aperta alla normale circolazione. Ad eccezione di alcuni
particolari orari, dove si preferiva mantenere la circolazione a
piedi o con il Poképassaggio, poiché questo
andava a favore delle
attività locali.
E
durante la mattina non c’erano delle sessioni ufficiali, ma
incontrare i piloti era praticamente impossibile. Per farlo si
sarebbe dovuto aspettare la track walk del pomeriggio, dove i piloti,
insieme ai loro ingegneri di pista, avrebbero ispezionato la pista.
E
spesso, dopo aver completato il primo giro, i più
disponibili,
tornavano indietro per fare delle foto, degli autografi o fare
qualche regalo ai fan, come delle magliette e dei cappelli. Oltre che
delle foto autografate in diretta.
Nonostante
non fosse una grande appassionata, avendo sempre visto il Gran
Premio, da che ne aveva memoria, aveva una minima idea sul come fosse
strutturato il tracciato.
Sapeva
che la Cucina di Aina, il ristorante della famiglia di Ibis, una sua
carissima amica, era uno dei punti di riferimento del circuito. Era
posto prima di una curva secca a novanta gradi, la penultima del
tracciato.
«Non
sapevo ti fossi appassionata alle corse» Ibis la
colse
abbastanza di sorpresa, mentre osservava il viavai di piloti ed
ingegneri. «Stai cercando qualcuno?» La
ragazza dai capelli
verdi rincarò la dose.
«No»
Rispose la bionda. «Semplicemente aspetto una
persona» La
ragazza dai capelli verdi ci rimase male.
«Allora
stai cercando qualcuno» Le sembrava di comportarsi
come una
dentista, con la sua amica.
E
per fortuna in quel momento non c’era Suiren, la regina del
pettegolezzo.
«E
va bene!» Confessò la bionda, con
l’amica e la sua Tsareena
che si incuriosirono. «AspettoOrlandoBirPerUnaLottaSai
CheÈStatoGrazieALuiCheHoLucarioEVorreiChiedergliSeVuoleLottareConNoiVorreiDimostrargliQuantoIlRioluCheHoAdottatoAlSuoRifugioSiaDiventatoForteGliHoAnchePropostoDiPartecipareAdUnaGaraPokémonMaNonMiHaDettoNéSìNéNoQuindiHoSceltoUnApproccioPiùDirettoESeTeLoStaChiedendoAncheVaporeonL’HoAdottatoAlSuoRifugioEraUnEeveeMaAvevaLeIdeeBenChiareSullaSuaDecisioneRiguardoLaSuaEvoluzione»
Lo disse tutto d’un fiato, e, guardandola parlare sembrava
potesse
soffocare da un momento all’altro. «In effetti sei
sempre stata
molto vaga a riguardo della loro cattura. Hai semplicemente parlato
di amici di Ash. Come se fosse una vergogna averli adottati. O
c’è
qualche altra cosa dietro?» La bionda rimase in
silenzio. Ibis
stava per punzecchiarla con un “chi tace
acconsente” o qualcosa
del genere. La bionda aveva notato il pilota e il suo ingegnere di
pista. Stavano concludendo la Track Walk. Erano passati da
lì un po'
di tempo prima, mentre uscivano dai box e avevano concluso il giro a
piedi della pista.
Non
conosceva il ragazzo con cui stava parlando, né tantomeno
l’argomento della loro discussione. A un certo punto i due si
avvicinarono alla rete che separava il ristorante dalla strada. Era
stata messa per evitare che eventuali detriti potessero danneggiare
l’edificio. In quel momento non serviva a molto, ma montarla
quando
giravano le auto, non era un’opzione.
Ora
le parole dei due erano più comprensibili.
«Sembra
che l'asfalto sia abbastanza buono. Ci sono anche meno avvallamenti
dello scorso anno.» Commentò il pilota.
«Si, Vero, ma
ricorda che la pista, nelle prime sessioni sarà comunque
molto
sporca.»
Orlando
fece cenno al suo ingegnere di pista di passargli il suo zaino.
Questi accettò, non senza domande. «Ok, ma a cosa
ti serve?»
Gli chiese. «Oh, nulla di che, solo fare un regalo ad
un’amica.»
Rispose il pilota. «La biondina? Ma già lo sai che
è la figlia
della presidentessa della Fondazione
Æther?» Orlando lo
guardò come a dire “E quindi?” il
tecnico rincarò la dose.
«Non
mi dire che non è solo
un’amica» Il pilota non riuscì
a
non ridere. «Non scherziamo. Si, è molto carina,
è davvero una
bella ragazza, ma…» Lylia
arrossì nel sentire quelle
parole. Ibis la provocò ulteriormente. «A quanto
pare hai un
ammiratore-nemmeno-poi-così-tanto-segreto»
La bionda la
fermò. Dopo aver sentito, dal ragazzo le parole
“beh, insomma, ci
siamo capiti”. La ragazza non sapeva come interpretare quelle
parole. In che senso “insomma ci siamo capiti”?
«Cosa mai avrà
voluto dire con quelle parole?» Chiese la bionda,
ancora
imbarazzata. «Poi chiederò un parere
maschile.» Le rispose
l’amica. «Intanto forse è meglio che ti
riprenda. Sta arrivando»
Un’azione combinata del profumino di Tsareena e del
Ventogelato di
Bianchino fece riprendere la solita posatezza alla ragazza. Proprio
mentre il pilota si avvicinava al ristorante.
Era
vestito quasi in borghese, poteva quasi essere scambiato per un
tifoso della scuderia. Magliatta del team, borsello nero, berretto
del team con il suo numero, il 27, un paio di jeans corti e delle
normali scarpe sportive.
Sulle
spalle il grosso zaino passatogli dal suo ingegnere di pista.
Ora
era proprio a due passi dalla rete di protezione e stava aprendo la
porta della gabbia, dopo essere entrato nell’apertura delle
barriere dedicata, durante le sessioni con le auto in corsa, ai
commissari.
Ora
le aveva raggiunte. E aveva scambiato un gesto di saluto alle due
ragazze.
«Oh,
eccoti qui!» Lo salutò Lylia.
«Lei è Ibis, una mia
carissima amica» Il ragazzo e la ragazza dai
capelli verdi si
presentarono con una stretta di mano.
«Sai»
La ragazza dai capelli verdi si rivolse al ragazzo appena conosciuto
con il suo solito entusiasmo. «Il mio fratellone è
un tuo grande
ammiratore e credo che morirebbe di gelosia se la sua
sorellin…»
Il ragazzo la interruppe. – Dimmi direttamente cosa desideri.
Una
foto… Un autografo, un piccolo
omaggio…» Il ragazzo si
sedette vicino alle due e si tolse lo zaino dalle spalle, aprendolo e
estraendo il contenuto. «Prendete pure tutto quello che
volete.»
Il ragazzo estrasse magliette e altrettanti berretti della scuderia.
Estrasse dalla tasca anche un pennarello indelebile nero e fece per
autografarli.
Ibis
lo fermò. «Ok, va bene, però una cosa,
se le autografi, sarebbe un
peccato usarle.» Il ragazzo ci pensò un
attimo.
Effettivamente quella ragazza aveva ragione. Decise allora di
prendere delle stampe che lo raffiguravano sulla sua auto, con
accanto il suo numero e di autografare quelle, dandole poi alle
ragazze.
«Poi
la appenderò nel ristorante» Disse la
ragazza dai capelli
verdi che, nel frattempo, si era avvicinata al ragazzo e lo aveva
colto di sorpresa, usando il suo Smart Rotom per scattare delle foto.
Finita
la tortura, finalmente Orlando potè spiegare il motivo di
quella
visita. «Sono venuto qui per dire che ho accettato entrambe
le tue
proposte» Si stava naturalmente rivolgendo a
Lylia.
«Quali
proposte?» Il suo tono faceva ben intendere che
pensasse
strane cose. «Nulla di che» Risposero i
due, praticamente
insieme. «Lo sai, negli ultimi tempi mi sono molto
interessata alle
Gare Pokémon. E così ho chiesto a Orlando, Ash,
Serena e Lucinda se
volessero partecipare alla mia prima gara
Pokémon.» Ibis ci
pensò un secondo. Solo un piccolo dettaglio la disturbava.
«E chi
sarebbero Serena e Lucinda?» Lylia prese un
respiro, come
dovesse fare un gigantesco spiegone.
«Allora,
Serena è la fidanzata di Ash
e…» Quelle poche parole fecero
esplodere una serie di domande alla ragazza dai capelli verdi.
«ChiSarebbeQuestaSerenaAChiÈFigliaComeSiSonoConsciutiQuandoSiSonoFidanzatiComeSeiVenutaASaperlo
ComemaiAshNonCeNeHaMaiParlatoDaUnaParteSonoFelicePerLuiMaDovevaDirloPrima.»
Orlando
e Lylia si guardarono negli occhi e cercarono di non ridere. La
quantità di domande fatte da quella ragazza dai capelli
verdi era
gigantesca e in un tempo incredibilmente ridotto. E in quel momento
non era con la sua compagna di gossip. Altrimenti avrebbe fatto anche
peggio.
Lylia
provò a rispondere, almeno a quello che sapeva.
«Allora so che è
una performer e super coordinatrice, è l’attuale
regina di Kalos,
di dove è originaria. Come si siano conosciuti non me ne
hanno mai
parlato. Così come di quando si son fidanzati. So che lo
sono e
basta. E sono venuta a saperlo quando siamo andati a Kalos la prima
volta. E tu, ti stupisci di come mai Ash non te ne abbia mai parlato?
Dovresti conoscerlo. E lo sai, a lui se non gli tiri le cose con le
pinze, non te le dice, quel suo tratto non credo cambi
mai.»
Ibis
Abbozzò un sorriso. «Ash è sempre il
solito» Lylia le
sorrise semplicemente. «Non dire nulla a Suiren. Deve
accorgersene
da sola.» Ibis accettò. Far friggere
l’amica poteva essere
davvero una buona idea.
«Giusto.
Ora posso continuare.» Disse Lylia poco dopo.
«Lucinda è una
carissima amica di Ash. Insomma un po’ come noi. È
una super
coordinatrice originaria di Sinnoh, penso si siano incontrati in uno
dei viaggi compiuti da lui e Pikachu, insieme a Brock. Penso che le
conoscerai entrambe in questi giorni.» Ibis fece un
cenno che
poteva essere interpretato come un “va bene, ho
capito”.
«Dicevo,
a proposito delle tue proposte. Accetto sia la prima che la seconda
proposta.» Orlando riportò alla
realtà le due ragazze. «In
che senso scusa entrambe?» Gli rispose Lylia.
«Io ti avevo
solo chiesto se volevi partecipare alla gara Pokémon di
Aranciopoli
e se avessimo potuto avere l’opportunità di
lottare contro il tuo
Lucario.» Orlando fece cenno di aver capito
ciò che la
ragazza intendeva. «Semplicemente volevo separare le due
cose. Solo
che vorrei separare le due cose. Lunedì avrete
l'opportunità. Per
la gara di Aranciopoli vorrei che qualcun’altro partecipasse
alle
gare di lotta. E se ho imparato a conoscerti, credo che tu abbia
capito di chi sto parlando» Ibis era alquanto confusa, di che
Pokémon stava parlando, perché
ci
teneva tanto al fatto che partecipasse a quella gara di lotta? Come
poteva Lylia saperlo?
Lylia
aveva ottenuto l’autorizzazione da parte di Orlando per
raccontare
la storia, sia pure in una versione ancora più breve e
censurata di
quanto non gliela avessero raccontata.
«Devi
sapere che lui è originario di Kalos, ma è dovuto
fuggire, insieme
alla sua famiglia, dopo che il padre di una sua amica è
stato ucciso
e che la sua amica è scomparsa. Tutto questo è
successo una decina
di anni fa» Ibis si chiedeva cosa avesse a che fare
con il
fatto di voler anticipare quella lotta, ma non voleva mancare di
rispetto a nessuno e non interruppe. «I suoi genitori lo
costrinsero
a liberare la sua Greninja e… si sono reincontrati solo
qualche
mese fa. In tutti quegli anni, lui è diventato campione e
super
coordinatore nella regione di Hardana e immagino voglia che anche la
sua Greninja faccia lo stesso» Il ragazzo si
limitò a un
semplice cenno di approvazione.
«Credo
di aver capito.» Rispose la ragazza dai capelli
verdi. Da una
parte voleva assistere a quella lotta al più presto, sapendo
che
sarebbe stata una lotta senza esclusione di colpi, ma
dall’altra
parte sarebbe stato bello se anche il resto del gruppo avesse potuto
assistere alla lotta, e chissà, magari anche il professor
Kukui, sua
moglie, la professoressa Magnoila e il loro figlio Keiki, che
nonostante fosse ancora piccolo, dimostrava un innato amore per i
Pokémon. «Ma come mai lotterete lunedì
e non oggi?» Orlando
rispose immediatamente. «Ora la mia squadra è al
Centro Pokémon
per dei controlli, dopo il lungo viaggio che abbiamo fatto, penso che
il cambio di fuso orario possa aver causato qualche
inconveniente.»
Ibis dovette pensarci un attimo, ma bastò una breve ricerca
per
scoprire che, tra le due regioni passavano dodici ore. Verso
indietro. «Ti sei preoccupato per i tuoi Pokémon
più di quanto fai
per te.» Gli rispose la ragazza dai capelli verdi, dopo aver
scoperto la differenza di fuso orario.
«Per
i Pokémon troppa caffeina è tossica. Noi esseri
umani possiamo
assumere quantità di caffeina decine di volte superiori ai
Pokémon
senza danni. Per un Pokémon piccolo come Bianchino,
già due tazze
di caffè potrebbero essere pericolose, l’ho letto
in un libro»
Sentendo la sua allenatrice smise di bere il succo, offerto dalla
Tsareena di Ibis, che senza che la sua
allenatrice
le dicesse nulla, aveva qualcosa da bere a tutti, per nascondere la
testa con le zampe anteriori.
Lylia,
notando il suo comportamento, si avvicinò a lui.
«Stai tranquillo,
non ne hai mai assunta, puoi stare calmo» Il
Pokémon Volpe,
dopo le rassicurazioni date dalla sua allenatrice, riprese a bere.
«Si,
esatto la caffeina in dosi eccessive fa male ai Pokémon. Per
questo
dopo viaggi così lunghi la prima cosa che faccio
è affidarli
all’infermiera Joy, che sa benissimo come
trattarli.» A
questo punto la curiosità di Ibis era parecchia.
«E tu come fai? Ho
fatto un paio di volte il viaggio tra Alola e Kanto e ogni volta ero
Ko» A Ibis si aggiunse l’amica
«E pure io, anche quando
sono andata a Kalos» Il ragazzo, sentendosi un po’
un divulgatore,
spiegò il motivo alle due ragazze. «Allora,
vediamo. Parti da
Calopoli, la città più grande di Hardana, e fai
un volo di circa
due ore fino a Luminopoli, dove fai uno scalo di un’ora, per
rifornire l’aereo. Non un problema. Hardana e Kalos hanno lo
stesso
fuso orario. Quindi parti da Hardana alle sette del mattino e riparti
alle dieci e mezza del mattino. Poi fai un volo di circa dodici ore
tra Luminopoli e Ponentopoli. Due ore di sosta per rifornimenti e
cambio equipaggio. E poi da Ponentopoli ad Hau’oli, che sono
altre
sei ore di viaggio.» Lylia si sentiva abbastanza
riconosciuta
in quegli orari, dal suo rientro a Kalos ad Alola.
«Il
trucco è quello di sincronizzarsi con l’orario
della tua
destinazione. Se tu parti alle sette del mattino, sai che ad
Hau’oli
sono le sette di sera. Quando riparti sono le dieci di sera. Se
consideri che la notte prima dormi poco, avrai abbastanza sonno,
quindi il trucco è quello di dormire quanto puoi durante il
viaggio
lungo, diciamo dopo che pranzi, quindi circa dopo tre ore di volo,
quindi a l’una e mezza del pomeriggio di Hardana, mentre
è l’una
e mezza di notte ad Hau’Oli. Dopo mangiato, grazie anche
all’aiuto
di alcuni Pokémon di tipo erba, ci si addormenta per un
po’ di
ore.
Lylia
e Ibis compresero il loro errore. Non
“sincronizzarsi” con
l’orario della destinazione. Il ragazzo, nel frattempo,
continuò
la sua spiegazione. «Atterri a Ponentopoli che sono circa le
tre del
pomeriggio, mentre a Hau’Oli è mezzogiorno. E hai
dormito circa
otto o nove ore, quindi sei ben riposato. E puoi aspettare le ore di
sosta e volare senza troppi inconvenienti. Atterri che sono le nove
di sera.»
Lylia
aveva segnato sul suo Smart Rotom i consigli dati dal ragazzo, li
avrebbe seguiti quando avrebbe dovuto viaggiare per Aranciopoli, due
settimane dopo.
Solo
in quel momento Ibis si accorse del fatto che il ragazzo indossasse
un cerchio Z.
«Hai
fatto il giro delle isole e non hai mai mangiato
qui?» Chiese
la ragazza, fingendo di essere minacciosa. Orlando decise di stare al
gioco. «Avevo base a Kantai. Ma credo di poter
rimediare.»
Ibis gli rispose, cercando di non ridere: «Ci mancherebbe!
Magari
vieni con tutta la scuderia, facciamo ottimi prezzi sui gruppi
numerosi» Il ragazzo rimase un pochino perplesso.
«Forse
siamo in troppi. E non vorrei escludere nessuno» La
ragazza lo
incalzò. «E allora andiamo noi da voi. Credo che
il mio fratellone
adorerebbe passare qualche ora con il suo idolo.»
Il pilota,
dopo averci pensato un attimo, accettò l’idea.
«A una condizione,
lo spumante lo offriamo noi» Ibis
accettò la proposta. «E
ora scusate davvero, ma devo andare. Ci vediamo!»
Il
ragazzo uscì dalla gabbia di protezione e fece alle due un
ulteriore
gesto di saluto.
«Io
credo che vinceranno. Da quanto vedo hanno un’ottima striscia
di
vittorie» Si lasciò scappare Lylia.
«Nessun criminoso ottimismo!»
Le rispose il ragazzo, in tono alquanto ironico.
Non
era un tipo particolarmente superstizioso, nonostante
seguisse
un rito scaramantico prima di ogni Gran Premio, saliva sulla sua
monoposto sempre dal lato destro. Altrimenti avrebbe detto qualcosa
come “Non cugurrare o non pindacciare”.
Il
giorno seguente ci sarebbero state le prime due sessioni di prove. La
prima sarebbe stata disputata da l'una del pomeriggio alle due e
mezza. Ora locale. La sessione della categoria Lite era stata
disputata mezz’ora prima ed era durata meno del previsto a
causa di
numerose bandiere rosse.
La
pista era ancora abbastanza sporca e molti piloti avevano sbagliato,
finendo contro le barriere e causando l’interruzione della
sessione, per recuperare le auto e ripulire la pista.
Nella
prima sessione era molto importante evitare di fare errori e non
forzare troppo, l’errore era sempre dietro
l’angolo. I piloti
dedicavano quella sessione a riprendere confidenza con le auto in un
circuito così stretto e prendere le misure con dei punti di
frenata
che ogni anno divenivano sempre più esasperati.
E
in più, per chi era alla prima esperienza, era sempre una
sessione
importante. Nessuno prendeva davvero seriamente quei tempi.
Nonostante questo, le tre ARTM si trovavano comunque nelle prime
cinque posizioni. La 27 e la 28 nelle prime due posizioni e la 13,
numero scelto dalla debuttante Camilla. Lo aveva scelto
perché era
la somma delle cifre del numero sul Pokédex Nazionale del
suo
Pokémon più forte, la sua Garchomp.
Pokémon che ispirava anche il
suo casco, non molto diverso da quello che usava nella categoria
lite.
La
cosa era stata notata dal criminosamente ottimista telecronista. Che
aveva parlato dell’ottimo debutto della campionessa in
carica
della categoria Lite.
La
sessione venne interrotta da due bandiere rosse. Avere trenta auto in
una pista così breve, era davvero un mix letale.
Nessuno
dei piloti coinvolti ebbe particolari conseguenze. Solo qualche
grattacapo per i meccanici, che le avrebbero dovute riparare per le
cinque di pomeriggio. A quell’ora faceva più
fresco e le
condizioni della pista, anche grazie alla precedente sessione della
categoria Lite, erano notevolmente migliorate. Per gli addetti ai
lavori, quei tempi iniziavano ad essere interessanti. Almeno quelli
sul passo gara. Che sembrava sorridere alle tre ARTM. Camilla
mostrava ancora qualche difficoltà, mantenendo sì
dei tempi
costanti, ma non ai livelli dei
suoi
compagni di squadra. Girava circa tre decimi a giro più
piano, dei
tempi che comunque le avrebbero permesso di
difendere
la sua posizione o di attaccare, ma non di lottare per la
vittoria.
Come
la precedente sessione anche questa vide le ARTM fare ottimi tempi,
ma mostrò quali potessero essere le difficoltà di
chi, per la prima
volta si approcciava alla categoria principale, nonostante le lunghe
sessioni di test.
Camilla,
infatti, si trovava in decima posizione, sul giro
secco.
Alla
terza sessione, l’unica del sabato, disputata da mezzogiorno
a
l’una, l’ultima prima delle qualifiche, sessione
dove si lavorava
principalmente sul giro secco, le difficoltà erano ancora
diverse.
La
sua posizione era sempre nel primo terzo di classifica, ma il suo
tempo lo aveva ottenuto nella parte finale della
sessione,
nelle migliori condizioni possibile.
Giovedì
notte arrivarono Ash, Lucinda e Serena erano arrivati ad Alola. Per
le due ragazze era la prima volta che giungevano in quella regione
tropicale. Per Ash, invece, Alola era la sua seconda casa. E lo
speciale rapporto con il professor Kukui, la professoressa Magnolia e
il loro figlio Kieki, era una delle tante prove di
ciò.
Erano
tutti e tre stanchi per il lungo viaggio, su tutti la nativa di
Sinnoh, che prima di partire da Kalos, aveva fatto anche il volo da
Giubilopoli, la città più grande di Sinnoh, a
Luminopoli.
Tanto
la ragazza dai capelli blu quanto il suo Piplup erano distrutti da
quel viaggio. Avevano, in un lasso di tempo relativamente breve,
attraversato qualcosa come diciannove ore di fuso orario, verso
indietro.
E
il venerdì mattina era ancora parecchio stanca,
contrariamente ai
suoi Pokémon, che come quelli degli amici erano stati
affidati alle
sapienti cure dell’infermiera Joy.
Ash
si era messo d’accordo con gli amici di Alola, per
presentarli alla
sua ragazza e alla sua migliore amica. Si erano alzati relativamente
presto, Lucinda dopo l’enorme insistenza del suo
Pokémon.
«Come
mai non hai fatto colazione? Solitamente se non ti mangi un paio di
quintali di cibo, non carburi, lo dici sempre!»
Lucinda
espresse le sue perplessità sul suo amico. Il quale le
rispose
immediatamente. «Ci sono giusto un paio di posti dove fare
colazione
che vale la pena visitare. Non è così
Pikachu?» Il Pokémon
elettro, che solo pensando a quelle ottime frittelle preparate da
quella giovane donna che non riusciva a star ferma due secondi.
Peccato solo per quel Raichu Alola così antipatico. Ash,
grazie
anche all’aiuto di Pikachu, riuscì a trascinare le
due ragazze e
il Pokémon pinguino fino a quel negozio di frittelle e
ristorante
che Ash aveva ben imparato a conoscere.
Nonostante
fosse relativamente presto c’era già molta gente,
la sessione di
prove della categoria Lite sarebbero cominciate alle undici e mezza,
con la pista che sarebbe stata chiusa alla circolazione dalle
undici.
E
se restavi lì fino a oltre quell’ora, saresti
potuto uscire solo
dopo le due e mezza. Dovendo, per forza pranzare lì.
C’erano delle
persone che lo facevano apposta, il ristorante si trovava in uno dei
punti più iconici del circuito e quindi, affacciandosi alle
finestre
o uscendo fuori, era possibile vedere la gara facendo i Padledani,
cioè non pagando il biglietto, ma solo il conto del
ristorante, ben
più economico anche del più economico biglietto a
disposizione.
Per
Ash, che era il campione, il biglietto era gratuito, e lo stesso per
chi l’accompagnava. Lo stesso valeva per Lylia e il gruppo di
amici. La ragazza, essendo figlia della promoter del Gran Premio,
aveva a disposizione un buon numero di ingressi gratuiti.
Naturalmente non era escluso da questo il fratello, anche se in quel
momento non c’era, impegnato, sotto consiglio di Ash, a
scalare le
classifiche del Torneo Mondiale, era a una manciata di posizioni dal
raggiungere la classe Mega.
Appena
Ash entrò nel ristorante, venne immediatamente accolto da
Nella, una
delle cameriere che lavoravano in quel negozio, e dal suo Raichu
Alola, che aveva ancora un conto in sospeso con Pikachu.
