Il parco sulla trentasettesima è una delle poche zone
verdi di Yrff. La maggior parte dei ragazzi lo chiama “Il parco
dell’addormentata sul dondolo” per colpa di una senzatetto che viene trovata
spesso a sonnecchiare lì. Nessuno si era mai fatto domande su come riuscisse a
entrare anche dopo l’orario di chiusura, le inferriate che le scorrono davanti
saranno massimo tre metri. Scavalcarle non dovrebbe essere così difficile.
Il pulmino scolastico frena, Hisako scivola in avanti e
batte la fronte contro il sedile. Si tira su e se la massaggia con la mano
mentre le ombre dei compagni di classe la precedono verso l’uscita.
“Forza ragazzi, tutti giù. Il primo che vedo col
cellulare in mano lo faccio tornare a scuola a piedi, siamo chiari?”
Hisako si sporge dalla seduta. Un giovane con la
giacchetta sgualcita e le occhiaie stava contando gli studenti mentre
scendevano dal mezzo.
Quarzo. È Touma. Ha lo stesso sguardo di uno che fa
uno stream di quarantotto ore.
Hisako abbassa gli occhi e tira fuori il telefono,
l’orologio segna le dieci e tredici minuti.
Ho l’arena che mi scade tra meno di un’ora, come la
faccio!?
Fa una smorfia, guarda all’esterno. Alcune delle sue
compagne di classe si stanno già mangiando con gli occhi il risolutore che
avrebbe fatto loro il corso di sicurezza anti-esterni. Bleah, oche. Ci sono
cose più importanti nella vita.
Apre l’applicazione di Galaxies Collide, prima di
scendere dovrà almeno riscuotere le ricompense a tempo. Caccia il telefono in
tasca e si accoda all’ultima persona della fila.
Hisako sta per scendere, quando un braccio le blocca il
passaggio. Emette un gemito sofferente, si volta.
“…Professore?”
Touma la punta contro il dito. “Ti tengo d’occhio,
Sayuki.” Stringe gli occhi prima di precederla a terra. Lei gonfia una guancia.
Party popper.
L’entrata al parco passa tra il vociare dei compagni e la
vibrazione del telefono dentro la tasca centrale della felpa che le dava
conferma di star seguendo i passaggi corretti.
“Invece di fare questo corso non potrebbero dare un
miraggio a famiglia per difendersi subito quando ti sfondano casa.”
“Mood.”
Riconosce le voci, sposta lo sguardo.
La bulla ed il nerd di classe si stanno parlando.
Vuole morire?
Tira dritto verso la piazza.
“Salve a tutti. Il mio nome è Takao, ed oggi vi
spiegheremo come funzion-“
Al ferale il tutorial, ho già letto l’opuscolo.
Hisako cerca di infilarsi una cuffia, attacca il jack al
telefono, guarda verso il risolutore. Si concentra sui suoni per capire dove
sta andando tra i menù. Lo sferragliare del metallo le fa capire che ha trovato
il tasto per far partire la ricerca sfidante. Occhiata intorno, il professor
Touma sta vicino a un palo della luce a braccia incrociate. Ci scommetto
l’account di Soul Slayers che mi fissa con la coda dell’occhio.
Guarda in direzione del giovane risolutore, la sua parte
più interessante è la protesi meccanica, chissà chi gliel’ha costruita.
Qualcosa luccica alle spalle del ragazzo. Alcune foglie
cadono da un albero, un animaletto bianco scende da esso e si allontana a passi
rapidi.
Sembra un cane di grossa taglia ma è su due zampe!?
Hisako strizza gli occhi e guarda meglio. La creatura è
alta incirca mezzo metro, pelo bianco luminoso ed arruffato, la fisionomia
antropomorfa di quel canide le è familiare. È identico al protagonista di Inui
of the Vanishing Valley.
Fa un passo in avanti, si blocca. Gira lo sguardo verso
il professor Touma. Gli occhi sono puntati verso di lei.
Hisako stringe le gambe e le sfrega tra loro. Se crede che cerco un bagno
non si farà domande.
Saltella sul posto per qualche secondo, poi si stacca dal
gruppo.
Gli occhi corrono sulle viuzze della città in cerca della
macchia luminosa.
Magari era un bait, ma chi va a fare un’esca del
genere in pieno giorno e così particolareggiata?
