Quello che sai
[II^Edizione]Contest
“Le Parole Che Non ti Ho Detto”
...e
che mai ti dirò
Autore: storyteller
lover
Titolo: Quello che
sai
Personaggi/Pairing: Asuma,
Kurenai, AsumaxKurenai, KurenaixAsuma.
Genere: One-shoot,
Introspettivo, Triste.
Credit(s): Dicembre
è solo un soffio e tutto sembra così
sicuro e solido che quasi mi dimentico che i nostri muri sono fatti di
carta, le nostre vite di vetro, che una raffica di vento potrebbe
abbatterci, che una tempesta invernale potrebbe spazzarci via (Joanne
Harris)
Rating: Verde
Avvertimenti: //
Introduzione:
“Quante
cose non ci siamo mai detti…”
“Più
di quelle che non abbiamo detto agli altri…”
Piove…
Piove
ormai da una settimana…
“Così
è da una settimana che mi pensi e piangi, Kurenai?”
“Sì…”
N.d.a(facoltative): Allora,
premesso che inizialmente avevo cercato di
cambiare pairing, mi sono dovuta ricredere su questi due^^.
All’inizio pensavo che non ci fossero molti spunti ma invece
ne
ho trovati diversi. Voglio solo spiegare un paio di cose. Ovviamente,
Asuma è già morto fin dall’inizio e la
storia si
sviluppa su una conversazione inverosimile, irreale tra lui e Kurenai.
Non ti dico chi confessa cosa all’altro o viceversa
perché
sennò tolgo tutto il gusto. Non ci sono molte descrizioni, a
parte il triangolo iniziale pioggia-finestra –mura. Mi
sembrava
appesantissero un po’ la cosa, ecco tutto. Secondo me la
storia
è un po’ complicata ma penso renda bene la
situazione.
Come POV ho scelto Kurenai, le parti in corsivo sono di Asuma, quelle
normali di Kurenai. Grazie di tutto, e buona lettura.
Quello
che sai
Piove…
Piove
ormai da una settimana…
Guardo
le gocce di pioggia scivolare, lente, sul vetro della
finestra…
Piove
fuori di questa stanza buia…
Piove
da più di una settimana…
Sento
un tocco familiare sulle spalle.
“Perché
non fai qualcosa di diverso oggi?”
“Non
ne ho voglia…” Rispondo.
“È
da un po’ che non hai voglia di fare qualcosa di
nuovo.”
“Non
da tanto.” Ribatto.
Non
riesco a trattenere un sorriso.
“Quanto,
di preciso?”
Ti
piace stuzzicarmi, lo so bene.
“Giusto
qualche giorno.”
“So
che li hai contati.”
Sì,
lo so che lo sai.
“Sette.”
Sette giorni.
Sì,
li ho contati e sapevo che l’avresti saputo.
“Una
settimana.”
Mi dici
sorpreso.
“Una
settimana!” Ribatto.
“Da
quant’è che piove?”
Mi
chiedi sovrappensiero.
“Da
una settimana.” Rispondo.
“Quindi,
è da quando è iniziato a piovere che non hai
più voglia di fare niente di nuovo?”
Continui.
“Direi
di sì.”
“Lo
sapevo.”
Sì,
sapevo che l’avresti detto.
“Mi
piace la pioggia.” Cerco di cambiare discorso.
“Lo
so.”
Rispondi
fiero.
“No,
non puoi saperlo. Non te l’ho mai detto!”
“Ma
lo so, come so che non ti piaceva il fatto che fumassi, anche se non me
lo hai mai detto.”
“No,
non te l’ho mai detto. E tu lo sapevi?” Rispondo.
“Sì.”
“Mi
piace la pioggia, Asuma.” Non so perché, ma sento
il bisogno di ripeterlo.
“Lo
so. Ti piace perché ti aiuta a pensare.”
Ma
come? Non ti ho mai detto nemmeno questo.
“Piove
da una settimana, Asuma.” Ripeto.
“Lo
so. Così, è da una settimana che pensi?”
“Sì.”
“E
a cosa pensi, Kurenai?”
No,
non te lo voglio dire.
“Scommetto
che lo sai già.” Dico, ma spero tu risponda di no.
“Sì,
lo so. Ma tu non vuoi dirmelo?”
“Sì,
vorrei dirtelo. Ma lo sai già. Vorrei dirti tante altre
cose, invece.”
“Perché
non me le dici, allora?”
“Perché
le sai già. Ma io non te le ho mai dette.”
“Lo
so. Ci sono cose che nemmeno io ti ho detto.”
“Lo
so. Perché non me le dici, allora?”
Dico, ma spero tu non lo faccia.
“Sei
sicura di volerlo davvero?”
Non
hai mai fatto niente che io non volessi, lo so bene. Non te
l’ho mai detto, ma tu sapevi sempre cosa fare.
Non
mi hai mai chiesto di essere diversa da come sono…
“Ho
paura…” Dico sospirando.
Ho
paura Asuma, ho sempre avuto paura dei sentimenti.
“Lo
so, hai sempre avuto paura.”
“Non
te l’ho mai detto.” Dico e subito sento gli occhi
inumidirsi.
“Ma
io l’ho sempre saputo.”
