Jealousy
A
FujixTezukaxTaka FanFiction
“Il
pleure dans mon coeur/ comme il pleut sur la ville”
Paul Verlaine,
“Ariettes oubliées”
Dicono
che la pioggia porti malinconia e tristezza, addirittura sfortuna e
morte. O almeno, lo dice la maggior parte delle persone, quelle che
non riescono ad apprezzarne invece la bellezza e la profondità,
giudicando l'evento come qualcosa di passeggero ed effimero.
Fortunatamente,
non tutte le persone la pensano così.
La
pioggia invece piaceva molto a Fuji. Gli è sempre piaciuta, lo
rilassava e riusciva a tranquillizzarlo anche nei momenti più
critici. Diciamo che, quando piove, tutto lo stress accumulato
scivolava assieme alla pioggia stessa. Era una specie di
purificazione per lui, un mezzo per liberarsi totalmente dalle
preoccupazioni. Spesso rimaneva a pensare fissandola per ore dalla
finestra della sua stanza, quasi fosse ipnotizzato dal ritmo di
caduta e dal rumore scrosciante di essa. Estasi pura.
-...Oh,
piove...-. Eiji continuava a fissare la goccia caduta sul
palmo della sua mano, dopodiché rivolse lo sguardo verso Fuji,
che fece un impercettibile sorriso guardando il cielo ormai diventato
grigio. -Nyaaaan! I gatti odiano l'acqua...! Mi vado a
rifugiare sotto la panchina!- continuò incamminandosi e
cercando di evitare le pozzanghere create dalla pioggia.
-Mi
sa che l'allenamento finisce qui, per oggi...- disse Oishi con
tono ironico giocherellando con una pallina da tennis che, fino
all'attimo prima, si stava preparando a lanciare. -Prendila,
Eiji-kun!- e dicendo così, lanciò la pallina ad
Eiji, che, con una moina da gatto, rincorse fino a fine campo.
-Strano...
Le probabilità di pioggia di oggi erano sotto il 15%...-
mugugnò stranito Inui aggiustandosi gli occhiali -...sarà
uno sbalzo di temperatura...?-
-Mada
mada dane, Inui-senpai...- ridacchiò Ryoma passando
davanti a Inui con aria sbruffona, come al suo solito. -Non è
che ti sei sbagliato, per una volta?-.
Tutti
i componenti della Seigaku si voltarono verso Ryoma con uno sguardo
sbalordito, per non dire assolutamente schifato.
-...cosa
ho detto di male...??-
-Dire
che io sbagli è come dire che gli asini volino, Echizen...
Vuoi mettere alla prova i miei dati...?-
-Volete
mettere alla prova 40 giri di campo?- disse Tezuka con tono
seccato, con le sue solite braccia incrociate e il suo sguardo freddo
che puntava dritto contro Inui e Ryoma.
-Ah
ah ah, non ti smentisci mai, eh?- disse Momo carezzando la
testa al piccolo Echizen. -Vieni, tappo, ti riporto a
casa...-
-Okay,
ma questa volta cerca di non sbandare con la bici come ieri,
Momo-senpai. E' per miracolo che sono vivo, mi hai schiacciato col
tuo nobile peso...-
-Taci,
Echizen.-.
-Fssshh,
guarda te che casinari... Andiamo agli spogliatoi, invece di fare gli
scemi...- disse Kaidoh terribilmente seccato dalla pioggia.
-Diamine, per colpa di questa dannatissima pioggia oggi dovrò
dire addio ai miei allenamenti pomeridiani...-
-A
me non dispiace... Anzi, la trovo piuttosto bella- dichiarò
Fuji sorridendo come suo solito, continuando a guardare il cielo.
-E' dolce... Ipnotizzante... Ti prende totalmente.... Fosse
per me rimarrei qua sotto ad osservarla...-
Fuji
sentì un lieve peso sulla testa, e dopo qualche istante trovò
appoggiata sulla sua testa una felpa dei regolari. Si girò di
scatto.
-Si,
ma se rimani tutto il tempo qua sotto, ti verrà una polmonite,
Fuji... Non è prudente, non trovi?-
-Già...
Hai ragione...-.
Fuji
riprese a guardare il cielo, acciuffò una manica della felpa e
la strinse forte, con l'intenzione di non volerla restituire, anche
se sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto renderla. Il cuore iniziò
a battere più velocemente, un lieve rossore apparì
sulle sue guance. Dopodichè si rigirò.
-Ehm...
Graz...-
-Ehiiiiiii!!
Scusate, avete finito questo colloquio sotto la pioggia, voi sette
laggiùùù?? Kaidoh e io stiamo entrando, non
vogliamo morire congelati... Oishi, daiiii!! E' tardi, poi non
possiamo più andare lì!! Sbrigati!!-,
urlò
Eiji facendo muovere a destra e sinistra le braccia e facendo segno
ad Oishi di andare.
