quando non sai quello che vuoi10
Finiti
gli alcolici, a seguito del malumore di molti si
decise di uscire per continuare a festeggiare fuori. Quella sembrava
proprio la sera adatta per ridursi come spugne. Infondo il giorno
successivo si sarebbero dati tutti malati! Lo stesso Pain, che non
reggeva molto l'alcol, sollecitò tutti a muoversi e a salire
in
auto - che più che una quattro ruote sembrava un camion
merci -
e sotto la guida diligente di Sasori si diressero in centro.
Arrivati
a destinazione si incamminarono verso il viale commerciale che
di sera era sempre pieno di gente con i bar aperti fino all'alba.
Non si poteva certo dire che il
gruppo passasse inosservato: la presenza di individui come Kakuzu e
Zetsu - che oltre ad avere un'elevata altezza avevano anche una faccia
non proprio rassicurante - incutevano vero e proprio terrore ai
passanti, che arrivavano al punto di attraversare la strada per non
rischiare di incrociare il loro sguardo.
E proprio su questo scherzavano gli altri.
-Ehy Kaku guarda quella ragazza... Carina no?-fece Hidan
punzecchiandolo.
-Quanto scommettiamo che adesso attraversera la strada? Uhn-
Kakuzu non parve offendersi: era troppo sbronzo per cogliere tutto
quello che avevano detto.
Alla fine comunque si verificò come i più giovani
avevano
dedotto: la ragazza attraversò la strada sotto gli
schiamazzi di
Hidan e Deidara che ribadivano come il più anziano sarebbe
rimasto per sempre single.
Arrivarono quindi nella piazza dove c'erano gli ingressi anche di
alcune note discoteche. Loro però non erano tipi da andare a
ballare. Gironzolarono tra i diversi locali aperti e non mancarono
momenti in cui veniva perso qualche componente. Si sa, quando nelle
vene circola troppo alcool tendono a calare i freni inibitori ed era in
momenti come quelli che i ragazzi fingevano di non conoscere Hidan, che
sopraffatto dal caldo stava dando spettacolo inscenando uno
spogliarello per le ragazze presenti. Anche gli altri però
non
erano da meno, allungando le mani e urlando battute sconce alle belle
che gli passavano vicino.
Konan non potendoli controllare tutti sorvegliava in particolare Pain
che sembrava crollare da un momento all'altro, finchè non si
appisolò sulla spalla della compagna.
Itachi nel frattempo si era nuovamente estraniato dal mondo, a prima
vista poteva sembrare che seguisse con lo sguardo Sasori, l'unico
ancora un pò lucido, che stava raccogliendo gli stracci
dell'albino e lo inseguiva attorno alla rotonda per evitargli di finire
sotto un'auto. Ma non guardava nulla di particolare. Anzi non vedeva
l'ora che quella nottata passasse.
La musica house rimbombava assordante per tutto il locale. La sala era
gremita di ragazzi che ballavano. Tutti ammassati, l'uno addosso
all'altro si dimenavano frenetici presi da quel rumore fragoroso. Era
in quei posti che ultimamente lo spadaccino aveva trovato compagnia per
la sera. Ma non quella notte. Saityuu
si lasciava trascinare, avvinghiandosi parecchio a lui. Premeva col
fondoschiena contro il cavallo dei suoi pantaloni sapendo che lo
avrebbe fatto innervosire ed eccitare insieme. Perchè in
mezzo a
quella folla doveva contenersi, ecco la ragione. Gli afferrò
il
mento e lo costrinse sulle punte per dirgli uno stizzito "smettila" ma
ricevette solo una risata fragorosa.
Lo afferrò per la mano ed uscirono da quel tumulto per
accostarsi al bancone.
-Senti ti va di andare un pò fuori? Non ho più
voglia di ballare-
-E cosa vorresti fare?- chiese il ragazzino con sguardo ammiccante.
-Qualsiasi cosa, basta che usciamo di qui- sbottò il blu.