“Quante
cose non ci siamo mai detti…”
“Più
di quelle che non abbiamo detto agli altri…”
“Non
mi piace parlare di me stessa con gli altri!” Dico, quasi
risentita.
“Lo
so, come non ti è mai piaciuto parlare di noi. Ma sono
contento sia andata così.”
Mi
irrigidisco. Cosa vuoi dire, Asuma?
“Così
come?”
“Io,
te e nessun altro. Asuma e Kurenai. Ti ho mai detto che sei
bellissima?”
Trattengo
un sorriso. Non sono abituata ai complimenti.
“Sì,
sei bellissima, anche quando mi guardi con quegli
occhi profondi e quell’espressione seria, quando pensi
guardando
la pioggia, quando dici una cosa ma in realtà ne
consideri
un’altra.
Non te l’ho mai detto, ma mi sono sempre chiesto
perché tu abbia scelto me. Ma sono stato felice, anche se
non te l’ho mai detto.”
“Quante
cose non ci siamo mai detti, Asuma?”
“Tante,
forse troppe. Ma ora, devi svegliarti, Kurenai.”
“Ma
io non voglio svegliarmi.”
“Lo
so, ma non c’è più tempo.”
“Ma
ci sono tante cose che vorrei dirti! Ce n’è una
che…”
“Da
quant’è che piove?”
Smettila.
Lo sai da quant’è che piove.
C’è una cosa importante che devo dirti...
“Da
una settimana.”
“Così
è da una settimana che pensi?”
“Sì…”
“Così
è da una settimana che piangi?”
“Sì…”
“È
tempo di svegliarsi, Kurenai.”
“Non
voglio svegliarmi.”
“Perché
piangi?”
“Perché
penso.”
“E
a cosa pensi, Kurenai?”
“Penso
che non ti ho mai detto tante cose, e ora piove, piove e non riesco a
smettere di pensare.”
“Così
è da una settimana che mi pensi e piangi?”
“Sì…”
“Perché
guardi la pioggia?”
Lo
sai, smettila.
“Perché
mi aiuta a pensare.”
“Non
dirmi bugie, Kurenai. Perché guardi la pioggia?”
“Perché
mi aiuta a pensare.”
“Non
dirmi bugie.”
No,
non voglio dirlo.
“Io
lo so, non c’è niente che tu voglia dirmi che io
non sappia.”
“Perché
sei morto, Asuma…”
Non
piangere.
Perdonami.
Non
piangere.
Avrei
dovuto dirtelo.
Dirmi
cosa?
Tutto
quello che non ti ho mai detto.
Improvvisamente,
la finestra sbatte, scossa dal vento.
Il
tocco dell’illusione svanisce, rapido e silenzioso.
Non
piangere.
Perdonami.
Dicembre
è solo un soffio e tutto sembra così sicuro e
solido che quasi mi dimentico che i nostri muri sono fatti di carta, le
nostre vite di vetro, che una raffica di vento potrebbe abbatterci, che
una tempesta invernale potrebbe spazzarci via.
Apro
gli occhi e mi rendo conto che la tempesta è già
passata, che questi muri sono fatti di carta e che il vento si abbatte
contro le finestre.
E
il mio cuore batte lieve come la pioggia su quel vetro.
The
end
Ragazzi^^
che dire. Spero vi sia piaciuta. Lascio il
giusto e belllissimo giudizio della giudice:
(terzo
posto)
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Quello che sai >> di storyteller lover
Livello ortografico + Lessico:
10(10) Davvero ben scritta, non ho
trovato errori (o comunque mi sono sfuggiti se c’è
n’eranoxD)
Trama (come sarà
strutturata): 9.5(10) E’ carina
l’idea di interporre le parole di Kurenai a quelle di Asuma
fantasma, ma ho trovato molte ripetizioni volute, credo, che
appesantiscono un po’ la lettura.
Originalità: 4.8(5)
Ovviamente il KurenaiAsuma è una
coppia vista e rivista, ma per questo non ci possiamo fare nulla,
però l’idea di un Asuma fantasma è
molto originale,
e non ha penalizzato più di tanto.
Caratterizzazione dei personaggi:
4.8(5) Asuma è perfetto,
Kurenai mi è sembrata un po’ troppo non
so… debole?
Sarà che è morto il suo unico amore, poverina, ma
mi
sembra strano che una donna come lei si crogioli troppo nel dolore. Ma
anche qui li ho visti entrambi molto IC
Attinenza alla traccia:
4.5(5) Sarò scema io ma non sono
riuscita a capire ciò che volevano dirsi, se si legge bene
è espresso tra le righe, ma alla fin fine a parole non
spiegano
poi molto.
Gradimento personale: 2(2) Una
bella fic, mi è piaciuta molto
anche perché mi piace molto la coppia, e l’idea di
un
Asuma che nonostante la morte voglia aiutare la sua amata come
può, come in fondo, ha sempre fatto.
Giudizio della giudice:
Un ritmo cadenzato, quasi, dalla pioggia che
cade fuori dalla finestra. Un fic bella, molto bella, penalizzata nel
totale dal cambio di coppia e poi al ritorno di quest’ultima,
che
a mio parere, hai fatto bene a tenere, perché sei riuscita a
creare una fic dolce e malinconica con un pizzico d’amore in
più che non guasta mai. Brava
Totale: 34.6 (37)
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