e la morte danzò
§§
Terza classificata e vincitrice del
"Premio Originalità" e
del "Premio miglior attinenza alla canzone" al Contest "Kakashi and
Numbers" indetto da Bravesoul §§
Autore:
Arwen88
Titolo: E la
morte danzò
Rating:
Giallo
Genere:
Azione, Dark, Introspettivo
Avvertimenti:
One-shot, What-if
Personaggi/Pairings:
Kakashi Hatake, Gekko Hayate, Shikamaru Nara.
Titolo della canzone:
My Snow White Queen
Introduzione:
Perché Kakashi ha deciso di aiutare Shikamaru e il
resto del team dieci contro l'Akatsuki? Cos'è che spinge le
sue
azioni? Forse c'è un fardello sulle sue spalle di cui non
può liberarsi. Cosa succede quando la morte non è
più nemmeno una via di fuga?
La dama prese a danzare,
la pelle
diafana che brillava, le palpebre grevi semichiuse, l'abito d'ombra che
si increspava fasciando il suo corpo, rilucendo alla luce dell'ultima
alba. Le sue braccia si sollevarono mentre girava su se stessa. La
danza solitaria proseguiva silenziosa al confine tra il mondo dei morti
e quello dei vivi.
Se la fan fiction è così dark non è
colpa mia, è tutto a causa della canzone.
Note dell'autore:
Raramente scrivo storie così tristi, stavolta
è stata tutta colpa della canzone "My Snow White Queen"
degli
Evanescence: ho sfruttato la parte del risveglio dal sogno e il non
poter scappare, il non riuscire più a dormire ed infine
tutto il
ritornello.
I personaggi di Naruto non mi appartengono ma sono di
proprietà
di Masashi Kishimoto che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non
è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi
di
mia invenzione, non esistenti in Naruto, appartengono solo a me. (Ho
ripreso la frase dei disclaimer della Writers Arena per riadattarla ai
miei scopi)
E la morte
danzò
C'era buio, e freddo.
Kakashi Hatake sentiva i propri piedi muoversi veloci nell'acqua gelida
che gli lambiva le caviglie, tra le braccia stringeva lei,
la sua regina bianca: i loro visi erano ad appena qualche centimetro
l'uno dall'altro. Poteva osservare quel suo sorriso ambiguo,
sarcastico, o
forse solo triste, fin quasi ad esserne rapito. Lo sguardo dell'uomo
salì negli occhi della dama: come al solito
rimase scosso nel constatare che il colore di quelle iridi era
nuovamente cambiato. Per un attimo, mentre lo sguardo scendeva nelle
profondità dell'essenza della regina, si sentì
vacillare. All'improvviso gli piombò
addosso la consapevolezza che in quella danza lenta, silenziosa e
fredda,
lui non era un compagno ma uno strumento nelle sue mani: era lei a
guidare i suoi passi. L'uomo storse il naso in un espressione nauseata,
volse il viso di lato
ma lo sguardo fu catturato nuovamente da loro: le ombre.
Procedevano come una lunga, sterminata processione, alle spalle della
Regina bianca. Lei continuava a sorridere ambigua facendolo danzare tra
le sue braccia, potente, terribile, ignorando i mormorii e gli sguardi
d'astio che le anime opache lanciavano all'uomo.
Ma, infondo, neanche lui gli prestava attenzione, totalmente
concentrato
sull'unica figura nitida tra la folla: il viso slavato di Gekko Hayate
spiccava tra la moltitudine, le labbra sottili si muovevano
appena, senza che le parole potessero essere udite, coperte dal
mormorio dei morti.
Kakashi cercò di separarsi dalla donna spiccando una corsa
verso l'uomo: voleva, doveva, finalmente scoprire cosa l'altro avesse
da dirgli di così importante da non poter nemmeno andare a
riposare in pace.
Solo dieci metri lo separavano da lui, sentì il proprio
respiro
accelerare mentre si avvicinava al limite tra i loro due mondi, il
punto che lei
gli impediva sempre di oltrepassare riconducendolo nella sua danza.
Kakashi aprì gli occhi alla luce, uscendo bruscamente dal
sogno.
