Pagina normale senza titolo
...La
cicatrice di Harry bruciò.
E lui
capì qualcosa che non voleva capire.
Seppe
qualcosa che non avrebbe voluto sapere.
Mai.
Non
esisteva una spiegazione logica eppure era così...
I
CAPITOLO – Harry sta per sposarsi
Era il
giorno del suo matrimonio.
Lui
aspettava Ginny in chiesa.
C’era
persino zia Petunia in ultima fila con un vestito nero.
George,
Ron, Hermione e Percy erano in prima fila sulla navata di destra.
Sulla
sinistra la professoressa Mc. Grannit e Hagrid che spesso
suscitava occhiate particolari, nonostante quasi tutti i presenti
fossero maghi.
Quando
Harry portò la mano alla fronte nessuno ci fece caso, erano
cinque anni che lui aveva sconfitto Volfemort, e quello poteva
anche essere solo un gesto automatico.
Ma quel
dolore bruciante non poteva essere altro, non aveva mai
significato nient’altro.
Si
avvicinò alla prima fila dove i suoi due migliori amici, vestiti
molto elegantemente, seduti, si tenevano per mano.
“Ho
bisogno di parlarvi” sussurrò.
Entrambi
lo guardarono con tanto d’occhi.
“Ginny
sarà qui fra dieci minuti!” gli sibilò Ron disorientato.
Hermione
percepì invece la tensione di Harry: “Che succede?”
chiese succinta.
“C’entra
questa” si passo, come se fosse un gesto distratto, la mano
sulla fronte scostando appena i capelli.
Entrambi
si alzarono di scatto e lo seguirono fuori dalla porta laterale
della chiesa.
“Sarà
l’ansia” tentò Ron.
Ma se
fosse stato così, la fronte avrebbe dovuto di certo bruciare
molto più a Ron che a Harry.
“Come
può essere Lui?” chiese Hermione cercando di
razionalizzare tutto.
“Non
lo so. So solo che questa cicatrice non mi brucia da cinque anni...”.
Harry
inspirò a fondo.
“Da
quando hai sconfitto Voldemort” sussurrò con un filo di
voce Ron.
“Non
pensarci per ora” consiglio Hermione a corto di idee.
Harry
annuì senza sapere... beh... nulla per la verità.
“Il
matrimonio...tu sai chi... Ginny... io non...” Ron
era in preda ad un attacco di panico.
“Respira”
gli consigliò Hermione prendendogli il viso fra le mani perché
sui concentrasse su quello che gli aveva detto.
Dopo una
decina di secondi stava già meglio.
Harry
aveva preso una decisione: “Per oggi non ne faremo parola
con nessuno se non in caso di emergenza...”
“Cioè?”
lo interruppe Ron.
“Non
lo so” rispose duro Harry “Domani ne parleremo con
quelli dell’ex Ordine della Fenice che rimarranno a casa tua
dopo la festa”.
Gli amici
annuirono.
Rientrando
George gli andò incontro.
“Hey
amico...Ginny sarà solo un po’ alle prese con il vestito,
con mamma e con il traffico... arriverà presto...” gli
strizzò l’occhio e dopo avergli assestato una pacca sulla
spalla lo lasciò raggiungere la sua ‘postazione’ di
lato all’altare.
Doveva
essere la giornata più bella della sua vita.
Il
coronamento di un sogno.
La
promessa dell’unione per l’eternità.
No.
Tutto era
successo in cinque minuti.
E aveva
stravolto la sua vita che ora era costellata da punti di domanda
sparsi ovunque.
*fine*
|