Il
rumore metallico delle lame che si incrociavano continuava da tutto il
pomeriggio.
Esasperata
la povera Nanny cercava di concentrarsi su di un altro rumore, quello
delle stoviglie da strofinare e impilare, ma i colpi di spade
più sordi la attiravano sempre alla finestra,
così da poter controllare che i suoi bambini non si fossero
disgraziatamente feriti: perché mai si
divertissero così tanto a continuare a combattere anche dopo
gli allenamenti obbligatori non l'avrebbe mai capito.
<<
Che hai Oscar? É ore che combattiamo, ma ancora non hai
proferito parola, smettila di fare la furia con me e sputa il rospo o
tra poco mi si staccherà il braccio senza bisogno che sia tu
a farlo >>
<< Madamigellaaa
Oscar! André è Madamigella Oscar! >>
dallo
spiraglio di quella finestra delle cucine che si affacciava sul cortile
antistante l'ingresso principale di palazzo Jarjayes, Nanny sembrava
sentire qualsiasi sussurro fuori posto e, in quanto alla sua voce, le
sue urla sarebbero potute giungere tranquillamente fin nelle sale di
Versailles.
<<
Sta
zitto André e continua a combattere! >>
'cosa
ti succede Oscar, perché non mi parli più, una
volta io e le spade eravamo tutto ciò che ti permetteva di
sfogarti e liberarti dal peso delle tue catene, permettendoti di
riflettere e pensare, perché ti vuoi privare anche di questo
Oscar!'
Intanto
all'orizzonte le prime nuvole cariche di pioggia scurivano il cielo,
complice anche il calar della sera, e il duello non accennava al
termine, fino a quando il ringhio di un rimprovero non
risuonò in quel lembo di giardino sito davanti al portone di
palazzo Jarjayes.
'Lo
so Oscar, lo so che sei in collera con me perché ho fatto
sì che il duello terminasse, ma non posso continuare ad
essere solo l'oggetto su cui sfogare la tua rabbia Oscar, non sono
fatto di ferro neppure io, non lasciarmi in un angolo come un vecchio
gioco rotto, confidati ancora con me, te ne prego Oscar!'
<< Che
diavolo fai André, impugna subito la spada! >>
<< Come
ti dicevo la mia spalla ha ceduto, hai vinto Oscar! >>
I
primi tuoni iniziavano a squarciare il cielo e in men che non si dica
una fitta pioggia iniziò a pungere le spalle dei due
duellanti.
<< Povera
me, povera me quei due mi faranno morire di crepacuore! >> Nanny
cercava sempre di impietosire i soggetti costanti dei suoi pensieri
lamentandosi ad alta voce vicino a quella finestra che sperava potesse
veicolare a quegli screanzati un poco di pietà per una
povera vecchina in apprensione.
<< Bada
André non osare prenderti gioco di me! Impugna la spada e
usa l'altra mano se ci tieni tanto >>
Un'
altro tuono risuonò violento nel cielo ormai nero.
'Le
tue gote sono cremisi Oscar, le gocce di sudore sulla porcellana delle
tua pelle non sono più distinguibili da quelle della pioggia
e se possibile i tuoi occhi stanno intrappolando i lampi che giungono
dal cielo, non ho mai visto il tuo petto riempirsi e svuotarsi
ritmicamente di un respiro così rabbioso, la camicia
fradicia ti si è appiccicata al corpo come un velo
trasparente, ma sei troppo in collera per rendertene conto e io sono da
troppo tempo attonito, in piedi davanti a te, per accorgermi
istantaneamente che il sapore di ferro sulla lingua è dovuto
allo schiaffo che hai appena affondato sulla mia guancia'
<< Allora
André cosa aspetti, fatti sotto ho detto! > >
'
Ti restituisco la sberla Oscar, carica di rimprovero, quasi come fossi
un padre che sgrida la figlia, perché sei maledettamente
cocciuta e mi stai maledettamente pugnalando l'animo privandomi della
tua considerazione, sento anche il pugno che è giunto alla
bocca dello stomaco, ma non è niente Oscar rispetto al
baratro in cui mi stai spingendo'
<< André
alzati! Fammi capire, hai deciso di mettere a dura prova la mia
pazienza quest' oggi? > >
'É
inutile che mi tiri per il bavero Oscar, vedi, ho deciso che se
dovrò essere la tua bambola di pezza incasserò e
basta, non puoi più chiedermi di rispondere ai tuoi pugni,
fino a ieri eravamo solo bambini che si azzuffavano tra graffi e tirate
di capelli, ora Oscar potrei incrinarti una costola, potrei dimostrarti
che effettivamente la mia forza vince sulla tua, potrei creare un
livido sulla tua pelle morbida e candida, non voglio neppure pensare di
staccarti uno dei tuoi riccioli dorati e ancora un rigagnolo cremisi
potrebbe sgorgare dal velluto delle tue labbra che io bramo solo di
poter sfiorare, immagino che diverrai tremendamente adirata quando lo
capirai, ma sono solo un triste innamorato Oscar'
Quello
che riuscì ad intravedere Nanny dagli scuri fu solo un'ombra
correre in direzione delle scuderie, ombra che riconobbe come quella di
Oscar grazie alla flebile illuminazione che dalle finestre di palazzo
Jarjayes rischiarava parte del giardino e a giudicare dall' eco sordo
dei pesanti portoni che giunse alle sue orecchie si era di nuovo chiusa
là dentro.
