Cross-over Slayers &
Saiyuki:
“I
Predatori del Sutra perduto”
Scritta da Eternal Fantasy
Cap. 1: Incontri inaspettati
Era un sereno pomeriggio di
inizio autunno sulla strada verso il villaggio di Ogiliath; il sole era ancora
alto nel cielo limpido e la campagna era immersa in un’atmosfera pacifica e
perfettamente calma, almeno fino a che…
PALLA DI FUOCO!!!
Un’esplosione distrusse il
silenzio e buona parte di un bosco, dal quale uscirono poco dopo una ragazza
dai capelli rossi e i suoi tre compagni: uno spadaccino biondo, una ragazzina
più bassa dai capelli neri e un giovane il cui mantello non nascondeva del
tutto la pelle di pietra.
“Uffa!” sbuffò la vulcanica maga
“che spreco di tempo! Quei banditi non avevano neanche un tesoro degno di
questo nome!!!”
“Suvvia, Rina” la consolò il
ragazzo più alto “almeno la gente del villaggio ora potrà viaggiare tranquilla,
no?”
“Gourry ha ragione, Rina”
concordò la moretta “e poi quale ricompensa migliore di aver fatto trionfare la
Giustizia ancora una volta? Grazie a noi queste lande hanno riacquistato tutta
la loro tranquillità e la loro pace…”
Ma l’ispirato discorso di Amelia
venne interrotto da un urlo di panico seguito immediatamente da secche
detonazioni; “Spari?” pensò stupito Zelgadiss, conscio di quanto fossero rare
le armi da fuoco. Il gruppo si voltò verso il bosco da cui proveniva quel
trambusto; Rina, sperando di poterci ricavare qualcosa, decise di restare ad
assistere allo spettacolo.
Pochi istanti dopo le mandibole
di tutti e quattro toccarono il suolo, quando dalle fronde emerse uno
scarmigliato Xelloss che, in levitazione, cercava di sfuggire a quattro tizi
che lo inseguivano a bordo di una Jeep lanciata a tutta velocità, mentre il
biondo seduto accanto al guidatore lo tempestava con un caricatore dopo l’altro
di proiettili, costringendo il demone a uno slalom acrobatico, col sottofondo
delle allegre incitazioni dei due sul sedile posteriore.
Con un ultimo scatto disperato,
il subordinato di Zelas Metallium si rifugiò dietro la schiena di un’allibita
Rina; il fuoristrada inchiodò davanti a lei e quello che pareva proprio il capo
del gruppo si alzò puntandole contro la pistola.
“Consegnaci quel demone.” La sua
voce era gelida e impersonale, ma carica di una tale minacciosa autorità che
chiunque non avrebbe potuto fare altro che obbedire.
La stessa maga rossa provò
l’istinto di fare ciò che ordinava, pur di levarsi di dosso lo sguardo di
quegli implacabili occhi d’ametista. Ma ricordò di essere Rina Inverse, terrore
dei banditi, così non si lasciò intimidire e chiese con strafottenza: “E perché
dovrei?”
“Io sono Genjo Sanzo.” Dichiarò
laconico, come se questo bastasse a spiegare tutto.
“Embé?”
I tre compagni dell’impassibile
giovane sembrarono molto stupiti dalla reazione (o dalla sua assoluta mancanza)
del gruppo che si trovavano di fronte. Uno di essi, dai lunghi capelli rossi,
scoppiò a ridere: “Accidenti, dobbiamo essere davvero finiti in un altro mondo
se questi non sanno neppure chi sei!”
Alle parole dell’amico il giovane
moro alla guida della vettura si guardò intorno con cortese curiosità e
commentò pacatamente: “Per essere un altro mondo è davvero molto simile al
nostro.”
Il terzo, all’apparenza il più
giovane del gruppo, sembrò riflettere intensamente per svariati secondi, poi
decretò: “Sanzo… io ho faaaaaameeeeeee…”
GOCCIOLONE di tutti i presenti.
Il biondo assestò un colpo in
testa al compagno con un harisen (ventaglio di carta) comparso dal nulla, sotto
lo sguardo sogghignante del giovane con cui divideva il sedile posteriore:
“Stupida scimmia, possibile che
tu non pensi che con lo stomaco?”
“Non chiamarmi stupida scimmia,
scarafaggio rosso!”
“Come hai detto? Io ti ammazzo!”
“E io ti uccido!”
“No, io!”
“Io!”
“Io!”
“Io!”
“Io!”
BANG BANG!!!
Due colpi della Smith&Wesson di
Sanzo sfiorarono le orecchie dei suoi compagni, che si ricomposero all’istante.
