Questa
storia è dedicata a Serpentina (https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=35806) a cui appartengono i personaggi
di Faith Irving, Franz Weil, Alex Weil e sua moglie Serle.
Potete
ritrovarli nelle sue storie bellissime e divertenti:
Dr.
Irving M.D.
Baby
Boom
Locked-in
Cara
Serpentina, spero tanto di essere riuscita a rispettare i tuoi
adorabili personaggi e che questa storia ti possa divertire, come
diverte me leggere le tue storie!
Il
mistero di Highgate
Capitolo
1
«Holly
non mi sento tranquillo, perché non ce ne andiamo?» si
lagnò il ragazzo bruno guardandosi intorno nervosamente. Non
gli piaceva passeggiare in mezzo a tutte quelle tombe.
Lei
rise. «E dai Billy, non mi dirai che te la fai sotto! Guarda
che è dei vivi che si deve avere paura, non dei morti!»
Il
ragazzo stava per rispondere, quando provò la fastidiosa
sensazione di essere osservato. Si girò di scatto ma non vide
nessuno, a parte il cane di marmo che vigilava sulla tomba di un
certo Tom Sayers. Sbuffò.
«Sul
serio, Holly. La luce sta andando via e il cimitero chiuderà
tra pochi minuti, non ho nessuna voglia di rischiare di dormire qua
dentro!»
La
ragazza rise e gli mordicchiò un orecchio, sussurrando. «Io
invece lo trovo eccitante!»
Lui
provò di nuovo quella fastidiosa sensazione, si guardò
intorno e diventò bianco come un cadavere.
«Hey,
che ti succede?» domandò Holly preoccupata.
«I…
i… il cane!» Balbettò lui indicando la tomba di
Sayers.
Lei
si girò, vide la statua di un cane che li osservava con aria
triste e rise.
«È
solo una statua, Billy!»
«Si,
ma prima guardava davanti a sé!» Rispose lui tremando.
Lei
aggrottò le sopracciglia, poi lo spinse e proruppe in una
risata. «Che cretino, volevi spaventarmi!» Raggiunse la
tomba del pugile, si inginocchiò ai piedi della statua e
picchiettò, con le nocche, la testa dell'animale. «C'è
nessuno qui?» domandò allegramente. Attese qualche
istante e visto che non succedeva nulla di particolare si alzò
e con aria canzonatoria fece cenno al suo ragazzo di avvicinarsi.
«Allora, gran fifone, perché non mi raggiungi, così
lo vedi anche tu che non è altro che una statua!»
Alle
sue spalle il cane fu scosso da un leggero fremito. Billy corse verso
Holly, le afferrò una mano e cercò di trascinarla verso
l'uscita. «Ti prego, andiamo via!» implorò,
scorgendo un lampo rosso negli occhi della statua.
Lei
a quel punto si arrabbiò e divincolandosi dalla sua stretta
esclamò irritata. «Adesso piantala! Questo scherzo è
durato abbastanza!»
Non
aveva finito di dirlo che il volto di Billy divenne terreo. «Oh,
mio Dio!» urlò mettendosi le mani nei capelli. Holly
sentì un brontolio sordo dietro di sé e si voltò
spaventata. Fece in tempo a vedere un'ombra che si lanciava verso di
lei ringhiando.
Poi
non ci fu altro che buio.
#
«Franz
Weil!» esclamò contrariata la dottoressa Faith Irving
scattando in piedi, per quanto la pancia dell'ottavo mese le
permettesse di definire scattanti i suoi movimenti. «Stai per
caso suggerendo che le mie origini Italiane, per quanto parziali,
potrebbero influenzare la mia capacità di analizzare un evento
in modo razionale?» domandò, sbattendo entrambe le mani
sul tavolo e, per inciso, sul Sun aperto su un articolo il cui
titolo a caratteri cubitali proclamava "Il vampiro di Highgate è
tornato?"
