“Quello che dici è semplicemente
ridicolo!”le rinfacciò Bobby. “Sam
è a casa con la piccola…e con
Dean…devi tornare da loro” “Ci
vediamo Bobby!” rispose lei cercando le chiavi della
macchina. “Alice?” la chiamò il vecchio
amico di suo padre. “Si?” “Non ti
azzardare a farlo”concluse.
Se ne andò sbattendo la porta. La notte era calata in modo
molto silenzioso. Le stelle irradiavano la loro luce secolare
sull’Impala, parcheggiata lì accanto.
Salì in macchina: rovistò fra le vecchie cassette
del marito…AC DC…Metallica…Bon
Jovi… Scosse la testa e richiuse lo sportello. Accese la
radio. La vecchia macchina venne invasa da “Can’t
fight this feeling”…due lacrime le scivolarono
lungo il volto. Spense immediatamente la funzione radio e accese
l’I-pod che Sam aveva collegato all’apparecchio.
Una vecchia canzone degli Lynyrd Skynyrd invase
l’abitacolo.
Svoltò all’incrocio…non sarebbe andata
al appartamentino che lei e Sam avevano affittato pochi mesi
prima del parto. L’Impala procedeva come una belva furiosa
verso il Wisconsin. Verso una delle porte dell’Inferno.
Flashback di quella notte la colpirono in pieno petto. Sam che prendeva
a calci Jack, lei che l’implorava di smettere, la voce di
Dean in lontananza…lei che sorreggeva Sam avviandosi verso
il marito…un urlo, Sam la spingeva a
terra…l’odore del sangue che le raschiava la
gola…Sam morto tra le sue braccia…morto per
salvare lei. La furibonda lite con Dean e il suo temporaneo
trasferimento a casa di Bobby…il ritorno di
Sam…il demone dagli occhi gialli che le sussurrava come
avesse fatto Sam a tornare dall’Inferno. Tutte immagini che
aveva cercato di cancellare.
L’ultimo anno di vita di Dean:i pianti, le 365 notti passate
a fissarlo mentre dormiva stringendola, le lacrime mentre facevano
l’amore, il suo odore, i suoi occhi, il suo sorriso che le
venivano strappati via dai Black Dog quella notte…
Le lacrime le annebbiavano la vista…ricordava
l’interminabile notte passata accanto al corpo del
marito…Sam che l’abbracciava e lei che lo
sommergeva di lacrime…il funerale e la loro partenza verso
un nuovo caso…più motivati di prima a scovare
Lillith e a fargliela pagare.
L’opzione”brani casuali”
cambiò canzone…”Look at
you”…la notte nel motel…lei e Sam,
dolci, soli, insieme…l’emozioni che le aveva
suscitato il loro primo bacio…quel fuoco misto a ghiaccio
che le si era sciolto dentro…impulsivo come un fremito.
Passarono circa una settimana in quella camera: studiandosi,
coccolandosi, cercandosi, capendosi. Poi una mattina lo
scoprì. Corse in farmacia e pochi secondi dopo fissavano
insieme la targhetta, indecisi, confusi, irrequieti.
Blu…”Sono incinta”…entrambi
evitarono di fare ad alta voce la fatidica domanda e aspettarono.
Alcuni mesi dopo, Sam affittò un appartamentino nella
piccola cittadina sulla via per raggiungere la casa di Bobby. Insieme
scelsero le lenzuola, i piatti e il necessario per il bambino che
sarebbe arrivato di lì a poco.
Poche settimane dopo, Sam tornò a casa con un piccolo anello
di diamanti in tasca. Alice accettò piangendo di gioia. Si
sposarono il mese successivo.
Era ormai il nono mese. Sam stava riparando il motore
dell’Impala, Alice lo stava osservando dalla veranda accanto
alla rimessa…un calcio più forte del
solito…un dolore proveniente dal basso
ventre…”Sam”l’urlò
le morì in gola prima che venisse inghiottita dalle tenebre.
Si risvegliò in ospedale:Sam le teneva la mano,
più pallido di quanto non fosse lei…erano in sala
parto, le disse l’infermiera…chiese poi chi fosse
l’uomo che l’accompagnava.
“Lui…lui è il padre del
bambino”rispose lei con un filo di voce. Gli occhi di Sam
s’illuminarono…la baciò dolcemente
sulle labbra e le assicurò che la loro creaturina
sarebbe stata perfetta.
