WhipCatII
Note introduttive blablabla: I cari ragazzi non sono miei. E questo non è mai successo.
Anche perchè non è che succeda granchè, in questo capitolo.
E-sì, è bene
che vi spieghi. Perchè è capitato che, incoraggiata dai
vostri commenti positivi, e dai Preferiti... Mi sono montata la testa,
e il risultato è un trilogia degli Abba. In realtà le
fanfiction si possono benissimo leggere separatamente, ed è per
questo che le pubblico come one-shot; ma la storia è una sola, e
questo è, a rigor di logica, il seguito di Does your mother
know.
Sì, è una
mossa azzardata. Ma la colpa è vostra, che recensite così
bene e-mi manca l'aria, addirittura preferite!
Volendo tralasciare questi
sproloqui puramente protagonistici, è bene avvertirvi
dell'entrata in scena di un nuovo personaggio, l'amabile Greven, che nella foto gentilmente concessavi dalla mia magnanima persona è in compagnia del sempre splendido Cat. Aw.
Nel caso non lo
conosceste, ritengo opportuna un minimo di pubblicità: Bjorn
è il magico bassista degli Alter Egon, che meritano di essere
ascoltati anche solo perchè sono la band di Peter London. Aw.
E' anche il migliore amico di Cat, davvero!
Gimme gimme gimme
a man after midnight
Half past twelve
And I'm watching the late show in my flat all alone
How I hate to spend the evening on my own
Eric detestava gli Abba.
Li detestava da sempre, a
memoria d’uomo. Dapprima li aveva odiati con la tenacia innocente
dell’infanzia, provocando l’ilarità generale
dei parenti; poi il sentimento gli si era radicato dentro
avvantaggiandosi delle scuse tratte dall’esperienza. Li
detestava perché erano gli Abba, e gli ricordavano i suoi
genitori e l’odore penetrante della sigaretta di suo padre in
macchina, quando andavano a trovare i nonni a Uppsala.
I vent’anni
avrebbero dovuto rappresentare il culmine di quell’odio,
sublimato e raffinato da un fastidio sedimentato a lungo sin nelle
più recondite viscide del suo animo.
Il problema era che erano
almeno tre anni, che Eric non riusciva più a odiarli con la
stessa forza: si erano insorabilmente legati, nella sua testa e
altrove, nascosti in qualche andito profondo del suo cuore, alla
memoria di un uomo che una sera qualsiasi di ebbrezza ordinaria aveva
scopato nel suo appartamento a Stoccolma.
Un uomo che la settimana dopo, per un caso assurdo e grazie a un’altra sbornia, era diventato il leader della sua band.
Whiplasher Bernadotte
–perché nella sua testa Eric non riusciva a pronunciare il
nome Andreas Bergh, sillabe morbide infuse di un veleno pericoloso,
senza avvertire uno spiacevole nodo alle budella, era La Causa.
Era colpa del suo amore
assurdo per quell’uomo inarrivabile, se adesso, al solo pavido
accennarsi delle note di Mamma Mia, era scosso da risatine isteriche e
un’inesauribile voglia di cantare. Era un amore così, il
suo. Malgrado fosse tutto nella sua testa, non riusciva a liberarsene,
e lo covava dentro come un cancro doloroso eppure indispensabile.
Non che non ci fosse stato del sesso, dopo quella prima notte.
Ma la violenza del
dopo-concerto, la sigaretta fumata rapidamente nel post-coito e gli
innumerevoli cocktails prenuziali davano a quegli incontri veloci e
casuali l’aria clandestina di una relazione facile e indolore,
senza risvolti emotivi e con il massimo guadagno per entrambi.
Eric non aveva dubbi che
per Andreas –Whiplasher, si ripeteva- fosse quella la natura del
loro rapporto-non rapporto; un’amicizia dagli innumerevoli
benefici, da cui trarre vantaggio nei momenti di sconforto, o di
penuria. E lo odiava con tutta la forza del suo cuore devastato; solo,
non poteva che ricaderci.