“Andiamo, non è il caso di
comportarsi così; non è carino dare una cattiva impressione a chi si è appena
conosciuto!” il sorriso conciliante del guidatore dai gentili occhi verdi cercò
di smorzare la tensione.
Durante lo svolgimento di questa
scena, il gruppo di Rina era rimasto allibito; sulle loro facce si leggeva a
chiare lettere la domanda: “Ma chi sono questi pazzi? Vengono davvero da un
altro mondo? E che sono venuti a fare qua?” L’unico che potesse rispondere a
qualcuno di questi enigmi era Xelloss (seee, contaci!)…
“XELLOSS!” urlò Rina, accortasi
che il demone, quatto quatto, aveva approfittato della ‘distrazione’ dei suoi
inseguitori per darsela a gambe, stranamente a piedi.
Richiamati dal grido di Rina, gli
stranieri si accorsero della tentata defezione:
“Goku!” ordinò Sanzo.
Il più giovane sorrise e tra le
sue mani si materializzò un bastone rosso dalle estremità dorate: “Nyoi Bou,
allungati!” e l’asta si proiettò fino a raggiungere il demone, assestandogli un
colpo che lo stese a terra come una sogliola.
Davanti alle facce sempre più
stupefatte dei presenti, il ragazzo alla guida sfoderò il suo sorriso più
disarmante: “Credo che forse vi dobbiamo delle spiegazioni.”
“E così siete giunti nel nostro
mondo seguendo Xelloss.” Puntualizzò Rina. “Perché?”
“Quando quel ladro ha cercato di
rubare il mio Sutra del Cielo Demoniaco si è lasciato sfuggire che lo trovava
identico all’altro… ovvero il Sutra del Cielo Divino… che intendo
recuperare ad ogni costo.” Dichiarò Sanzo, seccato di dover dare spiegazioni a
chicchessia.
“Per quale motivo?”
Il bonzo le lanciò un’occhiata
omicida: “Ca**i miei.”
(“Ehi, ragazzi, evitiamo il turpiloquio!!! Questa è una
fic perbene!!!” NdA armata di harisen)
“Ti dai anche al furto adesso! Mi
vergogno profondamente per te, Xelloss!” esclamò Amelia in modo melodrammatico.
“Già; potevi almeno evitare di
farti beccare come un idiota!” commentò Zelgadiss “Si può sapere perché
t’interessa tanto quel coso, da farti andare a cercarlo su un altro mondo?”
Xelloss si esibì nel suo
sorrisetto più ebete: “Sore wa himitsu desu…” ma si ritrovò la pistola di Sanzo
puntata tra le sopracciglia.
“La risposta interessa anche a
me, quindi ti conviene parlare, a meno che tu non voglia ritrovarti un buco di
aerazione in fronte!”
Il tono e lo sguardo del biondo
monaco davano chiaramente ad intendere che NON stava scherzando; e Xelloss
sapeva che i proiettili della Shoureiju (pistola che esorcizza i demoni) erano
letali: durante la fuga aveva dovuto usare tutta la sua energia per creare una
barriera che lo proteggesse… se solo quel bonzo maledetto non avesse apposto un
sigillo mistico che gli impediva di teletrasportarsi… decise di tergiversare:
“Mi spiace, ma io eseguo solo gli ordini!”
L’espressione di Sanzo s’incupì
ulteriormente; di certo avrebbe sparato a quell’inutile demone se Gourry non
fosse intervenuto, grattandosi il capo con aria ingenua: “Scusate ma… cosa sono
questi Sutra? A che servono?”
Il bonzo lo squadrò con i suoi
freddi occhi d’ametista, ma il gentile Hakkai, il giovane dagli occhi verdi,
gli chiese con lo sguardo il permesso di continuare le spiegazioni. Sanzo
annuì, lasciando la parola al più diplomatico compagno:
“I Sutra sono rotoli di pergamena
che riportano scritti di enorme potere sacro; solo i monaci di più alto grado,
come Sanzo, possono utilizzarne le formule. Ma anni fa il Sutra del Cielo
Divino fu rubato dai demoni che volevano usarlo per risvegliare il Gran Demone
Gyuma-oh; il nostro compito è impedire che ciò avvenga, proteggendo il secondo
Sutra, e recuperare quello perduto.”
Nell’udire tali parole, Rina
percepì un brivido lungo la schiena: risvegliare un Dio-demone… non era forse
ciò che i demoni del loro mondo cercavano di fare da quando Shabranigdu era
stato sigillato? Il suo sguardo incandescente si posò su Xelloss, che ricorse
alla sua più falsa espressione d’innocenza.
