[STAR
TREK – VOYAGER]
Salve a
tutti! Questa FF è interamente dedicata a Leo, mio dolce e inseparabile
compagno di fantascienza J
Spero
che vi piaccia.
E’ una
riflessione dei personaggi (Nello specifico Harry Kim che adoro XD, B’Elanna Torres e
il Capitano Janeway) ambientata alla fine dell’episodio della prima
stagione ‘La cruna dell’ago’ dopo che Tuvok rivela che il Romulano non è
riuscito a portare i loro messaggi alle famiglie.
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'Trasporto
completato Capitano. Tutto finito'
Il capitano
Janeway si prese un secondo per ricomporsi dopo la delusione di una mancata
possibilità di tornare a casa
'Capitano'
Il capo della
sicurezza Tuvok fermò il capitano poco prima che potesse uscire dalla stanza.
'Non potevo
parlare prima finché il nostro ospite era presente, ho chiesto alla banca dati
del computer informazioni su un romulano di nome Telek’mor'
'E
allora?'
'Purtroppo
Telek’mor è morto nel 2367'
'Sarebbe
morto quattro anni fa' mormorò la donna sconvolta
'Esattamente.
Quindi senza poter trasmettere i nostri messaggi'
***
A volte ci vuole
poco per distruggere qualcosa, un gesto, un espressione del volto, una parola
un minimo cambiamento d’orbita che distrugge un delicato equilibrio frutto di
anni di trasformazione ed evoluzione.
Nel caso di Harry
Kim, bastarono quelle sette parole per distruggerlo completamente, per
svuotarlo.
Perché nonostante
possa sembrare una semplice frase fatta, era proprio il vuoto quello che il
guardiamarina provava in quel momento, come quando sali le scale al buio e
credi che ci sia ancora uno scalino: per un attimo il tuo piede cade nel vuoto
e pian piano la sorpresa iniziale lascia il posto ad uno spiacevole
stordimento.
Sentì la mano di
B’Elanna sulla spalla, avrebbe voluto ringraziarla per quel sincero tentativo
di conforto, che considerando la sua parte Klingon era più unico che raro, per
le parole che stava sprecando per dare un po’ di speranza a lui e
all’equipaggio, farle un cenno, dirle qualcosa.
Avrebbe voluto
fare una cosa qualsiasi, ma tutto in quel momento aveva assunto il tono freddo
con cui il vulcaniano aveva pronunciato quelle parole, persino il gesto gentile
della Klingon.
Il suo primo
pensiero fu per i suoi genitori, prima che lui fosse riuscito a tornare a casa
sarebbero morti entrambi. Non avrebbe potuto salutarli, non avrebbe nemmeno
saputo della loro morte.
E in quel momento
il ragazzo realizzò che probabilmente tutto l’equipaggio della nave sarebbe
morto prima di raggiungere la Terra, e così tutte le persone a loro care...
anche Libby, la sua fidanzata.. l’avrebbe dimenticato si sarebbe innamorata di
un altro. Che senso ha, in fondo, passare la vita ad aspettare una persona che
sai che non tornerà?
Già. Che senso ha?
***
E’ buffo come a
volte ti senti improvvisamente fortunato, quando una mancanza della tua vita diventa
una benedizione, quando il tuo più grande difetto, la tua peggiore pecca
diventa il tuo più grande pregio.
“I
miei genitori saranno in ansia... li chiamavo tutte settimane... non sono mai
stati senza mie notizie così a lungo”
Quando Harry le
aveva espresso le sue preoccupazioni, mentre cercavano di riconfigurare il
generatore di segnali in modo da riuscire a mettersi in contatto con il
romulano, B’Elanna aveva invidiato quella sua frustrazione, quella sua speranza
disperata di riuscire a mettersi in contatto con la sua famiglia, con i suoi
amici.
Lei non aveva
nessuno al di fuori di quella nave. Non aveva amici, non aveva parenti... o
meglio, non aveva amici o parenti che si preoccupassero per lei. Tutte le
persone a cui teneva e che stimava, con cui aveva condiviso esperienze, per cui
aveva rischiato la vita, tutte le persone che si fossero mai preoccupate per la
giovane Klingon in quel momento si trovavano con lei, sulla Voyager.
Cosa avrebbe potuto chiedere di più, in fondo?
Niente. Ma in cuor
suo B’Elanna invidiava profondamente quel giovane ragazzo in pensiero per la
famiglia, preoccupato di non poter più tornare a casa; perché lui aveva
qualcuno da cui tornare.
Eppure in quel
momento, mentre poggiava una mano sulla spalla di Harry e cercava improbabili
ipotesi per rincuorarlo, si sentì la donna più fortunata dell’universo.
***
Spesso capita di
chiedersi come ci si debba sentire ad essere privilegiati, ad essere un gradino
più in alto degli altri e poter decidere di fare ciò che si vuole e che si
ritiene più opportuno, e ci si perde in fantasie e sogni di gloria e potere dai
risvolti vittoriosi.
Ma la verità è che
il potere e il comando portano grandi responsabilità e ti pongono davanti ad
ardue scelte e situazioni a cui solo tu puoi porre rimedio. Ti obbligano a
pensare prima agli altri che a te stesso, perché ogni singola decisione che
prenderai, ogni singola cosa che farai avrà delle ripercussioni sui tuoi
sottoposti, sui tuoi seguaci, sul tuo equipaggio.
E fermandoci un
secondo a pensare, forse realizzeremo che avere tra le mani le vite di decine
di persone che si fidano ciecamente di te non è poi un privilegio così
invidiabile. Naturalmente riuscire a salvare una persona, un membro del tuo
equipaggio, è sempre una sensazione fantastica che ti fa capire che sei
qualcuno e che ti meriti l’alto grado che ricopri. Ma quando perdi qualcuno,
anche se sei cosciente che non avresti potuto fare nulla per salvarlo, il senso
di colpa diventa opprimente perché sai che tuo malgrado quell’anima resterà per
sempre sulla tua coscienza. E ti rendi conto che nonostante i tuoi ‘privilegi’,
il tuo potere e la tua gloria, tu non sei onnipotente, non puoi fare tutto, non
puoi impedire la morte e non puoi manipolare la vita.
Ma per il tuo
equipaggio è questo che devi essere. Onnipotente, forte, impassibile. Un punto
d’appoggio solido e onnipresente.
E questo il
comandante Janeway lo sa bene. Per questo sa che non può lasciarsi andare
quando il suo ufficiale le comunica che anche la loro ultima speranza di
comunicare con la terra è andata persa. Deve essere forte e sorridere
all’ignoto per prima in modo che gli altri possano attingere il coraggio da
lei.
Non deve
soffermarsi a pensare a casa sua, alla sua famiglia, a tutte le persone care
che ha lasciato sul quel pianeta ora così lontano.
Deve essere un
bravo capitano.
Ciò nonostante si
concede un attimo di commozione, un attimo di debolezza.
Perché nonostante
tutto, un bravo capitano è pur sempre prima di tutto un essere umano.
Grazie
a tutti per la lettura.
Le recensioni e le critiche sono ben accette ma anche solo la lettura è
apprezzatissima : )
Un bacio
a tutti gli appassionati del genere
<3