Capitolo 27: la fine di tutto
Senza
perdere tempo Madara passò al contro attacco.
Il
suo obbiettivo era quello di mettere le mani sul potere del Kyuubi
e non si sarebbe fermato di fronte a niente pur di ottenerlo.
Inoltre
aveva un secondo scopo, qualcosa che 17 anni prima non era riuscito a portare a
termine completamente.
Madara voleva la scomparsa del villaggio della foglia da
tutte le mappe geografiche esistenti nell’intero pianeta. Non doveva rimanere
nemmeno un vago ricordo di quel villaggio da lui tanto odiato.
Lo
scontro ebbe inizio.
Inizialmente
fu solo un sharingan verso sharingan,
Uchiha vs Uchiha, ma presto
Madara si dimostro al di sopra delle capacità di Sasuke, il quale secondo il nemico si era parecchio
indebolito a causa dei buoni sentimenti che ora avevano sopraffatto l’odio.
L’odio
per Madara era l’arma vincente, il potere che lo
avrebbe portato a dominare su tutto il genere umano.
Naruto e Kakashi andarono a dare
man forte al loro compagno, ma Madara non sembrava
temere una lotta impari.
Non
era il numero dei nemici che si trovava davanti a preoccuparlo. Era convinto di
poter vincere.
Non
dandosi per vinto, il team 7 al completo provò ad attuare una strategia con l’aiuto
di Yamato.
Il
capitano attuò la sua abilità speciale circondando con dei legni snodabili, il
corpo di Madara, il quale si trovò intrappolato.
Sasuke e Kakashi attuarono sul
nemico la palla di fuoco suprema, seguita poi dal rasengan
di Naruto e subito dopo, da un colpo sferrato in
piena faccia da Sakura.
Il
nemico era a terra apparentemente sconfitto, ma sembrava troppo facile e tutti
pensarono che ci fosse sotto qualcosa di sospetto.
Si
sentii un ringhiò mostruoso che tutti riconobbero subito come quello di una
delle due volpi.
Kyuubi del presente era agitato e si muoveva freneticamente
di qua e di là lanciando sfere di chacra ovunque gli
capitasse, anche sul villaggio.
“Kyuubi che ti sta succedendo?” chiese Naruto
non capendo il perché di un tale comportamento.
“Non
è possibile!” disse Kakashi sgranando gli occhi. Gli sembrava
di rivivere il momento in cui da giovane aveva dovuto combattere contro il
demone.
Il
corpo a terra di Madara scomparve: era una copia.
“Cosa?”
disse Sakura per spostare lo sguardo nella stessa direzione in cui guardava Kakashi e solo allora notò la presenza di Madara sulla testa di Kyuubi.
“Naruto!” disse la ragazza.
Il
ragazzo strinse i pugni “Ho visto!”
I
ninja, che fino a quel momento erano rimasti in disparte, si buttarono nella
lotta nella speranza di fermare il demone, nonostante sapessero che sarebbe
stato tutto inutile. Non eraro abbastanza forti per
riuscire a sovrastare un tale potere e questa volta Yondaime
non sarebbe venuto in loro soccorso.
“Naruto, richiama Kyuubi!” ordinò
subito Tsunade, che si era già messa all’opera ed era
andata ad aiutare i feriti con l’aiuto di SAKURA.
Non
servì a niente.
Il
ragazzo per quanti sforzi facesse, non riusciva più a controllare la quantità
di chakra del demone, fino ad allora rimasto sotto il
suo controllo. Ciò era dovuto al fatto che Madara
aveva posto un sigillo sulla fronte del demone che impediva al chakra della volpe di far ritorno al suo contenitore.
Kyuubi del futuro era l’unica che riusciva a tenere testa
alla volpe e cercava di frenarla come poteva.
L’aveva
buttata a terra più volte, ma essa sotto comando di Madara
si rialzava sempre e continuava a sferare colpi all’impazzata,
i quali non tutti erano fermati dal demone del futuro.