Era
un locale accogliente e abbastanza arioso. Sui vari lati della stanza
erano disposti dei divani con dei tavoli in mezzo. In fondo al
locale, il bancone dove venivano raccolte le ordinazioni e ritirati i
take away.
La
luce del bel sole di Alola, che filtrava dalle varie finestre,
rendeva l’atmosfera del locale ancora più
accogliente.
«Ecco
qui il nostro campione! Era da un po’ che non ti facevi
vedere qui!
Quando sei venuto per difendere il titolo hai fatto proprio mordi e
fuggi… e a quanto vedo hai portato anche delle tue
amiche…»
La donna fece cenno ai tre e ai loro Pokémon di accomodarsi
nel solo
tavolo libero rimasto. «Ben più che
amiche!» Ci tenne a precisare
Serena, facendo ben attenzione a farsi sentire dalle potenziali altre
ragazze interessate.
Dopo
una decina di minuti, la cameriera portò a Ash, alle ragazze
e a
loro Pokémon, dei piatti strapieni di frittelle ben
guarnite. «Ecco
perché ho voluto posticipare la colazione! Ne è
decisamente valsa
la pena!» Manco finita la frase, il ragazzo e il
suo Pokémon,
iniziarono a mangiare a quattro ganasce. Anzi, a otto, essendo in
due.
Più
moderate le due ragazze e il Pokémon della ragazza dai
capelli blu,
che preferirono gustarsi lentamente quelle, indubbiamente ottime
frittelle. «Sono davvero ottime!» Commentarono
insieme le due
ragazze. «Beh, conoscendo questi due c’era
d’aspettarselo! Non
ritarderebbero mai la colazione, se non per qualcosa di davvero
importante.» Aggiunse Serena poco dopo. Lucinda dovette
trattenersi
per non ridere.
Finita
l’ottima colazione, Ash si avvicinò al bancone per
pagare, ma
venne fermato da Nella. «Non preoccuparti, Campione. Offre la
casa!»
Ash
sorrise. Mangiare bene e gratis era una di quelle cose che potevano
svoltare la giornata.
«Spero
non vi dispiaccia se vi presento alcuni miei amici, il professor
Kukui e la professoressa Magnolia, ci siamo dati appuntamento poco
lontano.» Serena guardò il suo ragazzo
un po’ storto. «Non
mi pare che tu ci stia dando molte alternative. Ma credo che se i
tuoi amici sono tutti come Lylia per me va bene.» Ash si
grattò la
testa imbarazzato. Effettivamente avrebbe dovuto avvisarle, ma ormai
era cosa fatta. «Oh, beh… non
esattamente»
Ash
guidò le due ragazze e il Pokémon pinguino fino a
una zona della
città non troppo lontana da dove si trovavano. Passarono
davanti
alle piscine pubbliche, dritti, fino alla Cucina di Aina, il
ristorante della famiglia di Ibis. Il gruppo lo aspettava seduto
sulle scale, dietro la protezione. Ash e le ragazze entrarono
dall’entrata che, durante la gara era dedicata ai commissari
e
raggiunsero il locale.
Seduti
sulle scale Ibis, Lylia, Suiren, Kawe, professor Kukui, la
professoressa Magnolia e il piccolo Keiki, seduto in braccio alla
donna. Vi erano anche alcuni dei loro Pokémon, Bianchino,
già
conosciuto alle due ragazze, Reny, l’Eevee di Suiren, e due
Pokémon
che le ragazze non avevano mai visto. Un Marowak dallo strano colore
viola e un Pokémon
dal corpo rosa scuro e tondeggiante all'altezza del bacino, zona in
cui è ricoperto da sei spicchi bianchi. Le gambe sono
ricoperte da
uno strato magenta. Le braccia sottili e magenta. Testa tonda e
bianca e attaccata al corpo in modo simile al collo alto di un
maglioncino. Occhi tondi con pupille nere, iride magenta,
parzialmente coperti da palpebre del colore del corpo, ciglia lunghe
e magenta. In cima alla testa una corona costituita da tre foglie
verdi e lunghe e una più una
più corta che ricorda una
frangia. Le foglie lunghe presentano tre macchie gialle dietro la
testa, sia davanti che dietro.
«Scusate
se sono indiscreta, ma quello è un Marowak di
Alola?» Chiese
Serena. La ragazza, come del resto anche l'amica, aveva scoperto
l’esistenza delle forme regionali dei Pokémon e
quel Pokémon era
davvero molto simile ad uno che già conosceva.
«Esattamente»
Rispose un ragazzo dalla pelle scura e dall’aspetto atletico.
«Oh!
Che sbadato! Non mi sono presentato! Io mi chiamo
Kawe!» Le
due ragazze si presentarono a loro volta. E lo stesso fecero tutti i
presenti. Dopo le presentazioni, a Lucinda un dubbio restava. Che
Pokémon era quella creatura dai lunghi capelli-foglie
verdi?
La
ragazza estrasse il suo Smart Rotom dalla borsa e lo
scansionò.
“Tsareena, Pokémon Frutto. Tipo Erba. Tirare calci
potentissimi è
la sua specialità. Mette un piede sugli sconfitti per
enfatizzare la
sua vittoria. Può essere esclusivamente
femmina”
Lucinda si spaventò un pochino da questa descrizione, ma
venne
immediatamente rassicurata dalla ragazza dai
capelli
verdi. «Puoi
stare tranquilla. Tsareena è molto gentile, diventa cattiva
solo con
chi se lo merita, come il Team Rocket» Serena e
Lucinda si
guardarono negli occhi e si fecero scappare un sorriso. «Anche
voi avete avuto a che fare con loro?» Chiese la ragazza dagli
occhi
azzurri.
Tutto
il gruppo fece un cenno di approvazione, che valeva più di
mille
parole. «E
ogni volta spuntava un Bewear che se li riprendeva.» Aggiunse
Suiren, che, da grande appassionata di Pokémon di tipo
acqua, aveva
immediatamente preso in simpatia il Piplup di Lucinda. Aveva
approfittato della distrazione della sua allenatrice, intenta a
cercare informazioni sul
Pokémon
Fortebraccio.
«Ora
che ci conosciamo un pochino, cosa ne pensate di far conoscere anche
i nostri Pokémon?» Propose, Ibis, con il suo
solito entusiasmo.
Accettarono tutti, facendo uscire parte delle loro squadre. Lo spazio
era troppo esiguo per i Pokémon più ingombranti,
così Lucinda non
poté far uscire il suo Mamoswine, Ash la sua Dragonite e il
suo
Garchomp. Stesso poteva dirsi per il Charizard e il Turtonator di
Kawe e per Primarina di Suiren.
La
Sylveon di Serena si era subito avvicinata al Vaporeon di Lylia e
all’Eevee di Suiren. Buneary saltò subito addosso
a Pikachu.
Questo gesto della Pokémon coniglio scatenò una
battuta da parte di
Kawe. «Chris
non è qui, altrimenti avremo visto la sua Togedemaru con il
cuore
spezzato.» Ash sorrise, Pikachu un po’ meno.
Potendo scegliere,
preferiva di gran lunga i metodi più delicati di Buneary a
quelli
così irruenti di Togedemaru.
Ibis
si guardò un attimo attorno. Aveva chiesto a Tsareena di
portare
qualcosa da bere per tutti, prima di fare la sua proposta voleva che
tutti si sciogliessero un pochino, e le era parso di aver visto la
sua Pokémon entrare nel locale.
«Zorua,
ma insomma!» Ora la piccola illusionista si era trasformata
in
Lycanroc, nella forma Crepuscolo, come quello di Ash. e poco dopo in
una copia della sua allenatrice. «O
la smetti o non ti spazzolo più!» Naturalmente la
ragazza non lo
avrebbe mai veramente fatto. Teneva troppo ai suoi Pokémon,
per
farlo seriamente, ma la minaccia fu sufficiente.
Nel
frattempo Tsareena era tornata, reggendo un vassoio con delle bevande
fresche.
Dopo
aver bevuto, la ragazza dai capelli verdi fece, finalmente, la sua
proposta. «Ora,
come sapete questo fine settimana, ad Hau’oli
c’è il Gran Premio
di Alola, e c’è sempre tanta gente. Mi chiedevo se
potevate
aiutarci con il locale. Da quest’anno, potremo usare anche le
strade del circuito qui vicino, quando non si corre. E abbiamo
raccolto molte ordinazioni.» Tutti si guardarono negli occhi.
«Naturalmente,
se accetterete, mangerete gratis e…» Aggiunse la
ragazza. Ash,
sapendo dell’ottima cucina del locale, accettò.
Gli altri fecero
altrettanto, Kawe, Lylia e Suiren in nome della loro amicizia, i
professori per spirito di solidarietà e le due ragazze
spinte in
parte dalla competitività, e anche per non restare indietro.
La
prima grande ondata di clienti ci sarebbe stata per l’ora di
cena,
ma già da prima erano necessari numerosi preparativi, come
prima
cosa i tavoli. Grazie al benestare del preside Oak, la ragazza era
riuscita a farsi imprestare dei grossi tavoli e delle panche. A dire
il vero “corromperlo” era stato facile. Era bastato
offrirgli di
mangiare gratis. Tanto un coperto, con tutta la gente che avevano da
servire…
Avevano
deciso di spartirsi i compiti. Ash aveva fatto un salto nella casa
dove aveva abitato durante la sua permanenza ad Alola, la casa di
Kukui e Magnolia.
Melmetal,
Incineroar e Rowlet lo avevano accolto. Si erano visti da
relativamente poco, ma erano comunque felici di rivederlo. Dopo i
saluti e dopo aver svegliato Rowlet, che si era riaddormentato, Ash
poté finalmente chiedere aiuto ai suoi Pokémon. «Allora,
ragazzi. Ho bisogno del vostro aiuto. Ibis ci ha chiesto un grosso
favore.» Solo sentire il nome dell’amica fece
drizzare le antenne.
«Dobbiamo
andare alla Scuola Pokémon e ritirare alcune cose.
Incineroar,
Melmetal, ho bisogno soprattutto della vostra forza.» I due
Pokémon
erano ben felici di poter aiutare il loro allenatore. Per tutta
risposta Rowlet si posò sulla testa del ragazzo. I due
Pokémon lo
seguirono fino all’edificio, dove gli aspettavano
già Kawe e
Lylia. Con Charizard e Lucario, oltre al preside Oak.
dall’espressione dei due amici e dei loro Pokémon
era evidente che
il preside avesse fatto una delle sue solite, terrificanti, battute
sui nomi dei Pokémon, come suo solito.
L’uomo
aveva condotto il gruppo ai sotterranei della scuola, dove si trovava
tutto quel che serviva. Panche, tavole, cavalletti, di diverse
dimensioni.
Ognuno
si impegnava a prender qualcosa. I due Lucario una panca, Dragonite e
Charizard, così come Melmetal e Incineroar delle tavole, che
avrebbero funto da tavolo vero e proprio. Ash e Kawe dei cavalletti,
che avrebbero poi retto le tavole.
Oak,
notando che Lylia era rimasta bloccata, indecisa su cosa prendere,
decise di incoraggiarla, a modo suo. «Non
Starly imPalkiata! Non ti Centiskorcchia portare le Arctovaglie di
Kartana?» La ragazza, pur di non sentire un’altra
delle squallide
battute di quell’uomo, ne prese quante più
possibile. E seguì gli
amici, per arrivare al locale di Ibis. Prima che venissero chiuse le
strade, restava poco tempo, così tutti dovettero dare una
mano.
Tutti,
compreso il Kahuna Hala, allertato dal viavai, e il suo fidato
Hariyama, il Garchomp di Ash, il Mamoswine di Lucinda, a cui
avevano caricato, sulla robusta schiena, ben quattro tavolacci, ai
Pokémon del professor Kukui, Incineroar, Lucario ed Empoleon
su
tutti.
Riuscirono
a portare tutto quanto appena in tempo. Quando ci sarebbe stata la
pausa tra la prima sessione di prove della categoria principale e la
seconda sessione della categoria lite, si sarebbero occupati di
riempire la dispensa per il turno di cena. E, non ironicamente, non
appena le strade vennero riaperte, furono i primi a ritirare le merci
ordinate, potendo contare su quelle di qualità migliore. Ne
approfittarono per richiedere anche le cose per i due giorni
seguenti, che sarebbero stati anche più
impegnativi.
I
clienti, tanto al turno di pranzo, in ritardo rispetto al solito, per
ovvi motivi, quanto a quello di cena, erano turisti venuti da ogni
parte del mondo, molti avevano approfittato della gara per visitare
Alola.
Avevano
finito di servire gli antipasti ed i primi e si erano seduti nel
tavolo che si erano riservati, quando vennero interrotti da una voce,
per alcuni familiare. «Non
vi dispiace se mangio con voi?» Dopo un secondo di silenzio,
qualcuno rispose, o meglio, qualcuna. «
Si,
f-fai pure, ci mancherebbe, ma la prossima volta, non farmi
spaventare!» Orlando cercò di non ridere. «Te
lo dovevo, Lylia» Per fortuna, da uno dei due lati vi era un
posto
libero, vicino a Ibis.
«Non
sapevo lo conosceste!» Si stupì Ash. «A
dire il vero conosco, diciamo così di fama, Ibis e basta.
Sono
venuto qui perché conoscevo voi altri. Ma non importa. La
verità è
che aveva un incontro di lavoro qui, ma mi hanno dato buca e,
riconoscendo dei volti familiari, ho pensato di venire a fare quattro
chiacchiere.» Lucinda gli fece cenno di non preoccuparsi,
quindi il
pilota si presentò sia a Kawe che a Suiren.
«Oltre
a questo sono venuto qui per dirti una piccola cosa. Purtroppo non
hanno accettato la mia proposta. Dicono che è
perché non vogliono
portare indietro qualcosa che può essere consumato, come il
cibo. Ma
io ho già fatto una mezza promessa, quindi io e i miei
compagni di
squadra verremo da te. E porteremo quello che ti avevo
promesso» La
ragazza sorrise, poi, riferendosi al gruppo «Mi
raccomando, non dite nulla a mio fratello. Arriverà domani.
Deve
essere una sorpresa e se lo dici, che sorpresa è?»
Tutti convennero
che la ragazza dai capelli verdi avesse ragione.
«Quanto
a te, Orlando… ho sentito che sei un allenatore molto forte.
E da
ex rivale di Ash, per me sarebbe un onore affrontare il suo nuovo
rivale e metterlo alla prova» I due ragazzi coinvolti ci
rimasero un
po’ così. Si, avevano lottato
diverse
volte, tra cui alla finale del Torneo Mondiale, finita in un
pareggio, e che quindi aveva permesso a Ash di restare
monarca,
con quello che Kawe considerava “il nuovo rivale di Ash", di
salire sino alla seconda posizione. Per la cronaca
Ash
aveva affrontato Diantha nella prima fase e Dandel nella seconda,
mentre Orlando aveva affrontato Rocco nella prima
fase
e Camilla nella seconda.
Nonostante
la loro amicizia, nessuno dei due si era risparmiato in quella lotta
totale, con grande piacere del pubblico.
«A
dire la verità non ci consideriamo rivali. Ma non per questo
rifiuto
la tua proposta. Lunedì, ma spero che tu sia abbastanza
cavaliere da
dare precedenza a Lylia» Il professore sorrise, pensando che
il
pilota avesse fatto una battuta sulla mossa Precedenza,
com’era suo
solito fare.
Kawe
si limitò ad accettare. Non poteva far altro del resto.
Tantopiù
che ora l’amica era diventata un’allenatrice
davvero
molto
forte. Sarebbe stato interessante vederla lottare contro un
avversario di livello e anche lui avrebbe potuto imparare
qualcosa
da quella lotta. Senza alcun dubbio.
Dopo
le terze libere, disputate da mezzogiorno a l’una, ci
sarebbero
state le qualifiche, disputate dalle quattro del pomeriggio. Il
programma della categoria Lite di quella giornata era terminato con
le qualifiche, disputate prima della terza sessione di prove.
Ora
era il momento della prima fase di qualifica. Dal regolamento, con
trenta auto, nella prima fase, ne sarebbero state eliminate quindici,
con le quindici più veloci che potevano accedere alla fase
successiva.
Chiaramente
l'obiettivo di tutti era il medesimo. Qualificarsi alla fase
successiva. Per chi navigava già in quella categoria, per
confermarsi, per chi era all’esordio, per dimostrare che i
team
avevano fatto una buona scelta.
Il
regolamento aveva allungato i tempi delle qualifiche, portando le
sessioni da un quarto d’ora a mezz’ora.
In
un circuito lento e stretto come quello di Hau’oli, i team
facevano
di tutto per far uscire i piloti il prima possibile. Inoltre, essendo
una pista ad altissimo carico, ogni qualsiasi scia avrebbe potuto
inficiare sui tempi sul giro. Il consumo delle gomme era minimo, per
cui i piloti potevano fare tanti giri imbarcando parecchio carburante
e migliorare costantemente i tempi. Montando mescole nuove solo nella
fase finale.
Alla
fine della prima fase, tutte e tre le ARTM passarono la tagliola
delle qualifiche, con un ottimo lavoro da parte di Camilla, che aveva
ottenuto, al debutto, un'ottima decima posizione.
Era
però il momento di fare sul serio, la fase cruciale delle
qualifiche, gli ultimi giri. Quelli in cui la benzina era poca e
la
gomma
nuova. Dopo aver completato il giro di riscaldamento era il
momento del giro vero e proprio. Orlando aveva tra le mani la
possibilità di cominciare la stagione con una pole.
Aveva
appena tagliato il traguardo e stava percorrendo il breve rettilineo
che conduceva alla prima curva, che si trovava in prossimità
del
tempio dedicato al protettore dell’isola, Tapu Koko.
Superato
il tempio si sarebbe affrontata una curva in salita, la seconda
curva, seguita dalla terza, a sinistra. La quarta curva, invece, era
molto vicina al negozio di Malasade, da cui prendeva il nome, curva
che segnava anche il confine tra il primo e il secondo settore. La
quinta curva è forse una delle più iconiche del
circuito, poiché
portava nella zona più spettacolare della pista. Che parte
dalla
discesa verso il tornantino, il punto più lento di tutta la
pista.
Tornantino che porta a due curve a destra, molto simili fra loro,
entrambe piuttosto lente. Queste avrebbero condotto poi alla nona
curva, affrontata praticamente in pieno. Superato questo tratto,una
terminava il secondo settore, e si entrava nel terzo, che accoglieva
i piloti con una chicane che spezzava il ritmo e che, nel corso del
weekend, aveva fatto numerose vittime.
Superata
anche questa indenne, e con un tempo molto migliore del suo
precedente tentativo, il ragazzo affrontò la dodicesima
curva,
vicina al bar ristorante.
Superata
senza errori anche quella, un'ulteriore curva, molto veloce, da fare
praticamente in pieno, per poi doversi ributtare, di nuovo, sui
freni. E accelerando di nuovo su una lunga curva, che porta alla
curva vicina alla Cucina di Aina, dalla quale prende il nome, per
affrontare le ultime due curve, dedicate all’Araldo del Sole
e all’
Araldo della Luna.
Il
ragazzo aveva concluso il giro in un minuto, quattro secondi e tre
decimi. Record della pista in qualifica. Non aveva tempo di tentare
un altro giro. Doveva attendere. E l’attesa era terribilmente
snervante.
Solo
quando il suo ingegnere di pista gli confermò che il suo
tempo era
valso la pole, finalmente il ragazzo si calmò. Il suo
compagno di
squadra aveva il secondo tempo, Camilla apriva la sesta fila, un
ottimo risultato per essere la prima qualifica, per di più
in una
pista così difficile.
Ma
le difficoltà per chi era al debutto e, a dire il vero anche
per i
più esperti, dato ciò che è in grado
di fare.
Le
prime avvisaglie si ebbero verso le tre del pomeriggio. Mentre i
gestori delle varie attività stavano sgomberando la pista.
Il
cielo si era fatto scuro. Nuvole cariche di pioggia erano pronte ad
abbattersi sulla città.
Il
rischio pioggia non aveva spaventato il pubblico, che era presente
numeroso, pronto a gustarsi tanto l’evento, quanto gli eventi
di
contorno. E, per quell’occasione si trattava di lotte in
doppio. E,
con ben due degli otto allenatori più forti del mondo che,
con tutta
probabilità si sarebbero scontrati nella fase finale.
Dal
momento che le coppie erano quindici, ci sarebbero stati due
allenatori speciali, non piloti, che avrebbero disputato il torneo
come se lo fossero.
Il
campione o la campionessa in carica, tranne nel caso in cui il
campione o la campionessa fosse già di suo un pilota e, in
ordine,
il super coordinatore o la super coordinatrice vincitore o vincitrice
del Gran Festival, la Regina del varietà.
Questo
nel caso in cui l’organizzazione decidesse di organizzare il
torneo
di lotta e non le esibizioni.
Di
base, ad Alola e Unima si optava sempre per dei tornei di lotta,
mentre ad Hardana, a Kanto, ad Hoenn, e Sinnoh, in metà dei
Gran
Premi si optava per i tornei di lotta e in metà esibizioni
dei
coordinatori e delle coordinatrici che avevano partecipato al Gran
Festival.
A
Kalos, unicum in tutto il calendario, non venivano mai organizzati
tornei di lotta, ma solo ed esclusivamente esibizioni di coordinatori
e coordinatrici e gara di lotta in doppio tra due super coordinatori
o super coordinatrici che si sono particolarmente distinti, o
esibizioni delle Performer che hanno avuto accesso alla Master Class
e della Regina di Kalos.
L’unicità
di Alola era data dal fatto che non vi si disputassero né
gare né
varietà, quindi il campione aveva piena libertà
su chi scegliere.
La sola regola era che la persona scelta potesse usare le Mosse Z. E,
grazie ad un piccolo magheggio, Serena era stata in grado di ottenere
un terzo cristallo Z. Di tipo folletto.
E
Ash, da campione qual era, aveva già deciso chi sarebbe
stata la sua
partner.
La
coppia avrebbe affrontato i piloti in ultima fila.
Al
pubblico, in fin dei conti interessavano soprattutto le lotte del
campione di Alola e attuale monarca, della campionessa di Sinnoh e
del campione in carica della Formula Cinque Cilindri.
E,
per gli spettatori, sin dall’inizio ci sarebbe stato da
divertirsi,
Ash e Serena che avrebbero affrontato i piloti in ultima fila.
Contrariamente alla metropoli di Unima, non c’erano
dispositivi che
rialzavano il campo di lotta, ma semplicemente veniva disposto un
palco sulla griglia di partenza.
Ash
e Serena avrebbero affrontato i piloti nell’ultima fila. E
sarebbero stati i primi a scendere in campo, o, per certi versi, a
salire. Da regolamento, per ogni fase si doveva usare un
Pokémon
diverso a turno.
I
due erano saliti sul palco, tra gli applausi della folla,
così come
erano stati applauditi gli ultimi due qualificati.
Pikachu
fremeva dalla voglia di lottare, ma Ash lo fermò. «Amico,
al prossimo turno, ok?» Il Pokémon elettro
accettò. Dopotutto si
fidava del suo allenatore e sapeva che avrebbe fatto di tutto per
passare a quella fase.
Serena,
contrariamente al ragazzo, poteva contare su un ridotto numero di
cristalli Z, tre, di cui uno ottenuto ad umma umma, grazie
all’intercessione di Lylia con Rika, un capitano, specialista
del
tipo folletto.
Questo
voleva dire una sola cosa, la ragazza avrebbe potuto impiegare
unicamente Delphox, Sylveon e Zorua.
Per
cui, alla ragazza non restava altro che scegliere. Si fidava di Ash e
dei suoi Pokémon, e comprendeva la sua scelta di
voler
riservare il meglio per Pikachu.
Da
una posizione privilegiata, a seguire la lotta, alcune persone che
tanto la nativa di Kalos quanto Lucinda, stavano imparando a
conoscere.
Lucinda
era stata informata da Lylia, con la quale aveva quel minimo di
confidenza in più, sul fatto che una certa ragazza
amante
dei Pokémon di tipo acqua, fosse alquanto pettegola. E
quindi di non
dirle nulla circa la relazione tra Ash e Serena,
facendo
sì che la stessa lo notasse da sola.
Fino
ad ora, nonostante i due avessero fatto in tempo solo e soltanto a
raggiungere il campo di lotta, aveva tempestato di
domande
tutto il gruppo, riguardo chi fosse quella misteriosa ragazza.
Non
ottenendo risposte poi così esaustive. Solo che era quella
famosa
compagna di viaggio di cui aveva parlato nei suoi racconti. Non
un’informazione interessante.
Ash
e Serena avrebbero dovuto affrontare Amos e Manuel.
Ash
schierò Lycanroc, Serena, invece la sua Delphox. I loro
avversari,
invece, un Ursaring e un Rillaoboom. Ash e Serena scambiarono uno
sguardo di intesa. Avevano deciso il loro piano di azione.
«Lycanroc,
usa Rocciarapida su Ursaring!» Ordinò il campione
di Alola. Sapeva
che quella mossa avrebbe permesso al suo Pokémon di
attaccare per
primo.
