Prologo
Ottobre
aveva portato con sé il
primo vero freddo e le prime piogge d'autunno: Rose, che tremava
persino nel suo mantello imbottito e con le mani coperte dai guanti
in pelle di drago, tirò un sospiro di sollievo quando la
professoressa Corner accese con un colpo di bacchetta un fuoco
verdognolo che iniziò a volteggiare nell'aula di Antiche
Rune,
spandendo il suo calore confortante tra le mura di pietra umida.
Finalmente
capace di concentrarsi
a dovere sulla lezione, Rose ricominciò a prendere appunti,
lanciando di tanto in tanto delle occhiate fugaci alle finestre
battute dalla pioggia.
“Se non smette di piovere io
questo pomeriggio non ci vado a seguire Erbologia,”
mormorò a un
certo punto, rivolta a Scarlet. La sua migliore amica annuì
con aria
distratta; i folti capelli castani legati da un fiocco nero, il mento
poggiato su una mano e le dita coperte di schizzi d'inchiostro,
Scarlet aveva lasciato a metà i suoi appunti ed era intenta
a
rifinire i contorni di una natura morta sulla pergamena.
“Sì, hai ragione. Però
possiamo sempre evocare un fuoco come ha fatto la Corner e portarcelo
dietro in un barattolo.”
“Ottima idea. Conosco l'incantesimo,
è semplice...”
“Ragazzi, fate tutti
attenzione, per favore!”
Rose
si voltò di scatto; Aimee
Corner aveva chiuso il libro dal quale fino a quel momento aveva
letto le sue spiegazioni e ora, seduta sul bordo della cattedra,
osservava la classe con un'espressione speranzosa negli occhi.
“Ricordate quando vi ho parlato
della possibilità di dedicarvi a dei progetti
extracurriculari?”
iniziò la professoressa, ricevendo in risposta un coro di
assenso.
“Bene, la mia prima proposta è questa: una ricerca
di
approfondimento sulla storia e la scoperta delle rune Hälsinge,
da consegnare entro il venticinque novembre. Ho qui con me una lista
di testi di riferimento che potete trovare in biblioteca, ma
ovviamente nulla vi vieta di consultare altri testi aggiuntivi a
vostra scelta. La mia idea è che lavoriate in coppie o in
gruppi di
massimo tre persone. Dunque, chi di voi è interessato al
progetto
alzi la mano.”
Rose
sollevò la sua e si guardò
intorno, constatando con una punta di delusione che Scarlet non aveva
fatto altrettanto.
“Solo quattro persone? Beh, non importa,
almeno ci troviamo con i numeri. Sandrox e Tolipan, vi metto in
coppia? Benissimo... a questo punto rimangono la Weasley e la Lennox.
Ragazze, potete venire qui a prendere la bibliografia.
Dopodiché,
per la vostra gioia, possiamo considerare questa lezione
conclusa.”
“Scusami,” disse Scarlet
mentre iniziava a sistemare i suoi libri in borsa. “In questo
periodo ho un sacco di cose per la testa, non me la sento di
dedicarmi anche a dei progetti extracurriculari...”
“Tranquilla,
non fa niente,” la interruppe Rose con una scrollata di
spalle. Nel
momento in cui si voltò verso la cattedra vide Sophie Lennox
dirigersi verso di lei, tenendo in mano la pergamena con la lista dei
testi.
“Ciao, ragazze,” le salutò
allegramente Sophie. “Rose, se ti va possiamo già
iniziare a
organizzarci con lo studio. Sei libera questa settimana?”
“Fammi
pensare... possiamo vederci giovedì alle quattro in
biblioteca, che
ne dici?”
“Sì, va bene. Lo ammetto, avrei voluto fare la
ricerca con Scorpius ma lui mi ha abbandonata, dice che deve
rimettersi in pari con i programmi di altre materie.”
Rose
lanciò un'occhiata a Scorpius Malfoy che, come suo solito,
stava
uscendo dall'aula con lo sguardo assorto e apparentemente perso nel
vuoto, senza unirsi alle chiacchiere degli altri studenti.
“Non si fermerà mai a parlare
con noi, vero?” osservò Scarlet.
“Non so. Prima o poi, forse. Ma
stai tranquilla, non ha niente contro di voi. Lo sapete, Scorpius
è
solo molto timido... come lo era tuo cugino, Rose, prima di uscire
completamente fuori di testa.”
Rose
si limitò a ridere mentre
seguiva Sophie e Scarlet fuori dall'aula, per nulla infastidita nel
sentir definire Albus fuori di testa. Aveva colto
l'ironia
benevola in quelle parole, uno di quei piccoli dettagli che la
rendevano sempre più convinta che Sophie non fosse affatto
male come
persona – non poteva considerarla propriamente un'amica, la
loro
conoscenza non era mai andata davvero oltre la superficie, ma non se
l'era mai sentita di definirla una stronza o un pezzo di ghiaccio
come facevano in molti.