Hisako mette un piede davanti all’altro, alcuni manifesti
pubblicizzano l’ultimo prodotto della Kaiser. Non è il prodotto in sé ad
attirarla, quanto chi lo sta pubblicizzando. L’immagine rappresenta la figura
slanciata e prosperosa di una giovane, i lunghi capelli rosa da cui spuntano un
paio di orecchie appuntite sono raccolti in una coda bassa.
Myra!
Si avvicina al cartellone, il sorriso tenue ed enigmatico
è affascinante come al solito. Tira fuori il telefono, una schermata di
sconfitta compare al di sopra.
Non ho fatto il mio turno mezza volta, ahhhhhh-
Scorre infastidita il pollice sullo schermo, inquadra il
cartellone con la fotocamera e scatta.
“La avranno tutti, ma sono punti per l’AR.”
Caccia il telefono in tasca e si volta verso l’altro lato
della strada.
Il cosetto, dov’è il cosett-
La sua attenzione viene rapita da una ragazza dall’altra
parte della strada. Le orecchie da canide bianche si confondono con la sua
chioma, è lo stesso colore della creaturina. Non può essere una coincidenza.
Appena il semaforo scatta, si lancia all’inseguimento della sconosciuta.
Testa bianca s’infila in un vicolo, la segue senza
esitare.
Hisako si sporge dal muro. La ragazza con le orecchie da
canide è di spalle, stringe una lancia eterea con una mano. Di fronte a lei c’è
un gigantesco bestione nero sproporzionato, il volto sembra una maschera nativa
tanto è allungato. Esso e i grossi avambracci sono coperti di occhi rosso
scarlatto, un paio di minuscole ali spuntano dalla schiena ricurva.
Quell’emersione è davvero grossa! Hisako alza su
il telefono per riprendere.
La ragazza scatta in avanti, scivola sotto i pugni che la
bestia lascia cadere a terra, e sferra un affondo contro la sua schiena.
L’emersione salta indietro e ruota su sé stessa per fronteggiare l’eroina
misteriosa.
Hisako si sente fissata, uno dei numerosi occhi è puntato
verso di lei. La bestia si volta lentamente.
Oh Quarzo!
Caccia il telefono in tasca e corre. “Ok, brutta idea,
brutta idea!”
Butta il piede in avanti ma qualcosa le stritola la gamba,
viene strattonata. Perde l’equilibrio e cade di faccia contro il cemento.
Soffoca il gemito di dolore e si volta. Il mostro ha una coda, ed è attorcigliata
attorno alla sua caviglia.
Ah.
La figura della ragazza-cane si staglia sulla schiena del
mostro, afferra la lancia con entrambe le mani e la pianta nella creatura, la
quale ruggisce rabbiosa.
“Liberati e scappa.” La sua eroina si aggrappa a una
delle corna del mostro e si sporge per non farsi prendere dalle grosse zampe
che colpiscono violentemente la schiena.
Hisako abbassa lo sguardo, afferra la coda e cerca di
tirarla via dalla sua caviglia. Un suono viscido le fa alzare la testa, gli
occhi della creatura si stanno distanziando tra loro, rimanendo attaccati alla
poltiglia nera elastica che compone il corpo. La ragazza-cane cade all’interno
della poltiglia che si richiude su di lei.
Sbarra gli occhi. Se la sta pappando o cosa?
Alla malora, qui o si chiama aiuto o schioppiamo
entrambe. Gonfia il petto.
“AIUTO!”
Un colpo di coda le chiude la mascella, si porta le mani
alla faccia e sbatte con la schiena per terra, strizza gli occhi per un
istante, quando li riapre una distesa di occhi rossi è sopra di lei.
Si sente come pietrificata, il fiato rovente della
creatura le irrita il viso. Chiude gli occhi.
Spero di respawnare in una situazione economica
migliore per la prossima vita!
Una morsa le attanaglia la testa, il terreno le sparisce
da sotto la schiena, la stretta le fa pulsare le tempie. Porta le mani al capo.
Male, male, male, male. Singhiozza. Fatelo smettere, qualcuno,
chiunque, vi prego!
La presa dell’arto si allenta di colpo. Crolla in
ginocchio tenendosi la testa tra le mani. Guardiana perché ci hai creato
così fragili?
La bestia indietreggia, un braccio è rimasto a terra, la
poltiglia nera ribolle e inizia ad allungarsi verso il resto del corpo. Un
lampo attraversa la sua visuale, l’arto esplode in una serie di schizzi neri
che le bagnano la faccia.
