Harry Potter e la pietra di Stonehedge
ovvero:
certe volte è meglio rimanere a casa
Mezzanotte. Harry stava guardando l’orologio di suo cugino,
Dudley, altresì chiamato PallaDiLardoII, e il due stava sia perché la I palla era suo zio, sia perché per la sua età pesava il
doppio di quanto sarebbe dovuto pesare uno della sua età. Più o meno. Ma non perdiamoci in dettagli inutili. Basti sapere che era
QUASI mezzanotte, mancavano 12 secondi, e entro quei
dodici secondi qualcosa sarebbe cambiato… per sempre. Harry era fremente. Un
po’ perché la traballante capanna sugli scogli in cui viveva ora (suo zio non
aveva pagato l’affitto, perché a forza di ricevere quelle lettere lui era
rimasto a casa e non era andato a vendere i suoi ca§§o di trapani) traballava
(appunto ndGawain) un po’ perché dormiva sul
pavimento, con una coperta di muffa. Non solo, ma fra tutti gli angoli bui
della casucola lui aveva scelto quello più umido, con annessa una gigantesca
crepa da cui l’aria gelida filtrava sempre e comunque,
colpendo sempre e solo lui. Con gli occhiali semi distrutti riusciva a vedere
l’orologio di suo cugino. Il momento era catartico. La catarsi era momentica.
Fra 8 secondi (il tempo passa, raga! ndGawain) tutto
non sarebbe rimasto uguale. Harry incominciò il countdown. Meno 7. Harry tornò
con la mente ai suoi ricordi più belli. Come quando il boa constrictor aveva
tentato di divorare suo cugino, con Harry che lo incoraggiava “AMMAZALO!
UCCIDILO! SIIIII ORA MORIRAAAIII BWAWAWAWA!” ma alla fine era stato suo cugino
a mangiare il serpente. O come quando la scuola voleva
pestarlo a sangue per essere vivo. O come quando i suoi zii si erano
dimenticati di lui e lo avevano lasciato per una settimana senza cibo ne acqua chiuso nello sgabuzzino, costretto a fare i suoi
bisogni in mezzo metro quadrato. MA CHE VITA DI MERDA!
Harry si mandò a fare in culo mentre la lancetta
compiva un altro movimento. Meno 6. Harry si ricordò il suo 10 compleanno. I
Dursley lo avevano legato nudo per i piedi sul balcone, e i passanti lo
schernivano e li gettavano verdura marcia. Due piccioni lo avevano anche
iniziato a beccare. Con estrema ferocia. Una lacrimuccia scese sulla guancia
del giovane Potter. Possibile che non avesse un ricordo felice? Meno 5. Harry
si ricordò di quando li era venuta l’ebola e i suoi zii lo curarono con i
metodi della Nonna decrepita, ovvero lasciarlo morire, tanto non ha molto da vivere. La scampò per un pelo. Meno 4. Si
ricordò di quando ebbe i primi problemi di vista, si vestì da donna e all’asilo
tutti dicevano che era gay. Zia Petunia, per tentare di riportarlo “alla
normalità”, come diceva lei, lo fustigò a sangue. Meno 3. Harry si ricordò di
quando i suoi occhiali esplosero senza motivi apparenti e lui perse quasi un
occhio, si sfigurò in viso e morì quasi, con i Dursley che lo accusavano di
averli fatti esplodere, e quindi saltò pranzo e cena. Meno 2. Harry si ricordò di
quando un opossum in calore aveva tentato di accoppiarsi con lui nello
sgabuzzino del sottoscala, ma visto che era in
punizione per aver fatto esplodere gli occhiali la porta era chiusa e non
c’erano vie di fuga. Meno 1. Harry si ricordò si
quando andò a Stonehedge…
RICORDO DI HARRY
“Trallalero trallalà! Che bella
vacanza ci aspetta! Fra poco saremo arrivati all’aeroporto di Londra, e andremo
ai CARAIBI!” Petunia strillava queste minchiate da 8
ore, ovvero dal suo risveglio. Non che a Vernon e Dudley
dispiacesse. Dispiaceva a Harry. Abbassò il finestrino e si sporse fuori
a prendere aria, lingua penzolante. Li piaceva, quando era in macchina. “Vernonino
caro, fra poco finirà l’autostrada, non dovresti portare giù Harry a fare i
suoi bisognini?” “Grazie, non ne ho bis” “E INVECE SI! Vero caro?” “Si,
pollicina verduccia mia Petuniuccia carissimaaa!” Accostarono in mezzo a un deserto, l’unica cosa che abitava quei luoghi erano i
travestiti e i cactus. Era una zona non molto frequentata dell’Inghilterra.