Un paio di ore, un’intera confezione di calmanti(per Sam) e
alcune punture di morfina dopo, Mary Julie era nata. 3,56kg di pura
bellezza. Occhi socchiusi, boccuccia piccola e perfetta e viso
angelico, dormiva beata tra le braccia di Alice, mentre Sam piangendo
le abbracciava entrambe, non riuscendo a smettere di guardarle.
Passarono tre mesi dalla sua nascita: Alice non riusciva a smettere di
vivere pensando solo alla figlia e a Sam. La loro era
un’esistenza felice:la piccola li svegliava al mattino, Sam
andava a lavorare per lo studio legale della cittadina mentre Alice si
occupava della casa e della piccolina. Verso l’ora di pranzo,
le due “donne” uscivano per una breve passeggiata,
portavano il pranzo a Sam e dopo tornavano a casa, in tempo per il
pisolino pomeridiano. Alla sera Sam ritornava a casa e tutti e tre si
godevano alcune ore assieme, prima di mettere a letto la bambina. Poi
la coppia si sdraiava sul divano per un po’ di televisione
oppure saliva direttamente in camera da letto.
Bobby, inizialmente colpito da quella nascita, si era tremendamente
affezionato alla bambina, poco importasse di chi fosse figlia.
Al compimento del primo anno, Mary Julie mostrò loro la sua
prima visione:un’immagine della madre pochi secondi dopo il
parto. Quella, descrisse al padre colpito, era la prima immagine che
conservava della mamma. Bobby spiegò loro che quelle visioni
che la piccola utilizzava per comunicare, erano frutto dei loro poter
telecinetici.
Amarono ancor di più la loro piccola bambina
speciale.
Il suo volto, concordarono i due, era un misto tra quello di
Alice e di Sam; i capelli invece, caldi riccioli marroni, richiamavano
ad Alice…gli occhi però…erano
inconfondibilmente quelli verdi di Dean.
I loro giorni trascorrevano felici.
Una domenica sera, Alice stava insegnando alla piccola a pronunciare la
parola “vassoio” mentre Sam cercava di costruirsi
un’arringa vincente per il suo cliente. Qualcuno
bussò alla porta. Sam si alzò, passando accanto
alle due donne, baciò la madre e scompigliò i
riccioli della figlia e aprì la porta.
Bobby entrò nella stanza mentre Dean restò sulla
porta. Sam scrutò quella figura così simile al
fratello. “Alice”urlò continuando a
fissarlo negli occhi. “Prendi Mary Jo”. Dean
sussultò alla vista della moglie con in braccio una bambina.
Fece per andarle incontro, Sam scattò e lo colpì
allo stomaco. “Sam aspetta”urlò Bobby,
“E’ lui”.
Alice restò pietrificata alla vista dell’ex
marito. Mary Jo, invece, sorridendogli, appoggiò svelta una
manina sulla guancia della madre, per capire chi fosse
quell’uomo…utilizzò il suo nuovo
potere, la capacità di carpire informazioni dalle
persone…e capì:l’indecisione dei
pensieri della donna, la paura che fosse figlia del Winchester
sbagliato...”Papà”urlò la
piccola. Sam e Dean si bloccarono. Scalciò violentemente
costringendo la madre ad appoggiarla sul pavimento. Reggendosi in
piedi, corse verso i due uomini. Sam, istintivamente
spalancò le braccia, cercando d’impedire alla
piccola di avvicinarsi all’individuo che riteneva non fosse
suo fratello. Mary Jo riuscì ad evitarlo e raggiunse Dean.
Gli si attaccò ad una gamba e lo chiamò ancora
“Papà, papà”.
Dean abbassò lo sguardo sulla creatura: restò
incantato dai suoi occhi verdi. Il viso, lo riconobbe come quello di
Alice e di Sam. La bocca, in particolare, gli ricordò quella
della moglie. Alzando lo sguardo, incrociò quello di Alice.
Stava tremando. Sam gli si avvicinò e prese in braccio la
piccolina sorridente. Dean si diresse verso Alice. La giovane gli
sfiorò una guancia con la mano, balbettando “Tu
eri morto”. Dean si sporse per abbracciarla e annusandole i
capelli le sussurrò che era tornato, per lei e Sam. Per lei.
