TITOLO:
Memoria dannata
AUTORE:
Akane
SERIE:
NCIS
GENERE:
introspettivo, triste
TIPO:
slash
RATING:
giallo/PG13
PAIRING:
GibbsXTony
AMBIENTAZIONE:
Dopo la terza serie, quando Gibbs ha lasciato tutti e se ne
è
andato in Messico. Questa fic si colloca fra
“Trouble” e “Colpa
dei baffi”, altre mie precedenti fic di questa mini saga
chiamata
Convivenze Deleterie.
MODO:
pov di Gibbs
PARTI:
one shot
DISCLAMAIRS:
i personaggi disgraziatamente non sono miei ma dei loro autori. Anche
se Gibbs è di Tony e viceversa!
NOTE:
nel mio profilo di EFP c’è anche una specie di
indice, fra
le mie note, con l’elenco di tutte le fic su NCIS raggruppate
per
saghe in ordine di tempo, così si capisce meglio! Ad ogni
modo
l’avevo promessa a Yukino che me l’aveva chiesta un
sacco di
tempo fa, ora che mi era venuta l’ispirazione l’ho
scritta.
Trouble è dalla parte di Tony mentre questa da quella di
Gibbs
ma parla degli stessi momenti, all’incirca. Poverini
loro… quante
ne hanno passate e quante ne passeranno! Vabbè…
Allora vi
auguro buona lettura. Baci Akane
DEDICHE:
a tutti quelli che amano questa coppia ed in particolare a Taila ma
specie a Yukino che mi aveva espressamente chiesto la fic dopo aver
letto Colpa dei baffi.
RINGRAZIAMENTI:
a tutti coloro che leggeranno e commenteranno.
MEMORIA
DANNATA
/Moment
of surrender – U2/
Quando
ho raggiunto Mike in Messico, là nella sua spiaggetta
personale, mi sembrava davvero una buona idea.
Ora
sono qua da un po’ di tempo e di giorno in giorno qualcosa
continua
a cambiare in me.
Appena
arrivato ho tirato un respiro di sollievo, l’ho guardato e
non mi
sono servite parole.
Lui
mi ha capito al volo, come ha sempre fatto.
Così
abbiamo cominciato a convivere.
O
meglio io a farlo impazzire e lui a lamentarsi visto che mi rifiutavo
di vivere in una topaia simile senza cercare come minimo di metterla
a posto!
Bè,
è tutto volato e il sollievo iniziale, quella sensazione di
pace e di non dover più pensare alle cose che mi rendevano
il
fegato amaro e mi facevano praticamente impazzire, è
lentamente sbiadita.
Fino
a che non ho cominciato a ricordare a sprazzi con dei flash
improvvisi altre cose della mia vita che avevo dimenticato e che
nella foga di un istante avevo lasciato indietro.
Non
mi stupisce che ancora ora continuo ad avere nuovi ricordi del mio
passato, il colpo che ho preso questa volta è stato duro da
superare, specie considerando che pensavo ci fossero con me ancora
Shannon e Kelly.
Questa
è stata la cosa peggiore eppure ho una sensazione sgradevole
addosso che si fa strada sempre più, ultimamente.
Penso
di aver recuperato tutti i miei ricordi ma so che mi manca ancora
qualcosa.
È
terribile perché non mi viene in mente di cosa si tratta ma
so
solo che è essenziale.
Anche
quando me ne sono andato ho avuto questa netta impressione.
Stavo
lasciando qualcosa di importantissimo oltre alla rabbia, alla
delusione e all’amarezza per quel lavoro che aveva preso
tutto di
me senza darmi nulla in cambio.
Penso
però che è vero che sia accaduto tutto troppo in
fretta.
Non
ho avuto tempo di riprendermi davvero completamente, ma pensavo di
poterlo fare con calma qua.
E
così è stato ma forse non avrei dovuto andarmene
prima
di recuperare quel pensiero importante.
Ora
di minuto in minuto mi divoro e riempio le mie giornate con questa
ossessione mentre non so stare fermo.
Aggiusto
casa, progetto una piscina, costruisco le mie barche… ignoro
Mike
che si lamenta del casino che faccio… bevo birra sotto il
caldo
sole messicano godendomi il mare e queste ore infinite senza
preoccupazioni e grattacapi.