Autumn winds
Blowing outside my window as I look around the room
And it makes me so depressed to see the gloom
Un’ altra cosa che Eric detestava era restare a casa da solo la sera, specialmente il venerdì.
Malgrado facesse parte di
una delle band più celebri di tutta la Svezia –e una band
Metal, mica quelle checche degli Ark- lo faceva sentire un fallito
assoluto sapere che l’ottanta per cento della popolazione svedese
ballava e beveva e diosacosa mentre lui se ne stava stravaccato sul
divano, a fumare innumerevoli sigarette e a fissare le figurette
analogiche della televisione, un vento autunnale e gelato che si
insinuava dalla finestra socchiusa, espediente senza il quale sarebbe
morto soffocato dalle sue stesse emissioni di tabagista forsennato.
Era una cosa che lo faceva pensare,
e se c’era un’altra cosa che detestava era pensare, come
sapevano bene i membri della sua band, e i suoi ex e l’universo
mondo.
Gli dava il mal di testa,
e aveva il brutto vizio di ricordargli il sorriso di Whiplasher, la sua
brutta faccia di vecchio, e la sua pelle liscia sotto le dita, quando
lo scopava.
There's not a soul out there
no one to hear my prayer
Cambiò posizione
sul divano, sistemandosi con la testa sul bracciolo e le gambe stese.
Indossava pantaloni fetidi di felpa grigia e una melanconica maglietta
bianco-rosella, risultato di tentativi di lavaggio a macchina poco
consoni. Aveva i capelli disordinati ed era struccato, e il suo alito
doveva essere mortifero, a giudicare dalla qauntità di latine
vuote di birra sul tavolino.
Fuori, per strada, nessun
rumore se non quello di una macchina sporadica, con la radio alta,
sfrecciante per Stoccolma gravida di potenziali clienti di pub e
discoteche. E dentro l’attico nel cuore di Stoccolma, Cat Casino
che mugolava voltandosi sulla pancia, estraendo un telefono cellulare
da sotto l’involto di plaid e pelle di divano e ginocchia ossute.
Pensò di chiamare Emil per farsi una birra, o Samantha per farsi un Cosmopolitan e due risate.
Si prese del tempo e
cambiò canale, e proprio quando aveva optato per Samantha, delle
note familiari riempirono l’appartamento e la sua testa, con il
loro inesorabile potenziale omicida.
Gimme gimme gimme a man after midnight
Won't somebody help me chase the shadows away
Gimme gimme gimme a man after midnight
Take me through the darkness to the break of the day
I giovani Abba sorridevano spensierati e cotonati, ballando in un programma televisivo degli anni ottanta.
Eric dovette chiudere gli
occhi e riaprirli diverse volte per assicurarsi che quella non fosse
un’allucinazione etilica, il primo stadio per il manicomio;
invano, però. Ogni volta che tornava a posare gli occhi sul
teleschermo, Björn gli ammiccava pericolosamente balbettando
stralci di canzone in playback.
La canzone in questione,
penetrante e ripetitiva e banale al punto di dare il voltastomaco, o di
infondere una voglia sfrenata di zompare per la stanza ballando, era
piuttosto eloquente.
Ora, Eric non credeva ai segni del destino, ma era fermamente convinto che certe coincidenze fossero in qualche modo utili, ecco, per dibattersi nel marasma di circostanze
che una vita piuttosto sregolata gli imponeva. Così, quando gli
giunse alle orecchie il ben noto ritornello della ben nota canzone,
decise che la serata aveva bisogno di una nuova direzione, una
direzione più allettante.
Giocherellò col cellulare canticchiando svagatamente la parte di Agnetha, e senza quasi pensarci compose un numero.
