Beacon Hills

di Yahel Lyla Taylor
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CAPITOLO 1- L’INCONTRO

Dalia stava uscendo dal liceo di Beacon Hills dopo aver terminato un’ora extra di lezione.
-stupidissima idea di seguire biologia- borbott tra s e s mentre ripassava gli appunti d’economia per la verifica del giorno dopo.
Nel pomeriggio non aveva tempo, doveva dare una mano alla sua amica con la biblioteca il che significava, almeno per lei, mettersi a leggere un buon libro e dimenticarsi dello studio.
Stava camminando verso la macchina, la dispensa e una marea di libri in una mano, mentre con l’altra cercava le chiavi quando si scontr contro qualcosa di estremamente duro che oltre a farle perdere l’equilibrio e farla cadere sul pavimento le fece cadere anche i libri lasciando volar via una marea di foglietti.
-perfetto!- mugugn la ragazza guardando i suoi appunti prendere il volo insieme ai suoi schizzi.
-tutto bene?- domand un ragazzo.
-alla grande- rispose sarcasticamente lei mentre cercava di recuperare un foglietto che le era caduto vicino.
-mi dispiace, ero di corsa e non ti ho proprio visto- esclam lui porgendole la mano per aiutarla a mettersi in piedi.
Dalia accett l’aiuto e si fece tirar su poi, una volta in posizione eretta e ripulita dalla polvere del parcheggio, si degn di guardare in faccia il suo assalitore/salvatore.
Rimase incantata dal sorriso e dagli occhi verdi che quest’ultimo li present dandoli in mano i suoi libri prima di andare a recuperare gli altri fogli volanti.
-grazie- riusc a balbettare la ragazza quando l’altro torn con tutti i foglietti recuperati.
-oh, le curve della domanda. Molto interessante- comment porgendole gli appunti – e questi credo che siano- prosegu dando un’occhiata curiosa agli altri fogli –storie originali-
-appunti banali per un corso di lettere- lo corresse.
Il ragazzo si apr in un nuovo sorriso –hai talento-
-grazie- rispose lei ricambiando il sorriso.
-stavo cercando Scott, l’hai visto?- domand cambiando repentinamente espressione.
-Scott McCall?- domand pensandoci un attimo e maledicendosi per quella domanda stupida visto che era ovvio che si trattasse di quel ‘Scott’ –beh, ovvio non c’่ ne sono altri- aggiunse con una risata nervosa.
Il ragazzo non si scompose pi di tanto e annu leggermente.
-dovrebbe aver finito ora gli allenamenti di Lacrosse, quindi tempo qualche minuto e lo vedrai uscire da l- disse indicando la porta alle sue spalle da cui usc, come sentendosi chiamare, il ragazzo in questione –ah, eccolo lui- afferm Dalia indicandolo.
-grazie mille- disse a bruciapelo l’altro prima di iniziare ad inseguire il ragazzo che, vedendolo, era scappato.
Dalia rimase stupita da quello strano comportamento e, pensando meglio all’aspetto del ragazzo, pens che Scott potesse essere nei guai. Cos, senza pensarci troppo, sal sulla sua auto e part all’inseguimento.
Ben presto i due ragazzi sparirono all’interno del bosco e Dalia si vide costretta a fermarsi indecisa sul da farsi.
La vista del bosco iniziava a spaventarla ma, nonostante ci, decise di parcheggiare la sua auto in un piccolo spiazzo al limitare della boscaglia e proseguire a piedi.
Dalia e la sua amica Sofia si erano trasferite da poco nella cittadina di Beacon Hills e la sua conoscenza di quel bosco si limitava a quel poco che aveva letto su alcuni libri in biblioteca perci, dopo neanche dieci minuti, si ritrov a girovagare nel bosco nella speranza di ritrovare i due ragazzi possibilmente ‘interi’.
Stava seriamente pensando di dover abbandonare le sue ricerche e tornare in biblioteca dove, sicuramente, la sua migliore amica la stava aspettando quando scorse a pochi metri di distanza quella che si poteva definire una vera e propria villa enorme.
La ragazza si avvicin con molta circospezione mentre nella sua mente li si accumulavano svariati ricordi di libri e film ambientati in boschi come quello con case come quella.
Decise lo stesso di ignorare la voce nel suo cervello che l’intimava di scappare a gambe levate ed entrare nella casa.