Ma
non so fermare la mia testa.
Questo
no.
Non
ce la faccio.
Sento
che sono vicino per ricordare quella cosa che non avrei mai dovuto
lasciar andare e l’idea di non riuscirci una volta per tutte
mi
manda in bestia tormentandomi.
Cosa
devo fare per farmelo tornare alla mente?
Normalmente
non me ne preoccuperei ma io lo so. Lo so che è vitale.
Non
riesco a scacciare in nessun modo questa consapevolezza che cresce di
volta in volta divorandomi come un cancro.
Non
riesco nemmeno più a dormire, è terribile
convivere con
una parte della tua memoria mangiata da una dannatissima esplosione.
È davvero allucinante.
Non
posso lasciar perdere e aspettare la divina provvidenza!
Io
non so come diavolo ci si possa ricordare di ciò che si
scorda, ma un modo ci deve essere ed io lo devo trovare.
Certo
Mike non mi sarà mai utile, già lo so ed infatti
nemmeno glielo chiedo.
Lo
lascio dormire, tanto per cambiare, così smetterà
di
brontolare che faccio casino.
Quindi
entro in casa per prendermi una nuova bottiglia di birra e dopo aver
bevuto un sorso fresco, mi fermo guardandomi intorno assorto e
concentrato.
Ci
deve essere qualcosa che può aiutarmi a ricordare.
Adesso
basta.
Continuo
a passare uno ad uno gli oggetti che mi circondano rendendomi conto
che di mio non c’è poi molto. Non mi sono portato
dietro
praticamente nulla.
Cosa
diavolo dovrebbe esserci che può aiutarmi a ricordare?
Emettendo
un ringhio basso con la gola mi scolo di colpo il resto della birra
per poi andare alla riserva personale di Mike e afferrarne una di
tequila. Non si fa mai mancare nulla del genere.
Estremamente
irritato non ci penso su un attimo.
Non
ho certo speranza di vivisezionarmi il cervello, per scoprire che
diavolo mi manca, e allora magari questo potrà fare il
miracolo che aspetto prima che io impazzisca davvero!
Così
non ci penso minimamente su oltre e mi scolo il resto dei tre quarti
d’alcolico che rimaneva.
Tutto
in una volta, senza prendere fiato e staccarmene un attimo.
Non
voglio più pensarci.
Deve
arrivare da solo.
Punto
e basta.
Non
ci dormo nemmeno più la notte, non è possibile!
È
così dopo essermi ulteriormente distrutto fisicamente che
lascio andare a terra quel che stringevo e senza nemmeno sentire il
rumore sordo che fa, mi lascio cadere di proposito sul divano
sgangherato che ho faticato a sistemare.
La
testa comincia piacevolmente a girarmi ed improvvisamente dimentico
cosa cercavo di fare.
Semplicemente
lascio che quel che ho bevuto faccia il suo naturale effetto ed anche
se non sono del tutto demolito la mia volontà di partire per
un'altra dimensione, per poter magari fare un tuffo incontrollato nel
passato, mi fa prendere finalmente sonno.
Un
sonno profondo e indisturbato da cui nessuno potrebbe svegliarmi se
non la mia stessa mente tornata dall’aldilà.
È
mentre il buio mi avvolge ed i rumori circostanti scemano
definitivamente, che un odore che non è mai stato qua, mi
coglie.
Non
è un odore, anzi… è un profumo ed
è lontano
anni luce dal Messico, da questa topaia e da Mike.
Non
è nostro, non è di questi giorni e nemmeno di
questi
luoghi.
L’odore
che sento in questo stato condotto e voluto di incoscienza dove la
mente senza più controllo viaggia, è familiare e
dopo
un tempo indefinito mi rendo conto di riuscire ad associarlo ad un
viso.
Anthony.
Dannazione,
c’è qualcosa che lo riguarda.
È
un profumo che mi piaceva da matti ma che non ricordavo mi piacesse.
È
il suo profumo.
E
ciò che mi riporta questo è un film a cui assisto
dall’esterno.
Eccomi
a casa mia.
Eccomi
nelle scale del seminterrato.