Passò una mano sul viso facendola scivolare sulla fronte
madida
di sudore e poi fra i capelli argentati. Scalciò le coperte
sbuffando.
Quell'incubo lo ossessionava sin dalla sua infanzia, più o
meno
da quando aveva rinvenuto il corpo esanime del padre. Era
rimasto praticamente invariato nel tempo: la Regina bianca come la neve
lo aveva
accolto in quel lago di disperazione col sorriso ambiguo sulle labbra,
là gli aveva ben presto insegnato i passi di quella triste
danza. Mentre, con lo scorrere degli anni, il bambino era diventato un
ragazzo e quindi un uomo, le ombre avevano preso ad aumentare.
Scorrevano lente,
dirette in qualche luogo sconosciuto a coloro che non facevano parte
della processione... o forse ignoto persino a loro stesse. Erano i suoi
nemici
ed amici, divisi in vita ma uniti in quella fredda terra: mormoravano
parole d'odio rivolgendogli sguardi cupi gli uni, donavano
ameni
sorrisi
e piccoli cenni di saluto
gli
altri. Quando
era più piccolo,
si era svegliato più di una volta in lacrime dopo quelle
visioni, ma col tempo era diventato più forte, o forse solo
più cinico, ed ormai non riusciva più a sentire
nemmeno i loro mormorii, erano diventati troppi: troppi nemici caduti,
troppi amici persi.
Talvolta però le loro voci salivano
d'intensità e le
parole si distinguevano quasi: era per questo che lei aveva preso a
cantare. Lo chiamava a sé, gli faceva sapere che lei era
lì solo per lui e che presto o tardi le sarebbe appartenuto.
Ormai però non era solo la dama l'unica presenza fissa di
quell'incubo: ora c'era anche Gekko.
Non sapeva perché proprio lui, in fondo nemmeno si
conoscevano bene, anzi: si poteva dire
che le uniche occasioni in cui si fossero incontrati erano gli esami
dei chunin ai quali aveva partecipato la squadra del copia ninja, e la
sera in cui una kohai della squadra ANBU gliel'aveva presentato come il
suo ragazzo.
Ma quel giorno, per la prima volta, Gekko non si era limitato a
mormorare, stavolta aveva urlato tanto forte da farsi sentire e,
probabilmente, era stata
proprio la sorpresa per quel grido a farlo svegliare.
Kakashi osservò il proprio riflesso nello specchio del bagno
mormorare la parola udita poco prima: "Proteggili".
Ma chi doveva proteggere? E da cosa?
-Kakashi,
hai sentito? Il team dieci sta andando a vendicare la morte di Asuma.-
Kakashi
lasciò che le
parole del collega scendessero in lui, prendendosi il tempo per
comprenderle a fondo prima di replicare.
Asuma era un suo amico,
capitanava il team dieci, aveva cresciuto i suoi tre sottoposti come
fossero suoi figli ed era morto in battaglia proprio davanti agli
occhi di quei ragazzi. Aveva combattuto egregiamente, ma contro i
due membri dell'Akatsuki aveva infine trovato la morte per mano di
Hidan, un ninja che avevano scoperto essere immortale.
E ora quei ragazzi
volevano la loro vendetta.
Probabilmente li
avrebbe
capitanati Shikamaru, quel ragazzo dopotutto era un genio.
Già, un genio: in quel Villaggio sembrava che ne fossero
venuti
alla luce parecchi in quella generazione, nella sua invece erano
veramente in pochi ad essere considerati tali... Sì, forse
solo
lui.
Un improvvisa idea lo
colpì e, dimenticandosi di rispondere al collega, corse per
le strade di Konoha.
"Se ucciderà
quegli
uomini rischia di diventare come me, passando il resto della
sua vita a vedere nel sonno i suoi nemici uccisi."
Arrivò alla
porte del Villaggio in tempo per sentire la quinta Hokage protestare
coi ragazzi
dicendogli di non partire. Riuscì a farsi inserire nella
loro
squadra come capitano e partì con loro.
Kakashi stava nascosto dietro il tronco di un albero, il suo
compito
era di esaminare i movimenti dei nemici. Doveva osservarli tramite lo
sharingan e per questo sperava che il momento dell'azione per lui
arrivasse presto: quell'occhio gli rubava troppe energie.
