Nella Notte

di HuntedHeart
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I ragazzi erano entusiasti del loro nuovo lavoro. Ora mancavano solo le riprese del video del singolo estratto e poi tutto sarebbe stato pronto per essere lanciato sul mercato. Tutto programmato nei minimi dettagli. Tutto perfetto. Gia', perfetto una parola che purtroppo non esiste nel vocabolario del destino. Tutti erano eccitati a bordo dell' elicottero che li avrebbe portati sul set. Bill non la smetteva un attimo di parlare, era eccitato come un bambino al quale hanno appena regalato un giocattolo nuovo. Almeno riusciva a strappare buon umore e felicità a tutti. Ormai era pomeriggio inoltrato. Ancora pochi minuti e dovevano esserci. Poi ad un tratto uno scossone tremendo. Buio. Un botto tremendo. Fiamme. Fumo. Nebbia. Ancora un ultimo respiro e poi via verso il viaggio infinito della morte. Bill si sentiva un peso sul torace. Provo a chiamare suo fratello, i ragazzi, nessuna risposta. Il panico si inpossessò di lui. Non lascio più spazio alla speranza. Nemmeno un piccolo angolino. Ormai ne era convinto e nulla o avrebbe più smosso da quella sua convinzione. Era finita. Tutto quello per cui aveva lottato. Il suo sogno più grande. Tutto spazzato via in meno di un secondo. Senza preavviso. Quello era l'inizio di un viaggio ormai senza ritorno. Il suo ultimo viaggio. Il loro ultimo viaggio. Tutte quelle persone, quelle sagome sfuocate che gli passavano davanti agli occhi. Tutte quelle voci che gli rimbombavano nella testa. Poi una sensazione di libertà. Sì, si sentiva molto più leggero, come una farfalla che dopo essersi liberata dal suo bozzolo può finalmente incominciare a volare. Cominciò a volteggiare. A volare leggero e libero. Poi una scossa che lo riportò a terra. Un' altra. Una terza. Aprì flebilmente gli occhi. Tutto girava intorno a lui. Riusciva solo a vedere una macchia indistinta di colori, tendenti al viola e al nero. Una frazione di secondo poi più nulla. Sentiva che suo fratello e i suoi migliori amici lo chiamavano. Lo pregavano di raggiungerli. Lui non capiva. Buio. Freddo. Gente che urla nella notte. L e persone dell'ambulanza cercavano disperatamente di riportarlo sulla terra, insieme a loro, ai suoi amici, alla sua famiglia, al suo sogno, alla sua vita. Niente. Il ragazzo non rispondeva. Nessuno però si dava per vinto. Mai. Rinunciare a qualcosa era per deboli, e loro non lo erano di certo. Tom pregava. Doveva pessere una delle poche volte nella sua vita. Cercava di rifugiarsi nella preghiera. Chiedeva a quel qualcuno che c'è lassù di aiutarlo. Di non far morire una parte di lui. Non ce l'avevano fatta. Gli sforzi erano stati sovrumani ma non erano riusciti a salvare la vita a quell'angelo. Dal cielo l'avevano chiamato e la chiamata era stata irrevocabile. Lassù erano più potenti, i semplici esseri umani non potevano discutere ciò che era stato deciso più in alto di loro. Gli angeli avevano voluto colmare quel vuoto rimasto in cielo. Avevano deciso di rapire lui. Un angelo bellissimo. Con i suoi capelli corvini, gli occhi contornati di nero. Un angelo apparentemente forte e disinvolto, ma fragile dentro. Tom ancora non poteva crederci. Perchè lui? Perchè proprio il suo di angelo? perchè proprio il tassello che lo completava? Si sentiva inutile. Una parte di se era appena svanita nell' immensità del creato e lui non poteva farci nulla. Si sentiva uno schifo. La sua vita ora era inutile. Incompleta. Lui era incompleto e lo sarebbe stato per sempre, almen fino a quando non avrebbe raggiunto anche lui il suo angelo custode. Il suo Bill strappatogli in quella maniera orribile. Mentre inseguiva il suo sogno. Bill si rammaricava che Tom non lo sentisse. Voleva dirgli che stava bene, che non doveva preoccuparsi per lui. Che doveva continuare a seguire il suo sogno. Non poteva buttare tutto all' aria per colpa sua. Bill. Altruista come al solito. Pensa sempre agli altri, alla loro felicità. Bill quello che se ne è andato e non ritornerà più.




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