Eccomi
non da solo, no di certo, che bacio qualcuno.
Chi
è?
Il
profumo che sento è sempre più forte, come se
fosse
qua.
Un
bacio che diventa sempre più profondo fino a che non si
trasforma in altro.
Fino
a che non facciamo sesso e proprio sugli ultimi gradini dove eravamo
appoggiati.
Io
ricopro chi c’è con me e non riesco a vedere bene.
Chi
è?
Cosa
diavolo è che avevo dimenticato, allora?
La
sensazione d’eccitazione pura che provo vedendo queste scene
mi fa
capire chiaramente che è reale, che è successo e
non è
un sogno inventato dalla mia mente in astinenza da troppo.
Non
lo è per nulla perché il sapore nella bocca non
è
più di tequila ma suo… chiunque sia… e
mi fa impazzire
anche questo.
Un
desiderio che cresce e non finisce più mentre vengo
attraversato da brividi vedendomi divorare chi sta con me.
Finchè
non entro e non raggiungiamo insieme il culmine.
È
allora, mentre questa persona si aggrappa alle mie spalle e si alza,
che si mostra il suo viso e qua probabilmente capisco cosa prova chi
viene colpito da un fulmine o da un infarto.
Il
volto in estasi di Tony mentre fa l’amore con me, mi colpisce
come
una cannonata in pieno viso e non riesco più a respirare.
Ogni
funzione di me si blocca e mi sento nettamente andare in tilt come
non mi succedeva da anni.
Non
connetto.
Non
connetto più nulla se non noi due che abbracciati
l’uno
nell’altro ci baciamo di nuovo senza poterne più,
sussurrandoci che ci amiamo e venendo insieme.
Ed
io che lo voglio.
Lo
voglio davvero fare.
Voglio
davvero essere di nuovo lì a prenderlo, entrargli dentro e
possederlo facendolo mio e solo mio.
Realizzandolo
ne rimango sconvolto come appena ho visto il suo viso e capisco.
Capisco
che era davvero questo ciò che avevo scordato e allora tutto
torna come una serie di petardi che si accendono l’un
l’altro
senza fine, creando un casino micidiale.
La
confusione mi invade e non posso far altro che assistere a quando ci
siamo messi insieme dopo aver litigato, a quando prima avevamo fatto
sesso su quasi ogni parte di casa mia e poi prima ancora a quando
l’avevo incontrato quando lavorava a Baltimora e
successivamente
nel parco dietro casa mia, sotto la neve, ad aspettare probabilmente
me.
Ma
infine io che me ne vado lasciandolo così, senza un minimo
di
spiegazione, senza una sola parola od uno sguardo. Nulla. Come fosse
solo il mio semplice erede a cui affidavo la mia squadra.
Ed
è qua che spalanco gli occhi iniettati di sangue, con la
testa
che esplode e ogni particella di me che brucia gridando vendetta.
Ma
la spossatezza fisica non è nulla a confronto di come mi
sento
io ora.
Come.
Come
diavolo ho potuto?
Come?
Dimenticare
questo… dimenticare che… che io e Tony stiamo
insieme. Che ci
amiamo.
Come?
Lasciarlo
così senza dirgli niente, non un gesto particolare, non una
parola, non una spiegazione.
Solo
via, dopo avergli affidato la squadra.
Solo
via.
Allora
ignorando i giramenti di testa e tutti i dolori possibili, mi alzo di
scatto e inciampando sulla bottiglia di vetro a terra, mi fermo, la
guardo con odio e la calcio violentemente facendola finire contro il
muro. Si rompe in pezzi e il rumore mi sembra tanto quello che ho
fatto io quando ho capito cosa la mia mente non mi aveva restituito.
E
forse è anche il suo quando me ne sono andato lasciandolo
così.
La
rabbia mi invade ceca e allora inizio a prendere a calci quello che
mi trovo sul cammino buttando giù oggetti dai mobili e
spaccando ciò che trovo. Rovescio sedie ed in un attimo qua
dentro rispecchia il mio stato d’animo.
L’inferno.
Avrà
creduto che lo lasciavo in quel modo bastardo e crudele, dopo quello
che aveva già passato per l’esplosione e la mia
amnesia.