I nemici giunsero, la battaglia ebbe inizio.
Shikamaru combatteva degnamente: i suoi movimenti, perfino i
suoi errori, sembravano improvvisati, casuali.
Con un sorriso, il copia ninja vide lo schema armonioso del piano
ideato
dal "genio" dipanarsi chiudendo la trappola attorno ai nemici. L'uomo
si sincerò di essere ben nascosto e di non perdere nemmeno
una
mossa del nemico. Anche se era faticoso.
Fu un attimo: il momento propizio giunse e Kakashi andò
all'attacco, un colpo, un centro.
La sua mano, avvolta dal chidori, aveva trapassato il cuore di Kakuzu,
il compagno di squadra dell'immortale Hidan. L'attacco della squadra
stava per concentrarsi sull'ultimo rimasto
quando, con un poderoso calcio, Kakuzu mandò il jonin a
sbattere contro una roccia.
Fu così che, sconvolti, i ninja capirono che l'uomo non era
morto.
La battaglia riprese, e Hidan si lanciò contro
Kakashi in una
finta che mascherava un potente attacco di tipo vento da parte del suo
compagno.
Gli occhi dell'uomo si sgranarono mentre, improvvisamente,
sentì la
morte avvicinarsi.
La dama prese a danzare, la pelle diafana che brillava, le palpebre
grevi semichiuse, l'abito d'ombra che si increspava fasciando il suo
corpo, rilucendo alla luce dell'ultima alba. Le sue braccia si
sollevarono mentre girava su se stessa. La danza solitaria proseguiva
silenziosa al confine tra il mondo dei morti e quello dei vivi.
I ragazzi rimasero sconvolti da quell'attacco portato contro
il
maestro; il timore del peggio gravava pesante sulle loro menti,
impedendogli di pensare. Il mostro con la proprietà del
fulmine
approfittò del loro sconcerto per attaccarli. Sarebbero
morti.
I piedi scalzi della Regina si fermarono, le palpebre scoprirono iridi
dorate ed il suo sguardo si posò sull'espressione seria del
suo
"compagno".
Kakashi Hatake era sopravvissuto.
Le menti dei chunin erano colme di questo pensiero mentre l'uomo
utilizzava il suo chidori per contrastare l'attacco del nemico. Gli
aveva fatto da scudo, proteggendoli.
Rimase fermo, le braccia alzate ed il respiro spezzato. Ormai aveva
esaurito quasi tutte le proprie forze, sperava che la battaglia finisse
presto.
La mente
analitica di Shikamaru
comprese presto che il loro nemico possedeva in tutto cinque cuori,
ognuno dei
quali capace di usare una proprietà del chakra diversa.
Seguirono
comunque
il piano. Shikamaru si allontanò con Hidan, mentre il resto
della squadra rimaneva ferma per scontrarsi contro Kakazu.
Kakashi rilassò le
braccia, spossato, distrutto, la vista gli si
annebbiò mentre il dolore cresceva e nelle orecchie quel
canto
saliva d'intensità.
You
belong to me
Dalle sue
labbra aride soffiarono poche parole: -My snow White Queen...-
Perché lui lo sapeva: non c'era posto dove poter scappare da
lei.
Per un attimo il suo sguardo si oscurò e là,
davanti a
sé, la vide: ritta in piedi gli tendeva una mano, le labbra
rosse formavano poche parole.
You're just like me...
Kakashi cercò di urlare per uscire da quell'incubo, ma lei
era
ormai così vicina che ne poté vedere le pesanti
palpebre
vibrare mentre le labbra si tiravano malinconicamente, desolatamente,
sorridendo.
Don't scream my love.
La realtà ripiombò duramente su di
lui: sul campo di
battaglia il copia ninja riprese a muoversi mentre la voce di Lei
rimbombava ancora nei suoi timpani.
All I want is you...
Gli attacchi si susseguirono rapidi, incalzanti. La
distrazione di un
attimo gli costò un duro impatto contro il terreno. In
quel momento l'unica cosa che l'uomo vide fu la figura del nemico
sovrastarlo, mormorando poche parole: "Il tuo cuore è mio".
Candide braccia si sollevarono nell'invito di un abbraccio, il sorriso
che si tirava.