Franz
osò sfidare lo sguardo carico di rimprovero della compagna e
ridacchiò. «Dico solo che gli italiani sono un popolo
particolarmente superstizioso e…»
«Il
tuo è solo il tipico razzismo teutonico nei confronti dei
popoli mediterranei!»
«Oh,
avanti Faith, adesso non esagerare, non si tratta di razzismo, ma di
una semplice constatazione oggettiva!» replicò lui
sempre più divertito.
«Una
semplice constatazione, eh? Beh, io ti dimostrerò che ti
sbagli su tutta la linea e che niente e nessuno, tantomeno la mia
ascendenza italica da parte paterna, può avere la minima
influenza sulla mia capacità di analizzare un evento con
distacco e razionalità!»
«Oh,
allora spiegami come mai sei tanto affascinata da questa stupidaggine
del vampiro di Highgate!»
Faith
ebbe un attimo di incertezza da cui si riprese immediatamente,
ruggendo «Il mio è un interesse puramente professionale,
ci sono parecchi punti oscuri in questa vicenda!»
«Certo,
certo!» ridacchiò lui.
Faith
lo fulminò con lo sguardo «Ride bene chi ride ultimo!»
Franz
conosceva quello sguardo, era tipico di quando la sua compagna di
vita, tanto geniale, quanto testarda più di una mandria di
muli argentini, prendeva una decisione irrevocabile quale, per
esempio, buttarsi corpo e anima nella dimostrazione che lui aveva
torto e lei ragione. Il che ultimamente avveniva a cadenza circa
settimanale, con punte giornaliere quando gli ormoni di Faith
venivano messi particolarmente alla prova dalla gravidanza.
Come
se non bastasse, considerando la reazione imbufalita della sua dolce
metà, molto probabilmente si era giocato anche la possibilità
di godere dell'ottava e della nona meraviglia del mondo per un
intervallo di tempo indefinito, ma sicuramente compreso tra un minimo
di una settimana e un massimo equiparabile all'incirca all'eternità!
#
John
Fatherland stava faticosamente riuscendo a farsi notare nello
spietato mondo degli youtubers. I suoi video, incentrati sulle
tragicomiche "esperienze" di un Ghost Hunter imbranato,
erano realmente divertenti e il passaparola stava cominciando a dare
i suoi frutti: le visualizzazioni erano in costante aumento, così
come le entrate legate alla pubblicità. Era sicuro che presto
avrebbe potuto lasciare il lavoro di assicuratore, che odiava con
tutto il cuore.
Per
questo motivo in quel preciso momento si trovava all'interno del
cimitero più famoso di Londra. I fatti tragici accaduti negli
ultimi mesi avevano dato nuova vita alla leggenda del Vampiro di
Highgate e John era sicuro che il video in diretta, preparato fin nei
minimi particolari nei giorni precedenti, avrebbe finalmente dato una
svolta alla sua carriera.
Avviò
l'action cam posizionata sul casco da speleologo e iniziò la
diretta.
Nei
primi minuti, in cui il tiepido sole del pomeriggio illuminava ancora
i sentieri, andò tutto bene. Come da copione, inciampò
tra le tombe, si perse in cerca della tomba di Karl Marx e arrivato
al Circle of Lebanon entrò in una cripta in cui rimase
imprigionato fino all'arrivo di un annoiato fantasma di George
Michael, in cerca di compagnia.
Le
visualizzazioni erano alle stelle e lo zoccolo duro dei suoi
followers si era già diviso in chi lo supplicava di uscire al
più presto e chi lo incitava a continuare la diretta.
Una
sensazione di profondo disagio lo sorprese al calare della sera,
fortunatamente i post dei follower, i cuoricini e i like, che
facevano squillare il telefonino senza tregua, gli tenevano compagnia
aiutandolo a farsi forza e continuare.
Aveva
appena superato la tomba di un famoso pugile, vegliato dal suo fedele
compagno a quattro zampe, quando cominciò a sentirsi
osservato. Accese la luce del casco da speleologo e si guardò
intorno senza vedere nulla di sospetto.