Alice si staccò e, con occhi sbarrati, si portò
le mani al viso. Le lacrime le rigarono il volto. Dean capì
lo shock iniziale e cercò d rassicurarla. “Non so
chi o cosa mi abbia fatto tornare, so solo che sono qui ora, per
restare…per vivere quella vita felice che tanto
desideravo…con te, con Sam e…nostra figlia,
giusto?”. Alice guardò oltre la spalla
dell’uomo. Sam le si precipitò accanto,
impedendole di sbattere sul pavimento mentre sveniva.
L’adagiò sul divanetto cercando qualcosa per farle
aria. Dean gli si avvicinò. “Non pensavo avrebbe
reagito così!” “Dean, da quando se ne
sei andato, sono cambiate un mucchio di cose”. Sam
cercò le parole. Dean notò
l’anello che il fratello minore portava al dito.
“Ti sei sposato Sammy?congratulazioni!e
dov’è la fortunata?”.
“Dean…”Alice riaprì gli occhi
mostrandogli la mano sinistra. Dean notò l’anello
identico a quello di Sam. “Non capisco…voi due
sposati…è impossibile!Tu eri ancora sposata con
me!Tu amavi ME non SAM!”. “Dean lascia
che ti spieghi”. Sam cercò di risparmiare il tutto
ad Alice, pallida come uno straccio. “Eravamo
sconvolti…lei non faceva altro che piangere…tu lo
sapevi benissimo che l’amavo Dean, l’hai sempre
saputo!Lei non c’entra nulla, se dei incolpare qualcuno,
incolpa me!”. “Tu…lurido razza
di…in punto di morte ti ho chiesto di badare a
lei…non di portartela a letto!”. “E
immagino allora che la bastarda sia tua”concluse guardando
Mary Julie che lo salutava vivacemente. “No”Alice
aprì una cartelletta accanto al divano. Conteneva delle
analisi. “Non è di Sam…è
figlia tua!”gli passò i risultati del test del
DNA. Sam si voltò a fissarla sbalordito. Si alzò
dal divano e si avvicinò al fratello per leggere i referti.
“Mary Julie Winchester, figlia di Dean Winchester”.
Un altro dato colpì la sua attenzione.
“Referto del 23 Settembre“. Le parole gli
rimbombarono in mente. “Perché non me
l’hai detto prima?” Sam
l’accusò con gli occhi.
“Bobby”fu Dean a parlare. “Porta fuori la
bambina”.
Alice si alzò e si diresse verso la cucina per una tazza di
caffè. Sam le esplose contro. “Come diavolo hai
potuto farlo?”. “Forse temeva che non
l’avresti più voluta se fosse stata figlia
mia”. Dean centrò il problema.
“Rispondimi”Alice tacque. “Lascia perdere
Sammy, con questo genere di persone è meglio non avere a che
fare”. Dean le afferrò i polsi, mandando in
frantumi la tazza. “Cos’è io non ti
bastavo?non ti ho forse dato tutto me stesso?”. Gli scossoni
le procurarono alcuni lividi. “Dopo quanto ci sei andata a
letto, Alice?il mio corpo era già freddo?”. La
ragazza non aprì bocca. “Rispondi”
l’ammonì l’ex marito. Non ottenendo
risposta, le lasciò i polsi. “Che intenzioni hai
ora?”chiese rivolto a Sam. “Non lo so…tu
piuttosto hai intenzione di riconoscere la bambina?”.
“Non saprei Sam…chi può dirmi che il
risultato non sia stato truccato…magari è figlia
di qualcun’altro”ipotizzò il
più grande. “Non ti azzardare neanche a
pensarlo”esplose Alice avvicinandoglisi. Dean
reagì senza riflettere e la scaraventò a terra
con uno schiaffo. A causa della percossa, un rivolo di sangue le
scivolò sul mento. Dean si guardò allibito la
mano. Sam, a pochi passi di distanza, le si avvicinò per
soccorrerla. Alice, cercando gli ultimi brandelli di
dignità, scosse la testa e si alzò. Si tolse la
fede che portava all’anulare e, presa la borsa, si richiuse
la porta alle spalle.
Sam guardò prima la porta, poi il fratello con una maschera
accusatoria sul volto. Dean si portò una mano alla bocca,
scuotendo incredulo la testa.