-Andiamo a casa mia, beviamo qualcosa e concludiamo la serata-
-Hidan sei proprio un cazzone-
-Hey lasciatemi in pace! È solo invidia la vostra! Avete
visto quante ragazze mi stavano guardando?!-
-Sicuramente ridevano di te-
Avevano finalmente recuperato l'albino e anche se il tempo era volato
si era fatta ora di rientrare.
-Hey bellezza ti va di tornare a casa con me?- fece l'immortale verso
una biondina niente male che gli era passata di fianco. Vedendo che lei
non rispondeva la afferrò per il polso per farla voltare.
Itachi
prontamente gli colpì il braccio per fargli mollare la
presa.
Aveva già dato troppo spettacolo e si era davvero scocciato
di
sopportarlo.
-Itachi che cazzo fai?!- urlò quello che però non
si sentiva più le forze nemmeno per alzare le mani.
Nel frattempo la ragazza spaventata attraversò la strada
guardandoli intimidita. Anche Itachi
seguì con lo sguardo la donna giungere
dall'altro lato del marciapiede e sussultò stupito: quello
era
Kisame?
Come poteva non notare il suo compagno blu alto quasi due metri? Eppure
non riusciva proprio a crederci, che ci faceva lì?
Deidara sentendo ancora Hidan inveire contro il corvino si
voltò
per ammutolirlo, oramai più nessuno aveva la salute di udire
le
sue urla. Si stupì però nel vedere che il moro
non lo
calcolava affatto, anzi aveva lo sguardo altrove. Sembrava stesse
fissando qualcuno. Ma chi? Poi anche il biondo lo vide. Quella sagoma
azzurra era inconfondibile tra la folla.
Usciti dal locale i due si diressero verso l'abitazione del
più
piccolo con passo molto lento. Era anche un modo per riprendere fiato
dopo il movimento sfrenato di prima.
Saityuu gli afferrò la mano facendolo voltare.
-Hey Kisame tutto bene? E da quando siamo usciti che non dici una
parola-
-Sono solo un pò stanco, non farci caso-
-Dai che non manca ancora molto- gli disse dandogli un bacio. Kisame
ricambiò affondando la lingua tra le sue labbra.
Anche se il punto non
sembrava
molto illuminato Itachi riusciva a
distinguerlo nitidamente. Chi era quel ragazzo che gli teneva la mano?
Si sentì scuotere il braccio. Gli altri si erano
già
allontanati di alcuni metri e Deidara stava cercando di risvegliarlo da
quel torpore in cui
era precipitato.
-Itachi?-
-Sì?-
-Senti con Kisame ci
parlerai
domani se vuoi ma adesso è meglio che ritorniamo a casa-
voleva
evitargli di litigare di nuovo, ma stavolta davanti ad un perfetto
sconosciuto. Che a giudicare da quel bacio doveva essere il suo nuovo
ragazzo.
-Scusa Deidara ma non posso...-
Avanzò di qualche passo puntando gli occhi sullo spadaccino.
-...Questa cosa la devo risolvere subito-
Ora Kisame era
lì, con un
altro, ma questo non
cambiava nulla. Doveva parlargli. Tutta la sera aveva pensato solo a
quel momento e non voleva più rinviare. Gli avrebbe detto
tutto.
Se Kisame avesse voluto, il suo dolore si sarebbe placato. Altrimenti
si sarebbe messo l'animo in pace. Si diede forza e
incominciò a
correre: arrivato al ciglio della
strada non si diede lo scomodo di controllare e
dopo aver scansato una macchina non gli riuscì lo stesso con
la
seconda.
Si perse tra le sue
labbra
finchè non sopraggiunse alle sue
orecchie un urlo. I due si separarono e guardarono in direzione della
strada per capire cosa era successo. Quando Kisame vide
Deidara
che gridava iniziò a preoccuparsi. Lo cercò con
lo
sguardo: tutti c'erano tranne lui.
Lasciò lì il compagno ed iniziò a
correre, una
corsa disperata con un briciolo di speranza nel cuore.
Spintonò a
forza la gente per passare avanti finchè non lo vide.
Ogni speranza era
irrimediabilmente svanita.
La disperazione fece la sua comparsa.
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