-Arrivo,
Eiji-kun!!- disse Oishi mandando un occhiolino al suo compagno
di doppio. Intanto gli altri membri incamminandosi guardavano curiosi
il ragazzo.
-Dov'è
che dovete andare tu ed Eiji...?- disse Inui sfogliando il suo
quaderno dei dati.
-...Eh?
Io, ehm... Da nessuna parte...- rispose Oishi in maniera
sbrigativa. -Perché me lo chiedi...? Eh??-
-Pura
curiosità... Tu ed Eiji chissà cosa combinate
insieme... Siete fin troppo strani....-
-Ah
ah ah, ma non dire sciocchezze...- continuò Oishi
scuotendo su e giù la mano. -E cosa dovremmo fare,
scusa?-
-Eh,
chissà...-
Ci
fu un piccolo sottofondo di risate creato da Momo, Fuji, Inui e Taka.
Tezuka continuava a sbuffare e Ryoma continuava a non capire.
-Perché
ridete, scusa?? Momo-senpai, cosa dovrebbero fare Eiji ed Oishi?-
chiese Ryoma davvero curioso della risposta.
-Taci,
Echizen. Non è roba per te.- rispose seccato Momo.
Intanto le risatine continuavano a fare da colonna sonora.
-Mada
mada dane...- sussurrò scocciato Ryoma. -Perché
non è roba per me, scusami?-
-Un
giorno lo capirai... E se mai dovrà venire il giorno in cui
capirai, te lo spiegherò io...-
-Continuo
a non capire, Momo-senpai...- Momo diede una pacca sul sedere
di Ryoma.
-Cammina,
che è meglio...-
-Nessuno
ti ha dato il permesso di toccarmi...-
-Ma
sono pur sempre un tuo senpai, tappo...- disse Momo alzando
con orgoglio la testa in alto.
-E
smettila di chiamarmi tappo. Sai chi hai di fronte??-
-...un
puffo.-
-Come
osi...?-
Mentre
la discussione proseguiva così, Taka, rivolto a Fuji,
commentava la scena.
-Certo
che Momo e Ryoma sono davvero divertenti...-
-Eh,
già...- rispose Fuji ridacchiando. La felpa era ancora
sulla sua testa, arrossì di nuovo e deglutì a fatica.
-Taka...-
-Si?
Dimmi...-
-...la
felpa... Grazie...- Il ragazzo porse lentamente l'indumento
all'amico. Non appena Taka sfiorò la sua mano, Fuji iniziò
a tremare, quindi la ripose subito indietro.
-Di
nulla...-. Fuji sorrise amaramente, sperando che l'amico non
abbia notato il cambiamento.
-Aaaah,
finalmente...!- Esclamò Eiji non appena vide Oishi
entrare nello spogliatoio, tutto bagnato. -Oishi, ma sei
pazzo?!!? Sei tutto bagnato, vatti subito ad asciugare...!!-
-Subito,
Eiji-kun!- disse il ragazzo togliendosi frettolosamente la
maglietta; intanto gli altri ragazzi, lanciandosi sguardi di intesa,
ridevano alle spalle di Oishi.
-Guardate
che se non la finite vi faccio lavorare nella palestra al chiuso...-
borbottò Tezuka rigido.
-...sissignore...-
dissero tutti quanti con un filo di voce, per poi cadere in un gran
silenzio.
Fuji
si sentiva in imbarazzo quando si trovava lì: quella assenza
di privacy lo opprimeva e il sapere che Taka era lì vicino, e
che al contrario non si faceva tanti problemi, lo faceva andare
completamente in tilt. Quindi, come suo solito, prese la sua roba e
si cambiò in bagno.
“Diamine,
ho fatto un'altra figuraccia...” pensò mentre chiudeva a
chiave la porta del bagno. Si tolse la maglietta, aprì il
rubinetto e si sciacquò la faccia velocemente, dopodiché
fissò la sua immagine riflessa nello specchio. I suoi occhi
trasmettevano serietà e irrequietezza e talvolta addirittura
lo spaventavano. Per questo li tiene perennemente chiusi. Per
nascondere quella fastidiosa espressione. La cosa che più
odiava di sé.
-Io...-
sussurrò lentamente continuando ad esaminare il suo volto,
-Io che sono il Tensai... Perché non riesco a trovare
un modo per essere sincero con me...? Sincero con gli altri... Con i
miei amici... Con lui...-
Nella
sua mente comparì l'immagine del ragazzo, col suo sorriso
smagliante e i suoi capelli dal colore caldo ed energico.
Ecco,
quel che invidiava di Taka era il sorriso: un sorriso sincero e
aperto a tutti; non come il suo, usato come maschera per nascondere i
sentimenti.
