Una sigaretta

di _feelings
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L'aria era fresca, umida, odorava di camini accesi e foglie bruciate. Gli alberi erano quasi spogli, pronti per l'inverno. Le nuvole erano un filtro grigio, opprimente.
Era una sensazione indescrivibile, si poteva soltanto odorare, vedere, toccare.
Seduta sul marciapiede bagnato, fumava una sigaretta.
"Chissà come andrà oggi con lui" si chiedeva.
Lui.
Che grande mistero la vita. Un mese prima era convinta che l'esistenza fosse una follia, un prezzo troppo alto da pagare.
Ora sorrideva.
Neanche l'umidità che tanto detestava riusciva a rovinare quel sorriso trattenuto a stenti.
Buttarsi ad occhi chiusi così, non era proprio nel suo stile.
Ma il corpo sa cosa è giusto fare.
E andava bene così.
Quel corpo, già.
Quel corpo lo sapeva.
Lo sapeva che con il suo ex non avrebbe mai funzionato, ma non aveva il coraggio di ammetterlo. Era una sfida troppo grande con se stessa, ci aveva provato con tutto il suo cuore perché non voleva rendersi conto di quello che può essere la vita.
Nella vita si può, anzi, si deve sbagliare.
Ma lei no.
Lei voleva avere ragione anche su ciò che era impossibile controllare. Eppure il suo corpo ripudiava con tutte le sue forze quella persona.
Lo riteneva un estraneo.
O forse lo era.
Forse non lo aveva mai conosciuto davvero.
Mentre rimuginava, quella sigaretta era già finita. Ne prese un'altra dal pacchetto.
"Forse un'altra è troppa", pensava ad alta voce.
Ma cosa poteva essere troppo, dopo tutto quello che aveva subito? Non era nulla in confronto.
Riprese il percorso mentale in cui si era ingarbugliata.
In tre anni il suo sistema nervoso continuava a chiederle quando avrebbe concluso quella relazione, non vedeva l'ora di dimenticarsene. Erano stati tre anni di amnesia, un coma farmacologico per tutto il male accumulato. 
Eppure la vita, già, la vita.
La vita le aveva regalato un bagliore di speranza.
Non era un cavaliere, non era un eroe. Era una semplice persona.
Era come una carezza sul viso, delicata, gentile.
Si era intrufolata di soppiatto dentro la sua testa e non aveva nessuna intenzione di andarsene. Quasi si sentiva in colpa di aver lasciato la porta aperta ad una salvezza.
Eppure era lì, ancora seduta sul marciapiede, ad aspettare quella salvezza.
 
 
"Fumare ti fa male, vieni qua"
 
Era arrivato.




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