Yusuke sentì una voce di corridoio in giro per il palazzo reale del mondo degli spiriti. Si diceva che Koenma fosse molto più spaventoso in passato, questo perché i mortali portavano più rispetto alle divinità in quel periodo, in confronto a quel poco che gli si poneva di questi tempi recenti. Probabilmente non era solamente quello; conoscendo Koenma era anche intuibile che non volesse più dare un’impressione sbagliata di sé stesso, non voleva che alcune persone—al di fuori di quelle che se lo meritavano, per esempio chi doveva essere punito—lo vedessero in maniera diversa.
A lui piaceva essere visto come una divinità amichevole. Negli anni novanta si era creata un’intesa invidiabile con il Team Urameshi, che rimase per gli anni a venire. Per questo non voleva che lo vedessero veramente infuriato, mentre impartiva il suo giudizio divino. Quello per cui erano conosciuti gli Enma.
Cosa avrebbero pensato di lui? Forse che in realtà era un mostro. Che il vero sé stesso non era il Koenma che avevano conosciuto.
Yusuke non sapeva se queste voci fossero vere. Ma a lui non importava, sarebbe sempre stato il suo Koenma.