Avrà
creduto… avrà creduto che lo odiavo, che non
volevo più
saperne di lui, che doveva arrangiarsi da solo, che non lo amavo
più
e non mi davo nemmeno pena per dirglielo.
Avrà
creduto e passato…
Ed
io cosa?
Io?
Io
lo amo, LO AMO DANNAZIONE!
LO
AMO ED INVECE L’HO LASCIATO SENZA NEMMENO RENDERMENE CONTO!
LO AMO
E NON SONO PIU’ CON LUI, ME NE SONO ANDATO IN MESSICO E LUI
E’
LA’ CHE NON CAPISCE CHE DIAVOLO ABBIA FATTO!
Io
ora… io ora devo vivere senza di lui… io ora sono
qua così
distante…
Io
lo amo e l’ho lasciato!
IO
LO AMO E L’HO LASCIATO!
È
qua che inizio a colpire il muro oltre che con il pugno anche con la
fronte che non appoggia ma sbatte sempre più violentemente.
È
follia.
È
follia… non è possibile che io l’abbia
fatto davvero senza
saperlo e che ora che è troppo tardi, dopo tutti questi
mesi,
me lo ricordo.
Ora
che è troppo tardi.
Ora
che sono qua e nemmeno tutto il dolore del mondo mi può
aiutare a sopportare ciò che provo, a superarlo, ad
accettarlo.
Voglio
solo tornare indietro ma purtroppo ho imparato che in nessun caso
è
possibile.
Non
si può ed ora che l’ho ferito così e
che l’ho
lasciato, dopo tutto questo tempo, cosa posso pretendere?
Cosa?
Nonostante
il dolore fisico che mi infliggo, non sento nulla se non questa
voglia di urlare. Urlare e basta.
È
inaudito.
Non
si può sopravvivere a questo.
Non
si può.
E
nemmeno quando arriva Mike a strapparmi dal muro che sto quasi
demolendo con la mia testa ed i pugni, questa ira ceca e dolorosa si
placa.
Credo
di essermi ferito la fronte e le mani ma non sento davvero ancora
nulla.
Solo
questo senso di oppressione al petto, lo stomaco che si contorce, la
testa che esplode e gli occhi che bruciano.
Bruciano
come poche volte mi è capitato, lo ricordo.
Bruciano
e nemmeno me ne rendo conto ma si bagnano così come le mie
guance e la barba che le ricopre.
Mike
mi parla e mi tiene ancora fermo per impedire che continui a farmi
del male, ma non sento nulla, non ancora.
Voglio
solo sparire.
Solo
quello.
Ho
fatto del male alla persona che amo ed ora non solo mi
odierà
ma starà patendo le pene dell’inferno, ed
è solo
colpa mia.
Ed
io non sono con lui a sostenerlo e aiutarlo.
Io
ora sarò la causa del suo odio e tutto quello che
è
stato sarà finito.
Perché
io al suo posto mi odierei e non vorrei più saperne di me.
Io
al suo posto nemmeno con le migliori spiegazioni mi piegherei
tornando sui miei passi.
Mai.
E
lui mi somiglia paurosamente.
So
che non mi perdonerà mai e non posso pretendere lo faccia.
Ho
dimenticato la cosa più importante ed ormai è
tardi per
rimediare.
Lo
è perché per me lo sarebbe.
Gli
ho fatto troppo male.
Questa
volta troppo.
Non
posso pretendere il suo perdono, non lo merito.
Io
non dovevo.
È
tutta colpa mia, dannazione.
Tutta.
Oh
come vorrei… come vorrei…
-
PORCA PUTTANA! -
COME
VORREI AVERLO QUA!
Ma
lui è là ed io sono qua dopo questa decisione di
prendermi la mia pace lontano da quello che mesi fa mi sembrava solo
un inferno.
E
lo era perché avevo dimenticato la cosa più
essenziale.
Ciò
che trasformava quell’inferno in paradiso.
E
sono stato io a lasciarlo.
Senza
nemmeno rendermene conto.
Io
che ora vivrò senza di lui.
Dannazione…
quanto ci metterò ad andarmene da questo mondo?
Non
ne posso più…
Che
follia.
FINE
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