“Sapete che esiste un corso di
Alchimia per gli studenti del settimo anno?” stava dicendo
Sophie,
mentre le tre ragazze imboccavano il corridoio dell'aula di
Incantesimi. “Però viene organizzato solo se
c'è abbastanza
domanda, infatti quest'anno non è partito. So che
è presto per
pensarci ma io sono convinta di volerlo seguire, a costo di farmi
dare lezioni private da Lumacorno.”
“Beh, secondo me in pochi
vogliono caricarsi di un tale impegno durante l'anno dei
M.A.G.O.,”
osservò Rose. “A meno che tu non sia davvero
appassionato della
materia.”
La porta dell'aula di Incantesimi si aprì, lasciando
uscire un gruppo di studenti di Tassorosso. Rose riconobbe Wanda
McMillian, che camminava leggermente distanziata dalle sue compagne,
e approffittò del momento in cui i loro occhi si
incrociarono per
rivolgerle un cenno del capo. Con sua sorpresa, Wanda non
tirò
dritto come ormai faceva sempre più spesso quando si
incontravano in
pubblico; virò il passo per avvicinarsi a lei e
salutò Scarlet e
Sophie con un “ciao” sbrigativo prima di rivolgerle
la sua
attenzione.
“Ti va di fare un giro? Devo
parlati di una cosa importante.”
Dopo
un istante di esitazione,
Rose annuì.
“Sì, va bene. Ci vediamo a
pranzo, Scarlet. Ciao, Sophie, a giovedì!”
Wanda
inarcò le sopracciglia nel
momento in cui la sentì salutare Sophie ma non fece alcun
commento,
neanche quando lei e Rose si ritrovarono a camminare sole lungo il
corridoio e poi su per una stretta scalinata; Rose non sapeva se
irritarsi o preoccuparsi davanti a quel silenzio.
“Allora? Cosa è successo?”
la incalzò.
“Tra un po' ti dico. Troviamo prima un posto comodo
dove parlare.”
Rose trattenne l'istinto di alzare gli occhi al
cielo. Sempre più spesso le “cose
importanti” di cui Wanda aveva
bisogno di parlarle – presentate a volte come questioni di
vita o
di morte – riguardavano semplici resoconti delle sue
giornate,
lamentele sulla scuola o pettegolezzi sulla vita amorosa degli altri
studenti. Semplici pretesti per reclamare la sua compagnia; il che
non sarebbe stato un male se nel corso del tempo Wanda non avesse
iniziato a cercarla quasi unicamente quando si ritrovava sola e se
l'atteggiamento che assumeva nei suoi confronti in presenza di altre
persone non fosse diventato – per ragioni che Rose non
riusciva a
comprendere – sempre più scostante e indifferente,
a tratti
addirittura brusco.
Raggiunto
il corridoio in cima
alle scale, Wanda si sistemò a gambe incrociate sull'ampio
davanzale
in pietra di una finestra. Rose si poggiò con la schiena al
muro e
incrociò le braccia al petto; non le piaceva lo sguardo
accigliato
con cui la sua amica la stava osservando.
“Come mai ti vedi con la Lennox
giovedì?” iniziò Wanda.
Lo
sapevo. Non ha niente di serio di cui parlarmi.
“Dobbiamo lavorare insieme a
una ricerca di Antiche Rune.”
“Beh, buona fortuna. Io quella
non la sopporto, mi sta proprio sul cazzo. Sta sempre lì a
parlare
male della gente e a criticare chiunque, come se fosse l'unica
persona intelligente sulla faccia della terra. Non capisco come
faccia a essere amica della Callister, lei è sempre
così carina con
tutti...”
“Ti prego, non apriamo questo discorso,”
replicò
Rose, secca. “C'è un motivo per cui mi hai chiesto
di parlare da
sole o volevi solo farmi una predica sulle mie amicizie?”
Lo
sguardo di Wanda si adombrò
di colpo e le sue dita iniziarono a tamburellare nervosamente sulle
ginocchia. Un attimo dopo Rose era seduta accanto a lei, una mano
poggiata sulla sua spalla e il senso di colpa che le premeva sul
petto.
“Hey, che succede?” disse
dolcemente. “Qualcosa di grave a casa?”
“Non proprio grave. Stamattina
papà mi ha scritto, ha detto che mamma finalmente si
è fatta
risentire.”
“Oh... e non porta buone notizie?”
“No. Lui
le aveva chiesto se le sarebbe piaciuto organizzarsi per passare il
Natale con noi, ti ricordi?
Le
aveva detto che ovviamente
avrebbe dovuto farlo per me, perché sarei stato felice di
vederla,
non certo per lui. E che non ci sarebbe stato niente di male se si
fossero sforzati di andare d'accordo e comportarsi in maniera civile
almeno per un giorno.”
“Tuo padre ha ragione,
certo.”
Rose strinse leggermente la spalla di Wanda, rendendosi
conto che, fino a qualche tempo prima, non avrebbe avuto alcun remore
ad abbracciarla in un momento simile.
“Lei gli ha risposto che non è
sicura di esserci perché vorrebbe passare il Natale in
Portogallo
col suo futuro nuovo marito. Ti rendi conto?”