Madara si rivolse al Kyuubi del
futuro “Avrei voluto controllare te e tenere questa volpe per i miei scopi, ma
per dei motivi a me ignari, non riesco a prendere il controllo della tua mente!”
KYUUBI
sorrise “Ammetto che sei tremendamente forte, ma nemmeno tu e la tua odiosa
abilità innata può controllare qualcosa che non appartiene a questo mondo!”
spiegò semplicemente la volpe.
Madara rise malignamente “Comunque non è un problema! Riuscìro a sconfiggere anche te e a distruggere il
villaggio!”
“il
mio me stesso è forte, ma dimentichi che essendo ancora legato al jinchuuriki ha i suoi limiti!”
“Non
mi preoccupo di questo!” disse fissando e indicando Naruto.
Il
ragazzo era a terra piegato in due che si teneva le mani sullo stomaco. Era
preda di forti dolori che gli tagliavano il fiato.
Sakura
corse vicino a lui “Naruto che ti prende?”
Ma
il ragazzo troppo impegnato a respirare non riuscì a fiatare.
“Ancora
un po’ è il sigillo si romperà. Kyuubi sotto il mio
controllo sta domandando ancora più chakra e per
quanti sforzi quel pivello possa fare, non riuscirà a impedire la rottura del
sigillo e quando ciò avverrà, sarà la fine di tutti! Non risparmierò nemmeno te
KYUUBI, un demone che lotta per il bene non serve a niente. Un vero demone è
colui che odia e che ha un potere alimentato solo e soltanto da questo oscuro
sentimento. Per questo il mio Kyuubi avrà sopravvento
su di te!”
“Lo
vedremo! Se c’è una cosa che ho imparato vivendo a stretto contatto con gli
umani e che il bene vince sempre sul male!” disse la volpe del futuro guardando
storto il nemico “Voglio proprio vedere se è vero!”
Disse
lanciandosi contro il passato se stesso e colpendolo con una zampata al muso.
I
due demoni continuavano a lottare fra di loro, senza che nessuno avesse la
meglio. Ormai la volpe del prresente aveva quasi
raggiunto la potenza del demone del futuro e quest’ultima faceva sempre più
fatica a tenerla a bada. Più volte a KYUUBI era capitato di trovarsi a terra
dopo un colpo di una delle code dell’avversario. Nessuno era mai stata in grado
di ferirla o colpirla pesantemente fino a quel momento. Ma la cosa non le
rodeva più di tanto dato che era stato ferito da se stesso.
L’unica
cosa che gli scocciava tremendamente era di non poter fare niente contro il
possesso di Madara verso se stesso.
Kyuubi aproffittò del momento in
cui KYUUBI era a terra per avvicinarsi al villaggio, ma presto si dovette
fermare perché qualcuno l’aveva afferrato per le sue code e non accennava a
lasciar la presa.
“Sei
duro di comprendonio stupido demone, avrò io il sopravvento!” disse Madara, vedendo la testardaggine di KYUUBI.
“Non
ti permettero di farmi fare qualcosa di cui mi
pentirei in futuro. Ho promesso a NARUTO che avrei protetto il villaggio della
foglia a qualunque costo. Poco importa se il villaggio è del futuro o del
passato! Io mantengo sempre le promesse!” disse menzionando una frase detta
spesso da NARUTO quando era giovane e stringendo ancora di più la morsa sulle
code del demone volpe del passato.
Purtroppo
per la volpe del futuro, quella del presente, nonostante non avesse piena
libertà nei movimenti, aveva però la bocca libera con la quale preparò un nuovo
colpo da lanciare verso il villaggio. Questa volta niente sarebbe riuscito a
fermarla, nemmeno i numerosi ninja che invano mandavano attacchi contro il
demone.
Il
villaggio aveva le ore contate.
Tutti
rimasero col fiato sospeso. Ancora pochi secondi e la “bomba” sarebbe stata
sganciata.