-La
verità è che sono un emerito bugiardo...- continuò
poggiando delicatamente le dita sullo specchio, all'altezza delle
labbra, -Io... Sono un imbroglione che non conosce la
solitudine...-
Fuji
si voltò di scatto, come se fosse spaventato, e iniziò
ad infilarsi la divisa. Intanto la pioggia continuava incessante a
cadere sopra Tokyo.
Finito
di vestirsi, Fuji prese tutta la sua roba e uscì dal bagno,
cercando di sembrare disinvolto come suo solito. Lo spogliatoio
profumava leggermente di sapone e, dirigendosi verso la sua borsa,
continuava ad assaporare quel dolce profumo che presto sarebbe
svanito nel nulla pensando a cosa avrebbe detto a Taka, dopo quel
dolce quadretto sotto la pioggia creato per la sua stessa
testardagine.
-Hai
finito, Fuji?- chiese Tezuka col suo solito tono serio.
-Andiamo?-. Il ragazzo porse a Fuji un ombrello
azzurro, con un disegno a ghirigori nero.
Fuji
tese la mano verso l'ombrello, fissando lo sguardo ghiacciante del
suo capitano.
“Tezuka...”
pensava, “...sei sempre il solito... Cerchi di negare
l'evidenza? Beh, io ho già capito tutto. Quindi perché
non mi dici subito quel che pensi? Perché rodersi così
tanto? Perché torturarmi con questo terribile ritornello che
va avanti ogni giorno? Avanti... Dimmi tutto... Così potrò
finalmente...”
-Sei
senza ombrello, Fuji? Se ti va, puoi rimanere da me finché non
spiove, ti va? Posso offrirti qualcosa, oggi mio padre ha trovato
dell'ottimo pesce al mercato...-
Fuji
si girò di scatto.
“Taka...”...
Il cuore di Fuji sobbalzò, e si rigirò per vedere lo
sguardo di Tezuka, che si era impercepibilmente irrigidito. Fuji si
ritrovò per l'ennesima volta immerso dai dubbi: non sapeva
cosa fare.
Taka
o Tezuka? Un dilemma che l'aveva oppresso già da qualche
tempo...
Tezuka...
Il suo capitano, il suo amico, una delle persone che più lo
avevano colpito in tutta la sua vita, per quanto potesse essere
lunga... Da quando era tornato dalla Germania, lo trovava cambiato...
Anche se gli altri non se n'erano accorti, lui sapeva perfettamente
quali erano le sue intenzioni nei suoi confronti. E stranamente non
lo infastidivano per niente; dopotutto, stiamo parlando di
un'amicizia molto profonda, e l'affetto non era mai mancato.
Tuttavia...
...c'era
un'altra persona a cui era eternamente grato, e quella persona non
era Taka, bensì Ryoma.
Ryoma...
Se non fosse stato per quel prodigio presuntuoso del tennis, forse,
non avrebbe mai potuto conoscere Taka.
Lo
conobbe solo dopo i match per la classifica interna, che servivano a
dare il benvenuto ai nuovi regolari della Seigaku: un ragazzo
all'apparenza timido e riservato che, non appena sfiorava il manico
della sua racchetta da tennis, veniva preso totalmente dal furore e
iniziava a mostrare una parte di sé davvero inaspettata. Lo
capì solo sentendo quel "BURNING!" che era una
persona davvero speciale.
Sesto
senso?
Beh,
chiamatelo pure così, ma per Fuji era qualcos'altro...
Una
sensazione totalmente diversa mai provata fino a quel momento.
Qualcosa che è quasi impossibile descrivere, ma che Fuji
sentiva sua già.
Si
sentiva come se stesse ridendo nel pianto: un sentimento che affanna
nell'uscire fuori allo scoperto che non è facile ad esprimere
con le sole parole.
Era
qualcosa che lo faceva sentire vivo, pieno di forza, ma che a volte
lo sfiniva talmente tanto da fargli uscire le lacrime. Travolgente...
Estasiante... Bollente...
Già,
era amore. E non se n'era reso conto fino a qualche mese dopo, mentre
era con lui a mangiare al negozio di suo padre dell'ottimo Wasabi.
Taka era davvero contento, non faceva altro che dire -Waaah!
Sei la prima persona che conosco che esce totalmente pazza per il
Wasabi di mio padre!! Ma è fantastico!- e mostrava
senza esitazione quel bellissimo sorriso di sempre.
Da
allora fece sempre più attenzione a quel sentimento che
cresceva, e lo curava quasi fosse una pianta... Un piccolo bonsai:
piccolo fuori, grande dentro...
Ora,
quel piccolo bonsai era crescuito molto, sebbene fosse passato poco
tempo.
E
non aveva nessuna vaga intenzione di voler mollare tutto ora.
-Scusa,
Tezuka... Oggi vado da Taka-san... Ho voglia di wasabi.-
Nello spogliatoio calò un slenzio tombale nella maniera più brusca possibile, lasciando risuonare il dolce rumore della pioggia... |