La voce di Wanda
tremò e Rose si aspettò di vederla piangere; ma i
suoi occhi,
seppur umidi, non versarono nessuna lacrima.
“Per Merlino, mi dispiace... da
quant'è che non la vedi?”
“Dall'estate scorsa. Sinceramente
in questo momento non avrei voglia di rivederla neanche se fosse lei
a farsi avanti, per me è solo una grandissima
stronza.”
Rose si
morse le labbra, incerta su quali fossero le parole giuste da usare.
Dopotutto, erano anni che ascoltava gli sfoghi di Wanda sulla madre
che l'aveva abbandonata fin da quando era bambina e che da allora non
aveva avuto quasi più alcun ruolo nella sua vita.
“Mi dispiace,” ripeté
infine, consapevole di quanto suonasse banale quell'asserzione.
“Sai
che non posso immaginare cosa significhi. Ma magari tu e tuo padre
riuscirete lo stesso a passare un bel Natale insieme. Lui non aveva
iniziato una frequentazione quest'estate?”
“Sì, ma anche se
non me l'ha detto direttamente da quello che ho traspare dalle sue
lettere ho inuito che dev'essere già finita. Sai
com'è mio padre. È
sempre troppo assorbito dal lavoro per prestare la giusta attenzione
a qualsiasi altra cosa... comprese le tipe con cui esce.”
La
voce di Wanda suonò più calma, più
ferma, e questo portò Rose a
scostare la mano dalla sua spalla.
“Prima o poi persino lui
troverà la persona giusta,” disse sforzandosi di
infondere un
tocco di ironia nella voce. “Quando succederà
vedrai che non ci
penserà due volte a mettere il lavoro in secondo
piano.”
“Ne
dubito,” replicò Wanda con un sorriso amaro.
“A meno che non
decida finalmente di seguire una terapia. Io non credo molto a queste
cose ma i tuoi genitori con la terapia hanno risolto i loro problemi,
no?”
“Beh, risolto è un parolone.
Continuano a farsi
le loro belle litigate però le cose vanno molto meglio
rispetto a
prima. Forse non te l'ho mai raccontato ma una sera sono tornati a
casa dopo un incontro con la terapista e sembravano una coppia di
piccioncini, non li avevo mai visti andare così d'amore e
d'accordo.
Poi, ecco... sono saliti in camera e io e Hugo li abbiamo
sentiti...”
Si interruppe, mentre Wanda rovesciava indietro la
testa e scoppiava in una risata sinceramente divertita.
“Oh, Merlino... voi cosa avete
fatto?”
“Io mi sono chiusa in camera con la musica a palla e
Hugo si è messo i paraorecchi che usa per le lezioni di
Erbologia.”
Rose si unì alla risata di Wanda. Per un attimo, fu
colta dall'illusione che la loro confidenza non si fosse mai
incrinata. Che le loro discussioni sempre più frequenti non
fossero
mai esistite, che la distanza che le separava avrebbe potuto
colmarsi.
Ma
non era la prima volta che le
cose tra loro sembravano tornare al loro posto per poi andare
nuovamente in pezzi, rendendola sempre più stanca e
demoralizzata
nel tentare di raccogliere i cocci di un'amicizia che sembrava avere
sempre meno senso di esistere.
Forse
posso continuare a starle a fianco. Se lei sarà capace di
cambiare,
di tornare la persona che era prima.
Parole
alle quali Rose,
nonostante la leggerezza di quel momento, sapeva di non credere.
*
Note
Salve a tutti! Sono molto contenta di essere riuscita a
pubblicare questo prologo perché era da tempo che volevo
scrivere una Long (in questo caso MiniLong, probabilmente non
andrò oltre i dieci capitoli) mettendo in campo i personaggi
della mia Nuova Generazione, compresi i miei OC, ai quali tengo un po'
come se fossero i miei figli. I personaggi saranno abbastanza numerosi
perciò cercherò di introdurli pian piano andando
a chiarire progressivamente quali sono le loro Case e i rapporti che
legano ognuno di loro, sperando di non generare troppa confusione nei
lettori e non risultare dispersiva.
Ogni capitolo seguirà diversi punti di vista, soprattutto
quelli dei personaggi citati nell'introduzione. Ho deciso di non
inserire il genere Romantico perché non sarà
prevalente nonostante la presenza di accenni a coppie e interessi
amorosi, la trama sarà principalmente una slice of
life/coming of age in cui i personaggi attraverseranno dei percorsi di
maturazione e cambiamento tipici della loro età legati
soprattutto alla nascita di nuove importanti amicizie, da qui il titolo
"New Skins." (A questo proposito mi sono ispirata anche al nome della
serie tv adolescenziale "Skins" per cui ultimamente ho sviluppato una
vera e propria ossessione, anche se in questa storia sono ovviamente
assenti i temi più "trasgressivi" affrontati dalla serie)
Se siete arrivati fin qui spero che questo prologo sia stato di vostro
gradimento, ringrazio in anticipo chiunque lascerà una
recensione o deciderà di seguire la storia!
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