capitolo 9
Amo, amas,
amat
Era Lo, semplicemente Lo al mattino.
Era Lola in pantaloni.
Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.
Vladimir Nabokov, Lolita
-Papà dice che la guerra non ci
sarà.
-Be', allora si
sbaglia.
Marshall aveva assunto un tono
piuttosto irritato,
e Lola disse con voce
rassicurante:
-Forse ci sarà
invece.
Lui le rivolse un sorriso: Lo
chiameremo Army Amo.
-Amo, amas, amat, - replicò lei.
-Esatto.
Ian McEwan, Espiazione
L'odore intenso del suo vecchio profumo francese le
aggrediva le narici come non mai, dopo un paio di spruzzi supplementari rispetto
alle sue abitudini.
Lola si specchiò per l'ennesima volta, sistemando il
piccolo diadema argentato infilzato tra i capelli che reggeva il lungo velo
candido. Si rimirò, con cipiglio critico, la bella pelle rosea. La sua domestica
di fiducia aveva lavorato di cipria e fondotinta sulle sue gote delicate,
nascondendo perfettamente alla vista le piccole efelidi di cui era abitualmente
spruzzata.
Si ritoccò per l'ultima volta il labbro superiore,
scarlatto di rossetto, e strinse forte le labbra per imprimere meglio il colore.
Adesso appena sotto il suo naso cresceva una piccola e soda mela rossa, lucida
di trucco.
Lola fece un veloce giro di fronte allo specchio a
figura intera per controllare che il vestito le cadesse bene sui fianchi magri.
Questo si mosse appena, e quando la giovane donna si fermò anch'esso smise di
ondeggiare immediatamente.
Un paio di colpi sonori alla porta le annunciarono
l'arrivo di qualcuno.
-Prego.- Disse forte e chiaro.
Hermione Quincey, sua madre, comparve sulla soglia,
stretta in un costoso tailleur color crema, i capelli rossi così simili ai suoi
raccolti in un'infantile acconciatura morbida.
-Amore mio, sei perfetta! Forza, andiamo giù. Pierrot
e Jackson ci aspettano.-
Al piano inferiore di casa Marshall i due gemelli,
fratelli di Lola, attendevano seduti su due minuscole poltroncine dell'ingresso.
Lola li salutò con un frettoloso bacio sulla guancia.
-Ciao, Pierrot. Ciao, Jackson. Sono molto felice che
siate potuti venire dal collegio. Sono certa che anche Paul ne sarà entusiasta.-
Disse in tono imperioso.
Era cambiata, la piccola Lola. I precedenti cinque
anni li aveva trascorsi a Nizza con sua madre e il suo amichetto. Lì, aveva
limato l'accento e imparato a sfruttare la sua grazia innata per apparire più
sofisticata di quanto in realtà non fosse. Anche il suo fisico era cambiato,
sebbene non quanto ci si possa aspettare: poco differiva dalla Lola che Paul
Marshall ebbe incontrato in quella nursery a Villa Tallis, nel 1935. In realtà,
quella piccola Lola era già molto simile ad una donna, e nel corso degli ultimi
anni aveva subito pochi importanti cambiamenti.
Da poco aveva ritrovato Marshall, solo da un paio
d'anni lui si era fatto vedere a Nizza “in giro per affari”. Aveva ritrovato
Lola e con essa la passione per la giovane che, in passato, aveva consumato
senza il suo permesso.
Ora invece la ragazza si era dimostrata piuttosto ben
disposta, e così, dopo due anni di assidue frequentazioni e dopo che Miss
Quincey si era trasferita nella capitale inglese, i due finalmente erano in
procinto di convolare a giuste nozze.
Lola non avrebbe
potuto immaginare un futuro più roseo: Paul Marshall era ricco, famoso e
l'amava. Glielo aveva dimostrato, poco tempo prima, con una proposta di
matrimonio impossibile da rifiutare.
***
Lola sedeva su di un piccolo divano di velluto,
una sigaretta stretta tra le dita sottili. Era sola, ma si teneva buona
compagnia con la piccola orchestra che suonava nel locale.
Paul Marshall la raggiunse poco
dopo.
-Lola, buonasera.- La salutò lui con un sorriso.
Lola arricciò il naso in una smorfietta di saluto.
-Una serata magnifica, non credi anche tu?- Disse
Paul sospirando. Lola prese una grossa boccata di fumo e la espirò in piccole
nuvolette.
-Credo che questo tempo incerto sia il peggiore
che possa esserci, Paul. Lo trovo più che irritante.-
Lui ordinò un brandy e si sedette più comodamente,
rivolgendosi verso di lei e lasciando che le sue ginocchia sfiorassero quelle
della ragazza.