Fece
spallucce e riprese a camminare. Un attimo dopo notò il
messaggio di Alucard19, un follower particolarmente affezionato.
«Attento,
John, c'è qualcosa che si muove nel buio!»
Subito
partirono una serie di messaggi di risposta.
«Che
fesserie dici?»
«Eh,
se! Hai la vista a infrarossi?»
«L'ho
visto anch'io, è il pirla di Highgate! HAHAHA!»
«Vi
dico che ho visto qualcosa, vattene John, non è uno scherzo!»
«Ma,
piantala!»
«Lascialo
perdere John!»
«Scappa
John, ti sta piombando addosso!» insistette Alucard19
Ma
era troppo tardi, qualcosa attaccò John che lanciò un
urlo straziante. L'Action cam inquadrò per un istante due
occhi che non avevano nulla di umano, prima di spegnersi sotto gli
sguardi attoniti di migliaia di followers. I like e i messaggi di
gradimento continuarono ad aumentare senza sosta, in attesa che John
ricomparisse per recitare il suo solito messaggio di chiusura della
diretta.
Questa
volta, però, lo schermo dei cellulari rimase nero.
Il
più grande successo dello youtuber era stato anche l'ultimo.
#
Azaele
non riusciva a stare fermo, continuava a passeggiare per la camera
del piccolo e grazioso albergo in cui alloggiava insieme ad Alba.
Erano
passati secoli, nel senso letterale del termine, dall'ultima volta
che aveva visitato Londra e non vedeva l'ora che la giovane finisse
di farsi la doccia per prenderla per mano e visitare la città.
Era
da un po' che desiderava passare del tempo da solo con lei, ma la
situazione a Roma non era sicura. La notizia del bambino in arrivo,
ormai era di dominio pubblico (almeno tra i demoni) e Safet aveva
ordinato che ci fosse sempre qualcuno insieme a loro.
Azaele
voleva bene ai suoi amici, primo tra tutti Michele, ma francamente
non ne poteva più di averli sempre intorno. Desiderava
ardentemente un po' di privacy, soprattutto perché sapeva bene
che dopo la nascita, Alba sarebbe stata impegnata con la piccola e
non avrebbero avuto molto tempo per loro due.
Alla
fine aveva chiesto aiuto a Gabriel che dopo una lunga discussione con
Safet, si era impegnato a controllare personalmente la situazione a
Londra, ma senza farsi vedere, così da garantire alla coppia
la tanto desiderata privacy.
Durante
la breve vacanza Alba e Azale avrebbero potuto festeggiare i loro
primi otto mesi insieme e i dieci anni dall'Erasmus di Alba, a
Oxford. Un'esperienza che lei ricordava come la più bella
della sua vita di studentessa.
Con
grande gioia e l'aiuto di Facebook, era riuscita a contattare gli
amici inglesi e irlandesi a cui era rimasta particolarmente
affezionata e a organizzare la serata "Ten years, after"
che si sarebbe tenuta di lì a due giorni.
Quando
uscì dalla doccia era già pronta. «Allora, dove
mi porti?» domandò allegramente al suo fidanzato
demoniaco.
«Bé,
visto che non è lontano, io direi di andare a fare un giretto
al Cimitero di Highgate e poi cenare, che ne dici?»
«Oh,
wow! È quello dove sono sepolti George Michael e Karl Marx?»
Azaele
ridacchiò. «Curioso accostamento il tuo, però si,
è proprio quello!» rispose prendendola per mano.
Lei
lo osservò un po' stupita. «Il cappello e il giaccone da
marinaio dove li hai lasciati, non sono i tuoi portafortuna?»
Effettivamente
per una volta Azaele indossava solo una camicia nera su una maglietta
altrettanto nera con la stampa della "Grande Onda di Kanagawa",
di Hokusai.
«Ho
deciso di lasciarli in valigia. Cosa vuoi mai che succeda, per una
volta che ci prendiamo una vacanza?»