Prima di aprire la porta che , all’interno della sua testa, le ricordava molto il film ‘non aprite quella porta’ cerc nelle tasche il suo cellulare con lo scopo d’avvertire la sua amica del suo ritardo ma, sfortunatamente, l’aveva dimenticato nell’auto.
Quando varc la soglia s’aspett di trovarsi davanti un maniaco armato di sega elettrica pronta ad ucciderla ma la scena che le si present davanti non era molto differente.
Nella stanza alla sua sinistra, mezza annerita e mezza diroccata, Scott e l’altro ragazzo stavano litigando furiosamente e non si erano accorti della presenza della ragazza.
-Derek non posso rimanere oggi, ho degli impegni- stava dicendo Scott.
-battimi e puoi andartene- fu la risposta che ricevette mentre lo lanci, con una forza sovrumana, dall’altra parte della stanza sotto lo sguardo sbigottito della ragazza che divent di puro terrore quando vide che entrambi i ragazzi, prima uno poi l’altro, trasformarsi in mostri con zanne e artigli.
-oh mamma- si lasci sfuggire la ragazza e si pent subito di averlo fatto visto che si trov subito puntati addosso due occhi gialli e due azzurro ghiaccio come dei fari.
-scappa- riusc a dire in direzione di Scott prima di girare il suo sguardo stupito e inorridito sull’altro “ragazzo” rimasto con lei nella stanza.
Ingoi rumorosamente e indietreggi fino a ritrovarsi spalle al muro quando s’accorse che si stava avvicinando a passo di marcia verso di lei pregando che non volesse staccarle la testa, magari a morsi, come aveva visto fare in un film.
-ti conviene stare indietro- cerc di dire Dalia con un filo di voce.
-altrimenti?- la schern l’altro.
-altrimenti- continu la ragazza guardandosi in giro e afferrando un pezzo di legno –ti faccio male- lo minacci.
-bel tentativo- comment con una punta di divertimento il ragazzo.
Dalia non ci pens su un attimo di pi e lo colp frantumando il pezzo di legno addosso al braccio dell’altro che rimase impassibile.
-quasi piacevole- rispose in un ghigno tornando normale –ti lascio qualche minuto di vantaggio-
Dalia lasci cadere a terra il pezzo di legno rimasto e in un lampo imbocc la porta per poi iniziare a correre nel bosco alla disperata ricerca della sua auto.
Alle sue spalle sent subito i passi veloci del ragazzo che lo inseguiva.
Non fece neanche 100 metri che s’inciamp in un ramo e cadde distesa per terra su un letto di foglie, senza perdersi d’animo, cerc di rimettersi in piedi e continuare a correre.
Stava arrancando cercando di mettersi in piedi quando si sent afferrare per una gamba e trascinare indietro.
Istintivamente tir un calcio con la gamba libera e sent un grido soffocato e la presa sulla gamba stringersi.
-scusa, scusa- quasi url cercando di soffocare il dolore mentre si sentiva girare su un peso sull’addome.
Il ghigno soddisfatto che il ragazzo mostr si trasform subito in uno preoccupato.
-che ti prende?- domand in ansia sollevandosi lievemente mentre osservava la ragazza che cercava di prendere ampie boccate d’aria.
La ragazza ignor la domanda e inizi a frugare allarmata nelle tasche.
-tu soffri d’asma!- continu l’altro sempre pi nel panico.
-s- rispose tra un fischio e l’altro la ragazza –complimenti per la capacit deduttiva-
-dov’่ il tuo inalatore?-
-in macchina-
-aspetta qui, vado a prenderlo- rispose il ragazzo sparendo.
-e dove vuoi che vada- brontol lei cercando di respirare regolarmente.
Meno di qualche minuto dopo sent il ragazzo tornare con in mano la sua salvezza.
Dalia prese un lungo respiro dall’inalatore e si sent gi meglio, il respiro stava tornando regolare.
-va meglio?- domand ancora leggermente preoccupato il ragazzo.
-si- rispose lei in un sospiro di sollievo –grazie-
-hai un’attacchicardia- constat –่ normale?- domand.
- normale, effetto collaterale dell’inalatore-
-capisco- osserv chinandosi sulla ragazza –sai io potrei aiutarti-
-per cosa?- domand l’altra curiosa.
-a guarire dal tuo problema. Pensaci, niente pi asma, niente pi inalatore n malattie varie-
-e poi diventerei come te? No grazie- rispose sicura lei.