Bobby rientrò in casa, con Mary Jo in braccio che dormiva
beata. “Cosa diavolo avete fatto a quella povera
ragazza?”. Nessuno dei due rispose.
Alice salì sull’Impala sbattendo la portiera.
Accanto al posto guida, c’era qualcuno ad attenderla.
“Castiel”lo salutò infilando le chiavi
nel quadrante. “Ho fatto come mi avevi
chiesto”esordì lui. “Dean è
tornato, sano e salvo”. “Ti ringrazio”fu
la sua unica risposta. “Quanto al patto?”le
ricordò lui. “Non devi preoccuparti per
questo!Lillith ha potuto leggere il referto prima…ha capito
che Mary Jo è figlia di Dean…va tutto secondo i
piani”. “Io e Uriel siamo colpiti dalla tua
umanità:perché sacrifichi la tua vita per salvare
quella di un umano che ti ha appena trattata in modo
deplorevole?”. Una punta di curiosità
attraversò gli occhi argentei dell’uomo.
“Sam ha sacrificato la vita per me, Dean poi ha stipulato un
patto con Lillith e ha sacrificato la propria anima per salvare il
fratello…come non avrei potuto fare
altrimenti?L’equilibro dei fratelli Winchester è
stato fortemente compromesso quando mi hanno
conosciuta…dovevo farmi da parte…amo Sam, ma non
posso permettere che le mie azioni lo allontanino dalla cosa che ha
più cara al mondo:Dean”. “Comprendo e
apprezzo il tuo ragionamento…ma su una cosa ti sbagli: non
è Dean la cosa che gli è più cara al
mondo…sei tu”concluse svanendo nel nulla.
Vide la porta dell’abitazione aprirsi e scorse Bobby che le
veniva incontro. “Dove stai andando?”si
accostò al finestrino. “Me ne vado
Bobby…ti prego prenditi cura di Mary Jo”. Alice
inserì la prima. “Aspetta!”la
fermò l’uomo. “Ho alcuni libri da
consegnarti…ti torneranno utili, ne sono
sicuro”concluse salendo sull’autovettura.
“Mary Jo?”chiese Alice. “Sta
dormendo…Ce l’ha
Sam…”s’interruppe.
Arrivati a casa Singer, Bobby era al corrente di tutto il piano.
Sbatté la portiera e infilò le chiavi nella
toppa, aprendo la porta di casa.
“Ma che razza di kamikaze siete voi Winchester?ma
cos’è che avete, una mania nel sacrificarvi per
gli altri membri della vostra suicida famiglia?”.
“Bobby…come avrei potuto non farlo?era
semplicemente tutta colpa mia!la morte di Sam, quella di
Dean…come avrei potuto restare semplicemente a
guardare?”. “Come devo ripetervelo…era
DESTINO!il fato aveva previsto che Sam ti salvasse e che morisse al tuo
posto!Tu e Dean avete semplicemente giocato al piccolo eroe scendendo a
patti con i demoni!”gridò esasperato. Alice si
avvicinò ad un pesante volume e ne sfogliò
qualche pagina. “Cosa stai
cercando?”domandò all’altro intento a
rovistare in un vecchio baule. “Un incantesimo che ti possa
impedire di fare un atto del genere”. Alice si sedette sulla
poltrona in pelle accanto al caminetto.
Bobby borbottò qualcosa a proposito del patto stipulato tra
Alice e Castiel. “Non hai firmato con il sangue vero?in quel
caso il patto sarebbe indistruttibile e ti legherebbe a quel dannato
angelo per l’eternità”. Alice
sospirò fingendo di non averlo fatto e rispose con voce
piatta. “Allora”concluse l’amico di suo
padre “Non avrai problemi…tornatene a casa
Alice…torna da Sam e Dean e, ti prego, pensa a Mary
Jo!”. Alice annuì cercando di celare i suoi veri
propositi. “ Come vuoi Bobby…come la mettiamo con
Lillith però?tornerà sicuramente per Mary
Jo…chi si sacrificherà per salvarle la
vita?Dean?Sam?Né io né tantomeno lei siamo
nulla per loro…“Quello che dici
è semplicemente ridicolo!”le rinfacciò
Bobby. “Sam è a casa con la piccola…e
con Dean…devi tornare da loro”
“Ci vediamo Bobby!”rispose lei cercando le chiavi
della macchina. “Alice?” la chiamò il
vecchio amico di suo padre. “Si?” “Non ti
azzardare a farlo”concluse.