Contemporaneamente
Serena ordinò alla sua Delphox di usare Magifiamma sul
Rillaboom
avversario. Mentre Lycanroc iniziò la sua corsa contro
l’avversario,
il suo corpo si illuminò di una luce bianca, e
colpì l’Ursaring
avversario in pieno petto, prima che potesse caricare il suo
focalcolpo. Questi cadde di schiena, sul campo di lotta.
Contemporaneamente Manuel ordinò al suo Rillaboom di
utilizzare
Foglielama su Lycanroc. Manuel aveva individuato nel lupo di tipo
roccia la maggiore minaccia. Tuttavia la fiammata generata dal
bastone della Delphox della ragazza fu più veloce, bruciando
le
foglie lanciate da dei colpi del tamburo del gorilla di tipo erba.
«Grazie,
ma ora facciamo sul serio, ok? Lycanroc usa Pietrataglio su
Rillaboom!» Serena guardò Ash in modo
strano.
Sapeva
che il suo ragazzo era uno che sapeva quel che faceva,
perché
attaccare Rillaboom se la sua Delphox poteva colpirlo con i suoi
potenti attacchi di tipo fuoco?
«Va
bene, Delphox, allora noi ci prendiamo Ursaring! Fuocobomba!»
Il
Pokémon Volpe generò dal suo bastone una sorta di
stella infuocata
che poi lanciò verso l’Ursaring avversario.
L’allenatore
del Pokémon Letargo non disse nulla. Sembrava quasi che
volesse che
il suo Pokémon venisse colpito dal potente attacco di tipo
fuoco.
«Oh,
no!» Serena comprese la strategia del suo avversario quando
ormai
era troppo tardi.
Ursaring
aveva l’abilità Dentistretti,
un'abilità che rendeva gli attacchi
più forti qualora chi la possiede fosse bruciato, avvelenato
o
paralizzato.
Intanto
il Pietrataglio di Lycanroc aveva ottenuto ciò che Ash
desiderava.
Far sì che Rillaboom non potesse più contare sul
suo tamburo.
Lanciato a diversi metri di distanza e rendendo impossibile per il
Pokémon recuperarlo, a meno di non dare forfait. Senza il
suo
tamburo era indifeso. E anche i suoi attacchi risultavano meno
potenti.
Contemporaneamente
Ursaring era stato colpito dall’attacco di fuoco e bruciato,
come
voluto dal suo allenatore.
«Molto
bene, proprio quel che volevo! Ora Ursaring usa Martelpugno su
Lycanroc!» Ordinò Amos. Contemporaneamente Manuel
ordinò al suo
Rillaboom di utilizzare Campo Erboso. Non potendo contare sul suo
tamburo, dovette reinventarsi, creando il campo saltando sul posto.
Il palco venne ricoperto da uno strato di erba e si illuminò
di
verde.
Questo
permetteva a tutti i Pokémon presenti di recuperare energie,
compreso Ursaring, che così poteva compensare quelle che gli
venivano sottratte dalla bruciatura.
Ursaring
colpì Lycanroc con un potente pugno sul lato destro del
corpo,
spedendolo diversi metri indietro. L’allenatore del
Pokémon
Letargo pensò che quell’attacco fosse stato
sufficiente a
sconfiggerlo. Ma si sbagliava di grosso.
«Contrattacco!»
Ordinò il campione di Alola. Il corpo del Pokémon
Lupo si illuminò
di un’aura azzurra e caricò l’Ursaring
avversario, colpendolo
con tutto il corpo con una potenza spaventosa. Non solo aveva
resistito a quel potente attacco di tipo lotta, ma glielo aveva
restituito al doppio della potenza. E in più, ma questo Amos
non
poteva saperlo, ma quell’attacco era stato ulteriormente
potenziato
dall’abilità del Pokémon Lupo,
Unghiedure.
Ash
e Serena si scambiarono uno sguardo d’intesa.
Si
strinsero le mani, e toccarono il cristallo Z l’uno
dell’altra.
«Lycanroc!»
Gridò Ash, facendo ben attenzione a farsi sentire dal suo
Pokémon,
che, nel frattempo, aveva recuperato parzialmente, grazie al campo
erboso, ed era pronto a dare il colpo finale.
«Delphox!»
Gridò Serena. «Siete
pronti?» Gridarono insieme. I loro avversari avevano capito
cosa i
due volevano fare.
«Mostriamo
la nostra vera potenza!» Gridarono. «Lycanroc!
Usa Gigamacigno Polverizzante!» Ordinò Ash. «Delphox!
Usa Fiammobomba detonante!» Il macigno generato dal
Pokémon Lupo
venne circondato dalla fiammata del Pokémon Volpe,
diventando simile
ad un meteorite. I loro avversari erano troppo spaventati per
reagire. Il meteorite colpì i due Pokémon
avversari, che,
spaventati, si erano abbracciati l’un
l’altro.
«Ursaring
e Rillaboom non sono più in grado di lottare! Vincono
Lycanroc e
Delphox!» Ash e Serena si abbracciarono e, in modo simile,
Lycanroc
saltò addosso a Delphox, cogliendola di sorpresa e facendola
quasi
cadere.
Superata
l’iniziale sorpresa, la volpe Fuoco/Psico, si mise a giocare
con
Lycanroc. Nel mentre gli allenatori coinvolti nella lotta, si erano
schierati al centro del campo per compiere il rito di fine lotta, la
tipica stretta di mano.
Dopo
diverse lotte, era finalmente giunto il turno di Camilla e di Marcus,
il suo compagno di fila, che avrebbero sfidato Dino e Jean. La
campionessa mandò in campo la sua Milotic, mentre il
compagno di
fila una Ninetales. I loro avversari, invece un Umbreon e un Breloom.
Camilla
fece intendere al suo compagno di fila che sarebbe potuta benissimo
cavare da sola, e quindi se il suo alleato voleva lottare con lei,
non la doveva intralciare.
«Milotic,
cominciamo! Incantavoce!» Il grosso serpentone acquatico
generò
dalla bocca un’onda d’urto a forma di cuore di
colore rosato che
colpirono entrambi gli avversari, facendoli indietreggiare.
«Ninetales!
Ondacalda!» La Ninetails del ragazzo generò dalla
bocca una palla
di fuoco che attraversò l’attacco di Milotic ed
esplose addosso
agli avversari.
Marcus,
originario di Kanto si dilettava come coordinatore e, aveva sfruttato
l’occasione per mostrare le sue abilità. Il
Breloom di Jean venne
sconfitto dalla combinazione di attacchi. Umbreon subì
alcune
ferite, ma era comunque in grado di continuare. Da regolamento lo
showdown sarebbe stato tra la Milotic di Camilla e l’Umbreon
di
Dino. Marcus e Jean, e i loro Pokémon dovettero seguire da
spettatori il round tra i due.
Camilla
sorrise. Ora potevano fare sul serio. «Milotic
usa Idropompa!» Ordinò la campionessa di Sinnoh.
Dalla bocca della
Pokémon si generò un gigantesco turbine
d’acqua che ben presto
avrebbe colpito Umbreon. Se il suo allenatore non avesse fatto nulla,
sarebbe stato sconfitto, o comunque ferito.
«Umbreon!
Traglia l’Idropompa con Codacciaio!» Il
Pokémon LuceLunare seguì
il comando del suo allenatore. Spiccò un balzo e la sua coda
si
illuminò di bianco, affettando in due l’attacco di
acqua e
colpendo Milotic in testa.
«Idrondata!»
La Milotic di Camilla restituì il colpo subito, con un
rapido
movimento della coda, che si era ricoperta di uno strato
d’acqua.
Colpì e rispedì indietro l’Umbreon
avversario, che cadde a terra
e faticava a rialzarsi. «E
ora chiudiamola! Milotic Metaltestata!» Il corpo della
Milotic della
campionessa si mosse con una rapidità incredibile e
colpì l’Umbreon
avversario prima che potesse accorgersene.
«Umbreon
non può più lottare, vince Milotic!» Il
tono dell'annunciatore era
quello di una persona che si aspettava un
risultato
del genere e doveva fingere entusiasmo.
Le
altre lotte, poco entusiasmanti, proseguirono fino al momento in cui
toccava ai piloti coinvolti nelle prime due file.
Orlando
e Alberto contro Valerio e Simon.
Il
nativo di Hardana, simbolicamente o meno, decise che, durante la
prima lotta, il suo Pokémon sarebbe stato il suo Lucario. Il
suo
compagno di fila e di squadra schierò Flareon.
I
loro avversari, invece, schierarono un Meganium e un Tyranitar. Due
Pokémon talmente diversi che veniva da chiedersi come
avrebbero
potuto cooperare.
«Se
permettete cominciamo noi… e direi che non possiamo perder
tempo!»
Orlando toccò la sua pietrachiave che reagì con
la megapietra del
suo Lucario, liberando una gigantesca quantità di
energia.
L’aspetto
del Lucario del ragazzo cambiò notevolmente. Le appendici in
grado
di percepire l’aura crebbero di dimensione e si tinsero di
rosso
nella parte finale, stesso discorso per gli arti, tanto quelli
inferiori quanto quelli superiori.
Sulle
spalle, sulle mani e sui piedi spuntarono ulteriori punte. La
pelliccia color crema sul petto crebbe in dimensioni, inglobando la
coda.
«Bene,
ora possiamo cominciare! Lucario Usa Meteorpugno su
Tyranitar!»
Ordinò. Il Mega Lucario del ragazzo si mise a correre contro
il suo
avversario e lo colpì con un potente pugno, in pieno
petto.
Contemporaneamente
Flareon aveva attaccato il dinosauro di tipo erba facendolo
vacillare. L’allenatore di Meganium, approfittando
dell’avvicinarsi
di Flareon per imprigionarlo con le sue liane.
Flareon
era imprigionato e quel Tyranitar stava per attaccare Lucario con
Pietrataglio. L’allenatore di quest’ultimo,
accorgendosene,
ordinò al suo Pokémon di spostarsi in direzione
di Meganium,
causando confusione nei due avversari.
I
massi affiliati spuntati dal terreno tagliarono le fruste di
Meganium, liberando Flareon.
«Tyranitar
usa Pietrataglio su Flareon!» Ordinò Valerio. «Tu,
Meganium usa Energipalla su Lucario!» Il Pokémon
Erbe generò dalla
bocca una palla di colore verde scuro e la lanciò contro il
Lucario
avversario.
«Benissimo!
Forzasfera! Prendi l’Enenrgipalla!» Il Lucario di
Orlando lanciò
contro la sfera di energia lanciata da Meganium il suo potentissimo
attacco di tipo lotta.
La
sfera di energia azzurra aveva inglobato l’attacco avversario
e si
era abbattuta contro l'utilizzatore, esplodendogli in pieno volto.
Intanto Tyranitar era stato attaccato, nella parte interiore del
corpo dal poderoso doppiocalcio di Flareon.
E,
per quanto cercasse di rialzarsi, non ci riusciva.
Il
suo allenatore sapeva che, se il suo Pokémon non si fosse
rialzato,
sarebbe stato in grave pericolo.
«Lucario,
possiamo chiuderla! Usa Forzasfera su Tyranitar!» Il
Pokémon Aura
spiccò un balzo, mentre generava, tra gli arti superiori,
una sfera
di energia azzurra.
«Tyranitar!
Attacca con Neropulsar!» Il Pokémon armatura
generò dalla bocca
una serie di anelli oscuri, dal colore violaceo e gli
scagliò contro
il Lucario avversario, ma questi schivò facilmente.
Tyranitar
venne sconfitto dal potente attacco di tipo lotta, e poco dopo lo
stesso destino attese Meganium, colpito dal Fuococarica di Flareon.
«Tyranitar
e Meganium non possono più continuare, vincono Megalucario e
Flareon!» Decretò l’arbitro. Una
vittoria abbastanza ovvia che
permise ai due di passare alla fase seguente.
Dagli
spalti, per un attimo, Lylia si pentì della sua scelta. Il
suo
Lucario non avrebbe potuto competere. Poi, nella sua testa,
risuonarono le parole dell’amico. Anche se sai di non poter
vincere, dai il meglio e impara qualcosa da quella lotta.
Andando
sempre dal fondo verso le file più avanzate. Ergo i primi a
lottare
sarebbero stati Ash e Serena, contro i vincitori della lotta tra le
due file successive. Lito e Sergio.
Il
primo aveva mandato in campo Glaceon, il secondo una Froslass.
«Adesso
tocca a te!» Gridò la coppia, mentre mandavano in
campo i loro
Pokémon. Ash mandò in campo il suo Typhlosion.
Questo voleva dire
che Pikachu avrebbe lottato nella fase successiva. Ash sapeva che non
avrebbe dovuto affrontare Camilla nella fase successiva, dal momento
che l’ordine delle lotte veniva scambiato, nella fase
successiva,
infatti Camilla e il suo compagno di fila, avrebbero affrontato
Orlando e il suo compagno di squadra. Ash guardò il
Pokémon messo
in campo dalla sua ragazza. Non si era detto che avrebbe mandato in
campo Zorua? Allora perché in campo
c’èra Pancham?
Il
ragazzo dovette pensarci alcuni istanti. Zorua poteva fingere di
essere un Pokémon o addirittura un persona, se volesse. E
lei, forse
strategicamente, non aveva annunciato il Pokémon che aveva
mandato
in campo.
«Possiamo
iniziare!» Gridò Ash. «Ruotafuoco
su Glaceon!» il Typhlosion di Ash si appallotolò
su se stesso e le
fiamme sulla sua schiena si erano espanse intorno al suo corpo.
«E
te, invece usa Ombrartigli su Froslass!» Ordinò
Serena. Quello che
lasciò stupefatti gli avversari non fu tanto
l’utilizzo di quella
mossa, che anche il Pokémon Briccone poteva imparare, quanto
l’estrema rapidità con cui l’attacco
avvenne. L’allenatore
aveva ordinato alla sua Froslass di schivare, ma questi si era basato
sulla non strepitosa velocità di Pancham. Aveva anche
ordinato alla
sua Froslass di attaccare con Palla Ombra.
Prima
che la stessa potesse generare, tra i suoi arti superiori, la sfera
di energia oscura di colore viola scuro, e scagilarla contro
l’avversaria, ma prima che potesse caricare, il suo attacco,
venne
colpita da quegli artigli spuntati dalle mani di quella creatura.
Contemporaneamente Typhlosion stava rotolando per il campo di lotta e
aveva preso e trascinato con sé il Glaceon avversario, che a
ogni
rotazione, non solo doveva subire le bollenti fiamme del
Pokémon
Vulcano e il suo peso di oltre ottanta chili. Il suo allenatore gli
aveva ordinato di utilizzare geloraggio, nella speranza di rallentare
la corsa del suo avversario con del ghiaccio, ma senza ottenere
l’effetto sperato. Il raggio di ghiaccio sublimava, a
contatto con
tutto quel calore. Andava un po’ meglio
all’alleato. Con un Palla
Ombra ben lanciato, aveva dissolto l’illusione, mostrando il
perché
di quell’insolita velocità di Pancham.
«Benissimo,
Zorua! Ora vai con Urtoscuro!» Dal tono della ragazza era
chiaro
come, nel corso del tempo, grazie anche all’influenza di Ash,
avesse molto migliorato la sua decisione nel lottare.
La
piccola illusionista si mise sulle zampe posteriori per poi ricadere
sul terreno, generando un’onda d’urto colorata
principalmente di
nero e di viola.
«Bene,
Typhlosion, puoi mollare la presa!» Ordinò Ash. il
Pokémon Vulcano
seguì l’ordine del suo allenatore, scagliando, per
inerzia, era
stato scagliato direttamente contro l’attacco creato dalla
Zorua di
Serena. Attacco che, espandendosi, in cerchio aveva raggiunto e
colpito la Froslass e il Glaceon avversari. Ash stava ancora
aspettando. Urtoscuro era una mossa indubbiamente potente, ma
rischiava anche di colpire gli alleati.
E,
infatti, l’enorme onda di energia di colore nero stava per
raggiungere Typhlosion. Ancora pochi istanti e sarebbe stato
raggiunto
da quell’attacco. «Non
adesso… non ancora… VAI!
Ruota-aeroassalto!» Il Pokémon
Vulcano spiccò un grosso balzo e iniziò ad
appallottolarsi su se
stesso, ricoprendosi di fiamme.
Attaccò
in contemporanea i due avversari, mandandoli uno contro
l’altra.
«Benissimo,
credo che sia arrivato il momento! A te l’onore!»
Serena comprese
immediatamente il messaggio.
«Hai
sentito, Zorua? È il nostro momento!» La ragazza
toccò il suo
Obscurium Z, che reagì con la piccola volpe di tipo buio.
«Mostriamo
di cosa siamo realmente capaci! Regaliamo un sorriso a questo
pubblico! Mostriamo la vera potenza delle
Mosse
Z! Buco Nero del Non ritorno!»
L’allenatrice
e la piccola illusionista eseguirono una codificata serie di pose,
che culminarono nel momento in cui, la Zorua
generò
dagli arti anteriori una sorta di sfera oscura che, immediatamente
scagliò verso i suoi avversari.
Questi
vennero assorbiti a dalla stessa.
Conclusa
questa fase, la sfera si rimpicciolì, in una sorta di
esplosione.
«Glaceon
e Froslass non possono più continuare! Vincono Zoura a
Typhlosion!»
Il verdetto dell’arbitro, come sempre, diede fine alla lotta.
Ash
e Serena erano passati alla fase seguente. Si sarebbero scontrati
contro coloro che avrebbero passato la fase successiva. Si sarebbero
scontrati coi vincitori della lotta seguente.
Che,
avendo vinto la loro lotta in maniera non molto entusiasmante,
sarebbero potuti essere degli avversari relativamente semplici. Non
altrettanto semplice sarebbe stata la lotta che avrebbero dovuto
affrontare gli avversari di Camilla e del suo compagno di fila. Una
di loro, a dire il vero era un’avversaria, la sola donna,
insieme a
Camilla ad essere in griglia. Milly.
La
campionessa di Sinnoh ebbe, inizialmente una leggera esitazione su
chi mandare in campo.
«Benissimo,
Tocca a te Roserade!» Il suo compagno di fila, dal canto suo,
mandò
in campo uno Staraptor maschio.
I
loro avversari, entrambi originari di Kalos, mandarono in campo un
Gogoat e un Pangoro.
«Vai
Gogoat! Usa Riduttore su Roserade!» Ordinò
l’allenatore del
Pokémon cavalcatura, mentre la sua compagna aveva ordinato a
Pangoro
di usare Gelopugno contro Staraptor.
Se
l’allenatore di quest’ultimo, gli aveva
semplicemente ordinato di
schivare, beccandosi un’occhiataccia dalla campionessa.
Nello
stesso istante, Camilla aveva ordinato al suo Roserade di utilizzare
Velenpuntura per difendersi.
Dopotutto
la miglior difesa era l’attacco. Appena il montone di tipo
erba si
avvicinò a sufficienza, i fiori sulle punte delle braccia
del
Pokémon Floreale si erano intrisi di veleno. Questo aveva
fatto sì
che il loro colore virasse ad una tonalità violacea. Appena
il
Pokémon cavalcatura fu sufficientemente vicino, Roserade
riposizionò
le sue braccia, in modo da tirare dei pugni intrisi di veleno al
rivale, pugni talmente potenti da fermare la corsa del
Pokémon
cavalcatura e da spedirlo verso l’ingombrante alleato,
intento,
senza successo ad attaccare il veloce avversario di tipo
volante.
Pangoro,
che oltre a dover evitare l’impatto con il suo alleato,
doveva
guardarsi bene dallo Staraptor avversario. Questi infatti stava per
attaccare con un Baldeali. Il Pokémon Rapace stava planando
ad una
velocità sorprendente contro l’ingombrante
bersaglio. Il corpo del
rapace era illuminato da una luce azzurra, mentre colpiva dritto alla
schiena facendolo cadere a terra, addosso all’alleato che
già di
suo, faceva fatica a rialzarsi.
«Pangoro
e Gogoat non possono più continuare, vincono Roserade e
Staraptor!»
Le dichiarazioni dell’arbitro avevano reso chiaro a tutti
l’esito
di quella lotta. Dopo una lotta non entusiasmante, era il turno di
Orlando e di Alberto, il suo compagno di fila. Se avessero vinto
avrebbero sfidato Camilla e il suo compagno di fila.
Orlando
mandò in campo la sua Togekiss, mentre Alberto
mandò in campo
Excadrill. Una coppia che aveva già dimostrato il suo
valore, in
altre occasioni.
I
loro avversari avevano mandato in campo un Machamp e un
Pachirisu.
«Molto
bene! Pachirisu! Usa scarica su Togekiss!» Ordinò
l’allenatore
del secondo, mentre il primo aveva ordinato al suo Machamp di usare
Granfisico.
Il
Pokémon Elescoiatto generò dal corpo una corrente
di colore
azzurro, diretta verso l’avversaria.
«Togekiss,
sai cosa fare!» Ordinò Orlando. Questa si
appoggiò sulle spalle di
Excadrill, con la talpa Terra/Acciaio che la tenne stretta a
sé con
gli arti superiori.
Questa
insolita tecnica fece in modo che la scarica elettrica potesse essere
assorbita dal Pokémon Sottoterra senza alcun danno per
l’alleata.
Questi, con un potente calcio sul terreno, aveva attaccato il
roditore elettrico con una potente Frana, rinichiudendolo in una
prigione di pietra.
Ora
che il nemico numero uno era bloccato, era giunto il momento di
occuparsi di quel Machamp.
«Togekiss,
forza! Usa Eterelama su Machamp!» Il Pokémon Festa
generò dalle
sue ali delle lame d’aria che raggiunsero
l’avversario distrusse,
con una scarica di pugni, tutte le lame d’aria prima che le
stesse
potessero colpirlo.
«A
quanto pare è un tipo tosto! Sarà un bel
riscaldamento per
Camilla!» Orlando sorrise. Il suo alleato stava stravincendo.
Excadrill aveva scosso il terreno di lotta con un potente battiterra,
che aveva fatto sbattere il roditore avversario contro la trappola di
pietre. Questi, per tentare di liberarsi, aveva lanciato numerosi
attacchi elettrici, e questo, sommato ai danni dei continui
Battiterra avversari, era troppo.
«Pachirisu
non può più lottare! Si va per lo Showdown!
Togekiss contro
Machamp!» Decretò l’arbitro. «Fai
attenzione, quel Machamp è un tipo tosto!» La
Togekiss sembrò
capire.
«Molto
bene, allora! Avvicinati e usa Palla Ombra!» La
Pokémon Festa
iniziò a generare dalla bocca una sfera di energia dal
colore
violaceo, rivestita da scariche dello stesso colore. Durante il
caricamento dell’attacco, si avvicinò al Machamp
nemico in modo da
evitare che lo stesso potesse distruggerla con il suo Pugnoscarica.
La
tecnica sembrò funzionare, Machamp venne colpito
dall’attacco, che
deflagrò causandogli non pochi danni.
«Afferralo!»
Il Pokémon Megaforza non se lo fece ripetere due volte,
bloccando la
sua avversaria con le quattro braccia e stringendola. Orlando,
capendo che la sua Pokémon fosse in difficoltà,
comprese che
avrebbe dovuto liberarsi al più presto.
«Magibrillio!»
Il corpo della Pokémon si illuminò di una luce
rosata accecante, ma
questo non sembrò avere l’effetto sperato.
L’avversario non
aveva mollato la presa. Tuttavia tanto l’allenatore quanto la
sua
Pokémon erano consapevoli che non era ancora arrivato il
momento di
arrendersi.
Ora
la Togekiss aveva rilasciato tutta quell’energia sotto forma
di
un’esplosione multicolore, che aveva investito
l’avversario e lo
avevano costretto a mollare la presa.
«Benissimo,
Togekiss, è il momento di sventolare la bandiera a scacchi
su questa
gara!» Il ragazzo toccò il suo cristallo Z di tipo
volante. «E
facciamo in modo di farlo nel nostro stile! It’s Hammer Time!
Picchiata Devastante!» Dal cristallo si sprigionò
una forza che
avvolse prima l’allenatore e poi la Pokémon.
Questa
spiccò il volo, raggiungendo rapidamente le migliaia di
metri di
quota, per poi deviare il suo percorso e andare in picchiata verso il
suo avversario.
Avversario
che ancora non si era ripreso dal colpo subito in precedenza.
L’impatto fu inevitabile. E fu talmente rapido che gli
avversari
non si accorsero di nulla.
«Machamp
non può più continuare! Vince Togekiss! Di
conseguenza passano
Orlando e Alberto!» annunciò l’arbitro.
Ora era il momento di Ash
e Serena. Avrebbero dovuto affrontare la coppia che occupava la nona
fila. Se avessero vinto, avrebbero avuto accesso alla finale.
Ash
aveva mandato in campo il suo Lucario, Serena il suo Pancham. I loro
avversari schierarono un Aggron
e
un Talonflame. L’allenatore di quest’ultimo era ben
consapevole
di poter contare sulla sua abilità Aliraffica, che gli
permetteva di
attaccare per primo se utilizzava una mossa di tipo volante.
