Ti ama (lo giuro)
• Siate
Curiosi Sempre
• Torre di
Carta — 32. Margherita
Il gelo che striscia malefico dentro di me non ha nulla a che fare con
la tiepida giornata primaverile che sto vivendo.
C'è qualcosa che non va, qualcosa di sinistro e perverso,
qualcosa che non posso controllare.
Sono qui, in piedi e baciata dal sole, bellissima nella mia
semplicità, circondata da tante compagne simili a me.
Siamo uniche nel nostro genere, create per essere ammirate, non per essere distrutte.
Eppure le sento.
Le sento anche oggi, in questa bella giornata deturpata dalle loro
grida straziate e colme di disperazione.
Le sento, e ancora una volta tremo al solo pensiero che un giorno
possano prendere anche me.
Lasciatemi vivere, vi
prego.
Oggi mi prenderanno.
Lo so, me lo sento dentro.
Oggi è l'ultimo giorno che trascorrerò qui, in
questo prato che ho sempre chiamato _casa.
La mia terra, il mio piccolo e felice angolo di paradiso ormai
distrutto.
Ho visto cosa quei giganti
fanno a quelle come noi: ci strappano dalla nostra terra, ci guardano
per un futile istante e poi ci mutilano con una violenza indicibile.
E tutto per cosa, poi?
Per delle risposte che
noi non possiamo avere?
La parte infida della mia essenza spera che scelgano qualcun'altra
più graziosa di me.
Ce ne sono tante, qui in mezzo, che io potrei anche passare inosservata.
Ma non sarà
così.
È arrivato il mio momento.
Il sole ormai non lo percepisco più.
C'è solo un'immensa ombra stagliata dinanzi a me e io tremo
e imploro pietà, anche se so che quei mostri non possono
udire le mie suppliche strozzate.
Mi sento spaccata a metà nel momento in cui quella mano
gigantesca mi strappa dalla terra che mi ha nutrita per tanto tempo, la terra da cui sono nata.
«M'ama o non
m'ama?»
E mentre quelle mani mi violano, strappandomi tutti i petali in una
nenia strascicata, io urlo a squarciagola, consapevole che oltre le mie
sorelle nessuno può sentirmi.
«Ti ama! Lo
giuro, ti ama! Lasciami vivere, ti prego!»
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