#
Faith
entrò a passo di marcia nella cucina di Serle, la moglie di
Alex, fratello maggiore di Franz. Stringeva con aria trionfante un
raccoglitore colmo di documenti che sbatté sul tavolo, sotto
il naso del padre della comune nascitura. Era passata una settimana
dalla loro discussione e c'era stato un altro omicidio. Questa volta
il misterioso assassino aveva aggredito un noto youtuber che aveva
avuto la geniale idea di attraversare il cimitero alla stessa ora in
cui erano state aggredite le altre vittime.
«Was
ist das?» domandarono in coro i fratelli Weill indicando il
faldone.
«Questo
è il motivo per cui a breve dovrai prostrarti in ginocchio e
chiedere scusa per l'evidente mancanza di fiducia nella mia
indiscutibile razionalità!»
Franz
aprì il faldone. Dopo aver sfogliato qualche pagina lo
richiuse e lanciò uno sguardo sospettoso a sua cognata,
intenta a preparare un polpettone. «Sei stata tu a
procurarglielo!»
Serle
smise di impastare la carne.
«Assolutamente,
no! E non coinvolgermi nella vostra ennesima faida amorosa da
sposini!» rispose decisa.
«Non
siamo legalmente sposati!» ulularono in coro "gli
sposini".
«Appunto!»
Rispose lei sbuffando.
Franz
pensò che certe volte i percorsi mentali di Serle erano
decisamente incomprensibili, in ogni modo tornò all'argomento
principale.
«Come
hai fatto a ottenerlo? Non mi risulta sia permesso portarsi a casa i
dossier delle indagini in corso!»
«Infatti
non sono i documenti originali ma delle fotocopie!» rispose
Faith con un ghigno satanico.
«Riformulo
la domanda: come hai fatto a ottenere il permesso di fotocopiare i
documenti originali?»
«Ho
i miei giri!» rispose lei enigmaticamente. E da quel momento si
rifiutò categoricamente di tornare sull'argomento.
#
«Continuo
a chiedermi qual è stato esattamente il momento in cui sei
riuscita a coinvolgermi in questa impresa assurda!» brontolò
Serle, slacciandosi la cintura di sicurezza.
«Più
o meno a metà strada tra il mi serve uno stipendio più
alto perché Alex in questo periodo sta trovando meno ingaggi
e l'indubbiamente risolvere questo caso potrebbe
assicurarmi un avanzamento di carriera!» Rispose Faith
slacciandosi a sua volta la cintura di sicurezza e districandosi
dalla MINI della cognata, sbuffando come un facocero incastrato tra due tronchi d'albero.
Serle
scosse la testa e scese a sua volta.
Arrivate
all'entrata del Cimitero di Highgate, allungò una mano e
strinse il braccio di Faith. «Non sono più così
sicura che sia una buona idea, torniamo di mattina!»
«Non
se ne parla, tu hai una pistola e io un orgoglio da difendere!»
ruggì sua cognata avanzando spedita all'interno del cimitero.
Serle
accarezzò il calcio della pistola e, sentendosi leggermente
rassicurata, la seguì rassegnata.
Erano
arrivate più o meno al Circle of Lebanon, quando incrociarono
una coppia di turisti dall'aspetto simpatico. Sembravano entrambi
sulla trentina, lui era moro e riccio, lei era ugualmente mora e
riccia ma aveva gli occhi verdi, a differenza di quelli nerissimi del
compagno. Faith notando la pancia della giovane, pensò che
doveva essere più o meno all'ottavo mese di gravidanza, come
lei. Le due donne si scambiarono un sorriso complice e il suo ragazzo
rivolse a lei e Serle un allegro «Hello'!»
I
due sparirono dietro una curva del sentiero e Faith si rese conto che
avrebbe preferito fare un po' di strada con loro. Con il venir meno
della luce infatti, cominciava a provare una leggera inquietudine e
un po' di compagnia non le sarebbe dispiaciuta.
