Fetore lombardo

di Baudelaire
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Fetore lombardo
Insulso e bastardo
Afa mi opprime
Puzzo come concime.

Piccola e ingombra diventa la stanza
Giornate uguali e la vita ci scansa.


Dove sono quei giorni 
D'amorosi contorni?
Dove l'azzurro
Ove il cor si fa burro?

Storti i contorni, spuntati i pastelli
Lontani e andati quei teneri idilli.


Anelo ad istanti
Di pace, d'incanti
Ma il grigio è padrone
Di tempo ladrone.

I ritmi lenti, sfiatate le trombe,
Vesti di saio, nascoste le gambe.


Fuggir io vorrei
Più non tornerei 
Al fetore lombardo
Insulso e bastardo.

Vieni in Toscana, t'aspetta lì Dante
Ti cedo il posto e mi tengo la mente.




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