"Balla
con me."
"Ma io
non so ballare."
"Ti
insegno io."
Era
strano che un uomo di 30 anni, di nome Micheal Cyrno, esperto nel tango
argentino, insegnasse a danzare ad un altro ragazzo di 26 anni, di nome
Leonard Ray con un aspetto bellissimo, con gli occhi verdi e i capelli
neri.
"Seguimi."
Lo aveva incitato Micheal.
"E'
troppo difficile." Rispose esasperato il ballerino improvvisato.
La
scuola di ballo era grande, enorme, con lunghe staffe per la danza
classica e un sacco di specchi per i balli di gruppo disposti tutti in
un unica parete, dove adesso rifletteva la figura dei due ballerini in
movimento.
"Uno,
due, tre...Visto che ce la fai?" Lo incoraggiò Micheal.
"Uno,
due, tre..." Ripetè Leonard concentrato.
Era
sera e ormai tutti gli iscritti al corso erano andati via. Ognuno di
loro spiccava per la loro bravura e ambivano a divenire
ballerini professionisti.
Quale
sogno proibito.
Una
volta Miacheal era un professionista che calcava le scene con il suo
meraviglioso passo e faceva cadere ai suoi piedi qualsiasi partner
femminile che gli capitava.
Quanta
gloria e quanto falso orgoglio poteva ottenere da quel mondo, che ormai
non sentiva più suo!
Solo un
altro ballerino si era accorto di quanto Micheal fosse annoiato di quel
mondo dorato. Alejandro Ramirez, suo eterno avversario.
"Fai
coppia con me."
Gli
disse un giorno, durante una premiazione. La luna si stagliava alta nel
cielo e l'ultima cosa che Micheal si aspettava da quella serata, era
proprio l'invito di Ramirez.
"Con
te? Mai! Preferisco perdere più volte milioni di gare che
averti come partner!"
"Ed
è quello che desideri?"
"No!
Si! Accidenti!" Micheal era confuso. Possibile che Alejandro gli
facesse questo effetto? Era l'alcol bevuto? O la luce della luna?
"Non
vuoi nemmeno provare per vedere cosa so fare in coppia?" Il tono di
Alejandro era squisito e gentile.
Micheal
grugnì seccato.
"E va
bene..."
Passarono
dei mesi, in cui stare semplicemente a contatto era divenuta per loro
un esigenza primaria. Alejandro aveva insegnato a Micheal tutto
ciò che sapeva, le giornate alla scuola di ballo di
Alejandro scorrevano serene e camminare tra gli altri ballerini alle
gare ufficiali, Micheal non vi dava peso.
Era
merito dell'amore delicato e puro di Alejandro a riempire un vuoto, un
vuoto inspiegabile. E allora Alejandro era solito abbracciarsi il suo
ragazzo, in un tenero congiungimento che faceva piangere un giovane
Micheal.
"Mi
ami?"
"Con
tutto el mi corazon." Gli sussurrava l'argentino.
Ed era
l'amore che li univa, la passione che li bruciava; anche nel ballo si
poteva percepire.
Le mani
solenni che si intrecciavano, la vicinanza dei loro corpi che
creava un alchimia diversa, sia il pubblico che gli altri ballerini si
meravigliarono davanti a quel chiaro atto non solo di ballare, ma di
esplicito amore.
A volte
Micheal non si spiegava di quanto gli piacesse quell'uomo. Era proprio
vero che gli opposti si attraggono.
Micheal
era un vero casinista.
Alejandro
un uomo di parola.
Micheal
dormiva sempre scoperto.
Raramente
Alejandro dormiva senza pigiama.
E dire
che erano avversari. Quante volte Alejandro, con le sue vittorie, aveva
inferto a Micheal dolore e sofferenze?
Ma ora
che erano insieme, che vincevano insieme quelle ferite erano ormai
sparite.
Alejandro
Ramirez inoltre era stupendo.
Alto,
corpo snello, capelli neri e profondi occhi verdi, classica carnagione
latina e un sedere davvero invitante.
Era
l'incarnazione del ballerino perfetto. Quel bizzarro danzatore da
qualche tempo però, guardava Micheal con occhi diversi che
in passato, perchè? Si chiese Micheal.
"Micheal."
"Dimmi."
"Te
quiero."
"Ti amo
anch'io Alejandro."
Non
ottenne altro che questa risposta, quando Alejandro si sentì
male sul serio.
Una
corsa all'ospedale e un Alejandro sofferente venne portato d'urgenza
nel reparto di medicina.
Una,
due, tre, quattro d'ore d'agonia ad aspettare... Sperare che Alejandro
uscisse da quella stanza sano e salvo.
Ma il
suo cuore aveva cessato di battere.
"Aveva
una malformazione cardiaca. Il ballo lo faceva stare bene, ma era
sempre in pericolo. Non poteva operarsi, mi dispiace." Aveva detto il
dottore.
Una
parte dell'anima di Micheal morì con lui.
Lo
pianse abbastanza da rendersi conto che il suo unico amore non avrebbe
voluto così. Gli aveva dato una nuova vita e non poteva
sprecarla. Quindi impiegò la sua nuova forza nella scuola di
ballo aperta in suo onore, "El baile del mi corazon."
"Sei
pronto? Ti faccio fare la giravolta, eh?"
"No,
Micheal! Aspetta! Aspe..."
Leonard
eseguì una piroetta perfetta.
"Visto?
Non era difficile."
"Accidenti.
Non l'avevo mai fatta così bene."
"Forse
perchè la tua partner non sa guidare. Guarda che ogni tanto
vi vedo che invertite i ruoli."
"Lo
faccio per capire bene come devo far muovere la mia partner."
"Tecnica
interessante, ma memorizzare non basta." Sussurrò Micheal.
Posò
la sua mano sullo stomaco di Leonard. Era allenato certo, ma sembrava
trattenesse il respiro.
"Devi
far scaturire il sentimento da qui. Non c'è solo la testa in
questa danza, ma anche il cuore e devi lasciarti trasportare.
Perchè la tua partner è più flessuosa,
ti chiederai?"
"Già!"
Si illuminò Leonard, voltando la testa per guardare Micheal.
Quest'ultimo sorrise.
"Perchè
sente di più il trasporto e la passione. Lasciati andare
Leonard, lascia che ti guidi io."
Leonard
emise un lungo respiro.
Mise la
mano sopra quella dell'istruttore e chiuse gli occhi.
-Non
è solo questione di testa...- Si ripetè Leonard.
Micheal
gli fece ripetere il passo precedente e Leonard lo compì
meglio di prima.
In quel
momento, gli sembrò di rivedere Alejandro, il suo Alejandro.
Leonard riaprì gli occhi, più consapevole e
più motivato ad imparare.
Micheal
si perse momentaneamente in quei pozzi verdi che Leonard possedeva.
Leonard,
dal canto suo, pensava a quanto tristi fossero gli occhi di Micheal. Un
blu terso e ombroso, davvero sensuale. Chissà quale pena
portava nel suo cuore e di certo non poteva confortarlo.
Ma
decise ugualmente di provarci.
Avvicinò
il suo volto all'istruttore di ballo e sfiorò le sue labbra
con un candido bacio. Micheal rispose appena a quel timido inizo.
"Vuoi
continuare a ballare?" Incitò Micheal, in un sospiro.
Il viso
di Leonard divenne rosso dalla vergogna e dall'emozione.
"Si,
si..."
E
Micheal lo ribaciò con più impeto, in una danza
calda e sensuale, che in quell'istante non era il solito tango
argentino.
OWARI
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