<< Ohhh
se solo il generale fosse qui a palazzo, oh avreste visto voi
screanzati, tutti sarebbero stati spediti a tavola senza osare
proferire parola, invece a chi importa degli ordini di una povera
vecchia >> e
così esasperata dalla stressante giornata la povera Nanny si
appisolò con la testa poggiata sul grande tavolo di legno
della cucina, di fianco alla cioccolata bollente preparata per
l'ipotetico caso in cui i suoi bambini fossero rientrati affamati e
arrabbiati dai loro ormai consueti battibecchi.
L'ingresso
principale delle scuderie era serrato, ma vi erano così
tante entrate alternative che André non si sentì
ostacolato se non fosse stato che la pioggia rischiava di annacquare il
prezioso vassoio che reggeva tra le mani.
Gomiti
puntellati sulle ginocchia e mani a sorreggere la testa, Oscar era
talmente schiacciata contro il box di Cesar che lei e quel legno un po'
consunto e pieno di schegge stavano diventando un tutt' uno, ma il
calore del corpo possente del suo maestoso stallone, unito all'odore
morbido e pungente del fieno le avevano sempre saputo rilassare i
battiti del cuore.
Quando
sentí i lembi pesanti della coperta fare presa sulle sue
spalle allentò la presa dei polpastrelli dai capelli e
alzò lo sguardo appena bagnato di lacrime per incrociare
quello di André che la squadrava come fosse una bambina
bisbetica da consolare.
'Che ci fai qui André, lasciami sola'
provò
a comunicarglielo attraverso uno sguardo tagliente perché
altrimenti la voce tremante di pianto avrebbe macchiato il suo orgoglio.
Si
riappropriò veloce di una postura eretta, contrasse i
muscoli delle gambe per alzarsi, ma appoggiandosi alla colonna di
legno, prima di darsi lo slancio, si accorse anche del profumo di
cioccolato che tingeva il suo respiro e di André che
adagiava a terra con estrema cura il delicato vassoio, di solito
preparato da Nanny, con due tazze altrettanto delicate piene di
cioccolata fumante fino all'orlo.
In
quell' inusuale quadretto vi erano poi quel ragazzo fradicio di pioggia
che non voleva fare a pugni con lei, Nanny sempre vigile con la sua
premura che si poteva benissimo rappresentare con quelle due tazze di
cioccolato e gli sbuffi di Cesar che le solleticavano il collo,
praticamente vi era quell' accogliente famiglia che le era stata data
in dono.
Si
ricompose adagiandosi meglio vicino ad André così
da condividere parte di quella coperta che sarebbe servita anche a lui
per attutire i danni del malanno che certamente li avrebbe colti
l'indomani.
Il
calore che dalla tazza si diffondeva alle mani e lo sguardo interessato
di Cesar infusero ad André il coraggio per rompere quell'
assordante silenzio, cercando di contenere la dolcezza eccessiva che la
sua voce avrebbe potuto esternare:
<< Quanta
collera stai cercando di reprimere dentro di te Oscar? Cosa vuoi
ottenere? Pensi che stremare il tuo fisico sopperirà ai
dilemmi del tuo animo? Parla con me Oscar > >
'Vedo
i tuoi occhi come colti di sorpresa Oscar, sembra che ti abbia stretta
in un vicolo cieco, ora non scappare però, te ne prego parla
con me e... non riesco più a decifrare il tuo viso,
perché vedo il tuo sopracciglio alzato e l'angolo della
bocca piegato in un lieve sorriso?'
<<
Certamente
André parlerò con te, in fondo sei l'unico con
cui mi possa confidare, ma ti prego non posso iniziare se continui a
fissarmi con quel cipiglio serio e quei baffi di cioccolata sopra le
labbra > >
Due
risate cristalline si levarono in quella serata uggiosa spazzando via
per qualche istante i fardelli sulle schiene di quei due giovani cuori.
'
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