la vita a Buenos Aires secondo Laura

di Kalaa
(/viewuser.php?uid=82610)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Eccomi! pronta per volare verso una nuova vita, eccomi pronta a lasciare mio padre con la sua nuova moglie e la figlia che fra pochi mesi avrebbe preso il mio posto in famiglia, che avrebbe vissuto nella mia piccola cameretta col letto a baldacchino, che si sarebbe seduta sulla mia sedia ed ogni mattina avrebbe mangiato le frittelle al mio posto e che sarebbe stata viziata come sono stata viziata io. Mio padre qualche giorno prima entrò nella mia cameretta mentre stavo leggendo, si sedette sul mio letto e pronunciò quelle maledette parole che mi continuano a risuonare in testa: "Mia moglie aspetta una bambina, perciò tu andrai a vivere a Buenos aires da tua madre e dal tuo fratello gemello". Delirio, panico, frustrazione e confusione, non poteva essere! mio padre in una sola frase aveva detto mille cose assurde! sua moglie non aspettava una bambina! io non psrtirò per Buenos aires! non ho più una madre e sopratutto, non un fratello gemello!!! Tutto mi sembrava impossibile, invece era la realtà, avevo una madre e un fratello di cui non avevo mai sentito parlare e di li a pochi giorni sarei partita per andare a vivere con loro in Argentina! Feci un profondo respiro, sollevai la valigia e salii sull'aereo, presi l' ipod e iniziai ad ascolare la musica a volume massimo e chiusi gli occhi, chissà come era mia madre... chissà come era mio fratello... chissà come era Buenos Aires. Mi svegliai di colpo, le cuffie dell'ipod mi erano scivolate fuori dalle orecchie, mi raddrizzai sul sedile e guardai l'orologio, erano le 16.20, fra 10 minuti atterreremo e conoscerò la mia nuova famiglia. Ogni secondo che passava la tensione aumentava, finalmente atterrammo, scesi dall'aereo e ritirai la mia valigia e arrivai nella hall dell'aereoporto, mi sorse un dubbio, come avrei fatto a riconoscere mia madre? Mi sentì per chiamare, mi girai e vidi una donna che agitava le braccia verso di me, velocemente si avvicinò a me e disse: "Tu sei Laura vero, oddio! certo che sei tu, sei proprio la mia figliola, hai gli occhi di tuo padre e i miei capelli" ero imbarazzata allora timidamente risposi: "ehm.. si io mi chiamo Laura... ma lei chi è?", la donna mi abbracciò e tra le lacrime disse: "tesoro! sono Monica, tua madre" sempre tra le lacrime aggiunse indicando un ragazzo: "... e lui è Alan, tuo fratello gemello". Osservai il ragazzo, in effetti mi assomigliava, stessi capelli neri ricci. Seguì mia madre verso la macchina. dopo un' ora e mezza la macchina si fermò. Ecco, questa è la mia nuova casa.

N.d.A. questo è il primo capitolo, serve come introduzione. spero vi piaccia. il seguito arriverà presto




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=408498