Tutto finì nel Grande Abisso Zero.
Dopo che la professoressa Rea aveva chiesto a Riben di Teracristallizzare Terapagos, conosciuto anche come il tesoro dell’Area Zero, il Pokémon aveva cambiato forma drasticamente, confermando il disegno fatto da Callugaris, nonché l’antenato di Rea. La donna non poteva esserne più felice.
Terapagos, però, non sembrava della stessa opinione. Che cosa ci facevano quattro umani lì, disturbando la sua quiete e catturandolo senza il suo consenso? Una professoressa che non riusciva a gestire tre ragazzini, ecco cosa vedeva. Ma specialmente il ragazzino con i capelli viola e il codino, colui che sarebbe dovuto essere il suo Allenatore da quel momento in poi. Dopo aver distrutto la sua Master Ball, passò all’attacco diretto.
Juliana cercò di tirare fuori la Poké Ball di Miraidon in tempo, ma era troppo tardi. Riben era già a terra, con una ferita alla testa che era tutt’altro che rimediabile. Riben cercava di alzarsi, ma non si sentiva più il corpo e non vedeva quasi più nulla. Forse se l’era meritato. Se l’era cercata. La rabbia di Terapagos si era riversata tutta verso di lui—o forse era la sua rabbia e la sua ossessione che avevano raggiunto Terapagos. Non aveva più importanza.
Era già sceso il buio.
E in quell’abisso ormai destinato a far sprofondare il gruppo ancora più in fondo, si sentiva solo l’urlo disperato di Rubra.