La scelta di un cuore spezzato

di Fiore di Giada
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La luce del sole incendiava d’oro il piazzale del convento di Carrara.
A passo lento, Guido seguiva il corteo funebre, lo sguardo fisso davanti a sé. Aveva conosciuto suo figlio per perderlo.
Serrò le labbra. Sul letto di morte di Bruno, per pochi istanti, lui e Luisa erano stati una famiglia.
Ma quel sogno si era infranto, con le urla agonizzanti del loro bambino.
E tale tragedia era stata causata dalla miseria morale delle persone a lui più vicine.
Un conato di nausea, come un pugno, lo colpì allo stomaco e l’uomo, per alcuni istanti, barcollò. No, Bruno non doveva essere in quella bara.
La sua morte era innaturale e crudele.
Un operaio gli lanciò uno sguardo perplesso e il nobile, d’istinto, si riprese e continuò a camminare. No, non poteva permettersi di crollare.
Sentiva su di sé lo sguardo di Luisa, chiusa nel convento.
Lei avrebbe voluto accompagnare il loro bambino nel suo ultimo viaggio, ma le regole conventuali non le avevano dato tale possibilità.
Lui doveva compiere quel rito anche per lei.
Ad un tratto, un mazzo di margherite cadde sulla bara di Bruno.
L’uomo accennò ad un sorriso amaro. Anche dal convento, Luisa voleva fare sentire il suo amore materno a Bruno.
Stai tranquilla, Luisa., si disse. Quei fiori, pur semplici, erano il dono meraviglioso di una madre.
E non sarebbero andati perduti.




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