Movie stars
Find the end of the rainbow, with a fortune to win
It's so different from the world I'm living in
A beneficio di inventario,
bisogna precisare che l’idea suicida di chiamare Andreas gli era
passata per la testa. Era sicuro che avrebbe risposto con la voce
sfatta, un po’ impastata dall’alcol; si sarebbe preoccupato
un po’, perché il giorno dopo avevano un concerto che
sarebbe andato a puttane se Cat si fosse sentito male. Avrebbe intuito
il motivo della chiamata solo dopo un po’, e allora Eric sarebbe
riuscito a sentire il sorriso
dell’altro come una vibrazione interiore. Sarebbe venuto e
l’avrebbe scopato, e lui si sarebbe svegliato col cerchio alla
testa e una voglia pressante di vomitare, ma almeno per una notte
l’avrebbe avuto con lui, e Andreas non sarebbe stato con una di
quelle puttane, e magari sarebbe stato tutto diverso.
Tired of T.V.
I open the window and I gaze into the night
But there's nothing there to see, no one in sight
Eric era uno così.
Aveva fantasia, e la fantasia coadiuvata dall’alcol lo aiutava a
sedare i demoni nella sua testa, almeno per un po’. Si
alzò controvoglia dal divano e spense la televisione, e si mosse
a tentoni nella stanza buia mentre il cellulare dava il segnale di
libero. Aprì la finestra e si sporse sulla strada umida,
illuminata da qualche lampione e dalla luna piena, e dall’insegna
lontana di un night club. Poi si accese una sigaretta, una di quelle
lunghe sigarette al mentolo che fumava ogni tanto in autunno
perché gli ricordavano una sua ex dei tempi del liceo.
Il cellulare dava ancora il segnale di libero.
Batteva la calma quieta
del suo cuore, quel sentore fosco e però tranquillo di quando si
è fatta una rinuncia, ma si sa che è per il proprio bene.
Pensò che in
definitiva è abbastanza comune non vedere i propri sogni
realizzati, a meno che non si viva in un telefilm, e che bisognava che
fosse grato di suonare in una band, che poi era quello il suo sogno, e
Andreas Bergh non c’entrava in nessun modo.
Stava appunto rimproverandosi di quell’indulgere all’attivita demodé del pensiero, quando all’altro capo della cornetta qualcuno rispose.
- Eric? Aveva una sfumatura quasi preoccupata, quella voce familiare.
There's not a soul out there
no one to hear my prayer
Allo stato attuale delle
cose, non restava che spaparanzarsi sul divano e riaccendere la
televisione, in attesa che il suo personale servizio a domicilio di
sesso sfrenato gli si materializzasse fra le braccia.
Sorrise fra sé, e
sè, baldanzosamente. Non aveva chiamato Andreas, il che
dimostrava che aveva fatto notevoli passi avanti nelle modalità
di accettazione-superazione di quella cotta adolescenziale. Era adulto
e consapevole, e per quanto gliene importava, poteva anche guardare
quel live degli Abba senza dover affrontare quella sensazione di
benessere galleggiante e malcelato e detestabile.
Sì, era adulto e consapevole.
Per questo aveva chiamato Björn, e non Andreas.
Björn era
assolutamente il tipo di amico di cui aveva bisogno in una sera come
quella. Lo conosceva dai tempi dell’asilo nido, il che lo salvava
dal tragico destino di doversi rendere presentabile, era bello e aveva
mani meravigliose. Inoltre era suo amico, suo amico e basta.
Il sesso fra loro aveva
tutte le carte in regola: era asettico e divertente, e non lasciava col
cuore spezzato. E il fatto che Björn fosse generalmente
eterosessuale non mancava di lusingarlo ogni giorno, perché gli
solleticava l’autostima il fatto che fosse l’unico maschio
che Greven si scopava.
Gimme gimme gimme a man after midnight
Won't somebody help me chase the shadows away
Gimme gimme gimme a man after midnight
Take me through the darkness to the break of the day
La serata, insomma, era all’insegna della massima dignità.
