Giungo al Colosseo e osservo le sue decorazioni.
Il mio sguardo, poi, è attirato da una donna imponente, il viso coperto da un elmo.
Un mezzo sorriso solleva le mie labbra. Nessuno sembra resistere alla sua forza.
Eppure, in quei movimenti, conserva un fascino androgino.
Ad un tratto, lei si ferma e, a passo rapido, arriva sotto la mia tribuna.
Si toglie l’elmo, rivelando un volto dai lineamenti decisi, circondato da corti capelli rossi, su cui risaltano gli occhi verdi, dal taglio allungato.
‒ Non restare lì a guardare! Scendi e affrontami! Combattiamo! ‒ scandisce, in italiano.
Sbarro gli occhi, interdetta.
‒ Questo è certamente l’invito più diretto che abbia mai ricevuto… ‒ mormoro. Ho compreso le sue parole e ne sono stupita.
C’è rispetto nel suo atteggiamento, ma non ipocrita adorazione.
Mi vede come una sua pari.
‒ Bene, posso dire che io e te siamo interessate alla stessa cosa. ‒ continua.
Scuoto la testa, sempre più perplessa. Questa donna è strana e incomprensibile.
Eppure, non posso negare un certo interesse per la sua sfida.
‒ Accetto la sfida. ‒ dichiaro.
Un brivido di piacevole attesa attraversa la mia schiena. Non sarà una sfida uguale alle altre.
Presto, comprenderò qualcosa di nuovo. |