Per
ritrovarti…
Chapter
1: Pain
Sei
seduto ad un tavolo e aiuti un bimbo a scrivere i numeri in un ordine
che abbia un senso logico, attorno a te altri bambini e ragazzini
delle elementari e delle medie stanno facendo i loro compiti aiutati
da ragazzi delle superiori.
Il
doposcuola in parrocchia è sempre stato un momento rilassante
e divertente nonostante i vari casini ed il fatto che alcuni dei
ragazzi non danno assolutamente retta. Chiami uno dei nullafacenti
perché è finalmente l’ora del caffè e gli
dici cosa c’è da fare. Ti assicuri che abbia capito e ti
dirigi in cucina dove una delle educatrici sta facendo il caffè
in quantità industriali. Canta, mentre lo fa, come al solito
ma oggi sembra essere persa in pensieri particolarmente tristi visto
che sta cantando una canzone dei Adagio Veloce, la tua vecchia band,
che di felice non ha nulla: separazioni e addii, cose che a lei non
piacciono per niente… E tu lo sai bene...
E
vado via vado via
se
il mondo non è più casa mia
che
senso avrà restarsene qui
a
prendere polvere
ma
vado via vado via
abbracciami
se vuoi ma poi vai via
è
maleducazione indugiare
se
qualcuno attende
Rimani
incantato sulla porta ad ascoltarla preso improvvisamente da ricordi
troppo dolorosi che la sua bellissima voce fa diventare coltelli
affilati che cercano di colpire il tuo cuore. Ci va molto vicino ma
poi ti accorgi che non sta più cantando e smetti di pensare
quando vedi che sta piangendo. Anche per lei, la realtà è
ancora troppo dura e amara per poterci convivere: il passato è
ancora troppo recente, i ricordi vividi nelle vostre menti e non c’è
nulla in questo mondo che vi aiuta a cercare di continuare…
Non
fai più parte dei Adagio Veloce, loro hanno scelto la via del
successo che si è aperta, inaspettata, davanti ai loro occhi e
tu non lo volevi dall’inizio perché ti piaceva così
com’era, la vita. Hanno trovato un altro che ora ti sostituisce
a tutti i loro concerti. Concerti che non sono più quelli di
una volta perché sembra essersi spezzato qualcosa dentro tutti
loro quando hai detto no e non hai voluto condividere il loro sogno.
Chiunque
direbbe che è più che giusto che tu soffra ancora e che
sia quello che soffra di più, insieme a loro, logicamente. Ma
sai benissimo che anche lei ha tutto il diritto di soffrire: in un
colpo solo ha perso una delle persone che ammirava di più, la
sua band preferita, l’entusiasmo e la voglia di vivere di una
delle persone più importanti della sua vita e anche ciò
di cui sembrava nutrirsi, la vostra affinità, il vostro amore.
State
provando a sopravvivere: avete creato una nuova band dove lei canta e
tu, finalmente, hai ricominciato a suonare il basso. Più il
tempo passa più diventa facile salire sul palco e far
divertire il pubblico è tutto quello di cui avete bisogno
(insieme anche ad una piccola aggiunta allo stipendio). La band va
bene, siete ben amalgamati nonostante il poco tempo insieme, la gente
c’è sempre alle vostre serate ma non è tutto rose
e fiori. Quando ti volti verso di lei devi trattenerti dal piangere
perché ci sono lunghi capelli rossi dove eri abituato a
vederne di neri e corti e ti manca un casino la voce del tuo vecchio
cantante. E lei dà il massimo di sé per cercare di
cantare al meglio anche se sa benissimo che non potrà mai
uguagliare il primo ed unico cantante dei Adagio Veloce…
Adagio
Veloce che sono a Milano da circa due mesi per realizzare il loro
primo album e che non possono avere contatti con il resto del mondo
affinché si possano concentrare al meglio su quello che devono
fare.
A
tutti e due mancano le serate insieme a sbronzarsi, l’energia
dei concerti che coinvolge chiunque obbligandolo, quasi, a ballare…
Però quello è un colpo basso. Quella canzone è
un colpo basso. Era stata scritta ancora quando i Adagio Veloce erano
tutti insieme per via del fatto che non avresti mai accettato il
successo e che, quindi, li avresti lasciati andare via. Era nato come
uno scherzo, poi era diventato un bellissimo testo con una splendida
musica e, alla fine, era cambiata tutta l’atmosfera, era
diventata una storia seria e un po’ erano cambiate anche le
parole. Sembrava una profezia, ora che i Adagio Veloce erano una band
famosa e tu eri rimasto a Forlì.
Stavi
ancora ascoltando la voce della ragazza che aveva ripreso a cantare
la canzone, un’emozione bellissima nel suo tono di voce, quasi
una speranza di vederli tornare. Poi, improvvisamente,
l’illuminazione divina, il ricordo delle dolci parole che il
cantante ti aveva sussurrato in un orecchio dopo una notte d’amore
e che ora la ragazza stava cantando perché erano state scritte
nel testo della canzone, per ricordarti sempre di quel giorno:
ma
tu non piangere
la
vita ha una storia anche senza di me
riscrivila
tu
io
l'ascolterò
E
a questo punto anche lei si ferma: sa la storia e al ricordo sente le
lacrime salirle agli occhi ma il ricordo ancora vivido ed
estremamente recente di quelle parole la fa calmare perché non
dovete piangere, né lei né tu. Dovete solo trovare un
modo per fare arrivare alle orecchie del cantante dei Adagio Veloce
la storia ora che lui non c’è più sperando che lo
colga il rimorso e che torni a casa triste e dispiaciuto con il resto
della band e senza quell’odioso e spocchioso nuovo bassista…
E,
per fortuna, tu un'idea ce l'hai...
Ok... Questo è un
enorme esperimento...
Innanzi tutto è
una long fiction che non so né come sviluppare né
nient'altro... So solo dove voglio andare...
Poi c'è da dire
che proverò a mettere una canzone in ogni capitolo con un
senso logico per la storia e anche questo mi è del tutto
nuovo...
Spero possa piacervi...
Al prossimo capitolo (che sarà on-line lunedì prossimo,
molto probabilmente...
(per chi segue Life in
Technicolor: ho dei problemi con l'ultimo chap... Vi farò
avere notizie tramite questa storia!)
(Ho modificato il
capitolo perché, come mi era stato detto, c’erano
errori… la grafica è cambiata perché ho editato
con un PC diverso…)
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