Quando
la sfera di chakra si staccò dal muso di Kyuubi tutti chiusero gli occhi, non volendo vedere il loro
villaggio natio sparire.
Ma
non si sentì nessuna esplosione che potesse indicare la distruzione di Konoha, ma un “piccolo” frastuono che fece intendere che il
colpo era stato parato.
Tutti
erano convinti che KYUUBI centrasse qualcosa, ma si sorpresero di vedere che in
realtà un muro altissimo e spesso di legno si alzava per diversi metri verso il
cielo.
Tsunade si girò verso Yamato, ma
vide che non era lui l’artefice di quella tecnica, data la sua momentanea
perdita di coscienza.
Naruto, nonostante la lotta che stava subendo interioremente, col la sua forza di volontà era riuscito a
ricorrere all’arte del legno che aveva imparato qualche mese prima, per
difendere il villaggio.
“Sei
stato grande Naruto!” si complimento Sakura reggendo
il ragazzo, il quale si vedere che era molto provato e che era al limite.
La
barriera però cadde e Kyuubi era nuovamente pronto per
un nuovo attacco. KYUUBI era nuovamente a terra e non sarebbe mai riuscito a
fermare il colpo.
Ma
nuovamente qualcosa accadde e fermò il nuovo attacco.
Qualcosa
che nemmeno Madara riuscì a spiegarsi.
Kyuubi sgranò gli occhi e cominciò a indebolirsi, diventando
trasparente di tanto in tanto, finchè sfinita non
cadde a terra.
“Avanti
muoviti stupido demone! Distruggi Konoha!” disse Madara.
Ma
la volpe del presente ormai non era più sotto il controllo dell’uchiha. Sentiva le sue forze venire meno e gli occhi farsi
pesanti.
Nessuno
riusciva a capire cosa fosse successo, perché la volpe si fosse indebolita fino
a quel punto e così improvvisamente.
Fu
l’urlo di Sakura a far capire ai presenti quanto stava accadendo.
Tsunade, Kakashi e SAKURA si
girarono verso la voce della ragazza e rimasero pietrificati alla scena.
Videro
un Naruto ricurvo, che si trovava davanti a Sasuke, e dalla schiena dello shinobi
biondo si poteva benissimo riconoscere la katana del moro che lo stava traffiggendo.
Naruto, capendo che nessuno sarebbe riuscito a fermare il
suo bijuu, fece l’unica cosa possibile, chiese a Sasuke di ucciderlo.
Quella
richiesta lasciò sbigottito il moro. Aveva ucciso molte persone, ma si rifiutò
di farlo anche con colui che lo aveva salvato dalle tenebre.
Naruto lo supplicò, ma all’ennesimo rifiuto del compagno,
il biondo si vide costretto a usare metodi drastici. Facendo ricorso alle sue
ultime forze, con una velocità estrema si ritrovò davanti al moro, il quale
nonostante fosse riuscitò a prevedere la mossa del
compagno, non riuscì a sottrarsi dalla sua volontà.
Naruto afferrò il braccio dell’Uchiha
che teneva ben salda la Katana e con forza si conficcò l’arma nel suo stomaco.
Ora
Naruto giaceva a terra fra le braccia di una Sakura
disperata e un Sasuke shoccato.
Tsunade capì subito che le cure mediche sarebbero state
inutili.
“m-mi
d-dispiace p-pivello! Disse Kyuubi prima di chiudere
per sempre gli occhi.
Naruto si addormentò per sempre con un sorriso sulle
labbra.
Il
villaggio era salvo.
Anche
Madara era rimasto shoccato dalla scena. Non aveva
minimamente calcolato la possibilità che il ragazzo compisse un tale gesto.
Sasuke accecato dalla rabbia si avventò come una furia sul
nemico, il quale riuscì a schivare i numerosi attacchi che l’Uchiha sferrava.
Se
secondo Madara l’odio alimentava il potere, in
battaglia non si dimostrava un ottima amica dato che il ragazzo cercava di
colpire il nemico con il solo scopo di ucciderlo, senza ragionare veramente su
come avrebbe potuto mandare a segno un solo colpo.