Sfruttando
questa sua abilità, attaccò il Pokémon
Briccone con un potente
Aeroassalto, colpendolo in pieno petto e
portandolo
in volo con sé. Contemporaneamente Aggron aveva attaccato un
un
poderoso Cannonflash. Stava generando dalla bocca un flusso di
energia dal colore metallico, e la stava lanciando contro il Lucario
di Ash, che aveva abilmente schivato. E anche il Pancham di Serena
era stato in grado di ribaltare una situazione sfavorevole.
Talonflame aveva attaccato Pancham in pieno petto, questo, nelle
intenzioni dell’allenatore avrebbe dovuto farlo volare, ma
questi
aveva tenuto la presa sul Pokémon Ardifiamma, e lo aveva e
gli era
salito in groppa, colpendolo con un pugno elettrificato, causandone
la paralisi.
Il
Pokémon Ardifiamma perse quota e il panda di tipo lotta ne
aveva
approfittato per scendere a terra.
Non
sopportava volare. E ora anche il suo avversario faticava a volare.
Intanto
il Lucario di Ash stava facilmente tenendo testa al Pokémon
Corazza.
Per quanto questi attaccasse con dei potenti Pietrataglio, facendo
spuntare dal terreno di lotta numerosi massi acuminati, ma questo non
aveva sortito alcun effetto.
Venivano
continuamente schivati, senza che Ash avesse mai ordinato di
attaccare.
Una
tecnica insolita per il ragazzo che preferiva tecniche più
offensive, ma che, contro un avversario così resistente, era
la sola
scelta. Prima o poi l’avversario si sarebbe stancato di
attaccare.
Al
contrario, Pancham non se la stava cavando bene. Era stato investito
dai continui Nitrocarica avversari. Se era stato capace, grazie alle
direttive della sua allenatrice. Ma, già dal terzo attacco,
evitare
e schivare era risultato impossibile e, per quanto avesse tentato di
attaccare con Neropulsar.
«Pancham
non può più lottare, quindi la lotta si
trasformerà in uno
showdown tra Aggron e Lucario!»
Decretò
l’arbitro.
Ash
non aspettava altro. Aggron avversario era stanco, mentre il suo
Lucario, che fino ad ora aveva schivato ed evitato, era perfettamente
in forma.
«Penso
sia giunto il momento! Usa Zuffa!» Il Pokémon Aura
corse verso il
suo avversario, ormai allo stremo delle forze, non poté far
nulla
per evitare la serie di calci e pugni sferrati
dall’avversario.
E,
nonostante le sue capacità difensive, non poté
far nulla contro i
poderosi attacchi del Lucario avversario, venendo rapidamente
sconfitto.
Intento,
la copertura nuvolosa nel cielo si era fatta scura, quasi nera. Stava
tuonando e lampando, e ben presto sarebbe piovuto. Era tipico di
quella zona che vi fossero dei temporali improvvisi.
Era
giunto il momento della lotta tra la prima e la sesta fila. Orlando e
Alberto contro Camilla e Dino.
L’aria
era umida. Entro pochi istanti si sarebbe scatenato un temporale da
paura.
Camilla
aveva deciso di mandare in campo la sua Garchomp, Dino un Breloom.
Orlando, approfittando dell’imminente pioggia e dei grossi
vantaggi
che avrebbe portato ai Pokémon di tipo acqua, decise di
mandare in
campo la sua Greninja. Era consapevole del fatto che si sarebbe
scontrata contro un’avversaria di alto livello, ma forse era
stato
quello a spingerlo a sceglierla. Il suo compagno di fila aveva
mandato in campo un velocissimo Crobat.
«Forza,
Greninja, usa Palla Ombra su Garchomp!» La Pokémon
Ninja generò
tra gli arti superiori una sfera di energia oscura dal colore
violaceo, e la scagliò immediatamente contro la Garchomp di
Camilla.
L’allenatrice,
notando l’attacco, ordinò alla sua Garchomp di
distruggerla con
Dragartigli. La Pokémon Mach non dovette nemmeno sforzarsi
di farlo.
L’artiglio
posizionato sul braccio si illuminò di una luce verdognola e
le
bastò sfiorarla per farla esplodere.
Come
previsto. Intanto, con un rapido movimento in aria, Crobat aveva
colpito il Breloom avversario con un colpo dato con tutto il corpo,
facendo cadere a terra il bersaglio, che non poté far nulla
per
difendersi. Incredibilmente bastò quel singolo attacco a
sconfiggerlo, trasformando la lotta in un uno contro uno.
«Date
le sfavorevoli condizioni meteorologiche» Aggiunse,
l’arbitro,
poco dopo evidenziando come la pioggia ormai stesse cadendo
copiosa»
Per questioni di sicurezza, la lotta finale non verrà
disputata.»
Il pubblico era diviso a metà, dopo quelle parole. Sapeva
che la
sicurezza veniva prima di tutto, ma d’altra parte non vedere
una
lotta di alto livello era un grosso dispiacere. Intanto
l’arbitro
aveva dato via allo showdown.
«Garchomp,
Dragartigli!» Ordinò la campionessa. La Garchomp
si mise a correre
contro l’avversaria, con gli artigli illuminati da una luce
verdognola.
L’allenatore
della Greninja rimase impassibile. Attendista. L’avversaria
si
stava avvicinando davvero rapidamente.«Ora!
Salta e poi usa Acqualame!» La Ninja spiccò un
potente balzo pochi
istanti prima di venire colpita dalla sua avversaria e
scagliò
contro di essa numerose lame d’acqua.
Queste
vennero tutte distrutte dal Dragartigli caricato in precedenza,
esplodendo in numerose gocce d’acqua che si confondevano con
la
pioggia che cadeva copiosa.
«Salta
anche te e usa Breccia!» Ordinò la campionessa di
Sinnoh. La sua
Garchomp, aiutata dai potenti muscoli delle gambe, spiccò un
grosso
balzo, raggiungendo l’altezza della sua avversaria. «Fai
in fretta! Palla Ombra!» La Greninja, sfruttando la sua
proverbiale
rapidità, riuscì a generare, tra gli arti
superiori, una sfera di
energia oscura, dal colore violaceo. Davanti a lei la Garchomp, con
il braccio illuminato di bianco. Pronta a colpire.
Il
corpo di Greninja venne attraversato come se non fosse reale. Questo
le permise di scagliare l’attacco contro la sua avversaria.
La
sfera oscura esplose in una nuvola di fumo, facendo indietreggiare le
due avversarie.
Entrambe
atterrarono senza subire particolari danni.
Beh,
perlomeno Greninja, dato che Garchomp era stata colpita da un attacco
discretamente potente. «Adesso
capisco. Greninja ha mutatipo. Davvero furbo da parte sua, devo
ammetterlo.» Commentò la campionessa. Ma anche noi
abbiamo i nostri
assi nella manica» Aggiunse, alzando leggermente il tono di
voce.
«Garchomp!
Dragobolide!» La Garchomp generò dalla bocca una
sorta di meteorite
che lanciò verso l’alto. Ad alcune centinaia di
metri, questi
esplose, in decine di pezzi, che precipitarono verso il terreno di
lotta.
«Colpiscili
con Acqualalme!» Ordinò Orlando. La Greninja
lanciò verso quei
meteoriti incandescenti. I meteoriti non vennero distrutti
dall'attacco di tipo acqua, ma il contatto tra i meteoriti bollenti e
l’attacco di tipo acqua, generò una coltre di
vapore che nascose
alla vista entrambe le avversarie.
Nemmeno
Orlando e Camilla riuscivano a vedere le loro Pokémon. Era
una
situazione di stallo, e la pioggia, di certo non aiutava. Anche
questa evaporava, a causa del calore residuo dell’attacco di
tipo
drago.
«Garchomp,
Breccia!» La campionessa ordinò nuovamente un
attacco di tipo
lotta. Era una grande stratega e sapeva come il suo avversario
avrebbe risposto.
Appena
saputo di quell’attacco, avrebbe sicuramente usato Palla
Ombra,
attivando la sua abilità. E quindi avrebbe potuto attaccare
con un
altro attacco, in modo da colpirla.
E
il suo piano, quantomeno nella parte iniziale, si avverò.
Greninja
aveva attaccato con Palla Ombra, evitando di subire i danni da
Breccia e attaccando Garchomp con Palla Ombra, riuscendo a colpirla
di nuovo.
«E
ora Dragartigli!» Gli artigli sulla punta delle braccia della
Pokémon si illuminarono di una luce verdastra, e, con un
rapido
colpo riuscì, per la prima volta, a colpirla. Un colpo
piuttosto
forte, che la fece precipitare a terra.
Diretta
in una pozza d’acqua che si era formata a causa della pioggia.
Si
rialzò a fatica, dopotutto aveva subito un duro colpo ed era
evidente che non avrebbe potuto resistere a lungo. «Bene,
so che puoi farcela! Usa Acqualame!» La Greninja,
generò dagli arti
superiori delle stelle d’acqua. Grazie tanto alla pioggia che
alle
pozze d’acqua, assorbite dalle lame d’acqua.
Questa
volta furono troppo veloci per essere evitate dall'avversaria,
nonostante la sua allenatrice le avesse intimato di schivare.
Nonostante la Garchomp fosse stata colpita da numerosi attacchi,
ancora non demordeva, e la sua allenatrice ne era ben consapevole.
«Possiamo
chiuderla qui. Garchomp! Usa Dragobolide!» Dalla bocca della
Garchomp si generò una gigantesca sfera incandescente, che
proiettò
verso il cielo.
Arrivata
ad alcune centinaia di metri, esplose in numerosi frammenti
più
piccoli, che precipitavano sul terreno.
«Benissimo!
Colpiscili con Acqualame!» Orlando voleva copiare la
strategia della
sua avversaria. Riproporre una situazione già avuta in
precedenza,
per sfruttarla a proprio vantaggio.
Le
lame d’acqua colpirono i meteoriti, deviando la loro
traiettoria e
rendendoli inoffensivi. Come la volta precedente si creò
un’enorme
nuvola di vapore che rendeva impossibile vedere qualcosa nel campo di
lotta.
«Approfittiamo
della nebbia! Garchomp! Dragartigli!» La Garchomp della
campionessa
si mise a correre contro l’avversaria, con gli artigli
illuminati
di verde e intenzioni di chiudere la lotta al più presto.
«Ascoltami!
So che non puoi vederla. Ma credo che tu possa percepire la sua
presenza con le vibrazioni del terreno. Quando pensi che sia
abbastanza vicina salta e usa Geloraggio!» La Greninja
obbedì.
Riuscì a percepire anche la minima vibrazione del terreno.
Appena
ritenne che la sua avversaria fosse abbastanza vicina,
spiccò un
potente balzo, proprio un istante prima che la sua avversaria
sferrasse l’attacco.
Garchomp
non poteva vederla, ma quando sentì vicino a sé
dell’aria gelida,
comprese che il suo destino era segnato.
Era
un Pokémon a sangue freddo e quell’aria gelida gli
abbassava la
temperatura corporea, rallentandone i movimenti.
Mano
a mano che la temperatura dell’aria si abbassava,
più voleva
scappare più ciò risultava difficile, era bastato
davvero poco per
mettere in crisi un Pokémon così potente.
«E
adesso sventoliamo la bandiera a scacchi su questa gara! Sei
pronta?»
La ninja fece un cenno di approvazione, appena visibile in quella
coltre di nebbia. «E
allora che sia! Hammer Time! Idrovortice abissale!» La
Greninja,
circondata da un’aura azzurra, iniziò a roteare su
se stessa,
generando un enorme turbine d’acqua, ulteriormente
ingigantito
dalla pioggia, che in breve tempo venne scagliato a tutta forza
contro l’avversaria, la quale ancora stava patendo il
precedente
geloraggio.
Il
gigantesco fronte d’acqua la investì senza che
potesse farci
nulla.
«Garchomp
non può più continuare! Vince
Greninja!» Decretò l’arbitro.
Orlando e Camilla ricoverarono i rispettivi
Pokémon
nelle loro Pokéball, quindi si incontrarono al centro del
campo, per
stringersi la mano.
«Devo
ammettere che non mi aspettavo di perdere, ma sei stato molto furbo a
tenermi nascosta l’abilità di Greninja»
Si
complimentò
Camilla. «A
dire il vero pensavo lo sapessi, ma che importa? Io sono arrivato
fino a qui per sfidarti e, come sempre, ti sei dimostrata una vera
campionessa. E poi ricordiamoci che qui non era in gioco
nulla.»
Poco
dopo questa lotta, che, in teoria avrebbe dovuto rappresentare
esclusivamente la semifinale, ma, che a causa delle condizioni
meteorologiche, venne trattata come finale, il palco venne smontato.
Grazie
all’aiuto di alcuni Pokémon di tipo acqua, la
parte di griglia
sotto al campo, rimasta praticamente asciutta, venne bagnata, in modo
simile al resto della pista.
Altri
dieci minuti e sarebbero iniziati i giri di schieramento.
Prima
che la pista fosse occupata dalle auto, nel mezzo della griglia di
partenza si palesò una giovane donna dai capelli verdi, in
piedi su
di un Magnezone. Con una mano teneva un ombrello, con l’altra
si
teneva a una sorta di supporto al suo Magnezone.« Salve a
tutti, per
chi non mi conoscesse sono Milena, di TV Alola e sono
l’inviata sul
campo per questo Gran Premio. Sono qui per darvi una comunicazione
dell’ultimo minuto» Dal pubblico si alzò
un brusio, diverso da
quello precedente, sembrava che tutti si stessero chiedendo cosa
stesse succedendo, molto preoccupati.
«La
Federazione ha annunciato che la partenza della gara sarà
dietro
safety car, e i piloti saranno obbligati ad utilizzare gomme da
bagnato estremo.» Il pubblico, quasi all'unisono,
tirò un sospiro
di sollievo. Pensavano ad un annullamento della gara o al fatto che
fosse stata posticipata.
«E
cosa vorrebbe dire quello che ha detto Milena?»
Chiese Serena,
non era mai stata una grande appassionata di corse, ma era comunque
curiosa di saperlo.
«In
realtà è abbastanza semplice, beh, o almeno dopo
che mio fratello
me l’ha spiegato venti volte lo è
diventato…» Spiegò Ibis «Da
quello che ho capito si parte dietro alla safety car quando la pista
è in condizioni rischiose, come in questo caso. Sta piovendo
a
dirotto e girare a piena velocità è rischioso. Le
gomme da bagnato
estremo si commentano da sole. Sono delle gomme fatte apposta per
queste condizioni.» La ragazza dai capelli verdi
cercò lo sguardo
della nativa di Kalos. Voleva sperare di esser stata chiara. E a
giudicare dalla sua espressione, era riuscita in pieno nel suo
intento.
Nel
mentre i piloti erano usciti dai box, per compiere i suddetti giri.
Tutti utilizzavano le gomme da bagnato estremo, nonostante ogni
scuderia, o quasi, utilizzasse gomme prodotte da una diversa azienda,
erano tutte caratterizzate da una striscia blu scuro sulla spalla.
I
vari piloti avevano completato i giri di schieramento, non senza
rischi, e avevano posizionato le auto nella griglia di partenza.
Alcuni avevano rischiato di collaudare le barriere, ma nessuno
l’aveva effettivamente fatto.
Una
volta schierate le auto, i piloti erano scesi e si erano schierati
per l’inno.
A
seguito dell’inno i Kahuna dell’isola,
lì presenti, avevano
chiesto la protezione ai Tapu, per chieder loro che i piloti
venissero protetti.
Terminato
il rituale, i piloti salirono a bordo delle auto, mentre la pioggia
stava calando di intensità.
Davanti
alle auto era già schierata la Safety car, con i
lampeggianti
accesi. Appena i piloti erano scesi dalle auto, i meccanici le
avevano sollevate e avevano sostituito le gomme con delle altre,
avvolte in termocoperte.
I
piloti erano poi risaliti a bordo delle loro auto, e, a trenta
secondi dalla partenza i meccanici avevano rimosso le termocoperte e
abbassato le auto.
Ora
era il momento di partire, dietro alla vettura di sicurezza. I piloti
avrebbero dovuto compiere un imprecisato numero di giri, dietro alla
vettura, prima di partire con la gara vera e propria. Aveva smesso di
piovere e la pista si stava asciugando, ma fino a quando vi era la
safety car in pista, non conveniva cambiare le gomme, tutto il gruppo
era compatto e fermarsi voleva dire perdere tante posizioni.
Per
fortuna, al quinto giro la vettura era rientrata ai box, Orlando, che
aveva mantenuto la testa della gara, aveva aumentato il distacco sul
secondo, il suo compagno di squadra a circa tre secondi.
Era
una precisa scelta strategica, per permettere ai meccanici di
cambiare le gomme ai due senza perdere tempo. Camilla aveva mantenuto
l’undicesima posizione, a una quindicina di secondi dal
secondo, e
quindi non era un problema per i meccanici. Secondo le previsioni
degli strateghi, tre esemplari di Metagross, tra cui quello di
Orlando, che, ovviamente curava i suoi interessi, tutti i piloti
avrebbero cambiato le gomme passando da quelle da bagnato estremo
alla mescola intermedia. Grazie all’ottima sosta e alla
favorevole
posizione della piazzola di sosta, Camila era stata in grado di
guadagnare alcune posizioni, passando da undicesima a ottava. Non
c’erano stati particolari altri sconvolgimenti nelle
posizioni, con
Orlando primo, Alberto secondo e gli altri piloti a seguire.
Non
fece in tempo a finire il giro, che un pilota nelle ultime
posizioni, Arov, perse una ruota, avvitata male da uno dei meccanici.
La ruota rotolò per la pista, e il pilota dovette fermarsi a
lato
della pista, costringendo i commissari a mandare in pista la safety
car, che sarebbe rimasta in pista per alcuni giri. Non un problema
per i piloti ARTM, che erano in grado di scaldare le gomme senza
problemi, ma piuttosto per i loro avversari.
Terminata
la safety, Orlando era ripartito senza problemi, con il compagno di
squadra dietro di lui, nella pancia dello schieramento non
c’erano
stati particolari contatti e si era potuto ripartire senza problemi.
La
gara proseguì regolarmente fino al sessantesimo giro, tranne
per due
ritiri. Uno di essi aveva permesso a Camilla di guadagnare una
posizione. In quello stesso momento la campionessa era stata
richiamata al cambio gomme, con anticipo rispetto alle previsioni. In
realtà, quando, il giro dopo il cambio gomme, era stato
trasmesso il
team radio tra la campionessa e l'ingegnere di pista. «Box
per
slick, HR HR»
E, dal momento che la campionessa aveva imboccato la corsia box,
aveva accettato una strategia così rischiosa.
Rientrata
diverse posizioni indietro, dopo aver portato, senza troppi intoppi,
le gomme alla temperatura ideale, aveva iniziato a macinare dei tempi
estremamente veloci, girando persino più veloce del
leader.
In
breve aveva ricucito il gap dal pilota davanti. Questo cambio gomme
anticipato, aveva costretto i piloti davanti a fare lo stesso,
permettendo alla campionessa di riguadagnare la sua ottava
posizione.
Nel
valzer dei pit stop che ne era seguito, anche i primi due
classificati, Orlando e Alberto, avevano cambiato le gomme,
mantenendo, grazie all’enorme vantaggio che avevano sul
terzo, di
mantenere le loro posizioni dal terzo all’ottava vi era una
sorta
di trenino, reso tale dalle caratteristiche della pista, stretta e
tortuosa, che rendeva i sorpassi estremamente difficili.
In
ogni caso, non appena tutti i piloti davanti a lei si sarebbero
fermati, Camilla sarebbe salita sul podio, all’esordio.
La
pista era praticamente asciutta e anche gli ultimi stoici erano stati
richiamati al cambio gomme. Grazie all’ottima strategia e al
sangue
freddo, era riuscita a guadagnare la terza posizione, sebbene lontana
dai primi due.
La
gara proseguì regolarmente, tranne per una safety car a
venti giri
dal termine, causata da uno dei piloti nelle ultime posizioni che,
tentando un sorpasso, si era scontrato contro un’avversaria,
causando il ritiro di entrambi.
I
primi tre avevano approfittato dell’ingresso della vettura di
sicurezza per montare gomme nuove, della mescola più
morbida.
L’interruzione, lunga otto giri, aveva ricompattato il
gruppo, e
alla ripartenza poteva accadere di tutto, davanti
all’opportunità
di fare punti, si potevano fare dei rischi, ma per fortuna tutto
andò
per il meglio. Niente contatti e primi tre in fuga. Gli ultimi giri,
fino alla bandiera a scacchi, furono un susseguirsi di lotte per il
giro veloce, ottenuto, alla fine della gara da Orlando,vincitore
della gara e poleman, e che era stato in grado di condurre la gara
dal primo all’ultimo giro.
La
gara, lunga centoventinove giri, per circa quattrocentocinquanta
chilometri, era terminata.
I
primi tre classificati, terminato il giro d’onore,
raggiunsero le
postazioni dedicate all’interno del parco chiuso, segnalate
da dei
segnaposto giganti, bianchi, che riportavano il logo della fondazione
Æther, in oro, e il numero delle posizioni.
Dorata
la prima, argentata la seconda e color bronzo la terza.
In
quanto promotrice dell’evento, Samina si era riservata di
intervistare i primi tre classificati, con grande stupore della
figlia, incaricata di sventolare la bandiera a scacchi. La ragazza
sapeva che, dopo la gara, quest’ultima sarebbe dovuta essere
autografata dal vincitore, com’era tradizione.
L’imprenditrice
aveva iniziato ad intervistare Camilla, con le solite domande da pre
podio. «Partita
undicesima e ora sei sul podio, hai fatto davvero una bella rimonta,
pensi che sarebbe stato possibile puntare alla vittoria?»
Camilla la guardò come a dire “Ma ci sei o ci
fai?” Quindi prese
un respiro e rispose con calma. «Direi
che abbiamo fatto il massimo. Partire indietro qui implica restarci,
a meno di sconvolgimenti, come in questo caso è stata la
pioggia
all’inizio. Abbiamo semplicemente rischiato un pochino
cambiando le
gomme in leggero anticipo e ha funzionato. Vincere? Ammetto che
quando c’è stata la safety ci ho pensato, ma la
squadra viene
prima di tutto». L'imprenditrice
ricevette
il messaggio e passò alla carica con la seconda domanda. «Ultima
domanda, non hai avuto un po’ di paura, quando ti hanno
chiamato
per prima al cambio gomme? Non hai pensato che fosse un po’
presto?» Altra domanda insopportabilmente ovvia.
«No. Sapevo che
avremmo avuto grossi benefici da un cambio in anticipo e sapevo che
sarei dovuta stare attenta in ogni caso, quindi…»
L’imprenditrice,
capendo che non avrebbe ottenuto molte risposte, passò al
secondo
classificato. «Seconda posizione, come alla partenza, hai
pensato a
tenerti fuori dai guai oppure non c’era modo di
attaccare?» Altra
domanda ovvia, a cui era costretto a rispondere. «Siamo
partiti con
la Safety, quindi non potevo attaccare alla partenza. Poi nelle fasi
in cui la pista si stava asciugando, rischiavo solo di fare danni,
per sorpassare dovevo andare sul bagnato e con le gomme da asciutto
non è una bella cosa.» L’imprenditrice
passò alla seconda
domanda. «Come mai, allora, non hai attaccato dopo la
safety?» Il
pilota non dovette nemmeno pensarci. «Sarebbe stato
rischioso,
potevamo finire fuori tutti e due. E non avrei potuto perdonarlo.
Conoscendolo si sarebbe difeso con le unghie e con i denti e poteva
finire male, per tutti e due.» Ora non le restava che
intervistare
il primo, anche se, anche in quel caso, si aspettava risposte
così
ovvie. «Intanto complimenti per la vittoria e per la pole,
hai
dominato l’intera gara a cosa è dovuto questo
dominio?»
Niente. Fare una domanda che non fosse ovvia, era terribilmente
difficile. «Complimenti per cosa? Voglio dire, me li avresti
dovuti
fare se non fossi riuscito a vincere partendo dalla pole!» Il
ragazzo si sforzò dal trattenere una risata. «Ti
deve proprio
andare male se perdi dalla pole qui. A meno di problemi ovvio.
Battute a parte, ho solo dovuto mantenere la concentrazione e evitare
di mandare all’aria la gara.» Seconda domanda,
finalmente un
minimo meno ovvia. «E delle prestazioni dei tuoi compagni di
squadra? Tripletta alla prima gara, avete ottenuto il massimo di
punti possibile e anche dal punto di vista dei meccanici e delle
strategie è stato tutto perfetto. A cosa è dovuto
tutto questo?»
Il pilota si trovò davanti ad una domanda piuttosto lunga,
ma
fortunatamente meno scontata. «Beh, i miei complimenti vanno
senza
dubbio a Camilla che, insomma, rimontare così tanto in una
pista
così non è facile, anche se lei ha sminuito la
questione dando solo
il merito alla strategia, è stata lei a mantenere la
concentrazione,
mentre per Alberto, beh, ha mantenuto la sua posizione, ha fatto una
gara regolare e, menomale che non mi ha ammazzato, strategie e
meccanici? Beh, se vuoi vincere è fondamentale che siano al
top,
altrimenti ci fai poco. A cosa è dovuto, dal lato tecnico
dalla
bravura di chi ha lavorato all’auto, sia appunto ai meccanici
che
hanno svolto un ottimo lavoro ai box. Dal punto di vista strategico,
semplicemente sfruttiamo il regolamento al massimo.» Un
commissario
fece cenno alla donna che doveva lasciare i piloti perché
era ora
del podio.