Il respiro mancò nei polmoni di Kakuzu mentre, lontano
nello spazio, Hidan cadeva nella trappola di Shikamaru uccidendo
così un altro dei cuori del suo partner. Il corpo del membro
dell'Akatsuki si abbatté riverso al suolo, polvere gialla si
alzò
attorno a lui. Kakashi si rimise seduto, cercando di togliersi di dosso
i
disgustosi tentacoli con cui l'altro lo aveva catturato poco prima. Ino
arrivò con Choji alle sue spalle, la ragazza desiderava
curarlo ma
Kakashi, quasi senza ascoltarla, la interruppe: non era ancora finita.
Non poteva esserlo.
La
sua voce non aveva mai smesso di vibrare e risuonare, piccole onde si
allargavano in perfetti cerchi attorno ai suoi candidi piedi ancora in
movimento.
In lontananza, la nebbia si diradò e i tre ninja
videro due dei cuori del nemico arrivare a passo di corsa, l'uno a
fianco all'altro. Choji reagì immediatamente, espandendosi e
frapponendosi tra loro ed
i suoi compagni. Ignari del persistere del pericolo, i due giovani
gioirono della difesa. Ma il giubilo durò poco, giusto
finché i due cuori
non riuscirono, con un rapido movimento coperto dal polverone, a
rientrare nel corpo principale.
Il terrore fece sparire la loro
espressione soddisfatta.
Kakuzu parlò rimettendosi in piedi, la voce
parve affaticata, ma quando sollevò il viso tutti poterono
rabbrividire
del ghigno sul suo volto.
La voce limpida e profonda echeggiava
sulle gelide acque, nel buio del confine tra il mondo dei vivi e quello
dei morti. Le anime opache camminavano rapide in lontananza, nessuno
osava guardare verso la Morte, tutti cercavano di ritrarsi il
più
possibile.
I tentacoli di Kakuzu catturarono anche i due
ragazzi, veloci, letali. Gli occhi di Ino si sgranarono per il terrore
mentre capiva che l'intero gruppo era in trappola. Il nukenin
urlò
parole di morte, preparandosi a spazzarli via.
Ma l'attacco fu vano.
Una barriera di vento e acqua nascose all'uomo le sue prede.
Il team sette era arrivato.
Finalmente loro non dovevano più preoccuparsi.
Il silenzio regnava sul lago di disperazione.
Kakashi
osservava stupito la schiena della sua dama: il vestito nero era
scollato anche dietro e la stoffa si apriva ampiamente, mostrando buona
parte delle bianca schiena della Regina. Lei guardava per una volta
lontano da lui, il suo sguardo era fermo sulle ombre in processione
"dall'altra parte".
Kakuzu rabbrividì cercando di distogliere lo
sguardo, ma il suo corpo sembrava non rispondergli, magneticamente
attirato dalla figura della dama scura.
Il viso pallido della donna
era fisso verso di lui. Alzando appena lo sguardo, lui vide i suoi
occhi. Grigi. Argentati. Vuoti. Sadici. E allora lo sguardo
scivolò
poco più giù, ma fu anche peggio: il suo sorriso
era così
spudoratamente... soddisfatto.
Era come se sulla parte inferiore del viso della dama si fosse aperto
un solco, le labbra sottili erano piegate e tirate in un mostruoso,
spietato, ghigno agghiacciante.
Ciò che voleva dire era lampante: "Lui appartiene a Me".
Solo lei poteva decidere di lui.
-Come mai ci teneva tanto ad uccidere lei Kakuzu,
lasciandomi Hidan?-
Shikamaru si lasciò cadere a sedere affianco a Kakashi che,
deliberatamente, non distolse nemmeno gli occhi dal libro,
rispondendogli piattamente: -La tua tecnica dell'ombra era la
più idonea per combattere con quell'uomo.-
Il chunin trasse lentamente una sigaretta dal pacchetto e la accese.