Ma
distratto da Sasuke e successivamente da Kakashi, che voleva anche lui fare in modo che la morte del
suo allievo non fosse invano, Madara non tenne conto
del nemico più pericoloso che avrebbe determinato la sua fine: KYUUBI.
Madara riuscì a schivare una delle potenti code di del
demone, ma a lunga andare, non riuscendo a tenere testa a tutti, ebbe la peggio
e KYUUBI lo inghiottò senza nemmeno masticare.
Finita
la lotta, dopo un attimo di incredulità, tutti si radunarono vicino al corpo
esanime di Naruto.
Nessuno
spiccicava parola. Si sentivano solo i singhiozzi di Sakura che non voleva
accettare una tale disgrazia.
Più
lontano anche SAKURA piangeva. Ormai non aveva più speranze di rivedere la sua
bambina, insieme a Naruto anche Minako
era morta.
Poco
dopo la donna dai capelli rosa si sentii stringere da delle forti braccia. Era
NARUTO, il quale a causa delle sue condizioni si era tenuto in disparte e non
aveva partecipato allo scontro, ma aveva visto tutto.
L’uomo
diede un bacio sulla fronte della donna e le disse “Non ti preoccupare, nostra
figlia vivrà di nuovo!”
A
quelle parole SAKURA alzò di scatto la testa, spaventata da quello che potesse significare
la frase.
NARUTO
le sorrise e si alzò lentamente.
“NARUTO
no!” disse la donna.
L’uomo
si girò verso di lei “Tanto io sono morirò comunque. Non ho potuto né potrò
essere un padre presente per nostra figlia, ma voglio fare almeno qualcosa per
lei. Dille che…anche se non l’ho mai vista né stretta
fra le mie braccia, veglierò su di lei e che le vorrò sempre bene!”
L’uomo
disse quelle parole senza guardare SAKURA in faccia. Non la voleva vedere
soffrire.
NARUTO
si avvicinò a Naruto e Sakura. Chiese a quest’ultima
di allontanarsi, senza spiegarle cosa avesse in mente.
Poco
dopo la ragazza capì. NARUTO fece fluire il suo chakra
dal suo al corpo del giovane Naruto.
Sakura
aveva già visto attuare questa tecnica e la riconobbe come la tecnica di
resurrezione.
NARUTO
fece l’unica cosa sensata da fare.
Lui
aveva commesso solo errori nella sua vita e per i suoi sbagli aveva fatto
soffrire un sacco di persone. Ora avrebbe in qualche modo rimediato.
Avrebbe
fatto rivivere Naruto, permettendogli di avere una
vita migliore della sua, dandogli la possibilità di stare vicino a Sakura e di
crescere quella bambina che avrebbe tanto voluto vedere almeno una volta.
Ma
questo suo desiderio non si sarebbe mai avverato.
Ma
poco importava.
L’importante
e che con questo suo sacrificio, la piccola Minako
potesse tornare a vivere e che facesse forza a sua madre.
Qualche
minuto dopo NARUTO esalò il suo ultimo respiro, mentre il cuore di Naruto riprendeva a battere e il suo toracio
ad alzarsi e abbassarsi ad ogni respiro.
Con
la ripresa dei sensi di Naruto, anche Kyuubi tornò in vita.
Sia
il ragazzo che il demone erano confusi, ma capirono quanto accaduto appena
videro il corpo di NARUTO steso a terra senza dare cenno di ripresa.
SAKURA
si avvicinò al corpo del marito, per porgli un ultimo saluto. Piangeva, ma il
suo era un pianto silenzioso. Di sicuro NARUTO non avrebbe voluto vederla in
quello stato.
KYUUBI
le era accanto.