Ed eccola lì allora, pronta a farlo. Pronta a
vendersi a Lucifero per salvare la figlia, l’uomo che aveva
amato e quello che amava. Parcheggiò L’Impala
accanto al cancelletto del cimitero costruito da Samuel Colt. Si
avviò verso la cripta che costituiva la porta
d’accesso dell’Inferno con passo deciso. Dalla
tasca del giaccone estrasse la pistola, chiave per aprire il portone e
sua unica arma utile in caso di attacco da forze soprannaturali. Giunta
davanti all’edificio in marmo e acciaio, una figura le si
parò davanti. Il sorriso gli illuminò il volto.
“Tu devi essere Alice…ho sentito molto parlare di
te”. Gli occhi di
quell’”uomo”posseduto dal Diavolo in
persona rispendevano del classico color ebano. “Sei diventata
orfana dopo un tragico incidente durante il tuo sesto mese di vita, hai
poteri cinetici e psichici oltre ogni immaginazione, sei un forte
vampiro assetato di sangue…assassina spietata e fredda mente
calcolatrice…il massimo insomma”. Alice
osservò la figura in penombra senza parlare. “La
tau richiesta di pochi giorni fa mi ha spiazzato, sai?Avevi tutto:una
figlia, l’uomo della tua vita…ma no, questo non ti
bastava…mi hai chiesto di riportare in vita
Dean…la mia domanda è molto
semplice:perché?”. Alice soppesò bene
le parole prima di rispondere. “Sensi di colpa
immagino…”disse semplicemente.
“Così selvatica ma così umana al tempo
stesso…adorabile!”lodò
l’altro avvicinandosi. “E ora che Lillith ha
apertamente dichiarato le proprie intenzioni sei passata dalla parte
del male vero?”. “Non potevo permettere che mi
figlia venisse uccisa a causa di un mio
rifiuto…perciò eccomi qui…pronta per
comandare l’esercito dell’Apocalisse verso la
vittoria”. “Molto bene allora”le
allungò la propria mano. “Una stretta per siglare
il patto?”Lucifero sorrise rivelando i denti bianchi
del’uomo che stava possedendo. Alice gli strinse la mano
trasformandosi nel vampiro assetato di sangue che tanto aveva odiato.
Lucifero si voltò poi verso la porta che bloccava
quell’entrata dell’Inferno. “Sorgete miei
fedeli…radunatevi qui…Il tempo
dell’Apocalisse è giunto”.Una nube nera
li avvolse completamente.
“Dean stanno arrivando”il pesante portone della
chiesetta di periferia venne spalancato da Sam e da Bobby.
“Richiudetevelo subito alle
spalle”ordinò il maggiore dei Winchester.
“Papà”Mary Jo gli consegnò il
pesante fucile a canna mozza. “Ho ricontrollato tutte le
porte e le finestre…siamo al sicuro”. Dean
guardò la figlia: gli occhi verdi erano illuminati
dall’agitazione e rispendevano selvaggi. Si
complimentò con la bimba e le ordinò di recarsi
nel cerchio di sale che le aveva tracciato poco prima. Mary Jo,
annuendo, vi si diresse a passo deciso. “Quanto assomiglia a
sua madre”pensò Dean rievocando
l’immagine dell’ex moglie, scomparsa da cinque anni
ormai. “Siete pronti?”gridò Sam dando
un’ultima occhiata all’imponente nube nera che si
stava dirigendo verso di loro in quel preciso istante. Dalle scale
accanto alle piccole navate sbucarono Castiel e Ruby, armati e pronti
all’imminente scontro.
“Arrivano”annunciò Sam rinchiudendo il
portone e cospargendo il sale.
Il silenzio avvolse la chiesetta. Improvvisamente poi un colpo tremendo
percosse il portone in mogano. Un secondo colpo, lo abbatté
completamente. Sam e Dean si disposero davanti a Mary Jo, per impedire
a Lillith di attaccarla.
Quando il polverone sollevato dall’abbattimento del portone
di fu diradato completamente, i due videro una figura stagliarsi
davanti a loro. Non era Lillith, era Alice.