Aspirò una boccata di fumo per poi appoggiarsi coi gomiti
sulle
ginocchia, senza guardare il sensei al suo fianco: -Questo l'avevo
già considerato anch'io sin dall'inizio... Ma c'era di
sicuro
qualche altro motivo che l'ha spinta ad insistere.-
Gli occhi dell'uomo si fermarono nella lettura: -Ho pensato che ancora
tu non fossi pronto per incontrarla.-
Shikamaru si voltò verso di lui, dandogli tutta la sua
attenzione: -Chi?-
Kakashi si alzò e, riponendo il libro nella tasca, rispose
al ragazzo da sopra la spalla.
-La bianca Regina.-
Kakashi Hatake fu percorso da un brivido di freddo: l'aria
gelida di
quel luogo, unita all'acqua ghiacciata nella quale si muovevano i suoi
piedi, gli faceva accapponare la pelle.
Forse lei se ne accorse, perché una breve risata
sfuggì
dalle sue labbra rosse, le iridi verdi brillarono per un momento,
posandosi sul viso del compagno.
Il ninja girò il viso verso la folla: nessun ombra sostava
più lì per lui. Gekko Hayate era andato,
continuando il
suo cammino. La danza continuò nel buio della terra della
disperazione. Silenziosa, fredda, mortale.
§§§
Che dire, ho buttato
giù
questa storia parecchi mesi fa lasciandomi il tempo di ricontrollarla
quando avessi accumulato un po' più di esperienza -almeno in
grammatica!- ritrovandomi poi anche da poco ad ampliarla rispetto a
com'era inizialmente. Ci ho faticato davvero sopra e questo ha fatto
sì che finissi per tenerci particolarmente. Infine
è
stato veramente bellissimo per me riuscire a salire sul podio in uno
"scontro" contro delle autrici del calibro delle mie avversarie.
Indubbiamente ho ancora tanta tanta strada da fare, spero di migliorare
sempre di più! Grazie a Bravesoul per essere stata veloce
nei
giudizi e presente durante tutto il contest, complimenti a tutte le
altre partecipanti, vi consiglio di leggere anche le loro storie!
Ora il giudizio ricevuto
e lo splendido bannerino.
Ah, avevo tempo fa chiesto il permesso a Brave per far partecipare la
storia ad un altro contest su un forum esterno e visto il consenso l'ho
pubblicata (per via del contest) anche laggiù, il forum in
questione è La culla della vita e l'avevo postata in data
3/6/2009. Sebbene fosse una versione ridotta, perché avevo
un
limite di quattro pagine da dover rispettare, la storia è
sempre
la stessa e naturalmente è sempre mia.
Terza
Classificata: Arwen 88 con E la morte danzò.
Grammatica: 9.5/10
Stile:8/10
Attinenza alla traccia:
10/10
Attinenza alla
canzone:9.5/10
Trama: 8/10
Originalità:10/10
Gradimento
personale:4.5/5
Tot: 59.5/65
Commento: S T U P E N D A. Posso picchiarti?! Grammatica quasi
perfetta, tranne per qualche errorino marginale, Attinenza alla traccia
perfetta. Attinenza alla canzone a dir poco azzeccatissima, il
punteggio è stato abbassato di pochissimo per il fatto che
io le
avrei dato un interpretazione leggermente diversa, ma.. teste son
teste. Non ha penalizzato per nulla, o quasi. Lo stile è la
grande pecca. E’ molto leggero, forse anche troppo su certe
parti. La fic si lascia leggere ma alcuni punti sono troppo leggeri.
Punti in cui magari ci vorrebbe più incisività
per far
fermare lo sguardo e l’ attenzione del lettore. Altra pecca
è la trama. Molto bella, azzeccata, ma ci sono troppi salti
temporali ed azioni condensate, che, secondo me, potrebbero essere
ampliate.
Cosa dire per originalità: NULLA. Perfetta, non avevo mai
letto una cosa del genere, i miei complimenti.
Gradimento personale quasi al massimo, solo per lo stile ho penalizzato
minimamente. Un piccolo appunt. Seconde me il dark ti viene da DIO,
devi solo usarlo più spesso. E’ un genere in cui
si incide
molto sulla particolarità di certi avvenimenti, quindi
stesso
appunto fatto per lo stile, rendili più incisivi, soffermati
di
più.
Comunque devo dire che è la fic che più mi ha
sorpresa.^^ Complimentoniii…
By lisiel at 2009-09-29
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