Tutti:
ZITTO!!!
(Ed era piuttosto raro che si
dicesse a Kei “ZITTO!”)
Aprì il becco e cantò:
Uccello:
C’è un pompimpololinpololastrik, c’è un pompipololipolola… Accademi solfami,
solfami, bombombom! Coccodrillopotamovercingetirassegno!
Un secondo dopo si dileguò nel
cielo sopra la collina.
Rei: Ha…
Cantato!
Max: Come
faceva? C’è un pirulopololo…
Takao: Ma
va… un pimpolllinelapine!
Kappa: Non
era così!!
Takao: E
invece sì! È solo che tu non hai orecchio!!!
Kappa: Sì
che ce l’ho!!!!!
Kei:
Finitela! Con calma cerchiamo di ricordarci quella stupida canzoncina.
Si sedettero in cerchio
Rei:
L’ultima parola non me la ricordo…
Kei:
D’accordo. E la prima parte?!?!?
Hilary:
Aspetta: Pompimpololipolo… e poi boh?
Kappa: Ma
certo!!! Pompimpololinpololastrik!!!!! E poi Di nuovo: C’è un pompipololipolola…
E poi resoldo… Non mi viene!!!!
Kei:
Diceva accademi solfami solfami bombombom!
Takao:
Aspettate, Ricapitoliamo: Faceva: “C’è un pompimpololinpololastrik, c’è un
pompipololipolola… Accademi solfami, solfami, bombombom!”
Rei: Sì,
mi pare così. Ma l’ultima parola com’era?
Kei:
Coccodrillo… qualcosa
Max:
Coccodrillopotamovercingetorix…
Rei: NO!
COCCODRILLOPOTAMOVERCINGETIRASSEGNO!!!!!
Urlò trionfante.
Kei:
Quindi: C’è un pompimpololinpololastrik, c’è un pompipololipolola… Accademi
solfami, solfami, bombombom! Coccodrillopotamovercingetirassegno!
Max: Sì,
così!!!!!
Kappa: Lo
scrivo sul PC!!!
Così si incamminarono verso il
burrone per tornare a casa.
Si buttarono e ritrovarono
Azena
Azena:
Complimenti, ci siete riusciti. Avete però solo un’ora per tornare e dirle la
parola.
Rei:
Un’ora!!! Ce ne metteremo tre solo per arrivare all’aeroporto!!!!!
Azena: Mi
dispiace…
Kei: Tu
hai qualcosa che mi appartiene…
Azena: No,
io…
Max: Il
pennello!!!!!
Kei:
Dammelo, subito, così torneremo a casa in un attimo.
Azena glielo porse,
riluttante.
Kei cominciò a dipingere sui
muri della caverna. Alla fine ottenne una stanza di ospedale con Hikaru sul
lettino.
Kei:
Andiamo!!!!!
E si tuffò nel quadro. Gli
altri lo seguirono.
E si ritrovarono ad Orijiama,
l’ospedale di Tokyo.
Kei: Dov’è
Hikaru???
Rei: Non lo so…
Max:
Questa è la 379, non la 279, hai sbagliato numero!!!!
Kei:
Corriamo!! All’ascensore!!!!!
Si scagliarono nell’ascensore
e premettero il 2 sulla tastiera.
Ma l’ascensore si bloccò.
Rei: Merda!!!!!
Kei:
Allontanatevi!!!! Vai Dranzer!!!!
Dranzer rimbalzò sulla lamina
d’acciaio.
Kei: No…
Hikaru…
Urlò, poi cominciò a prendere
a pugni la porta.
Kei: Non è
giusto!!!! Apriti, apriti, apriti!!!!!
Rei:
Calmati, Kei…
Takao: Sì.
Guarda come viene bene questo murales!!!
Kei:
Murales??
Takao aveva appena finito di
disegnare la stanza di Hikaru.
Kei si tuffò nel muro senza
lasciare a Takao il tempo di finire.
Tutti lo seguirono.
Kei:
Hikaru, sono qui!!!
Hikaru:
K-Kei…
Kei:
Hikaru, ascoltami…
Hikaru:
Ah!
Kei: C’è
un pompimpololinpololastrik, c’è un pompipololipolola… Accademi solfami, solfami,
bombombom! Coccodrillopotamovercingetirassegno!
Hikaru si stiracchiò.
Hikaru:
Mmmmh…
Kei la baciò in fronte.
Dopo tre giorni Hikaru guarì.
Uscì dall’ospedale e tornò a casa di Takao.
Takao: Ma
bene! Eccoti! Stai meglio?
Hikaru:
Grazie a voi. Dov’è Kei?
Kei era appoggiato al muro
della casa.
Kei: C’è
un pompimpololinpololastrik, c’è un pompipololipolola… Accademi solfami, solfami,
bombombom! Coccodrillopotamovercingetirassegno!
Hikaru sorrise e si buttò fra
le sue braccia. Si baciarono, poi…
Hikaru:
Sai che non possiamo…
Kei: Io ti
amerò sempre.
Hikaru:
Sono la seconda stella a destra, poi dritto fino al mattino.
Kei: Solo
volando si può arrivare da te…
Hikaru:
Già. Ma un giorno arriverai. Ti aspetto.
Si baciarono ancora.
Poi lei si trasformò in un
lungo drago dorato e volò via.
Epilogo
Kei diventò scrittore. Con
pseudonimo J.M. Barrie scrisse Peter Pan e altri testi. Ha
fatto studi incredibili sul volo e ha inventato il concorde.
Diventò cantautore e scrisse
canzoni come L’isola che non c’è, tradotte in italiano e cantate da Edoardo
Bennato. Vennero anche ritrovate delle piccole scaglie di oro puro nel giardino
di tal Takao Kinomiya. Si pensa a polvere di stelle.
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