Era
il momento del podio, dove, una volta saliti i tre, vennero mostrate
le bandiere delle ragioni negli schermi sopra le postazioni e venne
trasmesso l’inno della ragione di Hardana, regione tanto del
vincitore quanto della scuderia. Riprodotti gli inni, finalmente era
il turno di Ash e della consegna dei trofei. Il ragazzo, prima della
cerimonia, si era cambiato, per essere un minimo elegante, con
Pikachu sempre sulla spalla.
Il
ragazzo consegnò il trofeo prima a Camilla, terza
classificata,
quindi al secondo, al rappresentante dei costruttori e infine al
primo. Ash voleva negarlo, ma si sentiva un po’ a disagio.
Dopotutto lui i trofei era abituato a riceverli, piuttosto che a
darli. Ma, per sua fortuna, non era nulla di troppo complesso.
Consegna il trofeo e stringi la mano.
Dopo
la cerimonia del podio e i vari doveri, finalmente i tre erano
liberi.
Dopo
cena, i tre giunsero al locale della famiglia di Ibis, la Cucina di
Aina, con un leggero ritardo rispetto a quanto preventivato. Per
fortuna tutti li stavano aspettando, ipotizzando alcuni contrattempi.
Quando
sentirono qualcuno bussare, immediatamente Ibis si precipitò
ad
aprire. Erano Orlando, Camilla ed Alberto. Sembravano seguiti dai
loro Pokémon, e che avessero in mano delle buste. Da ognuna
di esse
si intravedevano appena delle bottiglie di spumante, di una delle
cantine più famose della regione di Hardana. E sembrava che
anche i
loro Pokémon portassero qualcosa, difficile da identificare,
da
quello spiraglio.
«Forza,
non vorrete restare fuori!» la ragazza dai capelli verdi gli
invitò
ad entrare. I tre, seguiti dai loro Pokémon non se lo fecero
ripetere. «Chiedo venia se abbiamo fatto un po’
tardi, ma abbiamo
avuto un piccolo imprevisto.» intanto i tre avevano posato le
buste
su uno dei tavoli, e i loro Pokémon avevano fatto lo stesso
con
quello che trasportavano.
«Non
fa nulla, può capitare a tutti di avere degli imprevisti,
l'importante è che siate venuti» Si
affrettò a giustificarli.
«Abbiamo portato qualcosa per farci perdonare»
Alberto indicò le
buste e gli strani barili portati dai Pokémon.
«ora, se permettete,
avremo qualcosa da tenere in fresco. Greninja… potresti
usare
Geloraggio?» LA Ninja acqua/buio creò un bel
mucchio di ghiaccio,
in cui vennero inserite tanto le bottiglie di spumante, quanto quei
barili.
Nel
mentre Orlando aveva tirato fuori dalle buste dei vassoi rivestiti
dalla carta bianca. «Per farci perdonare abbiamo portato dei
dolci,
perfetti con quello spumante.» Erano davvero tanti, anche
considerando quel sazzagone di Ash.
Un
altro vassoio, non aperto, attirò l’attenzione di
quest’ultimo.
«E quel vassoio?» Chiese. Beccandosi una
strigliata dalla
sua
migliore amica. «Ti pare il caso? Ci sono dolci per sfamare
un
reggimento e ti chiedi cosa sia quel vassoio?» Ash si
grattò i
capelli imbarazzato «Un allenatore può sempre
sperare»
Aggiunse poco dopo, scatenando l’ilarità dei
presenti. Non si era
nemmeno accorto del fatto che Orlando e Ibis si fossero allontanati e
che il vassoio fosse sparito. «A quanto pare hai una
rivale!»
Suiren, informata dall’amica sul possibile affare
sentimentale tra
la bionda e il pilota, aveva voluto provocare l’amica,
costretta,
per l’ennesima volta a doversi giustificare, spiegando
semplicemente che il ragazzo era una persona molto gentile con
chiunque.
Intanto
i due non si erano allontanati poi tanto. Si erano semplicemente
diretti alla cucina. Il ragazzo aveva tolto la carta dal vassoio,
rivelandone il contenuto. Sembravano dei giganteschi ravioli tondi,
con il bordo esterno irregolare, sembravano tanti triangoli. La cuoca
non aveva mai visto nulla del genere. «E questi cosa
sarebbero?»
Chiese, alquanto perplessa. La risposta non si fece attendere.
«Si
tratta di un dolce tipico della regione di Hardana. Si deve
semplicemente friggere fino a quando non diventa bella dorata. Poi,
una volta cotta, dopo aver fatto assorbire l’olio con la
carta
assorbente, la si serve, ricoperta con tanto miele. Spero tu ne
abbia, noi ce lo siamo dimenticati» La ragazza, che nel
frattempo
aveva perso una grossa pentola, che aveva riempito con una generosa
dose d’olio, gli fece cenno di non preoccuparsi.
«Miele ne abbiamo
quanto ne vuoi, anche di tipi diversi, alcuni più dolci
altri più
speziati. Sei tu l’esperto, quale dici che ci sta
meglio?» Il
ragazzo ci mise un attimo a rispondere. «Non so.
Personalmente ho
messo miele generico e basta. Penso vada bene qualsiasi tipo»
Nel
mentre la ragazza aveva iniziato le fritture. «Visto che
sembrano
davvero invitanti, potresti dirmi come si preparano queste
cose?»
Il ragazzo le rispose senza esitare. «La pasta è
semplicemente
semola, strutto e acqua. Dentro ci fa formaggio acido fresco.
Più
fresco possibile. Chiudendo bisogna evitare che ci sia aria.»
La
ragazza si era appuntata ogni dettaglio. E il primo ciclo di frittura
era terminato. La prima dozzina di dolci era stata fritta, e inserita
dalla ragazza in un dispositivo in grado di mantenere le
caratteristiche organolettiche del cibo per ore.
«Dimmi
la verità» Lo provocò la ragazza.
«Su cosa?» Il ragazzo proprio
non capiva. «Dì la verità, te la senti
con Lylia?» Chiese la
ragazza, mentre stava finendo di friggere la seconda dozzina di
dolci. «No? E poi, mi puoi dire da dove viene questa storia?
E
perché ne vengo a sapere solo ora?» la ragazza
dovette pensarci un
attimo. «Vedi, sei stato uno dei pochi allenatori in grado di
sconfiggere Iridio» Orlando si ricordò di quella
lotta contro il
fratello della ragazza, sì, Iridio era piuttosto abile, come
allenatore, ma non riusciva a capire cosa volesse dire. «E
quindi?
Non capisco. È stato lui a volermi sfidare e non il
contrario,
quindi non capisco cosa c’entri il fatto che
l’abbia sconfitto.»
La ragazza rispose, mentre continuava con le fritture. «Vedi,
Lylia
ha sempre avuto molti pretendenti, ma mai nessuno è riuscito
a
sconfiggere suo fratello e quindi… beh, ci siamo
capiti.» Si,
aveva capito cosa intendeva, anche se le cose erano diverse.
Intanto,
nella sala, Ash e Pikachu erano stati legati. Non sarebbe stato
carino cominciare a mangiare senza gli altri, e, conoscendoli,
legarli era il solo modo per evitare problemi.
Un
po’ di tempo dopo Orlando e Ibis avevano chiesto a Lucario,
Greninja e Tsareena di aiutarli. Questi ultimi li avevano raggiunti
in cucina ed erano usciti, insieme a loro, brandendo dei vassoi. Poco
dopo erano tornati, sempre con i due.
«Bene,
abbiamo fatto, ora potete slegarli e servirvi» Ibis si stava
chiaramente rivolgendo a Ash e al suo Pokémon. Liberarli,
per Kawe,
non fu difficile. Allenatori e Pokémon iniziarono a
mangiare. Ash
prese uno di quegli strani dolci fritti. «Non ne ho mai visto
uno,
ma sembrano invitanti, vediamo come sono!» Il ragazzo diede
un
grosso morso a quel dolce. Mai errore più grave. Gli si
riversò in
bocca il formaggio fuso, contenuto all’interno del dolce.
Sembrava
che all’interno della sua bocca fosse esplosa una palla di
fuoco a
diciottomila gradi. Il ragazzo, per raffreddarsi la bocca, dovette
scolarsi due litri d’acqua.
«Oeeei
ioo iaaa e oooano!» Serena fece da traduttrice.
«Credo abbia detto
qualcosa come: “potevi dirlo prima che
scottano!”» Nessuno si
astense dal ridere. Sia perché, per una volta, Ash aveva
pagato la
sua irruenza nel mangiare, sia perché era abbastanza
scontato che un
dolce del genere scottasse.
Gli
altri impararono la lezione, seguendo l’esempio di Lylia e
dei
suoi, mangiando a piccoli morsi.
«Bene,
ora direi che è il momento di rivelare il motivo del nostro
ritardo.
Quei barili.» Tutti li guardarono. Sembravano dei comuni
barili, che
evidentemente contenevano qualcosa, ma non era ben possibile
identificare il contenuto.
«Non
potevamo non pensare anche ai Pokémon»
Spiegò Camilla. «Esatto,
si tratta di diversi tipi di spumante, fatto apposta per i
Pokémon.
Non ha alcool, dato che per loro è tossico, ma ha comunque
le
bollicine non hanno effetti noti, essendo semplice anidride
carbonica. E devo ringraziare Lylia perché conosce tutti i
gusti dei
vostri Pokémon e quindi abbiamo impiegato del tempo a
reperirli
tutti.» Ibis e Suiren si scambiarono uno sguardo d'intesa e
sorrisero. «Ma quindi ti senti tanto con lei, per sapere
queste
cose!» Entrambi si sentirono un po’ a disagio.
«Non è come
credete» I due lo dissero praticamente al contempo.
«Come ho detto
prima, Lylia conosce i vostri Pokémon, e conosce i loro
gusti,
quindi…« In ogni caso l’imbarazzo
passò quando si incominciò a
bere, superando anche la resistenza di Lylia.
Il
giorno seguente, il gruppo si era dato appuntamento al Centro
Pokémon
della città, per poter, finalmente, svolgere quelle lotte
promesse.
Alberto e Camilla erano partiti la mattina presto. Orlando gli
avrebbe raggiunti il giorno dopo.
Orlando
e Lylia erano arrivati con leggero anticipo. Il ragazzo ne aveva
così
approfittato per lanciare una piccola provocazione, lontano da
orecchie indiscrete. «Certo che potevi anche metterci
più
entusiasmo!» La ragazza era parecchio confusa «A
cosa ti riferisci?
Devi essere chiaro» Il ragazzo si rivolse alla sua
interlocutrice
come se stesse per dire la cosa più ovvia del mondo.
«Quando hai
sventolato la bandiera a scacchi, domenica.» La sua
interlocutrice
ancora non capiva. Si, aveva sventolato la bandiera a scacchi,
l’aveva fatta autografare e tutto, ma cosa aveva fatto di
sbagliato? «Si, però ancora non ho
capito.» Il ragazzo capì di
dover essere diretto. «Dicevo, dovevi metterci più
entusiasmo.
Sembravi un cadavere.» La ragazza non poté non
ridere. «Mi hanno
detto che non era fondamentale farla notare, dato che
c’è un
sistema elettronico e…» Il ragazzo le fece cenno
di rallentare.
«Si, c’è il sistema, ma comunque stavo
iniziando comunque il giro
d’onore come se fosse un giro di gara nulla di grave, mi
hanno
avvisato in radio e quel siparietto è diventato un meme, ma
nulla di
grave» La ragazza si immaginava una delle solite uscite
radiofoniche
del suo interlocutore. E non poté non sorridere. Prima di
cambiare
totalmente argomento.
«Immagino
tu ti sia chiesto perché ti abbia chiesto di
lottare» Il ragazzo
guardò l’amica con un’espressione
strana. «Perché volevi
sfidarmi?» la bionda fece un gesto con la mano, come a
scacciare
l'ovvietà di quella risposta. «In
verità il motivo è più
profondo. Si, hai visto che Riolu si è evoluto, ma
c’è un altro
piccolo segreto» La ragazza scostò una ciocca di
capelli, scoprendo
l’orecchino che inglobava la pietrachiave. «Ora
anche io sono in
grado di usare la Megaevoluzione, e dato che se ora posso contare su
di Lucario è solo grazie a te, e quindi abbiamo pensato che
fosse
carino proporti una lotta.» Orlando non ci pensò
due volte.
«Avresti fatto meglio a tenerlo come sorpresa, ma va bene,
potremo
usare la Megaevoluzione fin da subito, senza remore» I due si
strinsero la mano.
Non
si erano accorti del fatto che qualcuno li stesse ascoltando e, le
stesse persone rimasero piuttosto deluse dalle loro parole. Il
gruppo, formato da Ash, Ibis, Suiren Kawe, Lucinda e Serena li
raggiunse.
«Bene…
quindi siete pronti… a lottare?» Chiese Ash,
sperando di non
interrompere le loro chiacchiere. «Non vi dispiace se faccio
da
arbitro?» I due accettano. Ash però aveva un
dubbio. Sapeva che
sarebbe stata una lotta tra due Mega Lucario. Ma come avrebbe fatto a
riconoscere il vincitore? Il ragazzo pensò ad un dettaglio
del
Pokémon di Lylia. Il suo Lucario aveva la megapietra
racchiusa in un
bracciale rosso. Quello di Orlando era nero. Si sarebbe potuto basare
su quello, dato che un Pokémon megaevoluto, se sconfitto,
tornava
normale.
Ash
introdusse lo scontro. «Comincia la lotta tra Orlando e
Lylia. Sarà
una lotta uno contro uno, vince chi rende l’avversario non
più in
grado di lottare.» I due schierano i loro Pokémon,
i loro esemplari
di Lucario.
I
due, al contempo, toccarono le loro pietrechiavi, scatenando la
reazione delle megapietre dei loro Pokémon, e il cambio di
forma di
entrambi. Apparentemente erano due Pokémon identici, anche
se i loro
allenamenti erano stati completamente differenti. Per quanto avesse
affrontato avversari di livello, su tutti i Pokémon di
Iridio, la
preparazione del Pokémon di Lylia ì, non era
minimamente
paragonabile a quella dell’avversario, che veniva da un
secondo
posto nel torneo mondiale.
«Mi
raccomando. Non vi trattenete!» I suoi avversari sorrisero.
Non lo
avrebbero mai fatto. «Cominciate pure voi.» li
invitò Orlando.
L’avversaria non se lo fece ripetere due volte.
«Come
desideri! Lucario, usa Frana!» Dal cielo cominciarono a
piovere dei
massi, avvolti da una strana energia colorata, che ben presto,
sarebbero precipitati. «Forza! Distruggili con
Dragopulsar!» Dalle
braccia del Pokémon Aura si generarono dei fasci di energia
bianca e
viola, che nella parte finale, assumevano una forma simile a quella
di un drago.
Questa
colpì i massi, sbriciolandoli e facendoli precipitare verso
l’avversario. «Difenditi,
usa Ferrartigli!» Dalle braccia del Pokémon Aura
si generarono
delle lunghe lame che distrussero i residui della sua stessa frana.
«E
ora Forzasfera!» Ordinò il ragazzo.
«Anche te, Forzasfera!» I
due attacchi si scontrarono a metà campo, generando
una
potente
esplosione. I due Pokémon si dovettero riparare, per evitare
di
risentire dell’energia dell’esplosione.
«Approfitta della
polvere, usa Zuffa!» Il Pokémon della nativa di
Alola si mise a
correre verso l’avversario.
Avversario
che rimase in silenzio, attendista. «Quando credi che sia
abbastanza
vicino, usa Forzasfera!» il Pokémon Aura
obbedì, rimanendo fermo
percependo l’aura avversaria e attendendo il momento giusto
per
attaccare.
Quando
ritenne che fosse il momento giusto, attaccò.
Generò una sfera di
energia di colore azzurro che lanciò verso
l’avversario,
colpendolo in pieno petto e facendolo volare indietro.
Il
Lucario della ragazza faticava a rialzarsi. Aveva subito un duro
colpo, ma non si voleva arrendere. Si rialzò e attese che la
sua
allenatrice desse un comando. Comando che non tardò ad
arrivare.
«Usa di nuovo Zuffa!» Il Pokémon Aura
corse nuovamente verso
l'avversario, intento a colpirlo con una raffica di calci e pugni.
Orlando attese nuovamente. «E adesso Meteorpugno!»
Il Pokémon
attese il suo avversario, e come prima, sferrò un attacco
diretto
all’avversario.
Facendolo
di nuovo volare verso il suo lato del campo. Questi si
rialzò di
nuovo, con sempre più fatica. A questo punto la sua
allenatrice ebbe
l’illuminazione. «Se continuo così,
presto Lucario non potrà più
continuare. Dobbiamo inventarci qualcosa e alla svelta!
Forza… Cosa
farebbe Ash?» la ragazza dovette pensarci un po’, e
intanto
l’avversario stava per dargli il colpo di grazia, con un
altro
Forzasfera. Schiva e usa anche tu Forzasfera!» Il
Pokémon
Aura si scostò all’ultimo e lanciò
l’attacco verso il
bersaglio. «Falla esplodere con Palla Ombra!» Le
due sfere di
energia si scontrarono a metà percorso, esplodendo e
sollevando un
nuvolo di polvere. «E adesso che non sa dove ti trovi, usa
Forzasfera!» Nonostante, l’idea della ragazza non
fosse del tutto
errata, quest’ultima aveva sottovalutato un particolare non
da
poco. L’avversario non poteva vedere l’attacco, ma
poteva
percepirne la forza.
«Distruggila
con Dragopulsar!» Il Lucario non tardò ad eseguire
il comando
dell’allenatore, facendo esplodere l’attacco
avversario a grande
distanza. «E ora… It’s Hammer Time!
Forzasfera!» Il Lucario del
ragazzo generò tra gli arti superiori, una gigantesca sfera
di
energia azzurra, che poi scagliò contro il nemico, che non
poté far
nulla per difendersi. «Lucario non è
più in grado di lottare…
vince Lucario» Ash era un po’ spaesato. E lo
avevano notato tutti.
Soprattutto Kawe, che non poté fare a meno di punzecchiare.
«Chi ha
vinto e chi ha perso? Sei stato piuttosto confusionario,
sai?»
Ignari dei problemi arbitrali, Orlando e Lylia si erano incontrati a
metà campo, e si erano stretti la mano. «Devo
ammettere che avete
lottato davvero bene» La sua avversaria era perplessa. Come
poteva
dire una cosa del genere se il suo Pokémon non era stato
nemmeno in
grado di colpirlo? «Se lo dici tu… ma non
è che lo dici solo per
accontentarmi?» Il ragazzo le fece cenno di fermarsi.
«Non mi
permetterei mai. Sarebbe davvero di cattivo gusto.» Chiusa
questa
piccola parentesi, fu il turno di Kawe, come sfidante. Il ragazzo, da
grande amante dei Pokémon di tipo fuoco, non aveva fatto a
meno di
notare che il suo avversario possedesse un Arcanine. E, sebbene ne
avesse incontrati diversi, ogni volta che ne incontrava un esemplare,
era come se fosse la prima volta.
Per
questo motivo, si aspettava che, contro il suo Charizard,
l’avversario decidesse di schierare proprio
quest’ultimo.
Ci
rimase un po’ male, quando scoprì che il suo
avversario aveva ben
altre idee.
«Togekiss,
è il tuo momento!» Kawe ci rimase male.
«Credevi davvero che ti
lasciassi la supremazia dei cieli?» il suo avversario,
inizialmente,
non capì. «Che la lotta abbia inizio!»
Decretò Ash. «Questa
volta gli avversari sono diversi, non puoi creare confusione,
Ash»
L’arbitro recepì il messaggio. Anche se in questo
caso non vi era
rischio di ambiguità. «Se vuoi posso darti una
mano, sei proprio
una frana come arbitro!» Una voce robotica
spaventò Ash. prima che
potesse riconoscerla. «EhI! Ciao RotomDex! Quanto
tempo!» Il
Pokédex rotomizzato rispose «Sì,
effettivamente è passato del
tempo, ma sei sempre rimasto una frana arbitrando le lotte.»
Ash ci
rimase male. «Forse è vero. Se vuoi darmi una mano
fai pure.»
Intanto, la lotta era cominciata.
«Cominciamo,
Charizard! Lanciafiamme!» Il lucertolone di fuoco
spiccò il volo e,
al contempo, una grossa fiammata uscì dalla sua bocca.
«Usa
Lanciafiamme a tua volta!» Questo semplice ordine
rivelò, a chi
sapeva, che a combattere, in quel momento, fosse il maschio. I due
potenti attacchi di fuoco si scontrarono a mezz’aria,
causando
un’esplosione, ma senza che nessuno dei due combattenti
subisse
particolari danni. «E ora Eterelama!» Dalle ali del
Pokémon Festa
si generarono dei fendenti d’aria, che raggiunsero e
colpirono il
nemico, generando delle piccole esplosioni. «Charizard! Forza
riprenditi, vai usa Lacerazione!» Il Charizard del ragazzo
non si
mosse di un millimetro. «È
l’effetto secondario di Eterelama. Può far
tentennare
l’avversario, con una certa probabilità»
Spiegò Lylia. «Tentennamento o meno, noi siamo
più veloci. Non è
vero? Charizard?» Il lucertolone fece un cenno di
approvazione. «E
allora vaI Attacco d’ala!» L’ala del
Pokémon si illuminò di
bianco, mentre questi si avvicinava all’avversario.
«Adesso!
Forzantica!» Il corpo del Pokémon Festa si
illuminò di bianco, e
lanciò contro l’avversario una sfera di energia
bianca. Un attacco
talmente potente da farlo cadere a terra.
«Forzantica
è una mossa di tipo roccia, quindi è molto
pericolosa per un
Pokémon come Charizard» Commentò Lylia.
Se Ash era l’arbitro di
quella lotta, lei era la telecronista. «E, in
più,» Aggiunse
«Forzantica ha una piccola possibilità di rendere
più forte il
Pokémon che la usa. Cosa che diventa più
probabile con un’abilità
come Leggiadro» Kawe diede uno sguardo al suo
Pokémon. Era a terra,
e nonostante la lotta fosse cominciata da poco, il Pokémon
era
apparentemente molto stanco. Lottare per la supremazia dei cieli era
sfiancante. «Charizard! Possiamo ancora ribaltarla!
Lacerazione!»
Il lucertolone di fuoco riprese a volare. Gli artigli delle sue
braccia si erano allungati e illuminati di bianco, e le sue
intenzioni erano più che chiare. «Presto
Eterelama!» Il Pokémon
Festa non perse tempo, generando dalle ali delle lame d’aria,
che
rapidamente giunsero verso il bersaglio. Contrariamente
all’altra
volta, queste ultime vennero distrutte dagli artigli prima che
potessero nuocere. Uno scenario del genere non era stato previsto da
nessuno dei due allenatori, e questo diede un piccolo vantaggio al
pilota, abituato com’era a dover reagire in tempi rapidi.
«Forzasfera, sul terreno!» Il Pokémon
Festa eseguì il comando del
suo allenatore, generando dalla bocca una sfera di energia azzurra,
e, come ordinatogli dal suo allenatore, la scaraventò a
terra.
Questo sollevò un gigantesco nuvolone di polvere, che rese
impossibile vedere, per entrambi gli sfidanti. «Usa
lanciafiamme!
Davanti a te!» Ordinò Kawe.
«Forzantica» Prima che il nativo di
Alola potesse anche solo accorgersene, il suo Charizard era
precipitato a terra. «Charizard, so che possiamo farcela,
abbiamo
ancora un colpo da sparare! Sei pronto?» il
Pokémon Fiamma emise un
potentissimo grido. «Allo Zenith del…»
Rotom guardò
l’avversario di Kawe. Non gli era passato inosservato il
fatto che
possedesse un cerchio Z, e che, in quel momento, al suo interno fosse
incastonato un volantium Z. Quello che più insospettiva era
la
strana calma dell’allenatore. Se aveva un cerchio Z e un
cristallo
Z, allora era consapevole della loro potenza. Cosa lo spingeva a
stare così calmo? Perché stava addirittura
smanettando con il suo
Smart Rotom? «Fiammobomba Detonante!»
Gridò il nativo di Alola, Il
Charizard del ragazzo iniziò a generare una gigantesca palla
di
fuoco, ma prima che potesse scagliarla contro l’avversario,
finalmente l’allenatore decise di reagire. «Now,
send it!
Picchiata Devastante!» Il Pokémon Festa prese
rapidamente quota,
raggiungendo le migliaia di metri. «Ma è
impossibile, l’ha
evitato!» Kawe ci rimase davvero male. Nemmeno
l’attacco più
potente del suo Pokémon, era riuscito a raggiungere
l’avversario.