“Mamma?” la riconobbe Mary Jo da dietro le spalle
dei due Winchester. La giovane che ricordava era molto simile a quella
figura che aveva appena sfondato il portone: la figura snella e i
capelli castani erano identici a quelli della madre. La pelle diafana e
pallida e gli occhi rossi come rubini, invece no.
“E’ in forma vampira”sussurrò
Dean.
Alice entrò nella chiesetta e voltandosi osservò
la pesante nube plumbea attendere i suoi ordini. Senza una parola,
sollevò il sacco di sale con la telecinesi e
ripristinò la striscia di sale, l’unica protezione
sicura contro quell’esercito apocalittico.
Castiel le venne incontro raggiante. Anche Bobby le si
avvicinò. Le grosse lacrime gli bagnavano la barba mentre
l’abbracciava felice. Alice, sorridendogli in rimando,
rispose all’abbraccio con un sorriso stampato sul volto. Dean
e Sam si scambiarono un’occhiata interrogativa. Castiel fu il
primo a parlare. “Ce l’hai fatta!Sei stata
fantastica!Il contratto è sciolto”. Alice sorrise
raggiante e salutò la figlioletta dietro al padre e allo
zio. Ruby si avvicinò a Mary Jo prendendola in braccio.
“Tu…tu eri morta…Castiel ha detto che
l’Impala si era fracassata”Sam le arrivò
accanto. Gli occhi gli luccicavano. “Ho dovuto
dirlo…altrimenti la copertura sarebbe saltata e Lucifero e
Lillith l’avrebbero scoperta”si
giustificò Castiel. “Copertura?”Dean si
unì alla conversazione. “Alice ha barattato la
propria anima per salvarti dall’Inferno e diventare la mano
destra di Lucifero, per stanare e distruggere prima Lillith e poi
l’esercito di demoni”. Alice sorrise imbarazzata.
“non c’era bisogno che glielo
dicessi”sussurrò piano a Castiel.
“Tu..davvero l’hai fatto…per
me…non ci credo…che idiota sono
stato…”Dean iniziò a balbettare frasi
incoerenti. Alice lo perdonò con un abbraccio. Un enorme
sorriso si stampò sul volto dell’uomo.
“Sam…potrai
mai…”iniziò la ragazza.
“Shh”la zittì lui.
“L’ho già fatto cinque anni
fa”. La baciò con passione.
“Che bel quadretto”Ruby interruppe la
riconciliazione. “Mi dispiace disturbare, ma io devo tagliare
la corda…con la bambina, s’intende”.
“Che stai dicendo Ruby?”chiese Dean. Alice
osservò la”donna”. “Non
è Ruby quella…hai finto molto bene vero,
Lillith?E’ da quando hai consegnato Dean ai Black Dog che
fingi, non è vero?”. Alice estrasse la Colt dalla
tasca di Castiel. “Non ti azzardare a
sparare…altrimenti potresti colpire la tua
bambina…anche tu Sam, metti giù la
pistola…non vorrai uccidere la tua unica figlia
vero?”. Profonde rughe gli segnarono il volto mentre
abbassava l’arma. “Com’è
possibile?sussurrò il giovane. “Non
l’avevi capito vero?il referto era falso!era tutta una scusa
per salvare la bambina dalle mie grinfie…ma vedo che non
è stato geniale come piano, o no Alice?”.
“Ti sbagli”rispose l’altra donna.
“Come?”. Alice alzò la Colt e
sparò centrando la fronte del demone. Scariche elettriche
colpirono il corpo mentre si accasciava a terra, lasciando libera la
bambina che corse verso la madre. “Come ci seri
riuscita?”si meravigliò Bobby, formulando la
domanda che incuriosiva tutti. “Ho usato uno scudo che ho
scoperto di poter generare grazie alla telecinesi”. Tutti
tirarono un sospiro di sollievo. Sam le si avvicinò.
“L’hai fatto per proteggerla…potrai
mai…” Alice scosse la testa.
“L’ho già fatto”sorrise
baciandolo.
Un lampo illuminò la chiesetta. L’esercito era
pronto ad attaccare. Si disposero in una fila orizzontale, cercandosi
d’aiutarsi l’uno con l’altro.
La guerra era appena cominciata, e loro erano pronti a combatterla.
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