The last of the Starks

di bimbarossa
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Ser Ilyn era nato per tagliare teste, lo aveva sempre saputo.

Fin da piccolo quando c'erano esecuzioni capitali nell'ovest costringeva suo padre a portalo a vedere lo spettacolo, e quando tornava a casa sentiva come un senso di compiutezza, la giustizia del Re aveva vinto ancora, e l'uomo che l'aveva portata sporcandosi le mani era ai suoi occhi un eroe, degno delle migliori canzoni.

Neanche la perdita della lingua aveva smorzato il senso di missione che provava.

Staccare teste di uomini empi, uomini danarosi o uomini con un nobile nome bastava.

Staccare teste probabilmente sarebbe stata la sua ultima azione, se Stannis Baratheon avesse preso Approdo del Re quella notte, e quelle teste sarebbero appartenute alle nobili fanciulle davanti a lui ora, fanciulle che danzavano con la morte, fanciulle che per ordine della regina madre avrebbero conosciuto o la vittoria o il virginale sonno eterno, come Sansa Stark.

Lei lo aveva temuto dal primo momento che si erano incrociati, lì sul Tridente, Ilyn Payne se ne era accorto senza troppa difficoltà, d'altronde era la reazione che suscitava in quasi tutti. Eppure negli occhi azzurri della figlia di lord Eddard l'orrore si confondeva con un senso di timore ancestrale, come se lui fosse il protagonista di una danza macabra tutta per lei, ma che altrimenti non poteva comunque sfiorarla, danneggiarla, cancellarla.

Ser Ilyn conosceva la morte, e molto spesso conosceva chi doveva morire, avevano come un alone attorno di fine incombente.

Sansa Stark attorno aveva solo lacrime.





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