Ma forse, il più sorpreso di tutti fu Rotom. «Wow!
Mi visto questo!
Nessuno prima aveva mai usato Picchiata Devastante in questo modo...
Raccolta dati in corso bzzz» Dopo un po’ di tempo,
come tutto
quello che sale, anche il Pokémon Festa scese in picchiata.
«Wow!
Mi visto questo!» Si sorprese Rotom, mentre sullo schermo del
Pokédex che aveva posseduto, comparve un numero.
«È arrivato
vicinissimo alla velocità del suono!…
Bzzz» Il Pokémon Festa, in
quello stesso istante, colpì l’avversario.
Sconfiggendolo.
«Charizard non può più continuare!
Vince Togekiss» decretò Ash.
«Alla fine non sei stato poi così malvagio, come
arbitro.» Rotom
si congrstulò con Ash. Nello stesso momento i due sfidanti
si erano
incontrati al centro del campo di lotta per scambiarsi un gesto di
sportività e per permettersi di sfidarsi di nuovo.
«Ora
però scusate, ma devo andare.» Il ragazzo, nel
frattempo prese, dal
suo borsello, e diede a tutti i presenti un biglietto tutto incluso
per il successivo Gran Premio, che si sarebbe disputato la domenica
successiva, tredici giorni dopo. E, in barba all’ecologia, si
sarebbe svolto a Kanto, in un circuito non lontano da Aranciopoli. A
quasi settemila chilometri di distanza. E con un fuso orario di
diciannove ore. «Spero di rivedervi lì. Io,
purtroppo devo andare,
o perderò il volo. Ho comunque del lavoro da fare. E poi
devo anche
andare a trovare una persona speciale» Lucinda aveva capito a
chi si
stava riferendo, e le venne spontanea una domanda. «Ma come
mai non
è venuta qui?» Il ragazzo, che aveva iniziato ad
allontanarsi, le
rispose immediatamente. «Samuela non sapeva che sareste
venuti anche
voi, quindi non si fidava a mandarla. Però sapendo che come
minimo,
voi tre ci sarete, si fida a mandarla. Ci siamo sentiti in
videochiamata, e mi ha
detto
così. Ad Aranciopoli ci sarà e ha detto che vuole
anche partecipare
alla gara Pokémon»
Orlando
aveva preso il taxi, lasciando chi non sapeva di tutta quella storia
con numerosissime domande, costringendo Ash, Lucinda e Serena a
fornire delle spiegazioni su chi fosse Taelia, sul motivo per cui
fosse speciale e tutto quanto. Naturalmente nella versione raccontata
al processo e non raccontando i fatti reali. Sia mai che qualcuno
potesse sentire.
Dopo
due settimane, il Gran Premio di Aranciopoli, era stato archiviato.
La velocissima pista, la cui forma, se vista dall’alto
ricordava un
otto, era stata teatro di un dominio delle ARTM, se possibile persino
più di quanto accaduto ad Hau’Oli. Tre auto nelle
prime quattro
posizioni. Partenza pulita e ritmo infernale, avevano reso ben chiaro
sin dalle prime fasi, quale sarebbe stato l’esito.
Conquistarono,
anche grazie ad un’eccellente strategia, la seconda tripletta
consecutiva, consolidando la prima posizione in campionato.
Terminato
il Gran Premio, come promesso, Orlando e Taelia rimasero in
città
per poter adempiere alla promessa fatta a Lylia, di partecipare alla
gara Pokémon. E lo stesso avevano fatto i suoi amici di
Alola, che,
alla fine, non erano andati al Gran Premio, e suo fratello, che, in
quel momento, si trovava ad Unima.
Data
la presenza di ben tre wild card, il numero di partecipanti alle gare
di lotta non sarebbe stato otto, ma trentadue, per permettere a
più
partecipanti di avanzare.
Una
decisione presa dalla Commissione Attività
Pokémon quando avevano
scoperto che ben tre super coordinatori avrebbero preso parte alla
gara, come wild card, avevano immediatamente deciso di aumentare
notevolmente il numero di coordinatori e coordinatrici che avrebbero
potuto accedere alla fase seguente.
Dopo
essersi allenati, aver preparato le strategie ed essersi cambiati, il
gruppo si era riunito. Ash si era vestito con il suo abito elegante,
Serena e Lucinda con i loro classici abiti da gara, Lylia e Taelia
con abiti comprati apposta per l’occasione e Orlando con gli
abiti
che solitamente indossava al Gran Galà della federazione.
Sulla
sua giacca, di un blu scurissimo, che con le luci appariva nero, una
spilla con il logo della Scuderia ARTM.
«Avete
deciso che strategia usare?» Chiese Ash, tentando di smorzare
la
tensione, emanata principalmente da Lylia e Taelia, alla loro prima
partecipazione ad una gara ufficiale. «Bianchino
sarà indubbiamente
protagonista, almeno nella prima fase. Per regolamento si devono
usare Pokémon diversi nella fase del saggio di recitazione e
nella
gara di lotta. E data l’importanza del saggio, penso che
Bianchino
parteciperà alla prima fase» La piccola volpe di
ghiaccio, si sentì
particolarmente orgogliosa delle parole della sua allenatrice.
«Mentre, per la gara di lotta, penso che sarebbe utile
contare sulla
potenza di Mega Lucario. Ho letto attentamente il regolamento, e non
è vietato da nessuna parte lottare con Pokémon
megaevoluti, voi
invece?» Taelia fu la prima a rispondere. «Per la
prima fase sarà
una sorpresa. Per la seconda, beh… sapete benissimo a chi mi
affiderò» Fu poi il turno di Ash.
«Vorrei far provare
quest’esperienza a chi non ha potuto farlo. Pensavo quindi a
Leavanny e Garchomp» Poi toccò a Serena
«Per la prima fase
ho pensato a Zorua, nella seconda mi affiderò
all’esperienza di
Delphox» Fu poi il turno di Lucinda, che aveva spiegato come
si
sarebbe affidata a Piplup nella prima fase e a Mamoswine nella
seconda, e a Orlando, che si sarebbe affidato a Jolteon nella prima
fase e a Greninja nella seconda. Nemmeno finito il tempo di finire i
chiarimenti riguardo chi usare, che subito, Lucinda venne chiamata
per esibirsi.
«Ed
ecco la prima coordinatrice a calcare il palco, oggi, una Wildcard
direttamente dalla regione di Sinnoh, diamo un caloroso benvenuto a
Lucinda e al suo Piplup!» Dal pubblico, sentito il nome della
super
coordinatrice, partì una lunga ovazione. La ragazza
ricambiò con un
gesto di saluto rivolto al pubblico.
«Ora
possiamo cominciare! Sai cosa fare, non è vero?»
Senza che la sua
coordinatrice dovesse dire altro, il piccolo Pokémon
pinguino spiccò
un balzo e cominciò a roteare su se stesso, attaccando con
Bollaraggio. «Incredibile! Non ha nemmeno dovuto
dire nulla!»
commentò Lilian, rimasta sorpresa dalla sintonia tra i
due. «I
Piplup sono dei Pokémon notoriamente testardi, vederne uno
con una
sintonia così grande con la sua allenatrice è
davvero
straordinario!» Nel mentre, Lucinda aveva ordinato al suo
Pokémon
di colpire le bolle con Geloraggio, trasformando le sottili bolle in
sfere ghiacciate che sorvolavano l’aria.
«Molto
bene! E adesso distruggere con Perforbecco!» Il becco del
Pokémon
pinguino si illuminò di bianco e crebbe di lunghezza.
Spiccò
un ulteriore salto e distrusse le bolle una ad una, generando una
tempesta di frammenti freschi che fece molto piacere al
pubblico.
«Molto bene! Adesso genera tanti piccoli
Mulinelli!» Il Pokémon
pinguino eseguì. Creò dalle braccia delle piccole
correnti d’acqua
a forma di imbuto e le lanciò in aria.
«Perfetto! E adesso
usa Geloraggio!» I piccoli mulinelli vennero immediatamente
congelati e cominciavano a precipitare. «E adesso
acchiappali
con un bel Mulinello!» Il Pokémon Pinguino
eseguì il comando,
inglobando i piccoli mulinelli gelati in uno più grosso, che
roteava
a grande velocità. «E adesso chiudiamo!
Geloraggio!» Il
Pokémon Pinguino, generando dal becco un raggio di energia
gelida
che congelò il turbine d'acqua, creando una sorta di
scultura.
La
coordinatrice fece un profondo inchino. Ricevette, ovviamente i
complimenti dalla giuria. Qualche esibizione dopo, fu il turno di
Serena, che si sarebbe esibita con la sua Zorua.
La
ragazza era piuttosto tranquilla. Era abituata ad esibirsi e sapeva
che non agitarsi non serviva a nulla. E, essendo la prima esibizione
della sua Zorua, voleva assicurarsi di trasmetterle calma e
tranquillità.
In
qualsiasi caso quel momento non poteva più essere rimandato.
Le due
avevano lavorato non poco su quell’esibizione, e quindi si
aspettavano un risultato degno del titolo.
Ora
quel momento non poteva essere più rimandato.
La
ragazza ora era sul palco, con in mano la Pokéball della
Zorua. Era
avvolta in una capsula con dei bolli oscuri, donati da Lucinda,
perfetti per un Pokémon di tipo buio come Zorua.
La
Malavolpe uscì dalla Pokéball avvolta da dei
lampi di energia di
colore oscuro, e si posizionò delicatamente dinanzi alla sua
allenatrice, pronta a stupire il pubblico.
«Molto
bene, Zorua! Cominciamo subito! Usa Urtoscuro!» La piccola
illusionista sollevò e riabbassò le zampe
anteriori, generando
attorno a sé un anello dal colore scuro.
«E adesso
Extrasenso!» L’anello oscuro venne circondato da
un’aura dorata,
e contemporaneamente ruotò di novanta gradi.
«E adesso Palla
Ombra!» La piccola illusionista generò dalla bocca
una serie di
sfere di energia oscura che si unirono al cerchio dorato e oscuro,
trasformandolo in qualcosa di simile ad un bracciale di
perle.
«E adesso…» La ragazza girò
su sé stessa e schioccò le dita.
«Il gran finale. Zorua! Ombrartigli!» Gli artigli
della piccola
illusionista si allungarono e illuminarono di una luce dal colore
violaceo. Con gli artigli distrusse la combinazione creata, che
liberò una polvere luminosa che si disperse ovunque.
Il
passaggio, per la ragazza, fu una mera formalità.
Dopo
Serena fu il turno del suo ragazzo. Ash era piuttosto tranquillo, non
era la prima volta che partecipava ad una gara Pokémon,
anzi, pur
non essendo un coordinatore, aveva preso parte a un buon numero di
gare.
Quello,
tuttavia, era il debutto per il suo Leavanny nell’ambito
delle gare
Pokémon.
Naturalmente
il Pokémon Coleottero/Erba era ben felice di partecipare e
aveva
lavorato parecchio per adattare ad un saggio di recitazione il suo
modo di lottare.
Ash
si fidava dei suoi Pokémon e sapeva di aver fatto la scelta
giusta.
Leavanny
uscì dalla Pokéball del ragazzo e già
brandiva delle grosse
foglie. Questo scatenò la curiosità tanto del
pubblico quanto
della
giuria. Tutti si chiedevano che cosa si sarebbe inventato.
Senza
che il suo allenatore dicesse nulla, come se non fosse parte
dell’esibizione, ma fosse necessario per la stessa.
«Molto
bene, Leavanny, possiamo cominciare! Lancia una foglia e usa
Foglielama!» il Pokémon eseguì il
comando dell’allenatore,
prendendo
una delle foglie dalla pila e lanciandola in aria.
Appena
raggiunse un’altezza giudicata soddisfacente da parte del
Pokémon,
questi lanciò una rapida serie di Foglielama. Numerose
piccole
foglie, affilate come rasoi colpirono la grossa foglia.
Ancora
il pubblico non capiva, e, forse, i giudici avevano capito ancora
meno. Ma pochi istanti dopo, quello che fino a poco prima era solo
nella testa dei due, divenne visibile a tutti.
La
foglia aveva ora assunto la perfetta forma di un Pikachu. Poco dopo
il Pokémon Balia fece lo stesso anche con Charmander,
Bulbasaur e
Squirtle.
«E
ora il gran finale! Crea un Energipalla! Più grande che
puoi!» Il
Pokémon eseguì, generando dalla bocca una
gigantesca sfera di
energia dal colore verdognolo.
Appena
fu sufficientemente grande, la scagliò verso l'alto.
«E ora salta e
usa Forbice X!» Il Pokémon eseguì,
distruggendo la sfera verde con
un attacco incrociato delle sue braccia, generando una polvere
luminosa tutto attorno.
Quando,
a esibizione conclusa, ebbero la certezza di esser passati, il
Pokémon balia donò ad ognuno dei giudici una
figura realizzata
nella prima fase dell’esibizione, con grande apprezzamento da
parte
di tutti.
Era
il momento dell’esibizione di Taelia e del misterioso
Pokémon di
cui aveva parlato. La ragazza era vestita con un abito elegante,
comprato durante un’uscita con Serena. Taelia era stata
piuttosto
dubbiosa sull’acquisto, ma l’insistenza della
ragazza l’aveva
convinta a comprarlo.
Finalmente
la ragazza svelò quel Pokémon. Una Vivillon
motivo Marino.
Dalla
sala d’attesa, in cui tutto il gruppo stava osservando
l’esibizione
della ragazza, la curiosità era parecchia.
«E così quel
Pokémon di cui parlava era una Vivillon!»
Commentò Serena. Lucinda
e Lylia, invece erano più curiose, avevano visto quel
Pokémon di
sfuggita durante i loro viaggi a Kalos, e non si erano mai
particolarmente informate. Così né approfittarono
per informarsi su
quest’ultima.
Nel
mentre la ragazza aveva cominciato la sua esibizione.
«Vivillon! Usa Paralizzante! » Il
Pokémon generò dalla base delle
ali una polvere dal colore dorato che rifletteva la luce dei
proiettori. «Molto bene! Adesso usa
Psichico!» La
polvere venne circondata da un’aura rosata. Vivillon, tramite
i
suoi poteri psichici modellò quella polvere in modi
differenti. Da
oggetti a Pokémon, a volti di persone.
Questo
bastò alla ragazza per passare alla fase seguente,
nonostante fosse
solo una parte dell’esibizione. Dopo di lei toccò
ad Orlando e la
sua Jolteon.
Il
ragazzo era piuttosto tranquillo. Jolteon aveva spesso partecipato ai
saggi di recitazione, anche se allora aveva delle mosse diverse. Con
il tempo si era dovuta reinventare, diventando una vera specialista
della lotta dura e pura, pur non avendo mai perso l’amore per
le
gare.
Appena
gli venne dato l’ok, il ragazzo mandò in campo la
Jolteon. Questa
uscì dalla sua Pokéball con un effetto di saette,
quindi si posò
dolcemente davanti all’allenatore.
«Jolteon,
send it! Palla Ombra! A profusione!» Il Pokémon
Luminoso generò
dalla bocca numerose sfere di energia oscura, dal colore violaceo,
che poi scagliò verso l’alto. «E ora
Energisfera!» Il Pokémon
Luminoso generò dalla bocca delle sfere di energia simili a
quelle
precedenti, ma dal colore giallo-verdognolo piuttosto che viola-nero.
Insieme
alle altre formava una sorta di cerchio. «E adesso Fulmine,
ma sii
delicata, mi raccomando!» La Jolteon eseguì il
comando. Si era
allenata non poco per non sprigionare tutta la sua enorme potenza, ma
a gestirla.
Il
Fulmine fu della giusta potenza per unire come un anello le diverse
sfere di energia. «E ora salta usando Attacco
Rapido!» La
Jolteon eseguì saltando attraverso quel cerchio.
«E
ora il gran finale! Fulmine!» Con un poderoso attacco il
Pokémon
elettro distrusse la combinazione creata, creando una serie di
scintille colorate.
Dopo
alcune esibizioni era il turno di Lylia. La nativa di Alola era
piuttosto nervosa, nonostante le rassicurazioni.
«Per voi è
facile. Avete già partecipato a delle gare… e voi
tre…» La
bionda rivolse uno sguardo a Lucinda, Serena e Orlando. «E
voi tre
avete anche vinto un Gran Festival… invece, per me
è la prima
volta e ho paura che qualcosa possa andare storto» Lucinda e
Serena
le misero una mano sulla spalla. «Se ti può
rassicurare sappi che
nessuno di noi al debutto è andato benissimo. Non serve
preoccuparti. Come va… va» La bionda si
girò verso l’amica.
«E questo dovrebbe farmi star meglio?» Serena non
fece altro che
rincarare la dose. «Io, quando ho debuttato come
coordinatrice avevo
già una certa esperienza nei varietà…
quindi vale quel che vale,
posso dirti che il mio debutto ai varietà è stato
un totale
disastro. Tutto per un mio banalissimo errore di valutazione. Non
sono la persona più indicata. Ma se c’è
una lezione che ho
imparato è quella che devi pensare solo ad una cosa. Regala
un
sorriso a chi ti guarda» Lylia rimase in silenzio alcuni
secondi.
«Lo farò, anzi. Lo faremo»
In
verità non si sentiva affatto pronta. Nemmeno il pensiero
del fatto
che anche per Taelia fosse stata la prima volta… Eppure lei
e la
sua Vivillon non sembravano preoccupate dalla cosa. La ragazza prese
un profondo respiro. Chiuse gli occhi e… alla fine era
passata.
Sapeva che gli amici ad Alola la stavano guardando, nonostante il
fuso orario. E sperava di poter dire lo stesso del fratello.
Bene.
ora c’erano “solo” le gare di lotta.
Considerando il risultato
più criminosamente ottimista, avrebbe dovuto affrontare
quattro
round, poi sarebbe arrivata alla finale.
Il
gruppo attendeva nella sala d’attesa che venissero decisi gli
abbinamenti. Era una gara su più round con un gran numero di
partecipanti e la generazione del tabellone richiese più
tempo del
previsto.
Un
po’ di tempo dopo, il tabellone venne generato. Non ci
sarebbero
stati scontri diretti, nella prima fase.
Per
la prima fase nessuno di loro aveva avversari particolarmente
pericolosi. Anche se alle ragazze non era sfuggito un dettaglio.
«Aspetta un attimo» Lucinda indicò la
prima avversaria di Orlando.
«Ehi! Ma lei è Chloe!» Ash dovette
riguardare lo schermo per
accorgersene. Loro due non potevano certamente definirsi culo e
camicia, come lo erano Serena e Vera o lui e Brock, ma non averla
riconosciuta era un po’ troppo persino per lui.
Forse
era per il diverso taglio di capelli o per qualcosa di simile, ma Ash
non l’aveva proprio riconosciuta.
In
ogni caso, Orlando si sarebbe dovuto esibire per terzo, dopo Ash e
Serena.
Ash
venne chiamato quasi subito. Fece appena in tempo a sistemare la
Megapolsiera, un bracciale nero, che accogliava la pietrachiave,
decorato da diversi rombi rossi. Un regalo di Vera, dove aveva
posizionato la sua pietrachiave. Per fortuna levarla dal megaguanto
era piuttosto facile.
Fece
appena in tempo a prendere la Pokéball di Garchomp che
dovette
dirigersi verso il palco.
Il
suo avversario era un coordinatore alle prime armi, anzi, proprio al
debutto, e di sicuro non si aspettava di avere il
campione
del mondo come avversario, sia pur con un Pokémon che, per
quanto
forte, non era nel team che aveva vinto il titolo.
L’avversario,
originario della stessa città di Aranciopoli, aveva mandato
in campo
il suo Luxray. Lo aveva preventivamente iscritto alla gara, non
potendo sapere che avrebbe sfidato un Pokémon immune alle
mosse di
tipo elettro.
«Cominciamo
noi! Garchomp! Dragobolide!» Il Pokémon mach
generò dalla bocca
una sorta di meteorite arancione dall’elevatissima
temperatura che
venne poi lanciato verso l’alto. «Luxray!
Salta e
distruggila con Sgranocchio! Prima che sia troppo tardi!» Il
Pokémon
saltò in aria, facendo esplodere il meteorite con un potente
morso.
L’esplosione
dell’attacco creò un effetto spettacolare, ma fece
perdere diversi
punti a Ash. Nonostante questo, il ragazzo rimase
impassibile.
«Ora! Pietrataglio!» Il Garchomp del ragazzo
tirò un calcio sul
terreno, facendo comparire dallo stesso una lunga serie di massi
affilati dal colore azzurro.
Luxray,
cadendo, colpì in pieno i massi, facendoli esplodere, ma
facendo
perdere diversi punti al suo coordinatore, per via
delle
ferite riportate. Ora ad avere un certo vantaggio era Ash.
«Luxray!
So che puoi farcela! Usa Gelodenti!» Il denti del
Pokémon Occhiluce
si illuminarono di un’aura azzurra, e la loro temperatura si
abbassò notevolmente, fino a diversi gradi sotto lo zero. Il
Pokémon
si mise a correre a gran velocità, avvicinandosi
all’avversario a
gran velocità.
«Ancora
Pietrataglio!» Ordinò Ash. Altro potente calcio
sul terreno. Altri
massi affilati che spuntavano da esso. L’avversario venne
colpito
in pieno dai massi, e spiccò un bel volo. «No!
Luxray!» Gridò
l’avversario. Sebbene il cronometro dicesse che
c’erano ancora
due minuti di tempo, la lotta poteva dirsi conclusa per KO.
Terminata
la gara, come consuetudine, i due si erano stretti la mano.
Dopo
Ash toccò a Serena e alla sua Delphox.
L’avversaria della ragazza
veniva da lontano. Aveva viaggiato per chilometri e chilometri per
partecipare alla gara e la sua prima avversaria era una Super
coordinatrice? Certo che le era andata proprio male.
In
ogni caso non si sarebbe arresa prima di combattere. Lei e il suo
Skarmory avrebbero fatto di tutto per darle del filo da torcere, pur
con la consapevolezza che nulla avrebbero potuto.
L’avversaria
di Serena mandò in campo il suo Pokémon
contemporaneamente
all’avversaria.
«Skarmory!
Usa Eterelama!» Ordinò l’allenatrice. Il
Pokémon generò dalle
ali delle lame d’aria dal colore azzurro, dritte verso
l’avversaria. «Distruggile con Psichico!»
Ordinò Serena. Con un
rapido movimento del suo bastone la Pokémon volpe
generò un'onda
d’urto dal colore rosato che colpì le lame
d’aria e le
distrusse. Questo fece perdere punti alla rivale della nativa di
Kalos. «E adesso usa Magifiamma!» Ordinò
poco dopo. La Delphox
generò dal suo bastone una gigantesca fiammata simile ad un
vortice.
«Distruggi
la sua combinazione con Eterelama!» Ordinò
l’avversaria. E la sua
tecnica ebbe, almeno in parte l’effetto sperato, facendo
esplodere
la fiammata in tante piccole lingue di fuoco, facendo perdere una
manciata di punti a Serena. Niente di troppo grave, ma avrebbe voluto
evitare.
Serena,
dal canto suo, non era una persona che potevi fregare due volte, per
cui si sarebbe adattata al modo di lottare dell’avversaria.
Avversaria che, nel mentre, aveva ordinato a Skarmory di utilizzare
Neropulsar e di ruotare su se stesso, per massimizzare
l’effetto
della mossa. Il suo corpo roteava circondato da anelli di energia dal
colore scuro, creando un effetto spettacolare.
«Delphox
attacca con Magifiamma!» Gridò Serena. Ben
convinta di quel che
voleva fare. L’enorme fiammata generata dalla volpe di fuoco,
si
unì all’attacco avversario, rendendo il metallo
che rivestiva il
corpo del Pokémon sempre più incandescente, fino
a quando il calore
non era diventato insopportabile.
Questo
fece perdere numerosi punti alla rivale. Ora il vantaggio di Serena
era piuttosto considerevole. «Turbosabbia!»
Gridò la rivale, in un
disperato tentativo di migliorare la sua condizione. Lo Skarmory
atterrò e con un’ala lanciò della
sabbia dal terreno contro
l’avversaria, nella speranza di danneggiare
l’avversaria.
«Delphox, usa Psichico!» Ordinò la
ragazza.
La
volpe concentrò i suoi poteri psichici sulla nuvola di
sabbia
lanciata dall’avversario, per colpirlo a sua volta. Il
turbine
generato fece roteare diverse volte il Pokémon, causando non
pochi
problemi. Allo scadere del tempo, la vittoria della Regina di Kalos
era chiara a tutti.
L’avversaria,
nonostante la cocente sconfitta, strinse la mano alla Regina,
accettando sportivamente la sconfitta e promettendole che sarebbe
divenuta una sua degna rivale.
Poco
dopo sarebbe toccato ad Orlando, che avrebbe affrontato una ragazza
originaria proprio di quella città. Lui, della ragazza
conosceva
unicamente il nome, Chloe, lei, invece, del suo rivale sapeva solo
che era un super coordinate, che era un due volte campione del mondo
di Formula Cinque Cilindri e che fosse classificato al secondo posto
nel Torneo Mondiale.
