TITOLO:
Miscarry ovvero
“Aborto”
AUTORE:
bellax_xmuerte
PAIRING:
Merlin/Arthur
RATING:
R
(per la delicatezza dell’argomento trattato)
DISCLAIMER:
i
personaggi appartengono alla BBC.
NOTE
DELLA TRADUTTRICE: Ok, gente. Vi
avverto fin da ora: preparate
i fazzoletti! Readers avvisati, readers mezzi salvati! Sebbene sia solo
la
prima storia che l’autrice scrive su questo meraviglioso
pairing, il risultato
è stato sconvolgente.
Vorrei poterla
definire con un semplice
“bellissima” ma mi rendo conto che sarebbe ben
misera cosa di fronte alla
tempesta che ha saputo scatenarmi dentro.
Non riesco a
trovare parole sufficienti, mi
spiace. Così scelgo di lasciare a voi l’ardua
sentenza.
So che capirete
presto cosa mi abbia spinto
a mettermi in contatto con Bellax e chiedere il permesso di poterla
tradurre.
Posso soltanto augurarmi di aver reso giustizia alla sua opera.
LINK
ORIGINALE: http://bellax-xmuerte.livejournal.com/13717.html
ABORTiRE:
verbo
intransitivo [-isco; -isci; -ii; -ito]
1.
Interruzione
prematura di una gravidanza
2.
Fallimento
nell’ottenere il risultato o lo
scopo desiderato: “Il piano è fallito”
3.
Perdere qualcosa
nel compimento di
un’azione
*******
Era successo
tutto così in fretta. Era
passato dal sentirsi completo e in pace all’essere vuoto e
disperato. Non
poteva semplicemente accettare la perdita, il lutto, il peso di tutto.
Troppo
grave, troppo da assimilare.
In tutta
onestà, non riusciva a credere che
solo poche ore prima era stato pieno di gioia, felice, sorridente,
colmo della
vita del figlio del Principe.
La sua pelle
aveva appena iniziato a risplendere,
i suoi fianchi a divenire più rotondi, le nausee mattutine
sotto controllo
infine.
Si stava beando
della compagnia di suo
figlio non ancora nato. Ed ora era tutto finito. Il suo bambino non
c’era più.
Gaius
gli aveva spiegato tutto; mentre giaceva
su quel letto fra le lacrime, i singulti strazianti che riecheggiavano
in tutto
il castello, Gaius gli aveva detto che questa tragedia accadeva a molte
persone.
Non avrebbe
potuto fare nulla per
impedirlo.
Non era stata
colpa sua. Non era stata
colpa di Arthur. Non era stata colpa di nessuno. Solo un destino
crudele che si
era abbattuto su di lui, ma Merlin non poteva crederci mentre giaceva
lì con il
viso contorto in un muto urlo di disperazione. Le mani poggiate su quel
ventre
oramai vuoto. Una tristezza impossibile da accettare che gli lacerava
il cuore.
Dieci
settimane. Aveva portato dentro di sé
il loro bambino per dieci settimane
e
poi aveva fallito. Aveva perso l’unica cosa di cui era stato
davvero il solo a
poterne avere cura. Aveva ucciso il suo bambino, il bambino di Arthur.
Non
sapeva come, ma era stata colpa sua.
Era un idiota.
Uno stupido idiota.
Continuava
rivivere nella sua mente le
memorie di quel giorno senza pietà.
Forse non
avrebbe dovuto portare quei libri
così pesanti.
Forse non
avrebbe dovuto percorrere la
strada più lunga sotto la pioggia.
Forse avrebbe
dovuto dare ad Arthur un
bacio d’addio prima che il Principe andasse a caccia.
Forse
l’amore di Arthur avrebbe potuto
permettere al minuscolo cuore del loro bambino di continuare a battere.
Chiaramente solo
il suo amore non era stato
abbastanza. Gemette forte mentre un’ondata di penosa agonia
lo sommergeva una
volta ancora.
Che
cosa aveva fatto.
Che
cosa avrebbe detto Arthur?
Arthur.
Quale
sarebbe stata la sua reazione quando, tornando a casa, avrebbe scoperto
che il
loro bambino era morto? Quando si sarebbe reso conto che
quell’idiota, stupido
del suo compagno non era riuscito nemmeno ad ospitare con cura un
tenero
esserino? Non c’erano dubbi nella sua mente che questo
avrebbe significato la
fine della loro relazione e della loro amicizia. Non si può
perdonare una cosa
come questa.
In ogni caso,
lui non lo meritava il
perdono. Meritava solo la morte come suo figlio aveva meritato la vita.
Il
cuore continuava a dolergli nel capire
che ora non avrebbe mai più visto il suo ventre gonfiarsi di
vita. Non avrebbe
mai percepito un calcio. Mai visto le piccole dita di piccole mani e
piccoli
piedi. Mai un sorriso. Mai una risata.
Un crampo gli
percorse lo stomaco e Merlin
urlò dal dolore. Il suo corpo aveva perso la propria gemma.
Gaius corse al suo
fianco ma lui scacciò via le mani preoccupate del vecchio.
“Lasciami
solo, Gaius”. Pianse, le guance umide
che rifulgevano sotto i raggi del sole. Come poteva il sole splendere
in un
giorno così triste? Gli Dei stavano ridendo di lui. Forse tutti stavano ridendo di lui.
“Merlin,
ti prego!”. Lo implorò il medico. I
vecchi arti che tremavano miseramente.
