PERCHE’ SEI TU
Non
potevo non fare un regalo alla mia cognata numero 1, Minako_86, che ha
fatto gli anni il 17/09. Avrei dovuto postarla quel giorno ma il pc non
si è degnato di collaborare fino a stasera.
Non
è un granchè come shot, però
è su due personaggi che adori ed è scritta
appositamente per te ed è anche il motivo per cui ci siamo
sentite poco in questi giorni e perché non avevo molto da
dirti. Mistero svelato! xD
Hope
you'll like it!
AUGURI ADORATA 1!!!
Oh mio angelo,
il tuo sguardo
bastò, a cambiare i giorni miei
e in quell'attimo, il
tempo scappò,e di noi si è, scordato ormai
Gabrielle diede
un’occhiata critica al salotto del suo appartamento.
Aveva
passato tutta la giornata a pulire e sistemare ogni cosa. Voleva che
tutto fosse a posto, che tutto fosse perfetto. Sospirò,
soddisfatta del risultato di fronte ai suoi occhi, e si concesse un
sorriso. Una veloce occhiata all’orologio la
informò che aveva più di un’ora di
tempo e decise di sedersi sul divano per riposarsi, prima di pensare a
vestirsi e sistemarsi.
Si
sedette sul divano bianco, uno dei primi acquisti fatti per la sua
nuova casa. Raccolse le gambe, piegandole di lato e sistemò
il morbido tessuto della tuta in modo che le coprisse la pelle nuda
intorno alle caviglie. Ormai stava arrivando l’autunno e
cominciava a fare freddo verso sera. Un miagolio attirò la
sua attenzione e, qualche secondo dopo, Bijoux le salì in
grembo, acciambellandosi per avere un po’ di coccole.
“Anche
tu non vedi l’ora che arrivino, vero?”
In
risposta la gatta iniziò a fare le fusa, godendosi le
carezze di Coco sul morbido e caldo pelo tigrato. A poco a poco
Gabrielle cominciò a chiudere gli occhi, la stanchezza di
quella giornata, l’ansia dell’attesa e il ronfare
ritmico di Bijoux la fecero sprofondare in un piacevole oblio.
Stava
sognando.
Ad
un certo punto qualcosa le solleticò la pelle intorno alle
labbra e sulla punta del naso. Fece una smorfia, senza aprire gli
occhi, per paura di perdere quella meravigliosa sensazione di
galleggiamento.
Il
solletico ci fu un’altra volta.
“Bijoux
smettila, lasciami dormire” mormorò muovendo una
mano per spostare la gatta.
Ma
le sue dita incontrarono una superficie calda e morbida, non pelosa.
Una
guancia.
Aprì
gli occhi di scatto.
“Kevin”
soffiò mentre lui le afferrava la mano, portandosela alla
bocca per baciarla sul palmo.
“Ben
svegliata, bella addormentata” le disse sorridendole
caldamente.
Coco
si perse in quelle iridi verdi che la fissavano intensamente.
Ma la
vita è bella perché, è imprevedibile,
lasciati
portare lei sa.
Prendere
la vita com'è ,com'è difficile
c'è
una sola certezza in me.
Quanto
le era mancato non poterle guardare, non avere la
possibilità di annegarci dentro e dimenticare il mondo
intero. Per qualche secondo si lasciò cullare da quella
sensazione, poi riprese contatto con la realtà. Si
alzò di scatto, mettendosi seduta.
“Mi
sono addormentata! Avrei dovuto vestirmi e prepararmi prima che tu
arrivassi”
Kevin
si sedette accanto a lei.
“Perché?
Sei già vestita” la prese in giro.
Gabrielle
arricciò le labbra in una smorfia, scuotendo i boccoli
scuri, un po’ disordinati per averli schiacciati quando si
era sdraiata sul divano.
“Volevo
prepararmi ed essere… perfetta per quando sareste
arrivati” sospirò in tono dispiaciuto.
Lui
le afferrò dolcemente una ciocca di capelli, arrotolandola
sul dito.