-potrei sempre trasformarti contro il tuo volere- prosegu prendendole un braccio.
-accomodati pure- rispose calma Dalia –ma dopo te la vedrai tu con la mia amica quando diventer un mostro con zanne e artigli pronta a mangiarla. Prima mi uccide poi viene qui e ti stacca la testa e infine torna e mi uccide di nuovo- concluse ritraendo il braccio a s.
-la tua amica una cacciatrice?- domand stupito l’altro.
-no, almeno non credo che il motivo per cui ci siamo trasferite qui quello di sterminare gli ultimi componenti della famiglia Hale, ma se proprio le darai un motivo per farlo non esiter a contattarli-
-tu come fai a conoscere la mia famiglia?!- quasi ringhi.
Dalia fece una piccola alzata di spalle –lavoro in biblioteca e mi piace leggere i libri che trovo, soprattutto quelli che parlano della storia locale visto che devo ancora conoscere il posto- fece una pausa per vedere se era il caso di proseguire o meno poi aggiunse –non sapevo che stata la tua famiglia a fondare Beacon Hills-
Il ragazzo continu a fissare stupita la ragazzina che stava ancora sdraiata sul terreno.
-su, andiamo- disse in tutta risposta –non puoi startene l distesa-
-certo che posso- rispose indignata lei –lasciami qui, non ho nessuna intenzione di fare un altro passo. Se proprio vuoi farmi fuori fallo adesso-
Il ragazzo sghignazz.
Dalia lo guard di sbieco –mi fa piacere se ti faccio ridere. Non hai l’aria di uno che ride spesso, posso sapere, di grazia, cosa ho fatto per causare tanta ilarit-
-pensi veramente che, dopo averti salvato da un attacco d’asma, voglia ucciderti?-
-s- esclam lei –non quello che volevi fare prima?-
-volevo parlarti-
-spaventandomi a morte?-
-io lo trovo divertente-
-io no- sbuff –psicotico!-
-andiamo, devo parlarti- ripet il ragazzo afferrandola per la maglia e tirandola su –e poi non puoi startene l distesa a vita-
Dalia aveva ancora il cuore che le martellava nel petto ma non per la paura, come il ragazzo accanto a lei inizialmente pensava, bens per l’attacchicardia.
-Dalia- disse tuttauntratto lei camminando dietro al ragazzo.
Lui si ferm un secondo e si volt stup์to.
-Dalia- ripet la ragazza porgendoli la mano.
Il ragazzo continu a fissarla inespressivo.
- il mio nome- disse ritirando la mano.
-Derek- rispose dopo un attimo di esitazione –ma credo che tu l’abbia sentito prima mentre origliavi la mia conversazione con Scott-
-al riguardo- inizi Dalia prima che l’altro le dicesse –ramo- e l’afferrasse al volo prima che cadesse di nuovo.
-grazie- rispose in un sorriso –sono abbastanza scoordinata.
Derek sbuff –lo vedo. Sai, il morso serve a migliorare anche quello-
Dalia ridacchi –no grazie. Non credo che riuscirei a vivere senza i miei difetti-
-un giorno mi dovrete spiegare perch non volete il ‘dono’- si sciolse.
-perch l’hai proposto ad altri?- domand.
-tu sei troppo curiosa- rispose acido girandosi di scatto verso la ragazza.
Dalia alz le mani in alto e disse –lo prendo per un s-
In tutta risposta Derek ringhi.
Arrivati davanti casa Hale Dalia riprese a parlare –ma perch siamo tornati qui? Pensavo che mi avresti riaccompagnata alla macchina-
-prima dobbiamo parlare- rispose in un ghigno puntando due occhi azzurro ghiaccio addosso alla ragazza.
-sono morta- bisbigli lei deglutendo facendo allargare il sorriso di Derek.

Nel frattempo un’agita e alquanto preoccupata Sofia se ne stava precariamente seduta sulla sedia della sua scrivania in biblioteca cercando di far quadrare il resoconto dei libri dati in prestito con quelli restituiti.
Inutile dire che ad ogni minimo rumore saltava come una molla nella speranza di poter vedere la sua amica varcare la soglia della biblioteca, non era mai successo che saltasse una giornata di lavoro senza dirle niente.
Con l’ansia che saliva di minuti in minuti pens di controllare nuovamente il cellulare nella remota speranza che Dalia le avesse scritto e lei non se ne fosse accorta.
