Maybe ~
1° Settembre
1991, casa Granger
Si trovava in una stanza buia, di cui non poteva vedere
nemmeno le pareti. L’unica cosa che riusciva a distinguere erano due braccia
che la stringevano fermamente incrociandosi sul suo stomaco. Cercò di capire a
chi appartenessero – non sua madre, nemmeno suo padre – ma la sua attenzione
era resa labile da una strana sensazione che la pervadeva, partendo dalla sua
pancia, su e giù per il suo corpo. Non sapeva se definirlo calore; era…
Ricercò un termine più adatto nell’ampio vocabolario mentale acquisito grazie
alla lettura. Benessere. Non era sicura che fosse la parola più adatta:
c’era ancora qualcosa di più profondo a cui non era in grado di dare un nome,
si rese conto con un leggero moto di stizza.
Turn it inside out so I can see
The part of you that's drifting over me
Come colpita da una consapevolezza improvvisa, realizzò
che se si fosse voltata l’avrebbe finalmente visto in faccia, riuscendo forse
anche a comprendere cosa fosse ciò che le trasmetteva. Torse il collo,
ma quel gesto le parve innaturalmente lento: perché non riusciva a girarsi più
velocemente? Ecco, ce l’aveva quasi fatta…
“Hermione, tesoro. E’ ora di
alzarsi, se non vuoi perdere il treno”.
Hermione Granger, dodici anni da compiersi nel giro di
qualche settimana, cercò di aggrapparsi con tutte le sue forze a quel che
restava del sogno, sperando di vederne finalmente la conclusione; esso però
svanì rapidamente mentre si svegliava.
When I wake you're never there
But when I sleep you're everywhere
I recognize the way you make me feel
It's hard to think that you might not be real
Si stropicciò la faccia, frustrata, per poi indugiare
ancora qualche minuto sotto le coperte: aveva preso l’abitudine di farlo ogni
volta che si ripeteva quel sogno, per assaporare il più possibile quel benessere,
quell’inspiegabile calore all’altezza del cuore.
“Hermione!”
Sospirò, ma si rassegnò ad
alzarsi: quel giorno aveva cose decisamente più importanti a cui pensare.
E poi, chissà… Sui libri che
aveva comprato – e letto, tutti – non aveva trovato niente che facesse
al caso suo, ma forse nella biblioteca della scuola – era sicura che ce ne
sarebbe stata una, e non vedeva l’ora di esplorarla – avrebbe trovato un
incantesimo che facesse al caso suo, per rivivere i sogni perduti, o qualcosa
di simile. Se ci fosse stato, non le sarebbe sfuggito.
Binario 9 e ¾
Oh, diavolo. Non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma,
per quanto attentamente avesse letto Storia di Hogwarts, dal vivo faceva tutto
un altro effetto: il treno sembrava più grande, i ragazzi più numerosi – e
rumorosi, e la magia più… pregnante. La sentiva attorno a sé, come un’aria più
densa di quella a cui era abituata. Fu sul punto di chiedere ai suoi genitori
se anche loro se ne fossero accorti, ma preferì non indagare: non voleva
rischiare di sottolineare fin dal primo giorno le differenze fra loro, pur
sapendo che da lì in avanti non avrebbero fatto che diventare più evidenti.
Sospirò, di nuovo. Forse era meglio farsi spazio in quella
bolgia e accaparrarsi un posto a sedere.
In equilibrio
precario sul predellino del treno, prese il pesante baule che il padre le
porgeva e si voltò per iniziare la ricerca di uno scompartimento libero,
trovandosi faccia a faccia con un altro studente che stava cercando di
scendere.
Pa-ta-pum : questo fu
esattamente il suono – non se lo sarebbe mai dimenticato - che fece il suo
cuore quando lei Lo vide. E poi, come se quel battito irregolare avesse
liberato qualcosa nel suo petto, ci fu quel benessere. Non era mai
riuscita a vedere il suo viso, ma sapeva – come si sa il proprio nome, come
tutte quelle cose che non ricordiamo che qualcuno ci abbia insegnato – che era
Lui.
Just tell me why you're here and who you are
Il ragazzetto biondo la fissò
qualche secondo, probabilmente in attesa di una sua reazione; vedendo che non
ne giungeva alcuna, gettò un’occhiata alle sue spalle e fece una smorfia.
“Sanguesporco, eh? Allora, hai
intenzione di spostarti o ti si sono incollati i piedi al pavimento?”
Hermione si riscosse e si fece da
parte. Non ricordava di essere mai rimasta senza parole nella sua vita… fino ad
ora.
Mentre il ragazzino le passava
accanto, le loro mani si sfiorarono involontariamente; quella sensazione la invase come non era mai
successo in precedenza, mentre la sua vista fu annebbiata, come se le
scorressero davanti agli occhi una carrellata di scene che non aveva mai visto,
né vissuto. Durò pochi secondi, ma le sembrò una vita intera.
And when I touch your hand
It's then I understand
The beauty that's within
It's now that we begin
Intanto il suo futuro compagno di studi era atterrato con un piccolo
balzo sul marciapiede, e si era voltata a guardarla con un ghigno: “Imparerai a
toglierti dalla strada di un Malfoy, Sanguesporco”.
Per la seconda volta nel giro di un minuto, Hermione non seppe cosa
rispondere.
Mentre fissava la sua schiena che si allontanava, Hermione non potè
trattenere un sorriso; nonostante l’impressione che lui l’avesse appena
insultata, per ben due volte… Beh, non era mai stata così bene.
Note dell'Autrice
Ero alla ricerca di una canzone che facesse da colonna sonora a un'altra fic (su tutt'altra ship), quando sono rimasta fulminata dal testo di questa canzone.
Questa flash è espressione perfetta del modo in cui credo in questa ship, ma ho preferito tralasciare alcune cose e altre accennarle solamente per permettervi di interpretarla e viverla come meglio credete; un giorno mi sfogherò con un saggio sull'argomento XD
Besos ;)