Il cacciatore di taglie

di Serpis093
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«Portamela subito, altrimenti non potrai mai essere libero». Una voce scura ed autoritaria riecheggiava nelle segrete di una lugubre prigione sotterranea.
Il proprietario di quella voce indossava una maschera sinistra a forma di gatto, un paio di occhi infuocati e brillanti fissavano il prigioniero incatenato dinanzi a lui, nel buio più totale.

«Ma signore…» il prigioniero si interruppe per un attimo, riprese fiato e poi proseguí. «Volete davvero che distrugga quel villaggio? Non vi basta il medaglione?»

«Come ti permetti a contraddirmi?» il misterioso uomo mascherato allungó il braccio verso il prigioniero, allargando bene le dita della mano.

Scintille e fumo iniziarono a fuoriuscire dal suo palmo, poi scaglió una violente scarica d'acqua bollente sul povero ragazzino imprigionato.

Le urla di dolore erano così forti, rimbombavano nelle orecchie degli altri prigionieri. Erano rimasti tutto il tempo in silenzio, per paura che potessero ricevere lo stesso trattamento.

Il ragazzino si morse il labbro, contorto dal dolore.

«Ora vai e fai il tuo dovere» si girò di scatto, dandogli le spalle. Poi si rivolse ad un altro uomo poco dietro di lui. «Liberalo, custode». E sparí nelle tenebre.

Il custode, anch'esso con una maschera lugubre sul volto, si avvicinò al giovane prigioniero.
Tra le mani stringeva un bastone d'oro a forma di chiave, delle pietre bianche incastonate lo adornavano.

Lo scosse tre volte, prima a destra e poi a sinistra, ed infine toccò le catene con la punta.

Una strana melodia risuonó nei sotterranei, accompagnata da un bagliore di luce.

Le pesanti catene iniziarono a disintegrarsi pezzo dopo pezzo, svanendo poi nel nulla cosmico.

Il giovane detenuto cadde sulle ginocchia, poi alzó lo sguardo verso il custode. «Ho già visto da qualche parte questa magia, tu sei…»

«Shh…» lo interruppe bruscamente, poi continuó. «Farai meglio ad andare ora, prima che il padrone cambi idea e decida il peggio per te».

Il ragazzo non proferí parola, chinó solamente la testa in segno di approvazione, poi si diresse verso l'uscita delle segrete correndo a passo felpato.



 

 





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