Secondo
per un pareggio contro Ash.
E
ora era il suo avversario. Lei e la sua Eevee (potevano partecipare
alla gara grazie ad una deroga, che permetteva anche a chi possiede
un unico Pokémon di partecipare, qualora avesse due fiocchi
o
meno) avrebbero dovuto affrontare un avversario di altissimo
livello.
Ora
si trovava faccia a faccia con l’avversario, che aveva
già in mano
la Pokéball della sua Pokémon. Lei, quasi per
rubare la scena
all’avversario, aveva deciso di entrare con la sua Eevee
fuori
dalla Pokéball.
Appena
venne dato il segnale, il ragazzo mandò in campo la sua
Greninja.
L’effetto che aveva scelto per i bolli, ben evidenziavano il
suo
tipo buio.
«Cominciamo
noi, Greninja! Palla Ombra!» Tra lo sgomento generale del
pubblico,
che si chiedeva come mai utilizzare una mossa di tipo spettro contro
un’avversaria di tipo normale? E poi perché, per
una scelta così
sbagliata, non aveva perso punti? La sfera di energia oscura, in ogni
caso, colpì il terreno, generando un’esplosione,
sollevando
un’enorme nuvola di polvere, che accecò
l’avversaria.
«Eevee,
Comete!» La Eevee della ragazza si girò verso
l’avversaria,
lanciando dalla coda delle stelle, che bucarono la coltre di nubi e
attraversarono il corpo della Ninja, senza alcun danno.
L’avversaria
non aveva esattamente capito cosa era successo, permettendo ad
Orlando di mettere in atto il suo reale piano. «E ora
bloccala con
Acqualame!» La Ninja generò e lanciò
contro l’avversaria delle
lame d’acqua che poi scagliò contro
l’avversaria, che, per
quanto tentasse di fuggire, veniva prontamente colpita e
intercettata.
E
la sua allenatrice perdeva punti ad ogni colpo.
«Eevee! Usa
Copione!» Gridò la ragazza, in preda alla
disperazione. Il Pokémon
evoluzione si circondò di un’aura azzurra prima di
lanciare verso
l’avversaria, lo stesso attacco che aveva ricevuto.
«Greninja,
Geloraggio! Colpisci il suo attacco!» La Pokémon,
ora di tipo
ghiaccio, eseguì il comando, congelando le lame avversarie,
che ora
assomigliavano a delle statue a forma di stella, e facendole
precipitare contro l’avversaria. La quale, pur cercando di
schivare, era stata colpita e atterrata, rimanendo esposta agli
attacchi avversari.
A
tre minuti dalla fine, Chloe aveva solo un quarto dei suoi punti. Non
era riuscita nemmeno a smuovere leggermente l’indicatore
avversario
e nella sua testa balenava l’idea di un ricorso. Non era
stata
avvisata da nessuno che la Greninja avversaria avesse
l’abilità
mutatipo. Sapeva che fare un ricorso sarebbe stato inutile, da
regolamento le decisioni della giuria erano inappellabili. Sarebbe
stata solo un’inutile perdita di tempo. E non poteva nemmeno
non
stringergli la mano a fine incontro. Da regolamento sarebbero state
tre gare di squalifica per antisportività. «Eevee!
Te la senti?»
La volpina di tipo normale emise un grido, per far capire alla
giovane che si. Se la sentiva. «Allora usa
Copione!»
Il
corpo della Eevee si illuminò come la volta precedente, e
dalla sua
bocca uscì un raggio di energia gelida, che
scagliò
contro
l’avversaria. «Ora attacca con
Neropulsar!» Dalle mani
della Ninja si generarono degli anelli di energia oscura, che
divisero in due il raggio di energia e colpirono l’avversaria
in
pieno.
«Eevee
non può più continuare. Sconfitta per
Ko!» Dopo l’annuncio del
risultato, di norma i due avversari si incontravano per stringersi la
mano, ma la ragazza si rifiutò, scappando.
Sapeva
che quel gesto di protesta comportava tre gare di squalifica, ma non
poteva sopportare l’idea di aver perso così
malamente e
soprattutto non poteva sopportare che non gli avessero tolto punti
per aver usato un attacco a cui la sua Eevee era immune.
Sapeva
che si sarebbe presa una bella tirata d’orecchie, ma voleva
sembrare coraggiosa.
Orlando
ci rimase male. Era la prima volta che qualcuno si comportava
così
dopo una gara Pokémon. Altri avversari, anche se solo di
facciata,
lo avevano fatto.
La
ragazza, forse distratta, entrò nella stanza dove i
coordinatori e
le coordinatrici che dovevano ancora esibirsi attendevano il loro
turno.
Le
prime due persone che incontrò furono Lucinda e Lylia. La
prima
stava rassicurando la nativa di Alola, spiegandole come avesse
già
dimostrato di essere un’allenatrice piuttosto abile e che
avrebbe
dovuto fare quello che sentiva dentro di sé.
«Non
mi è piaciuto quello che hai fatto» Le disse cosa
Lucinda.
«Non
sei mia madre per dirmi che cosa è giusto e cos'è
sbagliato!» Le
rispose la nativa di Aranciopoli. «Non puoi vincere se il tuo
avversario è favorito dai giudici! Spero davvero che non lo
dobbiate
affrontare, o perderete indipendentemente da tutto» Lucinda
le fece
cenno di fermarsi. «Non credo. Lui e Greninja sono stati
semplicemente superiori.» Chloe rimase in silenzio alcuni
istanti,
per poco non venendo buttata a terra da un’altra
coordinatrice.
«Non dirmi che è il tuo ragazzo e lo difendi a
spada tratta per
questo? Siamo amiche, dovresti difendermi.» Lucinda si
limitò a
ignorare le sue lamentele, lasciandola sfogare da sola.
Intanto
era giunto il turno di Lylia. Era piuttosto nervosa, ma sapeva che
poteva contare sul suo potentissimo Mega Lucario.
Il
suo avversario era un coordinatore al debutto, come lei.
Quest’ultimo
aveva mandato in campo una Glaceon, che uscì dalla sua
Pokéball con
un effetto simile a delle stalattiti di ghiaccio, in netto contrasto
con le scintille del Lucario della ragazza.
Appena
venne dato il segnale, il ragazzo si affrettò ad ordinare un
attacco. «Vai con Palla Ombra!» La Glaceon del
ragazzo generò
dalla bocca una sfera di energia oscura che scagliò
immediatamente
contro l’avversario.
«Forza!
Distruggila con Ferrartigli» Gridò la ragazza. Il
Pokémon rimase
fermo ad attendere, con gli artigli, dal colore metallico
già pronti
ad affettare l’attacco nemico. E così accadde, la
sfera oscura
esplose in una polvere violacea che si disperse ovunque, facendo
perdere dei punti al rivale.
Rivale
che rimase impassibile, come se se lo aspettasse. «Usa
Geloraggio e
poi Attacco Rapido!» Gridò il ragazzo. La Glaceon
generò dalla
bocca un raggio di energia gelida, che, quando si mise a correre a
gran velocità, venne avvolta dall’energia gelida,
divenendo come
un proiettile.
Lylia
perse dei punti a causa della riuscita della combinazione avversaria.
«Usa
Zuffa!» Il tono di Lylia era freddo, quasi robotico. Si stava
facendo prendere dal panico. E Lucario ne percepiva l’aura
negativa. Ne capiva i motivi. Doveva rassicurarla.
Prima
un pugno, che spaccò la coltre di ghiaccio, facendo perdere
punti al
rivale, quindi con un potente calcio scagliò
l’avversaria contro
la parete.
L’avversario
perse ulteriori punti, ma mancavano ancora tre minuti e mezza.
Lylia,
nonostante fosse stata rassicurata dall’avere un enorme
vantaggio
sul suo avversario, era ancora nervosa. La Glaceon, dopo
l’importante
botta presa stava barcollando parecchio.
«Frana»
Nonostante fosse, metaforicamente, a poche curve dalla bandiera a
scacchi, la ragazza era ancora esitante. In ogni caso il
Pokémon
obbedì. Dal cielo iniziarono a cadere degli enormi massi,
che
precipitavano a grande velocità. «Bloccali con
Bora!» ordinò
l’allenatore, in preda alla disperazione. La sua avversaria
era
tanto carina quanto tosta.
L’attacco
gelido, generato dalla bocca del Pokémon, non fu sufficiente
a
deviare i massi, che caddero, imprigionando la Glaceon in una
ristretta parte del campo.
«Forzasfera»
Nonostante ora avesse l’incontro in mano, la ragazza non era
ancora
del tutto a suo agio. Il Lucario generò tra gli arti
superiori una
sfera di energia dal colore azzurrino, che scagliò contro la
coltre
di rocce che bloccava l’avversaria, facendola esplodere.
Frammenti
di roccia e ghiaccio ovunque.
L’allenatore
avversario perse gli ultimi punti restanti. Ma nonostante questo fu
piuttosto sportivo e accettò di stringere la mano alla
ragazza.
Alla
fine era andata bene. Lucario aveva fatto davvero un ottimo lavoro.
Non aveva nemmeno dovuto ricorrere alla Megaevoluzione. Ma
sapeva che se voleva vincere il suo primo fiocco, lei e il suo
Lucario, avrebbero dovuto affrontare altri quattro round.
Poco
dopo Lucinda le avrebbe dato il cambio. La ragazza dai capelli blu
era felicissima della performance dell’amica. E lo stesso
poteva
dirsi di Serena. Appena aveva visto la nativa di Alola era corsa da
lei ad abbracciarla e a complimentarsi.
Dopo
l’esibizione di Lylia, Chloe aveva percorso
l’andito di servizio
che permetteva ai coordinatori di passare dalla stanza dedicata a chi
doveva ancora esibirsi a quella dedicata a chi si era già
esibito,
anche se di solito veniva usata al contrario.
La
stanza dove si trovavano i coordinatori che si erano già
esibiti,
era più grande di quella dedicata a chi ancora doveva
esibirsi, in
quanto era permesso l’accesso agli accompagnatori dei
coordinatori
e a chiunque pagasse un extra.
La
nativa di Aranciopoli trovò il ragazzo accanto a Ash, Lylia
e
Serena. La sua Greninja shiny era ancora fuori dalla
Pokéball, stava
mangiando delle baccacedro e lui intento a bere dell’acqua.
«Beh,
com’è vincere grazie ai favori dei
giudici?» Chiese la ragazza,
ancora nervosa per l’umiliante sconfitta subita.
«Di che favori
parli?» Chiese il ragazzo, come tutti, piuttosto sorpreso
dalle
accuse. «Le cose sono due. O hai pagato i giudici o loro
avevano
troppa paura per toglierti anche solo un punticino?» Le
accuse della
ragazza continuavano. «Scusa? Quindi io avrei dato delle
mazzette ai
giudici per passare alla fase successiva? Non credi che sarebbe
stupido? Se lo facessi e venissi scoperto perderei tutto. Dal mio
titolo di Super Coordinatore ai miei sponsor. Tutto per una gara a
cui partecipo perché mi è stato chiesto da una
persona che mi ha
sorpreso per la sua gentilezza» Chloe fece due conti.
Sembrava che
Orlando fosse piuttosto in confidenza con Ash e il gruppo di suoi
amici. Quindi, con tutta probabilità, “la persona
che l’aveva
sorpreso per la sua gentilezza” era Lylia. Ottimo modo per
provocarlo ulteriormente. «Non è che è
la tua fidanzata?» Il
ragazzo, che nel frattempo stava bevendo, per poco non le
sputò
addosso. «No?» Lylia era imbarazzata a sua volta,
contrariamente a
Lucinda, non era riuscita a trattenere l’imbarazzo. Pensava
che
solo le crastule Ibis e Suiren potessero inventarsi certe cose, ma si
sbagliava.
«Allora
se è vero come dici che non state insieme, la vostra sfida
sarà
senza esclusione di colpi, no?» I due incrociarono lo sguardo
e
sorrisero a vicenda. «Ci mancherebbe altro!»
Dissero, praticamente
insieme. Mentre tornava nella stanza dedicata ai coordinatori che
dovevano ancora esibirsi, Orlando approfittò per buttare la
bottiglietta d’acqua nel cestino
dell’aliga.
Nel
mentre, Lucinda si stava esibendo. Stava lottando contro un Venusaur
ed aveva accumulato un grosso vantaggio. Un ultimo Geloscheggia,
proiettato in aria e scagliato contro il bersaglio, ne sancì
la
vittoria.
Ora
toccava a Taelia e alla sua Gardevoir.
La
ragazza era abbastanza tranquilla, sapeva che qualsiasi fosse stato
il risultato, sarebbe stata comunque una bella esperienza.
Il
suo avversario era un ragazzo di Sinnoh. Lucinda lo conosceva bene. I
due avevano un conto in sospeso e il ragazzo avrebbe voluto sfidarla
ad ogni costo.
Il
ragazzo aveva mandato in campo il suo Breloom, non poteva fare
altrimenti, dato il regolamento, e quando scoprì di dover
affrontare
un Pokémon di tipo Psico e Folletto, aveva ben poche
speranze.
«Molto bene, Gardevoir, sei pronta ad aprire le
danze?»
La
ragazza toccò la pietrachiave sul suo megaciondolo, facendo
sì che
la sua pietrachiave reagisse con la megapietra della sua
Pokémon.
L’aspetto di quest’ultima mutò. La
sua veste formò un'ampia gonna al posto dell'apertura della
veste,
la capigliatura divenne più corta e le sue
orecchie più
sporgenti. La placca sul petto si allargò, formando un
corpetto, e
l’antenna sul petto si sdoppiò, rendendo ancora
più forti i suoi
poteri psichici. Sulle braccia erano spuntati anche una sorta di
guanti. Essendo un’esemplare shiny, il colore
dell’abito e dei
guanti era nero e non bianco, il colore delle antenne sul petto era
arancione e non rosso e il colore della capigliatura azzurro e non
verde.
«Gardevoir!
Usa Palla Ombra!» La Gardevoir della ragazza
generò dalle braccia
una gigantesca sfera di energia oscura dal colore violaceo, avvolta
da delle scariche di energia di un colore simile, che
scagliò contro
l’avversario.
«Difenditi
con Energipalla!» Gridò il ragazzo. Il
Pokémon Fungo aprì la
bocca e da essa generò una sfera di energia dal colore
verdognolo,
simile ad un occhio, che scagliò contro la gigantesca sfera
oscura,
senza che la stessa venisse danneggiata in alcun modo. Anzi. la sfera
verde venne inglobata all’interno della sfera oscura. Questo
fece
perdere alcuni punti al ragazzo.
«Pugnorapido!»
Gridò il ragazzo. Il Pokémon fungo mosse
rapidamente il braccio in
direzione dell’attacco lanciato dall’avversaria. Ma
prima che
potesse completare il movimento, venne bloccato da una forza
invisibile.
Era
l’attacco Psichico della Gardevoir della ragazza, che lo
aveva
bloccato, lasciandolo in balia dell’attacco combinato.
Quest’ultimo
esplose addosso al Pokémon fungo, causandogli enormi danni e
facendo
perdere una marea di punti al suo allenatore. «Dobbiamo
reagire!
Breloom! Paralizzante!» Dal fungo sulla testa del
Pokémon si
generarono delle spore dal colore dorato che vennero scagliate contro
l’avversaria.
«E
ora vai con Forza Lunare!» Il corpo della Pokémon
si illuminò di
una luce rosa e il corpo della Pokémon venne sollevato in
alto,
assorbendo l’energia della Luna.
Energia
che venne concentrata in un potente attacco che, per un istante
illuminò di rosa le polveri, facendo perdere punti al nativo
di
Sinnoh, e colpendo il Breloom, mandandolo al tappeto.
«Sarà
per la prossima volta.» Commentò il ragazzo a
bassa voce, prima di
congratularsi con l'avversaria. Da quello che aveva visto, la giovane
le era sembrata un diamante grezzo. Il suo modo di lottare era
più
simile alle lotte in palestra che non a quelle delle gare di lotta,
ma non poteva dirglielo così direttamente. Dopotutto lei
aveva vinto
e lui aveva perso.
Tutti
e sei passarono senza problemi la fase successiva, senza scontri
diretti, che sarebbero avvenuti nella terza fase.
Terza
fase in cui Ash avrebbe affrontato Taelia, Orlando avrebbe affrontato
Serena mentre Lylia e Lucinda avrebbero affrontato degli avversari
che avevano affrontato degli avversari che avevano passato la stessa
fase.
Ash
e il suo Garchomp sarebbero stati i primi, e le loro avversarie
sarebbero state Taelia e la sua Gardevoir. Per un accordo tra le
parti, aveva stabilito che entrambi avrebbero megaevoluto i loro
Pokémon a inizio lotta, per regalare il massimo spettacolo
ai fan.
Appena
trovatisi uno contro l’altra, i due mandarono in campo i loro
Pokémon e fecero reagire le loro piterechiave con le
megapietre dei
loro Pokémon.
Come
previsto il pubblico fu entusiasta della cosa. E ancora la lotta non
era nemmeno cominciata.
«Garchomp
cominciamo noi! Pietrataglio!» Il Pokémon Mach
diede un calcio al
terreno. Da questo spuntò una serie di enormi massi
acuminati dal
colore azzurro.
«Presto!
Distruggili con Fulmine!» Gridò Taelia. La ragazza
era ben
consapevole del fatto che un attacco di tipo elettro non avesse
effetti su un Pokémon di tipo terra come Garchomp, ma, in
una gara
di lotta, quel che contava di più era la bellezza delle
combinazioni
delle mosse.
L’esplosione
dei massi, che si disintegrarono in una polvere di colore azzurrino,
facendo perdere dei punti a Ash. «Possiamo ancora farcela!
Usa
Fossa!» Taelia, tra sé e sé si chiese
cosa avesse in mente il suo
avversario. «Stai in Guardia! Appena lo vedi uscire attacca
con
Palla Ombra!» La ragazza dal caschetto rosa sapeva che non
utilizzare il proprio turno comportava la perdita della metà
dei
punti e una bandiera bianca e nera.
«E
ora Pietrataglio!» Dal terreno spuntarono dei massi simili a
quelli
precedenti, ma che, partendo da sottoterra, generarono anche una
nuvola di polvere che rese la vista difficile.
Contemporaneamente,
Gardevoir venne scagliata in aria, facendo perdere dei punti a
Taelia, ma quest’ultima, aveva caricato in precedenza un
attacco
Palla Ombra, che scagliò, approfittando della quota.
L’attacco,
lanciato contro il terreno fece esplodere le pietre e
rivoltò il
terreno, mostrando la presenza del Pokémon di Ash.
Questo
fece perdere dei punti al nativo di Biancavilla, rendendo inutile la
sua mossa precedente.
«E
adesso usa Forza Lunare!» Il corpo della Gardevoir si
illuminò di
una luce rosata, e trasse forza dal potere della Luna.
Era
pronta ad indirizzare l’attacco contro
l’avversario, ma prima che
potesse farlo, questi, però era già scomparso
sottoterra, come
ordinato da Ash.
L’attacco
non andato a segno fece perdere alcuni punti a Taelia, ma la ragazza
manteneva comunque un piccolo vantaggio su Ash. «Forza lancia
Palla
Ombra dentro alla fossa!» La Mega Gardevoir eseguì
il comando
lanciando all’interno della fossa scavata
dall’avversario il
potentissimo attacco di tipo spettro.
Garchomp
venne colpito e scagliato in aria. Era praticamente disarmato, dal
momento che, non potendo contare sul terreno non poteva usare Fossa o
Pietrataglio. Il momento ideale, a un minuto dalla fine, per
chiuderla. «E adesso usa Forza Lunare!» Il corpo
della Gardevoir si
illuminò di una luce rosata, e trasse forza dal potere della
Luna.
Un gigantesco fascio di energia rosata investì il
Pokémon Mach,
aumentando la velocità di caduta. Ash perse molti altri
punti.
«Cerca di scaricare l’energia con
Pietrataglio!» Ordinò Ash. Il
Pokémon riuscì nell’intento, il potente
calcio dato al terreno
attutì la caduta e i massi che si generano dal terreno
furono di una
grandezza quasi doppia rispetto ai suoi standard, permettendo una
piccola rimonta a Ash, ma ormai il tempo era scaduto e il suo destino
segnato.
Taelia
aveva vinto, e Ash si era congratulato con lei.
Ora
era il momento della gara di lotta tra Serena e Orlando. Una gara che
vedeva contrapposti gli stadi evolutivi finali degli starter della
regione di Kalos.
Ash
si accomodò in uno dei divanetti, pronto a sostenere la sua
ragazza,
ma poco prima che iniziasse l’esibizione…
«Sei
per caso figlia di vetraio?» Ash, solitamente preferiva
utilizzare
dei metodi più diretti, ma da quando aveva sentito quella
frase da
Orlando, non aspettava altro che l’occasione per utilizzarla.
Una
ragazza abbastanza alta, che, nonstante fosse al chiuso indossava un
berretto della scuderia ARTM, di cui era probabilmente tifosa, come
testimoniato anche dalla giacca, dello stesso rosso.
Indossava
anche una canadese nera e delle scarpe da ginnastica. Era
accompagnata da uno strano Pokémon, sembrava uno strano
ibrido tra
un orsacchiotto e un topo, dal colore arancio.
A
giudicare dal fatto che emettesse delle scosse elettriche che
emetteva dalle guance, doveva essere di tipo elettro. E dopo una
rapida analisi con il suo Smart Rotom, scoprì di non essersi
sbagliato.
«Oh,
scusami! Ma quando vedo una lotta così accesa, non riesco a
trattenermi!» Intanto, la ragazza e il suo Pawmo si erano
seduti
accanto a Ash e Pikachu, con i due roditori elettrici che avevano
iniziato a scambiarsi scariche elettriche.
«Veramente
questa sarebbe una Gara
di lotta»
Ash ci tenne a specificarlo. «E che differenza fa?»
Gli chiese la
ragazza. «Una lotta è una lotta!
Tantopiù se si affrontano la
Regina di Kalos e il secondo classificato nel Torneo
Mondiale» La
ragazza fece una breve pausa «Anche se, a dire il vero, non
trovo i
varietà particolarmente entusiasmanti, non
c’è lotta… non c’è
spettacolo! Certo che il suo ragazzo deve essere particolarmente
fortunato ad avere una ragazza così» Ash si
sentì preso in causa.
«Beh… ecco…
veramente…» Poi si fermò. La gente
aveva appena
smesso di crastulare riguardo il suo rapporto con Serena. E, dal
momento che quella ragazza particolarmente logorroica non lo sapeva,
poteva assecondarla. «Suppongo di si, anche se rischia di
essere
messo in ombra, a meno che anche lui non riesca a farsi riconoscere
per qualcosa di importante»
La
ragazza, a questo punto, si girò verso il suo interlocutore.
Era
vestito in modo talmente diverso da com'era abituata a vederlo. Era
vestito in modo elegante e non sportivo com’era solito fare,
ma,
guardandolo da vicino, finalmente lo aveva riconosciuto.
«Ehi! Ma tu
sei Ash Ketchum! Ehi! Potevi dirlo prima! Non sapevo che ti
dilettassi con le gare! E poi non sapevo che avessi anche un
Garchomp! Addirittura capace di megaevolversi! Cosa ne pensi di una
lotta? Pawmo contro Pikachu?» Dal momento che quella ragazza
logorroica non sapeva che Serena fosse la sua ragazza, non poteva
dirle di aspettare. Anche perché lo scontro era terminato
anzitempo,
con un gigantesco Acqualame che aveva mandato al tappeto
l’avversaria.
Ora
la telecamera indugiava sui due che si stringevano la mano, mentre si
scambiavano delle parole, di difficile comprensione a causa delle
parole della ragazza. «Dai, andiamo, o non è vero
che sei il
campione!» Ash interpretò il labiale della sua
ragazza come un “mi
raccomando” o qualcosa del genere. Non aveva, invece ben
interpretato la risposta di Orlando. Non sembrava una parola vera e
propria. Ma, a giudicare dalla risata a malapena trattenuta da
Serena, doveva essere una delle sue solite uscite.
Mentre
Lylia e il suo Mega Lucario stavano sbaragliando la concorrenza. Ash,
nel mentre aveva finito di impostare l’arbitro elettronico e
questo
aveva dato via alla lotta tra Pikachu e Pawmo. Ash aveva scoperto che
quel Pokémon aveva l’abilità di
neutralizzare gli attacchi
elettrici, similmente a Jolteon.
«Pawmo,
cominciamo noi! Attacco rapido!» Quello strano
topo-orsacchiotto
assunse una posizione quadrupede e si mise a correre verso
l’avversario. «Pikachu placcalo con
Codacciaio!» Il Pokémon
elettrico eseguì il comando del suo allenatore, attendendo
che
l’avversario lo raggiungesse, per poi colpirlo in pieno muso
con un
potente colpo della coda.
Come
risultato il topo-orsacchiotto fermò la sua carica con un
violento
urto contro il terreno. Gli ci volle un po’ per riprendersi,
e Ash
ne approfittò. «Di nuovo Codacciaio!»
Gridò il ragazzo.