Serle
sembrò leggerle nella mente perché le domandò.
«Tutto bene? Guarda che per me possiamo anche tornare
indietro!»
«Non
se ne parla, ho detto che volevo analizzare il luogo del delitto
all'ora in cui si sono svolti i fatti e lo farò!»
«Faith,
ragiona, non fa alcuna differenza se svolgiamo la nostra piccola
indagine privata, di sera, all'ora di pranzo o di mattina!»
provò a insistere Serle.
«Dimostrando
così che crediamo nella possibilità che un vampiro
assetato di sangue si aggiri nel cimitero? Spiacente, ma non ho
alcuna intenzione di darla vinta al teutonico dagli occhi di
ghiaccio!» Replicò Faith allungando il passo, erano
quasi arrivati nei pressi della tomba del pugile Tom Sayers e la sua
curiosità di futura patologa aveva ormai superato
l'inquietudine.
Dopo
i delitti erano stati posizionati lungo il sentiero principale dei
pali della luce che proprio in quel momento si accesero rendendo
l'atmosfera meno angosciante.
«Ottima
decisione!» approvò Faith estraendo due guanti da
chirurgo dalla borsa e infilandoseli per poi iniziare a girare
intorno alla tomba del pugile, osservando puntigliosamente il
terreno.
Era
così concentrata che non sentì Serle avvertirla che le
era sembrato di notare qualcosa tra le tombe e di non muoversi di lì
che sarebbe tornata immediatamente.
Uno
scintillio nell'erba attirò la sua attenzione. Si avvicinò
per controllare trovando un anellino d'oro decorato da un piccolo
brillante azzurro.
Lo
raccolse dubbiosa, non era sicura che potesse essere di qualche
utilità. In ogni modo lo ripose dentro un sacchettino di nylon
trasparente e lo conservò nella borsa. In quel momento si rese
conto che sua cognata era sparita.
«Serle?»
chiamò guardandosi intorno.
Non
ottenne nessuna risposta.
Perplessa
fece qualche passo verso le tombe, ma il pensiero di uscire dal
cerchio di luce garantito dal lampione la dissuase.
«Serle!»
chiamò ancora.
Silenzio.
Dove
accidenti era finita sua cognata e sopratutto da quando era sparita?
Faith
si diede mentalmente dell'idiota, sicuramente Serle le aveva detto
dove stava andando ma lei, troppo presa dalla sua ricerca, non doveva
averla sentita.
Sbuffò
sonoramente e la chiamò al cellulare.
«Il
numero da lei chiamato potrebbe essere spento o inesistente!»
«Oh,
avanti! Questo è ridicolo!» sbottò infuriata.
«Sembra l'inizio di un film horror di serie B! Ci manca solo
che i lampioni comincino a spegnersi uno alla volta!»
Cosa
che puntualmente accadde, a partire dai lampioni più lontani.
«Ok.
Direi che sia ora di avviarsi verso l'uscita!» commentò
con voce leggermente tremante.
Si
avviò velocemente lungo il sentiero ma arrivata a poco più
di metà strada dall'uscita del cimitero, gli ultimi lampioni
si spensero tutti insieme.
Faith
si ritrovò completamente avvolta nel buio.
«Santo
cielo, mi sembra di essere caduta dentro una boccetta d'inchiostro di
china!» esclamò. Parlare a voce alta la faceva sentire
meno sola. Cercò di non perdersi d'animo, frugò nella
borsa e tirò di nuovo fuori il cellulare. Accese la
torcia e la puntò sul sentiero davanti a sé.
Il
che non fu esattamente tranquillizzante, considerando che insieme
alla strada, illuminò anche una creatura nera, con due paia di occhi rossi che a dire il vero in
quel momento più che spaventosi apparivano mezzo accecati
dalla luce emessa dal cellulare di Faith.
«Santa
Madonna di Pompei… e questo cos'è?» esclamò
Faith in un italiano dall'accento napoletano quasi perfetto.
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