“Forza Harry, giù, da bravo!” “E va bene!” Appena aprì la portiera, Dudley lo
colpì alla schiena, lui ruzzolò fuori, richiusero la portiera e ripartirono a
tutto gas. Harry, si risvegliò 22 ore dopo, con un alcova
di travioni che lo baciavano dappertutto. “MANIACI PEDOFILI! MA
ANDATE A QUEL PAESE!”. Dopo essersi liberato di loro facendo esplodere dodici
volte gli occhiali, Harry si mise a fare l’autostop. Solo un tipo si fermò, e
li chiese quanto voleva, ma Harry non ci capì un tubo e lasciò perdere. Si incamminò. Anzi. Prima decise dove andare. Per tornare a
casa li bastava ripercorrere tutta la strada, solo 124785856829 Km, oppure
attraversare lo stradone, fare 100 mt e arrivare cmq a casa, oppure
incamminarsi per manco lui sa dove. Decise per la
terza. Dopo 12 giorni di viaggio Harry arrivò al primo centro abitato, ma dire
abitato è sbagliato. Infatti
Harry arrivò nientepopodimenoche a Stonehedge, vicino al monumento. Per la fame
Harry mangiò due delle pietre celtiche, ne triturò una per ottenerne un
leggerlo liquido da cui bere e con un'altra fabbricò una branda per la notte.
Decise dunque di tornare a casa. Senza manco lui sapere come,
e senza manco noi sapere come arrivò in un baleno. Anzi in un arcobaleno
di colori, infatti si mise in viaggio con dei figli
dei fiori. A casa i Dursley non c’erano ancora, perciò Harry ruppe una finestra
per entrare e si tagliò con i vetri rotti. Dentro, si accorse di avere un
piccolo problema. Se ne accorse dopo altri 9 mesi. Non
andava in bagno. Si sentiva pesante di stomaco, e aveva cominciato a ingrassare, o più precisamente a gonfiarsi. Una botte con una piccola testolina e dei minuscoli arti attaccati
alle estremità. “aiuto….” bisbigliò” Harry. All’improvviso Harry capì. La pietra,
anzi, le pietre di Stonehedge avevano causato un blocco intestinale, e ora
Harry era sull’orlo della morte. “Chiedo aiuto…” ripeté,
ansimando. Posnhjjdkenca.
Traduzione dell’ultima parola (è successo tutto in meno di
un nanosecondo ndGawain): Poi Harry senti una grande
spinta dall’alto verso il basso, e partorì. No. Come si dice? Booohhh. Cmq un essere vivente, una montagna di merda, usci dal suo deretano.
Harry si sgonfiò e guardò la sua creatura che lo chiamò “Mamma!” ma poi la
squadra igiene, WCSI, arrivò e lo rinchiuse e lui si
trovò solo. “Cacchio, è finita la carta igienica!”. Fine traduzione.
I Dursley tornarono, ma trovarono Harry a fare una partita
di Strip-Poker con una banda di elefantini rosa,
parteciparono ma persero, e Harry scappò in Cina, dove divenne un combattente
di arti marziali e poi… BASTA!
Harry si risvegliò. Mentre tentava di ricordare Stonehedge si era addormentato. Sbadigliò e guardò
l’orologio di Dudley. Mancava ancora un secondo. Poi notò qualcosa di diverso.
Era in una casa normale. Dudley dormiva su un divano normale, ed Harry era in
un sacco a pelo. Che strano. Eppure
ricordava… bah. Poi la verità li giunse con orrore. Guardò il calendario.
Qualcuno aveva strappato la paginetta.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO anf anf
OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO anf anf
OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”
Tutti si svegliarono, ma proprio TUTTI e dissero all’unisono
“CHE CA§§O C’E’?!?!?!??”. Ed Harry singhiozzando disse
“COME E’ POSSIBILE CHI E’ STATO NOO E’ PASSATO UN GIORNO HO DORMITO PER 24
OREEEEE!!!!” Per pietà Vernon lo badilò. “Ma cosa è successo?” Chiese Petunia a suo marito (aspettate
pausa. Quando ho scritto questo pezzo SINCERAMENTE
avevo scritto Chiese Petunia alla morte. Cioè, io stò maaallleeee! @_@ ndGawain). Lui rispose. “Bo, chi
ca§§o lo sa, torniamo a letto.” E così, Harry andò
alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, altresì chiamato Centro di
Neurologia altresì chiamato Manicomio.
THE END!!!!!!!
Note dell’autore: i copirait (che bell’inglisc
ndGawain)sono dei proprietari legittimi, cmq volevo
mettere degli avvisi a questa Fanfiction. Allora, è composta da
6, o 7 capitoli, ognuno è una parodia di uno dei Libri, quindi questa storia
altro non è che una raccolta di One-Shot! SORPRESA! PIPPIRIPPIIII!
P.S.: Se
siete arrivati fin qui, vi prego, COMMENTATE! Ho moglie e figli! Sono un
ragazzo padre! ç___ç Aiuto aiuto!
P.P.S.:L’ultima
frase potrebbe non corrispondere a verità U.U Dling dlong! Fine della
comunicazione!