Il silenzio tombale del cellulare non raggiunse lo scopo di calmare la ragazza.
I cinque minuti che la dividevano dal termine della sua giornata lavorativa sembravano interminabili e ad ogni minuto che passava sembrava se ne sommassero altre mille d’agonizzante attesa.
Quando finalmente l’orologio segn le cinque Sofia schizz via dalla biblioteca alla velocit della luce e si precipit a casa.
Il tragitto che in auto insieme a Dalia lo percorreva in dieci minuti massimo lo percorse in meno di un quarto d’ora, era talmente agita da tutta quella situazione che entr in casa e, senza fermarsi a prendere fiato, inizi a fare il giro delle stanze alla ricerca della sua amica.
Sperava vivamente di trovarla a casa magari colta da un improvviso malore ma non trovandola decise di fare la cosa che secondo lei era la pi giusta da fare in una situazione cos disperata, andare dallo sceriffo.

-arrivo!- esclam una voce scocciata dall’altra parte della porta dopo l’ennesima scampanellata che Sofia aveva dato pigiando intensamente il bottone.
Quando la porta s’apr Sofia non lasci nemmeno il tempo all’altro di parlare che inizi –lo sceriffo in casa?!-
-ehm no- rispose titubante e preso alla sprovvista il povero ragazzo che si trov di fronte –่ ancora alla centrale … successo qualcosa?- domand con un pizzico di curiosit osservando attentamente la ragazza e riconoscendo la nuova vicina.
-ho bisogno di parlarli- inizi a parlare a raffica, ancora senza fiato, Sofia –la mia amica sparita, cio, non si presentata al lavoro e non risponde ai miei messaggi o alle mie telefonate e noi siamo nuove di qui perci non so dove possa essere andata o se l’่ successo qualcosa-
-woah, woah, woah- esclam allarmato il ragazzo –ora calmati, rilassati e prendi un bel respiro che non si capisce nulla di quello che dici- disse Stiles accompagnando le parole con ampie gesta delle braccia.
Non appena vide che la ragazza riprese un po’ di colore riprese a parlare –allora ricapitoliamo. Hai detto che la tua amica,Dalia se non mi sbaglio e tu sei Sofia, giusto?-
La ragazza annu.
-piacere Stiles- disse porgendoli la mano.
-la mia amica scomparsa- lo rimbecc lanciandoli un’occhiataccia torbida –mi puoi accompagnare in centrale?- lo supplic.
-s, giusto ma tecnicamente- prosegu l’altro –prima di dichiarare la scomparsa di una persona devono passare almeno 24 ore dall’ultima volta che si hanno avuto notizie quindi mi dispiace ma anche se ti accompagnassi dallo sceriffo non credo possa fare niente almeno fino a domani-
Sofia lo guard demoralizzata per qualche secondo -24 ore sono troppe, io ho bisogno di trovarla adesso- continu disperata e seriamente preoccupata lei –non le mai successo di essere in ritardo o di non farsi sentire-
Stiles osserv attentamente la ragazza, li dispiaceva veramente tanto per lei e sapeva cosa si provava in certe situazioni, voleva aiutarla a tutti i costi.
-senti, magari ha avuto un piccolo contrattempo e non ha potuto contattarti. Non puoi immaginarti quante volte il professor Harris mi ha messo in punizione dopo la scuola, a volte per ore e non mi  lasciava nemmeno l’opportunit di avvisare a casa cos facevo preoccupare tutti inutilmente-
-non da lei prendere punizioni- protest Sofia –cerca sempre di stare fuori dai guai-
-si vede che sei nuova e non hai ancora conosciuto il professor Harris, vedrai che tra qualche minuto arriver a casa sana e salva e tu ti sarai presa uno spavento per nulla- disse in un sorriso sincero –per se ti pu far stare pi tranquilla- aggiunse vedendo che la ragazza non era ancora convinta –posso sempre fare un colpo di telefono a mio padre e chiederli se ha sentito nulla riguardo alla tua amica, cos stai pi tranquilla-
-grazie- rispose Sofia in un sussurro e gi si sentiva pi sollevata.
-andiamo- esclam allegramente Stiles –entra che ti offro un bel bicchiere d’acqua per tirarti su e facciamo quattro chiacchiere-
Sofia ricambi il sorriso e segu il ragazzo all’interno della casa.





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