Challenge:
“Spighe - challenge del weekend” - organizzata dal gruppo Facebook “Non solo
Sherlock - gruppo eventi multifandom”
Prompt:
“Tutto quello che facciamo è ferirci a vicenda” di musa07
Genere:
romantico, drammatico
Tipo:
flash-fic
Raccolta:
Come spighe nel blu
Personaggi:
Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Coppia:
yaoi
Rating:
PG, verde
Avvertimenti: slice of life, angst, fluff
PoV:
seconda persona
Spoiler:
sì, post time skip
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono
utilizzati senza scopo di lucro.
Invecchiare insieme
“È finita, Tooru, basta!” ti ha detto urlandoti
in faccia, lui, che non si scomponeva mai, lui che non gridava mai, che nulla
sembrava turbarlo e invece.
“No!” hai risposto aggrappandoti a lui, al
suo cappotto, baciandolo con prepotenza, ma Wakatoshi ti ha allontanato a viva
forza, staccandoti da lui, tenendoti a distanza con le braccia tese, una voragine
ai tuoi occhi, un abisso incolmabile di colpe e fraintendimenti.
“Tutto ciò che facciamo è ferirci a vicenda” ti
dice lapidario e nei suoi occhi la cogli la sua tristezza, la sua rabbia e la
sua frustrazione.
“Sono quindici anni che ci facciamo del male e
ci rincoriamo, non è destino Tooru, non in questa vita…” sentenzia e il mondo
ti crolla addosso, non può finire così. Non vuoi che finisca così.
Lo hai guardato andare via, con le spalle
curve, trascinando dietro il bagaglio a mano, lasciandoti lì, in mezzo all’aeroporto
gremito di gente, la Vigilia di Natale.
Quanto coraggio ha avuto Wakatoshi a dirti quelle
parole ad andarsene senza voltarsi, ma tu non sei da meno. Il tuo orgoglio e la
tua testardaggine ti hanno sempre aiutato in ogni frangente, non ti sei mai arreso
in vita tua non inizierai ora.
***
Sei seduto sul pavimento con uno scatolone
accanto e tanti oggetti a terra, stringi un biglietto aereo che porta la data
di dieci anni prima.
Quella che sembrava essere la fine è stato
invece un inizio, hai acquistato quel biglietto: il suo stesso volo, la sua stessa
destinazione, non avevi intenzione di lasciarlo andare, non di nuovo. Dovevi
colmare il vuoto che avevi nel petto e l’unico modo che conoscevi era stare
insieme a lui.
Wakatoshi aveva ragione: vi siete feriti a
vicenda dal liceo, tu più di lui, convinto che a ogni tua mancanza lui avrebbe
sopperito, ad ogni tuo tradimento lui avrebbe perdonato, ma anche Ushijima è un
uomo e hai rischiato di perderlo, per la tua stupidità e arroganza.
“Cosa stai facendo?” una voce calda alle tue
spalle, una mano sulla tua schiena, si appoggia mentre si siede sul tappeto
accanto a te, osserva i cimeli che ci sono a terra, ne sfiora alcuni con la
punta delle dita e vedi i suoi occhi farsi lontani, perdersi nei ricordi, molti
dei quali sono condivisivisi.
C’è gente che venderebbe l’anima al diavolo
per avere le vite che avete avuto voi, piene di successi, traguardi, gloria… è
buffo non te ne importa più niente ora, la persona più importante ce la hai seduta
al tuo fianco e ti sta carezzando distrattamente la base della nuca.
Wakatoshi sposta lo sguardo a quello che stringi
tre le dita, afferra il biglietto e assottiglia gli occhi per mettere a fuoco le
piccole scritte, sorridi e gli porgi i tuoi occhiali, li inforca sulla punta
del naso e tu ti sorprendi una volta di più per quanto il suo volto austero sia
bello, solcato dalle piccole rughe di espressione, i suoi capelli ingrigiti dal
tempo sulle tempie gli conferiscono una severità maggiore, ma è solo apparenza
e tu lo sai meglio di chiunque altro.
“Una delle tue decisioni più azzardate” commenta,
distraendoti dalla tua adorazione.
“No, una delle mi scelte migliori” rispondi spingendolo
sul tappeto in mezzo a magliette, medaglie, targhe ed attestati.
Vi siete fatti del male per quindici anni, in
un tira e molla estenuante, ma ne sono passati altri quindici dove avete
costruito una relazione meravigliosa, senza segreti, senza bugie decidendo di
invecchiare insieme.