Challenge: “To a
better place” - organizzata dal gruppo Facebook “Hurt/Comfort Italia - Fanart e
Fanficiton”
Prompt: Prompt: 02. Insegna rotta di Elena
Altamura - 14. Gara di corsa di Silvana Rollins - 22. Appassionatamente di Marina
Maugeri - 15. Y sfida X di Elena Scarsella
Genere: drammatico, romantico
Tipo: one shot
Personaggi: Koushi Sugawara, Daichi
Sawamura
Coppia: yaoi
Pairing: SawamuraXSugawara
Rating: PG-17, arancione
Avvertimenti: death-fic,
angst, slice of life
PoV: seconda persona
Spoiler: sì, post time skip
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma di Haruichi Furudate.
I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Rischi del mestiere
Quella mattina eravate andati a correre
insieme, lungo l’argine, è una cosa che vi è rimasta dai tempi del liceo, una
della tante piccole cose che condividete da allora, nonostante siate oramai
adulti e coniugati, una abitudine che nonostante, tu faccia una fatica pazzesca
a scivolare fuori dal piumone per metterti in strada, lo fai lo stesso perché
sai quanto a Daichi faccia piacere, e così correte fianco a fianco nella tenue
luce dell’alba che pigra fa capolino in quella fredda mattina di febbraio.
E come spesso succede Sawamura scatta in
avanti e ti sfida a raggiungerlo e tu lo fai ridendo e superandolo dandogli un
colpo sulla spalla e il poliziotto ti affianca in men che non si dica e ridendo
come adolescenti imbastite una ridicola gara di corsa che non ha né vincitori né
vinti, ma a voi non importa, nessuno dei due ha mai voluto prevalere sull’altro
in nessuno mondo in nessun ambito.
Tornate a casa e vi infilate sotto la doccia
e come sempre accade vi amate appassionatamente, divorandovi l’un l’latro non avendone
mai abbastanza, non importa se state insieme da quasi vent’anni.
Vi spostate sul letto e continuate ad amarvi,
mai paghi non vi importa di fare colazione e vestirvi, probabilmente passerete
tutta la giornata a letto visto che è il giorno libero di Sawamura e tu di
correggere compiti proprio non ne hai voglia.
È il cerca persone di Daichi che mette fine
alle coccole sotto al piumone, scivolava fuori e tu lo guardi mentre nudo
chiama la centrale.
Sospiri sai cosa accadrà, lo sai fin troppo bene.
“Devo andare…”
“Per una volta potresti anche darti malato”
gli dici lanciandogli il cuscino.
“Sai che non posso, ho fatto un giuramento…” sussurra
baciandoti le labbra.
“Hai fatto un giuramento anche con me…”
“Continuiamo quando torno va bene?” sbuffi
arricciando le labbra, sai che non puoi resistere al tuo broncio, ma il senso
del dovere è sempre stato più forte.
***
Ti sistemi gli occhiali sul naso, alla fine
quei compiti li hai corretti tutti, le ombre della sera si sono allungate costringendoti
ad accendere la lampada sulla scrivania, lanci una occhiata al cellulare, non ci
sono messaggi di Daichi. Il vento fuori e più forte ed insistente, senti il
cigolio continuo di una insegna rotta che viene maltrattata dal vento, non c’è
altro rumore all’infuori di quello.
Picchietti la penna rossa sul bordo del
foglio e sussulti al suono de campanello, chi potrà mai essere a quell’ora, forse
il tuo sbadato marito ha lasciato a casa le chiavi, ogni tanto capita pure a
lui.
Ti alzi e aprì la porta il sorriso che avevi sulle
labbra si gela e non per l’aria fredda e violenta che ti colpisce il viso, no?
Due persone davanti a te, non hanno ancora
aperto bocca ma tu sai cosa significa.
“No…” gemi cercando di chiudere la porta come
se quello potesse bastare per allontanare da te l’orrore e il vuoto…
“Sugawara-san” inizia l’uomo più anziano in
un impeccabile completo scuro, avvolto da un cappotto nero e il diretto superiore
di Sawamura… accanto a lui un uomo della stessa età di Daichi in divisa lo
sguardo basso, il volto contrito.
Non senti nulla di quello dice il capo della
polizia, parole vuote, parole di circostanza, una formula usata troppe volte
per i parenti…
L’unico rumore che senti è quel dannato cigolio
di quella insegna che sembra piangere insieme al tuo cuore dilaniato.
Chiudi gli occhi e vedi Daichi che ti
sorride nel suo completo scuro.
- Nel bene e nel
male, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà… - recitate le mani
strette le une nelle altre, attorniati dai vostri amici e parenti.
“Finché morte non ci
separi” bisbigli e le lacrime scivolano sulle tue guance.
- È un rischio del
mio lavoro, farò attenzione, ma sei mai accadrà tu dovrai essere forte - gli
aveva detto un giorno lontano e tu avevi promesso ma non immaginavi che ti
saresti sentito così.
“Sugawara-san”
Il tempo ricomincia a
scorrere, sei seduto sul divano del vostro salotto, il capo della polizia è
seduto accanto a te “So che è doloroso, ma deve venire in centrale a
riconoscere il corpo”
***
Cammini a testa alta
all’interno del commissariato, molti di quegli uomini ti conoscono, sanno chi
sei, chinano il capo al tuo passaggio, mormorano parole di cordoglio, una donna
ti si avvicina lo scruti, ti porge le sue condoglianze dicendoti che Sawamura
le ha salvato la vita, a lei e alla banina che porta in grembo.
Cammini nei corridoi semibui
e silenziosi fino alla camera mortuaria, conosci il medico che con un mi
dispiace scosta il lenzuolo dal viso di Daichi, pallido e rigido.
“Koushi”
Annuisci appena riconoscendo
Daichi Sawamura in quella salma immobile e priva di vita. Sono passate poche ore
da quando vi siete amati, da quando il copro di tuo marito era sopra e dentro al
tuo, caldo e avvolgente.
Ora è freddo e
distante.
Urli, crollando a
terra, sopraffatto dalla realizzazione che non ti sveglierai più accanto a quell’uomo
meraviglioso, che non ti scalderà più nelle gelide notti di inverno che non
invecchierete più insieme come credevate.
Infrangi la promessa
che hai fatto, non sei forte perché era lui la tua forza e a te non rimane più
nulla se non il buio, il freddo e un cigolio lontano.