Nonostante la breve distanza, il colpo fu abbastanza potente da
scagliare in aria l’avversario.
«E
ora Attacco Rapido!» Pikachu spiccò un balzo,
cercando di colpire
l’avversario. «Difenditi con Sberletese!»
Gridò la ragazza. Lo
strano ibrido parò il colpo utilizzando le sue braccia.
Questo
non attutì di molto il colpo, ma permise al
Pokémon di cadere come
meglio credeva, placcando anche Pikachu. «Scarica!»
Ordinò la
ragazza. Era consapevole di non avere altra scelta. Sapeva che
quell’attacco non avrebbe causato chissà che danni
a Pikachu, ma
non aveva altra scelta.
E
lo scenario che si presentò fu proprio quello previsto, con
Pikachu
che non patì praticamente il colpo. «Forza, prendi
lo slancio con
Codacciaio!» L'avversaria non aveva idea di cosa avesse in
mente
quel ragazzo. Era il campione in carica ed era noto per attuare
strategie abbastanza imprevedibili. E, forse, questa era una di
quelle.
Pikachu
cravò la coda nel terreno e si diede poi lo slancio,
proiettando
verso l’alto il suo avversario. «Molto bene!
Pikachu, sei pronto?»
Il Pokémon elettro fece un breve cenno
d’approvazione, mentre il
ragazzo inseriva il suo Normium Z nel supercerchio Z.
«QUESTA
È
LA NOSTRA MASSIMA POTENZAAAA!!
CARICA TRAVOLGENTE!» Il Pokémon topo si mise a
correre a grande
velocità, spiccando un balzo e colpendo in pieno
l’avversario in
pieno petto e facendolo volare ancora più in alto, per poi
farlo
cadere a terra. «Pawmo non può più
lottare, vince Pikachu!»
Dichiarò l’arbitro elettronico.
«Ecco,
è così che lotta un campione del mondo! Credo che
dovremo
impegnarci se vogliamo raggiungere la top 8» La ragazza non
aveva
accennato al fatto che si trovasse in nona posizione e che, da mesi
tentasse i match promozionali, senza successo, avendo affrontato
Orlando prima del torneo e poi Alan, in seguito, avendo sempre a che
fare con dei Pokémon capaci di effettuare la Megaevoluzione,
Metagross prima e Charizard poi, quando la sua unica cartuccia a
disposizione era la teracristallizzazione.
Dopo
la lotta, fatto riprendere Pawmo, i due erano tornati nella sala
dedicata a chi si era esibito o a chi pagava un extra.
«Oh!
Che sbadata!» La ragazza scosse la testa. «Abbiamo
lottato e non mi
sono nemmeno presentata. Mi chiamo Noemi, piacere»
Stava
per cominciare la semifinale. La prima fase avrebbe visto
contrapporsi Orlando e Lylia. La seconda Lucinda e Taelia.
Serena
sperava che le raccomandazioni date all’amico funzionassero.
«Mi
raccomando, con Lylia, non esagerare!» gli aveva detto.
Rimase
alquanto spiazzata dalla risposta. «E dringhidi!»
“Ancora? Di
nuovo?” Sapeva quello che doveva fare. Una lotta quantomeno
discreta, per non rendere plateale la sua sconfitta.
Ora
però i due erano nell’arena. Uno davanti
all’altra, con la
ragazza che indossava un abito scuro, ispirato a Lunala, e il ragazzo
in abiti formali.
Avevano
mandato in campo i loro Pokémon, pronti ad affrontarsi. A
Lylia la
prima mossa. «Lucario! Cominciamo noi!» la ragazza
toccò la
pietrachiave incastonata nel suo orecchino. Questa reagì con
la
megapietra del Pokémon, facendo mutare il suo
aspetto. Le
appendici in grado di percepire l’aura crebbero di dimensione
e si
tinsero di rosso nella parte finale, stesso discorso per gli arti,
tanto quelli inferiori quanto quelli superiori.
Sulle
spalle, sulle mani e sui piedi spuntarono ulteriori punte. La
pelliccia color crema sul petto crebbe in dimensioni, inglobando la
coda. «E ora Forzasfera!» Il Pokémon
della ragazza generò una
sfera di energia dal colore azzurrino, e la scagliò contro
l’avversaria. «Palla Ombra!» Con una
velocità sorprendente, la
Ninja generò dagli arti superiori una sfera di energia
oscura,
colore violaceo circondata da scariche di energia dal colore simile.
I
due attacchi si scontrarono al centro del campo, generando
un‘esplosione. Entrambi i Pokémon si dovettero
riparare
dall’esplosione.
Entrambi
persero la medesima quantità di punti. «Usa di
nuovo Forzasfera!»
Ordinò Lylia. Lucario generò dagli arti superiori
una sfera di
energia dal colore azzurro. A causa del potere della Megaevoluzione,
questa era di dimensioni ben maggiori rispetto alla norma.
«Bloccalo
con Geloraggio!» Ordinò orlando, con la Greninja
che generò dalla
bocca un raggio di energia gelida che colpì la sfera di
energia,
rispedandola al mittente e facendo perdere alcuni punti a Lylia, che
però non demorse.
«Rilanciala
con Zuffa!» Ordinò. Lucario, con un potentissimo
calcio rilanciò
contro l’avversaria la palla gelida, che nonostante un
tentativo di
schivata, venne colpita in pieno, facendo perdere parecchi punti al
ragazzo.
«Tutto
a posto?» Chiese il ragazzo, ben consapevole del colpo subito
dalla
Ninja. Quest’ultima rispose rimettendosi immediatamente in
piedi.
«E
ora Acqualame!» Gridò il ragazzo, con la Ninja che
generò una
sorta di stella d’acqua, affilata. «Difenditi con
Ferrartigli!»
ordinò la ragazza. Dagli arti superiori del
Pokémon Aura si
generarono delle lunghe lame bianche, che distrussero tutte le
lame,
facendo
perdere diversi punti all’allenatore.
A
due minuti dalla fine, Lylia aveva un buon vantaggio sul suo
avversario, ma voleva comunque chiudere la faccenda al più
presto.
«Usa Frana!» Gridò la ragazza, presa
dall’intensità di quella
lotta. Lucario, ben felice di questo, e forte dei poteri della
megaevoluzione, generò e scagliò contro
l’avversaria una quantità
di massi ben maggiore di quanto avesse mai fatto.
Da
degli squarci nel cielo, cominciarono a piovere delle rocce
acuminate.
«Rilanciale
con Acqualame!» Ordinò il ragazzo, anche lui preso
dall’entusiasmo
della lotta. La Ninja eseguì il comando, colpendo con delle
lame
d’acqua ogni singolo masso, rispedendolo al mittente.
Mittente,
che, senza perdere tempo, distrusse con Zuffa. Ogni masso venne
sbriciolato da un calcio o da un pugno ben assestato.
Questo,
unito allo scadere del tempo, permise a Lylia di passare il turno. Di
strettissimo margine.
La
ragazza corse ad abbracciare il suo Pokémon, nel frattempo
tornato
alla forma normale, per poi stringere la mano all’avversario.
Tornati
nella sala dedicata, si ricongiunsero con il gruppo. Taleia e Lucinda
escluse, dato che si sarebbero dovute da lì a poco. Serena
corse da
abbracciare l’amica, ben felice di vederla un po’
più convinta.
E anche Bianchino, affidato alla stessa, aveva avuto una reazione
simile.
La
gara tra i due era stata particolarmente movimentata, e risistemare
il campo stava richiedendo più tempo del previsto.
Dopo
un quarto d’ora, il campo era finalmente agibile, e il
secondo
scontro della semifinale poteva avere inizio.
Taelia
e Lucinda erano pronte a sfidarsi. Un’abile allenatrice e la
sua
potente Mega Gardevoir, contro una super coordinatrice e il suo
Mamoswine. Una sfida indubbiamente
interessante.
Le
due ragazze avevano mandato in campo i loro Pokémon,
aspettando il
segnale per partire. La lotta fu intensa, ricca di colpi di scena.
Fino all’ultimo istante fu un testa a testa.
Alla
fine, grazie ad un potentissimo Palla Ombra, la Mega Gardevoir di
Taelia a spuntarla. Avrebbe avuto accesso alla finale, contro Lylia.
Era la prima volta da anni che due debuttanti si scontravano nella
fase finale. Risistemato il campo e fatto recuperare le forze ai
Pokémon che avrebbero dovuto scontrarsi, finalmente era
giunto il
momento del fatidico scontro.
Le
due ragazze, di comune accordo, avevano deciso che avrebbero
megaevoluto i loro Pokémon a inizio lotta. Volevano lottare
ad armi
pari e quello era il modo migliore di farlo.
Appena
venne dato il segnale, le due ragazze schierarono i loro
Pokémon.
Lucario per Lylia e Gardevoir per Taelia. Prima di cominciare la
lotta entrambe le ragazze fecero reagire le loro pietrechiave con le
megapietre dei loro Pokémon.
Nonostante
la lotta non fosse nemmeno cominciata, il pubblico aveva già
cominciato ad applaudire. Mai era capitato di avere due coordinatrici
debuttanti entrambe in grado di megaevolvere i loro Pokémon.
«Lucario!
Usa Forzasfera!» Ordinò Lylia.
Il
Pokémon Aura generò dagli arti superiori una
sfera di energia dal
colore azzurro che scagliò verso l’avversaria.
Prima che
quest’ultima potesse raggiungere l’avversaria,
venne fatta
esplodere dal potente Fulmine della Gardevoir avversaria. Questo fece
perdere alcuni punti a Lylia. Nulla di irrecuperabile, ma non
l’inizio che desiderava.
«Provamo
con Frana!» dal cielo si generarono degli enormi massi, che
precipitarono verso l’avversaria. Nemmeno questa scelta,
quantomeno
all’inizio si rivelò particolarmente felice.
I
massi vennero rispediti verso il Lucario della ragazza dallo psichico
dell’avversaria. Questa volta, però Lylia fu
capace di reagire.
Ordinò al suo Pokémon di distruggere i massi con
Zuffa. Un calcio,
un pugno, ancora calci e pugni.
Ogni
masso venne polverizzato, facendo perdere alcuni punti alla sua
rivale.
«E
ora Zuffa!» Il Lucario della ragazza corse verso
l’avversaria, con
questa che rimase, inizialmente impassibile. «Difenditi con
Forza
Lunare!» Il corpo della Gardevoir si sollevò in
alto e venne
avvolto da una luce rosata. Prima che il fascio di luce assorbita
dalla luna venisse lanciato contro il Lucario dell’avversaria
si
era già spostato ed era saltato.
Colpì
l’avversaria con un calcio nella schiena facendola cadere a
terra,
facendo perdere numerosi punti a Taelia. La Mega Gardevoir della
ragazza, nonostante il duro colpo, si rialzò in piedi.
Appena
in tempo per evitare l’attacco Frana. Questo fece
sì che Taelia
perdesse pochi punti. Taelia ordinò alla sua Gardevoir di
utilizzare
Fulmine, e di lanciare l’attacco contro i massi.
Quel
potente attacco sbriciolò i massi, facendo perdere dei punti
a
Lylia. Ma ormai era chiaro chi sarebbe stata la vincitrice. E
l’ultimo Ferrartigli sferrato da Lucario, decretò
la vittoria di
Lylia.
La
nativa di Alola aveva vinto il suo primo fiocco. Ovviamente, prima di
riceverlo, direttamente dalle mani della conduttrice, raggiunse
l’avversaria e le strinse la mano in segno di
sportività.
Ricevuto
il fiocco da Lilan, la ragazza lo posizionò accuratamente
nel
portafiocci. Era una semplice medaglietta dorata da cui spuntavano
due nastri azzurri e bianchi, che terminavano con dei tagli a zig
zag.
Fatto
questo, la ragazza, come l'avversaria, tornò al camerino per
cambiarsi. Certo, l’abito che indossava le piaceva parecchio,
e lo
stesso poteva dirsi delle scarpe, ma dopo diverse ore, voleva
decisamente indossare qualcosa di più comodo.
Lo
stesso voleva dirsi per Taelia, che non dovendo essere intervistata,
poteva defilarsi prima.
La
ragazza percorse diversi anditi, prima di raggiungere il suo
camerino. Aprì la porta e cominciò a cambiarsi.
Non fece nemmeno in
tempo a togliersi le scarpe, che qualcuno bussò alla porta.
Senza
che la ragazza dicesse nulla, la persona che aveva bussato alla porta
entrò nella stanza.
Non
l’aveva mai visto prima. Era un uomo alto circa uno e
settantacinque, pelato, occhi verdi. Indossava una maglietta nera e
dei jeans.
Sembrava
si fosse fatto la barba da poco, a causa del forte profumo di
dopobarba che lo avvolgeva. Era un odore talmente forte che fece
tossire la ragazza.
«Vieni
con me. Ti prometto che non ti farò nulla» Nel
frattempo l’uomo
aveva estratto una pistola e l’aveva puntata contro la
ragazza.
«Non pensare di chiedere ad uno dei tuoi Pokémon
di difenderti. O
sparerò prima a loro e poi a te.» la ragazza
iniziò a preoccuparsi
seriamente. Cosa doveva fare?
Gridare
e chiedere aiuto? Chi le avrebbe risposto? Gli altri coordinatori
erano già andati via. Nessuno avrebbe sentito le sue grida.
E forse
gridare avrebbe voluto dire rischiare di essere uccisa.
Non
aveva alternative. Doveva seguirlo. «Vengo con te.»
Disse
sottovoce. L’uomo fece cenno alla giovane di seguirla.
Camminarono
molto vicini al muro, e raggiunsero un’uscita secondaria.
«Ma
quanto ci mette!» Si lamentò Ash. «Certo
che voi ragazze…» Le
ragazze fulminarono Ash con lo sguardo. Iniziarono a preoccuparsi
quando, passate altre due ore, non videro la loro amica.
Serena,
preoccupata, si diresse verso il camerino della ragazza.
«NOOOOOOOOOOOOOOO!»
Gridò.
Il
resto del gruppo, sentendo le urla della ragazza, si mise a correre
per raggiungerla al più presto. La porta era stata
spalancata,
rivelando l’interno della stanza. Vuoto.
C’erano
ancora i vestiti civili della ragazza, la sua borsa e due paia di
scarpe. Questo voleva dire che non aveva fatto in tempo a cambiarsi,
prima di scomparire misteriosamente.
Lucinda
esaminò la borsa della ragazza. Al suo interno
c’erano tre
Pokéball. Quelle di Darkrai, Azumarill e Floette. Quasi
spaventando
i presenti, Meloetta rivelò la sua presenza.
Era
rimasta invisibile per tutto quel tempo.
«Hai
visto cosa è successo a Taelia?» Le chiese Lylia.
La Pokémon
Melodia rispose con un cenno di approvazione. «Allora, forse
può
dirci cosa è successo.» Aggiunse Lucia, mentre
esaminava le PB,
cercando quella di Darkrai.
Per
un colpo di fortuna, riuscì ad aprirla per prima, facendo
uscire il
PK Neropesto.
«Eccoti.
Non so se hai visto, ma Taelia è scomparsa. Non abbiamo idea
di cosa
le sia successo. Meloetta ha assistito a tutto, potresti farci da
interprete?» Chiese Orlando.
«Per
Taelia questo ed altro. Possiamo cominciare.» Meloetta
iniziò a
spiegare, con Darkrai che, passo passo faceva da interprete.
«Tutto
è iniziato appena Taelia è tornata. Non ha fatto
nemmeno in tempo a
cambiarsi, che subito è entrato uno strano tipo e
l’ha minacciata
di morte e l’ha costretta a seguirlo. Non sappiamo dove siano
andati. Ha aspettato a dirlo perchè credeva che potesse
difendersi
con i suoi PK»
Il
gruppo raggiunse la vicina stazione di polizia. Seduta sulla
scrivania un’agente Jenny. A giudicare dal suo modo di fare,
stava
per smontare dal lavoro. Era stata una giornata tranquilla fino a
quel momento, e voleva concluderla allo stesso modo.
«Salve
ragazzi, a cosa devo la vostra visita?» Chiese.
«Vorremo
denunciare la scomparsa di una persona.» Rispose Serena,
cercando,
inutilmente di mantenere la calma. La poliziotta deve dire addio al
suo giorno totalmente tranquillo.
«Ditemi
tutto». L’agente aveva acceso il computer, spento
poco prima. «La
ragazza scomparsa è Taelia, la finalista della gara che si
è appena
conclusa. Se può essere di aiuto è vestita ancora
come alla finale.
Da quanto ne sappiamo il rapitore è un uomo, pelato ed
è vestito
nel modo più banale possibile. Una maglietta nera e un paio
di
jeans» l’agente prese appunti sul suo computer.
«Perfetto,
manderemo una pattuglia all’arena. In casi come questo,
presunto
sequestro di persona, non è necessario un mandato
per avere
gli hardisk delle telecamere»
Detto
fatto. Una volente della polizia giunse in pochi minuti
all’arena,
con due agenti che raggiunsero rapidamente il bancone. Ad occuparsi
della sicurezza una guardia giurata.
Le
due agenti mostrarono il loro distintivo. «A cosa devo la
vostra
visita?» Chiese la guardia. «Possiamo avere gli
hard disk del
sistema di sorveglianza? Sospettiamo un sequestro di persona, e
dovremo esaminare i filmati.»
L’uomo
si alzò e fece cenno alle due poliziotte di seguirlo. Le
condusse
fino alla stanza dove erano riposti gli hard disk. Era una stanza
raffreddata da un potente sistema di condizionamento. Decine e decine
di dischi rigidi sviluppano una quantità di calore
indescrivibile.
«Perfetto,
allora passo ai dischi di riserva, così potete prendere
quelli dove
sono presenti le immagini che vi interessano» L'uomo premette
un
pulsante e un segnale acustico confermò
l’avvenimento della
commutazione.
Le
due poliziotte poterono prendere i diversi dischi. Avrebbero dato in
pasto i dati ad alcuni PK addestrati per rilevare anomalie di ogni
tipo.
Piccolo
extra di fine capitolo, anche se una certa persona, (non faccio
nomi!) ci avrebbe dedicato un capitolo a parte.
Conosciamo
i nuovi Pokémon che ho introdotto nel corso della storia.
Comincio
dalla Greninja di Orlando. È una femmina, è
shiny, ed è stato il
primo Pokémon del ragazzo quando era diventato un
allenatore.
Catturata dalla madre del ragazzo quando ancora era una Froakie e
affidata allo stesso non appena diventato allenatore. È
stata
liberata dallo stesso su insistenza dei suoi genitori dopo la
scomparsa di Taelia e l’omicidio di suo padre.
Si
è ricongiunta con il suo allenatore dopo la
rimaterializzazione di
Taelia nel mondo reale.
Mosse
conosciute: Acqualame, Neropulsar, Palla Ombra, Geloraggio.
(con varie ed eventuali mosse Z)
Abilità:
Mutatipo.
Metagross
di Orlando. Il suo asso, il suo lottatore principale, nonché
stratega in pista. È shiny ed è capace
di megaevolversi. Su
di lui non si sa molto, se non che lo ha catturato quando era ancora
un Beldum.
Mosse
conosciute: Meteorpugno, Martelpugno, Gelopugno, Cozzata Zen. (con
varie ed eventuali mosse Z)
Abilità:
Corpochiaro (Unghiedure da megaevoluto)
Lucario
di Orlando. È un maschio. Altro Pokémon
fondamentale della sua
squadra, catturato quando era ancora un Riolu, in verità
adottato
dallo stesso per un motivo simile al Lucario di Lylia, capace anche
lui di Megaevolversi.
Mosse
conosciute: Palla Ombra, Forzasfera, Calcinvolo, poi sostituita da
Dragopulsar, Meteorpugno. (con varie ed eventuali mosse Z)
Abilità:
Forza interiore (Adattabilità da megaevoluto)
Jolteon
di Orlando. Femmina. Adottata quando era ancora una Eevee, ha deciso
di evolversi con una Pietratuono. Caratterizzata da uno stile di
lotta basato sulla velocità e sulla potenza.
Mosse
conosciute: Palla Ombra, Fulmine, Attacco Rapido, Energisfera.(con
varie ed eventuali mosse Z)
Abilità:
Assorbivolt
Togekiss
di Orlando. Maschio. Donato al ragazzo da Camilla quando era ancora
un uovo, si è affezionato al ragazzo sin da subito,
contrariamente
allo stereotipo che si ha di questo Pokémon, è un
grande amante
della lotta.
Mosse
conosciute: Forzasfera, Eterelama, Lanciafiamme, Forzantica. (con
varie ed eventuali mosse Z)
Abilità:
Leggiadro
Togekiss
di Orlando 2. Femmina. Da Togepi selvatica ha fatto amicizia con
quello donato al ragazzo da Camilla. Alla fine ha accettato Orlando
come allenatore, evolvendosi insieme all’amico tanto in
Togetic
quanto in Togekiss.
Mosse
conosciute: Forzasfera, Eterelama, Palla Ombra, Magibrillio. (con
varie ed eventuali mosse Z)
Abilità:
Leggiadro
Arcanine
di Orlando Maschio. Anche su di lui le informazioni sono poche.
É un
gran lottatore ed è molto fedele al suo allenatore. Prende
le lotte
molto sul serio ed è caratterizzato da un tipo di lotta
estremamente
fisico.
Mosse
conosciute: Fuococarica, Sgranocchio, Carineria, Sprizzalampo. (con
varie ed eventuali mosse Z)
Abilità:
Prepotenza.
Vaporeon
di Orlando. Femmina. Catturata da Eevee. Aveva stretto un forte
legame con Greninja. Quando Orlando l’ha dovuta liberare, si
è
sentita in dovere di sostituirla. Per lei non è stato facile
decidere se evolversi in Umbreon o in Vaporeon, ma alla fine ha
optato per la seconda opzione.
Mosse
conosciute: Geloraggio, Palla Ombra, Idrovampata, Calmamente. (con
varie ed eventuali mosse Z)
Abilità:
Assorbacqua.
Vari
Metagross, catturati probabilmente da Beldum. Addestrati per affinare
al meglio le loro abilità di calcolo e raramente utilizzati
nelle
lotte.
Zorua
di Serena. Femmina. Regalata da Orlando. Catturata da lui ad Unima e
donata alla ragazza perché sembrava che il
Pokémon malavolpe
mostrasse più di qualche simpatia per la performer
originaria di
Kalos.
Come
ogni esemplare della sua specie ama fare scherzi, ma ben presto ha
imparato a non esagerare, per compiacere la sua allenatrice.
È
un’abile illusionista e adora farsi spazzolare dalla sua
allenatrice. Adora anche i suoi Poké Bignè.
Mosse
conosciute: Extrasenso, Ombrartigli, Urtoscuro. (Mossa Z Buco Nero
del Non Ritorno)
Lucario
di Lylia. Maschio. Catturato al rifugio gestito dalla famiglia di
Orlando. Da Riolu gli era piaciuta l’aura della ragazza, la
quale
lo ha catturato dopo una breve lotta.
Sin
da quando era un Riolu è sempre stato un Pokémon
molto gentile e
rispettoso verso il suo avversario, preoccupandosi per le sue
condizioni anche se, alle volte è stato lui a subire i danni
maggiori.
Si
è evoluto durante una lotta contro l’Hariyama del
Kahuna Hala e ha
avuto accesso al potere della Megaevoluzione. Grazie al forte legame
con la sua allenatrice e all’allenamento con le mosse Z
svolto ad
Alola ha imparato sin da subito a gestire i suoi enormi poteri.
Mosse:
Zuffa, Forzasfera, Ferrartigli, Frana.
Abilità
Cuordeciso (Adattabilità da megaevoluto)
Vaporeon
di Lylia. Maschio, ha una macchia sulla gamba posteriore destra, di
colore viola. Pokémon molto amichevole e
dall’indole giocosa. Si
affeziona molto facilmente.
Mosse:
Geloraggio, Idropulsar, Codacciaio, Palla Ombra
Abilità:
Assorbacqua
Gardevoir
di Taelia. Femmina, shiny, il suo primo Pokémon, catturata
dal padre
quando era una piccola Ralts, Pokémon estremamente
protettivo nei
confronti della sua allenatrice e sua principale lottatrice.
Capace
di megaevolversi.
Mosse:
Palla Ombra, Forza Lunare, Fulmine, Psichico
Abilità
Sincronismo (Pellefolleto da megaevoluta)
Floette
di Taelia. Femmina. Su di lei non si sa nulla, né le mosse
che ha
usato né nulla riguardo quando è stata catturata
né riguardo le
sue abilità in lotta.
Probabilmente
è stata catturata prima della prima medaglia. Non si
conoscono né
le sue mosse, né la sua abilità.
Azumarill
di Taelia. Maschio. Su di lui si sa ben poco, probabilmente
è stato
catturato quando era ancora un Azurill, in quanto nelle zone di
Ferropoli è un Pokémon molto comune, e catturato
dalla Taelia
probabilmente perché lo riteneva molto carino. Ha delle
buone
abilità in lotta.
Mosse:
Gelopugno, Panciamburo, Sostituto, Cascata
Abilità:
Macroforza
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