“Tu
sei già bellissima, lo sei sempre per me e ti preferisco
così, naturale e spontanea, piuttosto che perfetta come una
bambolina da collezione. Sei la mia Gabrielle” concluse,
addolcendo il tono di voce nel pronunciare le ultime parole.
Lei,
commossa da quella dichiarazione, si limitò a fissarlo e
quando sentì gli occhi frasi lucidi si riscosse.
Non
voleva piangere. Era un’occasione felice questa e non
intendeva fare la figura della sciocca. Sbattè gli occhi
ricacciandole indietro e gli sorrise.
“Grazie,
Kev – soffiò piano per poi continuare in tono
normale, guardandosi intorno – dove sono Joe e
Nick?”
“Sono
in albergo”
“Che
cosa? Avevamo deciso che saremmo stati qui tutti insieme, come ai
vecchi tempi e… “
Lui
le mise un dito sulle labbra per interromperla. Le guance di Coco si
stavano arrossando, come le capitava sempre quando si infervorava per
qualcosa.
“Lo
sanno anche loro e domani piomberanno qui, facendo casino e con i
bagagli”
Coco
lo fissò smarrita.
“Ma
perché domani?”
Stringendosi
nella spalle e carezzandole il profilo della mascella, le rispose.
“Hanno
voluto lasciarci soli per una sera”
Lei
avvampò nel capire il significato di quella frase, ma anche
felice che Nick e Joe le avessero regalato
l’opportunità di stare insieme a Kevin.
Piano
piano un sorriso le spuntò sul volto e le
illuminò il viso.
“Ti
amo” gli disse in un soffio, con il cuore traboccante
d’amore.
Neanche
lui rimase indifferente a quella confessione. Sapeva che Gabrielle lo
amava, ma ogni volta che lo diceva uno strano calore si irradiava dal
cuore per tutto il suo corpo, facendolo sentire in Paradiso.
“Ti
amo anch’io. Ti amo da morire e non sai
com’è stato difficile starti lontano in questo
periodo”
“Anche
per me è stato lo stesso”
Poi
le loro labbra si incontrarono e non ci fu più posto per le
parole.
Kevin
la fece sdraiare sul divano e si allungò di fianco a lei,
continuando ad accarezzarle la pelle morbida e bianca.
“Non
riesco a smettere di baciarti e toccarti” le
mormorò con le labbra a pochi centimetri
dall’orecchio.
“E
allora non farlo” sussurrò maliziosamente Coco,
altrettanto bisognosa delle attenzioni di lui.
*
E' per
te, per te , perdutamente
e del
tutto follemente
il mio
mondo è per te.
Per
la seconda volta in quella giornata, Gabrielle aprì gli
occhi accorgendosi di essersi addormentata.
E
per la seconda volta fu il volto di Kevin che le apparve come prima
cosa.
Cercando
di muoversi lentamente, scivolò via dal suo abbraccio,
alzandosi in piedi dal divano. Dopo aver mormorato qualche parola
incomprensibile, lui continuò a dormire. Sorridendo
amorevolmente lei prese una coperta leggera e la stese sopra di lui.
Soddisfatta raggiunse la cucina per prepararsi una tisana alla menta e
zucchero di canna, la sua preferita.
Quando
i Jonas tornavano da lei, la vita le sembrava ancora più
bella, anche se poi era sempre più difficile salutarli e
guardarli chiudere quella stessa porta, perché li aspettava
un tour o chissà cos’altro.
Ripensò
alle parole di Kev, dette qualche ora prima.
“Non
possiamo andare avanti così” aveva ripetuto di
nuovo.
Allarmata,
si era quasi messa a balbettare.
“Cosa…
Cosa intendi dire?”
Aveva
sbattuto gli occhi mentre una strana sensazione scendeva su di lei. Il
tono strano di Kevin le aveva fatto balenare, per un momento, la
possibilità che volesse lasciarla, che preferisse non vivere
più quel legame, che forse lo faceva soffrire.
D’altronde
era un cantante famoso e chissà quante belle donne gli
giravano intorno, spiritose e sicuramente abituate alle luci della
ribalta. Mentre lei era solo Gabrielle, una ragazza parigina anonima,
con un lavoro normale e tanti sogni nel cassetto. Inspirò,
ripromettendosi di non piangere.
