A
passo rapido, Enji si incammina verso casa.
La
pioggia cade, implacabile, sull’asfalto, mentre un lampo dilania il
cielo.
Ad
un tratto, si blocca e un urlo d’orrore muore nella sua gola.
I
resti di un edificio crollato, simili a fossili di un gigantesco
predatore, si materializzano davanti ai suoi occhi.
Il
lungo lamento delle ambulanze sovrasta il rombo del tuono, mentre il
sentore dolciastro della carne bruciata riempie l’ambiente.
Enji
abbassa lo sguardo. Diversi corpi giacciono a terra, in posizioni
scomposte, dilaniati da orribili ferite.
E
il sangue si mescola all’acqua, tingendosi d’un tenue colore
rosato.
Turbato,
alza lo sguardo. Un dolore atroce, presto, lo colpirà.
L’odore
di carne bruciata invade il suo olfatto e opprime il suo respiro.
Due
barellieri escono dall’edificio, sorreggendo una barella.
Sopra,
coperto da un lenzuolo, giace un corpo imponente e una grossa mano
pende fuori, come un metronomo.
Enji
sbarra gli occhi e le lacrime ivi muoiono. No, Non può essere suo
padre.
Lui
è un grande eroe.
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