I FRATELLI FETT - Storia di cacciatori di taglie, alieni spaventosi, astronavi velocissime e morti stupide

di Orso Scrive
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VII.

EPILOGO TRAGICO

 

Il nuovo sterminio di burocrati imperiali, provocato per l’ennesima volta da quei bonaccioni dei Ribelli, determinò la sconfitta finale dell’Impero Galattico e l’ascesa della Nuova Repubblica di cui, come aveva previsto, la senatrice Mon Mothma divenne immediatamente il signore assoluto. Come primo atto, dopo aver emanato un indulto generale, la brava ragazza fece internare e sommariamente uccidere tutti coloro che, in un modo o nell’altro, avevano servito sotto Palpatine, compresi dunque, oltre ai militari e agli spietati ufficiali, anche impiegati, cuochi e gungan delle pulizie.

La morte di entrambi i fratelli Fett non venne pianta proprio da nessuno e in tutta la galassia non si udì mai più parlare di quella stirpe di imbecilli; il terribile gene Fett, che in passato aveva decretato il fallimento totale dell’armata dei cloni, fu infine debellato.

 

Sulla luna boscosa di Endor, come in ogni altra parte dell’Universo, si tennero grandi festeggiamenti, a cui, però, Luke Skywalker partecipò controvoglia. Non era tanto l’aver appena deposto il suo ritrovato padre sulla pira funebre, a rattristarlo, quando, invece, l’idea di dover per sempre rinunciare a Leia. Va bene, davanti all’Imperatore si era dichiarato disposto a rivelarle la verità, ma adesso aveva cambiato idea, e vederla baciare quel bellimbusto di Han anziché lui lo faceva rodere dentro come non mai. Avrebbe avuto tanta voglia di mettere mano alla sua spada laser e farlo a fettine; peccato solo che l’avesse lasciata a bordo della Morte Nera prima che saltasse tutto in aria.

Con una smorfia disgustata, guardò il contrabbandiere staccarsi dalle labbra della ragazza e venire verso di lui con un gran sorriso stampato in viso. Cosa ci fosse tanto da sorridere, poi, non riusciva proprio a spiegarselo!

«Ragazzo, tu sei un jedi». constatò Han.

«Così dicono», rispose Luke, scrutandolo trucemente. Non poteva credere che Leia avesse scelto quella canaglia inespressiva, anziché lui: perché? Perché?! PERCHÉ?!

«Quindi, hai anche il dono della preveggenza, vero? Voglio dire, puoi vedere il futuro?»

Il volto di Luke si fece sospettoso.

«Certamente», rispose. Omise di riferirgli quello che aveva detto quel mentecatto di Yoda: «Sempre in movimento, il futuro è.» Del resto, Han era un sempliciotto, perché mai angustiarlo con tecnicismi che non avrebbe compreso?

«Che ne diresti, allora, di leggere un po’ nel mio futuro? Così, giusto per darmi qualche dritta su quali affari compiere e quali lasciare perdere… potresti magari suggerirmi qualche numero da giocare alla lotteria o cose così… ovviamente ti darei una percentuale sulle vincite!»

«Uhm», fece Luke. Forse, se avesse sfruttato bene le proprie capacità divinatorie, avrebbe avuto ancora qualche speranza, con Leia. Chiuse gli occhi, si sedette a gambe incrociate e si concentrò, cominciando immediatamente a fluttuare in aria.

«Vediamo… dunque… vedo, vedo che… tu e Leia vi sposerete ed avrete un figlio.»

Emozionato, Han fece un sorrisone.

«Ma è meraviglioso!»

«…lo chiamerete Ben…»

Il sorriso di Han si attenuò un poco a quella notizia.

«Ben? Come il vecchio pazzo? Avrei preferito qualcosa di meglio, per mio figlio, ma tant’è…»

«…verrà addestrato come un cavaliere jedi…»

«Grandioso! Mio figlio sarà una celebrità!»

«…il ragazzo abbandonerà l’addestramento e si volgerà al Lato Oscuro…»

«Cosa?!» sbraitò Han. «Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per…»

«…a causa sua, tu e Leia divorzierete», continuò imperterrito Luke. «E non ti dico neppure che razza di cifra dovrai passarle per gli alimenti, perché è una somma allucinante.»

«Aspetta un attimo!» scoppiò Han. «Aspetta un attimo, Luke! Tra di noi, quella ricca è lei! Perché diavolo dovrei essere io a versarle…?»

«…vostro figlio si unirà al Primo Ordine e farà crollare un’altra volta la galassia nel caos, distruggendo pianeti, compiendo stragi su stragi e altre cose così…»

«Ma…»

«…tu cercherai di salvarlo, ma lui ti trafiggerà senza alcuna pietà, prima di farti precipitare in un baratro senza fondo sopra un pianeta che, dopo cinque minuti, sarà completamente disintegrato. Capisci, Han? Il futuro non è granché bello, vero? Han? Han…?»

Luke riaprì gli occhi e si guardò attorno. Di Han Solo non c’era più alcuna traccia ma, in lontananza, vide decollare in tutta fretta il Millennium Falcon, che compì il balzo nell’iperspazio prima ancora di aver lasciato l’atmosfera di Endor. Udendo un passo alle proprie spalle, si volse e vide sopraggiungere Leia.

«Luke, hai visto Han?» domandò la ragazza. «Non lo trovo da nessuna parte.»

Il jedi sorrise e le passò amabilmente un braccio attorno alle spalle.

«Han doveva seguire la sua strada, Leia. Ma non ti preoccupare, ci sono qua io, per te.»

«In che senso… non capisco…» mormorò la giovane.

«Lo so che sarà dura ascoltare ciò che sto per dirti, ma…» gli occhi di quel volpone di Luke si illuminarono. «Han aveva un’altra donna, su Corellia. Ora che è tutto finito, ha deciso di tornare da lei. Ma non piangere, Leia, ci sono qua io per consolarti. Vieni, entriamo in quella capanna, puzza un po’ di Ewok, ma ci staremo ugualmente comodi…»

Leia, alla prima, rimase impacciata. Ma poi lo seguì nella capanna buia e, dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani, e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia nella Forza li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore. Questa conclusione, benché trovata da un fratello e una sorella che non sapevano di esserlo (o fingevano di non saperlo), c’è parsa così giusta, che abbiamo pensato di metterla qui, come il latte di Bantha di tutta la storia.

La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata (ma raccomodata giusto un poco, perché vi basti la visione del film per comprenderne le profonde e intatte similitudini). Ma se, invece, fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.

 




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