Una sfera di cristallo verde grande quanto un pugno si
ferma davanti a lei. All’interno di essa una serie di piccole luci vorticano
fino a fermarsi per prendere la forma di due occhi, la sfera le fa
l’occhiolino.
“Il Seme di Shinka!”
Ignora il dolore, ha davanti un oggetto magico a tutti
gli effetti.
Ma se il Seme è qui…
Si volta, riconosce la coda bassa di capelli rosa, la
figura slanciata, il sorriso affascinante.
Per la Guardiana! È lei! È Myra! In carne ed ossa!
Il sorriso si allarga tanto da farle pulsare di nuovo la
testa, la fitta le fa strizzare gli occhi per qualche istante. Si sente cingere
le spalle. Quando riapre gli occhi vede un viso delicato, un paio di occhi
simili a una nebulosa di un azzurro intenso.
“Stai bene?” Le chiede Myra rassicurante.
“I-io, e-ecco, s-si”.
Quarzo, la commozione cerebrale mi ha reso stupida.
Si trova davanti al suo mito e non riesce a spiccicar parola.
Myra fa una risatina tenue. “Grazie al cielo.” Le
accarezza i capelli con una mano, con l’altra fa un gesto verso il Seme, la
sfera schizza in direzione del mostro, trapassandogli un fianco.
Si volta preoccupata. “C’è una ragazza dentro quel
affare!”.
Myra le continua ad accarezzare i capelli. “Non
preoccuparti, me ne occupo io. Riesci a camminare?”
La bestia ruggisce, carica verso di loro. Myra ritrae la
mano. Il Seme di Shinka schizza all’indietro perforando la gamba del mostro,
costringendolo a inginocchiarsi. “Oi oi, dovremo fare in fretta, quella
poverina starà soffocando.”
I movimenti che fa Myra per muovere la sua arma sono degni
di un direttore d’orchestra. La fissa mentre è intenta a sforacchiare il
mostro. Quel sorriso sicuro è così… ahhh.
Guarda la bestia: dopo un ultimo ruggito la creatura si dissolve,
ciò che rimane del suo passaggio è una stella sbozzata viola, e la creaturina
che aveva inseguito fuori dal parco.
Myra la guarda. “Posso lasciarti un attimo?”
Hisako annuisce, la lascia allontanarsi per raggiungere i
due drop.
Inui afferra l’einheri con le zampe e si mette in piedi,
Myra le si inginocchia di fronte.
“Ciao piccolo”
Inui tira indietro la pietra e si gira col busto.
“Piccola.”
Myra appoggia le mani sulle gambe. “Tranquilla, so che ti
appartiene. O meglio, appartiene alla tua padrona.”
Inui fa un passo indietro, lo sguardo è sospettoso.
Myra tende il mignolo. “Però promettimi che farai del tuo
meglio per far riparare questa piccoletta.”
Inui la guarda, esita qualche istante, annuisce.
Myra si alza. “Va bene, te la affido allora!” Si volta verso Hisako e si
avvicina a lei.
Sta tornando, sta tornando!
Hisako s’irrigidisce, si mette a sedere, Myra le si china
davanti, le appoggia una mano sul viso e glielo volta.
“Aww, quell’emerso ti ha ferita.” Le sfrega un dito sul
taglio, la sensazione di freschezza è un sollievo. Myra le poggia una mano
sulla testa. “Ecco fatto!” La tira su con sé e si stacca da lei “Su, torna dalla
tua classe”
Myra gira i tacchi e spicca un salto, atterra sul tetto di
una delle due case che chiude il vicolo, si volta per salutarla per poi sparire
con un salto.
Stringe le mani al petto. Ho parlato con Myra. Circa,
lei ha parlato io non ho fatto altro che balbettare, ma mi ha capita. Credo. E
mi ha salvata!
Un sorriso ebete le si stampa sul viso. Un sorriso ebete
che s’incrina quando sente una voce maschile arrabbiata.
“SAIYUKI!”
S’irrigidisce, non ha il coraggio di voltarsi. Non così.
Porta una mano sulla fronte per guardare all’orizzonte, c’è
solo un muro di mattoni grigi davanti a lei. “Uhhh mi sa che qui non c’è un
bagno.”
Un fruscio leggero, poi la carta di giornale si piega fermandosi
in mezzo ai suoi occhi.
“Torniamo. Indietro. Ora.”