Portandosi una mano alla tempia,
sbottò: “A quanto pare i nostri mondi sono davvero più simili di quanto
pensassi…” e insieme ai compagni raccontò agli stranieri quanto sapevano sulle
aspirazioni dei Dark Lord. “…in conclusione, credo che i Signori dei Demoni, o
almeno una di essi, voglia questi Sutra per risvegliare il loro Gran
Demone… ed abbia ordinato a una certa nostra conoscenza di portarglieli. Dico
bene, Xelloss?”
Il demone rise forzatamente con
una mano dietro la nuca: “Eh, già! Peccato che, quando cercai di prendere il
secondo, non sapevo chi lo custodisse…” …questi quattro cacciatori di demoni
sono più pericolosi di un battaglione di draghi… pensò, ma si guardò bene
dall’esprimerlo ad alta voce.
“Non avresti potuto batterci in ogni caso” rise il rosso,
Gojyo “Non basta un solo demone, per quanto forte” e lanciò un’occhiata obliqua
e divertita all’abbacchiato Xelloss “per sconfiggerci!”
“Proprio così” concordò Goku, che
per tutto il tempo non aveva fatto che scambiarsi dispetti con il giovane dai
capelli porpora, a bassa voce per non incorrere entrambi nella vendetta
dell’irritabile Sanzo (e del suo ventaglio) “Però combatteremo ancora, vero? È
stato divertente!” concluse entusiasta.
Un enorme gocciolone comparve
sulla testa di Xelloss.
Gojyo non resistette alla
tentazione di provocare come al solito il compagno: “Stupida scimmia! Possibile
che tu pensi solo a combattere e a mangiare?”
“Sempre meglio di quello a cui
pensi tu, Kappa maniaco!”
“Come osi?!?”
E immancabilmente l’harisen si
abbatté sulle teste dei due.
Ristabilito l’ordine, Rina chiese
al capo del gruppo di avventurieri:
“Ora cosa pensate di fare?”
“Troveremo il Sutra e ce lo
riprenderemo.” Rispose Sanzo senza battere ciglio.
“Potrebbe rivelarsi più difficile
di quel che pensate.” Insinuò Xelloss.
“Per quanto mi disgusti dirlo, ha
ragione. Vi ritroverete contro un esercito di demoni.” Confermò tetro
Zelgadiss.
“Non sarà la prima volta.” Sorrise
scanzonato Gojyo.
“Ci basterà uccidere chiunque si
metta sulla nostra strada.” Dichiarò seccamente Sanzo.
“Forse potrebbe servirvi una
mano.”
Sorprendentemente era stato
ancora Zelgadiss a parlare, lasciando stupefatti i propri compagni. E ciò che
seguì li sorprese ancora di più:
“Vi offro i miei servigi come
guida in questo mondo che non conoscete, tutte le informazioni di cui dispongo
sui demoni nonché il mio aiuto in combattimento.”
“E cosa chiedi in cambio?” volle
sapere Sanzo.
“Il permesso di dare un’occhiata
a quei Sutra. A quanto ho capito sono simili alla nostra Claire Bible; forse in
essi riuscirò a trovare una formula che possa spezzare la maledizione che mi ha
reso una Chimera.”
“Io verrò con te, Zelgadiss!
Voglio aiutarti!” si offrì subito Amelia.
“Andremo tutti!” decretò Rina.
“Se i demoni vogliono risvegliare Shabranigdu, di certo mia sorella mi
coinvolgerà in qualche modo… tanto vale batterla sul tempo!” scrollò le spalle
rassegnata.
Sanzo rifletté corrucciato sulla
proposta; già diceva di non sopportare il dover andare in giro con quei tre che
gli erano stati assegnati (anche se in realtà doveva ammettere che non era poi
tanto male…), la prospettiva di trascinarsi dietro anche quei ragazzini
sconosciuti non gli arrideva affatto…
Spostò lo sguardo sul resto della
sua squadra: Goku pareva entusiasta della nuova compagnia, Gojyo studiava le
curve delle due ragazze con malcelato disappunto per la loro troppo giovane età
e Hakkai esibiva la sua solita espressione dal sorriso gentile e disponibile…
probabilmente l’idea di dover fare da baby-sitter ad altri mocciosi (oltre
Gojyo e Goku, che nonostante l’età di 22 e 18 anni a volte si comportavano come
lattanti) gli piaceva.
Celò un sospiro d’esasperazione:
il ragazzo dalla pelle di pietra aveva ragione, necessitavano di una guida in
quel mondo sconosciuto; decise di dar loro una possibilità: se si fossero
dimostrati utili, allora se li sarebbero portati dietro per un po’.