-E come mai sola?- Domandò poi. Lo sguardo della
giovane vagò sulla piccola orchestra che si stava esibendo in un pezzo piuttosto
ritmato di musica contemporanea. Alzò le spalle in ritardo, come se avesse
recepito la domanda solo ora.
-I miei amici londinesi questa sera avevano da
fare, ma l'appartamento che mi ha procurato la mamma è tanto opprimente che non
posso fare a meno di uscire ogni volta che posso. E tu, invece, Paul?- domandò.
Puntandogli addosso i suoi occhi verdi.
Marshall, in uno slancio dettato forse dal brandy
o forse dal pezzo romantico che l'orchestra aveva appena attaccato, le prese una
mano e la fissò serio.
-Lola...- Cominciò. Lei aggrottò le
sopracciglia.
-Tesoro, non mi diventerai sentimentale, ora. Non
è ancora passata la mezzanotte, sai.- Paul sorrise.
-Ho fatto un errore.- Disse. Lola
annuì.
-Non lo nego.- Assentì lei.
-Potrai perdonarmi? Potrai mai prendere questo
povero diavolo quale sono così com'è, e non com'è stato?-
Lola si aprì un sorriso radioso.
-Oh, Paul!- Esclamò addolcita. Abbandonò la
sigaretta, e insieme a quella il suo contegno da donna vissuta, per abbracciare
l'uomo.
***
Paul sistemò il
piccolo giglio sul bavero della giacca scura, specchiandosi ancora. Sorrise al
suo riflesso, complimentandosi ancora con sé stesso per ciò che stava per
fare.
L'aveva scampata.
Ancora. Quella stupida ragazzina era stata così facilmente plasmabile che il suo
lavoro era stato più semplice del previsto.
Era stato un gioco
da ragazzi piegarla al suo volere.
Lola si era sempre
illusa di essere una donna ricca di fascino e possibilità. Ma Paul sapeva bene
cosa si nascondesse dietro quel faccino: inettitudine e ingenuità. Dopo averla
ritrovata, si era impegnato per non perderla di vista mai più, e le aveva fatto
una proposta di matrimonio che, sapeva, non avrebbe mai potuto rifiutare. Il
profumo dei quattrini derivanti dalla fabbrica di cioccolato gli avevano creato
un'aura di potenza impossibile da scalfire, un po' come il guscio di zucchero
che ricopriva le fortunate barrette Amo.
Lola era caduta
nella sua rete e Marshall, ora, non poteva temere più nulla.
Quella stupida di
Briony aveva testimoniato contro quel bifolco di Robbie Turner, il quale,
probabilmente, adesso era a marcire a qualche metro da terra. Caduto in
battaglia. Insieme a lui, era morta anche qualsiasi possibilità di salvarsi dal
destino crudele che l'accusa di stupro gli aveva inflitto.
Adesso che anche
Lola era legata a doppio filo a lui, e quindi impossibilitata a testimoniare in
caso qualcuno fosse improvvisamente saltato su a dire che potesse essere stato
lui ad aggredirla, quella sera del 1935, non vi era più alcun ostacolo che si
frappone tra lui e il successo.
Sì, l'aveva passata
liscia anche questa volta.
NdA: ho scritto
questa breve one shot dopo aver terminato il romanzo Espiazione di
McEwan (che considero uno dei migliori scritto della nostra generazione) e aver
visto il film di Joe Wright (uno dei miei registi preferiti). Ho pensato che
sarebbe stato semplice scrivere una fanfiction su Briony, Cecilia o Robbie, o
magari su tutti e tre: sarebbe stato un gioco da ragazzi ribattere i concetti
espressi nel romanzo. Ma mi sembrava un lavoro superfluo e inutile, una sorta di
copia carbone di quanto ho letto. Dunque, volendo comunque scrivere qualcosa su
questo meraviglioso romanzo (che consiglio vivamente a tutti) mi sono
concentrata sui personaggi minori. Li ho trovati tutti interessanti e
sfruttabili: la mamma Emily, Leon, il papà Jack, i gemelli Jackson e Pierrot
(che nella shot vengono appena nominati) e tutto quell'enorme insieme di figli,
nipoti e pronipoti che vengono citati nell'ultimo capitolo. Ho pensato però che
sarebbe stato interessante scrivere su ciò che mi ha colpito di più, vale a dire
sull'ingiustizia che ha reso possibile il finale tragico che vediamo nel
romanzo. Paul Marshall è uno dei personaggi più viscidi della storia, che però
mi ha colpito molto. Ecco spiegato il perchè di questa breve e umile shot,
scritta semplicemente per celebrare il grandissimo McEwan che con questo romanzo
fantastico si è guadagnato tutto il mio rispetto.
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|