Il Kami del focolare
In una
decadente residenza nobiliare, al confine con le montagne di Sokezan, vive
Iijo, figlia di Takao, samurai morto da due mesi fa durante la guerra
dei Kami. Un’imboscata.
Iijo si
sveglia ogni mattina all’alba e si prepara ad affrontare il sentiero che
conduce alla sorgente, un antico luogo di meditazione frequentato da padre. La strada non è eccessivamente lunga e nemmeno troppo impervia, ma
ciò che il kami del focolare domestico apprezza in modo particolare sono i
fiori che ogni mattina la ragazza dona all’altare di casa, cogliendoli freschi
dalla sorgente, unico luogo dove sembrano crescere. Quando Iijo torna con i preziosi fiori candidi, rende onore allo spirito
protettore della casa e va al mercato giù al villaggio per comprare il
necessario per vivere la giornata.
Iijo vive da sola: la madre ha
lasciato questo mondo diciassette anni fa, nel parto. Suo padre era solito dire che le assomiglia tanto, soprattutto i
capelli neri fluenti sono quelli della mamma, che accompagnati agli occhi
orgogliosi e vivi del padre rendono il suo un viso fiero e dolce, capace di
sopportare la vita sempre con uno sguardo curioso.
Al mercato la gente non fa
altro che parlare della guerra, senza tralasciare ogni particolare orribile
delle tremende forme che i kami assumono nel mondo
materiale. Nemmeno mancano le ipotesi sulla causa della rivolta. La grande
incognita è il motivo per cui i kami, spiriti
protettori di tutte le cose, abbiano dichiarato guerra alle popolazioni di
Kamigawa. L’immonda brutalità di cui si servono può essere giustificata solo da
un peccato gravissimo, il più grave mai commesso, se il mondo degli spiriti si
è mosso contro il mondo stesso.
Tra le bancarelle del mercato
serpeggiano dicerie agghiaccianti di soldati uccisi dagli spiriti delle loro
stesse spade, di monaci decapitati mentre di recavano a pregare. Iijo non sa
cosa aspettarsi dallo spirito del suo altare: ha protetto al meglio la sua
famiglia per molte generazioni, e anche ora che rimane solo lei sarebbe
ingiusta a non dargli la sua fiducia.
Rincasa sempre per l’ora di
pranzo per mettersi subito a cucinare. È
brava in cucina, ma preferirebbe che ogni tanto qualcuno assaggiasse le sue pietanza. Il kami sembra gradire. Lei
cucina sempre qualcosa in più che mette su un piatto decorato che posa davanti
all’honden domestico. Quando torna il piatto è sempre vuoto.
Giù al mercato trova sempre le
comari del villaggio, con le quali è solita scambiare qualche frase. Tra queste
è opinione sempre più consolidata che Iijo lanci maledizioni contro il
villaggio o non si cosa, ma sicuramente non è un bene
per il villaggio. Naturalmente è solo un sospetto, per le comari, ma da
settimane cercano di convincerla a smettere di riverire il kami, non si sa mai;
preoccupandosi poi per l’incolumità della “ragazzetta” le assicurano
che il rischio che il kami si materializzi in casa sua con chissà quale forma e
con chissà quanti tentacoli è di gran lunga maggiore di qualsiasi beneficio
possa ormai apportare un vecchio santuario.
Iijo però
continua ad avere a cuore lo spirito, senza prestare orecchio alle chiacchiere
o ai racconti sulla guerra in corso.
Una mattina
particolarmente nebbiosa Iijo fatica a percorrere il solito sentiero per la
sorgente, riuscendo a vedere solo poco distante. C’è il rischio di
perdersi, in queste condizioni, ma lei fa affidamento sull’abitudinaria
conoscenza del percorso e sul rumore ovattato della cascatella a cui vuole
arrivare. Indubbiamente il ritorno sarà più difficile.
Una volta
tornata verso casa nota dei tenui bagliori nella foschia, più a valle.
Sembra quasi irreale, come se la luce tipica del
tramonto di quella regione si presentasse a metà mattina. Ma non può essere
altro che fuoco.
Il villaggio brucia!
Cosa
può essere successo? A quell’ora non ci sono molti camini accesi, è più
probabile che siano predoni, oppure… kami! Un’idea gelida si fa
strada nella sua mente, corre subito a casa.
Percorre a balzi l’ultimo
tratto di discesa che la separa dalla residenza e
finalmente arriva alla porta. Tutto normale. Non è stato il suo kami,
altrimenti la porta non sarebbe integra. Deve
controllare meglio: entra in casa e si dirige all’honden col cuore in gola.
Ancora nulla di strano. Sollevata posa il fiore raccolto alla sorgente nel vaso
azzurrino e toglie quello del giorno precedente. Ora deve andare a vedere che
succede al villaggio. Nel voltarsi per uscire si trova davanti un’orrenda
miscellanea di zampe, ali, artigli e occhi feroci appartenenti a tre figure
mostruose comparse nella stanza. Mentre dall’honden iniziano a provenire strani
bagliori e un bizzarro sfrigolio, il kami di mezzo, attorno
la quale ruotano quattro inquietanti teschi infuocati, si fa avanti
guardando minacciosamente Iijo. Lei cade a terra terrorizzata
e fa per scappare ma si trova la via sbarrata da un altro kami, apparso
dall’honden. È imponente, una figura strana ma maestosa vestita da samurai, con
due braccia sinistre, che brandisce due katana, il
tutto fluttuante su una nuvola di fuoco.
Il kami con i teschi sibila
difficoltosamente una parola:
-R… re…clutamento…-
La sua pronuncia mostruosa non
nasconde l’evidenza. Sono venuti per il suo kami, vogliono
che il suo kami prenda parte alla guerra. Ma lui rimane fermo
ergendosi fiero di fronte al santuario. I suoi satelliti sono
fiori bianchi, e quell’elmo, sicuramente è il kabuto di suo padre.
-Va, se
devi- dice lei.
Queste parole sono più un atto
di fedeltà al kami che un vero e proprio permesso, visto che
mai avrebbe potuto fermarlo. Lui intanto fluttua in direzione del gruppo di
spiriti orribili in attesa, emettendo un lieve
crepitio di fiamme. Il kami dei teschi sibila di nuovo:
-Uccidila…-
Impassibile, il kami di Iijo
leva in alto la e due spade e vibra il duplice colpo,
abbattendo due spiriti. Ora nella stanza ne rimangono
solo due.
Furibondo, l’ultimo
reclutatore si scaglia furibondo sul bizzarro samurai,
impegnandosi in un corpo a corpo che sfonda la parete e finisce in giardino.
Iijo insegue i kami e, riucendo appena a scorgerne il volto inespressivo, il
suo protettore aumenta la massa infuocata fino ad inglobare il nemico e
scomparire con esso in una sferetta di luce.
Questa è la
fine della storia del kami disertore, protettore della casa di Iijo.