“Ho
detto di lasciarmi solo. Vattene!
VATTENE!!!”. Gridò il giovane mentre un altro
crampo gli dilaniava il bacino. Urlò
ancora ma sapeva, dentro di sé sapeva, di meritare molto
peggio. Non poteva
accettare alcun aiuto per un dolore che si era guadagnato ampiamente.
Li
sentì.
Il
rumore di passi. No. Il rumore di una
corsa. Il rumore del panico.
La porta si
spalancò di colpo alla comparsa
Arthur. Il volto contorto da così tanta preoccupazione;
così tanta paura, che
Merlin singhiozzò ancora.
“No…”.
Arthur sussurrò con la voce incrinata.
Lo sguardo fisso che correva dal viso sconvolto di Merlin agli occhi
rossi di
Gaius.
“Gaius”.
Mormorò. “Ti prego… no…
no...”. Il vecchio non ebbe bisogno
di dir nulla per confermare il peggio, lo sguardo che rivolse al
Principe lo
fece al posto suo.
Arthur cadde in
ginocchio e pianse. Per il
suo bambino. Per Merlin. Per la famiglia che era stato così
vicino dall’avere.
“M-Mi
dispiace”. Mormorò il mago mentre
Gaius lasciava soli i due giovani e il capo di Arthur si sollevava di
colpo.
Per cosa chiedeva scusa?
Non aveva fatto
nulla di male. Niente.
Il biondo
cavaliere, malfermo, si diresse
verso il letto. S’inginocchiò accanto a Merlin
sollevando una mano in una
carezza. Il giovane si ritrasse mentre il principe sobbalzava a quella
reazione. Non andava per niente bene.
“Pensi
che voglia colpirti? Merlin?”.
La voce di Arthur era così bassa che Merlin dovette
guardarlo. Dovette vedere le lacrime bagnargli gli occhi e scorrergli
sul viso.
Non era arrabbiato. Solo spezzato.
“Ho
ucciso il nostro b-bambino”. Pianse, il
respiro irregolare che gli rendeva difficile parlare.
“No,
non lo hai fatto”. Gli promise il Principe.
Sfiorandogli le labbra con le dita. “Te lo giuro, Merlin. Non
è stata colpa tua”.
A Merlin venne da ridere. Certo che era stata colpa sua. Non vi erano
dubbi
nella sua mente che se fosse stato Arthur a portare in grembo il loro
bambino
quest’ultimo sarebbe ancora vivo.
“Sono
un idiota! È stata
colpa mia. Ho fatto qualcosa di sbagliato. Io… io
faccio sempre qualcosa… qualcosa di sbagliato”.
Confessò. Gli occhi gli si
riempirono di nuove lacrime.
“Smettila!”.
Urlò il cavaliere balzando in
piedi mentre il corpo di Merlin si ritraeva lesto dall’altra
parte del letto. “Smettila,
Merlin! Il nostro bambino non c’è più! Non
c’è più, mi hai sentito?! Non
avresti potuto fare niente per impedirlo!
Niente! Ed io ti amo! Lo capisci. Devi smetterla. Ti
prego”. Aggiunse senza forze.
“Mi
sento così vuoto”. Le sue parole erano
così esili che Arthur non poté trattenersi dal
piangere ancora.
“Mi
dispiace. Mi dispiace così tanto”. Il Principe
sollevò le coperte andando a stendersi accanto al mago.
Avvolgendo un braccio
intorno al suo amore. Mai sarebbe riuscito a perdonarsi per non essere
stato al
fianco di Merlin quando la tragedia era avvenuta. Mai.
“Mi
sento vuoto qui”. Sussurrò quieto il
mago, sollevando una mano di Arthur e adagiandosela sul ventre.
“Mi
sento vuoto qui”. Mormorò ancora,
portando ora quella stessa mano sul suo cuore.
Arthur si accasciò su di lui adagiandogli un
dolce bacio sul capo.
“Ti
amo”. Gli mormorò tra i capelli ancora
e ancora con una sincerità tale da dare al giovane Merlin un
tenue raggio di
speranza. “Io ti amo, Merlin”.
*******
Note
finali: se avete pianto
a mò di fontana come ho fatto io – e
sono sicura che lo abbiate fatto, non mentite – ho per voi
una bella notizia.
L’autrice mi ha assicurato che sta già lavorando
ad un sequel “dannatamente”
felice di questa storia. Lo posterà al più presto
e mi ha già concesso di
tradurlo. Quindi, su con la vita! Ok?
Come spiegato
dalla stessa Bellax nelle
risposte ad alcuni commenti: Merlin e Arthur vivono la loro relazione
alla luce
del sole. Tutti al castello sanno a chi il giovane mago appartiene e
naturalmente tutti sapevano della gravidanza di quest’ultimo.
Nel sequel, Bellax
ha intenzione di spiegare anche le reazioni di personaggi importanti
quali
Uther, Morgana e Gwen.
Note
di traduzione: ho cercato di
attenermi all’originale il
più possibile. Perdonatemi le piccole licenze di traduzione,
soprattutto nell’utilizzo
di sinonimi che descrivano i due protagonisti in loco dei nomi propri.
L’ho
fatto solo per dare maggiore scorrevolezza al testo. Mi faccio carico
di riportare le vostre recensioni all'autrice. Ringrazio coloro che
hanno letto questa storia, con la speranza che vi abbia lasciato
qualcosa nel cuore.
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