Dall’esterno
non traspariva nessun sentimento dal muso del demone, ma il suo cuore era
straziato. Piangeva per la perdita di suo “figlio” del suo migliore amico. Sapeva che sarebbe accaduto
prima o poi, ma non era riuscita a farsene una ragione. Avrebbe tanto voluto
aiutarlo, ma i suoi potere non erano illimitati, come cercava sempre di far credere.
Il
corpo di NARUTO cominciò a scomparire tornando nel suo tempo e in contemporanea
alla sua sparizione, accanto a SAKURA apparì una
bambina sui cinque anni con capelli rosa, legati in sue buffe codine e dagli
occhi come il cielo. Gli occhi uguali a quelli del padre, che non avrebbe mai
visto.
La
bambina abbracciò la madre, la quale la strinse forte per paura che anche lei
potesse lasciarla.
A
Konoha si tennero i funerali dell’uomo che aveva
salvato il futuro del villaggio, poco importava se c’era o no un corpo su cui
piangere.
Venne
fatta anche una lapide in sua memoria.
Naruto e Sakura gli erano tremendamente grati. Era solo
merito suo se adesso avrebbero potuto vivere una vita tranquilla, dato che
tutte le minacce erano state annientate.
Anche
Sasuke fu dispiaciuto per quella perdita anche se non
lo dava a vedere. Karin che lo conosceva meglio di chiunque altro, poteva
capire che in quel momento stesse soffrendo. Gli teneva la mano per dargli
forza, ma sapeva anche che Sasuke doveva davvero
molto a quell’uomo, che non aveva mai trovato in simpatia, dato che era venuto
a sapere che il suo se stesso del futuro era stato ucciso proprio da lui.
Gli
doveva molto perché aveva fatto in modo, che non fosse stato lui a uccidere Naruto, anche se non aveva aizzato la katana contro l’amico
di sua spontanea volontà.
Dopo
i funerali chi apparteneva al futuro tornò nel suo tempo, facendo tornare tutto
al suo posto.
Anche
nel futuro venne celebrato un grande funerale in onore di NARUTO.
Shikamaru era stato eletto ottavo hokage
come desiderava il suo predecettore e spiegò a tutto
il villaggio del perché NARUTO andasse ricordato come grande hokage. Di quello che aveva affrontato per permettere al
villaggio di risolgere e di avere una vita migliore. Spiegò
anche che KYUUBI non era più una minaccia, ma era una loro preziosa alleata.
Il
villaggio ci mise un po’ a credere alle parole del nuovo hokage,
ma convinto di quanto accaduto, tutti portarono un loro omaggio sulla lapide
del settimo hokage. Fra di loro era presente anche Sasuke, il quale era andato a dare il suo ultimo saluto
insieme a Karin e i suoi due bambini.
Da
quel momento avrebbe sempre vissuto credendo negli ideali di un uomo che si era
fatto uccidere per il bene di tutti e avrebbe lasciato per sempre da parte il
desiderio di vendetta e di riportare ai suoi antichi fasti il clan Uchiha.
Si
era reso conto che la vita era troppo breve per sprecarla in stupidi ideali. Voleva
vivere la sua vita nel miglior modo possibile ed era stato NARUTO a farglielo
capire, insieme a SAKURA.
Il
sogno di NARUTO non era essere considerato un eroe, non era essere ricordato
per sempre un grande hokage o essere ammirato e
apprezzato da tutti.
Il
suo sogno era ridare splendore al suo amato villaggio e soprattutto di poter
far rivivere la sua famiglia.
Era
riuscito nel suo intento, aveva ottenuto
tutto quello per cui aveva lottato, anche di più.
Finalmente
poteva definirsi un uomo felice e
riposare in pace.
FINE
Bene,
siamo arrivati alla fine della storia…dopo mooolto tempo.
Spero
che la storia vi sia piaciuta e che questo capitolo vi soddisfi.
Ringrazio
tutti coloro che hanno recensito e che mi hanno seguito e che hanno aggiunto la
storia fra preferite/seguite.
Grazie
mille a tutti.
A
presto
Neko =^^=