Sistemò il
tavolino, estrasse un paio di birre dal frigorifero e si accese
un’altra sigaretta. Poi si diresse con molta eleganza in camera
da letto, ed estrasse un paio di preservativi dal pacchetto che teneva
sul comodino, sistemandoli sul mobile della televisione nel caso di
improvvisi scoppi di passione sul pavimento del salotto.
Seduto sul divano, un
braccio a reggerlo dietro la nuca, era certo che nulla, nulla potesse
ledere la sua immagine di uomo forte e coraggioso, un uomo di cui
potersi fidare. E orgoglioso di sé com’era, non si rese
conto di ondeggiare la testa a ritmo di musica.
Gimme gimme gimme a man after midnight
Won't somebody help me chase the shadows away
Gimme gimme gimme a man after midnight
Take me through the darkness to the break of the day
Bjrn aprì la porta senza bussare.
Aveva le chiavi di casa da
quando Cat l’aveva comprata, due anni prima, con il ricavato del
primo tour, e se avesse avvertito tutte le volte che si intrufolava in
casa dell’amico per rubargli birra o vestiti, probabilmente gli
avrebbe provocato svariati esaurimenti nervosi. Inoltre, data la
conoscenza di vecchia data, era alquanto improbabile che l’altro
potesse riservargli sorprese.
Quando lo trovò
sculettante e canticchiante in piedi sul divano, e quel
ch’è peggio con gli Abba come musica di sottofondo,
però, ebbe a convincersi definitivamente che c’era
qualcosa che non andava, in quel ragazzo.
- Greven! Oh, Greven, facciamo che tu-facciamo che tu sei Bjrn e io Agnetha?
Decisamente qualcosa che non andava.
Note di fine capitolo: Non credevate di scamparla, vero?
Bene, è opportuno
fare delle precisazioni. Bjorn e Greven sono la stessa persona, tranne
nei casi in cui si parla di un altro Bjorn, quello degli Abba. La cui
foto non allego per pigrizia e benevolenza nei vostri confronti. Ad
ogni modo non è in nessun modo cool come i nostri ragazzi,
quindi va da sè che non è così importante che voi
lo vediate.
Quanto a Samantha.. Non ho
proprio idea di chi sia. E' una deliziosa donnina bionda e popputa e
cotonata che vive nella mia mente, e che in questa fanfiction ha
assunto le vesti di amica-confidente di Cat. E' simpatica, vi
piacerà. Dubito che la riincontrerete, ma.. Insomma.
Credo di avere esaurito l'argomento ambiguità.
Vi ho già ringraziate per i preferiti e i commenti? Probabilmente sì, ma non fa male elencarvi una per una:
Fuyu: Ti
succhia anche l'anima. Oh, dai. E' bellissima, come fai a non
ripeterla? Senti come scivola in bocca: ti succhia anche l'anima. E
ugh, è disgustoso!
Grazie per essere sempre sollecita nel commentarmi, soprattutto senza coercizioni. E il mio senso dell'umorismo IMPERA.
Hellfire: Ecco, mi sa che sei stata tu la colpevole inconsapevole del tutto. Mi hai incoraggiata! Non si incoraggiano le catlasher compulsive! E no, non sei la sola, evidentemente! °O° Che gioia scoprirlo!
SweetPandemonium: Intanto
già ti amo perchè quel nick viene dagli H.I.M., lo sento.
E poi-aw. Ti capisco, come ti capisco. Io sono come drogata; ho avuto
la malaugurata idea di vedere questo
video di un'esecuzione live di Semi Automatic, e adesso sono
perduta. Comunque, eccoti servito un nuovo capitolo dell'epica
catlasher. E non vedo l'ora che anche tu mantenga la tua promessa e
scriva una fanfiction.
irisviola: Beh...
Sono contenta che ti sia piaciuta °O° E sono contenta che
condividi le impressioni di Andreas sulle labbra di Eric; insomma.
Quelle labbra. o__ò
E secondo me l'aggiunta di quel video ha alzato il rating di almeno sei
punti, portandolo inesorabilmente a rossoscarlattohardcore.
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