“Ti
voglio con me. Sempre. Ovunque”
Dopo un
attimo di smarrimento, lei ritrovò la voce.
“Non
vuoi lasciarmi?”
Fu il
turno di Kevin di rimanere attonito.
“Che
cosa? Sei impazzita? Sei la cosa più bella della mia vita,
Coco”
Le prese
entrambe le mani portandosele alle labbra.
“Voglio
che ci pensi bene prima di rispondermi. So che ti sto chiedendo tanto,
lasciare la tua casa, il tuo lavoro, tua sorella. Però io ti
amo, i miei fratelli ti adorano e per mia madre e mio padre saresti
come una figlia. Ci ho pensato bene prima di domandartelo, quindi non
chiedermi se sono sicuro. Promettimi di rifletterci e ne riparleremo
domani mattina”
Con le
lacrime agli occhi lei si era limitata ad annuire appoggiandogli la
testa contro la spalla, lasciandosi abbracciare.
Aveva
rimandato il più possibile di pensare alla sua proposta.
Sarebbe stato fantastico andare via con lui e i Jonas, ma la spaventava
lasciare la sua vita a Parigi: qui c’era tutto il suo
passato, c’era tanto di se stessa. La tentazione di chiamare
Monmon era forte, nonostante fosse notte fonda, ma sapeva cosa le
avrebbe detto sua sorella “guarda dentro il tuo
cuore”.
Come
se fosse facile.
Chiuse
gli occhi e si concentrò, cercando di trovare una risposta.
Quando
li riaprì, più tardi, aveva preso una decisione.
Finì
di bere la tisana e sciacquò la tazza prima di tornare verso
Kevin, con espressione seria. Era indecisa se aspettare il mattino
dopo, lasciandogli una notte tranquilla oppure no, ma l’ansia
prese il sopravvento: doveva dirglielo, e subito, o non avrebbe
più avuto il coraggio.
“Kev”
soffiò piano, inginocchiandosi sul tappeto, sporgendosi
verso il suo viso.
“Coco…
è già mattina?”
Lei
scosse il capo, intenerita di fronte alla sua espressione
così indifesa.
“Ti
devo dare la mia risposta”
“Che
cosa…” farfugliò mentre si metteva a
sedere.
Gabrielle
si accomodò accanto a lui, cercando le parole più
giuste.
“Non
posso partire con te”
Kevin
non disse nulla ma l’espressione del suo viso era abbastanza
eloquente di quanto ci fosse rimasto male.
“Capisco”
si limitò a dire, anche se in realtà non era
così.
Avrebbe
voluto urlare e scuoterla fino a farle cambiare idea ma non sarebbe
stato giusto. Lui l’amava abbastanza da lasciarla libera di
decidere. Perso in quelle riflessioni quasi non si accorse che lei
aveva ricominciato a parlare.
“Intendo
adesso, Kevin. Ho bisogno di sistemare le cose al negozio,
dovrò parlare con Monmon e lei non la prenderà
bene”
Passandosi
una mano nei riccioli, lui la guardò.
“Non
capisco più niente”
Gabrielle
sorrise.
“Sto
dicendo che prima di lasciare Parigi devo sistemare la mia vita qui e
poi potrò preparare i miei bagagli”
Spalancando
gli occhi verdi, Kevin capì finalmente cosa gli stava
dicendo.
“Verrai
con me?” chiese un’ultima volta, ancora incredulo.
“Sì”
“Dillo
ancora, ti prego”
“Sì”
“Ancora”
“Sì,
sì, mille volte sì”
A
quel punto lui la baciò, sentendosi la persona
più fortunata del mondo.
“Non
te ne pentirai mai, lo giuro”
Lei
annuì, sicura di quella promessa.
Sei
nei miei pensieri, e nei desideri
come
nel DNA.
Quando
tu non ci sei
sei
nell'aria che respiro,
sei
nel cuore oro, luce e ossigeno.
Raf
“Ossigeno”
I
Jonas non mi appartengono e questo scritto non vuole rappresentare la
loro vita né è stato fatto a scopo di
lucro.
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